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Articoli Recenti

Bagno con gli elefanti di Tangkahan

Il bagno con gli elefanti di Tangkahan, Sumatra Indonesia

di Max Pubblicato: 28/11/2019
Indonesia written by Max

Il bagno con gli elefanti a Tangkahan

Perché farlo o perché non farlo

(più un piccolo bonus Video)

Il bagno con gli elefanti a Tangkahan sta diventando sempre più popolare fra le persone che visitano Sumatra. Fra le ragioni di questa popolarità ci sono la voglia di avvicinarsi a questi animali fantastici, magari coltivata fin da bambini (come la mia), la relativa facilità di accesso dall’aeroporto di Medan e non ultimo il fatto che la visita possa essere abbinata ad un trekking per l’avvistamento degli orangutan magari a Bukit Lawang, che dista solo un paio d’ore d’auto.

Tempo di lettura stimato: 10 minuti

Indice

  • Il bagno con gli elefanti a Tangkahan
    • Perché farlo o perché non farlo
      • (più un piccolo bonus Video)
  • Tangkahan, dove si trova
  • Il villaggio di Tangkahan
  • Conoscere la storia prima di fare il bagno con gli elefanti di Tangkahan
  • Conoscere i danni della deforestazione a Sumatra
  • Cosa fanno gli Elefanti
  • Cosa puoi fare Tu facendo il bagno con gli elefanti a Tangkahan
  • Perché rifarei il bagno agli elefanti a Tanghakan, Sumatra
  • Una considerazione sulle critiche
  • Le verità non apparenti
  • E adesso la mia esperienza con gli elefanti di Tangkahan
  • La parte migliore del bagno con gli elefanti di Tangkahan
  • Video degli elefanti di Tangkahan

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Il villaggio di Tangkahan sul fiume
Il villaggio di Tangkahan sul fiume

Tangkahan, dove si trova

Il villaggio di Tangkahan è un angolo di paradiso incastonato nel parco nazionale di Gunung Leuser, sulle rive del fiume Kualsa Buluh. Siamo alle porte della foresta pluviale, nel nord di Sumatra in Indonesia.

Partendo da Bukit Lawang di prima mattina e guidando su una strada accidentata e spesso infangata attraverso piantagioni di olio di palma e villaggi tradizionali si giunge al villaggio in un paio d’ore. Partendo dall’aeroporto di Medan calcolate invece 4-5 ore inclusa una sosta per un pranzo lungo la strada.

Il villaggio di Tangkahan

Prima di fare il bagno con gli elefanti di Tangkahan si giunge al piccolo villaggio, dove è possibile scegliere fra diverse sistemazioni e dove quasi sicuramente qualche guida locale più o meno autorizzata verrà a proporvi diverse attività, ovviamente se non avete già prenotato per conto vostro prima di arrivare.

Infatti oltre al bagno con gli elefanti di Tangkahan o alla gita a dorso di elefante è possibile organizzare anche trekking nella foresta pluviale.

Aspettatevi un posto più selvaggio e meno “turistico” di Bukit Lawang, non per questo meno affascinante, ma sicuramente non troverete tante bancarelle o negozietti. Il luogo è perfetto per un po’ di relax.

Quasi tutte le strutture si trovano al di là del fiume Buluh, pertanto se soffrite di vertigini preparatevi psicologicamente ad affrontare l’attraversamento di un ponte sospeso lungo un centinaio di metri, solido, ma traballante. Se avete difficoltà chiedete a qualcuno di portarvi il bagaglio, una piccola spesa che va a favore della comunità.

E ora chiudete gli occhi (?) trattenete il respiro e.. in bocca al lupo!

Una piccola digressione per i biellesi come me. Quando ho visitato il posto era la stagione delle piogge - quindi bassa stagione - ed era quasi tutto chiuso (o almeno sembrava). In ogni caso all’interno dell’unico negozietto aperto nel villaggio ho trovato una maglietta con la scritta FILA BIELLA, ricordi di quando la mia città era ancora un centro manifatturiero iperattivo. Un vero pezzo d’antiquariato.

Il villaggio di Tangkahan sul fiume
Il villaggio di Tangkahan, passerella sul fiume.

Conoscere la storia prima di fare il bagno con gli elefanti di Tangkahan

Questo piccolo villaggio remoto è stato costruito come base durante l’intensa attività di disboscamento – anche illegale – avvenuto durante gli anni ’80 e ’90.

Dopo alcuni anni di taglio indiscriminato, però, negli abitanti del luogo incominciò a crescere la consapevolezza che un tale tipo di economia, basata sulla distruzione del proprio patrimonio naturale non era sostenibile.

La comunità quindi decise di intraprendere una nuova strada, interrompendo il disboscamento, con l’obiettivo di trasformare l’area in una destinazione ecoturistica.

Così corso del 2001, con l’aiuto anche di ecologisti stranieri nacque l’Istituto turistico Tangkahan (Lembaga Pariwisata Tangkahan – LPT) che stabiliva un regolamento che di fatto vietava il taglio e lo sfruttamento della foresta pluviale circostante così come era stato concepito fino ad allora.

In seguito a tale decisione nacque anche la Conservation Response Unit (CRU) o Unità di Intervento per la Conservazione del luogo, una squadra di elefanti di Sumatra con i loro mahout che aiutano a salvaguardare il parco nazionale per proteggerlo dalla devastazione.

Un’altra realtà che si occupa della conservazione dell’ambiente è The Tangkahan Effect

Conoscere i danni della deforestazione a Sumatra

Negli ultimi decenni la deforestazione ha modificato l’ecosistema: tra il 1985 ed il 2008 sono andati persi 12,5 milioni di ettari foresta pluviale, a favore di piantagioni di olio di palma e alberi per l’industria della carta. Intere popolazioni animali sono andate perse e per la tigre, l’orangutan ed il rinoceronte di Sumatra lo spazio vitale si è ridotto sempre di più.

Approfondisci con questi articoli le conoscenze sulla deforestazione e sull’olio di palma:

Le foreste di Sumatra (WWF)

Le cose che non sai sull’olio di palma (Greenpeace)

Cosa fanno gli Elefanti

Questa squadra di intervento, pattuglia la foresta con gli elefanti ogni settimana (di solito il venerdì – che è anche la giornata nella quale il centro accoglienza è chiuso*) alla ricerca di piantagioni illegali, per combattere sul nascere eventuali abusi e preservare l’ecosistema dallo sfruttamento selvaggio.

*se leggete la guida in italiano EDT Lonely Planet, troverete che non è possibile fare il bagno con gli elefanti di Tangkahan il lunedì e il giovedì, ma questo è dovuto al mancato aggiornamento della guida, probabilmente la variazione sarà recepita in una prossima edizione. Consiglio di informarsi in anticipo.

Ho pensato che se ti interessa questo articolo ti potrebbe anche interessare questo argomento: in canoa nella foresta amazzonica dell’Ecuador

Cosa puoi fare Tu facendo il bagno con gli elefanti a Tangkahan

Facendo il bagno con gli elefanti a Tangkahan puoi sostenere questa iniziativa locale.

Sebbene le attività con gli elefanti – siano esse fare il bagno, fare una passeggiata o semplicemente dare loro da mangiare durante il loro pasto quotidiano – siano spesso oggetto di critiche da diverse parti, a mio avviso occorre pensare con mente aperta.

Perché rifarei il bagno agli elefanti a Tanghakan, Sumatra

Innanzitutto occorre contestualizzare il progetto, in una zona dove la sensibilità per gli animali non è esattamente quella occidentale (che poi non è un tantino esagerata in qualche caso?).

Inoltre mantenere questi elefanti è un grosso impegno economico, che viene solo parzialmente ricavato dalle attività che questi elefanti svolgono.

E’ vero che questi elefanti non sono liberi di scorrazzare (se sei incerto su come si scrive questa parola leggi qui) per la foresta, ma questo è un piccolo prezzo da pagare per la conservazione. D’altro canto ogni giorno anche nel nostro paese milioni di animali quali vitelli, polli, maiali, agnelli ed altri sono al servizio dell’uomo e molti di loro sono addirittura macellati. Sono forse animali con una diversa dignità?

Quindi questo impegno quotidiano o quasi è da considerare come un lavoro, in cambio del quale gli animali ricevono cibo e attenzioni.

Una considerazione sulle critiche

Proprio a proposito di critiche, mentre cercavo informazioni sul bagno con gli elefanti di Tangkahan, mi è capitato di leggere un articolo di una ragazza neozelandese. Questo articolo offre una visione catastrofica e ingiusta di questo posto. Si parla di animali bistrattati, di sacrificio dell’animale in favore dell’interesse dei proprietari a farne un posto turistico e molte altre considerazioni, che così superficialmente ho considerato condivisibili.

Questo articolo, che compare fra le prime pagine di ricerca di Google, mi ha così impressionato sulla reale condizione degli animali che quasi avevo deciso di rinunciare alla visita.

La mia curiosità e lo scetticismo che ho maturato negli anni nei confronti dei giudizi dati da persone che non conosco, mi hanno comunque convinto che un’esperienza, positiva o negativa, è un’esperienza solo quando è fatta in prima persona.

Le verità non apparenti

Non ho visto animali maltrattati, non ho visto animali stressati, non ho visto animali feriti.

Ho visto animali al lavoro.

Non ho visto il paradiso terrestre.

Ho visto una terra ferita che cerca di riprendersi.

Non ho visto un facile lucro.

Ho visto iniziativa locale e persone che cercano di reagire.

E’ facile giudicare, quando puoi prendere un aereo e andare dove ti pare a “fare esperienze” lasciando agli altri l’impegno di cavarsela nella vita reale facendo i conti con le poche disponibilità, lasciando gli altri a combattere per quello che tu consideri di tua proprietà.

Ogni mese mantenere questi animali costa circa 7.000 dollari, secondo me chi vuole veramente avere il diritto di muovere una critica deve cominciare almeno con una donazione per 12 mesi di attività.

Altri articoli sull’Indonesia

Un itinerario di viaggio in Sulawesi Indonesia, non una guida

Riserva Tangkoko alla ricerca del macaco nero e del tarsio spettro

Funerale in Sulawesi: curiosità sul culto dei morti a Toraja

E adesso la mia esperienza con gli elefanti di Tangkahan

Un po’ sono stato influenzato dalle critiche, un po’ per un attimo mi sono sentito un bambinone cresciuto.

Un po’ anche perché si ha sempre timore del giudizio degli altri, insomma: per i primi dieci minuti non mi sono goduto lo spettacolo.

Poi ho detto “… … …” vabbé non lo scrivo cosa mi sono detto :-) ma mi sono lasciato andare.

La pelle degli elefanti non è certamente morbida e i peli che la ricoprono sono più simili ad aghetti che a capelli. Inoltre con la piccola spazzola che ti viene fornita ti sembra di fare ben poco per pulire questi enormi pachidermi. Ma era un’occasione per vedere e per toccare questa pelle dal vero, per guardare l’elefante negli occhi, per avere un contatto intimo.

