Le caste in India ieri ed oggi: conseguenze e prospettive.
Le caste in India e la situazione odierna degli Intoccabili (o Dalit) hanno origini antiche e una legittimazione religiosa. Nel tempo il sistema delle caste si è stratificato nella società e ne ha scolpito la struttura, apportando in alcuni casi stabilità ed in altri motivo di dissidio. Il tutto condito dalle storture tipiche di ogni sistema.
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L’origine sacra delle caste in India
Per capire le caste in India occorre fare un passo indietro e rifarci al mito della Creazione nella cultura Induista. Nella tradizione induista il Purusha è l’Uomo Universale, una proiezione della Coscienza Universale, un Essere Supremo e immateriale. Per essere reso comprensibile alla maggior parte della popolazione, questa Coscienza Universale è rappresentata a volte in forma umana.
Essa viene descritta nel Purusha Sukta, un Testo Sacro che tratta della creazione e che fa parte dei Rigveda, una raccolta di testi religiosi fondamentali dell’Induismo. Purusha viene descritto come una realtà che copre spazio e tempo, solo in parte manifesto. Egli partecipa al processo della creazione come vittima sacrificale perché dal suo sacrificio nasca il mondo che noi conosciamo.
Dopo il sacrificio il suo corpo con cento teste viene smembrato e dalla sua bocca nascono i bramini, dalle sue braccia i re ed i guerrieri, dalle gambe i mercanti ed i contadini e dai suoi piedi servitori e braccianti, le quattro caste dell’India considerate come suddivisione primaria.
Questa fu l’origine sacra delle caste, il ChaturVarna.
Le principali caste in India.
Ad oggi le caste in India sono tantissime e suddivise in migliaia di sottocaste, ma le principali rimangono quelle dettate dai Veda
- I Bramini, creati dalla bocca di Purusha. Il fatto che siano allegoricamente collegato alla bocca conferisce loro il potere della parola. Essi in antichità erano sacerdoti, oggi in genere detengono oltre a cariche religiose, anche incarichi politici. A loro è associato il colore bianco, o Varna Bianco, dove Varna significa colore. Il bianco è simbolo di luce e purezza.
- Creati dalle braccia gli Ksatriya, sono i guerrieri e difensori della società. il Varna di riferimento è il rosso, che simboleggia energia e passione.
- Destinati a lavorare in quanto creati dalle cosce di Purusha, i Vaisya sono contadini e artigiani ed il loro Varna è il giallo, associato al colore della terra.
- Chi poteva essere addetto alle mansioni più umili se non che veniva dai piedi di Purusha? I Sudra infatti hanno il compito di servire ed anche il Varna loro assegnato non è allegro: il nero, simbolo dell’oscurità
La quinta casta degli Intoccabili
Al di sotto di queste classificazioni ci sono gli Intoccabili o impropriamente Paria, detti anche Avarna o Dalit. Dal 1950 il termine Pariah o Intoccabile non può essere più usato per legge, al suo posto è comparso il termine Dalit, che significa più o meno “persona svantaggiata”. Anche in India piacciono i giochi di parole. Sono persone in genere diverse o disagiate, ma a volte possono essere i malati, le persone disabili le persone di diversa religione e anche le tribù degli Adivasi, le comunità tribali antiche. Di queste ultime parlo per esempio negli articoli su Orissa incontro con la tribù Dongria Kondh, La tribù Bonda delle colline dell’Orissa, Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate.
Nel tempo le quattro originali caste in India (o cinque se comprendiamo gli Intoccabili) si sono frammentate in una miriade di sottocaste, che nella quotidianità vanno sotto il nome Jati, una questione di nascita. Questa frammentazione è dettata da ragioni geografiche, storiche, etniche, linguistiche e preservata dall’endogamia. I nomi che si usano oggi per definire le Jati sono in genere nomi dei mestieri, della tribù, di una setta o del luogo nel quale vivono, diversi fra una parte e l’altra dell’India
Fondamenti storico-culturali e religiosi delle caste in India
Le caste in India sono nate come stratificazioni di gruppi razziali, professionali e sociali dai limiti invalicabili per i motivi meglio spiegati nel paragrafo successivo. Questa suddivisione rispondeva ad una precisa necessità storica di sottomissione e dominio dei popoli aborigeni di pelle scura da parte degli invasori indo–afghani.
