Sutri, piccola cittadina del Lazio, si trova a poco più di un’ora da Roma: all’apparenza una città della Tuscia come tante altre, un po’ anonima e appannata dal tempo. Solo esplorandola con un po’ di attenzione si respira la sua anima ricca di storia, persa tra il tufo rosso, i sentieri ombreggiati e le leggende che si intrecciano tra paganesimo e cristianesimo.
Sutri, antichissima città, è uno scrigno di tesori archeologici e paesaggistici, perfetta per chi cerca un itinerario fuori dai circuiti più battuti, ma ricco di fascino e suggestioni.
Inoltre, Sutri è una delle 33 città attraversate dalla Via Francigena, forse il più famoso itinerario di pellegrinaggio in Europa che ha inizio di fronte la cattedrale di Canterbury in Inghilterra e termina a Roma, avendo come ultima tappa la Basilica di San Pietro.
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Le origini: tra Dei e popoli misteriosi
La storia di Sutri affonda le radici in tempi lontanissimi, addirittura nell’età del bronzo. Ma, come ogni luogo che si rispetti, le sue origini sono avvolte nella leggenda. C’è chi narra che a fondarla siano stati Pelasgi, un antico e misterioso popolo di navigatori, mentre un’altra leggenda, ancora più affascinante, racconta che fu Saturno in persona a crearla. Non a caso, lo stemma del comune lo raffigura a cavallo, con tre spighe di grano in mano, simbolo di abbondanza.
Saturno, divinità romana, protettore della semina e dei raccolti, è l'equivalente latino del titano greco Crono. Era raffigurato come un anziano barbuto, vestito con un mantello e con in mano una piccola falce o ronchetto adunco. Si riteneva che, scacciato dall'Olimpo, per un periodo avesse regnato nel Lazio, nella cosiddetta età dell'oro, un'epoca pacifica e di progresso. Un giorno sarebbe improvvisamente scomparso, causando la decadenza progressiva dell'umanità.

Un Crocevia per Imperi
Grazie alla sua posizione strategica, Sutri divenne un centro agricolo e commerciale fiorente sotto gli Etruschi. In quanto porta d’accesso obbligata per l’Etruria, col tempo, ovviamente, Sutri attirò le attenzioni di Roma. Dopo la caduta della potente Veio, infatti, i Romani la conquistarono nel 383 a.C. e la trasformarono in un fondamentale punto di difesa sulla Via Cassia, volto a proteggere Roma dalle invasioni barbariche.
Il Medioevo: Papi, Re e Paladini
Bisogna però arrivare al Medioevo perché Sutri diventi protagonista di eventi che cambieranno il corso della storia.