Panni stesi, dopo l'escursione a Tangkahan
Panni stesi dopo l’escursione

La parte migliore del bagno con gli elefanti di Tangkahan

Devo dire che la parte che ho apprezzato di più è stata dare loro da mangiare. Come si vede nel video questa bocca enorme ti ingloba la mano che sembra debba essere risucchiata insieme al tuo braccio. A dire la verità in un primo momento un po’ di timore l’ho avuto, poi ho capito che non c’era pericolo e anche in questo caso mi sono goduto il momento.

Insomma è un’esperienza positiva, a supporto della comunità e a favore dell’ambiente, meno “favola” di quanto mi aspettassi, ma non per questo meno interessante e mi sento di consigliarla.

E adesso, se avete resistito finora potete vedervi il video.

Ciao ne’!

Video degli elefanti di Tangkahan

Per saperne di più sull’Indonesia

L’Indonesia è nota soprattutto per le spiagge ed i fondali di corallo, per i molti vulcani attivi e per la fauna. Orangutan, Tigri e Rinoceronti a Sumatra, i Draghi a Komodo e poi ancora Bali con la sua misticità e Giava con la sua Cultura ed arte antica fanno di questo paese un universo da esplorare.

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Scopri le meraviglie di Sumatra visitando gli Orangutan di Sumatra e gli gli elefanti di Tangkahan. Oppure esplora il Sulawesi con i Macachi Neri di Tangkoko ed i riti ancestrali di Toraja.

Ciao, a presto!

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Pubblicato: 28/11/2019
immagini dell'Alaska che non ti immagini

Immagini dell’Alaska che non ti immagini

di Max Pubblicato: 31/10/2019
Alaska written by Max

Immagini dell’Alaska: come te le immagini?

Le immagini dell’Alaska alle quali siamo abituati ci portano a pensare ad una terra costantemente ricoperta di neve e di ghiacci. Ma l’Alaska non è solo bianco, è anche verde ed un sacco di altri colori, anche se certamente i ghiacciai e le nevi perenni sono un panorama ricorrente.

Ad ogni modo, contrariamente alla tendenza dei miei ultimi articoli non voglio inondarvi di (spero) utili consigli, indicazioni ed esperienze provate, ma l’intenzione è quella di pubblicare un po’ di immagini dell’Alaska in versione semi-estiva.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice

  • Immagini dell’Alaska: come te le immagini?
  • Libri e guide per l’Alaska
  • Vi racconto qualche curiosità.
  • Ed ora spazio alle immagini dell’Alaska in versione tardo-estiva.

Libri e guide per l’Alaska

Per immergerti nell’atmosfera degli States scegli tra 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti.

Non dimenticare di comprare una guida dell’Alaska (sono antico, ma la carta funziona sempre). Purtroppo quelle della Lonely Planet sono solo in inglese, le altre non sono molto valide. Un libretto che è veramente irrinunciabile e viene stampato ogni anno è il famoso The Milepost. La bibbia di ogni viaggiatore in Alaska. Non è esattamente una guida, ma contiene un sacco di informazioni super aggiornate su luoghi, mappe, pubblici esercizi e curiosità. Un peccato non averlo!

Vi racconto qualche curiosità.

Per secoli l’Alaska che non ti immagini fu abitata dalle tribù native e contesa tra inglesi, spagnoli e russi per l’abbondanza soprattutto di animali da pelliccia. Solo più tardi divenne una colonia Russa (pensate: proprio nel cuore degli Stati Uniti). Gli stessi russi proprio a partire da qui tentarono anche di stabilire una colonia in California, ovviamente con scarso successo.

Nel marzo del 1867, cento anni prima che io nascessi, gli Stati Uniti convinsero i Russi a cedere questo territorio con un trattato che prevedeva il pagamento di circa 7,2 milioni di dollari – una cifra irrisoria. E’ il cosiddetto Alaska Purchase, voluto e gestito dal segretario di stato William H. Seward (esiste in Alaska una città con il suo nome). Il 18 ottobre dello stesso anno avvenne il passaggio di “proprietà”. L’acquisto non destò interesse per gli americani che pensarono ad un’inutile spesa.  Questo trattato per molto tempo fu soprannominato la Follia di Seward, solo dopo si sarebbe rivelato un grande evento ed un ottimo affare.

Ogni anno l’ultimo lunedì di marzo si ricorda l’avvenimento con il Seward’s Day e il 18 ottobre con l’Alaska Day.

Ed ora spazio alle immagini dell’Alaska in versione tardo-estiva.

Non tante immagini, ma tanta immaginazione, perciò per una volta mi zittisco e godetevi qualche fotografia.

immagini dell'Alaska che non ti immagini

Se invece ti va di saperne di più sull’Alaska leggi questi articoli:

Viaggio in Alaska in auto: esplora il grande nord!

Crociera in Alaska: in nave o traghetto nell’Inside Passage

Alaska in primavera, un itinerario insolito

immagini dell'Alaska che non ti immagini
Ursone (della famiglia dei porcospini)
immagini dell'Alaska che non ti immagini
Alce Maschio con palco di corna
immagini dell'Alaska che non ti immagini
Fra i ghiacchi dell’Alaska in nave, un’esperienza indimenticabile.
immagini dell'Alaska che non ti immagini
Lontre di Mare nel Prince William Sound, in Alaska
immagini dell'Alaska che non ti immagini
Meduse spiaggiate

Per saperne di più sull’Alaska

Se vuoi l’idea per una prima avventura in Alaska leggi l’articolo immagini dell’Alaska che non ti immagini.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! 

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

E non dimenticare di portare con te un buon libro, un ottimo compagno di viaggio. Leggi i miei consigli nell’articolo 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti, ci sono alcuni libri che parlano proprio dell’Ultima Frontiera.

Se pensi di fare una tappa a New York puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure a piedi, in taxi o autobus. Ma se invece il tuo volo fa scalo a Seattle, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e magari da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 31/10/2019
Mangiare negli Stati Uniti dove mangiare cosa ordinare quanto costa. Truck food in centro a New York al Rockefeller Center

Mangiare negli Stati Uniti: dove, cosa ordinare, quanto costa.

di Max Pubblicato: 30/09/2019
Stati Uniti written by Max

Mangiare negli Stati Uniti nel 2023

Quanto costa il cibo, dove andare a pranzo e cena, cosa chiedere e cosa aspettarsi

Ma quanto costa mangiare negli Stati Uniti o in un qualsiasi altro paese del mondo viene da chiedersi: riuscirò a sopravvivere al cibo ed alla mancanza della cucina italiana? La risposta è FORSE!

Pensando di organizzare un viaggio negli Stati Uniti, oltre a tutto il resto, occorre fare i conti con il cibo diverso da quello italiano. Mangiare negli Stati Uniti non è impossibile, ovvero si muore di certo di fame, ma adattarsi richiede lo sforzo di uscire dalla propria “zona di comfort”.

Indice

  • Mangiare negli Stati Uniti nel 2023
  • A che ora si va a mangiare negli Stati Uniti?
  • Acqua e bibite negli USA
  • Colazione all’americana
  • Pranzo negli Stati Uniti
  • Cena
  • Mangiare negli Stati Uniti: il brunch
  • All you can eat
  • Buffet
  • Entrare in un ristorante o in altri locali e ordinare
  • Cosa e dove mangiare negli Stati Uniti
  • Fast food
  • Truck food: solo un altro modo per mangiare negli Stati Uniti
  • BBQ cosa?
  • Mangiare negli Stati Uniti, ma come sono le quantità
  • La mancia negli USA
  • E se non lascio la mancia?
  • Ma quanto costa mangiare negli Stati Uniti
  • Faq mangiare negli Stati Uniti
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

Quali informazioni si trovano in questo articolo

Ho deciso così di raggruppare in questo articolo un po’ di informazioni sul cibo negli Stati Uniti, per esempio quando si mangia, dove si va a cena e altri consigli utili, chiamiamolo il nostro “manuale di sopravvivenza”.

Ovviamente senza dimenticare di fare un cenno a quanto costa mangiare negli Stati Uniti.

Ascoltate quello che dico ma non badate a quello che faccio: mi rendo conto, infatti, di essere un italiano anomalo per quanto riguarda il cibo!

Non mangio quasi mai la pasta, non mangio il pollo e in genere i volatili, oltre ad altri cibi che non vi sto a dire, ma vi racconto comunque alcune particolarità, che penso possano essere utili.

E vi dirò di più.. tutto sommato a me piace il cibo degli Stati Uniti!

Prima di partire

Se volete partire per gli Stati Uniti leggete questo articolo: partire per gli Stati Uniti, un piccolo manuale di sopravvivenza e poi comprate una guida.

Trovate qui la guida degli Stati Uniti Occidentali della Lonely Planet, ne esiste anche una specifica guida degli Stati Uniti Sudoccidentali. Qui trovate invece la guida Stati Uniti Orientali. Personalmente sconsiglio di prendere una guida che tratti tutti gli USA insieme, vista la vastità dell’argomento.

cosa mangiare negli USA - bistecca e patatine
Cosa mangiare negli USA?- Hamburger (o fishburger) e patatine sono un classico sempreverde

A che ora si va a mangiare negli Stati Uniti?

Gli americani mangiano a qualsiasi ora, come in molte altre parti del mondo. Alle 10 già c’è già gente che pranza, mentre altri stanno ancora facendo colazione. Tendenzialmente alla sera si cena presto, la cucina in genere chiude prima delle 22, fuori città e soprattutto al nord non troverete nulla oltre le 21.

Acqua e bibite negli USA

Non è mia intenzione fare un trattato sulle bevande, ci sono solo un paio di aspetti degni di nota. In molti ristoranti l’acqua “del sindaco” ovvero l’acqua in caraffa è servita gratuitamente, mentre le bottigliette costano più o meno come una birra.
Quando in un fast-food ordinate un bicchiere di una qualsiasi bibita il rabbocco di solito è gratuito, spesso indicato espressamente con la dicitura “unlimited refills” (o simile). Se il rabbocco non è possibile di solito è indicato chiaramente (no free refill o qualcosa del genere)

Alcolici

Un discorso a parte va fatto per gli alcolici. Non in tutti gli stati è permesso servire alcolici, il divieto è sempre più in disuso, ma per esempio nello Utah il divieto permane, pertanto potreste non trovare la classica birra e men che meno il vino. Informatevi sulle usanze locali.

Vi potrebbe capitare visitando la Monument Valley (leggi l’articolo qui)

Negli altri stati per comprare una birra dovrete cercare un bar o pub che le venda oppure un “liquor store”. Se scegliete un bar accertatevi di poter uscire anche solo sulla veranda con la vostra birra in mano, in alcuni luoghi potrebbe essere vietato. Ancora di più potrebbe essere vietato bere in presenza di minori o di donne incinte

Se entrate in un mini market di solito la zona alcoolici è separata. Se volete comprarvi una birra da portare via non potrete ritornare all’interno della zona del market che non è dedicata agli alcoolici.

Complicato? Sì, ma ci si fa l’abitudine.

Non vendono alcolici?.. provate la root beer..

Colazione all’americana

Molti ristoranti sono aperti per la prima colazione, ma non aspettatevi di trovare la colazione continentale, questi locali servono per lo più uova, bacon, pancakes, salsicce, french toast, patate ecc, insomma una buonissima colazione americana! Avrete tempo a casa di fare la dieta con lo yogurt senza grassi ;-). Consiglio i buonissimi Waffles!!