La religione Induista, con la teoria della reincarnazione nel tempo ha contribuito a preservare il sistema delle caste e per certi versi lo ha anche legittimato, contribuendo quindi a renderlo un fatto socialmente accettabile. Infatti secondo l’Induismo se un individuo nasce in una certa casta, questo è il frutto del suo comportamento, delle sue azioni, del suo Karma nella vita o nelle vite precedenti Nascere in una casta alta significa aver avuto un comportamento virtuoso nella vita precedente, diversamente dal nascere in una casta più bassa.
Reincarnarsi in un Dalit
Se un tuo avo si è comportato male, se ha commesso azioni riprovevoli, questo è il motivo per il quale ora ti trovi nel corpo di un Paria, un fuoricasta, un Dalit.
Il mezzo per passare da una casta all’altra è una vita condotta in armonia, facendo il proprio dovere secondo la casta di appartenenza e preparandosi alla reincarnazione in una casta superiore. L’alternativa è raggiungere il Nirvana e non reincarnarti più, ma questa è un’altra storia.
Il fatto di appartenere per tutta la vita alla stessa casta in India è stato un po’ croce e delizia per questo paese. Infatti non avere la possibilità di migliorarsi per molti significa accettare il proprio destino e non avere stimoli per progredire. Allo stesso modo però sapere di dover fare il proprio dovere per una ricompensa in una vita futura significa anche cercare di adempiere nel presente ai propri compiti in maniera eccellente, essere in qualche modo orgogliosi del proprio lavoro.
Conseguenze, diritti e doveri dell’appartenenza ad una casta
L’appartenenza ad una determinata casta in India comporta per l’individuo tutta una serie di conseguenze materiali che determinano o quantomeno determinavano il destino dell’individuo. Le varie sottocaste col tempo hanno finito per essere una sorta di classificazione in base al mestiere svolto. Il fatto di nascere in una determinata casta e/o sottocasta determina o almeno determinava il mestiere dell’individuo per la vita.
L’appartenenza ad una casta in India comporta regole che contribuiscono a preservare il sistema castale.
- Forse la più importante è l’endogamia, l’usanza di sposare persone della stessa casta. La maggior parte delle persone sceglie il proprio compagno o la propria compagna per convenzione e anche un po’ per obbligo all’interno della casta alla quale appartiene. Ad oggi solo il 5% circa dei matrimoni in India avviene fra persone di casta differente.
- Quasi tutte le persone all’interno della casta come dicevo prima svolgono la stessa attività o mestiere.
- All’interno della casta si osservano in genere tutta una serie di riti religiosi, abitudini e regole comuni. Nella maggior parte dei casi anche la dieta risulta in gran parte condivisa o perlomeno particolare e con una radice comune.
- Il passaggio da una casta all’altra non è contemplato nella vita terrena, ma il passaggio è possibile solo con la reincarnazione, a meno che un comportamento particolarmente grave non faccia passare la persona a far parte della schiera degli Intoccabili.
Le caste nell’era moderna del dopo Gandhi
Il Mahatma riconosceva il valore del sistema delle caste in India
Anche il Mahatma Gandhi era più o meno della mia opinione – o meglio io sono della sua. Egli affermò in più di un’occasione che le caste avevano salvato l’induismo dalla disintegrazione, seppur con delle storture. Gandhi pensava che il sistema delle caste in India fosse una garanzia di ordine. Egli riteneva importante che ognuno avesse un suo ruolo preciso nella società, ma senza che questo comportasse un ordine gerarchico e una sottomissione dei più deboli.
L’unica stortura dei Dalit, poteva essere risolta accogliendo queste persone e reintegrandole nel sistema delle caste. Quello che Gandhi non ammetteva infatti era la discriminazione verso gli Intoccabili.
C'è anche chi non è d'accordo, leggi l'opinione di una scrittrice famosa sul corriere. (Arundhati Roy, la scrittrice de Il dio delle piccole cose)
Le caste viste da un Dalit
Di diverso avviso invece Bhimrao Ramji Ambedkar conosciuto anche come Babasaheb, altro padre della costituzione.
La storia di Babasaheb era diversa. Pur con una buona formazione alle spalle e proveniente da una famiglia di tradizioni militari, egli scoprì che le radici della sua famiglia erano quelle dei Dalit, dei fuoricasta. La sua famiglia infatti discendeva da una stirpe di antica religione buddista che in passato non aveva voluto convertirsi all’Induismo e per queste messa ai margini della società. Sempre una questione di religione, anche qui..
