Il Castello della Mandria, residenza sabauda
Il Castello della Mandria è una delle residenze utilizzate dai Reali di casa Savoia nel corso degli anni. Questa residenza Sabauda è legata soprattutto ai nomi di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia e della Bela Rosin, al secolo Rosa Vercellana, sposata in seconde nozze dal monarca.
Legato sino al XIX secolo al destino e alla storia della Reggia di Venaria, il Parco della Mandria e il Castello, il corpo di fabbrica situato su un’altura artificiale denominata la “Nuova Mandria”, viene destinato ad uso esclusivo e privato di Vittorio Emanuele II di Savoia già nel 1859.
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Vistare la Reggia di Venaria ed il Castello della Mandria
Nella stessa giornata ho visitato il Castello e la Reggia e devo dire che forse il Castello non è adeguatamente valorizzato.
La Reggia è imponente, letteralmente tappezzata di opere di autori famosi ed a volte imponente nella sua costruzione, come nel caso dell’ampio salone, ma anonima.
I pannelli alle pareti che spiegano i vari momenti della giornata di vita a corte non contribuiscono a renderla viva. A mio avviso non ci riesce neppure la rappresentazione filmata della vita di corte.
Certo il fatto di essere stata destinata a caserma e quindi letteralmente saccheggiata degli arredi e delle decorazioni non gioca a suo favore. Tutto quello che è stato portato dopo, seppur di immenso valore, sa un po’ di posticcio
Forse semplicemente non è quello che cerco visitando una “Reggia” o residenza Reale.
Il castello invece trasmette un’aria di casa, è in un certo modo “vivo” o perlomeno lascia immaginare di esserlo.
Insomma, non vi parlerò della Reggia, che pur nella sua bellezza, non mi ha emozionato, ma del Castello della Mandria, un luogo di vita e di amori passati.
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Storia del castello della Mandria
La storia del Borgo Castello risale alla fine del XVII secolo, con la ristrutturazione e la riorganizzazione della Reggia di Venaria Reale.
Verso la fine del 1600, la costruzione ospitava un allevamento di cavalli. Solo più tardi una ristrutturazione ampliò la costruzione e ne fece una residenza per altre attività, soprattutto quella venatoria, passione dell’epoca.
Sul lato sud del castello furono allora costruiti gli appartamenti reali, affacciati sulla pianura ed in vista della Reggia.
Oggi le 20 sale aperte al pubblico mostrano il gusto e i riflessi della cultura di una parte del risorgimento italiano, oltre che, in parte minore, la moda dell’epoca. La moda dell’epoca, invece, appare in maniera molto più significativa ad esempio a Palazzo Reale o alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.
In questa residenza il futuro Re d’Italia visse per un certo periodo con la seconda moglie, la Bela Rosin, che non essendo di nobili origini, non prese mai veramente parte alla vita pubblica, neppure dopo aver acquisito il titolo nobiliare di contessa di Mirafiori e Fontanafredda.
Chi erano Vittorio Emanuele la Bella Rosin?
Teresa Luisa Rosa Maria Vercellana nacque a Nizza Marittima l’11 giugno del 1833. Le origini sono incerte e altre fonti riportano come luogo di nascita Mirafiori o Moncalvo, la cosa certa è che morì a Pisa il 27 dicembre del 1885. Il padre Giovanni Battista era un militare di carriera al servizio di Re Carlo Alberto, il padre di Vittorio Emanuele II.
Vittorio Emanuele, prima semplicemente ultimo erede al trono di Sardegna, fu il primo Re d’Italia. Vittorio Emanuele Maria Alberto Eugenio Ferdinando Tomaso nacque a Torino il 14 marzo 1820, da Carlo Alberto di Savoia Carignano e Maria Teresa degli Asburgo Lorena di Toscana. All’età di appena due anni scampò ad un incendio divampato nella villa toscana dove i genitori erano scappati dopo i moti del 1821.