La maggior parte dei ristoranti smettono di servire la colazione tra le 10:00 e le 11:00, ma alcuni, che riportano in genere la scritta All Day Breakfast, consentono di far colazione anche nel pomeriggio.

L’alternativa al ristorante è il café, tipo Starbucks, dove potete aspettarvi di mangiare un muffin, una fetta di torta o di bere un caffè accompagnato da qualche alimento – pseudo salutare o biologico (organic). In alternativa potete ingozzarvi con i donuts ricoperti di una “salutare” crema colorata, magari di un bel rosa acceso.

Dove? Da Donkin’ Donuts, forse l’unica catena americana che non ha filiali in Italia (ma potete trovarlo in Svizzera)

Troppo sofisticato?

Se il ristorante o o il café vi sembrano troppo sofisticati, è possibile optare per un supermarket o una stazione di servizio (che di solito all’interno ha un minimarket). In entrambi i posti si possono acquistare gli ingredienti per la colazione, oltre ovviamente all’immancabile caffè americano, anche in bicchieroni che possono contenere quasi un litro, come il “Trenta” di Starbucks. Molti esercizi offrono la disponibilità di tavolini dove consumare i propri acquisti, in alternativa, se il tempo lo permette, cercate un’area picnic.

La prima colazione continentale si trova solamente negli alberghi ed in genere consiste in cereali, yogurt o latte, pane e marmellata, muffin o croissant, frutta fresca e secca. Ovviamente per gli amanti del salato ci saranno anche formaggi, salumi, uova e omelette, magari fatta sul momento.

Non dire Caffè Americano

Se ordinate il caffè in un ristorante – quasi ovunque – un gentile inserviente ve lo riempie ogniqualvolta il livello della tazza arriva appena al di sotto del bordo.

Se mettete lo zucchero nel caffè, come faccio io, l’usanza è decisamente fastidiosa. Sarete sempre nel dubbio se dopo il rabbocco sia il caso di aggiungere altro zucchero o meno.

Come avrete capito, questa è una delle poche cose che odio della colazione negli Stati Uniti. Ho imparato però a mettere qualcosa sulla tazza e a chiedere di non riempirla.. Basta organizzarsi e si sopravvive al cibo degli Stati Uniti

Hai provato il caffè vietnamita?
La colazione negli Stati Uniti non può chiamarsi tale senza un piatto di Pancakes
La colazione negli Stati Uniti non può chiamarsi tale senza un piatto di Pancakes

Pranzo negli Stati Uniti

Se non siete animali notturni, il pranzo negli Stati Uniti è il momento più conveniente per un pasto al ristorante. Anche in Italia il pranzo in ristorante è normalmente più economico rispetto alla cena. Nelle destinazioni più frequentate è possibile trovare menu turistici che a fronte di prezzi abbastanza economici offrono una buona scelta di pietanze, a volte anche di qualità.

E’ inutile che vi spieghi che prezzi molto bassi corrispondono a qualità di solito infima, ma per la durata della vacanza, se avete problemi di budget, il problema è sopportabile.

Un consiglio: programmate le analisi per la verifica del colesterolo lontano dalla data del rientro.

Vi interessano altre culture? Provate a leggere l’articolo “mangiare in Giappone: dove andare, cosa ordinare e quanto costa“

Cena

La cena per molti è il pasto principale della giornata. A seconda della cultura, regione, e preferenze personali, è servita fra le 17 e le 21, ma in molti stati dopo le 20 è tutto chiuso, specialmente al nord.

Le opzioni si sprecano e sono in linea di massima le stesse disponibili per il pranzo, solo il prezzo in genere lievita, in alcuni casi anche in maniera significativa.

La maggior parte dei ristoranti che sono aperti per cena negli Stati Uniti – anche quelli aperti a pranzo – sono disposti a darvi una scatola per il cibo avanzato (generalmente indicata come “to-go box” o più comunemente, ma anche un po’ volgarmente “doggy bag” ovvero la borsa per il cane).

Le prenotazioni in anticipo sono una buona idea se il ristorante è molto frequentato, ma in genere non è necessario.

A volte occorre immergersi nelle culture di paesi distanti, come nella nuova Chinatown di Flushing. Può essere molto sorprendente.
A volte occorre immergersi nelle culture di paesi distanti, come nella nuova Chinatown di Flushing. Può essere molto sorprendente.

Una cena alternativa? Ravioli cinesi fatti a mano.

Mangiare negli Stati Uniti: il brunch

Molti ristoranti servono il brunch la domenica, servito dalla mattina fino al primo pomeriggio è un mix fra colazione e pranzo (BReakfast – lUNCH).  Spesso è un buffet, se vi amate svegliarvi tardi è una buona soluzione, prima un caffè, due passi e un brunch. E’ molto trendy…

All you can eat

Con la formula All You Can Eat potete mangiare tutto quello che riuscite a mangiare a fronte del pagamento di un prezzo fisso, che di solito non include le bevande. Anche qui difficilmente la qualità sarà il punto di forza del ristorante, ma può essere un’occasione per assaggiare tanti diversi tipi di portate.

Buffet

La stessa occasione per poter mangiare a volontà e assaggiare diversi tipi di portate diverse è il buffet.

Per quanto mi riguarda l’unica cosa che trovo veramente triste dei buffet americani è l’insalata. Ovviamente è un’opinione personale, ma questa insalata le cui foglie assomigliano di più a una bistecca che ad un tenero germoglio, mi danno un sensazione che non posso descrivere che con tristezza..

Mi rifaccio di solito con il dolce..

Entrare in un ristorante o in altri locali e ordinare

Quando entrate un ristorante per mangiare negli Stati Uniti è sempre bene chiedere dove vi potete sedere anche se questo è un Pub o una catena.

Soprattutto fate attenzione se nelle vicinanze dell’ingresso campeggia la scritta “Please Wait to be Seated” aspettate che qualcuno dello staff vi prenda in consegna e vi accompagni al tavolo

Nelle città o nei locali più grandi  in genere – ma non sempre – i camerieri non sono tuttofare, ma ognuno ha la sua specializzazione. Ce ne sarà uno che quasi subito vi chiederà cosa volete da bere e vi porterà i menu (l’acqua del rubinetto è quasi sempre gratis e molto spesso non è male), mentre altri si faranno carico del resto. Nei ristoranti più piccoli e nelle periferie invece spesso una sola persona si occupa di tutto, cercando fin da subito di mettervi a vostro agio.

Le ordinazioni

Le ordinazioni possono sembrare semplici, ma a volte possono diventare complesse. Voi pensavate di cavarvela con un numero o il nome della portata scritto nel menu?

Certo che no! Il cameriere comincerà a chiedervi un po’ di dettagli. Per esempio la carne al sangue, ben cotta, media, con la salsa, senza la salsa, il contorno patate fritte, al forno, gratinate, l’uovo all’occhio di bue o “scrambled” e tante cose che voi poveri umani non potete immaginare.

Se non capite la domanda richiedete, se non ri-capite ri-richiedete, quando sarete esausti rispondete a caso.. un po’ di brivido non fa mai male

Ovviamente sto estremizzando.. :-)

Mangiare negli Stati Uniti dove mangiare cosa ordinare quanto costa
Mangiare negli Stati Uniti: colazione da Stardust a New York
A proposito di locali: provate Stardust, un locale con musical (non musica, ma proprio MUSICAL) dal vivo, una trappola per turisti, dove sarete contenti di aver speso qualche soldo in più per una colazione o un brunch..

Cosa e dove mangiare negli Stati Uniti

Non esiste uno stile gastronomico Statunitense, il paese è un crogiolo di persone provenienti da tutto il mondo e la cucina riflette questa particolarità.
Il cibo riflette le contaminazioni alimentari dell’ambiente circostante. Proprio per questo ogni parte del paese avrà un “sapore” particolare, lasciandovi comunque sempre la possibilità di scegliere fra molteplici soluzioni di gusto.

Il cibo statunitense nell’immaginario collettivo

Partiamo dal classico cibo americano. La cucina americana nell’immaginario collettivo è una tavola ricoperta da hamburger, patatine fritte, cipolle in pastella e fiumi di coca cola. Mi viene in mente un classico dei fumetti di qualche tempo fa: Tex Willer che entrava nel saloon insieme all’inseparabile amico Kit Carson ordinando una bistecca e “una montagna di patatine fritte”.

Ovviamente l’immaginario non deriva dal nulla, ma il cibo negli Stati Uniti offre di più. Ogni zona offre specialità gastronomiche, è vero, per la maggior parte sono tradizioni importate, ma che col tempo hanno assunto una valenza locale perché adattate e in qualche modo originali.

Il cibo USA vi sembra strano?

Alcuni piatti specialmente per noi italiani sono di fatto strani e a volte un po’ poco invitanti, ma lasciata da parte la diffidenza si possono scoprire cibi deliziosi e fantasiosi.  Per esempio possiamo evocare i “Pomodori verdi fritti” dell’Alabama (ricordate il libro?), il salmone affumicato su legno di cedro dello Stato di Washington, il Lobster Roll del Maine o l’Halibut dell’Alaska.

E che dire poi dei dolci: la tipica carrot cake, i muffins o gli “smores” (chi sa cosa sono?)
Insomma, ce n’è di che abbuffarsi, ma scopriteli posto per posto, sulla guida di solito sono indicate le specialità del luogo.

Fast food

Il fast food è nato qui, ma oggi forse è meno diffuso di un tempo grazie alle campagne di sensibilizzazione sulla salute

Volete proprio qualche dritta? Ok, la prima cosa che vi chiederanno alla cassa di un fast-food sarà: “for here or to go?”. Ovvero, vi sedete o portate via? Per il resto studiatevi prima i menu, se non sapete l’esatta pronuncia spesso ci sono i numeri vicino che tolgono d’impaccio.

Se vedete Pizza Hut non è propriamente un fast-food, nonostante sia una catena..-. la pizza è buona, basta saper scegliere, soprattutto non scegliete soluzioni troppo complesse

C’era (quasi) una volta il cibo spazzatura..

Come dicevo in apertura anche Burger King, McDonald’s e KFC e molti altri come loro si sono indirizzati verso uno stile di alimentazione più sana ed immancabilmente anche biologica o “Organic”. Si sono così diffuse le hamburgherie e lo street food di qualità per arrivare anche a rivisitazioni dello junk food da parte di rinomati chef.
Ci sono degli aspetti folkloristici che sono imperdibili, come mangiare un hot dog preso da un carretto all’angolo della strada, magari passeggiando per Manhattan.

In fretta, però.. stanno sparendo! Pare che l’amministrazione attuale li consideri poco decorosi per l’aspetto della città e pertanto preme per farli sparire almeno dalle vie più centrali.

Il Truck food è la nuova frontiera del fast food, ma anche del Gourmet
Il Truck food è la nuova frontiera del fast food, ma anche del Gourmet

Truck food: solo un altro modo per mangiare negli Stati Uniti

Una nuova moda o un’esigenza? Truck Food o Gourmet Truck Food è un termine abbastanza nuovo, lo chiamiamo “neologismo”? La moda è nata, manco a dirlo negli Stati Uniti, ma Italia è in auge da tempo. Austin (Texas) e New York, sono stati gli apripista della moda che adesso dilaga.