Per questo motivo Ambedkar portò avanti una lotta per l’abolizione del sistema Chaturvarna — dei quattro Varna — e contro il sistema castale nella sua quotidianità.
La sua battaglia finì con un successo pur senza addivenire all’abolizione delle caste. Grazie anche al suo impegno l’Articolo 17 della Costituzione Indiana del 1950 vietò il concetto di intoccabilità e tutto ciò che ne derivava. Da allora, non è più ufficialmente consentito discriminare una persona in base alla sua presunta casta di appartenenza.
Le caste in India Contano
Una testimonianza di come il sistema delle caste in India sia vivo lo testimoniano fatti recenti e ufficiali.
Il censimento indiano del 2011, ha tentato di stimare la situazione socioeconomica e la casta degli abitanti per la prima volta dal 1931. Siccome non erano state date linee guida, la risposta è stata eterogenea ed ha portato al censimento di una miriade di caste e sottocaste rendendo difficile un’aggregazione. Per il nuovo censimento del 2021, il governo ha invece considerato un censimento delle caste basato su un elenco ufficiale di caste svantaggiate dal punto di vista sociale ed educativo (chiamato OBC – https://en.wikipedia.org/wiki/Other_Backward_Class ) , delle quali ciascuno stato dovrebbe fornire un elenco. In realtà il questionario pubblicato a luglio 2019 non riportava questo dato a causa di alcuni dissidi, ma alcuni stati fra cui Orissa, Bihar e soprattutto Maharastra ne caldeggiano la necessità, così come alcuni ministri (fonte Times of India marzo 2020).
Ancora nel 2022 la questione è dibattuta, perché il censimento del 2021 non si è ancora tenuto e probabilmente si terrà nel 2023 (fonte). Pare che nel questionario del censimento del 2021 (che verrà introdotta una categoria “altre classi svantaggiate” che in sostanza non soddisfa nessuno (fonte wikipedia)
Le caste in India e la pace sociale
La formale abolizione delle caste in India ha fatto scattare ed in alcuni casi addirittura scatenato un desiderio di rivalsa. La possibilità di fare il salto di classe già nella stessa vita ha portato l’India sonnacchiona ad una competitività che non conosceva in passato, minando di fatto lo spirito tollerante e mistico del paese, questo almeno è quanto accade agli occhi di un occidentale. La visione è semplicistica e forse anche un po’ romantica, ma il problema sociale è molto più complesso.
La situazione Odierna è comunque diversa fra diverse parti del paese, fra nord e sud e fra stato e stato. Al sud ad esempio, dove sono stati destinati maggiori investimenti nel campo dell’istruzione delle classi più deboli, queste hanno potuto beneficiare del boom economico ed oggi non è infrequente trovare a capo delle aziende, soprattutto informatiche, persone che un tempo ai margini della società.
In altre regioni, soprattutto al nord, invece le classi svantaggiate hanno cercato soprattutto di entrare a far parte della politica, accaparrandosi i voti di alcune parti delle masse, senza peraltro restituire un vero vantaggio per gli elettori, soprattutto per il loro scarso livello di cultura.
Gli impegni per ridurre le diseguaglianze sociali causati dalle caste in India
Vero è che nel tempo grazie agli impegni della classe politica è stato istituito un sistema di quote per favorire le caste più basse, che prevede che oltre il 20% degli impieghi pubblici sia riservato a loro. Per contro questo non ha creato grossi vantaggi e, a quanto dicono alcuni oppositori, nemmeno equità sociale. Infatti persone che avrebbero la possibilità e le competenze per aspirare ad un pubblico impiego si vedono scavalcati da persone con livelli di istruzione più bassa perché inclusi nelle percentuali riservate.
In alcuni casi paradossalmente alcuni ricchi Dalit riescono ad accedere per esempio a cariche nelle università senza passare dai concorsi pubblici, proprio per le quote a loro riservate, a scapito di persone più qualificate. In passato ci sono state addirittura manifestazioni promosse da coloro che un tempo erano quelli che discriminavano contro i “discriminati”. Un paradosso?
Molto probabilmente i benefici di questo sistema saranno visibili in un ottica di medio termine perché daranno modo ai figli di queste persone favorite dal sistema delle quote di avere un’istruzione migliore e di conseguenza un miglioramento a livello generale
Nonostante tutto questo ad oggi oltre il 70% delle cariche più prestigiose dello stato sono occupate dai bramini che rappresentano meno del 5% della popolazione, ma è anche vero che K.R. Narayanan, presidente dell’India dal 1997 al 2002 era un Dalit. Anche i Dalit votano
La situazione dei Dalit oggi
Gli Intoccabili oggi sono circa il 12% della popolazione (aspettando i dati del censimento del 2021 ci affidiamo ai dati ufficiali del 2011), il che significa circa oltre 140 milioni di persone, circa la metà della popolazione considerata oltre la soglia di povertà che si stima in oltre 300 milioni di persone.
