Immaginate di camminare tra vicoletti stretti dove l’aroma del caffè appena tostato si mescola al profumo dell’incenso che esce dai templi cinesi. Talat Noi è questo: uno dei quartieri più pittoreschi di Bangkok, dove tradizione e vita quotidiana si intrecciano in un labirinto di stradine colorate e botteghe storiche.
Le case colorate che si affacciano sul fiume Chao Phraya creano un contrasto affascinante con i grattacieli moderni che dominano l’orizzonte. Qui il tempo sembra essersi fermato: troverete ancora botteghe di famiglia, templi nascosti tra le abitazioni e molte occasioni per scattare una foto memorabile ad ogni angolo.
Per farlo, però, dovete prendervi il tempo per esplorare, senza seguire troppo gli itinerari.
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“Autobots, roll out!” (Autorobot, trasformatevi!)
Che cosa c’entra questa frase con Bangkok e Talat Noi? E’ la frase con la quale Optimus Prime incita i suoi nella saga Transformers… adesso vi spiego cosa c’entra con Talat Noi.
Proprio passeggiando per le viuzze di Talat Noi, cercando qualcosa di kitsch, ma allo stesso tempo originale da portare a casa, ho scoperto un’artigiano che, con semplicità e modestia, ha creato iconiche sculture moderne da donare alla città.
Potete ammirare una delle sue opere, una sorta di “Gundam” (da questa citazione potete desumere che non sono un millennial) fatto di scarti di ricambi di auto, proprio in mezzo ad una delle rotonde di Bangkok a Thanon Khao Lam Circle. In realtà si tratta di una raffigurazione di Optimus Prime, il leader dei robot buoni chiamati Autorobot nella saga Transformers. È un personaggio molto amato che si trasforma da robot in camion e combatte contro i cattivi Decepticon per proteggere la Terra.
Da quanto ho capito, in realtà dovrebbero esserci due di queste opere in giro per la città, ma la seconda non l’ho trovata… (guarda su Google Maps). Può darsi che la mia limitata comprensione della lingua Thai abbia giocato un brutto scherzo?
Questa storia per introdurre un quartiere che è tutto da scoprire, come la città che lo ospita..

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Talat Noi: Origini e Storia
Il quartiere di Talat Noi emerge dalle pagine della storia come un mosaico culturale dove tradizioni cinesi e thai si intrecciano in un’architettura che racconta secoli di trasformazioni. Le sue strade conservano memorie di antichi mercati, edifici di epoca coloniale e curiosi dettagli che sorprendono ancora oggi.
Tradizioni e influenze culturali
Nel XVIII secolo, le prime famiglie cinesi approdarono lungo il fiume Chao Phraya portando con sé tradizioni commerciali e culinarie. Troverete ancora oggi i segni di questa presenza nelle case-negozio tradizionali, dove il piano terra ospitava botteghe e il primo piano fungeva da abitazione.
Le comunità hakka e teochew stabilirono qui i loro commerci di ferro e metalli. Vedrete ancora oggi alcuni laboratori artigianali dove si lavorano pentole di rame e utensili da cucina.
I templi cinesi punteggiano il quartiere come stelle in una mappa celestiale. Se arrivate a Talat Noi Via Fiume e scendete al Marine Department, ne incontrerete uno appena scesi dalla barca: sarà il Sang Jao Rong Kuean (non so se l’ho scritto giusto, ma è il Santuario del Ferro di Cavallo – vedete più avanti)
Le Strade di Talat Noi: Atmosfera e Colori

Cosa dovete aspettarvi? I vicoli di Talat Noi raccontano storie attraverso murales colorati che decorano ogni angolo, mentre caffè trendy si nascondono accanto a botteghe artigiane, a volte centenarie. Le strade pulsano di vita tra tradizione e modernità in un mix affascinante.
I murales tra vicoli e cortili
Camminando per le stradine strette di Talat Noi, la cosa che più vi colpirà saranno i coloratissimi ed enormi murales che trasformano muri anonimi in gallerie d’arte a cielo aperto. Le opere spaziano da scene di vita vissuta, a momenti di storia del quartiere, fino a creature fantastiche che sembrano uscire dalle pareti.
I cortili nascosti rivelano sorprese inaspettate. Piccoli soi conducono a spazi dove artisti locali hanno lasciato il loro segno su ogni superficie disponibile.