Dopo essere stata oggetto di contesa tra Longobardi e Bizantini, infatti, nel 728 d.C. accadde qualcosa di epocale:
il re longobardo Liutprando donò la città e i suoi territori a Papa Gregorio II. Questo evento, noto come la Donazione di Sutri, è considerato l’atto che diede inizio al potere temporale dei Papi, il primo mattone di quello che sarebbe diventato lo Stato Pontificio.
Sutri è inoltre la culla di una leggenda cavalleresca. Proprio in una grotta situata vicino a Sutri, nel IX secolo, la sorella di Carlo Magno, Berta, disconosciuta dal padre per aver seguito un uomo della plebe, avrebbe dato alla luce il celebre Orlando, il futuro paladino protagonista della Chanson de Roland e leggendario eroe.
Un altro momento chiave della storia della città fu il Concilio di Sutri del 1046, voluto dall’imperatore Enrico III per porre fine a una crisi papale con ben tre pretendenti al soglio. Il concilio si concluse con l’elezione di un nuovo Papa, Clemente II, riportando ordine nella Chiesa.
Il Declino e la Storia Recente
Come spesso accade, dopo i periodi di gloria arrivano quelli più difficili. Durante le lotte tra guelfi e ghibellini, la città subì un colpo terribile: nel 1433 venne data alle fiamme dal capitano di ventura Niccolò Fortebraccio.
Da quel momento, Sutri iniziò un lento declino. Le rotte commerciali vennero deviate sulla via Cimina a favore della vicina Ronciglione, potenziata dalla potente famiglia Farnese. La città perse importanza, diventando un centro rurale dello Stato Pontificio.
Nei secoli successivi seguì le sorti della regione, passando anche sotto il controllo francese alla fine del ‘700, per poi tornare allo Stato Pontificio. Un capitolo buio della sua storia recente risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando il 17 novembre 1943 i soldati nazisti trucidarono 13 avieri italiani.
Le Date Chiave di Sutri in Breve
Per aiutarvi a fissare i momenti più importanti, ecco un piccolo schema:
- Età del Bronzo: Prime tracce di insediamenti umani.
- 383 a.C.: Conquista definitiva da parte dei Romani.
- 728 d.C.: Donazione di Sutri. Nasce il potere temporale dei Papi.
- IX Secolo: Secondo la leggenda, nascita del paladino Orlando.
- 1046: Si tiene il Concilio di Sutri che mette fine a uno scisma papale.
- 1433: La città viene incendiata, evento che segna l’inizio del suo declino.
- Fine XVIII Secolo: Breve occupazione da parte delle truppe francesi.
- 17 Novembre 1943: Eccidio di 13 avieri italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Come potete vedere, Sutri è un vero e proprio libro di storia.
Citazioni letterarie
Già nel XIV secolo il Petrarca ne parlava nella sua lettera al Cardinale Giovanni Colonna:
A due sole miglia sta Sutri, sede diletta a Cerere (figlia di Saturno e dea Romana della Terra e della Fertilità ndr.), e antica colonia, secondo che dicono, di Saturno: ove non lungi dalle mura mostrano il campo che narrano fosse il primo in Italia a ricevere la sementa del grano, segato indi a poco dallo stranio re che con tal beneficio mansuefatti e cattivatisi gli animi di quei primi abitatori regnò su loro tranquillo infin che visse, e venuto dopo morte in voce di Dio, dalla gratitudine degli uomini qual vecchio nume con in mano la falce fu venerato. Saluberrimo, a quanto la breve dimora mi concede di giudicarne, è questo clima.
(Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari, lettera XXIII, ca. 1337) – da Wikipedia
Cingono d’ogni parte il paese colline senza numero, né troppo alte, né di malagevole salita e di nessuno impedimento allo spaziar della vista, infra le quali s’aprono sui convessi fianchi ombrose e fresche caverne, e sorge frondoso il bosco a riparare l’ardore del sole da tutti i lati da quello infuori che guarda a Borea, ove un monticello degli altri più basso in aprica valle spiegandosi appresta alle api una fiorita dimora. Qui d’acque dolcissime ne’ bassi fondi il mormorio, qui cervi, damme, cavrioli, e tutto il selvaggio gregge de’ boschi errante ne’ colli aperti, e schiera infinita d’augelli che lambe le onde o su pei rami saltellando sussurra. Taccio de’ buoi, e de’ domestici armenti, e dei doni di Cerere e di Bacco, che alla fatica dell’uomo dolci ed ubertosi rispondono, e dei naturali tesori dei vicini fiumi, dei laghi e del mare, che anch’esso poco è distante.

