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Articoli Recenti

Scimmie delle nevi

Video: le Scimmie delle Nevi in Giappone

di Max Pubblicato: 05/11/2020
Video written by Max

Le Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone- il Video

Le scimmie delle nevi o macachi giapponesi che si godono le acque termali sono veramente uno spettacolo. Il Parco si trova a circa 3 ore e mezza da Tokyo, 4 ore da Nagoya, 5  da Kyoto e 6 ore Osaka. Una gita faticosa, ma fattibile da Tokyo. Se però partite da più lontano occorre prevedere un pernottamento, a meno che non siate degli autolesionisti o che intendiate solo dire di esserci stati. Entrambi i casi non rispecchiano il mio stile di viaggiare. Potete vedere come arrivarci al paragrafo “Accesso al Parco”, leggendo l‘articolo completo.

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ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Le Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone- il Video
  • Visitare il Parco
  • Per saperne di più sul Giappone

Visitare il Parco

Se volete informazioni sul Parco potete leggere l’articolo completo.

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 05/11/2020
Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone.

Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

di Max Pubblicato: 05/11/2020
Giappone written by Max

Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

Una visita d’obbligo durante la vacanza in Giappone.

Se volete vedere come le scimmie delle nevi si godono le acque termali in Giappone, allora dovete visitare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani, in inglese Jigokudani Monkey Park.

Il Parco si trova nella provincia di Nagano, raggiungibile in circa 3 ore e mezza da Tokyo, 4 da Nagoya e rispettivamente 5 e 6 ore da Kyoto e Osaka. Una gita lunga, ma fattibile da Tokyo. Se però partite da più lontano occorre prevedere un pernottamento, a meno che non siate degli autolesionisti o che intendiate solo dire di esserci stati. Entrambi i casi non rispecchiano il mio stile di viaggiare. Potete vedere come arrivarci più avanti al paragrafo “Accesso al Parco”.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani
  • Visitare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani
  • La stagione migliore per vistare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani
  • Accesso al Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani
  • Per chi si ferma qualche giorno
  • Il video
  • FAQ Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani
  • Per saperne di più sul Giappone
Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone.
Macaco Giapponese

Informazioni utili

Consultate il sito internet del Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani per gli aggiornamenti su aperture e chiusure, oltre agli aggiornamenti sugli orari previsti di arrivo delle scimmie, che di solito vanno a riposare lontano dalle piscine termali. Il collegamento potrebbe produrre una serie infinita di avvisi di sicurezza nel browser (almeno se usate Safari), ma non preoccupatevi, il sito è affidabile.

Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone.

Visitare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani è famoso per la possibilità, anzi, per la certezza di vedere le scimmie fare il bagno in una sorgente termale naturale. Quelle che vengono genericamente chiamate scimmie in realtà sono macachi giapponesi, noti anche come scimmie delle nevi. Esse popolano le foreste di queste montagne, non lontano dalle sorgenti termali onsen di Shibu e Yudanaka.

In perfetto stile orientale*, il parco ha una vasca di acqua termale appositamente costruita per il parco, dove le scimmie si recano regolarmente per immergersi. Ben presto ci si dimentica del fatto che la vasca è stata costruita artificialmente e ci si perde a guardare le interazioni dei vari gruppi che si avvicendano alla vasca o che si incontrano lungo i sentieri intente alle faccende quotidiane.

* Molti parchi in oriente non sono lasciati “intatti” ma modificati per migliorarne la fruibilità, perdendo con questo buona parte della sensazione di originalità

Avvicinarsi alle scimmie

Per nulla spaventate dalla presenza umana è possibile avvicinarsi a questi animali in relativa tranquillità, tanto che non è raro vedere qualche ardito tentare un selfie estremo. A mio avviso occorre sempre ricordare che si tratta di animali e anche se è bello non averne paura, è cauto non farsi trasportare dalla confidenza.

Naturalmente è vietato toccare o dare cibo alle scimmie.

Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone.
Selfie col macaco

La stagione migliore per vistare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

La stagione migliore per visitare il parco è senza dubbio l’inverno. La presenza della neve rende il paesaggio molto spettacolare e offre opportunità fotografiche uniche fra i fumi delle terme, l’acqua ed il candore della coltre nevosa.

Di solito la neve rimane da dicembre a marzo. Io ci sono stato ad inizio marzo, ma sfortunatamente della neve non c’era più ombra. Foto a parte, ho trovato comunque l’esperienza molto interessante, sarà perché le scimmie sono fra i miei animali preferiti.

Se vi piacciono le scimmie vedete anche questo articolo sul Tempio delle scimmie a Jaipur 

Vedere questi piccoli esseri quasi umani interagire fra di loro, specialmente i più piccoli, è un’esperienza sempre unica. Centro informazioni

All’interno del parco c’è un piccolo centro informazioni, con poco materiale scritto in caratteri a noi comprensibili, a parte alcuni pannelli con qualche spiegazione sulle abitudini delle scimmie.

Vicino alla piscina artificiale c’è una telecamera che trasmette in streaming accessibile online da qui. (ricordate il fuso orario).

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Accesso al Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

Per raggiungere il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani da Nagano o, come nel mio caso da Kanazawa, occorre prendere il treno per Yudanaka, dalla stazione di Gondo (Nagano). Il treno si chiama Express Snow Monkeys.

In circa un’ora il treno conduce alla stazione di Yudanaka, dove è possibile salire sul bus per il parco o proseguire a piedi.

Se usate molto il treno valutate l’acquisto del Japan Rail Pass

Treno e Onsen

Accanto al vecchio edificio della stazione, c’è la struttura termale pubblica “Kaede no Yu”, parte del complesso Yudanaka Shibu Onsen-kyo. Questa stazione è una delle poche a poter vantare una struttura termale pubblica accessibile direttamente dall’edificio. Proprio grazie a questa particolarità ed al fatto di essere rimasta inalterata dai tempi dell’apertura questa stazione è tutelata come un bene culturale tangibile registrato.

Nei dintorni di Yudanaka si trovano inoltre le Onsen della vicina Shibu Onsen e la stazione invernale Shiga Kogen .

 Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

Altri accessi al Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

Esistono altri modi per arrivare al Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani, ad esempio c’è un bus che parte dalla stazione di Nagano, ma i treni in Giappone sono sempre una sicurezza.

Una volta arrivati all’ultima fermata del Bus, c’è un parcheggio con qualche piccolo negozio di souvenir e da lì parte un sentiero largo e ben battuto che, attraverso la foresta, in una mezz’ora circa, porta alla zona di osservazione.

Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone.
Ingresso al parco

Deposito bagagli

E’ possibile lasciare i bagagli alla stazione di Yudanaka, utilizzando i Coin Lockers (vedi info qui). Non Sai cosa sono i Coin Lockers? Leggi il mio articolo!

In alternativa puoi spedire i bagagli alla prossima destinazione durante il tuo viaggio in Giappone, scopri come!

Per chi si ferma qualche giorno

Alcuni proprietari dei vari alloggi a Yudanaka e Shibu offrono un servizio di trasporto fino al parcheggio del Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani, la maggior parte delle volte gratuito.

Potete combinare una gita al parco con una sosta in una Onsen.

Il video

Per vedere il Parco delle Scimmie delle nevi di Jigokudani in video segui il link.

FAQ Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani

Qual è il periodo migliore per visitare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani in Giappone?

Il periodo migliore per visitare i parco è in inverno, per poter vedere le scimmie immerse nelle piscine con la neve intorno, ma il parco è visitabile tutto l’anno.

Che tipo di scimmia è la scimmia delle nevi?

Quella che è comunemente chiamata scimmia delle nevi in realtà è un Macaco Giapponese o Macaca Fuscata.

Come si arriva al parco delle Scimmie delle nevi di Jigokudani?

Per raggiungere il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani da Nagano occorre prendere il treno Express Snow Monkeys per Yudanaka, dalla stazione di Gondo (Nagano). In circa un’ora il treno conduce alla stazione di Yudanaka, dove è possibile salire sul bus per il parco o proseguire a piedi.

Quanto dista da Tokyo parco delle Scimmie delle nevi di Jigokudani?

Il parco dista circa 3 ore e mezza di treno da Tokyo

É possibile visitare il parco delle Scimmie delle nevi di Jigokudani in giornata da Tokyo?

Tutti i giorni sono tour che partono per la visita in giornata del parco Jigokudani da Tokyo.

Per saperne di più sul Giappone

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Pubblicato: 05/11/2020
Sadhu o Baba in India

Chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno

di Max Pubblicato: 19/10/2020
India written by Max

I Sadhu in India

Con la parola di derivazione Sanscrita Sadhu (in sanscrito sādhus) vengono identificati i cosiddetti santoni o baba indiani. Per intenderci sono quelle persone che in india spesso si incontrano vestiti in maniera succinta e trasandata e con il viso dipinto, spesso raccolti in preghiera o dediti alla richiesta delle elemosine al di fuori dei templi. E’ vero, a volte anche intenti a fumare marijuana, ma non facciamo di ogni erba un fascio e soprattutto capiamo il perché anziché sorridere.

Questo è lo spirito con il quale ho cominciato questa ricerca, per capirne di più sui Sadhu.

Indice

  • I Sadhu in India
  • Significato della parola Sadhu
  • Chi sono i Sadhu
  • Sadhu: un po’ di storia
  • Ma cosa fa un Sadhu in concreto
  • Quanti sono i Sadhu in India
  • Come si vestono i Sadhu?
  • Perché i Sadhu sono in genere uomini
  • Come si diventa Sadhu
  • Raduni di Sadhu
  • Dove vengono sepolti i Sadhu
  • Alcuni esempi di sette religiose
  • Per saperne di più sull’India
Sadhu o baba a Dwarka - Gujarat - India
Sadhu a Dwarka – Gujarat

Significato della parola Sadhu

In Sanscrito sādhus ha diversi significati: un uomo buono, onesto, un santo, un saggio; un santo Giaina adorato come un Dio. Come aggettivo significa o puro, rispettabile, virtuoso, che fa parte di una famiglia onorevole. l termine Sadhu è riportato anche nei Rigveda e Atharvaveda dove ha il significato di “retto”, “che conduce alla meta”.

Chi sono i Sadhu

Queste persone che noi chiamiamo impropriamente Baba o Santoni sono asceti induisti scelgono di abbandonare la vita materiale dedicandosi alla ricerca di un elevazione spirituale.

La loro è una vita di rinuncia alle passioni terrene detta Moksha, con lo scopo del perseguimento della liberazione da Maya, l’illusione terrena e con ciò la fine del ciclo delle reincarnazioni (Samsara).

Questo in ultima analisi significherebbe fermare il ciclo delle sofferenze terrene conseguendo la fusione nella Coscienza Cosmica, o nel Se’, come vogliate chiamarlo.

E’ inutile dire che, siate disposti o meno a credere in questa possibilità, pochi riescono a raggiungere questo obiettivo nel corso della vita presente.

Il Sadhu per agevolare questo processo sceglie una vita di rinuncia e di santità.

I Sadhu o Baba in India

Sadhu: un po’ di storia

A partire dall’epoca Vedica la rinuncia alle questioni del mondo è stato l’ultimo stadio della vita di un uomo ed il più elevato. La vita nella tradizione induista dovrebbe infatti essere suddivisa in diversi stadi:

  • La Brahmacharia, ovvero la fase nella quale si apprende, da giovani
  • Garhasthya, la fase nella quale si ha una casa ed una famiglia, che generalmente comincia con il matrimonio
  • Vanaprastha, coincidente con la vecchiaia e con l’uscita dei figli dalla famiglia. Comincia con l’eremitaggio o un esilio ai margini del villaggio, una rinuncia progressiva ai beni terreni, praticata in solitudine o con la compagna.
  • Samnyasa, l’abbandono definitivo dei beni terreni in preparazione alla liberazione definitiva.

La Samnyasa

Progressivamente la Samnyasa divenne una pratica diffusa, specialmente a partire dell’ottavo – nono secolo d.C. I Samnyasin intraprendevano questa via anche senza avere precedenti esperienze, conducendo a volte pellegrinaggi e prendendo nomi diversi a seconda delle correnti religiose.

Il rinunciatario, che era precedentemente conosciuto anche come Bhiksu, oggi appellativo quasi esclusivo dei monaci buddisti, venne identificato in seguito col nome di Sadhu, persona buona.

santoni baba sadhu in Gujarat India
Santoni Baba Sadhu in Gujarat India

Ma cosa fa un Sadhu in concreto

I Sadhu troncano i legami con la famiglia di origine, abbandonano i loro averi e vivono di elemosina o doni dei devoti.

Nel caso dei Sadhu o delle Aryika  Giainisti essi diventano rinunciatari attenendosi a cinque voti:

  • Ahimsa, la non-violenza
  • Satya, la verità
  • Asteya, impegno a non rubare
  • Brahmacharya, astinenza dal sesso e piaceri sensuali
  • Aparigraha, impegno a non possedere nulla

In altre correnti l’impegno è meno regolamentato, ma sostanzialmente lo stesso

santoni, sadhu in pellegrinaggio con un elefante

Pratiche e riti dei Sadhu

I Sadhu sono impegnati in diversi tipi di pratiche religiose: in alcuni casi praticano forme di ascesi e di meditazione, a volte solitaria e a volte in gruppo.  Alcuni pregano e cantano a voce alta. Li accomuna uno stile di vita semplice.

