Naga, i mitologici serpenti in Cambogia

Naga, tradizioni e storia del mitologico serpente

Naga sono delle creature mitologiche metà uomo e metà serpente presenti nella mitologia induista vedica e nella tradizione orale dal V millennio a.C. Nel tempo la figura dei Naga è stata mutuata da diverse tradizioni e diventata comune nell’Induismo, nel Buddismo e nel Giainismo.

La parola Naga deriva dal sanscritonag che significa serpente. Questa rappresentazione fa parte della cultura popolare e queste figure si ritrovano spesso nei bassorilievi e nelle sculture dei templi. Nel Sud dell’India si ritiene che donino la fertilità ai fedeli e sono considerati i servi di Varuna, dio vedico delle tempeste. In Cambogia sono ricorrenti nelle decorazioni dei templi, sia antichi che moderni e così pure nelle usanze popolari.

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Iconografia

Le figure dei Naga sono comuni all’Induismo, al Buddismo e al Giainismo e, a seconda delle occasioni, essi vengono raffigurati con forme differenti. Essi possono infatti assumere sembianze interamente umane che portano serpenti sulla testa e sul collo, un aspetto metà umano e metà serpente o a volte semplicemente la forma propria dell’animale. 

A volte vengono raffigurati con una sola testa, a volte con molte teste, a volte solitari, a volte in gruppo. In molti templi di Angkor le rappresentazioni dei Naga si trovano sugli architravi e sulle balaustre e molto spesso si trovano a protezione degli ingressi o dei ponti.

Naga davanti alla Pagoda Wat Phnom a Phnom Penh
Naga davanti alla Pagoda Wat Phnom a Phnom Penh

Popolarità di Naga in Cambogia

Tre sono le motivazioni principali della popolarità delle figure di Naga nella società Khmer: 

  • la credenza che il popolo Khmer discenda dai Naga stessi
  • gli insegnamenti delle sacre scritture dell’Induismo
  • la tradizione e gli scritti Buddisti

I Naga nella tradizione popolare Khmer 

La parola Naga in Khmer è presa in prestito dal Pali e dal Sanscrito e significa sublime e puro. È usata per indicare il Buddha o più in generale gli illuminati e gli arhat perché queste sono persone che si sono purificate dalle sofferenze terrene e non saranno più soggette al ciclo di morte e rinascita. 

Anche le persone di buona volontà o coloro che perseguono l’ordinazione come monaci buddisti possono essere chiamati Naga. 

Tuttavia, il senso comune della parola Naga fa pensare soprattutto al Grande Serpente, il cobra, inteso come animale sacro, oggetto di venerazione nella società Khmer e considerato un antenato.

La leggenda di Preah Thong e Neang Neak

Un giorno un bramino indiano di nome Kaundinya I, conosciuto poi come Preah Thong, seguendo una freccia che gli era apparsa in un sogno, salpò per il sud-est asiatico giungendo in un’isola chiamata KokThlok, dominata dalla principessa Naga di nome Soma (poi chiamata Neank Neak)

Il bramino ingaggiò una battaglia per conquistare l’isola e sconfisse l’esercito della principessa Soma, ma, dopo la vittoria, si innamorò di lei e la volle sposare. La principessa fu d’accordo, a patto che l’unione fosse approvata dal padre della sposa, che viveva negli abissi marini. Fu così che Kaundinya si attaccò al mantello di Soma e si fece condurre nella profondità degli oceani.

Il padre della principessa concesse la figlia in sposa, e come dote, bevve le acque intorno all’isola, facendo apparire così la cima di una montagna, mentre la terra sottostante, prosciugata, divenne la Cambogia.

Kaundinya e Soma ed i loro discendenti presero il nome di Khmer e furono destinati ad essere i sovrani di Funan, Chenla e dell’Impero Khmer. Questo mito contribuisce anche a spiegare perché i più antichi templi Khmer, furono costruiti sulle cime delle montagne e perché ancora oggi le montagne stesse siano venerate come luoghi sacri.

Alcuni avvenimenti narrati nella leggenda sono tutt’ora parte del folklore popolare. Nella cerimonia nuziale Khmer, lo sposo deve tenere l’orlo dello scialle della sposa. Questo richiama il passo della leggenda quando Phreah Thong si aggrappa all’orlo dello scialle di Neang Neak per scendere nel mondo dei Naga.

Naga davanti al Palazzo Reale a Phnom Penh_1
Naga davanti al Palazzo Reale a Phnom Penh_1

I Naga nelle sacre scritture dell’Induismo

Nell’induismo, il Naga è un animale sacro e la parola in sanscrito viene di solito utilizzata per indicare un cobra. Nelle scritture sacre dell’induismo, il Naga compare fin dall’antichità e varie sono le storie che nel tempo sono state costruite intorno a questa figura, soprattutto nel grande poema epico del Mahabarata.

Qui si menziona ad esempio Naga Ananta, detto anche Sesa che è rappresentato come un enorme serpente che galleggia sull’oceano cosmico. Vishnu si sdraia su di lui per riposarsi tra un ciclo di creazione ed il successivo. La figura è rappresentata con cinque, sette o spesso con un centinaio di teste e su ciascuna di esse porta una corona. Alla fine di ogni ciclo cosmico sputa fuoco, che distrugge tutta la creazione. 