Sutri ed il Parco Archeologico: una piccola grande meraviglia
Il cuore pulsante di Sutri è il suo Parco Archeologico, una delle aree protette più piccole del Lazio (appena 7 ettari!), ma anche una delle più ricche di testimonianze storiche e naturalistiche. Qui si fondono archeologia, natura e leggenda in un paesaggio modellato dal tufo, che ha reso possibile la creazione di tombe monumentali, templi sotterranei e teatri scolpiti nella roccia.
Ma a Sutri c’è di più.
Itinerario consigliato: alla scoperta di Sutri in un giorno
Partiamo col nostro itinerario
Il Borgo di Sutri
Porta Vecchia (o Franceta): la porta dei pellegrini
Il nostro itinerario parte da Porta Vecchia, detta anche Porta Franceta, che fu dall’epoca romana fino al Rinascimento il principale accesso al colle di Sutri. Questa porta, ancora oggi in uso, accoglie i visitatori con i suoi blocchi squadrati di peperino di epoca romana e i resti delle antiche mura difensive. Sulla chiave di volta campeggia lo stemma di Saturno a cavallo, simbolo della città, mentre i doppi binari scavati nel tufo ricordano il sistema di chiusura a saracinesca, pronto a difendere Sutri nei momenti di pericolo.
Come migliaia di pellegrini che, nel corso dei secoli, hanno percorso la via Francigena diretti a Roma, partiamo da questo ingresso carico di storia, ideale per iniziare la visita con il giusto spirito di scoperta.

Il centro storico: tra botteghe, taverne e ospedali
Proseguendo verso il centro storico, si entra nell’antico Borgo di Sutri. Questo nucleo urbano fu per secoli un vivace centro di commerci, artigianato e accoglienza, e nel periodo di massimo splendore sembra ospitasse addirittura sei ospedali, dodici ospizi e ben quindici chiese. Il borgo era suddiviso in contrade, animate da botteghe, locande e taverne frequentate da viaggiatori di ogni provenienza.
Il periodo di massimo splendore fu tra il XIII e il XV secolo, quando Sutri attirava immigrati dalla Toscana, dal nord Italia, dalla Francia e perfino dai paesi slavi, tutti attratti dalle opportunità offerte dal traffico dei pellegrini. Purtroppo, il borgo fu semidistrutto nel 1433 da Niccolò Fortebraccio e, dopo un tentativo di ricostruzione, venne definitivamente spopolato dal declino della via Francigena.
Nel centro storico sono di particolare rilievo la Torre dell’Orologio, edificata su un antico arco romano, che è la porta mediante la quale si accede alla Piazza del Comune; l’antico lavatoio, simbolo della tradizione; la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nel XII secolo, con la caratteristica cripta e la Chiesa di Santa Croce.
Ma le vere eccezionalità della visita a Sutri si trovano al di fuori del borgo vero e proprio.

Fuori le mura di Sutri
Chiesa di S. Maria del Tempio (o di S. Giovanni): sulle tracce dei Templari
Poco oltre Porta Vecchia, sulla via Cassia, si incontra la piccola chiesa sconsacrata di Santa Maria del Tempio, conosciuta anche come chiesa di S. Giovanni. Val la pena di citarla perché questo edificio fu in origine proprietà dei Cavalieri Templari e, dopo la loro soppressione nel XIV secolo, passò ai Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme. Una targa marmorea sul portale quattrocentesco ricorda la dipendenza della chiesa dall’ordine viterbese di S. Maria in Carbonara.

Villa Savorelli e il Parco: tra natura e panorami
Risalendo la collina, si raggiunge Villa Savorelli, elegante residenza settecentesca immersa in un parco secolare. Oggi la villa ospita eventi e manifestazioni culturali, ma il vero spettacolo è il giardino all’italiana che la circonda, perfetto per una pausa rilassante tra siepi di bosso, fontane e scorci panoramici sulla campagna della Tuscia.
Insieme al celebre Palazzo Farnese di Caprarola, rappresenta uno degli esempi più belli di villa rinascimentale della zona.
Il Bosco Sacro di Sutri: antiche credenze
Dai giardini è possibile accedere al Bosco Sacro. Il nome Sacro, non è casuale. Vi riporterà a un tempo in cui si credeva che boschi come questo fossero la dimora di ninfe, fauni e spiriti della natura, simboli del suo eterno rinnovarsi.
Il percorso, accessibile dai giardini della villa Savorelli e vi condurrà a un belvedere che regala una prospettiva unica sull’anfiteatro. Da qui potrete ammirare dall’alto questa incredibile opera scavata nel tufo, cogliendone tutta la grandezza.
Da non confondere con il Bosco Sacro di Bomarzo.