Ovunque potete trovare questi furgoncini superattrezzati, alcuni gestiti da cuochi stimati e riconosciuti.. da provare!

Mangiare negli Stati Uniti dove mangiare cosa ordinare quanto costa. Truck food in centro a New York al Rockefeller Center
Truck food in centro a New York al Rockefeller Center

BBQ cosa?

Non puoi dire di aver mangiato negli USA se non hai gustato almeno una volta il Barbeque. Il Barbeque o BBQ è l’anima stessa degli USA. Ovunque ci sia un parco c’è una griglia, quindi bando alle ciance, non avete scuse, comprate la legna o la carbonella e datevi da fare. Le occasioni (anche a New York) non mancano.

E alla fine della cena, SMORES !! (sapete cosa sono?)

Mangiare gli Smores cotti sul BBQ per sentirsi local
Mangiare gli Smores cotti sul BBQ per sentirsi local

Mangiare negli Stati Uniti, ma come sono le quantità

Sulle quantità spendo poche parole. Se andrete in qualsiasi posto a mangiare negli Stati Uniti l’unica costante sarà: tutto tanto, tutto troppo.

Le porzioni del cibo USA non sono quasi mai striminzite perciò al ristorante ordinate una portata, massimo due e guardate i piatti che stanno consegnando agli altri clienti. Sarete in tempo di ordinare altro, nel caso vi avanzi un posticino.

Nella maggior parte dei casi io non riesco a finire tutto se non a fatica, ma come ho già detto, sono un po’ anomalo.. Per le buone forchette mangiare negli Stati Uniti sarà una festa, se non farete troppa attenzione alla linea..

La mancia negli USA

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh  la manciaaaaaaaaaaaaaaa!

La mancia o “tip” negli Stati Uniti in alcuni casi è un obbligo morale. Lo è sicuramente  in un ristorante.

Mi spiego: se uscirete da un locale senza aver lasciato la mancia nessuno vi arresterà, ma sarà come aver commesso un furto, salvo che non ci siano dei buoni motivi. La mancia fa parte del sistema retributivo dei camerieri, che in genere hanno uno stipendio fisso da fame, ma che riescono a vivere o a sopravvivere con le mance. La mancia si aggira di solito intorno al 15-20%, anche percentuali più elevate se siete rimasti particolarmente soddisfatti. Lasciate meno solo se il gradimento è stato veramente basso.

E se non lascio la mancia?

Per non lasciare la mancia dovrete avere un buon motivo, come ad esempio se il cameriere vi avrà trattato male o vi avrà rovesciato addosso del cibo o una bevanda.

Di solito nei fast-food non si usa lasciare la mancia perché non c’è servizio al tavolo.  In parecchi posti ultimamente al momento di pagare con la carta di credito vi viene proposto di lasciare comunque una percentuale, ma è possibile anche non aderire alla richiesta.

Quindi non è un delitto non lasciarla, ma lasciarla è una buona abitudine, inseritela nel budget del viaggio alla voce: mangiare negli Stati Uniti.

Il cibo negli Stati Uniti: tanto , sempre tanto
Il cibo negli Stati Uniti: tanto , sempre tanto, in formati oversize. Ma sempre più spesso yogurt e insalata prendono il posto di Hamburgers e Hot Dogs

Ma quanto costa mangiare negli Stati Uniti

La risposta non è ne’ semplice ne’ breve. Per non tediarvi troppo cercherò di fare un breve sunto di quanto costa il cibo negli Stati Uniti per un turista medio. Per semplificare prenderò ad esempio un Hamburger.

Ovviamente chi è vegetariano, vegano o segue altri tipi di dieta deve essere preparato a spendere di più.. come in Italia.

Ho scelto l’hamburger perché è il principe del cibo negli Stati Uniti e anche un po’ nell’immaginario collettivo.

Nelle catene fast food tipo McDonalds mediamente aspettatevi di pagare sui 6-8 dollari se non esagerate con le ordinazioni. Ovviamente a New York o in altre città turistiche il costo può lievitare, lo stesso dicasi per l’Alaska. Se non vi riempirete di patatine il solo Hamburger sarà un po’ poco.. stimate sui 10-12 dollari.

Nei ristoranti medi si possono spendere di spendere dai 15 dollari in su per sandwich e hamburger con patate fritte. Calcolando una bibita e un po’ di mancia non starete sotto i 20/25 dollari a testa. Se salite di livello non c’è limite.

Risparmiare sul cibo negli Stati Uniti

Se volete risparmiare potete mangiare dai carretti degli hot dog e dei tacos per una spesa media di 3/4 dollari. Ovvio che non si può pensare di mangiare hot dog per tutta la vacanza .. o si?

Se proprio avete tempo e budget risicato infilatevi in un supermercato, di solito hanno cibo pronto, anche caldo, anche da asporto. I prezzi sono più contenuti e la qualità tutto sommato accettabile, con 6/7 dollari si compra mezzo pollo arrosto.

Un’idea sul prezzo del cibo negli Stati Uniti penso che ora l’avrete..

Non vi resta che PARTIRE!!
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Faq mangiare negli Stati Uniti

Perché molti americani cenano presto?

Negli Stati Uniti in molti luoghi si cena presto rispetto agli orari Italiani, soprattutto nei piccoli paesini. Questo perché la cena è il pasto principale mentre a pranzo, spesso, si fa solo un semplice spuntino.

Quanto costa una pizza negli Stati Uniti?

Non in tutti i luoghi degli Stati Uniti la pizza costa uguale. Soprattutto ce ne sono di tante dimensioni ed ognuna ha un proprio costo. Quasi ovunque il prezzo della pizza piccola non costa meno di otto dollari. Puoi provare da Pizza hut..

Quali sono le specialità degli Stati Uniti?

Negli Stati Uniti le specialità variano a seconda della località e, nella stessa località, a seconda delle varie comunità che vi abitano.
I cibi più comuni sono:
– BBQ ribs
– Eggs Benedict (approfondisci)
– Clam Chowder
– Tacchino ripieno per il Thanksgiving
– Pancakes con lo sciroppo d’acero, uova e bacon ( a colazione, ma non solo
– Cheesecake
– Donut
– Bagel e cream cheese
– Apple pie e carrot cake
– Hamburger
– Lobster roll
– Fish and Chips
e molto altro.

Quanto costa un caffè negli Stati Uniti?

Il caffè negli Stati Uniti ha i prezzi più vari che possono andare da 1 dollaro nelle stazioni di servizio, soprattutto dei paesini più piccoli, fino ad oltre 4 dollari da Starbucks o catene simili.

Quanto costa McDonalds negli Stati Uniti?

I prezzi variano da città a città, si va dai 7 dollari ai circa 15 dollari di New York per un menu con Big Mac (tasse incluse). Leggi qui per altri prezzi.

Quanto costa mangiare in America al giorno?

Se non avete grosse pretese col cibo considerate 20 euro per la colazione americana (con pancakes, uova e bacon – se fatta al di fuori dell’hotel), altrettanti per un pranzo leggero, mentre considerate di spendere dai 30 ai 35 dollari per la cena.

Quanto costa una pizza negli Stati Uniti?

In genere una pizza piccola con solo mozzarella (finta) costa tra i 7 ed i 10 dollari. Pizze più grandi possono arrivare a 25 dollari, ma valutate che possono anche sfamare più di due persone.

Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

Prima di tutto non dimenticare il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! Non restare senza connessione, acquista scopri i vantaggi di una eSIM con traffico dati* per gli USA. Non dimenticare un buon libro per la tua vacanza a Stelle e Strisce.

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

Se ti rimane del tempo puoi anche fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

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Non ti piacciono le città?

Se cerchi un’avventura più a contatto con la natura, leggi cosa puoi fare nei Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon. Per alcuni di questi parchi è richiesta una prenotazione, scopri quali!

Un’altra meta imperdibile è il favoloso Parco di Yellowstone, con la sua natura, i bisonti, gli orsi ed i lupi. Ti propongo un paio di itinerari: da Seattle a Yellowstoneattraverso gli stati di Washington e del Montana, oppure un itinerario che comprende Yellowstone, il Colorado ed il Wyoming con partenza e arrivo a Denver.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 30/09/2019
Commemorazione Navajo Code Talkers

Navajo Code Talkers, una storia americana

di Max Pubblicato: 26/08/2019
Stati Uniti written by Max

Navajo Code Talkers, una storia americana

I Navajo Code Talkers della seconda guerra mondiale meritano più di un post in un blog, ma la loro storia è in gran parte ancora sconosciuta alla maggior parte delle persone.

Come spesso mi accade visitando alcuni luoghi durante i miei viaggi, colgo alcuni aspetti che è difficile approfondire nell’arco di una vacanza che nella migliore delle ipotesi non dura più di tre settimane. Questi sono però spunti di approfondimento che sviluppo successivamente, prima della preparazione di altri viaggi o guardando le fotografie della vacanza.

E’ il caso dei Navajo Code Talkers, che mi sono tornati in mente proprio mentre guardavo le fotografie di una recente visita alla Riseva Navajo Dine’ della Monument Valley

Indice

  • Navajo Code Talkers, una storia americana
  • L’importanza di una lingua
  • Difendere le tradizioni
  • Nativi americani nelle guerre mondiali
  • I primi Code Talkers
  • Duro apprendistato dei Code Talkers
  • Riconoscimenti tardivi ai Navajo Code Talkers
  • Fonti e testimonianze
    • Fonti:
    • Film e libri che parlano dell’argomento
    • Testimonianze:
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

monumenti valley Panorama della Riserva Navajo Dine'
Monument Valley

L’importanza di una lingua

La lingua è fondamentale per l'identità culturale. È il codice che contiene le sottigliezze e i segreti della vita culturale. In molti modi, il linguaggio determina il pensiero. -W. Richard West, Jr., Southern Cheyenne e membro delle Cheyenne e Arapaho Tribes of Oklahoma; Direttore fondatore, National Museum of the American Indian

Difendere le tradizioni

Le nazioni indiane americane per decenni hanno combattuto per difendersi, fin dal loro primo incontro con gli uomini bianchi. Chiunque venisse in contatto con i nativi e le loro famiglie, culture e terre diventava un pericolo. I nuovi arrivati costringevano infatti i nativi a lasciare le loro terre, ad abbandonare le loro tradizioni e la loro cultura.

Una delle battaglie più dure fu quella per mantenere viva la propria lingua. Pensate che a partire dalla fine del 1800, nell’ambito di questa guerra alle tradizioni, ai bambini indiani fu vietato parlare il proprio linguaggio, arrivando persino a sanzionare le scuole laiche o religiose che ne consentissero l’uso. La storia si ripete.

Anche dopo però le cose non andarono meglio. Dopo essere stati privati delle proprie terre e della propria cultura, gli indiani americani non furono considerati cittadini degli Stati Uniti fino al 1924, in alcuni stati addirittura fino alla fine degli anni 50

Nonostante queste imposizioni molti nativi prestarono servizio in tutte le guerre, soprattutto nelle guerre mondiali, combattendo con coraggio ed a volte con azioni decisive. E’ il caso dei Code Talkers di tutte le Nazioni Indiane.

i primi 29 Navajo Code Talkers
I primi 29 Navajo Code Talkers

Nativi americani nelle guerre mondiali

Più di 12.000 indiani d’America furono arruolati nell’esercito degli Stati Uniti durante la prima guerra mondiale, circa il 25 percento della popolazione maschile nativa dell’epoca. Durante la seconda guerra mondiale, quando la popolazione indiana americana ammontava a meno di 350.000 individui, circa 44.000 uomini e donne indiani furono arruolati per prestare servizio nelle forze armate del paese.