Alcuni si sottopongono anche a mortificazioni anche estreme, nella speranza di raggiungere più rapidamente la loro liberazione. Alcuni si fermano in una posizione fino ad atrofizzare gli arti, altri non si sdraiano o si siedono per anni, alcuni smettono di parlare.

Passano il tempo alla ricerca dell’illuminazione recitando i sacri mantra, praticando lo yoga rituale, il controllo del respiro e l’astinenza sessuale. Molti (e fra questi molti occidentali e svariati ciarlatani) hanno l’abitudine di fumare hashish, abitudine opportunamente mutuata dalla mitologia riguardante il Dio Shiva.

Alcune regole per i Sadhu

Alcune comunità di Sadhu si impongono regole per la raccolta delle elemosine, come ad esempio quella di continuare a spostarsi di città in città per non infastidire i residenti. Alcuni compiono pellegrinaggi anche lunghi. Ad esempio mi è capitato di vederne alcuni in autostrada con un elefante.

In genere praticano il celibato e l’astinenza, ma in alcune sette viene a volte praticato il sesso tantrico. C’è da augurarsi che prima sia previsto anche un rituale di lavaggio del corpo..

sadhu indiani baba in india
Sadhu indiani, baba in india

Quanti sono i Sadhu in India

Si stima che il numero di Sadhu presenti in India vada dai 4 ai cinque milioni di individui

Come si vestono i Sadhu?

I Sadhu indossano abiti semplici, che variano a seconda delle correnti religiose di appartenenza. Ad esempio nell’induismo il colore prevalente è lo zafferano accostato al rosso, indossato in genere dai seguaci di Shiva, che molto spesso si cospargono anche il corpo di cenere. I fedeli a Vishnu vestono invece abiti bianchi o gialli. Nel Giainismo il colore dell’abito è generalmente bianco, anche se in casi estremi l’abito significa non avere un abito, ovvero essere nudi. Alcuni hanno i capelli acconciati con dreadlocks. Questi abbigliamenti simboleggiano e ricordano la Samnyasa ovvero la rinuncia ai beni terreni.

Altre simbologie

Oltre all’abbigliamento anche le decorazioni sul volto possono essere un segno di appartenenza, come ad esempio il tripundra, tre linee orizzontali a volte ornate da un punto centrale per gli Shivaiti e l’urdhvapundra, due linee verticali per i Vishnuiti, a volte accoppiate ad altri simboli, ma le varianti sono numerose.

Sadhu a Dwarka, Gujarat, India

Perché i Sadhu sono in genere uomini

Mentre per gli uomini la strada della rinuncia a volte comincia fin da giovani, è difficile incontrare donne che scelgano questa via.  Generalmente questo percorso viene intrapreso in seguito alla vedovanza e queste donne assumono il nome di Sadvi o Aryika. In alcune comunità Giainiste al contrario il numero delle ascete di sesso femminile sorpassa quello degli asceti maschi.

In realtà le donne secondo la tradizione jainista non riusciranno a perseguire Moksha ovvero l’illuminazione e la fine della reincarnazione, perché essa può essere perseguita solo con un corpo maschile. Esse riusciranno però a reincarnarsi in un corpo maschile col quale perseguire Moksha. La spiegazione è un po’ semplicistica, ma serve a dare un contesto alla tradizione citata.

Per conoscere una fantastica stori di donne leggi invece Haenyeo, le donne pescatrici dell’isola di Jeju in Corea

Come si diventa Sadhu

L’iniziazione di un Sadhu avviene in diversi modi ed in genere prevede un periodo di apprendistato presso un Guru (una guida spirituale) che può cominciare anche in età molto giovane.

Dopo un periodo di prova e di servizio presso il Guru, quest’ultimo decide se la persona può diventare un discepolo. Solo in caso positivo la persona che ha scelto la Samnyasa, o la vita di rinuncia diventa Samnyasin, mettendosi al servizio del Guru.

In molti casi il Guru assegna al rinunciatario un nuovo nome ed un mantra personalizzato da recitare sempre.

— Un tipo di Santone diverso: il Santone della Roccia Sacra in Sulawesi, oppure se vuoi cambiare completamente continente leggi l’articolo sui parchi dell’Ovest degli Stati Uniti, un viaggio memorabile —

Raduni di Sadhu

Uno dei più grandi raduni di Sadhu, anzi, il più grande è il Kumbh Mela, il prossimo nel 2022, dove è possibile vedere anche i famosi Sadhu vestiti solo di cenere e comunque assistere ad un’aggregazione che secondo i dati dell’ultimo avvenimento facilmente supera i 50 milioni di persone.

Qui sotto alcuni Sadhu in raduno di fronte al tempio Rukhmani, compagna del signore Krishna a Dwarka

Sadhu in preghiera all'esterno del tempio dedicato a Rukhmini, moglie del Signore Krishna a Dwarka - Gujarat

Dove vengono sepolti i Sadhu

I Sadhu sono considerati già morti e, in quanto aventi accesso a Moksha (la liberazione dalle reincarnazioni), non vengono cremati come le persone normali, ma sepolti.

Essendo già morti per il mondo si presume che il loro funerale sia già avvenuto.

Alcuni esempi di sette religiose

Come già detto esistono tantissime sette, ma alcune sono famose per le loro particolarità.

Aghori

La setta degli Aghori è quella considerata più trasgressiva. Fondata da Kina Ram nel XVIII secolo, è ormai ridotta a pochi individui, concentrati a Varanasi. Questi Sadhu seguaci di Shiva ne emulano i comportamenti meno comuni. Sono dediti al consumo di alcool, non sono vegetariani.  Si dice che si nutrano di carne in decomposizione ed a volte anche dei propri escrementi, che vivano in mezzo ai morti e che abbiano pratiche sessuali poco ortodosse. Sono a volte nudi cosparsi di cenere, a volte vestiti di un solo panno

Naga Baba o Naga Sadhu

I Naga Baba sono una setta di antichi Sadhu guerrieri, fin dai tempi delle conquiste islamiche e inglesi. Sono organizzati in truppe chiamate Akharas ed a volte entrano in conflitto con altre sette.

Sono di solito nudi (naga) e spesso ostentano armi il più delle volte a solo scopo ornamentale, come il tridente di Shiva

Digambar

I Sadhu Giainisti Digambar sono anch’essi in genere nudi e sono famosi per la mortificazione del pene, con il quale sollevano pesi a volte incredibili al fine di desensibilizzarlo.

Sadhu o Baba, i Santoni in India
Due santoni che si scambiano il fumo rituale

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 19/10/2020
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Carte Icoca, Suica e Pasmo: alternative al JR Pass

di Max Pubblicato: 16/08/2020
Giappone written by Max

Carte prepagate Icoca, Suica e Pasmo

Le carte Icoca, Suica e Pasmo sono carte prepagate studiate per l’utilizzo inizialmente sulle linee ferroviarie, ma sviluppatesi in seguito in maniera tale da essere utilizzate anche per pagare tutta una serie di acquisti e di servizi che si utilizzano quotidianamente in tutto il Giappone.

Esistono moltissimi altri tipi di carte prepagate di altri circuiti, ma le più diffuse sono queste tre principali.  Il motivo per il quale ce ne sono di molti tipi è che tempo fa in ogni zona si utilizzava una carta diversa: nel Kansai c’era la Icoca della JR, a Tokyo la Suica della JR e la Pasmo della metro e di alcune altre compagnie.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Carte prepagate Icoca, Suica e Pasmo
  • Che differenze ci sono fra le tre principali carte?
  • Come funzionano le carte Icoca, Suica e Pasmo
  • Dove ottenere le carte Icoca, Suica e Pasmo
  • Come ricaricare le carte Icoca, Suica e Pasmo
  • Siti ufficiali per spiegazioni ed acquisti
  • Proposte di Viaggio in Giappone
  • Per saperne di più sul Giappone

Leggi anche Japan Rail Pass, la guida definitiva

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Macchina automatica per la vendita di biglietti con carte carte prepagate Icoca

Che differenze ci sono fra le tre principali carte?

La differenza fra le carte Icoca, Suica e Pasmo ad oggi sono praticamente inesistenti. A seconda del luogo nel quale vi trovate sarà più semplice comprare l’una o l’altra carta, ma l’utilizzo è lo stesso e potrete usarla ovunque. La carta Suica ha anche la possibilità di essere utilizzata con l’app Apple Pay. Non esiste una carta migliore dell’altra, ma siccome quasi sicuramente atterrerete a Tokyo o ad Osaka sarà più semplice acquistare una delle tre carte nominate. Se arrivate ad Osaka la Icoca, se arrivate a Tokyo una delle altre due

Come funzionano le carte Icoca, Suica e Pasmo

Arrivati in stazione si avvicina la carta (sono tutte contactless) al lettore a lato dell’ingresso e si entra. Se non avete credito sufficiente per la corsa minima (110 yen) il cancelletto non si apre.

All’arrivo a destinazione avvicinate nuovamente la carta al cancelletto d’uscita e viene addebitato l’importo relativo alla tratta percorsa. Se il credito è insufficiente ricaricate la carta alle apposite macchine oppure pagate agli impiegati (ci sono sempre accanto ai cancelletti).

Controllare il credito residuo

Per controllare il credito residuo inserite la carta in una macchinetta oppure, se siete attenti, il credito viene indicato dal display del cancelletto d’uscita quando pagate la tratta percorsa. Con un po’ di pratica diventa automatico controllare.

Limitazione all’uso della carta come biglietto del treno

Esiste però una limitazione all’uso della carta, ovvero deve essere utilizzata per tratte interne alla stessa regione. Se dovete passare da una regione all’altra dovrete acquistare il biglietto in biglietteria, che potrete però pagare con la carta prepagata.

Dove ottenere le carte Icoca, Suica e Pasmo

Nelle stazioni principali potete acquistare la carta prepagata alle apposite macchine al costo di circa 500 yen di cauzione più la prima ricarica. Non abbiate paura del display cosparso di ideogrammi apparentemente in ordine casuale. In alto a destra, o comunque da qualche parte in mezzo alla confusione, c’è sempre una scritta miracolosa: “english”, che, se premuta, dà vita ad un mondo comprensibile anche a noi umani. Se la macchina vi spaventa potete acquistare le carte Icoca e Suica presso le biglietterie JR.

Qui sotto le carte Icoca appena acquistate e a destra la macchina per acquistarle con il tasto magico “ENGLISH”, questa volta a sinistra..

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Come ricaricare le carte Icoca, Suica e Pasmo

Le carte possono essere ricaricate all’infinito e senza commissioni alle apposite macchine presenti più o meno ovunque in stazione. Premete il pulsante magico (english), inserite la carta e scegliete l’importo, dopodiché serve solo introdurre il denaro.

E se volete sapere tutto in dettaglio andate sui siti ufficiali, ovviamente in caratteri leggibili "da noi umani" :-)

Siti ufficiali per spiegazioni ed acquisti

Sito ufficiale carte Pasmo,  Sito ufficiale carte Suica, Sito ufficiale carte Icoca

Se invece tutto questo vi sembra impossibile, potete sempre scegliere un paese diverso, provate a leggere i miei consigli per organizzare un viaggio negli Stati Uniti.

Proposte di Viaggio in Giappone

Scopri il Giappone in libertà con uno dei nostri viaggi:

Giappone cultura antica e fascino moderno. Un viaggio attraverso le atmosfere più toccanti del Giappone. Si parte da Tokyo, la capitale: una grande metropoli con i suoi magnifici grattacieli. Visitiamo poi Hakone, un piccolo gioiello termale ai piedi del Fujiyama, incastonata nella splendida regione montagnosa che ospita il Parco Nazionale di Fuji-Hakone-Izu, distante solamente 1 ora e 30 minuti di treno da Tokyo. Immegiamoci nella tradizione a Kyoto, la città dei templi, con la sua storia millenaria e le sue tradizioni.
Infine Nara, con i suoi siti di straordinaria bellezza: il “Parco dei cervi” ed il Tempio Todaiji che ospita il Grande Buddha.

Giappone da Tokyo fino all’isola di Kyushu, un viaggio memorabile attraverso storia, modernità e panorami eccezionali. Tanti giorni per visitare alcuni dei luoghi più significativi del Giappone spingendovi oltre le mete più scontate.
Da Tokyo, città dell’avanguardia per eccellenza a Kyoto per assaporare l’atmosfera più tradizionale e “zen” del paese. Da qui, all’isola di Miyajima, con il suo santuario dedicato alla dea dei mari, costruito in parte nel mare con un torii rosso fuoco a poche decine di metri dalla riva. E poi via, verso sud, toccando le città di Nagasaki e Fukuoka, dove ammirerete il tempio Tocho-ji, famoso per la statua in legno di Buddha più grande del Giappone.
Infine un piccolo grande regalo: una crociera verso le isole Kujuku, dette le “99 isole”, di cui solo 4 abitate.