Scendendo ai piedi della collina su cui sorge Villa Savorelli, ci si imbatte in uno degli ambienti più suggestivi di Sutri: la Chiesa della Madonna del Parto, un piccolo edificio di culto interamente scavato nel tufo. Questo luogo, oggi sacro alla Vergine, affonda le sue radici in un passato ancora più antico e misterioso: la sua struttura, infatti, conserva le caratteristiche architettoniche di un mitreo, il tempio dedicato al dio Mitra, divinità orientale che fu per secoli uno dei principali rivali del cristianesimo nell’Impero Romano.
Il Mitreo e la Chiesa della Madonna del Parto: tra mistero e spiritualità
Entrando, si attraversa un piccolo vestibolo quadrato, decorato da affreschi medievali che raffigurano la Madonna con i santi, San Cristoforo e la leggenda del santuario di San Michele sul Gargano. Quest’ultima scena, con la processione di pellegrini che salgono verso il monte sotto lo sguardo di San Michele, richiama il legame di Sutri con la via Francigena e i grandi itinerari di pellegrinaggio medievali.

Proseguendo, si accede alla navata principale della chiesa, coperta da una volta a botte e circondata da dieci pilastri per lato, direttamente scolpiti nella roccia. L’abside rettangolare, frutto di un ampliamento successivo, conserva ancora i resti dell’affresco della Natività, che dà il nome alla chiesa. Lungo le navate e sui pilastri si possono ammirare tracce di una vivace decorazione pittorica, culminante nella grande raffigurazione dell’Arcangelo Michele ad ali spiegate, il cui volto in stucco spicca all’interno di un’aureola dorata.

Non mancano simboli antichissimi della fede cristiana, come il pesce, l’ancora, il nodo di Salomone e la colomba, dipinti sui pilastri accanto all’altare. Ma l’impianto originario della struttura rivela la sua funzione di mitreo: il corridoio centrale, le banchine laterali per il banchetto mistico degli iniziati e una cavità rettangolare sul pavimento, che forse serviva a raccogliere il sangue del toro durante il rito d’iniziazione.
Un luogo in cui si respira un’atmosfera di mistero, in bilico tra paganesimo e cristianesimo, e che ancora oggi affascina per la sua unicità. La chiesa, divenuta meta di pellegrinaggi soprattutto a partire dal XIII secolo, è dedicata alla Madonna del Parto, protettrice delle partorienti, ma non ha mai smesso di conservare il suo alone di sacralità arcaica.
Accesso al Mitreo: L’accesso è consentito a un massimo di 20 persone per volta. Ogni turno di visita dura circa 8 minuti.

La Necropoli rupestre: città dei morti nella roccia
Accanto al Mitreo si estende la Necropoli rupestre di Sutri, uno dei complessi funerari più singolari dell’Italia centrale. Le tombe, scavate direttamente nel tufo rosso a scorie nere, si dispongono su più livelli e testimoniano la continuità d’uso del sito dall’età romana fino al Medioevo. La particolare lavorabilità della roccia, unita alla sua compattezza, ha permesso la realizzazione di camere tombali monumentali e la loro conservazione fino ai giorni nostri.
Alcune cavità sono state riutilizzate nei secoli come rifugi, magazzini o ambienti di culto, a testimonianza di quanto il rapporto tra uomo e paesaggio sia stato sempre stretto e vitale a Sutri.
Questo uso continuato, d’altro canto, non ha permesso che giungessero fino a noi niente altro che le cavità nella roccia, un vero peccato!