I primi Code Talkers

Nella prima guerra mondiale gli Indiani Americani della Nazione Choctaw, ma anche di altre tribù, già trasmettevano al telefono messaggi nelle loro lingue tribali. Anche se non era una pratica diffusa, i messaggi in codice ebbero un ruolo chiave in alcune battaglie in Francia che portarono alla fine del conflitto.

Proprio a partire da quell’esperienza, durante la seconda guerra mondiale, a partire dal 1940, l’esercito reclutò Comanches, Choctaws, Hopis, Cherokees e altri per trasmettere messaggi in codice nella loro lingua.

Philip Johnston, che era un veterano della prima guerra mondiale, aveva sentito parlare di questi successi tra il 1941 e il 1942. Fu proprio lui a suggerire allo stato maggiore dei Marines di reclutare i Navajo nel 1942. Johnston era cresciuto all’interno della riserva Navajo per questo pensò di rivolgersi ad una popolazione che conosceva bene al fine di reclutare la sua squadra. Dopo aver visto una dimostrazione dei messaggi inviati in lingua Navajo, gli incaricati del Corpo dei Marines furono così colpiti che ne reclutarono 29 in due settimane per sviluppare un codice nella loro lingua.

Duro apprendistato dei Code Talkers

Durante l’apprendistato gli allievi Navajos imparavano a memoria il dizionario e tutte le parole in codice. I Code Talkers arrivavano a codificare, trasmettere e decodificare un messaggio di tre righe in lingua inglese in 20 secondi. Al tempo i computer come noi li conosciamo non esistevano e le macchine dell’epoca impiegavano 30 minuti per eseguire lo stesso lavoro.

dopo le prime positive esperienze furono addestrati circa 400 Navajos che diventarono la squadra dei Navajo Code Talkers.

Guadalcanal, Tarawa, Peleliu, Iwo Jima: i Navajo Code Talkers presero parte a tutte le operazioni dei Marines statunitensi nel Pacifico dal 1942 al 1945 inviando messaggi con un codice che i giapponesi non furono mai in grado di decodificare.

Il linguaggio fu mantenuto segreto fino 1968. Potete trovarne una copia qui: https://www.history.navy.mil/research/library/online-reading-room/title-list-alphabetically/n/navajo-code-talker-dictionary.html

Navajo Code Talkers in azione
Navajo Code Talkers in azione

Riconoscimenti tardivi ai Navajo Code Talkers

Molti Code Talkers furono insigniti con medaglie durante e dopo la guerra. Ma furono occasionali riconoscimenti per situazioni particolari. I riconoscimenti ufficiali per il lavoro svolto però tardarono a venire.

Finalmente qualcosa si mosse nel 1989, quando il governo francese conferì ai Comanche Code Talkers il Cavalierato dell’Ordine al merito nazionale, un onorificenza molto prestigiosa. Fu solo nel 2000, però, che il Congresso degli Stati Uniti approvò la una legge che rendeva l’onore ai Navajo Code Talkers e li insigniva di speciali medaglie del Congresso

Le medaglie d’oro furono per i 29 Navajos originali che svilupparono il codice e le medaglie d’argento per quelli che furono arruolati successivamente.

La scritta in lingua Navajo sul retro delle medaglie significa: “Con la lingua Navajo hanno sconfitto il nemico”.

General douglas macarthur meets american indian troops wwii military pacific navajo pima island hopping

Fonti e testimonianze

Fonti:

https://www.navajo-nsn.gov/history.htm

Tutte le foto in B/N sono di pubblico dominio

Film e libri che parlano dell’argomento

Il film Windtalkers del 2002, una storia sui Code Talkers Navajo, criticato per avere relegato i code Talkers ad un ruolo di secondo piano.

Il film Sacro e profano del 1959 dove Charles Bronson impersonava un code talker Navajo.

Il romanzo storico Code Talker racconta la storia di un gruppo di Navajo sul fronte del Pacifico durante la seconda guerra mondiale.

Testimonianze:

Non è possibile tradurre delle testimonianze senza stravolgerne almeno in parte il senso. Ne trovate alcune qui: https://americanindian.si.edu/education/codetalkers/html/chapter7.html

Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

Prima di tutto non dimenticare il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! Non restare senza connessione, acquista scopri i vantaggi di una eSIM con traffico dati* per gli USA. Non dimenticare un buon libro per la tua vacanza a Stelle e Strisce.

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

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Non ti piacciono le città?

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 26/08/2019
Traghetto durante una Crociera in Alaska MArine Highway in sosta nell'Inside Passage

Crociera in Alaska nell’Inside Passage

di Max Pubblicato: 03/08/2019
Alaska written by Max

Crociera in Alaska nell’Inside Passage

Prima di pensare ad una crociera in Alaska nell’Inside Passage faccio qualche cenno introduttivo sulla zona e sul sistema pubblico dei trasporti via mare.
Come già detto nel mio articolo “Viaggio in Alaska in auto” l’Alaska ha una superficie di oltre 1,7 milioni di km quadrati, quasi sei volte l’Italia.
Considerando la pura estensione sono oltre 10.500 chilometri di costa, ma se invece misurassimo le insenature, le isole, insomma, con una stima accurata o quasi, possiamo considerare che la costa dell’Alaska misura oltre 75.000 chilometri!!  Solo questa premessa potrebbe già indurvi a pensare che uno dei modi migliori di visitare questo angolo di mondo sia fare una crociera in Alaska.

Nessuna strada di accesso

Se a questo aggiungiamo che gran parte di questo immenso paese non ha un accesso stradale, va da se’ che le principali vie di comunicazione siano per via aerea o per mare. Ovviamente fa eccezione l’inverno, quando tutto il paese diventa un’immensa distesa innevata percorribile da sci e slitte siano esse a motore o trainate dai cani.

Tempo di lettura stimato: 28 minuti

Indice

  • Crociera in Alaska nell’Inside Passage
    • Nessuna strada di accesso
  • Libri e guide per l’Alaska
  • Alaska Marine Highway i traghetti pubblici dell’Alaska
    • Qualche dato sull’Alaska Marine Highway, per preparare la vostra crociera nell’Inside Passage in Alaska “da local”
  • Le tipologie di servizi e le zone coperte
  • Organizzare la crociera in Alaska
  • Nell’Inside Passage con le navi da crociera
    • Cosa vedere durante la crociera
    • Itinerari classici
    • Pro e contro delle navi da crociera
  • Crociera in Alaska nell’inside Passage con i traghetti dell’Alaska Marine Highway
    • Partiamo da Sud: Alaska arriviamo!
  • Le principali comunità dell’Inside Passage
    • Prince Rupert – partire da qui per la crociera in Alaska?
    • Deviazione ad Hyder e Stewart: una bellissima escursione se ti piacciono gli orsi
      • Qualche immagine dalla gita a Hyder e Stewart
    • Metlakatla
    • Ketchikan prima vera tappa della vostra crociera in Alaska nell’Inside Passage
      • Aspetti culturali e naturali
      • Attorno a Ketchikan
    • Wrangell, una perla da visitare durante la crociera in Alaska
    • Petersburg
    • Kake
    • Juneau, capitale dell’Alaska e regina della crociera in Alaska nell’Inside Passage
      • Cosa fare a Juneau durante la tappa nella vostra crociera in Alaska
    • Sitka: crociera in Alaska anche fuori dall’Inside Passage
    • Haines
    • Skagway la bella
  • Riprendiamo la nostra crociera nell’Inside Passage
  • La Storia della corsa all’oro
    • Rapida Ascesa, rapido declino
  • Glacier Bay National Park
    • Primi segni del riscaldamento globale?
  • Le rotte dell’Alaska Marine Highway System con gli scali
    • Alaska Sud Est e Inside Passage
    • Alaska Centro Meridionale
    • Alaska Sudoccidentale
  • Partiamo per una crociera in Alaska?

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Ketchikan nell'Inside Passage
Ketchikan nell’Inside Passage
cartina Alaska Marine Highway System
Cartina Alaska Marine Highway

By Kmusser – CC BY-SA 3.0, Link

Scorri a fondo pagina per le rotte dell’AMHS oppure CLICCA QUI

Libri e guide per l’Alaska

Per immergerti nell’atmosfera degli States scegli tra 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti.

Non dimenticare di comprare una guida dell’Alaska (sono antico, ma la carta funziona sempre). Purtroppo quelle della Lonely Planet sono solo in inglese, le altre non sono molto valide. Un libretto che è veramente irrinunciabile e viene stampato ogni anno è il famoso The Milepost. La bibbia di ogni viaggiatore in Alaska. Non è esattamente una guida, ma contiene un sacco di informazioni super aggiornate su luoghi, mappe, pubblici esercizi e curiosità. Un peccato non averlo!

Alaska Marine Highway i traghetti pubblici dell’Alaska

Con le premesse fatte in apertura di articolo, potete intuire come l’Alaska Marine Highway, (Autostrada Marittima dell’Alaska) il sistema nazionale dei traghetti, sia una parte importante della rete dei trasporti.
Non solo, questo percorso così unico e spettacolare fa parte di quelle “strade” indicate come National Scenic Byway e All American Road, strade panoramiche di interesse nazionale, in questo caso una “autostrada” unica nel suo genere. Una splendida occasione per una spettacolare crociera in Alaska.

Qualche dato sull’Alaska Marine Highway, per preparare la vostra crociera nell’Inside Passage in Alaska “da local”

L’Alaska Marine Highway percorre oltre 5.600 chilometri di costa. Il suo porto più meridionale e anche punto di partenza dagli Stati Uniti Continentali è Bellingham nello stato di Washington, a nord di Seattle e di fronte alle isole di San Juan. Da Bellingham l’AMHS si dirige dapprima a nord, attraverso le acque canadesi per poi rientrare di nuovo in Alaska, nella zona sud orientale dalle parti di Ketchikan. Da qui la rotta segue la costa dirigendosi prima a nord fino a Whittier e poi ad est fino a Dutch Harbor, all’estremità orientale delle Aleutine. La crociera in Alaska (ed un lembo di Canada) conta oltre 30 fermate lungo la strada. Prendere questo traghetto è un ottimo modo per vedere un’ampia parte della costa dell’Alaska e per visitare comunità uniche, raggiungibili altrimenti solo in aereo.

Vediamo un po’ più in dettaglio.

