A Sarnath sulle orme di Siddharta Gautama, il Buddha
Siddharta Gautama era il figlio di Suddhodana della dinastia Sakya, signore di un piccolo regno dell’India del Nord (oggi Nepal) e di Maya, la sua bellissima moglie. La sua famiglia era ricca, con una grande tradizione e un grande passato, che si perdeva negli albori delle dinastie indù.
Per i più curiosi il posto si chiamava allora Kapilavastu, che dovrebbe corrispondere all’odierna Tilaurakot, in Nepal
Comincio questo articolo con una storia, quella che avrei voluto sapere quando ho visitato i luoghi sacri del Buddha a Sarnath, ma sulla quale mi sono documentato in maniera approfondita solo in un momento successivo.
Indice dell’articolo su Siddharta Gautama, il Buddha
INDICE dei contenuti
- A Sarnath sulle orme di Siddharta Gautama, il Buddha
- Le origini di Siddharta Gautama
- La profezia dei bramini
- Il giovane Siddharta esce da palazzo
- Il cambiamento di Siddharta Gautama
- Siddharta Sakyamuni –Â il saggio della famiglia Sakya
- La Bodhi o l’Illuminazione di Siddharta
- A Sarnath
- Il primo sermone del Buddha
- La diffusione del buddismo in india
- Il buddismo oggi in India oggi: Anagarika Darmapala
- I luoghi di Siddharta Gautama, il Buddha
- La mia visita a Sarnath, sui luoghi del Buddha
- Per saperne di piĂą
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Mulaghandakuti Vihara a Sarnath, un tempio costruito negli anni 30 dello scorso secolo in onore a Buddha. Il tempio contiene una serie di affreschi sulla vita del Buddha
Le origini di Siddharta Gautama
Si racconta che i Signori di Sakya fossero sposati da molto tempo e che non avessero mai potuto avere figli. Una mattina la regina fu avvolta da una strana sensazione e cadde addormentata. Durante il sonno le apparvero in sogno i quattro re dei punti cardinali che la sollevarono e la trasportarono oltre la catena dell’Himalaya, dove Maya fu depositata ai piedi di un albero. In quel luogo fu accolta da quattro donne, le mogli dei quattro re, che la lavarono e la fecero adagiare su un fianco su di un letto rivolto verso oriente.
Appare una stella!
All’improvviso apparve in cielo una stella luminosissima che cominciò ad avvicinarsi e quando toccò terra si trasformò in un elefante bianco. L’elefante bianco colse un fiore di loto, lo depositò a terra ed il fiore penetrò nel suo utero, scomparendo senza dolore. Altre versioni della stessa storia raccontano che l’elefante avesse sei zanne e che con una di esse avesse trafitto la regina senza dolore.
In questo modo venne concepito quello che poi fu il Buddha:Â Siddharta Gautama.
Affresco sulla nascita del Buddha nel Mulaghandakuti Vihara a Sarnath.
La profezia dei bramini
Quando Maya si svegliò e raccontò ciò che aveva sognato, i bramini di corte si consultarono e furono d’accordo nell’interpretare l’accaduto come il presagio della nascita di un grande Illuminato, con disappunto del padre che aveva sempre desiderato un figlio che diventasse un grande guerriero.
Siddharta Gautama nacque quindi nel 566 AC e secondo la tradizione venne estratto dal fianco della madre senza dolore. Nonostante la nascita miracolosa la madre dopo una settimana morì.
Siddharta fu cresciuto dal padre in una sorta di piccolo paradiso, negli agi e lontano dalle preoccupazioni, istruito ed educato come un re. Si sposò con Yosodhara ed ebbe un figlio, Rahula (nome simbolico che significa impedimento).
Un altro affresco sulla vita del Buddha nel Mulaghandakuti Vihara a Sarnath.
Il giovane Siddharta esce da palazzo
Siddharta Gautama si godeva così la gioventù all’interno del palazzo, dove il padre gli mostrava il mondo nella sua bellezza, isolandolo per evitare che si avverassero le profezie sul suo conto. Siddharta però desiderava uscire a vedere il mondo vero e appena gli si presentò l’occasione fuggì. Varcò così per quattro volte le mura del palazzo – quattro volte quante sono le verità .