Dai un’occhiata agli altri viaggi individuali e tour di gruppo, per tutto quello che non trovi, chiedi a me!

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 16/08/2020
Viaggio in giappone costi curiosità e notizie utili

Viaggio in Giappone: costi, curiosità e notizie utili

di Max Pubblicato: 09/08/2020
Giappone written by Max

Costi, curiosità e notizie utili per un viaggio in Giappone

La frase – Viaggio in Giappone Costi – è una delle più ricercate secondo Google, pertanto immagino che sia uno degli interrogativi più ricorrenti fra le persone che vogliono partire o stanno organizzando un viaggio in Giappone. a ruota segue la ricerca di notizie utili per la buona riuscita del viaggio.

Stavo leggendo un libro che, fra le altre cose, parlava anche di viaggi. La riflessione dell’autore, Marco Berrino, è che le persone preparano in maniera spasmodica i loro viaggi per colmare la paura dell’ignoto e perché in molti casi non sono preparati alle differenze che potrebbero incontrare una volta a destinazione.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Costi, curiosità e notizie utili per un viaggio in Giappone
  • Il periodo migliore per un viaggio in Giappone
  • Visto, documenti e fuso orario
  • Carte, Contanti e ATM
  • Prenotare il prima possibile per contenere i costi del viaggio in Giappone
  • Dove dormire
  • Guida, accompagnatore o far da se’?
  • Auto e patente (non è una soluzione per contenere i costi del vostro viaggio in Giappone)
  • Trasporti pubblici (che in parte sono privati)
  • Assicurazione sanitaria e medicinali
  • Adattatori e caricatori
  • WI-FI pubblico e da passeggio
  • Dove, cosa mangiare e a che ora
  • L’immondizia Si Porta Con Sé
  • Viaggiare leggeri: i depositi bagagli ed i servizi di spedizione
  • Conclusione
  • Faq Giappone
  • Per saperne di più sul Giappone

Incontro all’ignoto?

Ho già affrontato in un altro articolo questo argomento pertanto dilungarmi potrebbe voler dire ripetere riflessioni già espresse (e con in più il pericolo di contraddirmi :-) ). Una frase però la voglio spendere a favore di questa teoria.

Io del viaggio amo l’ignoto e molto spesso non organizzo da casa perché oltre a precludermi il piacere della scoperta, condiziono il mio modo di viaggiare creandomi delle aspettative, andando a cercare nelle destinazioni le cose che già conosco e perdendo molte esperienze genuine. Senza organizzazione si rischia di non vedere quello che altri hanno visto, ma si ha l’opportunità di vedere ciò che è sconosciuto alle masse.

Meglio o peggio? Semplicemente diverso!

Viaggio in giappone costi curiosità e notizie utili

Il periodo migliore per un viaggio in Giappone

Il Giappone è un paese talmente grande e vario che un periodo migliore non esiste. A seconda della stagione esistono lughi più consigliati o meno consigliati, ma in qualsiasi stagione decidiate di andare, troverete sicuramente il modo di gustarvi il viaggio.

Per approfondire potete consultare l’articolo che ho scritto più in dettaglio sul periodo migliore per un viaggio in Giappone, dove prendo in considerazione diversi fattori ed approfondisco clima e zone da visitare.

Se pensate di andare in treno prendete in considerazione anche il Japan Rail Pass.

Il periodo migliore per un viaggio in Giappone visita al catello di Matsumoto

Visto, documenti e fuso orario

Se il vostro viaggio in Giappone dura meno di 90 giorni e lo scopo è quello di fare una vacanza non c’è bisogno di visto perché fra l’Italia ed il Giappone esiste un accordo di esenzione. Per tutte le altre motivazioni occorre un visto.

Occorrono comunque un passaporto in corso di validità ed un biglietto di andata e ritorno. Occasionalmente potrebbero chiedervi un itinerario di viaggio e la dimostrazione di avere abbastanza contanti per potervi mantenere una volta entrati nel paese (dovrete scrivere un indirizzo presso il quale soggiornerete anche sul modulo dell’immigrazione).

Fuso orario

Il fuso orario del Giappone è lo stesso per tutto il paese per tutto l’anno, senza variazioni di ora solare/legale. Quando in Italia c’è l’ora legale il Giappone è avanti 7 ore, che diventano 8 con l’ora solare. In pratica quando da noi sono le 8 di mattina nel paese del Sol Levante sono le 3 del pomeriggio in primavera ed estate mentre sono le 4 in autunno ed inverno.

Causa restrizioni dovute al Corona Virus – COVID-19 ai cittadini italiani potrebbe essere chiuso l’accesso al paese, per ulteriori informazioni consultare il sito Viaggiaresicuri della Farnesina https://www.viaggiaresicuri.it/country/JPN.

Carte, Contanti e ATM

La moneta ufficiale del Giappone è lo Yen che viene pronunciato En, ma questo penso sia noto a tutti. Il cambio è fluttuante pertanto occorre aggiornarsi sulla quotazione attuale. Per semplicità se volete convertire nella nostra valuta dovete grosso modo dividere per cento il prezzo in Yen. Il risultato non è esatto, ma serve a farsi un idea. Un esempio? Un piatto di Ramen costa 500 Yen, all’incirca 5 euro, anche se per la precisione nel momento in cui scrivo l’importo esatto è 4,30 euro. Volete essere precisi? Usate un convertitore di valuta.

I giapponesi amano il contante più delle carte di credito e dei bancomat, quindi sia in città che fuori è possibile che in alcuni luoghi la carta di credito non sia accettata, occorre organizzarsi.

Cambiare il contante

Per il contante la soluzione economicamente più vantaggiosa è cambiare presso la propria banca, ma se non si ha tempo e voglia di farlo si può cambiare in aeroporto, in città o prelevare dagli ATM.

Quasi ovunque nelle grandi città ci sono apparecchiature automatiche che cambiano la valuta, non offrono il cambio migliore, ma sono una valida soluzione.

Prelevare

Si può prelevare in molti ATM con il circuito Maestro o con la carta di credito, ma attenzione alle commissioni! Oltre a quelle applicate dalla vostra Banca (per le quali è meglio informarsi prima di partire) alcuni ATM applicano una commissione aggiuntiva. Di solito sono quelli privati presso i punti vendita, mentre in genere quelli della Posta non li applicano.

I bancomat Maestro funzionano  negli ATM delle Poste Giapponesi (Japan Post Bank),  negli ATM dei Family Mart, AEON Financial Bank,  Bank of Tokyo Mitsubishi,  Mizuho Bank e altre. Ci sono risorse utili in rete per cercare gli ATM, quello di Mastercard (https://www.mastercard.us/en-us/consumers/get-support/find-nearest-atm.html ) in inglese che gestisce il circuito Maestro e quello di Visa https://www.visa.com/atmlocator/#(page:home) che gestisce il un proprio circuito.

Come già detto non affidatevi solo al bancomat, ma portate anche contanti e una carta di credito tradizionale (le prepagate potrebbero non funzionare in alcuni esercizi).

Le carte di credito più diffuse

Le carte di credito del circuito Visa e MasterCard sono le carte più diffuse, un po’ meno le American Express e quelle di altri circuiti minori.

Prenotare il prima possibile per contenere i costi del viaggio in Giappone

La regola è valida non solo per contenere i costi di un viaggio in Giappone. Organizzando qualsiasi viaggio chi prima arriva meglio alloggia, sia in termini di comodità e di esperienza che di prezzi. Se volete avere scelta e prezzi più bassi prenotate per tempo, questa è una regola valida sempre.

Per quanto riguarda i posti migliori dove soggiornare, la parte del leone anche qui la fanno i classici hotel, ma esistono sistemazioni che possono essere più originali ed a volte anche più economiche.

Dove dormire

Se volete risparmiare sui costi del vostro viaggio in Giappone ci sono infinite possibilità di sistemazione. Se il vostro intento invece è quello di farvi una vera esperienza allora leggete il mio articolo sugli Hotel in Giappone. Imparerete a conoscere le sistemazioni più normali, ma anche le soluzioni più stravaganti. Anche se non vorrete o non potrete provare tutto, val la pena di conoscere per sperimentare!

Solo per fare un esempio se volete contenere i costi del viaggio in Giappone oltre ai classici hotel esistono i Capsule Hotel dove lo spazio è veramente ridotto al minimo vivibile, oppure ostelli e dormitori per budget limitati. Potete dormire in un Love Hotel, in Tempio Buddista o in una casa tradizionale. Potete anche scegliere di essere accolti alla reception da un robot (un’esperienza davvero particolare, ma anche un po’ inquietante!).

Siete pronti?

Love hotel a Shibuya

Guida, accompagnatore o far da se’?

Anche questo argomento è un po’ spinoso. Ovviamente la soluzione a prima vista più semplice per contenere i costi del vostro viaggio in Giappone è quella di fare tutto per conto proprio. In realtà leggendo il mio articolo su come scegliere una guida turistica o un accompagnatore in Giappone, forse vi convincerete che non è così semplice.

Anche se considero l’eventualità di perdersi sempre come una benedizione, più che un inconveniente, perché apre le porte a scoperte inaspettate, forse proprio in Giappone una guida, almeno la prima volta, potrebbe essere la soluzione migliore. E questo sia per quanto riguarda l’aspetto economico che l’aspetto dell’esperienza.

In un paese dove la semplice lettura di un cartello può essere un problema l’aiutino del pubblico può risultare una manna dal cielo. Il costo poi non sempre è elevato, anzi addirittura a volte vi stupirete nel trovare delle soluzioni gratuite. Per motivi di spazio ho spiegato tutto nel mio articolo.

Auto e patente (non è una soluzione per contenere i costi del vostro viaggio in Giappone)

La prima cosa da sapere per guidare in Giappone è che la macchina nella stragrande maggioranza dei casi non vi serve, perché i mezzi pubblici sono super efficienti. Ciò detto, se non potete proprio farne a meno, per scoraggiare gli incalliti maniaci del volante, la circolazione è contraria a quella italiana: guida a destra, corsia a sinistra, come in Inghilterra per intenderci. Non vi basta, vi preannuncio che l’utilizzo dell’auto quasi sicuramente farà lievitare i costi del vostro viaggio in Giappone e nella maggioranza dei casi senza benefici evidenti.

Inoltre per guidare un’auto giapponese occorre essere in possesso di una patente di guida internazionale, in particolare quella della convenzione di Ginevra del 1949. In alternativa, se programmate di fermarvi per parecchio tempo potete convertire la vostra patente italiana nella patente giapponese. Potete trovare come fare sul sito dell’Ambasciata Italiana a Tokyo. Per informazioni aggiornate potete consultare il sito ViaggiareSicuri alla sezione Mobilità.

Il noleggio in Giappone può essere molto caro e la disponibilità limitata, quindi prenotate per tempo ed informatevi bene sulle assicurazioni.

Trasporti pubblici (che in parte sono privati)

I trasporti pubblici in Giappone sono fantastici e facili da gestire, nonostante la difficoltà di lettura c’è sempre una traduzione in caratteri leggibili agli umani :-). Detto questo diversamente dall’Italia esistono un sacco di linee private e pertanto per andare nello stesso posto ci possono essere diverse soluzioni proposte da diverse linee ferroviarie.

Leggi anche:Fushimi Inari-Taisha, il Santuario Shintoista di Kyoto

La più diffusa è la linea JR o Japan Rail, che si interfaccia anche con le linee di bus, affiancata dal famoso Shinkansen, il treno proiettile da 300 all’ora. In genere chi si reca in Giappone per un po’ di tempo trova conveniente acquistare il Japan Rail Pass. Questo Pass consente di viaggiare gratuitamente sui treni Jr, compreso lo Shinkansen, fatta eccezione per le linee Mizuho e Nozomi. Nel pacchetto sono incluse anche parecchie altre linee ferroviarie, le principali linee per gli aeroporti e una vasta serie di bus locali, che in sostanza permettono di raggiungere quasi tutte le principali località. Non è invece compreso l’uso della metropolitana.

In alternativa al JR Pass è possibile acquistare una delle carte prepagate ricaricabili (alcune installabili anche sullo smartphone che permettono di usufruire “a consumo” dei treni, senza il vincolo di dover usare le sole linee JR). Parlo delle carte ricaricabili per il trasporto pubblico in questo articolo, e in questo articolo del JR PASS.

macchina automatica per la vendita di biglietti con carte carte prepagate Icoca

Assicurazione sanitaria e medicinali

(per non avere sorprese sui costi del viaggio in Giappone in caso di problemi di salute)

Perché un’assicurazione sanitaria? Il tesserino blu europeo in Giappone non è riconosciuto e la sanità è privata, pertanto i costi di solito non sono esattamente economici. Conviene perciò dotarsi di un’assicurazione sanitaria adeguata perché in caso di problemi i costi del viaggio in Giappone potrebbero salire alle stelle. Se viaggiate con un Tour Operator di solito l’assicurazione è inclusa, ma consiglio sempre di verificare che abbia massimali illimitati, onde evitare spiacevoli sorprese. Di solito per pochi euro è possibile estendere quella proposta o farne una online.