Il termine “Intoccabili” oggi in buona parte abbandonato deriva dal fatto che in passato toccare una di queste persone poteva essere contaminante. Essi infatti erano dediti ad attività che avevano a che fare con la morte o con le pulizie o con altre attività viste come sporche. Si temeva che per loro tramite le persone potessero essere in qualche modo contaminate. Addirittura in alcune regioni si credeva che la semplice vista non fosse consigliabile, pertanto queste persone quando passavano per la strada dovevano gridare per farsi riconoscere cosicché la gente potesse evitarli. Alcuni invece erano obbligati a portare un campanellino alla caviglia, come testimoniano alcuni scritti di esploratori europei già nel 1500.
A volte il termine Intoccabili viene tradotto con Pariah, che in realtà sono solo una parte della moltitudine di termini usati per ciascuna delle sottocaste nelle quali sono divisi.
Soprusi a chi appartiene alla casta degli Intoccabili
In India in media ogni giorno ci sono più o meno 100 soprusi a carico dei Dalit, uno ogni quarto d’ora. Si tratta di omicidi, stupri e violenze di ogni genere, che in gran parte rimangono impuniti. La maggior parte avvengono nei villaggi, ma anche nelle grandi città.
Il problema non si risolve con le leggi, ma con la cultura. Siamo sicuri che il consumismo e la presunta equità basata sulla concorrenza sia la soluzione non invece il preludio ad un tipo diverso di discriminazione basata sul denaro anziché sull’appartenenza alle caste?
La povertà è un modo di discriminare forse anche peggiore delle caste.
Le caste e gli Intoccabili Dalit al di fuori dall’India:
Anche al di fuori dell’India troviamo la pratica della divisione o della classificazione in caste e questa convenzione sociale porta anche in questi paesi a delle storture ed a creare degli Intoccabili. Si riscontra un sistema catastale in Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Sri lanka e molti paesi del sudest asiatico. Qui i nomi degli Intoccabili erano diversi: in Corea Baekjeong, in Giappone Burakumin, in Tibet RaFaqgyabpa. Anche l’Europa non è stata esente da fenomeni di questo genere. L’esempio più eclatante sono stati i Cagots, presenti in tutta Europa fino al diciottesimo secolo e forse oltre. Localizzati soprattutto nel sud della Francia e nei Paesi Baschi. Queste famiglie hanno subito per secoli forti discriminazioni per i motivi più disparati, legati principalmente a superstizioni e ad un loro presunto legame con la diffusione della lebbra. Anche qui l’appartenenza ad una famiglia era segno di un destino.
Conclusione
Siamo fortunati ad esser nati dove siamo nati?
Io mi ritengo fortunato soprattutto di poter scegliere, le discriminazioni esistono anche nel nostro paese, ma in un contesto di libertà sostanziale. Siamo legati con un filo d’oro.
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Faq sulle Caste in India
Quante sono le caste in India?
In India ci sono quattro caste principali e moltissime sottocaste.
Quali sono le Caste in India?
Le quattro caste principali sono quelle dei sacerdoti (brahmana), dei guerrieri (ksatriya), dei mercanti e degli artigiani (vaisya), dei servi (sudra).
Cosa significa Dalit?
Il termine dalit significa più o meno oppresso, un termine contemporaneo, utilizzato per sostituire l’antico termine di intoccabili
Chi erano gli intoccabili?
Un tempo erano chiamati intoccabili coloro che per tradizione sono erano destinati a svolgere attività considerate impure, come la concia delle pelli, la manipolazione di cadaveri o le pulizie.
Chi sono i Paria?
Paria è un termine improprio per definire i Dalit e per estensione per definire un emarginato. Il termine fu introdotto dagli inglesi storpiando il significato di una casta indiana del Tamil Nadu.
Chi è un Bramino?
Secondo la tradizionale divisione in quattro caste della società induista, il bramino, detto anche bramano o brahmano, è un membro della casta sacerdotale.
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Cultura
Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.
Antiche Religioni
Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.
Tradizioni Tribali
Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.
Arrivederci presto!
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