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Palazzo Barolo a Torino: casa, fondazione e museo

Palazzo Barolo e l’Opera Pia

Palazzo Barolo è un ex Palazzo Nobiliare che si trova tra via delle Orfane e Piazza Savoia, con l’ingresso su Via Corte d’Appello e rappresenta una delle più interessanti dimore nobiliari di epoca barocca di Torino. 

La visita al palazzo rievoca antichi fasti e l’eco delle discussioni fra i suoi abitanti, i Marchesi Falletti di Barolo, con i protagonisti di un’epoca, quali Sua Maestà Carlo Alberto, il Conte di Cavour, Massimo d’Azeglio, Silvio Pellico e i vari nobili. 

Palazzo Barolo è sede di due musei, due biblioteche, due Archivi, della Fondazione Tancredi di Barolo ed ospita più o meno regolarmente mostre ed altre attività. Oggi è possibile visitare il palazzo ristrutturato con una visita guidata condotta dai volontari dell’Opera Barolo. Vi assicuro, ne vale la pena.

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Storia di Palazzo Barolo

La casa originale era di proprietà del Conte Ottavio Provana di Druent, primo scudiero e gran guardarobiere di Vittorio Amedeo II di Savoia, una carica che dava privilegi e denaro.

Grazie alle ricchezze accumulate e per dar lustro al proprio casato, il Conte, verso la fine del seicento affidò la ristrutturazione del Palazzo a Francesco Baroncelli. L’architetto all’epoca era molto noto e si occupò anche della costruzione di quello che oggi è il Circolo degli Artisti a Torino, oltre a collaborare col Guarini a Palazzo Carignano.

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La famiglia Provana, fra fasti e decadenza

Sempre nell’ottica di fornire lustro alla famiglia, l’unica figlia del Provana, Elena Matilde andò in sposa al marchese Gerolamo Gabriele Falletti di Barolo. Ovviamente nel contratto matrimoniale era prevista una congrua dote pagabile in dieci comode rate annuali, fino all’estinzione del debito. 

All’epoca non erano previste agevolazioni e quando il Conte, in difficoltà, forse anche a causa delle ingenti somme spese per la ristrutturazione del palazzo, non pagò una rata della dote, la malaugurata Elena Matilde dovette tornarsene a casa propria. 

Nel frattempo la coppia aveva avuto dei figli ed il primogenito Ottavio Giuseppe, alla morte della madre, suicida nel 1727, ereditò il Palazzo. Il giovane intorno alla metà del Settecento ne affidò la modifica a Benedetto Alfieri, per adeguarlo al nuovo gusto rococò, tanto di moda nell’aristocrazia di tutta Europa. 

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Tancredi e Giulia, marchesi Falletti di Barolo

Dal Matrimonio di Ottavio Giuseppe con Paolina d’Oncieu di Chaffardon, nel 1782, nacque Carlo Ippolito Ernesto Tancredi Maria Falletti di Barolo, conosciuto come Tancredi Falletti di Barolo. Il giovane si distinse subito nell’aristocrazia dell’epoca, arrivando a ricoprire le cariche di Guardia d’Onore e Ciambellano alla corte di Napoleone. 

A Torino fu prima membro del Consiglio Comunale e poi Sindaco nel 1826, ma Tancredi era soprattutto un filantropo. 

Durante la permanenza in Francia aveva conosciuto la nobile Juliette Colbert, che noi oggi conosciamo semplicemente come Giulia di Barolo, che sposò a Parigi il 18 agosto 1806.

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Le opere di Giulia e Tancredi a Palazzo Barolo

Entrambi erano persone illuminate e sensibili alle problematiche generate dalle differenze sociali.

Giulia, grazie al padre, noto illuminista, ebbe un’istruzione che poche donne dell’epoca potevano vantare, relegate in un ruolo di secondo piano, sia nella vita pubblica che nella cultura. La coppia non ebbe figli e, forse anche per questo, si dedicò ai meno fortunati. 

Insieme promossero scuole per i poveri ed opere filantropiche, fra le quali, nel 1830, il primo asilo infantile.

Opera che ritrae i Marchesi di Barolo a Tavola
Dipinto che ritrae i Marchesi di Barolo a Tavola, da notare il cameriere di colore, che all’epoca era simbolo dell’opulenza della famiglia.

Palazzo Barolo ospita Silvio Pellico

I coniugi per molti anni ospitarono anche a Palazzo Barolo il patriota e scrittore Silvio Pellico, reduce dalla prigionia nella Fortezza dello Spielberg ed autore del famoso libro “le mie prigioni”, molto famoso già all’epoca. Allo scrittore furono assegnate delle stanze ed un attendente privato e divenne il segretario di famiglia.

Camera da letto di Silvio Pellico
Camera da letto di Silvio Pellico

Accoglienza a Palazzo Barolo per le giovani madri

A palazzo, con l’andare del tempo, vennero accolte le giovani madri in condizioni di povertà, alle quali veniva insegnato a leggere, a scrivere e a molte anche un mestiere.