Garantitevi anche contro eventuali annullamenti, anche se pare che questa assicurazione debba da ora in poi essere sempre compresa. Controllate all’atto della prenotazione.

Adattatori e caricatori

Prima di pensare all’adattatore occorre verificare la compatibilità della tensione. La corrente elettrica in Giappone è a 100 Volts e 50 o 60 hertz, dipende dai luoghi. Quasi tutti gli apparecchi elettronici recenti sono creati per essere universali e funzionare con voltaggio tra i 100 e i 240 Volts e una frequenza di 50/60 Hz. Una volta verificato sull’etichetta com’è il vostro (magari prima di partire :-) ) potrete tranquillamente utilizzare gli stessi adattatori che funzionano negli USA. Tanto per intenderci quelli con due linguette verticali e a volte con un ulteriore spina cilindrica.

Sono acquistabili per pochi euro online.

WI-FI pubblico e da passeggio

WiFi, mi serve davvero?

La connessione WiFi durante un viaggio in Giappone è oltremodo importante. Usare le mappe, il traduttore o accedere a qualche informazione importante anche durante il giorno e lontano dall’hotel è sicuramente una comodità, oltre che a volte una necessità. In genere al di fuori dell’hotel, specialmente nelle grandi città è sempre possibile trovare un hotspot, ma quasi tutti richiedono una registrazione e si finisce per ritrovarsi la casella di posta intasata da un sacco di newsletter inutili (come se ne avessimo bisogno!).

Le soluzioni sono principalmente 2 ovvero una SIM locale o il pocket WiFi. Le Sim locali, acquistabili anche sul sito di Amazon o direttamente in Giappone hanno il vantaggio di poter essere sostituite alla SIM usata abitualmente sul telefono e di non necessitare di ulteriori apparecchi. Sono valide se si è da soli ed hanno un costo variabile dai 25 ai 50 euro per il periodo della vacanza.

Pocket WiFi, per contenere i costi del viaggio in Giappone

Altra soluzione molto comune per un viaggio in Giappone è il Pocket WiFi, la saponetta per intenderci. Il costo di questi pocket WiFi è variabile, dai 30 ai 50 euro con varie opzioni. Il grosso vantaggio del pocket WiFi è che il dispositivo con i relativi costi può essere condiviso da più persone (fino a dieci) e che è possibile mantenere il proprio numero di telefono. In questo modo è possibile ricevere messaggi o parlare con l’Italia tramite Whatsapp e altre piattaforme in maniera gratuita. Ovviamente avrete un dispositivo in più da ricaricare e siccome nella mia esperienza la saponetta WiFi non dura da mattina a sera, sarà meglio prevedere di avere con se’ un power bank e tutti i cavetti per poter ricaricare durante la giornata. (il link al pocket WIFI è sponsorizzato)

Dove, cosa mangiare e a che ora

Cominciando dalle basi, prima di lamentarsi che lo spaghetto è scotto e la salsa della pizza sembra ketchup, ricordiamoci dove siamo e perché. La cultura giapponese è diversa dalla nostra ed i Giapponesi non hanno i nostri stessi gusti in fatto di cibi, pertanto scordatevi di mangiare come a casa. E per come la vedo io direi: per fortuna, altrimenti cosa viaggio a fare?

A partire dalla colazione scoprirete che i gusti ai quali essere preparati sono molto differenti e, se per un attimo saprete dimenticare le aspettative; anche buoni.

Un altro pensiero riguardo al cibo in Giappone è: ma quanto mi costa..? Se vi adatterete il cibo non sarà uno dei costi maggiori del vostro viaggio in Giappone. Per scoprire alcune curiosità leggete il mio articolo sul cibo in Giappone, dove troverete qualche consiglio e una selezione dei cibi che ho assaggiato.

L’immondizia Si Porta Con Sé

Se sperate di trovare un cestino della spazzatura in Giappone nella maggior parte dei casi rimarrete delusi. Sporco? no! Semplicemente la spazzatura si smaltisce a casa propria o, nel caso dei turisti, in albergo.

Ovviamente ci sono delle eccezioni. Ogni negozio ha il proprio cestino della spazzatura per i clienti, se comprate qualcosa da mangiare ad un chioschetto è abitudine mangiare sul posto e buttare gli eventuali rifiuti nel cestino della spazzatura messo a disposizione dall’esercizio.

Viaggiare leggeri: i depositi bagagli ed i servizi di spedizione

Depositi bagagli a pagamento

Viaggiare senza Bagagli è il sogno di tutti ed in Giappone è possibile. Se non avete problemi di denaro potete partire dall’Italia con quello che avete indosso e poi sfogare il vostro istinto svaligiando le boutiques a Ginza! Restando coi piedi per terra potete adottare una delle soluzioni più semplici per godervi al meglio il vostro viaggio in Giappone: depositate i bagagli in un Coin Locker o li spedite a destinazione.

Gli armadietti per il deposito dei bagagli o Coin Lockers in Giappone sono molto popolari per depositare le valigie. Non doversi trascinare i bagagli in giro per la città dopo aver fatto il checkout è in effetti molto comodo, così come non dover per forza ritornare in hotel a riprendere i bagagli se vi trovate dall’altra parte della città e magari già vicini alla stazione. Complicato? Leggete il mio articolo sugli armadietti per il deposito bagagli e scoprirete che non lo è.

Servizio di spedizione bagagli, per viaggiare leggeri in Giappone senza spendere una fortuna

Se non state tornando a casa, ma la vostra destinazione è un’altra città del Giappone, invece di depositare il bagaglio in un Coin Locker o di trascinarvelo di stazione in stazione c’è la possibilità di farsi recapitare i bagagli direttamente in albergo alla destinazione successiva. Questa soluzione è molto popolare e il costo in genere contenuto, fra i 10 e i 20 euro, ma la comodità è massima. Trovate tutti i riferimenti per spedire i bagagli durante la vostra vacanza in Giappone nel mio articolo sul Takkyubin.

Takkyubin viaggiare senza bagagli in Giappone

Conclusione

Partire preparati ed informati vi eviterà ritardi e grattacapi, ma anche l’imprevisto è una parte del viaggio. E l’imprevisto è anche ciò che ricorderete meglio e potrete raccontare a distanza di tempo ad amici e familiari.

Perciò buttatevi e godetevi il viaggio!!

Faq Giappone

Ho bisogno di un visto per visitare il Giappone?

I cittadini italiani e di San Marino possono restare in Giappone fino a 90 giorni senza visto.
Per periodi più lunghi o scopi diversi si deve richiedere un visto presso l’ambasciata giapponese:
https://www.mofa.go.jp/about/emb_cons/over/europe.html

In Giappone posso usare le carte di credito o devo portare contanti?

La maggior parte dei negozi e dei ristoranti accetta le maggiori carte di credito, ma il Giappone è ancora basato molto sull’uso contanti. Può succedere che i negozi più piccoli o gli alberghi ryokan meno turistici accettino solo contanti.

Ci sono sportelli bancomat in Giappone?

In Giappone ci sono oltre 30.000 apparecchiature bancomat e anche alcuni uffici postali ne hanno uno all’interno. Sono accettate in genere le carte di debito delle reti Cirrus, Plus, Maestro e Visa Electron, oltre alle carte di credito Visa, MasterCard e American Express.

Posso usare il cellulare in Giappone?

L’uso del cellulare è possibile, ma i costi possono variare in base al gestore italiano. Prima di arrivare in Giappone, verifica la compatibilità del telefono ed i costi. E possibile inotre noleggiare o acquistare sim card e Wi-Fi con piani e costi variabili. Nella maggior parte dei principali aeroporti potete trovare questi servizi appena atterrati in Giappone. Potete anche acquistarne una da questo link prima di partire (verificate la compatibilità).

Posso acquistare un pass per il Treno

Esistono diversi pass ferroviari illimitati e, come menzionato in precedenza, in particolare il pass ferroviario JR Pass che copre una vasta area del Paese. Con questo pass è possibile viaggiare illimitatamente sulle linee JR tra cui lo shinkansen (tranne lo shinkansen Nozomi e Mizuho) . Oppure leggi la mia guida.

Quante ore di volo occorrono per andare in Giappone?

Con un volo diretto ci vogliono circa 12 ore per raggiungere il Giappone dall’Italia.

Di quante ore è la differenza di fuso orario fra l’Italia ed il Giappone?

l fuso orario è di +7 o +8 a seconda se in Italia sia in vigore l’ora legale o meno.

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

banner giappone

Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 09/08/2020
Il periodo migliore per un viaggio in Giappone - foto del monte Fuji di weiqi-xiong-wacnu6Q4NgI-unsplash

Il periodo migliore per un viaggio in Giappone

di Max Pubblicato: 01/08/2020
Giappone written by Max

Il periodo migliore per un viaggio In Giappone

Il periodo migliore per organizzare un viaggio in Giappone non esiste. O meglio, non esiste un periodo migliore per tutti e per ogni luogo. Ogni stagione ha i suoi pregi ed i suoi difetti, ma in Giappone ci si può andare tutto l’anno. Inoltre il Giappone ha un’estensione tale che il clima per ogni zona può essere molto differente.

Basti pensare che l’estremo nord di Hokkaido poggia più o meno sullo stesso parallelo di Milano, mentre la zona più meridionale (escludendo le isole più piccole) è all’incirca all’altezza del Cairo. Quindi per comodità farò riferimento all’isola centrale, Honshu, dove si trovano le città più importanti come Tokyo e Kyoto, Osaka e Hiroshima. Considerate quindi le mie indicazioni sul periodo migliore per un viaggio in Giappone queste località classiche.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Il periodo migliore per un viaggio In Giappone
  • Periodi di alta stagione per un viaggio in Giappone
  • Il periodo con il clima migliore per un viaggio in Giappone
  • Il periodo migliore per fotografare il Giappone
  • Conclusione: qual è il periodo consigliato per un viaggio in Giappone?
  • FAQ Clima Giappone
  • Per saperne di più sul Giappone

Periodi di alta stagione per un viaggio in Giappone

L’alta stagione di solito è a cavallo fra i mesi di marzo ed aprile, nel periodo della fioritura dei ciliegi o Hanami che letteralmente significa “Osservazione della fioritura dei ciliegi”.

Altri periodi di alta stagione per un viaggio in Giappone sono il mese di Agosto, sia per le tante festività, sia perché in molti paesi è periodo di vacanza. In misura molto minore l’autunno nel periodo in cui le foglie degli aceri diventano rosse (l’inglesizzato foliage).

In questi periodi è consigliabile aver organizzato il viaggio per tempo, perché i prezzi e le disponibilità potrebbero mostrare delle sorprese.

Il periodo con il clima migliore per un viaggio in Giappone

Durante l’estate, nei luoghi classici di Tokyo e Kyoto il clima è caldo e umido, in giugno e luglio le piogge possono essere frequenti, mentre al nord il clima è più piacevole e la natura spettacolare. A mio avviso, tenendo conto del flusso turistico e del clima non è questo il periodo migliore per un viaggio in Giappone
Settembre ed ottobre sono mesi comunque piovosi e durante i periodi delle piogge è anche possibile che si verifichino dei tifoni, ma la temperatura è più piacevole. I tifoni di solito non sono un grandissimo problema, ma sicuramente una scocciatura e solo occasionalmente possono provocare reali disagi ai visitatori.

In inverno il clima è secco e non troppo freddo, tranne che al nord e nelle zone montuose, che restano fredde anche fin oltre la metà di marzo e dove non è così raro incappare in una nevicata che rende il paesaggio delicatamente surreale.

Il periodo migliore per un viaggio in Giappone visita al catello di Matsumoto

Comunque se dovesse proprio fare freddo potete sempre ripararvi in qualche ristorante. A tal proposito documentatevi su cosa mangiare in Giappone, così arriverete preparati.

Il periodo migliore per fotografare il Giappone

La primavera è il momento forse più pittoresco dell’anno in quasi tutto il Giappone, la stagione dei fiori, che in questo paese significa soprattutto ciliegi a perdita d’occhio. Le montagne fino a tarda primavera sono ormai spoglie della neve e ancora brulle e prive di colori fino alla primavera inoltrata o all’inizio dell’estate.

L’estate è l’ideale per fotografare soprattutto il nord, fino ad Hokkaido, le giornate lunghe e le tanto ore di luce permettono di raggiungere luoghi meno accessibili e di fotografare i paresaggi montani, ma ancheluoghi vicini come la foresta di bambù a Kyoto

L’autunno coi suoi colori accesi infiamma i boschi ed i parchi e rende questa stagione molto interessante per i paesaggi anche per le prime nebbie che in alcune località rendono le fotografie anche più pittoresche.

In inverno i paesaggi bianchi in montagna e possono essere il momento migliore per un viaggio in Giappone alla ricerca dei Macachi che fanno il bagno nelle acque termali di Jigokudani vicino a Nagano.

In conclusione i paesaggi sono così vari che anche per questa domanda la risposta non può essere una risposta semplice, ma il periodo migliore per un viaggio in Giappone è sicuramente una domanda che avrà una risposta solo dopo un’accurata pianificazione.