La prima volta incontrò un anziano, la seconda un malato, la terza un morto e la quarta un asceta. Questi incontri furono anche il suo primo approccio con i dolori del mondo. In questo modo il giovane Siddharta si rese conto che la sua esistenza, il suo benessere e la sua felicità erano una situazione artificiosa e passeggera e che il suo corpo era destinato al decadimento.
Il cambiamento di Siddharta Gautama
Fu così che Siddharta decise di cambiare. Abbandonò la moglie e gli agi, si tagliò i capelli e e cambiò i suoi vestiti lussuosi con altri più semplici. Cominciò a praticare lo yoga e questa disciplina ben presto lo portò all’ascetismo. Pensava che se il corpo era destinato a deperire tanto valeva non curarsene. Per sei anni visse di quanto gli veniva offerto, si ritirò in un bosco e si sottopose a varie mortificazioni.
Ben presto si accorse però che i malesseri causati dall’incuria e dalla mancanza di cibo gli impedivano di meditare proprio come i troppi agi e lo sfarzo di corte. Arrivò così alla conclusione che gli estremi del benessere e del malessere appartengono ad una logica di dualismo e di contrapposizioni, una logica che è alla base dei mali del mondo e che perciò l’armonia andava cercata nell’equilibrio e nell’armonia degli opposti – un po’ quello che nella nostra cultura viene definito con il detto: “la virtĂą sta nel mezzo”.
Un altro affresco che rappresenta Siddharta durante il periodo ascetico.
Siddharta Sakyamuni –Â il saggio della famiglia Sakya
Siddharta Sakyamuni si ritirò così in meditazione sotto un fico, quello che divenne poi l’albero dell’illuminazione – la Bodhi. PiĂą volte ed in vari modi durante la notte egli fu tentato da  Mara, un demone mitologico che impersona tra l’altro anche il proprio l’ego. Vedendo che le tentazioni erano vane, con un tentativo disperato Mara gli inviò un messaggero con la notizia falsa che il regno di suo padre stava per essere distrutto da un invasore e con esso sua moglie e suo figlio, ma Egli resistette e giunse infine all’illuminazione, conscio di non avere bisogno di null’altro che di sapere.
Siddharta Gautama viene tentato da Mara
La Bodhi o l’Illuminazione di Siddharta
Fra il morboso inseguimento dei piaceri del corpo ed il suo contrario, ovvero l’ascetismo e la mortificazione, corre una via illuminata tracciata giusto nel mezzo e che porta al distacco dalle passioni, all’elevazione della mente, alla pace interiore e, mi permetto di dire alla felicità , anche se questa parola non è direttamente nominata dal Buddha.
Questa è il Dharma, la giusta via, il giusto modo di pensare, di vedere, di parlare, di comportarsi, di meditare e di avere aspirazioni, il giusto distacco dalle cose terrene.
Per sette giorni Siddharta Gautama, divenuto il Buddha si trattenne sotto l’albero della Bodhi, poi si spostò a Sarnath, vicino a Benares o Varanasi, dove io l’ho incontrato.
Non che abbia sposato la fede buddista, e anche se fosse non sarebbe questo il posto per discuterne.. Â sono andato a visitare i luoghi del Buddha.
A Sarnath
A Sarnath per la prima volta Il Buddha parlò ai suoi cinque discepoli e mise in moto la Ruota della Legge.
Quale e come fu l’illuminazione non fu mai svelato, Buddha non fece del suo insegnamento un dogma, ma come disse lui – io vi mostro la strada, sta ad ognuno percorrerla. Sfuggiva le definizioni perché riteneva che si potesse rimanere intrappolati nel significato delle parole. L’importante è comprendere il concetto, le parole non contano.
Il Buddha morì all’etĂ di 80 anni, avvelenato dal cibo che gli offrì inconsapevolmente un devoto e le ultime sue parole furono “tutto ciò che esiste decade e marcisce, lavorate alacremente alla vostra salvezza”, o qualcosa del genere. Durante il corso della sua vita egli fu una persona semplice, che parlava di se’ come di Tathagata, colui che è passato da questo luogo, un illuminato come tanti. In realtĂ un illuminato che ha segnato la storia di una parte di mondo.
Il primo sermone del Buddha
Durante il suo primo sermone a Sarnath Siddharta Gautama spiegò le quattro verità e gli otto comportamenti da tenere per percorrere la giusta via, quella del Dharma.