Leggi anche Seattle itinerario di un giorno nella città di Smeraldo

Le tipologie di servizi e le zone coperte

Le rotte coperte dall’AMHS possono essere divise in tre zone principali. Tutte queste zone sono coperte da diversi tipi di servizi:

  • Un servizio a lungo raggio principale, la rotta cosiddetta “Mainline” che collega tutta l’Alaska con rotte stagionali
  • Una servizio giornaliero che collega comunità vicine “Day Boat Routes”
  • Un servizio Shuttle, solo nella zona sudorientale che copre le rotte Juneau – Sitka e Ketchikan – Metlakatla

Organizzare la crociera in Alaska

Per organizzare la Vostra crociera in Alaska nell’Inside Passage avete diverse opportunità, alcune classiche, altre meno, alcune decisamente originali. Salvo che abbiate tantissimo tempo e abbiate voglia di percorrere l’intero Inside Passage con un Kayak, le soluzioni per intraprendere questo viaggio non sono propriamente economiche (come in tutta l’Alaska). A dirla proprio tutta neanche l’opzione kayak è così a buon mercato, salvo che il kayak sia vostro :-)

Se volete organizzare un viaggio come questo ecco un itinerario di esempio. Potete modificarlo a Vostro piacimento o possiamo costruirne insieme uno completamente personalizzato: Alaska e Yukon con Inside Passage

Nell’Inside Passage con le navi da crociera

Sulle navi durante la crociera in Alaska si gode di ogni tipo di comfort, dai ristoranti gourmet, agli spettacoli serali, casinò, piscine, massaggi, Spa e discoteche. Quando le navi sbarcano nei porti oltre allo shopping offerto dalle cittadine, è possibile partecipare alle escursioni proposte o organizzare delle attività direttamente sul posto. Insomma le possibilità non mancano per divertirsi ed esplorare.
Fra le escursioni più interessanti ci sono visite ai ghiacciai, in barca o in elicottero e l’osservazione degli orsi. Le escursioni hanno durata variabile da poche ore all’intera giornata, rispettando le tempistiche di sosta previste, e ritornando sempre a bordo per cena e pernottamento.

Cosa vedere durante la crociera

Altro spunto di esplorazione è sicuramente la cultura locale dei nativi. Totem, barche, costruzioni e dipinti sono un’occasione ulteriore di visita e anche di shopping, cercando di portare a casa un articolo originale a ricordo della vacanza.

Itinerari classici

Un itinerario classico delle navi da crociera nell’Inside Passage di dieci/undici giorni con partenza e arrivo da Seattle include una visita a Sitka, Icy Strait Point, Skagway, Juneau, Ketchikan e Victoria.
Un altro itinerario di sette giorni  con partenza e arrivo da Seattle tocca invece le cittadine di Ketchikan, Juneau, Skagway e Victoria. Ovviamente si tratta di esempi. Maggiore il tempo a disposizione, più approfondita può essere la visita.

Pro e contro delle navi da crociera

  • Pro: facile e senza stress
  • Contro: orari rigidi e itinerario che tocca solo le località più famose
Nave da crociera ancorata nel porto di Ketchikan nell'Inside Passage dell'Alaska
Nave da crociera ancorata nel porto di Ketchikan nell’Inside Passage dell’Alaska

Crociera in Alaska nell’inside Passage con i traghetti dell’Alaska Marine Highway

La località di partenza della vostra crociera nell’Inside Passage con il traghetto, se viaggerete da sud a nord, quasi sicuramente non sarà in Alaska, mentre se viaggerete da nord a sud quasi sicuramente sarà Skagway. Per comodità immagino di viaggiare da sud a nord.

I porti di partenza per il vostro viaggio in traghetto possono essere 3, dei quali per noi italiani solo 2 risultano comodamente raggiungibili con un volo e un piccolo trasferimento ovvero Bellingham, nello stato di Washington e Prince Rupert in Canada.

Parlo del terzo, Port Hardy, sull’isola di Vancouver, per accennare che da lì è possibile arrivare a Prince Rupert (uno dei “nostri” porti di partenza per la crociera in Alaska) attraverso un altro Inside Passage, quello del Canada, che permette di visitare le località di Bella Bella, Shearwater, Bella Coola e Klemtu, in British Columbia. La traversata è gestita da BC Ferries

Partiamo da Sud: Alaska arriviamo!

La prima comunità dell’Alaska che si incontra arrivando dai Lower 48 (vedi questo articolo sull’Alaska per la spiegazione del termine ) è Metlakatla, ma che siate su un traghetto o su una nave da crociera il primo porto nel quale sbarcherete sarà Ketchikan.

La traversata da Bellingham a Ketchikan dura circa 38 ore e passa in luoghi spettacolari dandovi la possibilità di vedere balene, focene e con un po’ di fortuna anche qualche orca già in questo tratto.  Sarà un lungo viaggio per il quale è consigliabile acquistare qualche comodità in più che non la semplice poltrona o passaggio ponte, a meno che non siate degli stakanovisti del risparmio ;-)

Se il vostro obiettivo è l’Alaska e non altro, a meno che abbiate abbastanza tempo – e prezzi permettendo – meglio partire da Prince Rupert. La traversata dura circa 7 ore e si entra subito nel vivo di un paese selvaggio ed in gran parte intatto.

Le principali comunità dell’Inside Passage

  • Prince Rupert – partenza per la crociera in Alaska?
  • Deviazione ad Hyder e Stewart:
  • Metlakatla
  • Ketchikan
  • Wrangell
  • Petersburg
  • Kake
  • Juneau, capitale dell’Alaska
  • Sitka, oltre l’Inside Passage
  • Haines
  • Skagway la bella

Prince Rupert – partire da qui per la crociera in Alaska?

Una delle particolarità e delle eccellenze di questa cittadina è che da qui è possibile effettuare escursioni a Khutzeymateen il Santuario degli Orsi (vedi l’articolo). Il luogo è raggiungibile solo con l’idrovolante o via mare ed è una vera mecca per gli amanti degli orsi e per tutti i naturalisti vista la possibilità di vedere numerosi animali in un contesto unico. Se avete intenzione di visitare l’Inside Passage questa è un’ottima escursione, meglio se vi fermate nel posto per un paio di giorni in modo da poterne godere al meglio l’ambiente selvaggio.

Tra le altre particolarità meritano una visita la North Pacific Cannery nella vicina Port Edward, sito storico dell’industria alimentare che un tempo era la base delle attività del posto.

Merita più di una menzione la possibilità di visitare Haida Gwaii, un arcipelago al largo della costa nord-occidentale. Il posto è remoto e selvaggio ed è abitato dalla nativa Nazione Haida. Questa è un’area unica per storia cultura e natura. Solo per amore dell’argomento gli appassionati di birdwatching non devono perdersi il Delkatla Wildlife Sanctuary.

Prince Rupert prima tappa dell'Inside Passage -4
Prince Rupert prima tappa dell’Inside Passage – un’immagine che esprime bene le caratteristiche selvagge del luogo

Deviazione ad Hyder e Stewart: una bellissima escursione se ti piacciono gli orsi

Per gli amanti degli orsi un’altra destinazione popolare raggiungibile via terra è la cittadina di Hyder.

Hyder, in Alaska e Stewart, la cittadina gemella in Canada, sono situate alla fine di una lunga insenatura e raggiungibili via terra da Prince Rupert prima di cominciare la Vostra crociera in Alaska. Qui è possibile raggiungere un osservatorio dal quale ammirare gli orsi senza affidarsi ad escursioni guidate.

Qualche immagine dalla gita a Hyder e Stewart

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Metlakatla

La comunità si trova sull’Isola di Annette ed è veramente piccola, meno di 1500 abitanti, ma merita un cenno. Questa è infatti l’unica riserva indiana in Alaska e visitarla permette di conoscere e di apprezzare la storia e la cultura dei nativi Americani di questa parte d’America.

Attenzione, se volete fermarvi sull’isola per più di un giorno dovete ottenere un permesso (vedete qui per i dettagli o per organizzare un tour: https://www.metlakatla.com/tourism.html).

Non ci sono mai stato, perciò non ho immagini, ma mi prometto di visitarla alla possima occasione!

Ketchikan prima vera tappa della vostra crociera in Alaska nell’Inside Passage

La piccola cittadina di Ketchikan è il primo stop sulla via dell’Inside Passage. Ha l’aria a tratti un po’ trasandata e demodé e le frotte di turisti che scendono dalle navi da crociera le conferiscono un’aria che oserei definire “frettolosa”. Ma basta non fermarsi alle apparenze per trovare uno spirito veramente vivo e farla diventare una tappa indimenticabile della vostra crociera in Alaska.

Infatti al di là degli ovvi negozi di souvenir e delle numerose gallerie d’arte Ketchikan ha un carattere veramente vivo.

Aspetti culturali e naturali

Ognuno dei tre gruppi nativi dell’Alaska: Tlingit, Haida e Tsimshian ha lasciato un segno qui, con le proprie tradizioni culturali. Una testimonianza può essere ammirata a sud della città nel famoso Totem Bight State Historical Park. Più recentemente la città ha ospitato storie di pescatori di halibut e costruttori di barche originari della Norvegia, oltre a commercianti dall’Asia e numerosi altri lavoratori che dall’inizio del 900 hanno cercato fortuna qui.

Oltre a questo appena fuori città la natura vi circonda con infinite possibilità di escursioni e di esplorazione della fauna selvatica.

Insomma non ve la potete perdere

Attorno a Ketchikan

Oltre alla già citata Metlakatla a 15 miglia a sud-ovest, intorno a Ketchikan troviamo anche Prince of Wales (POW) Island, un vero gioiellino con antichi siti culturali nativi e molteplici opportunità di stare all’aria aperta

Totem a Ketchika, primo scalo della Crociera Inside Passage
Totem a Ketchikan, primo scalo delle navi da Crociera nell’Inside Passage

Sopra il parco dei Totem appena fuori Ketchikan, sotto un particolare di totem ed alcuni orsi neri lungo le sponde di un fiume con un’aquila di mare testabianca.

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Wrangell, una perla da visitare durante la crociera in Alaska

Wrangell è soprattutto natura. Le opportunità per esplorare non mancano, cominciando dalle escursioni in bicicletta lungo la pista ciclabile Zimovia Highway. C’è la possibilità di organizzare escursioni in barca alla ricerca di orsi neri e grizzly, leoni di mare foche e balene.

Per chi non vuole affidarsi a un’escursione guidata c’è anche un osservatorio, l’Anan Bear and Wildlife Observatory, gestito dall’US Forest Service, dove nei mesi di luglio e agosto è possibile avvistare gli orsi.

A testimonianza dell’abbondanza della fauna selvatica è giusto ricordare che anche la storica compagnia della Baia di Hudson nel 1839 stabilì un avamposto lungo il fiume Stikine (fort Stikine) per il commercio delle pelli, uno dei pochi insediamenti nell'Inside Passage ed in Alaska.

Chi invece è interessato all’aspetto culturale e storico ha la possibilità di visitare il Tribal House Historic Monument e il Petroglyph Beach State Historic Park, oltre ad una serie di altri siti storici.

Wrangell, un'atmosfera rilassata e raccolta
Wrangell, un’atmosfera rilassata e raccolta tipica della costa dell’Alaska

Petersburg

Petersburg si può riassumere con due parole: pesca e Norvegia: qui gli abitanti continuano a guadagnarsi da vivere con la pesca e questo villaggio di pescatori non nasconde le proprie origini norvegesi, tanto da mostrare la riproduzione di una piccola nave vichinga proprio in centro. L’atmosfera nordeuropea pervade l’isola con ed ha la sua massima espressione con il Little Norway Festival, che si tiene annualmente

I tre porti perfettamente attrezzati ospitano piccole navi da crociera e yacht privati, un’ottima meta per chi ama posti originali e lontani dalle folle delle località più famose dell’Inside Passage.