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Figlio di un Re?
Da questo episodio e dal fatto che, almeno fisicamente il giovane Vittorio Emanuele somigliasse ben poco ai parenti di casa Savoia, sorse la diceria che il vero Vittorio Emanuele fosse morto nell’incendio e che il neonato fosse stato sostituito dal figlio di un certo Tanaca, macellaio del paese.
Successivamente anche il suo comportamento contribuì ad alimentare questa leggenda. Il Re era infatti schivo e poco amante dell’arte della guerra, molto più incline invece ad un’altra passione di casa Savoia, ovvero la caccia. Non solo alla selvaggina, ma anche alle giovani abitanti dei borghi. Ovviamente gli amori del giovane erede al trono non erano esenti da incidenti diplomatici, che venivano spesso sistemati con offerte a favore della dote delle ragazze importunate.
Vittorio era sposato sin dal 1842 con Maria Adelaide, una Asburgo, un matrimonio politico, ma prolifico, dal quale nacquero ben 6 figli. La regina, Maria Adelaide, pur essendo a conoscenza delle varie scappatelle del marito, tenne sempre un comportamento irreprensibile, sorvolando sui tradimenti del marito, anche quelli più evidenti.
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L’incontro con la Bela Rosin
Nel 1847 Vittorio Emanuele, probabilmente durante una battuta di caccia, conobbe la “Bella Rosin”, che all’epoca aveva 14 anni, mentre il monarca 27. Fu subito chiaro, visto la ripetitività e la frequenza degli incontri, che questa non era la solita avventura. Infatti, alla prima occasione, invece di acquetare le lamentele della famiglia con un dono alla dote della Rosin, il Re la fece sistemare a Torino, più vicina alla propria residenza.
Questo ruppe una tradizione che andava avanti senza intoppi da molto tempo. Il Re infatti aveva avuto numerose “conoscenze”, come le attrici Laura Bon ed Emma Ivon, che restarono, però, relazioni discrete e senza eco nella vita di corte. Da alcune di queste avventure nacquero addirittura dei figli, tanto che pare che D’Azeglio, in un’occasione ebbe a dire: “Se continua così, più che il padre della patria, sarà il padre degli italiani”. Ma mai nulla di veramente eclatante.
La relazione non conobbe soste, ma nel 1855 ci fu una svolta, in seguito alla morte della Regina. Dopo aver rifiutato le molte proposte di matrimoni politici, fra i quali quello con quali Mary, erede al trono d’Inghilterra, Vittorio Emanuele si stabilì temporaneamente nel castello di Venaria, dove la coppia poteva vivere defilata senza alimentare dicerie, potenzialmente nocive alla dinastia Sabauda.
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La Contessa di Mirafiori
Successivamente, dopo essere stata nominata Contessa di Mirafiori e di Fontanafredda, finalmente la Bella Rosin riuscì a coronare il suo sogno ed a sposare il Re.
Il matrimonio tuttavia non fece di lei una regina e, seppur amata, visse sempre un po’ defilata dai fasti e dai doveri di corte, anche dopo la morte del Re.
La contessa di Mirafiori morí a Pisa nel 1885 e venne sepolta a Mirafiori, finalmente come una Regina, in un mausoleo a forma di piccolo Pantheon.
Nel 1877 era stata pubblicata anche la notizia delle sue nozze morganatiche, ovvero fra un nobile ed una non nobile, col primo re d’Italia sull’Almanacco di Gotha, una delle massime testate dell’epoca.
Dopo la morte del Sovrano il Parco, il complesso del Castello e tutti i casotti di caccia vennero venduti alla famiglia Medici del Vascello tra il 1882 e l’87.
Tra fasi alterne di fasti e decadenza la proprietà rimase alla famiglia fino al 1976, quando la Regione Piemonte acquistò tutta la tenuta, compresi i vari edifici, ed istituì l’Ente di Gestione del Parco Regionale della Mandria.