In genere i colori sono sgargianti, creando contrasti vivaci con i mattoni originali degli edifici. Alcuni murales incorporano elementi della cultura thai tradizionale mescolati a simboli contemporanei.
Se arrivate da sud di Bangkok (dal molo di Marine Department o dalla zona di Icon Siam), i primi murales si trovano sulla via Trok San Chao Rong Kueak (vedete il segnaposto nella mia Mappa in fondo a questo articolo) e proseguono verso nord , ovvero verso il centro della città sulla stessa via. Se arrivate da nord, ovvero da Song Wat o Chinatown dovrete dirigervi verso Soi Wanit 2 e cercare l’indicazione Turtle Car, (l’auto tartaruga, che per noi italiani è una vecchia 600 bicolore appena fuori dal 32 Bar del quale parlo dopo) oppure il segnaposto 32 Bar sulla mia mappa.

Caffè nascosti e locali alla moda
I caffè di Talat Noi si nascondono in edifici storici trasformati con gusto moderno.
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32 Bar (32 Bar X)
Quando girate un angolo e vedete un albero addobbato con strisce colorate ed una Vecchia Fiat Seicento bicolore (che forse avrete già visto riprodotta in un murale) siete sicuramente nel posto giusto.
In questo bar, forse, più che un caffè vale la pena assaggiare una delle decine specialità di cioccolato. E’ uno dei bar in forte ascesa nei luoghi trendy di Bangkok… vi consiglio una visita!

Warehouse Bar
The Warehouse, situato al 867 Charoen Krung Road, rappresenta molto più di un semplice bar: è un vero e proprio hub culturale che fonde arte, gastronomia e vita notturna in un’esperienza unica.
Questo spazio eclettico ospita diverse realtà, tra cui il celebre Clutch Bar al secondo piano, rinomato per i suoi cocktail creativi serviti in un’atmosfera funky e accogliente. I drink, proposti tra i 350-380 baht, sono preparati con maestria e accompagnano perfettamente l’energia del locale.
Durante i weekend, The Warehouse si trasforma in un mercatino delle pulci dove artisti locali espongono le loro creazioni, spesso si servono specialità fusion e musicisti dal vivo animano le serate. L’apertura va dal martedì al sabato dalle 18:00 alle 2:00, con chiusura il lunedì. Vedi qui il profilo Instagram.

Altri locali
Una delle meraviglie di sentirsi viaggiatori è il piacere di esplorare. Ci sono un sacco di locali e ristoranti che all’apparenza sembrano insignificanti, ma che vale la pena di provare per scoprire qualcosa di nuovo. Talat Noi è il posto giusto per farlo, con locali vecchi o appena parti.
Lasciatevi andare alla scoperta e stupitevi!

Artigiani e botteghe storiche
Le botteghe storiche di Talat Noi conservano tradizioni artigianali tramandate da generazioni. Piccoli laboratori di falegnameria profumano le strade di legno fresco, mentre in altre botteghe i fabbri lavorano creando oggetti decorativi e utensili. Le loro fucine producono scintille che illuminano angoli bui dei vicoli, mentre il metallo incandescente prende forma sotto i loro martelli esperti.
Proprio come nel caso dell’artigiano che ho presentato in apertura.

Templi e Luoghi Religiosi
Il distretto ospita antichi Templi con secoli di storia e Santuari cinesi che attirano fedeli da tutta Bangkok. Le tradizioni spirituali locali si intrecciano quotidianamente con la vita del quartiere.
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U Phai Rat Bamrung
Il tempio di U Phai Rat Bamrung, originariamente chiamato Chùa Khánh Vân (Kan Yooeng Toe in Thailandese), fu costruito da immigrati vietnamiti verso la fine del XVIII secolo, prima dell’ascesa al trono della dinastia Chakri. Durante questo periodo, Re Rama I concesse alcune proprietà nella zona alla comunità vietnamita, dando il via alla costruzione di numerosi templi e santuari.
Durante il suo periodo iniziatico come monaco, il principe Mongkut invitò spesso l’anziano abate vietnamita di Kan Yooeng Toe, Ong Hung, a discutere con lui del Buddhismo vietnamita Mahayana. Questa conoscenza personale portò Re Rama IV, dopo la sua incoronazione, a conferire a Ong Hung il titolo onorifico di Phra Kru Kananam Samanachan, la carica di capo della setta vietnamita del Buddhismo thailandese.
Il tempio, che aveva già ricevuto il patrocinio reale da due Re, fu rinominato U Phai Rat da Re Chulalongkorn (Rama V) nel 1878.