Le quattro veritĂ :
Le quattro verità sono: c’è sofferenza, la sofferenza ha una causa, la causa della sofferenza può essere rimossa, esistono alcuni modi per rimuovere la causa.
Il Sermone
Due sono le strade da non seguire: la prima è la ricerca del piacere terreno, la seconda è la mortificazione e la negazione delle necessità del corpo. La prima, nella sua volgarità , non ha alcuna nobiltà e non porta alcun giovamento, la seconda con le sue sofferenze e privazioni porta solo dolore.
L’illuminato non segue ne’ l’una ne’ l’altra strada, ma percorre consapevolmente la via di mezzo, che porta alla visione, che infonde saggezza, calma e sapienza. E’ la via che conduce all’illuminazione ed al Nirvana (questo più o meno il primo discorso del Buddha a Sarnath).
Gli otto comportamenti
Gli otto comportamenti da mettere in atto per percorrere la via illuminata del Dharma sono: giusta comprensione, giusto pensiero, giusta parola, giusta azione, giusta condotta di vita, giusto sforzo, giusta consapevolezza, giusta concentrazione. Questi sono gli insegnamenti che l’illuminato ha lasciato.
La diffusione del buddismo in india
Il buddismo si diffuse in India soprattutto nelle classi povere, perchĂ© predicava la negazione delle caste ed il distacco dalle cose terrene e per questi fu una vera rivoluzione. Numerosi regnanti si convertirono, fra i quali il piĂą importante fu Ashoka, sovrano della dinastia dei Maurya che regnò tra il 268 ed il 232 a.C. Ashoka contribuì in maniera determinante all’espansione del buddismo fino ai confini dell’attuale Europa. Fu lui a portare questa religione fino a Ceylon, facendo sì che da lì si diffondesse in tutto il sudest asiatico.
Col tempo, ma solo secoli più tardi, intorno all’ottavo secolo, i bramini cominciarono una guerra ideologica al buddismo sotto la guida spirituale di Shankaracharia, uno studioso dei veda di Benares vissuto in quell’epoca. La guerra fu poi vinta con altre armi dagli invasori musulmani che di fatto confinarono definitivamente il buddismo al di fuori dell’India.
Il buddismo oggi in India oggi: Anagarika Darmapala
Il recupero dei luoghi di Siddharta Gautama
Oggi la maggior parte delle statuette di Budda in circolazione ha gli occhi a mandorla, proprio a causa della perdita delle originali tradizioni buddiste indiane, ma lì ebbe inizio questa storia.
A parziale dimostrazione che in India la tradizione non è molto sentita, nella mia piccola esperienza, i soli visitatori incontrati nella visita al tempio ed al parco circostante erano indubbiamente orientali.
Anagarika Dharmapala e la Maha Bodhi Society
La parziale rinascita del Buddismo moderno in India la si deve ad Anagarika Dharmapala, il cui nome alla nascita era Don David Hewavitharane (vedere foto), figlio di una ricca famiglia di mercanti di Ceylon.
Anagarika Dharmapala nel 1891, durante un pellegrinaggio ai luoghi del Buddha, scoprì che questi erano in abbandono e che nel migliore dei casi erano strati convertiti a templi induisti. Come reazione, Dharmapala (che siginifca custode del Dharma) il 31 maggio dello stesso anno fondò la Maha Bodhi Society, con l’obiettivo di riprendere possesso dei luoghi del Buddha e di curarne la gestione. Nel 1892 fu aperta la sede di Calcutta.
Obiettivi raggiunti dopo la morte
Nel 1923 Dharmapala fece costruire il Sri Dharmarajika Chetiya Vihara a Calcutta e nel 1931 il Mulagandha Kuty Vihara a Sarnath per custodire le reliquie di Buddha che aveva recuperato in giro per l’India, grazie a scavi eseguiti dagli inglesi.
Fu solo anni dopo la sua morte che l’obiettivo della gestione dei luoghi del Buddha fu in parte realizzato, ma questa iniziativa lanciò il seme della rinascita del Buddismo in India, soprattutto fra le caste basse del sud.
Oggi la gestione del tempio di Bodhgaya ed anche degli altri luoghi è affidata o almeno condivisa con persone di fede buddista.
Nella prima foto: Visitatori ai luoghi del Buddha Siddharta Gautama, nella seconda e terza foto statua ed iscrizione di Anagarika Darmapala.