L’Anfiteatro Romano di Sutri: spettacolo nel tufo
L’anfiteatro romano di Sutri è un monumento unico nel suo genere, una vera rarità archeologica. La sua più grande particolarità, a differenza di celebri esempi come il Colosseo, è che non fu costruito innalzando muri, ma interamente scavato nel tufo di una collina.
L’opera risale presumibilmente ad un periodo tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C., ma per motivi ad oggi non chiari, ad un certo punto cadde in disuso e venne abbandonato.
La sua storia più affascinante, è forse quella della sua riscoperta. In seguito all’abbandono, per secoli, l’anfiteatro rimase completamente sepolto sotto terra e detriti, tanto da essere dimenticato e scambiato per una semplice collina boscosa.
Fu solo tra il 1835 e il 1839 che venne riportato alla luce, grazie a una campagna di scavi voluta dalla famiglia Savorelli, allora proprietaria della villa che ancora oggi domina il sito.
Questa straordinaria struttura poteva ospitare fino a 9.000 spettatori e fu teatro di giochi gladiatori, spettacoli e cerimonie pubbliche. La visita riporta indietro nel tempo e permette di immaginare il fragore delle folle e il clangore delle armi romane.

Sutri tappa importante sulla via Francigena
Se state percorrendo la Via Francigena, preparatevi: Sutri non è semplicemente una tappa dove riposare, ma una delle ricompense più belle del vostro cammino verso Roma. Arrivare qui a piedi, vedendo il borgo antico arroccato sul suo sperone di tufo, è un’emozione che ripaga di ogni fatica.
Non siete i primi pellegrini a passare di qui. Già nel 990, l’Arcivescovo Sigerico di Canterbury annotava “Suteria” nel suo diario come la XLIV tappa del suo viaggio di ritorno da Roma. Questo vi fa capire quanto sia profondo il legame tra Sutri e la Francigena. Oggi, come allora, la cittadina accoglie i viandanti offrendo un tuffo nella storia che va ben oltre il Medioevo.
Sigerico, arcivescovo di Canterbury alla fine del X secolo, percorse la futura Via Francigena per recarsi a Roma a ricevere il pallio dal papa e al ritorno fece annotare le 79 stazioni del viaggio, fornendo la più antica descrizione continua del tracciato, in cui Sutri è una tappa laziali di rilievo. (fonte)
Consigli pratici per la visita:
- Il Parco Archeologico è facilmente visitabile a piedi e dispone di un percorso ben segnalato.
- La Chiesa della Madonna del Parto e la necropoli sono accessibili con visite guidate (consigliata la prenotazione nei periodi di maggiore affluenza).
- Il centro storico offre parcheggi e numerosi punti di ristoro, ideali per una sosta tra una tappa e l’altra.
- Non dimenticate la macchina fotografica: ogni angolo di Sutri merita uno scatto!
- Qui potete vedere la cartina del parco archeologico
Parco Archeologico di Sutri: info Orari e Biglietti
Il biglietto d’ingresso vi darà accesso al Parco Archeologico Antichissima Città di Sutri, che comprende l’anfiteatro, la necropoli rupestre e il Mitreo. Qui di seguito alcune info aggiornate al 27/11/2025.
Tariffe
- Biglietto Completo (Anfiteatro, Necropoli e Mitreo): Intero: € 10,00, Ridotto: € 8,00
- Biglietto Solo Anfiteatro e Necropoli: Intero: € 5,00, Ridotto: € 3,00
- Visite Guidate: € 10,00 a persona (negli orari prestabiliti)
Orari di Apertura
Stagione Estiva (da inizio Aprile a fine Ottobre)
- Anfiteatro e Necropoli: Da Martedì a Domenica: 10:00 – 19:00. Lunedì: Chiuso. Ultimo ingresso: 30 minuti prima della chiusura.
- Mitreo: Da Martedì a Domenica: 10:20 – 17:00. Lunedì: Chiuso
- Partenze Visite Guidate (solo Sabato, Domenica e festivi): Ore: 11:00 – 12:00 – 15:00 – 16:00
Stagione Invernale (da inizio Novembre a fine Marzo)
- Anfiteatro e Necropoli: Da Martedì a Venerdì: 10:00 – 16:00 (ultimo ingresso ore 15:30); Sabato, Domenica e festivi: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso ore 16:30)
- Mitreo: Da Martedì a Venerdì: accessi con audioguida ogni 20 minuti, dalle 10:20 alle 15:40. Sabato, Domenica e festivi: accessi con visita guidata, dalle 10:15 alle 16:15.
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