Conclusione: qual è il periodo consigliato per un viaggio in Giappone?

Ok, come avrete capito i mesi più miti sono la primavera e l’autunno e sono anche i più spettacolari, la primavera per le sue fioriture e l’autunno per i suoi colori accesi ed infiammati, non a caso fra i mesi con maggiore afflusso.

Il periodo migliore per un viaggio in Giappone - foto del monte Fuji di weiqi-xiong-wacnu6Q4NgI-unsplash

In sostanza scegliere il periodo migliore per un viaggio in Giappone dipende anche dalle preferenze personali. Io non amo il freddo perciò consiglio da marzo a ottobre per godersi al meglio il viaggio liberi da ingombranti giacconi e giacche a vento.

Un grosso grazie a Weiqi Xiong per la fotografia qui sopra che è anche quella di copertina.

FAQ Clima Giappone

Che temperatura c’è in Giappone d’estate?

In Giappone Agosto è il mese più caldo in tutte le isole. La la temperatura media si aggira intorno ai 22 gradi ad Hokkaido, ai 24 °C nel nord di Honshu (l’isola di Tokyo), e ai 28 °C a Tokyo.

Qual è il periodo migliore per un viaggio in Giappone?

I periodi migliori per un viaggio in Giappone sono l’inizio della primavera e il tardo autunno. In queste stagioni il clima è più secco e le temperature più gradevoli, rispetto a quelle estive ed invernali.

Che temperatura c’è in Giappone d’inverno?

In Inverno le temperature medie dell’isola centrale variano tra i 2° e i 10°, il clima è secco e spesso è possibile osservare belle giornate di sole. É un periodo buono per viaggiare, ma non a Hokkaido, se non amate il freddo.

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 01/08/2020
Templi Kohfukuji, il Padiglione Dorato orientale

I Templi Kohfukuji e il Buddha della guarigione a Nara

di Max Pubblicato: 12/07/2020
Giappone written by Max

I Templi Kohfukuji a Nara ed il Budda della Guarigione

Il complesso di Templi Kohfukuji di fede Buddista si trova a Nara in Giappone. Il complesso è distante un’oretta di treno da Kyoto ed è noto soprattutto per la pagoda a cinque piani (che non sono riuscito a fotografare bene), per il Padiglione Dorato Centrale e per il Padiglione Dorato orientale con la statua del Buddha della Guarigione Yakushi Nyorai.

Storicamente, Kohfukuji aveva tre Padiglioni dorati. Il più antico ed importante era il Padiglione Dorato Centrale, così chiamato perché si trovava tra proprio al centro del Tempio. Erano chiamati Saloni o Padiglioni Dorati le strutture che ospitavano una o più icone buddiste. Queste immagini erano solitamente in oro o colorate d’oro cosicché la luce riflessa sui loro corpi illuminasse la sala con bagliori dorati, un’allegoria dell’insegnamento del Buddha che illumina il mondo con la luce della saggezza.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • I Templi Kohfukuji a Nara ed il Budda della Guarigione
  • Storia antica del Tempio Kohfukuji a Nara
  • Spostamenti e vicissitudini del Tempio Kohfukuji
  • Cosa vedere durante la visita al complesso di Templi Kohfukuji
  • Come arrivare al Tempio Kofukuji a Nara e quanto costa la visita
  • Il padiglione orientale ed il Buddha della Medicina
  • Le immagini del Padiglione d’Oro Orientale – Eastern Golden Hall
  • Yakushi Nyorai il Buddha della Medicina in Giappone
  • Conclusione
  • Proposte di Viaggio in Giappone
  • Fonti dell’articolo sul complesso di Templi Kohfukuji:
  • Per saperne di più sul Giappone

In questo articolo

Questo articolo riporta la storia del Tempio e tratta in particolare del Padiglione Dorato Orientale, Eastern Golden Hall. Questa è la parte più antica ed originale insieme alla Pagoda a Cinque Piani, mentre il resto è in gran parte stato ricostruito recentemente. Interessante anche il Salone Centrale che ospita l’antica Statua di Shaka Nyorai, il Buddha storico, che però non è trattato in questo articolo.

Il tempio Kohfukuji - scalinata di accesso
Il tempio Kohfukuji – scalinata di accesso

Storia antica del Tempio Kohfukuji a Nara

Il Tempio Kohfukuji fu costruito a Nara proprio quando questa divenne la Nuova Capitale. Al culmine del suo splendore il Tempio arrivò a contare circa 150 edifici.

La nascita del Tempio risale all’anno 669 d.C. quando Kagami no Okimi, moglie di Kamatari, fondatore della famiglia Fujiwara, fece costruire la prima cappella in una tenuta vicino a Kyoto come offerta per la convalescenza del marito. Le prime statue che Kagami fece posizionare all’interno della cappella furono quelle della Triade di Shaka (lo storico Buddha insieme ai due servitori) che il marito stesso aveva ordinato ad alcuni artigiani del posto.

Spostamenti e vicissitudini del Tempio Kohfukuji

Già nel 672, in seguito ad alcuni tumulti popolari il Tempio fu per la prima volta smontato e trasferito da a Yamashina Suehara a Umayasaka, ma fu nel 710 che il Tempio trovò la sua destinazione definitiva a Nara nella posizione attuale, dopo che questa divenne la nuova Capitale. Il Tempio, con il nuovo nome di Kohfukuji, letteralmente Il Tempio che genera benedizioni, col tempo si ingrandì e con continue donazioni crebbe fino ad essere considerato nel tempo fra i maggiori del regno.

Negli anni il complesso di Kohfukuji subì alterne vicende, fra splendori, restrizioni e carestie, ma il culmine della decadenza fu raggiunto nei primi anni del periodo Meji. Tra il 1868 ed il 1912 furono attuate violente campagne anti buddiste, il Tempio fu confiscato e buona parte del contenuto andò distrutto. Solo molto tempo dopo fu concesso ai devoti della religione Hosso di riappropriarsene e di utilizzarlo come luogo di culto.

Cosa vedere durante la visita al complesso di Templi Kohfukuji

Il complesso dei Templi Kohfukuji occupa un’ampia area facilmente accessibile dove c’è anche anche un piccolo museo che ospita numerose opere storiche interessanti. Fra queste la statua di Ashura con tre facce e sei braccia risalente all’anno 734, una delle statue buddiste più belle ed inusuali di tutto il Giappone. Ashura, originariamente un semidio della mitologia indiana, nella pratica Buddista è ritenuto protettore del Buddha e dei suoi insegnamenti. Questa figura (che nella mitologia Hindu è associato all’avidità ed all’ira), ha in genere sembianze spaventose, con capelli arruffati e denti simili a grandi zanne, mentre la statua conservata qui trasmette una sensazione di calma e di consapevolezza, diverso da come lo si potrebbe immaginare e per questo unica.

Il Padiglione Dorato Centrale

Dei padiglioni visitabili il Salone Dorato Centrale è l’edificio più importante e anche il più nuovo del complesso di Kohfukuji, ricostruito interamente nel 2018. L’attuale sala ospita un’immagine di Shaka Nyorai risalente al 1811 e le sculture originali di due Bodhisattva. Ospita inoltre la divinità Daikokuten e i Quattro re celesti, nonché un’immagine storica della dea Kisshoten (un adattamento alla fede Buddista della dea Induista Laksmi). L’elemento più particolare del Salone è il Pilastro Hosso, interamente coperto da grandi ritratti dei patriarchi della scuola Buddista di Hosso.

Il Padiglione Dorato Orientale

L’unico Padiglione Dorato che si presenta in gran parte originale è quello Orientale con il suo interno recuperato dalle varie distruzioni subite nel tempo, mentre la pagoda a cinque piani, anch’essa originale non è accessibile al pubblico. Le pagode sono un’eredità che deriva dagli stupa dell’antica India, e le origini possono essere identificate nei primordiali tumuli. Esse sono usate per custodire le reliquie del Buddha storico e sono un monito della presenza del Buddha stesso e del suo insegnamento.

La Pagoda a cinque piani

La pagoda a cinque piani del Tempio Kohfukuji è la seconda più alta del Giappone dopo quella del Tempio Toji di Kyoto ed è uno dei simboli di Nara. Essa ospita al suo interno le sculture dei Quattro Buddha delle Quattro Direzioni, ciascuna affiancata da due servitori in una tipica concezione Buddista Mahayana del tempo e dello spazio. Oltre alla pagoda a cinque piani nel complesso si trovano due sale circolari ed un’altra pagoda a tre piani.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Come arrivare al Tempio Kofukuji a Nara e quanto costa la visita

Il Tempio Kofukuji dista solo cinque minuti a piedi dalla stazione della ferrovia Kintetsu di Nara o 20 minuti dalla stazione JR. Il Tempio Kofukuji è raggiungibile dalla stazione JR anche con l’autobus, ma a piedi è una bella passeggiata. Inoltre, se scegliete la linea Kintetsu, appena usciti dalla stazione a destra c’è una via di negozi al coperto dove è possibile fare piccoli acquisti o assaggiare specialità locali. Proprio qui mi sono imbattuto in un piccolo locale che mi hanno indicato come uno dei migliori per gustare il Kakigori (o Shaved Ice, come spiego in questo articolo sul cibo in Giappone) – ma se volete potete anche prendere “solo” un costoso caffè.

Per visitare l’interno dei templi e del museo occorre pagare il biglietto d’ingresso, mentre la zona all’aperto è accessibile gratuitamente. Le biglietterie sono aperte dalle 9 alle 17 ed i prezzi variano per le visite singole dai 500 ai 900 yen. Il biglietto che cumula la visita a tutti i padiglioni e al museo costa di 1400 yen (marzo 2020).

Scalinata di ingresso al tempio Kohfukuji a Nara - 0001
Scalinata di ingresso al tempio Kohfukuji a Nara

Il padiglione orientale ed il Buddha della Medicina

Alcuni anni dopo la costruzione e lo spostamento del nucleo principale l’imperatore Shomu fece costruire il padiglione orientale come offerta e luogo di preghiera per la convalescenza della zia, l’imperatrice Gensho, ritaratasi a vita privata dopo una malattia. Dopo il completamento della costruzione intorno al 726, al suo interno furono posizionate tre statue raffiguranti la triade del Buddha della Medicina Yakushi Nyorai e dei suoi assistenti e fratelli Nikko e Gakko, rispettivamente la luce del Sole e la luce della luna.

Il tempio Kohfukuji brochure del Padiglione Dorato

Il Tempio ebbe alterne vicende e fu ripetutamente distrutto e ricostruito, prima nel 1017, poi nel 1046 e per la terza volta incendiato nel 1180 dai Taira. Lo Shogun Kamakura lo fece ancora ricostruire intorno al 1185, ma fu nuovamente distrutto da altri due incendi nel 1356 e nel 1411. L’edificio attuale è del 1415, un vero primato per un edificio in legno ed è classificato Tesoro Nazionale.

Le immagini del Padiglione d’Oro Orientale – Eastern Golden Hall

Yakushi Nyorai è il Maestro della Medicina o in alcuni casi anche Maestro della Medicina dalla Luce Lapislazzuli (Yakushiyuriko Nyorai). Conosciuto anche col nome sanscrito di Bhaisajyaguru è solitamente rappresentato seduto nella posizione del loto, ed il suo corpo è blu lapislazzuli. Come suggerisce il nome i suoi poteri sono quelli di aiutare nell’allungamento della vita e nella cura delle malattie, ma anche quello di riportare le creature sul giusto cammino spirituale, proteggendole nella pratica religiosa.

Yakushi Nyorai il Buddha della Medicina in Giappone

Il culto del Buddha della Medicina si diffuse in Giappone a partire dal settimo secolo e col tempo ha avuto molto seguito, sostituendosi in buona parte al culto di Ashuku, venerato nel primordiale culto dell’AdiBuddha, una delle tante correnti religiose legate alla figura del Buddha.

Per saperne di più sulle origini della religione Buddista puoi vedere questo articolo sulle origini ed i luoghi storici del Buddha, che ho scritto in occasione della mia visita a Sarnath in India

L’immagine all’interno del padiglione è di rame modellato su una struttura di argilla e fu costruita sul modello di un’immagine precedente, già copia dell’originale del periodo di Nara. Durante la ristrutturazione dell’edificio nel 1937 sotto la base del trono fu rinvenuta una testa, derivante dall’originale del 685. L’immagine, considerata perduta per anni ora è esposta nella sala del Tesori di Kohfukuji.

Altre figure all’interno del Padiglione Dorato

Altre figure all’interno sono ad esempio i 12 generali protettori del fedele e del Buddismo, emanazioni dello stesso Buddha, statue risalenti al XIII secolo. All’interno c’è un piccolo angolo dedicato alle Ema, le tavolette votive giapponesi, che sono a disposizione dei fedeli in apposite bustine al costo di una piccola offerta di 500 yen. All’interno di ciascuna busta ci sono due tavolette: una è da compilare con le proprie intenzioni ed il proprio nome o quello della persona cara, la seconda, elegantemente decorata è da tenere o regalare.