I luoghi di Siddharta Gautama, il Buddha
- Lumbini che fu il luogo della sua nascita
- Bodhgaya dove ebbe l’illuminazione
- Sarnath dove tenne il suo primo discorso ai cinque discepoli
- Kushinagar dove morì
La mia visita a Sarnath, sui luoghi del Buddha
La leggenda narra che in una vita precedente l’Illuminato fosse stato un cervo e che si fosse offerto  in sacrificio al re di Kashi al posto di una cerva incinta che era stata catturata durante una battuta di caccia, salvandola da morte sicura. Il re in ricordo di tale evento chiamò il luogo il Parco dei Cervi.
Il luogo si trova vicino al tempio che custodisce le reliquie del Buddha ed è qui che egli tenne il suo primo sermone ai cinque discepoli (quello che ho riportato). Il nome Sarnath deriva appunto dalla contrazione della parola Saranganatha, che significa il Signore dei Cervi.
In questo parco ho letto che esiste ancora un branco di cervi, ma io, durante la mia visita, non ne ho trovato traccia (il che non vuol dire che non ci siano :-) )
Lo Stupa di Dhamek e la colonna di Ashoka
All’interno del parco si erge il grandioso Stupa di Dhamek, circondato da resti di altre costruzioni in mattoni che all’epoca erano monasteri o templi. Qui si possono anche vedere i resti di una delle venti colonne di Ashoka sparse sul territorio indiano. Il reperto, come le altre colonne che Ashoka Maurya fece erigere durante il suo regno dal 268 al 232 a.C, riporta l’iscrizione di un editto e fu rinvenuta agli inizi del novecento. La colonna era ridotta in pezzi, ma il capitello era quasi intatto. Finemente scolpito rappresenta quattro leoni rivolti ai quattro punti cardinali ed è divenuto il simbolo ufficiale dell’India, riportato anche sulla bandiera nazionale.
Nella prima foto: rovine nel Parco dei Cervi, nella seconda lo Stupa di Dhamek a Sarnath, la terza – quarta un particolare della colonna di Ashoka e la spiegazione.
Incontri particolari nei luoghi di Siddharta Gautama
All’interno del parco si incontrano molti fedeli o semplicemente persone curiose di ripercorrere i luoghi dove visse Siddharta Gautama nella sua via per l’Illuminazione.
Riporto alcune foto che non vorrei che fossero viste con ilaritĂ , ma solamente come la semplice esposizione di un diverso punto di vista e di una diversa cultura, nei cui valori, devo francamente dire, mi riconosco.
Vi lascio con una delle frasi attribuite all’Illuminato
Migliaia di candele possono venire accese da una singola candela, e la vita della candela non sarà abbreviata. La felicità non diminuisce mai con l’essere condivisa.
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Per saperne di piĂą
Per avere un’idea di come visitare questi luoghi rispettandoli leggi Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento, sarai preparato anche ad un incontro con un Sadhu, un Santone indiano Se ti interessa conoscere alcuni aspetti religiosi dell’Induismo leggi anche: La sacra Trimurti, introduzione e cenni su Brahma, Vishnu ed i suoi avatara, Shiva il distrutttore e Foto e significato del Festival di Holi.
Ma L’India è anche il luogo dove è possibile trovare templi dedicati a Surya il Dio del Sole e dove nel Vi secolo a.C. è nato il Buddismo. Proprio del Buddismo in India parlo nell’articolo Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath.
In questa pagina sono raccolti altri articoli sull’India, fra i quali un articolo sulle caste in India. Se invece cerchi altro puoi farlo qui sotto, dare uno sguardo agli ultimi articoli pubblicati o scegliere fra gli argomenti presenti a fondo pagina e divisi fra etichette (piĂą specifiche) e categorie (piĂą generiche).
Prima di partire scarica e stampa la lista delle cose da mettere in valigia per non dimenticare nulla.
Ecco alcuni articoli sull’Orissa:
Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate – La tribĂą Bonda delle colline dell’Orissa, – Orissa: incontro con la tribĂą Dongria Kondh
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E ancora qualche articolo del mio viaggio in Gujarat:
I templi di Girnar Hill: salire 10.000 scalini – Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat, Gandhi, il 30 gennaio ricorre l’anniversario della morte, ma ce ne sono altri.
Grazie e alla prossima!