Il Santuario del ferro di cavallo – San Jao Rong Kueak
Questo tempio che racconta la storia della comunità cinese Hakka in Thailandia. Questo Santuario, conosciuto anche come Chao Rong Kueak, o San Jao Rong Kueak fu edificato verso la fine dell’Ottocento durante il regno di Rama V, precisamente tra il 1888 e il 1889, quando un gruppo di commercianti Hakka sentì la necessità di creare uno spazio sacro più ampio per le proprie pratiche religiose.
Quando i primi mercanti arrivarono dalla Cina, portarono con sé costumi e tradizioni, fra questi la venerazione per Hon Wong Kung, divinità che divenne il fulcro spirituale del nuovo tempio. Il nome particolare del santuario, che significa più o meno Laboratorio del Ferro di Cavallo, sembra derivare dalle antiche tradizioni degli Hakka nella lavorazione dei metalli e probabilmente collegato alla presenza di officine specializzate nella forgiatura di ferri per cavalli che esistevano nella zona.
La collocazione del tempio non fu casuale: i fondatori scelsero deliberatamente un’area vicina al fiume Chao Phraya, sostituendo un santuario precedente che era diventato troppo piccolo per accogliere la crescente comunità di fedeli. Oltre alla divinità principale Hon Wong Kung, il tempio ospita anche Poon Tao Kong, figura venerata come portatore di fortuna e prosperità.

Wat Pathum Khongkha
Wat Pathum Khongkha Ratchaworawihan si trova su Song Wat road, a pochi passi dalla breve Tri Mit Road che, da una parte conduce verso Yaowarat Road, il cuore di ChinaTown, mentre in senso opposto porta a Song Wat, altro quartiere in forte ascesa nel panorama artistico della città.
Questo Tempio Reale buddista di seconda classe custodisce una storia che affonda le radici nel lontano periodo di Ayutthaya.
Le origini di questo luogo sacro sono molto antiche, ma la sua forma attuale prese vita durante i primi anni del periodo Rattanakosin, sotto il regno di Re Rama I. Fu il principe Maha Sura Singhanat, fratello minore del sovrano, a decidere di rinnovare completamente il monastero come omaggio alla memoria del padre.
Durante questa trasformazione, il tempio assunse il nome attuale che significa Tempio dei Fiori di Loto nell’acqua, un appellativo poetico che sostituì la precedente denominazione di Wat Sampheng, derivato dal nome del quartiere in cui sorgeva (Sampheng, appunto), che a quell’epoca rappresentava il cuore pulsante del commercio cinese a Bangkok.