Come al solito con rispetto.

Il Buddha Dorato a Kohfukuji
Il Buddha Dorato a Kohfukuji (foto di Dariusz Jemielniak) (“Pundit”), CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Conclusione

La misticità del luogo, la storia e l’arte del luogo rendono la visita i Templi Kohfukuji una delle visite più interessanti di Nara, la cui estensione naturale è la visita al Parco dei Cervi. Ovviamente, vista la contiguità dei luoghi anche qui non è difficile incontrare o magari essere inseguiti da qualche cervo più intraprendente degli altri. Questa però è un’altra storia.. alla prossima!

Proposte di Viaggio in Giappone

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Giappone cultura antica e fascino moderno. Un viaggio attraverso le atmosfere più toccanti del Giappone. Si parte da Tokyo, la capitale: una grande metropoli con i suoi magnifici grattacieli. Visitiamo poi Hakone, un piccolo gioiello termale ai piedi del Fujiyama, incastonata nella splendida regione montagnosa che ospita il Parco Nazionale di Fuji-Hakone-Izu, distante solamente 1 ora e 30 minuti di treno da Tokyo. Immegiamoci nella tradizione a Kyoto, la città dei templi, con la sua storia millenaria e le sue tradizioni.
Infine Nara, con i suoi siti di straordinaria bellezza: il “Parco dei cervi” ed il Tempio Todaiji che ospita il Grande Buddha.

Giappone da Tokyo fino all’isola di Kyushu, un viaggio memorabile attraverso storia, modernità e panorami eccezionali. Tanti giorni per visitare alcuni dei luoghi più significativi del Giappone spingendovi oltre le mete più scontate.
Da Tokyo, città dell’avanguardia per eccellenza a Kyoto per assaporare l’atmosfera più tradizionale e “zen” del paese. Da qui, all’isola di Miyajima, con il suo santuario dedicato alla dea dei mari, costruito in parte nel mare con un torii rosso fuoco a poche decine di metri dalla riva. E poi via, verso sud, toccando le città di Nagasaki e Fukuoka, dove ammirerete il tempio Tocho-ji, famoso per la statua in legno di Buddha più grande del Giappone.
Infine un piccolo grande regalo: una crociera verso le isole Kujuku, dette le “99 isole”, di cui solo 4 abitate.

Dai un’occhiata agli altri viaggi individuali e tour di gruppo, per tutto quello che non trovi, chiedi a me!

Fonti dell’articolo sul complesso di Templi Kohfukuji:

  • Sito ufficiale https://www.kohfukuji.com/english.html
  • Sito Unesco https://whc.unesco.org/en/list/870/video
  • Bhaiṣajyaguru su Wikipedia
  • Fujiwara no Kamatari su Wikipedia
  • Documenti originali del Tempio reperiti in loco
  • Cartelloni esplicativi in loco

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 12/07/2020
Ganesh Pol Jaipur città rosa del Rajasthan

Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e le sue meraviglie

di Max Pubblicato: 29/06/2020
India written by Max

Visitare Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e il forte Amber ad Amer

La città di Jaipur, detta anche Città Rosa del Rajasthan fu fondata nel 1728 dal Maharaja Sawai Jai Singh II. Deve il nome di Città Rosa del Rajasthan al colore di molte delle sue abitazioni e di alcuni dei suoi monumenti.
Jaipur è una città relativamente recente e fu costruita con concezioni moderne, a partire dalla pianta originale della città, strutturata su una pianta rettangolare con ampi viali alberati e strade che si incrociano con angoli retti.
All’interno della città si trovano mercati e negozi artigiani generalmente raggruppati in modo omogeneo, creando così quartieri dedicati a ciascuna attività.

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

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Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Visitare Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e il forte Amber ad Amer
  • Monumenti e luoghi d’interesse di Jaipur, la città rosa
  • Il Jantar Mantar
  • Hawa Mahal o Palazzo dei venti, uno dei simboli della Città Rosa del Rajasthan
  • L’Amber Fort ad Amer, escursione facile da Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan
    • L’interno del forte
    • Foto di rito
  • Alloggiare negli antichi palazzi in stile Maharaja della Città Rosa
  • Escursioni in giornata alla ricerca della Tigre
  • Curiosità sulla Città Rosa del Rajasthan
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Faq Jaipur
    • Qual è il periodo migliore per visitare Jaipur?
    • Qual è il modo più veloce per raggiungere Jaipur?
    • Quanto ci vuole per andare da Delhi a Jaipur in auto?
    • Quali sono alcuni dei luoghi da non perdere a Jaipur?
    • Jaipur è sicura?
    • A Jaipur si può avere il Wi-Fi?
    • Funziona il mio cellulare a Jaipur?
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali
Jaipur città rosa del Rajasthan
io, all’ingresso della città

Monumenti e luoghi d’interesse di Jaipur, la città rosa

La Città Rosa del Rajasthan è ricca di monumenti interessanti e ben conservati, che testimoniano un’epoca di grandezza e prosperità, oltre a testimoniare come i regnanti avessero a cuore la cultura e lo sviluppo del luogo. Fra questi monumenti il Jantar Mantar è uno dei più interessanti, un osservatorio astronomico all’aperto con enormi strumenti in pietra e metallo precisi e funzionanti. Altri luoghi interessanti sono l’Hawa Mahal o Palazzo dei Venti ed altri dei quali fornisco un resoconto più dettagliato con le fotografie in questo articolo.

Per quella che è la mia esperienza Jaipur è una di quelle città che vale veramente la pena di visitare almeno una volta. Il fatto di essere inclusa nelle maggiori rotte turistiche toglie un po’ all’originalità del luogo, ma le meraviglie storiche ed architettoniche che si trovano nel raggio di pochi chilometri sono veramente notevoli.

Il Jantar Mantar

Il Jantar Mantar è un osservatorio astronomico a cielo aperto, sorprendentemente ben conservato e straordinariamente attuale, una di quelle opere ciclopiche delle quali sfortunatamente si è persa la cultura nei tempi moderni. La costruzione di questa meraviglia Patrimonio Unesco è dovuta alla passione del Maharaja Jai Singh che la fece costruire nel 1727.

E’ meraviglioso pensare come una persona appassionata di astronomia ci abbia lasciato opere così interessanti da resistere al passare dei secoli restando moderne e funzionanti!

Le costruzioni si trovano all’interno del parco dell’osservatorio ed ognuna ha una funzione di misurazione del tempo, della distanza, delle stelle, della stagione ed in ultima analisi, del funzionamento del nostro mondo. Curioso, ma neanche poi così tanto se si pensa alla terra, che moltissime delle costruzioni abbiamo al proprio interno qualcosa di circolare o sferico

Altre strutture simili si trovano a Delhi, Mathura, Ujjain e Varanasi, ma quello di Jaipur è il più imponente e quello con un grado di conservazione migliore.

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Hawa Mahal o Palazzo dei venti, uno dei simboli della Città Rosa del Rajasthan

L’Hawa Mahal (noto anche come Palazzo dei venti) è uno dei più bei palazzi e simboli della Città Rosa del Rajasthan. La facciata è costituita da un muro molto alto costruito in modo che le donne della famiglia reale potessero osservare le feste di strada senza essere viste dall’esterno.

Maharaja Pratap Singh
Maharaja Pratap Singh

Realizzato in arenaria rossa e rosa, come molti dei palazzi della cittadina, il palazzo si trova ai margini del City Palace e si estende agli alloggi delle donne reali.

La struttura venne fatta costruire nel 1799 dal Maharaja Sawai Pratap Singh su progetto di Lal Chand Ustad in forma di corona di Krishna, la divinità Induista.

La facciata di cinque piani è simile al favo di un alveare con oltre novecento piccole finestre chiamate Jharokha.

Per gli occhi più esperti e per gli appassionati, qui si notano mescolanze di architettura Indù Rajput e islamica Moghul; lo stile Rajput si trova nelle pensiline a cupola, nelle colonne scanalate, nei fiori di loto e altri motivi floreali, mentre quello Moghul si evidenzia nella lavorazione della pietra a filigrana e nel lavoro degli archi.

Una di quelle opere che hanno richiesto ingegno e che sono anche un po’ la dimostrazione della tolleranza e dell’ammirazione per le culture originarie del luogo da parte degli occupanti dell’epoca.

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L’Amber Fort ad Amer, escursione facile da Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan

Il Forte Amber (Amber Fort) è una fortezza che si trova ad Amer a una decina di chilometri da Jaipur in Rajasthan. Situata in posizione dominante sulla collina affacciata sul lago Maota, è stata inizialmente la residenza dei regnanti Rajpur. Oggi è una delle principali mete turistiche dell’area intorno alla Città rosa del Rajasthan, nonché patrimonio dell’umanità dall’UNESCO assieme ad altri cinque forti del Rajasthan.

L'amber for ad Amer
L’amber for ad Amer

La città di Amer venne in origine fondata da Raja Kakil Dev quando Amer divenne la capitale del suo regno intorno all’anno 1000. Successivamente la città ebbe il suo momento di crescita e splendore grazie a Raja Man Singh I, che governò tra il 1590 ed il 1614.

Il forte fu la residenza principale di Raja Man Singh, che ne promosse la realizzazione in stile indù, come testimoniano i suoi elementi artistici. La costruzione, quasi interamente realizzata in marmo e pietra arenaria rossa è formata da quattro sezioni distinte, ognuna posizionata su un diverso livello.

Ogni area ha una propria destinazione ed un proprio nome: la Sala Delle Udienze Pubbliche, chiamata Diwan-I-Aam, la Sala Delle Udienze Private, Diwan-I-Khas, il palazzo degli specchi, Sheesh Mahal. La vera perla e testimonianza del genio del costruttore è rappresentata dall’ultima sezione: il Sukh Niwas. Si tratta di una stanza dove la calura estiva veniva mitigata dai venti prodotti da una cascata artificiale creata all’interno del palazzo, un precursore dell’aria condizionata, ma sostenibile!

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L’interno del forte

Nel primo cortile s’ingresso si trova è l’ingresso al palazzo privato del Maharaja: La Porta di Ganesh o Ganesh Pol, dedicata a Ganesha per propiziarsi la divinità (vedi articolo su Ganesha).

Si tratta di una struttura con diversi affreschi, che fu costruita da Mirza Raja Jai Singh (1621–1627). Sopra questa porta si trova la Suhag Mandir. Da qui le signore della famiglia reale osservavano, attraverso finestre munite di grata, le funzioni che si svolgevano nel Diwan-i-Aam, la sala delle udienze pubbliche.

Ganesh Pol Amer Fort ingresso allo Sheesh Mahall
Ganesh Pol, nell’Amer Fort vicino a Jaipur, ingresso allo Sheesh Mahal. Qui Ganesh signore del buon auspicio troneggia sulla porta d’ingresso.

Il secondo cortile, su per le scale al primo livello, ospita appunto la sala delle udienze pubbliche.

Nel terzo cortile l’edificio a sinistra del cancello di ingresso è chiamato Jai Mandir, ed è impreziosito da pannelli di vetro intarsiati nei soffitti con specchi.

Gli specchi sono progettati in modo da brillare sotto il lume delle candele al buio. Conosciuto anche come Sheesh Mahal (Palazzo degli specchi), con i suoi mosaici di specchi e vetri colorati è uno spettacolo per i visitatori.

Sheesh Mahal
Sheesh Mahal

Foto di rito

Le guide non mancheranno di farVi una foto in uno degli specchi dove vedrete riflessa la vostra immagine e una parte del palazzo, ma io ve la risparmio.. 😉

Alloggiare negli antichi palazzi in stile Maharaja della Città Rosa

Per godersi al meglio il soggiorno a Jaipur cosa c’è di meglio di alloggiare in un antico palazzo in stile Maharaja?

Se questo sia poi un vero palazzo antico riadattato ad albergo od una riproduzione per motivi di business lo scoprirete nella maggior parte dei casi solo soggiornandoci. Se sceglierete bene l’ambiente può essere molto suggestivo.

Anche le danzatrici in molti casi allieteranno la vostra cena in una delle moltissime terrazze all’aperto situate sugli attici dei palazzi, contribuendo a ricreare l’atmosfera particolare dell’India dei Maharaja.

Se poi siete fortunati sarà la sera dei fuochi d’artificio per festeggiare un matrimonio.

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Escursioni in giornata alla ricerca della Tigre

Se siete in vena di avventure potete sfruttare l’occasione per tentare di osservare l’affascinante e misteriosa tigre del Bengala nel suo habitat naturale, nel Parco Nazionale di Ranthambore, in una memorabile escursione di un giorno da Jaipur. Si tratta di un parco e non di uno zoo, quindi l’avvistamento non è garantito (ricordatevelo), ma è sempre molto probabile. Durante il viaggio si potranno anche incontrare leopardi (difficile, ma possibile), cervi, orsi e vari uccelli che popolano il Parco Nazionale di Ranthambore in un safari di mezza giornata nella giungla con un veicolo aperto.