Dal 1997 il Castello della Mandria, insieme a tutte le altre residenze sabaude piemontesi, è Patrimonio Mondiale dell’Umanità (Unesco).
Gli appartamenti reali oggi
Gli Appartamenti di Vittorio Emanuele II di Savoia e della Bela Rosin, sono arrivati fino a noi in ottimo stato di conservazione. Sono completamente arredati e decorati con preziosissimi manufatti, opere d’arte, tessuti e tappezzerie. Non mancano gli arredi, gli accessori e le suppellettili dell’epoca sabauda provenienti dalle collezioni reali. Una visita a questi ambienti fornisce una visione dei gusti dell’epoca e fa tornare agli antichi fasti del risorgimento.
Artefice delle decorazioni e della scelta e realizzazione degli arredi fu in massima parte l’architetto di corte Domenico Ferri, che dispose magistralmente la successione delle diverse sale ionterpretando il gusto ed anche i sentimenti dei proprietari della tenuta.
E questo si vede dai piccoli particolari. Ne sono un esempio le colombe dipinte sulle porte della stanza dei coniugi, a significare quel sentimento d’amore che accompagnò la vita della coppia reale.
Grazie ad un finanziamento straordinario sono stati ristrutturati oltre 100 beni artistici, 1200 metri quadri di superfici decorate, 60 arredi, tessuti preziosi e raffinatissime carte da parati.
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Come arrivare al Castello della Mandria
Il Castello della Mandria è collegato alla Reggia di Venaria e si trova nel comune di Venaria Reale.
Se volete impostare il GPS, gli indirizzi sono questi:
Castello della Mandria – Viale Carlo Emanuele II, 256 – 10078 – Venaria Reale (TO)
Reggia di Venaria – Piazza della Repubblica, 4 – 10078 – Venaria Reale (TO)
In auto si raggiunge dalla Tangenziale di Torino Nord uscita Venaria o Savonera/Venaria, poi seguite le indicazioni per la Reggia di Venaria. Ci sono diversi parcheggi a pagamento, poco più di un’euro l’ora, molto comodi per la Reggia o nel caso vogliate passeggiare fino al castello.
Il Castello della Mandria si trova a poco più di 2 chilometri dalla Reggia e si può raggiungere percorrendo viale Carlo Emanuele II e parcheggiando nei pressi dell’ingresso Ponte Verde.
Arrivati al Ponte Verde vi chiederete dove sia l’ingresso. Non vi allarmate, il posto è giusto e da qui parte un anonimo percorso pedonale che porta al castello passando per il parco. Le indicazioni vi sembreranno strane, ma dopo una passeggiata di circa 900 metri si raggiunge l’altura sulla quale sorge il castello.
Per chi vuole arrivare in autobus, esiste una linea dedicata della GTT che si chiama Venaria Express. La navetta collega il centro di Torino e la stazione di Porta Susa con la Reggia di Venaria. In alternativa si possono prendere gli autobus sempre della GTT, linee 11, VE1, SF2.
La Reggia ed il Castello sono raggiungibili anche in treno con il Servizio Ferroviario Metropolitano linea Linea Torino Dora–Ceres (fermata Venaria, viale Roma).
Esiste anche un progetto di percorso cicloturistico chiamato Corona Verde Stura che dovrebbe collegare le residenze Reali, al momento in fase di sviluppo.
Orari di apertura
Il Castello è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 16, salvo aperture eccezionali da verificare sul sito. Dal 10 gennaio al 28 febbraio 2022 il castello non sarà accessibile per chiusura straordinaria.
Dove acquistare i biglietti per il Castello della Mandria
I biglietti si possono acquistare sul sito della Reggia ed il prezzo intero si aggira sugli 8 euro per il solo castello e sui 20 euro se combinato con la Reggia, ma verificate perché esistono un sacco di riduzioni, sconti e possibili combinazioni con le mostre in corso alla Reggia.
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