Casa So Heng Tai (Sow Heng Tai)
La So Heng Tai House, costruita nel XIX secolo dal ricco mercante Phra Aphaiwanit originario del Fujian, rappresenta una testimonianza straordinaria della prosperosa comunità cinese che si stabilì lungo le rive del Chao Phraya (vedi pagina facebook).
Il nome deriva da Sow, che è il cognome del primo proprietario e Heng Man, che significa buona fortuna nella lingua Teochew. In pratica il nome significa più o meno “la fortuna della famiglia Sow di essere in Thailandia”.
Questa elegante dimora non era solo una residenza familiare, ma simboleggiava il crescente potere economico dei commercianti Hokkien nell’area commerciale più vivace della città. La struttura segue fedelmente i canoni tradizionali delle case a corte cinesi, con un cortile centrale attorno al quale si sviluppano tutti gli ambienti, una disposizione che garantiva sia funzionalità che comfort climatico per la vita domestica e le attività mercantili.
Nel corso dei decenni la casa ha attraversato varie trasformazioni, la più sorprendente delle quali è l’aggiunta di una piscina nel cortile centrale nel 2004, che ha reso possibile organizzare persino corsi di immersione subacquea in questo contesto storico unico. Questa innovazione moderna, pur rispettando l’integrità architettonica originaria, ha aperto nuove possibilità d’uso e reso la dimora ancora più affascinante.
La proprietà è avvolta da leggende che parlano di passaggi segreti sotterranei e del suo ruolo come rifugio per personalità importanti durante periodi turbolenti. Sebbene non esistano prove concrete di queste storie, esse contribuiscono al fascino misterioso di questo luogo che oggi rappresenta un prezioso ponte tra il patrimonio culturale cinese e l’identità multietnica di Bangkok
E' interessante vedere un video su youtube (in lingua Thai, ma potete attivare i sottotitoli tradotti in italiano) che parla dell'eredità di questa casa:
Phu-Sak è l'erede della famiglia ed ha ereditato questa casa di oltre 200 anni quando aveva appena 12 anni, dopo la morte del padre. Come primogenito, si è trovato a dover gestire tutto: prendersi cura della madre, dei due fratelli minori, dell'attività familiare e della conservazione della casa stessa.
La sua testimonianza è profondamente emotiva: "Siamo nati qui, cresciuti qui, e probabilmente moriremo qui. Non ci trasferiremo da nessuna parte". Racconta come oggi la casa non abbia più ricchezze ma solo debiti, e confessa la sua stanchezza dopo una vita di lavoro, chiedendosi quando potrà andare in pensione e chi prenderà il suo posto.
Quando i turisti stranieri gli chiedono come si senta a vivere in questa grande casa antica, risponde con una metafora potente: "Mi sento come il Cavaliere del Santo Graal, un cavaliere che veglia su una tomba. Se non c'è un sostituto, non posso andare da nessuna parte. Se me ne vado, devo abbandonare ciò che è importante".
Oggi questa casa storica accoglie visitatori e funge anche da scuola di immersioni, rimanendo un simbolo vivente della comunità sino-thailandese di Talat Noi.
Santuario di Siang Kong
Il Santuario di Siang Kong fu costruito da un gruppo di immigrati cinesi provenienti dalla regione cinese dell’Hokkien, che si insediarono nella zona, intorno al 1871, durante il regno di Re Chulalongkorn (Rama V, 1853-1910, quinto monarca del Regno di Rattanakosin).
Il villaggio cinese, all’epoca, si trovava lungo il canale, e aveva dato vita alla prima attività di commercio di motori usati di Bangkok, nella zona che in seguito prese il nome di Siang Kong.
L’attività si espanse successivamente in altre zone della capitale nei decenni successivi, ma la comunità cinese seguendo le tradizioni della madre patria, fondò qui il Santuario di Siang Kong, in omaggio al nome del luogo sul quale era sorto.
Il Santuario di Siang Kong è un simbolo della ricca eredità culturale della comunità cinese in Thailandia e se vi trovate da queste parti, vale la pena di visitarlo per respirare un po’ della sua storia centenaria.
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Come arrivare e come muoversi
Le opzioni per raggiungere Talat Noi sono molteplici e dipendono soprattutto da dove provenite.
I mezzi pubblici
Usate i mezzi pubblici se avete tempo e siete un minimo esperti, in caso contrario, soprattutto se viaggiate con un gruppetto di persone, forse è meglio affidarsi ad un taxi, alla fine la spesa cambia di poco e non rischierete di perdere tempo.
Il traghetto
Uno dei modi che preferisco, se posso utilizzarlo, è il traghetto. Il fiume Chao Praya è da sempre una della arterie principali del trasporto di Bangkok e in alcuni casi, come in questo, si rivela comodo, panoramico, economico e veloce.
Il Chao Praya Express Boat , ad esempio, parte dal centro turistico di Bangkok (Wat Arun o Tha Thien), ma anche da molti altri punti lungo il fiume ed arriva direttamente a destinazione.
A seconda dell’itinerario prescelto, potete scendere a Ratchawong e percorrere prima Song Wat e poi arrivare a Talat Noi, oppure scendere al Marine Department e dirigervi verso Chinatown (così magari ci arrivate nel tardo pomeriggio per godervi una serata di street food).
Quest’ultima soluzione l’ho trovata perfetta.