Curiosità sulla Città Rosa del Rajasthan

Jaipur è una città che ha in serbo anche molte curiosità come ad esempio incantatori di serpenti o artisti di strada che riproducono disegni elaborati con l’henné, vale la pena di essere curiosi. Non lasciatevi prendere dalle esperienze troppo turistiche, ma negarle del tutto per essere “diversi ad ogni costo” significa anche perdere un po’ quello che è il cuore di un viaggio.

La soluzione è sperimentare con spirito (non troppo) critico e cercare di cogliere quello che ogni esperienza può insegnare. E se dovesse capitare di cadere “vittima” di qualche trappola per turisti sfrutta il momento. Come dice il Dalai Lama: “quando perdi, non perdere la lezione”. Prova a questo proposito a dare un’occhiata alla mia esperienza con il Santone in Sulawesi.

E’ sempre un’ottima opportunità per fare amicizia con nuove persone, non fosse altro che per scattare una foto.

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Appena nascoste dai sentieri battuti si vedono montagne di rifiuti.. dove c’è sempre qualcuno che trova qualcosa di interessante, non fosse altro che un luogo per riposare. Anche questa può essere l’occasione per una foto suggestiva, d’altro canto non si viaggia per conoscere le differenze di cultura?

Rifiuti a Jaipur
Rifiuti a Jaipur

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

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Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Faq Jaipur

Qual è il periodo migliore per visitare Jaipur?

Il periodo migliore per visitare Jaipur va da ottobre a marzo, quando capitano solo piogge occasionali ed il clima è piacevolmente mite

Qual è il modo più veloce per raggiungere Jaipur?

Il metodo più veloce per raggiungere Jaipur è in aereo, dall’aeroporto internazionale Indira Gandhi di Delhi in circa un’ora. Una volta raggiunto l’aeroporto di Jaipur a Sanganer, puoi noleggiare un taxi per la destinazione desiderata.

Quanto ci vuole per andare da Delhi a Jaipur in auto?

Per andare da Delhi a Jaipur in auto occorrono fra le cinque e le sette ore a seconda del traffico.

Quali sono alcuni dei luoghi da non perdere a Jaipur?

Quando sei a Jaipur, non puoi perderti l’Hawa Mahal o Palazzo dei Venti, il City Palace, il Jantar Mantar (osservatorio astronomico) e l’Amber Fort.

Jaipur è sicura?

Sì, la città è considerata abbastanza sicura, tuttavia, come in tutte le grandi città, meglio sempre fare attenzione soprattutto nei mercati affollati e di notte.

A Jaipur si può avere il Wi-Fi?

Come in tutte le grandi città del paese, quasi tutti i ristoranti e gli hotel offrono connessione Wi-Fi gratuita o Internet a banda larga.

Funziona il mio cellulare a Jaipur?

Il cellulare funziona, ma conviene chiedere i costi prima di partire al proprio operatore. Per quanto riguarda il piano dati, di solito è conveniente acquistare una scheda SIM locale. Se il tuo cellulare la supporta puoi provare questo piano dati eSim molto conveniente (attenzione solo internet -niente chiamate o messaggi)

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 29/06/2020
Sulawesi incontro con il Santone

Il Santone della Roccia Sacra in Sulawesi

di Max Pubblicato: 27/06/2020
Indonesia written by Max

Il Predicatore della Roccia Sacra in Sulawesi

Un giorno durante un viaggio in Indonesia fummo attratti da un Predicatore che accoglieva i devoti presso una Roccia Sacra, nel nord del Sulawesi. Pur avendo davanti agli occhi ben chiaro il fatto che il tipo fosse un po’ strano, volli avvicinarmi e parlargli.

Il Predicatore – europeo – era attorniato da una piccola folla di seguaci accalcati intorno alla  Roccia Sacra. La Roccia era contenuta in una specie di vasca, come una piscina, ma senz’acqua. All’interno oltre alla Roccia c’erano il Predicatore ed i suoi assistenti, mentre i fedeli stavano un metro  più in alto, appoggiati ai bordi della “piscina”. Sulla Pietra c’erano delle immagini di Cristo, ma l’atmosfera era un po’ pagana mentre i vestiti del Santone avevano un non so che di Cinese. Completava il look una splendida bandana con una scritta indecifrabile, un mix ottimo per attrarre le folle.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Il Predicatore della Roccia Sacra in Sulawesi
    • Racconta i tuoi desideri alla Roccia sacra
    • Ci proviamo anche noi?
  • Per saperne di più sull’Indonesia

Racconta i tuoi desideri alla Roccia sacra

Ognuno aspettava il suo turno per scendere all’interno e toccare la Roccia Sacra. Il Santone chiedeva ad ogni nuovo arrivato cosa desiderasse dopodiché lo toccava, lo benediva e pronunciava una formula per la guarigione o le indicazioni per conseguire il proprio desiderio. Prima di ogni colloquio beveva da una bottiglia che conteneva un liquido scuro e torbido e dopo aver pronunciato le sue formule, con un colpo di tosse faceva uscire dalla bocca una piccola pietra colorata, che  consegnava al devoto e che raccomandava di portare sempre con se’. La pietra doveva essere anche utilizzata per compiere un rituale ogni mattina oppure ogni volta che se ne sentisse la necessità.

Sulawesi incontro con il Santone

Ci proviamo anche noi?

Sabrina ovviamente era scettica, anch’io, ma la convinsi ad andare a parlarci. Lei raccontò al Santone che soffriva di un dolore costante alla cervicale. Lui pronunciò le sue frasi di rito, le massaggiò la fronte e poi chiamò un’assistente che fece a Sabrina un massaggio al collo con una crema profumata. Prima di lasciarla andare il Predicatore tossì e sputò la pietra dicendo di utilizzarla per purificare l’acqua prima di berne un bicchiere ogni mattina.

Ce ne andammo dopo aver ringraziato e – forse – aver lasciato un’offerta. In realtà non ricordo se lasciai un’offerta, ma di solito lo faccio e quindi presumo di averla lasciata.

Sulawesi incontro con il Santone

Sulla strada del ritorno Sabrina mi confessò che mentre l’assistente del Santone la stava massaggiando aveva sentito un calore avvolgerle la testa e si disse convinta che fosse a causa dell’unguento.

Non ci crederete, ma il dolore alla cervicale non è mai ricomparso, almeno non nei modi in cui era solito manifestarsi prima. Per quanto potrete immaginare non usammo mai le pietre per purificare l’acqua (le pietre sono due, ne ho una anche io), ma sono gelosamente conservate sulla mia scrivania di casa proprio alla base del computer..

Sulawesi incontro con il Santone

Per saperne di più sull’Indonesia

L’Indonesia è nota soprattutto per le spiagge ed i fondali di corallo, per i molti vulcani attivi e per la fauna. Orangutan, Tigri e Rinoceronti a Sumatra, i Draghi a Komodo e poi ancora Bali con la sua misticità e Giava con la sua Cultura ed arte antica fanno di questo paese un universo da esplorare.

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Scopri le meraviglie di Sumatra visitando gli Orangutan di Sumatra e gli gli elefanti di Tangkahan. Oppure esplora il Sulawesi con i Macachi Neri di Tangkoko ed i riti ancestrali di Toraja.

Ciao, a presto!

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Pubblicato: 27/06/2020
Le caste in India e gli intoccabili Dalit

Le caste in India e gli Intoccabili Dalit

di Max Pubblicato: 22/06/2020
India written by Max

Le caste in India e la situazione odierna degli Intoccabili (o Dalit) hanno origini antiche e una legittimazione religiosa. Nel tempo il sistema delle caste si è stratificato nella società e ne ha scolpito la struttura, apportando in alcuni casi stabilità ed in altri motivo di dissidio. Il tutto condito dalle storture tipiche di ogni sistema.

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Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • L’origine sacra delle caste in India
  • Le principali caste in India.
    • La quinta casta degli Intoccabili
  • Fondamenti storico-culturali e religiosi delle caste in India
    • Reincarnarsi in un Dalit
  • Conseguenze, diritti e doveri dell’appartenenza ad una casta
    • L’appartenenza ad una casta in India comporta regole che contribuiscono a preservare il sistema castale.
  • Le caste nell’era moderna del dopo Gandhi
    • Il Mahatma riconosceva il valore del sistema delle caste in India
    • Le caste viste da un Dalit
  • Le caste in India Contano
  • Le caste in India e la pace sociale
  • Gli impegni per ridurre le diseguaglianze sociali causati dalle caste in India
  • La situazione dei Dalit oggi
    • Soprusi a chi appartiene alla casta degli Intoccabili
  • Le caste e gli Intoccabili Dalit al di fuori dall’India:
  • Conclusione
  • Faq sulle Caste in India
    • Quante sono le caste in India?
    • Quali sono le Caste in India?
    • Cosa significa Dalit?
    • Chi erano gli intoccabili?
    • Chi sono i Paria?
    • Chi è un Bramino?
Le caste in India e gli intoccabili Dalit
Traghetto in Gujarat

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L’origine sacra delle caste in India

Per capire le caste in India occorre fare un passo indietro e rifarci al mito della Creazione nella cultura Induista. Nella tradizione induista il Purusha è l’Uomo Universale, una proiezione della Coscienza Universale, un Essere Supremo e immateriale. Per essere reso comprensibile alla maggior parte della popolazione, questa Coscienza Universale è rappresentata a volte in forma umana.

Essa viene descritta nel Purusha Sukta, un Testo Sacro che tratta della creazione e che fa parte dei Rigveda, una raccolta di testi religiosi fondamentali dell’Induismo. Purusha viene descritto come una realtà che copre spazio e tempo, solo in parte manifesto. Egli partecipa al processo della creazione come vittima sacrificale perché dal suo sacrificio nasca il mondo che noi conosciamo.

Dopo il sacrificio il suo corpo con cento teste viene smembrato e dalla sua bocca nascono i bramini, dalle sue braccia i re ed i guerrieri, dalle gambe i mercanti ed i contadini e dai suoi piedi servitori e braccianti, le quattro caste dell’India considerate come suddivisione primaria.

Questa fu l’origine sacra delle caste, il ChaturVarna.

Le principali caste in India.

Ad oggi le caste in India sono tantissime e suddivise in migliaia di sottocaste, ma le principali rimangono quelle dettate dai Veda

infografica le caste in India
Infografica sul sistema di caste in India
  1. I Bramini, creati dalla bocca di Purusha. Il fatto che siano allegoricamente collegato alla bocca conferisce loro il potere della parola. Essi in antichità erano sacerdoti, oggi in genere detengono oltre a cariche religiose, anche incarichi politici.  A loro è associato il colore bianco, o Varna Bianco, dove Varna significa colore. Il bianco è simbolo di luce e purezza.
  2. Creati dalle braccia gli Ksatriya, sono i guerrieri e difensori della società. il Varna di riferimento è il rosso, che simboleggia energia e passione.
  3. Destinati a lavorare in quanto creati dalle cosce di Purusha, i Vaisya sono contadini e artigiani ed il loro Varna è il giallo, associato al colore della terra.
  4. Chi poteva essere addetto alle mansioni più umili se non che veniva dai piedi di Purusha? I Sudra infatti hanno il compito di servire ed anche il Varna loro assegnato non è allegro: il nero, simbolo dell’oscurità

La quinta casta degli Intoccabili

Al di sotto di queste classificazioni ci sono gli Intoccabili o impropriamente Paria, detti anche Avarna o Dalit. Dal 1950 il termine Pariah o Intoccabile non può essere più usato per legge, al suo posto è comparso il termine Dalit, che significa più o meno “persona svantaggiata”. Anche in India piacciono i giochi di parole. Sono persone in genere diverse o disagiate, ma a volte possono essere i malati, le persone disabili le persone di diversa religione e anche le tribù degli Adivasi, le comunità tribali antiche. Di queste ultime parlo per esempio negli articoli su Orissa incontro con la tribù Dongria Kondh, La tribù Bonda delle colline dell’Orissa, Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate.

Nel tempo le quattro originali caste in India (o cinque se comprendiamo gli Intoccabili) si sono frammentate in una miriade di sottocaste, che nella quotidianità vanno sotto il nome Jati, una questione di nascita. Questa frammentazione è dettata da ragioni geografiche, storiche, etniche, linguistiche e preservata dall’endogamia. I nomi che si usano oggi per definire le Jati sono in genere nomi dei mestieri, della tribù, di una setta o del luogo nel quale vivono, diversi fra una parte e l’altra dell’India

Le caste in India, raccoglitrici di peperoncini in Gujarat
Raccoglitrici di peperoncini in Gujarat, dispongono i peperoncini a seccare all’aperto.

Fondamenti storico-culturali e religiosi delle caste in India

Le caste in India sono nate come stratificazioni di gruppi razziali, professionali e sociali dai limiti invalicabili per i motivi meglio spiegati nel paragrafo successivo. Questa suddivisione rispondeva ad una precisa necessità storica di sottomissione e dominio dei popoli aborigeni di pelle scura da parte degli invasori indo–afghani.

La religione Induista, con la teoria della reincarnazione nel tempo ha contribuito a preservare il sistema delle caste e per certi versi lo ha anche legittimato, contribuendo quindi a renderlo un fatto socialmente accettabile. Infatti secondo l’Induismo se un individuo nasce in una certa casta, questo è il frutto del suo comportamento, delle sue azioni, del suo Karma nella vita o nelle vite precedenti Nascere in una casta alta significa aver avuto un comportamento virtuoso nella vita precedente, diversamente dal nascere in una casta più bassa.