Da Petersburg possono organizzare gite alla ricerca delle balene nel Frederick Sound dove centinaia di megattere si radunano per i banchetti estivi. In alternativa è possibile visitare la Stikine-LeConte Wilderness e godere dello spettacolo degli iceberg che si staccano dal ghiacciaio LeConte.

Altra occasione per i birdwatchers è il Blind Rivers Rapid Boardwalk, una passeggiata negli acquitrini in cerca degli abitanti della palude.

Petersburg, un pezzo di Norvegia durante la crociera in Alaska
Petersburg, un pezzo di Norvegia durante la crociera in Alaska

Kake

Il nome della città deriva dalla parola Tlingit “Keix”, che significa “aprirsi della luce del giorno”. E’ una piccolissima comunità rimasta molto ancorata alla tradizione Tlingit. Un posto lontano dalle folle dove potrete fare  tutte la attività possibili in Alska, ma con l’idea di essere veramente fuori dal mondo.

Una curiosità particolare, a detta dei locali, Kake ospita uno dei  totem più grandi del mondo.

Juneau, capitale dell’Alaska e regina della crociera in Alaska nell’Inside Passage

La cosa che viene da chiedersi è: perché Juneau è la capitale dell’Alaska e non lo è invece Anchorage? Juneau divenne capitale dell’Alaska nel 1906, succedendo a Sitka, anche se formalmente solo nel 1912 l’Alaska diventò un territorio con governo e congresso proprio e solo nel 1959 ufficialmente uno stato. Anchorage a quei tempi era un paesino, sviluppatosi solo in tempi recenti.

Soddisfatta la mia e magari anche la vostra curiosità parliamo della città. Una capitale particolare, appoggiata sui fianchi di montagne scoscese e con un territorio selvaggio alle spalle.

Un’unica strada attraversa il territorio, lunga poco più di 50 km e non è collegata ad alcuna rete stradale, se non per mezzo dei traghetti. Insomma un posto selvaggio dove incontrare un orso o un altro animale selvaggio per strada potrebbe non sembrarvi strano.

Allo stesso tempo l’aspetto della città è un po’ quello di una cittadina svizzera un po’ trasandata e demode’.

Cosa fare a Juneau durante la tappa nella vostra crociera in Alaska

Oltre al centro storico, ai numerosi negozi ed agli immancabili musei, è interessante la possibilità di visitare il Mendenhall Glacier e di fare un trekking fino al ghiacciaio.

Proprio su un sentiero come questo ho avuto in una delle mie visite un’interessante incontro a tu per tu con un orso

Lungo il sentiero cercate le tracce dell’Ursone (Erethizon dorsatum), una specie di porcospino secondo per dimensioni solo al castoro, oppure i nidi della sterna artica che nidifica da quelle parti.

Dalla città è possibile organizzare molte escursioni, fra le quali la gita in barca al Tracy Arm, un lembo di ghiacciaio che si getta nel mare con continui crolli di ghiaccio spettacolari e rumorosi. Alternativa è un’escursione a Glacier Bay, ma ne parlo più avanti.

Il terminal dei traghetti è un po’ fuori città, circa 7 km.. avrete bisogno di un taxi.

In arrivo a Juneau, capitale dell'Alaska
In arrivo a Juneau, capitale dell’Alaska

Sitka: crociera in Alaska anche fuori dall’Inside Passage

Ovvero al di fuori del passaggio interno. Una guida del National Geographic ha usato un’espressione che veramente è l’essenza di questo posto:

Sitka è un posto fuori mano persino per un posto fuori mano come l’Inside Passage

National Geographic

Di tutte le comunità visitate durante la nostra virtuale crociera in Alaska Sitka è l’unica che non si affaccia sul mare interno, ma sull’Oceano, per questo motivo il tempo è anche un po’ imprevedibile, ma pur sempre piovoso.

Fino alla metà del XIX secolo la città si chiamava Novo Arkhangelsk, talmente attiva e sofisticata da essere indicata come la Parigi del Pacifico. Oggi se ne vedono ancora testimonianze oltre che negli edifici del centro anche in costruzioni come il Baranof Castle e la chiesa si St. Michael in fondo a Lincoln Street, la strada principale.

Godetevi l’atmosfera chic e un po’ retro, passeggiando senza una meta precisa.

Un vero must per chi ha lo stomaco forte è una gita in barca alla ricerca delle lontre di mare, le barche sono piccole e il mare sempre un po’ agitato..

Sitka, prima capitale dell'Alaska - Outside of the Inside Passage
Sitka, prima capitale dell’Alaska – Appena fuori dall’Inside Passage, ma parte del viaggio

Haines

Varrebbe la pena visitarla in inverno, quando tra ottobre e febbraio oltre 3.000 Aquile di mare testabianca si danno appuntamento nella Jilkaat Kwaan Cultural Heritage & Bald Eagle Preserve (altrimenti detta Chilkat Bald Eagle Preserve) a 35 km dalla città.

Anche d’estate Haines ha veramente molto da offrire. Innanzitutto molte aquile rimangono anche fuori stagione, inoltre il Chilkat River offre ottime opportunità per la pesca al salmone e per l’osservazione degli orsi.

A fine luglio qui si svolge una fiera annuale molto conosciuta ed apprezzata, dove apprezzare l’arte e la cultura locale.

Una stranezza del luogo è il Museo del Martello, una bizzarra ricerca sull’utilizzo di questo arnese comune nel corso della storia.

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Skagway la bella

Il nome Skagway deriva dalla lingua Tlingit.

Uno spazio per le leggende

La leggenda racconta di una bellissima donna di nome Kanagoo e soprannominata Shԍagéi o Skagway che in lingua locale significa appunto “bella donna”. Non si sa in base a quale sortilegio Kanagoo si trasformò in una montagna dalle cui pendici prendono origine i forti venti che soffiano dalla baia verso Haines e che spesso rendono agitate le acque. Gli abitanti cominciarono ad indicare il fenomeno del mare mosso con il termine Skagway, da qui il nome della città. La mitica pietra nella quale si sarebbe trasformata la donna potrebbe essere Face Mountain,  Il cui nome Tlingit è infatti Kanagoo Yahaayí ovvero l’anima di Kanagoo.

Un’altra storia

Un’altra storia sullo stesso argomento invece narra che un guerriero Tlingit fosse rimasto bloccato dal forte vento della baia di Taiya mentre tentava di attraversarla. Per placare il vento gli si rivolse chiamandolo con un nome di donna: Shgagwei (sappiamo cosa significa). Il vento del nord rispose stando al gioco e gli si mostrò con sembianze femminili. I due fecero l’amore e quindi il vento si calmò lasciando sull’acqua piccole increspature chiamate Kanagoo, i figli di Shgagwei che corrono sull’acqua all’indomani del vento del nord.

Riprendiamo la nostra crociera nell’Inside Passage

Skagway è il punto più a nord dell’Inside Passage e presidia un piccolissimo lembo di Alaska, infatti già poche miglia oltre si entra nel territorio dello Yukon. Di solito è la prima o l’ultima tappa della vostra crociera.

Il centro cittadino sembra essersi fermato a cent’anni fa e ovviamente la popolazione fa di tutto per mantenerlo tale. La città è famosa per essere stata la principale porta di accesso alle zone minerarie del Klondike durante l’epoca della corsa all’oro (ricordate? anche Zio Paperone fu uno dei protagonisti).

Gli edifici colorati sono ben mantenuti e danno alla città un’atmosfera particolare, quasi da film. Si vedono vecchie automobili ed è anche possibile visitare un’antica locomotiva che svolgeva il proprio compito sulla tratta del White Pass.

Immagine retro a Skagway nell'Inside Passage
Immagine retro a Skagway nell’Inside Passage

La Storia della corsa all’oro

Nel 1896 fu scoperto l’oro nello Yukon, in Canada, più precisamente nel Klondike. Nel giro di pochissimo tempo la popolazione crebbe da poche anime fino a oltre 30.000 persone, tra gente residente e cercatori d’oro di passaggio. Dopo l’iniziale boom la popolazione si assestò sui 10.000 abitanti, facendo comunque di Skagway la città più popolosa dell’Alaska.

I cercatori , dopo essersi muniti di attrezzatura e provviste sfidavano l’impervia salita che conduceva al White Pass. Da lì percorrevano un lungo ed insidioso cammino per arrivare ad imbarcarsi sulle chiatte e scendere il fiume Yukon fino a Dawson. Altri sbarcavano a Dyea, a nord-ovest di Skagway, dirigendosi a nord verso il Chilkoot Pass, una strada già praticata dai nativi per le loro rotte commerciali.

Nel 1898 fece la sua apparizione una ferrovia a scartamento ridotto attraverso il White Pass che ben presto fu così popolare da affossare la rotta di Dyea.

Rapida Ascesa, rapido declino

La corsa all’oro del Klondike cominciò il suo declino già alla fine del 1898 quando i filoni più redditizi si esaurirono.  Parecchia gente lasciò il Klondike senza aver ricavato un soldo e con la loro partenza il sogno delle città minerarie come Dawson e Skagway tramontò.

La corsa all’oro del Klondike finì nel 1899 quando fu scoperto un nuovo filone d’oro a Nome, più a nord in Alaska.

Tra i protagonisti della corsa all’oro troviamo Jack London, celebri i suoi libri “Il richiamo della foresta” e “Zanna Bianca”, una testimonianza diretta della sua esperienza.

Il treno del White Pass Yukon Route a Skagway nell'Inside Passage
Il treno del White Pass Yukon Route a Skagway nell’Inside Passage

Oggi il Chilkoot trail è un popolare sentiero percorso dai una moltitudine di trekkers ogni anno e la ferrovia del White Pass una destinazione turistica molto frequentata, entrambi testimonianze di un glorioso passato.

Glacier Bay National Park

Il Parco Nazionale di Glacier Bay è un gioielli dell’Alaska. Il parco è patrimonio dell’Unesco dal 1986, quando ancora le nomination non erano così numerose.. Non esistono strade che di accesso al parco, ma dal piccolo villaggio di Gustavus ogni giorno è possibile organizzare escursioni intraghetto o in aereo. Nonostante il difficile accesso il parco conta oltre 350.000 visitatori all’anno.

I ghiacciai formano uno dei più spettacolari paesaggi di ghiaccio e iceberg del mondo. Il più famoso è il Muir Glacier, largo 3 fino a chilometri.

Primi segni del riscaldamento globale?

Nel 1794 quando George Vancouver scoprì l’Icy Strait, a sud di Glacier Bay, la baia era quasi completamente ghiacciata. Già nel 1879 John Muir durante la sua visita annotò che i ghiacci si erano quasi completamente ritirati dalla baia. Dopo alcuni anni e precisamente nel 1916 il Grand Pacific Glacier già a circa 100 chilometri di distanza dalla Glacier Bay. Si tratta del più veloce ritiro dei ghiacci che sia stato documentato.

Mi viene da dire.. visitatelo in fretta!!