Meno famoso è Naga Kaliya, serpente velenoso sconfitto da Krishna.

Il culto Naga collegato all’Induismo compare nell’arte khmer sin dal periodo pre-angkoriano e rimane viva e prolifica anche nei periodi di Angkor Wat e Bayon. Bakong, ad esempio, fu costruito un ponte Naga all’ingresso del castello.

L’origine dei Naga nell’Induismo

Nel Mahabarata si racconta che un tempo esistevano due bellissime sorelle figlie di Prajapati: Vinata e Kadru, rispettivamente personificazione del Cielo e della Terra. 

Entrambe erano sposate al saggio Kasyapa ed entrambe volevano avere dei figli. Il saggio allora per accontentarle si offrì di esaudire ad entrambe un loro desiderio. Kadru voleva dare alla luce mille Naga di uguale splendore, mentre Vinata voleva solo due figli, ma molto più potenti di quelli della sorella. 

Dopo vari tentativi Kadru depose mille uova, e Vinata, riuscì a deporre le sue due. Dopo cinquecento anni, le mille uova di Kadru si schiusero dando alla luce i mille Naga, mentre le due uova di Vinata non si volevano schiudere. 

Naga davanti alla Pagoda nelle vicinanze di Siem Reap
Naga davanti alla Pagoda nelle vicinanze di Siem Reap

Impaziente e gelosa Vinata, allora, decise di rompere il primo uovo per velocizzare la nascita del figlio. Questo gesto sconsiderato fece sì che dall’uovo uscisse un figlio deforme: Aruna (il futuro cocchiere del carro di Surya, il Dio del Sole) che maledisse la madre e la condannò a diventare schiava della propria sorella Kadru per altri cinquecento anni, finché non si fosse schiuso il secondo uovo.

Dopo cinquecento anni, l’altro uovo si schiuse e nacque Garuda, mentre dal guscio spezzato uscì Airavata, l’elefante Bianco di Indra, insieme ed altri sette elefanti maschi ed otto femmine. 

Ma la madre, imprigionata nella maledizione per colpa di una scommessa persa, non aveva pace. Per liberarla allora Kadru chiese a Garuda di rubare l’Amrita, bevanda dell’immortalità, che Kadru voleva per suoi figli Naga. 

Garuda, superando varie prove riuscì miracolosamente a rubare l’Amrita e a portarla a Kadru, che liberò così Vinata. Appena liberata la madre, però, Garuda, con un abile trucco riuscì a ingannare Kadru ed a restituire l’Amrita ad Indra, facendo giustizia, ma inimicandosi per sempre i Naga.

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Le figure dei Naga nel Buddismo

La leggenda narra che il Buddha stava meditando da sei settimane sotto l’albero della Bodhi, quando i cieli si oscurarono e cominciò a cadere una pioggia torrenziale. Il potente Re dei Serpenti Naga, Mucalinda, risalì allora dalla sua dimora sottoterra ed allargò il suo cappello da cobra per fare da riparo al Buddha e proteggerlo dalla pioggia. La tempesta durò sette giorni e quando si fu placata, il re serpente assunse nuovamente la sua forma umana, si inchinò davanti al Buddha e tornò al suo palazzo.

Grazie a questo episodio i Naga sono raffigurati come coloro che proteggono il Buddismo. E’ facile osservarlo nei riti e nelle cerimonie buddisti quando vengono usati bandiere con i Naga. 

Inoltre, il Naga è visto come un simbolo di fertilità e come ponte di collegamento tra la terra e il cielo, per questo molti ponti in Cambogia hanno le figure dei Naga poste simbolicamente a guardia degli accessi.

In Cina i Naga si sono trasformati col tempo nei dragoni che tutti ben conosciamo.

Usanze buddiste legate al culto dei Naga

Quando un uomo ed una donna si innamorano i famigliari prendono le date di nascita della coppia e le portano ad un monaco o ad un astrologo per vedere se sarà un’unione fortunata, soprattutto se avranno fortuna nella procreazione. Questa usanza si chiama lettura della compatibilità Naga, in quanto il Naga è utilizzato come animale simbolico per la divinazione.

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Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

Fonti

The concept of the Naga in Cambodia society Khongphianthum, C Ubon Ratchathani University, Thailand

Indian Serpent-Lore The Nagas in Hindu Legend and Art – J Ph vogel PH. D.

Scroll.in https://scroll.in/magazine/1010631/the-legend-of-the-indian-prince-who-is-the-forefather-of-all-cambodians

Wikipedia origini Khmer https://en.wikipedia.org/wiki/Preah_Thong_and_Neang_Neak

Wikipedia Naga https://en.wikipedia.org/wiki/Nāga

Wikipedia Sesa https://it.wikipedia.org/wiki/Śeṣa

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Appassionato di fotografie, di storia e di culture orientali, viaggia per soddisfare la sua innata curiosità.Ama il caldo e stare all'aria aperta, scoprire luoghi nuovi, conoscere persone ed abitudini, osservare la Natura. Ha una sfida con se' stesso: assaggiare i cibi più strani in circolazione.

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