Purtroppo il palazzo risentì molto di questa generosità dei coniugi di Barolo. L’affollamento che si creò nel tempo e fino alla Morte della nobildonna, fece sì che la sporcizia e il degrado s’impossessassero del palazzo. Ad un certo momento si arrivò addirittura a soppalcare i saloni, per fare spazio a sempre nuovi ospiti che, purtroppo, non sempre trattavano la casa come ci si aspetterebbe.

Il colpo di grazia arrivò dalla morte prima del Conte e poi di Giulia di Barolo. Una parte dei beni, infatti, era già stata venduta per finanziare il crescente bisogno di nuovi mezzi di sostentamento per gli ospiti.

Giulia poi, nel testamento, destinò il resto alla Fondazione Tancredi di Barolo, in modo che l’opera sua e del marito potesse proseguire.

Nei fatti le successive vendite dei beni, seppur a scopi benefici, dispersero molto del patrimonio artistico di Palazzo, mentre una parte fu da lei destinata al Comune di Torino.

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Opera Barolo, già Opera Pia Barolo

Opera Barolo oggi è una realtà viva che mette gli immobili di proprietà a disposizione di diverse realtà sociali con le quali condivide principi e missione. Molte strutture sono attive a Palazzo Barolo, e negli altri edifici dell’isolato di Piazza Savoia, altre nel cosiddetto Distretto Sociale Barolo, situato tra via Cigna e via Cottolengo.

L’Opera gestisce anche la scuola elementare ad Altessano-Venaria, fondata da Tancredi di Barolo nel 1837 per la popolazione del proprio latifondo, coadiuvata dalle suore di S. Anna.

Per saperne di più visita il sito, dove ci sono informazioni sulle varie attività. 

Visita a Palazzo Barolo

Elementi interessanti dell’architettura del Palazzo sono la facciata, l’atrio e lo scalone a forbice, realizzati su progetto dell’architetto Gian Francesco Baroncelli.

Va detto che il palazzo originale è stato un po’ snaturato. Intorno al 1906, per fare spazio a quella che oggi è Via Corte d’Appello, la facciata del palazzo venne abbattuta e ridimensionata. Con essa alcune delle stanze che vi si affacciavano andarono perse o irrimediabilmente danneggiate. Su Via Corte d’Appello c’è ancora traccia del muro portante originale.

All’interno è possibile ammirare il salone centrale e tutta la parte nuova dell’Alfieri: la sala Mozart, dove non è chiaro se Mozart abbia realmente suonato, la sala degli specchi, simbolo di ricchezze e l’immancabile Salottino cinese, opera però di artigiani piemontesi.

Interessante ed evocativo l’appartamento di Silvio Pellico, oltre ovviamente all’appartamento dei Marchesi. 

L’attuale ritorno agli antichi fasti di Palazzo Barolo è frutto degli importanti lavori di restauro agli appartamenti posti al piano nobile, avviati nel 2012.

Grazie all’impegno dei volontari, il palazzo è aperto al pubblico. Frequentemente ospita mostre ed eventi artistici, oltre all famoso Museo della Scuola a Palazzo Barolo.

All’interno delle sale troviamo 2 dipinti storici che ritraggono gli interni del palazzo, così com’erano e che hanno aiutato i restauratori nella ricostruzione degli interni.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Il dipinto a destra è noto come “Viatico a corte” e dal 2019 è visibile nel palazzo Falletti di Barolo. Il dipinto, restaurato grazie alla Fondazione Opera Pia Barolo, ci mostra il salone d’onore di Palazzo Falletti di Barolo ed è l’unica fonte iconografica dell’epoca di Giulia Colbert, Marchesa di Barolo, Risale al 1865 ed è opera di Lodovico Reymond dell’Accademia Albertina.

Dove si trova Palazzo Barolo

Raggiungere Palazzo Barolo è facile e comodo. Si trova in via Corte d’Appello al numero 20, vicinissimo a piazza Savoia ed alla Chiesa della Consolata.

Da porta Susa a piedi occorrono circa 10 minuti e nei pressi potete anche fermarvi a visitare uno dei caffè storici di Torino, il Bicerin.

Orario di visita

Di solito la casa-museo apre da martedì a domenica, con orario 14:30-18:00 (fino alle 19:00 nel fine settimana e nei festivi). La biglietteria chiude un’ora prima.

In realtà bisogna unirsi ad una visita guidata molto ben condotta, della durata di circa un’ora. Le visite sono programmate ogni ora dalle 15:00 alle 17:00, con un’ulteriore visita alle 18:00 nel fine settimana e festivi, meglio prenotarsi. Durante l’anno sono previste chiusure e aperture straordinarie, consultate il sito per aggiornamenti.

Biglietto d’ingresso:

Il biglietto d’ingresso comprensivo della visita guidata costa solo € 5.00 ed è gratuito per chi possiede l’Abbonamento Musei Piemonte (verificato luglio 2023). La visita li vale veramente tutti. 

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Max Sergio Redazione

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Appassionato di fotografie, di storia e di culture orientali, viaggia per soddisfare la sua innata curiosità.Ama il caldo e stare all'aria aperta, scoprire luoghi nuovi, conoscere persone ed abitudini, osservare la Natura. Ha una sfida con se' stesso: assaggiare i cibi più strani in circolazione.

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