Noleggiare uno scooter
Essendo in Thailandia sarete tentati dal noleggiare uno scooter, che offre la libertà di visitare luoghi remoti e meno conosciuti. A Bangkok ve lo sconsiglio. Se deciderete comunque di vivere questa avventura, ricordate che per guidare un motorino, a norma di legge, è necessario indossare il casco e avere una patente di guida internazionale – valida.
Anche se la maggior parte delle persone che noleggia un motorino non ha la patente internazionale, in caso di incidente o nel caso la polizia decida di fermarvi, se non l’aveste potrebbe essere un problema.
Attenzione: i motorini non sono assicurati, quindi dovrete ripagare per qualsiasi danno causato alla moto o a terzi. E’ consigliabile in fase di noleggio fare foto dettagliate della moto noleggiata per evitare che vi chiedano conto di danni già esistenti.
Qualche negozio vi chiederà di lasciare il passaporto in deposito. Vi consiglio caldamente di non farlo e di optare per un deposito in contanti, del quale dovete, però, farvi rilasciare una regolare ricevuta.
Se vi fanno storie, scegliete un altro negozio.
Cosa Fare a Bangkok
Scopri tutto quello che mi ha emozionato
(e che forse non riusciresti a organizzare da solo)
Tuk-tuk
Personalmente non amo usare i tuk-tuk a Bangkok, ma è innegabile che offrano un’alternativa valida e colorata. Negoziate sempre il prezzo prima di salire. Aspettatevi tariffe tra 60-100 baht per brevi tragitti.

Taxi
I taxi tradizionali faticano a navigare tra le vie strette. Se scegliete questa opzione, fatevi lasciare sulla strada principale e proseguite a piedi.
Grab, un’alternativa asiatica a Uber
Il servizio di taxi tramite app è disponibile per viaggi sicuri e comodi in città. Per chi è da solo c’è l’opportunità di sfruttare anche i mototaxi, più spartani, ma anche più economici e flessibili.
Potete scaricare l’app GRAB e prenotare con quella sia auto che moto, di solito si paga in contanti al conducente.
Le stradine di Talat Noi si esplorano meglio a piedi. Indossate scarpe comode perché i marciapiedi sono irregolari e a volte occupati da bancarelle.
Miglior periodo per esplorare
Qual è il miglior periodo per visitare Talat Noi?
Miglior periodo dell’anno in base alla stagione
La stagione secca da novembre a febbraio offre le condizioni ideali per passeggiare tra i vicoli. Le temperature oscillano tra 20-30°C e l’umidità è più sopportabile.
La stagione delle piogge, da maggio a ottobre, può sembrare non ottimale, ma, a parte gli intoppi per i possibili scrosci d’acqua, offre punti di vista ed atmosfere interessanti, oltre a prezzi più bassi negli hotel.
La stagione calda e secca, con il suo apice di calore ad aprile, offre una grande opportunità: il Songkran.
Miglior periodo della giornata
Le prime ore del mattino, tra le 8 e le 10, regalano un’atmosfera più rilassata. I residenti preparano il cibo per la giornata e l’aria profuma di spezie e caffè appena fatto.
Il tardo pomeriggio, dalle 16 alle 18, porta una luce dorata che trasforma i murales e le facciate storiche. È il momento perfetto per le fotografie.
Nelle ore centrali rifugiatevi in un caffè o fermatevi per il pranzo.
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Mappa di Talat Noi con punti di interesse

Thailandia
Paesaggi, mare, città, montagne, persone, storia, tradizioni e spiritualità: la Thailandia offre tutto questo e molto di più. Il Paese del Sorriso accoglie i visitatori con un calore ed una gentilezza unica che vi conquisterà fin dal primo giorno.
Dal 1 maggio 2025 la Thailandia adotta il sistema digitale di registrazione prima dell’arrivo nel paese: il TDAC – Thailand Digital Arrival Card, obbligatorio per tutti i viaggiatori. Scopri cos’è e come compilarlo.
Partiamo dalla capitale: Bangkok è una città che da sola potrebbe valere il viaggio. Scopritene le meraviglie e le gemme nascoste con la mia guida Bangkok anche in PDF: cosa fare in uno, due o più giorni con itinerario.

Dirigiti a Nord a scopri la magnifica Ayutthaya ed il suo parco storico a solo un’ora di viaggio da Bangkok. Se hai tempo procedi verso Sukhothai, la culla della civiltà Thai e la sua gemella Si Satchanalai. Fermati alla tranquilla Lampang prima di proseguire verso lo storico Regno di Lanna: Chiang Mai e Chiang Rai ti aspettano con la loro cultura vibrante ed i movimentati mercati
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Immergetevi nelle ricche culture di questo incredibile paese mentre scoprite le sue storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.
Prima di partire controllate il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo 10 libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.
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