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Reincarnarsi in un Dalit

Se un tuo avo si è comportato male, se ha commesso azioni riprovevoli, questo è il motivo per il quale ora ti trovi nel corpo di un Paria, un fuoricasta, un Dalit.

Il mezzo per passare da una casta all’altra è una vita condotta in armonia, facendo il proprio dovere secondo la casta di appartenenza e preparandosi alla reincarnazione in una casta superiore. L’alternativa è raggiungere il Nirvana e non reincarnarti più, ma questa è un’altra storia.

Il fatto di appartenere per tutta la vita alla stessa casta in India è stato un po’ croce e delizia per questo paese. Infatti non avere la possibilità di migliorarsi per molti significa accettare il proprio destino e non avere stimoli per progredire. Allo stesso modo però sapere di dover fare il proprio dovere per una ricompensa in una vita futura significa anche cercare di adempiere nel presente ai propri compiti in maniera eccellente, essere in qualche modo orgogliosi del proprio lavoro.

Conseguenze, diritti e doveri dell’appartenenza ad una casta

L’appartenenza ad una determinata casta in India comporta per l’individuo tutta una serie di conseguenze materiali che determinano o quantomeno determinavano il destino dell’individuo. Le varie sottocaste col tempo hanno finito per essere una sorta di classificazione in base al mestiere svolto. Il fatto di nascere in una determinata casta e/o sottocasta determina o almeno determinava il mestiere dell’individuo per la vita.

L’appartenenza ad una casta in India comporta regole che contribuiscono a preservare il sistema castale.

  1. Forse la più importante è l’endogamia, l’usanza di sposare persone della stessa casta. La maggior parte delle persone sceglie il proprio compagno o la propria compagna per convenzione e anche un po’ per obbligo all’interno della casta alla quale appartiene. Ad oggi solo il 5% circa dei matrimoni in India avviene fra persone di casta differente.
  2. Quasi tutte le persone all’interno della casta come dicevo prima svolgono la stessa attività o mestiere.
  3. All’interno della casta si osservano in genere tutta una serie di riti religiosi, abitudini e regole comuni. Nella maggior parte dei casi anche la dieta risulta in gran parte condivisa o perlomeno particolare e con una radice comune.
  4. Il passaggio da una casta all’altra non è contemplato nella vita terrena, ma il passaggio è possibile solo con la reincarnazione, a meno che un comportamento particolarmente grave non faccia passare la persona a far parte della schiera degli Intoccabili.

Le caste nell’era moderna del dopo Gandhi

Il Mahatma riconosceva il valore del sistema delle caste in India

Anche il Mahatma Gandhi era più o meno della mia opinione – o meglio io sono della sua. Egli affermò in più di un’occasione che le caste avevano salvato l’induismo dalla disintegrazione, seppur con delle storture. Gandhi pensava che il sistema delle caste in India fosse una garanzia di ordine. Egli riteneva importante che ognuno avesse un suo ruolo preciso nella società, ma senza che questo comportasse un ordine gerarchico e una sottomissione dei più deboli.

L’unica stortura dei Dalit, poteva essere risolta accogliendo queste persone e reintegrandole nel sistema delle caste. Quello che Gandhi non ammetteva infatti era la discriminazione verso gli Intoccabili.

C'è anche chi non è d'accordo, leggi l'opinione di una scrittrice famosa sul corriere. (Arundhati Roy, la scrittrice de Il dio delle piccole cose*)

Le caste viste da un Dalit

Di diverso avviso invece Bhimrao Ramji Ambedkar conosciuto anche come Babasaheb, altro padre della costituzione.

La storia di Babasaheb era diversa. Pur con una buona formazione alle spalle e proveniente da una famiglia di tradizioni militari, egli scoprì che le radici della sua famiglia erano quelle dei Dalit, dei fuoricasta. La sua famiglia infatti discendeva da una stirpe di antica religione buddista che in passato non aveva voluto convertirsi all’Induismo e per queste messa ai margini della società. Sempre una questione di religione, anche qui..

Per questo motivo Ambedkar portò avanti una lotta per l’abolizione del sistema Chaturvarna — dei quattro Varna — e contro il sistema castale nella sua quotidianità.

La sua battaglia finì con un successo pur senza addivenire all’abolizione delle caste. Grazie anche al suo impegno l’Articolo 17 della Costituzione Indiana del 1950 vietò il concetto di intoccabilità e tutto ciò che ne derivava. Da allora, non è più ufficialmente consentito discriminare una persona in base alla sua presunta casta di appartenenza.

Le caste in India e gli intoccabili Dalit
Il capo di un villaggio Gaga sulla strada per Dwarka

Le caste in India Contano

Una testimonianza di come il sistema delle caste in India sia vivo lo testimoniano fatti recenti e ufficiali.

Il censimento indiano del 2011, ha tentato di stimare la situazione socioeconomica e la casta degli abitanti per la prima volta dal 1931. Siccome non erano state date linee guida, la risposta è stata eterogenea ed ha portato al censimento di una miriade di caste e sottocaste rendendo difficile un’aggregazione. Per il nuovo censimento del 2021, il governo ha invece considerato un censimento delle caste basato su un elenco ufficiale di caste svantaggiate dal punto di vista sociale ed educativo (chiamato OBC – https://en.wikipedia.org/wiki/Other_Backward_Class ) , delle quali ciascuno stato dovrebbe fornire un elenco. In realtà il questionario pubblicato a luglio 2019 non riportava questo dato a causa di alcuni dissidi, ma alcuni stati fra cui Orissa, Bihar e soprattutto Maharastra ne caldeggiano la necessità, così come alcuni ministri (fonte Times of India marzo 2020).

Ancora nel 2022 la questione è dibattuta, perché il censimento del 2021 non si è ancora tenuto e probabilmente si terrà nel 2023 (fonte). Pare che nel questionario del censimento del 2021 (che verrà introdotta una categoria “altre classi svantaggiate” che in sostanza non soddisfa nessuno (fonte wikipedia)

Le caste in India e la pace sociale

La formale abolizione delle caste in India ha fatto scattare ed in alcuni casi addirittura scatenato un desiderio di rivalsa. La possibilità di fare il salto di classe già nella stessa vita ha portato l’India sonnacchiona ad una competitività che non conosceva in passato, minando di fatto lo spirito tollerante e mistico del paese, questo almeno è quanto accade agli occhi di un occidentale. La visione è semplicistica e forse anche un po’ romantica, ma il problema sociale è molto più complesso.

La situazione Odierna è comunque diversa fra diverse parti del paese, fra nord e sud e fra stato e stato. Al sud ad esempio, dove sono stati destinati maggiori investimenti nel campo dell’istruzione delle classi più deboli, queste hanno potuto beneficiare del boom economico ed oggi non è infrequente trovare a capo delle aziende, soprattutto informatiche, persone che un tempo ai margini della società.

In altre regioni, soprattutto al nord, invece le classi svantaggiate hanno cercato soprattutto di entrare a far parte della politica, accaparrandosi i voti di alcune parti delle masse, senza peraltro restituire un vero vantaggio per gli elettori, soprattutto per il loro scarso livello di cultura.

Gli impegni per ridurre le diseguaglianze sociali causati dalle caste in India

Vero è che nel tempo grazie agli impegni della classe politica è stato istituito un sistema di quote per favorire le caste più basse, che prevede che oltre il 20% degli impieghi pubblici sia riservato a loro. Per contro questo non ha creato grossi vantaggi e, a quanto dicono alcuni oppositori, nemmeno equità sociale. Infatti persone che avrebbero la possibilità e le competenze per aspirare ad un pubblico impiego si vedono scavalcati da persone con livelli di istruzione più bassa perché inclusi nelle percentuali riservate.

In alcuni casi paradossalmente alcuni ricchi Dalit riescono ad accedere per esempio a cariche nelle università senza passare dai concorsi pubblici, proprio per le quote a loro riservate, a scapito di persone più qualificate. In passato ci sono state addirittura manifestazioni promosse da coloro che un tempo erano quelli che discriminavano contro i “discriminati”. Un paradosso?

Molto probabilmente i benefici di questo sistema saranno visibili in un ottica di medio termine perché daranno modo ai figli di queste persone favorite dal sistema delle quote di avere un’istruzione migliore e di conseguenza un miglioramento a livello generale

Nonostante tutto questo ad oggi oltre il 70% delle cariche più prestigiose dello stato sono occupate dai bramini che rappresentano meno del 5% della popolazione, ma è anche vero che K.R. Narayanan, presidente dell’India dal 1997 al 2002 era un Dalit. Anche i Dalit votano

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La situazione dei Dalit oggi

Gli Intoccabili oggi sono circa il 12% della popolazione (aspettando i dati del censimento del 2021 ci affidiamo ai dati ufficiali del 2011), il che significa circa oltre 140 milioni di persone, circa la metà della popolazione considerata oltre la soglia di povertà che si stima in oltre 300 milioni di persone.

Il termine “Intoccabili” oggi in buona parte abbandonato deriva dal fatto che in passato toccare una di queste persone poteva essere contaminante. Essi infatti erano dediti ad attività che avevano a che fare con la morte o con le pulizie o con altre attività viste come sporche. Si temeva che per loro tramite le persone potessero essere in qualche modo contaminate. Addirittura in alcune regioni si credeva che la semplice vista non fosse consigliabile, pertanto queste persone quando passavano per la strada dovevano gridare per farsi riconoscere cosicché la gente potesse evitarli. Alcuni invece erano obbligati a portare un campanellino alla caviglia, come testimoniano alcuni scritti di esploratori europei già nel 1500.

A volte il termine Intoccabili viene tradotto con Pariah, che in realtà sono solo una parte della moltitudine di termini usati per ciascuna delle sottocaste nelle quali sono divisi.

Soprusi a chi appartiene alla casta degli Intoccabili

In India in media ogni giorno ci sono più o meno 100 soprusi a carico dei Dalit, uno ogni quarto d’ora. Si tratta di omicidi, stupri e violenze di ogni genere, che in gran parte rimangono impuniti. La maggior parte avvengono nei villaggi, ma anche nelle grandi città.

Il problema non si risolve con le leggi, ma con la cultura. Siamo sicuri che il consumismo e la presunta equità basata sulla concorrenza sia la soluzione non invece il preludio ad un tipo diverso di discriminazione basata sul denaro anziché sull’appartenenza alle caste?

La povertà è un modo di discriminare forse anche peggiore delle caste.

Le caste in India e gli intoccabili Dalit
Di solito per i lavori più duri vengono assunte persone delle caste più basse.

Le caste e gli Intoccabili Dalit al di fuori dall’India:

Anche al di fuori dell’India troviamo la pratica della divisione o della classificazione in caste e questa convenzione sociale porta anche in questi paesi a delle storture ed a creare degli Intoccabili. Si riscontra un sistema catastale in Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Sri lanka e molti paesi del sudest asiatico. Qui i nomi degli Intoccabili erano diversi: in Corea Baekjeong, in Giappone Burakumin, in Tibet RaFaqgyabpa. Anche l’Europa non è stata esente da fenomeni di questo genere. L’esempio più eclatante sono stati i Cagots, presenti in tutta Europa fino al diciottesimo secolo e forse oltre. Localizzati soprattutto nel sud della Francia e nei Paesi Baschi. Queste famiglie hanno subito per secoli forti discriminazioni per i motivi più disparati, legati principalmente a superstizioni e ad un loro presunto legame con la diffusione della lebbra. Anche qui l’appartenenza ad una famiglia era segno di un destino.

Conclusione

Siamo fortunati ad esser nati dove siamo nati?

Io mi ritengo fortunato soprattutto di poter scegliere, le discriminazioni esistono anche nel nostro paese, ma in un contesto di libertà sostanziale. Siamo legati con un filo d’oro.

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Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Faq sulle Caste in India

Quante sono le caste in India?

In India ci sono quattro caste principali e moltissime sottocaste.

Quali sono le Caste in India?

Le quattro caste principali sono quelle dei sacerdoti (brahmana), dei guerrieri (ksatriya), dei mercanti e degli artigiani (vaisya), dei servi (sudra).

Cosa significa Dalit?

Il termine dalit significa più o meno oppresso, un termine contemporaneo, utilizzato per sostituire l’antico termine di intoccabili

Chi erano gli intoccabili?

Un tempo erano chiamati intoccabili coloro che per tradizione sono erano destinati a svolgere attività considerate impure, come la concia delle pelli, la manipolazione di cadaveri o le pulizie.

Chi sono i Paria?

Paria è un termine improprio per definire i Dalit e per estensione per definire un emarginato. Il termine fu introdotto dagli inglesi storpiando il significato di una casta indiana del Tamil Nadu.

Chi è un Bramino?

Secondo la tradizionale divisione in quattro caste della società induista, il bramino, detto anche bramano o brahmano, è un membro della casta sacerdotale.

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 22/06/2020
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