Le rotte dell’Alaska Marine Highway System con gli scali

Alaska Sud Est e Inside Passage

La rotta della regione sud-orientale collega tutte le comunità a partire da Bellingham, nello stato di Washington a Prince Rupert in British Columbia, Canada e poi su attraverso l’Inside Passage fino a Yakutat. Questa zona è servita sia dalle navi delle linee principali a lungo raggio, che da navi che svolgono un servizio  giornalieri per  le comunità più piccole. Durante i mesi estivi, come già detto, sono attivi i collegamenti sia con la zona centro meridionale che con quella sudoccidentale.

Cartina Inside Passage
Rotte Principali
  • Bellingham → Ketchikan → Wrangell → Petersburg → Juneau → Haines → Skagway → Sitka
  • Prince Rupert → Ketchikan → Wrangell → Petersburg → Kake → Sitka → Juneau → Haines → Skagway
Rotte Giornaliere
  • Juneau → Tenakee → Angoon
  • Juneau → Gustavus → Hoonah
  • Juneau → Haines → Skagway
Shuttle
  • Juneau → Sitka
  • Ketchikan → Metlakatla

Alaska Centro Meridionale

La regione centro-meridionale comprende comunità della baia Prince William Sound e della penisola di Kenai. Le rotte seguite da queste navi collegano durante l’intero arco dell’anno le comunità di Homer, Whittier e Valdez. In estate ulteriori collegamenti permettono di raggiungere in traghetto l’Alaska Sudorientale e i “lower 48” (vedi altro articolo sull’Alaska) fino a Bellingham, oppure la zona Sudoccidentale fino alle Aleutine.

Cartina Alaska Marine Highway: il golfo dell'Alaska
Rotte Principali

Bellingham → Ketchikan → Juneau → Yakutat → Whittier → Chenega Bay → Kodiak → Homer

Alaska Sudoccidentale

L’Alaska sudoccidentale include le comunità di Homer, l’isola di Kodiak per spingersi fino a Dutch Harbor nelle Aleutine. Il servizio in teoria funziona durante tutto l’arco dell’anno per Port Lions. Kodiak e Ouzinkie. Dico in teoria perché in inverno le condizioni climatiche a volte impongono ai traghetti lunghe soste forzate in porti sicuri.

Cartina delle Aleutine
Rotte Principali
  • Homer → Kodiak → Chignik → Sand Point → King Cove →  Cold Bay → False Pass → Akutan → Dutch Harbor
  • Homer → Seldovia
  • Homer → Kodiak
Navi Giornaliere
  • Whittier → Valdez
  • Whittier → Cordova
Le immagini e le informazioni di questa sezione sono ricavate dal sito ufficiale Alaska Marine Highway System - State Ferry Route

Partiamo per una crociera in Alaska?

Ho cercato di mettere tutte le informazioni che avevo a disposizione e periodicamente aggiornerò l’articolo, adesso tocca a voi pensare all’itinerario.

Vi ho convinto a partire per una crociera in Alaska nell’Inside Passage? Spero di sì, se ci andate non dimenticate di scrivermi, anche per eventualmente aggiornare l’articolo.

Per saperne di più sull’Alaska

Se vuoi l’idea per una prima avventura in Alaska leggi l’articolo immagini dell’Alaska che non ti immagini.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! 

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

E non dimenticare di portare con te un buon libro, un ottimo compagno di viaggio. Leggi i miei consigli nell’articolo 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti, ci sono alcuni libri che parlano proprio dell’Ultima Frontiera.

Se pensi di fare una tappa a New York puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure a piedi, in taxi o autobus. Ma se invece il tuo volo fa scalo a Seattle, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e magari da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 03/08/2019
Viaggio in auto in Alaska. Avventure sulle Highways

Viaggio in Alaska in auto: esplora il grande nord!

di Max Pubblicato: 14/07/2019
Alaska written by Max

Viaggio in Alaska in auto, un itinerario tra ghiacci e praterie

L’Alaska è sempre avventura, un viaggio in Alaska in auto lo è ancora di più. L’avventura comincia quando devi scegliere il periodo per visitarla, scegliere il volo, dove soggiornare e le attività da svolgere, quindi ben prima di partire.

Anche la scelta dell’auto non è da sottovalutare, ma è un discorso a parte..

Per immergerti nell’atmosfera degli States scegli tra 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti.

Non dimenticare di comprare una guida dell’Alaska (sono antico, ma la carta funziona sempre). Purtroppo quelle della Lonely Planet sono solo in inglese, le altre non sono molto valide. Un libretto che è veramente irrinunciabile e viene stampato ogni anno è il famoso The Milepost. La bibbia di ogni viaggiatore in Alaska. Non è esattamente una guida, ma contiene un sacco di informazioni super aggiornate su luoghi, mappe, pubblici esercizi e curiosità. Un peccato non averlo!

Tempo di lettura stimato: 24 minuti

Indice

  • Viaggio in Alaska in auto, un itinerario tra ghiacci e praterie
  • Scegliere un itinerario di viaggio in Alaska in auto
  • Cominciamo con un po’ di informazioni
  • Le strade dell’Alaska
  • Informazioni importanti prima di intraprendere un viaggio in auto in Alaska
  • Per viaggiare in auto conosciamo le strade dell’Alaska
    • Alcan o Alaska Canada Highway
  • Strade dell’Alaska a nord di Fairbanks
    • Dalton Highway
      • In evidenza sulla Dalton
    • Elliott Highway (secondaria, in parte sterrata)
    • Steese Highway (Scenic Byway)
    • Chena Hot Springs Road (Scenic Route)
      • Huskies Huskies Huskies
  • Strade dell’Alaska a sud di Fairbanks
    • George Parks Highway
      • Itinerario alternativo: Hatcher Pass
      • Una piccola deviazione per la vostra vacanza in Alaska in auto: Talkeetna
    • Richardson Highway
      • Curiosità
    • Taylor Highway
    • Top Of The World Highway per dare al vostro viaggio in Alaska in auto uno tocco internazionale
    • Glenn Highway e Tok Cutoff
      • Tok Cutoff
    • La Nabesna Road, un piccolo lembo sterrato perso nelle strade dell’Alaska
    • Seward Highway, un “must” per un viaggio in Alaska in auto
      • Cosa potete fare
      • Curiosità
    • Sterling, quella più a sud fra le Strade dell’Alaska centrale
      • Curiosità
    • Copper River Highway e Million Dollar Bridge
      • Il Million Dollar Bridge
      • Cosa vedere lungo la Copper River Highway
  • In conclusione

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Scorcio di panorama di un lago , durante il viaggio in Alaska in auto
Scorcio di panorama di un lago – Lost Lake, durante il viaggio in Alaska in auto

Scegliere un itinerario di viaggio in Alaska in auto

Per una vacanza in auto in Alaska 15 giorni possono essere un ottimo inizio, anche se per visitare un paese interessante e vasto come questo non basterebbe un mese.

Fra le tante proposte esistono anche velocissimi viaggi di 15 giorni con partenza da Vancouver, crociera nell’Inside Passage in nave, visita a Skagway, Fairbanks, Denali e Kenai. Si può fare, andando ad una velocità troppo elevata potreste perdervi il meglio di questo paese passarci sopra senza neanche scalfirne la superficie.

In quindici giorni il mio consiglio è di concentrarvi su di una regione precisa, al massimo due e di esplorarle al meglio. Non vi annoierete ed avrete la possibilità di vedere panorami spettacolari, di fare incontri mozzafiato e quasi sicuramente anche di vedere un orso.

Se vuoi avere un’idea di un itinerario primaverile per un viaggio in Alaska in auto leggi: Alaska in primavera, un itinerario insolito, se invece vai matto per gli orsi leggi questi articoli

Cominciamo con un po’ di informazioni

Il nome Alaska significa grande paese nella lingua Unangan delle isole Aleutine.

Gli Stati Uniti acquistarono l’Alaska dalla Russia nel 1867, ad un costo di pochi centesimi all’ettaro per trasformarla successivamente nel 49mo Stato degli USA nel gennaio 1959. Il progetto era di sfruttare i territori per la caccia e la pesca, ma successivamente si dimostrarono importanti soprattutto l’estrazione del petrolio e del gas naturale.

L’Alaska è lo Stato più grande degli Stati Uniti, con una superficie di oltre 1,7 milioni di km quadrati, quasi sei volte l’Italia. La popolazione dello Stato è di circa 750.000 abitanti, dei quali la metà circa vive ad Anchorage. Quindi se non faccio male i conti ogni persona che non abiti ad Anchorage ha a disposizione mediamente più o meno 4 chilometri quadrati. E scusate se è poco!

Le strade dell’Alaska

Le strade dell’Alaska hanno quasi tutte un nome, almeno le più importanti. Per il vostro viaggio in Alaska in auto impararle a memoria è il primo esercizio che bisogna fare, Soprattutto se avete intenzione di chiacchierare e di chiedere informazioni. La gente userà il nome e non i numeri delle strade come di solito si fa nei “lower 48”.

Lower 48 nel gergo dell'Alaska, serve ad identificare i 48 stati degli Stati Uniti continentali (escludendo Hawaii) che sono "più in basso" nella cartina geografica, in modo da sottolineare che gli Stati Uniti si suddividono in "Alaska .. e gli altri".

La strada più lunga è la celebre Alcan o l’Alaska Highway che collega il Canada con Fairbanks. La strada più famosa e proibita è la Dalton Highway, che da Fairbanks si dirige a nord abbandonando la civiltà per raggiungere l’artico a Prudhoe Bay, la città più a nord dell’Alaska. Conosciamole tutte (o quasi).

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Cartina con i nomi delle strade in Alaska
Cartina con i nomi delle strade in Alaska – da imparare a Memoria

Informazioni importanti prima di intraprendere un viaggio in auto in Alaska

  1. L’estate è la stagione durante la quale si avviano i cantieri stradali: aspettatevi interruzioni e ritardi, chiamate il Dipartimento dei trasporti dell’Alaska 511 per avere informazioni sulle condizioni stradali aggiornate. Oppure guardate qui.
  2. Il tempo è imprevedibile, preparatevi a condizioni estreme in ogni stagione. Le condizioni delle strade a volte sono difficili. In inverno specialmente guidate con attenzione
  3. Attenzioni agli animali sulle strade, specialmente gli alci, che vengono uccisi spesso sulle strade dell’Alaska, ma anche altri animali che possono occupare la carreggiata. Tenete gli occhi aperti e se volete fermarvi ad osservare qualche animale ai lati della strada uscite completamente dalla carreggiata, per non sembrare un auto in panne.
  4. La maggior parte delle compagnie di autonoleggio non permette di circolare sulle strade sterrate e non effettua assistenza alle auto se sono in panne su una strada sterrata. Il costo del recupero potrebbe essere elevato.
  5. Alcune stazioni di servizio funzionano solo stagionalmente. Informatevi sulle aperture e sulle chiusure per non rimanere a secco. Ci sono tratti anche lunghi senza stazioni di servizio, per esempio c’è un tratto di circa 150km senza stazioni di servizio anche tra le due maggiori città dell’Alaska, Anchorage e Fairbanks. Okkio al serbatoio.

Con un po’ di attenzione non avrete problemi.

Panorama lungo la strada per Haines
Panorama lungo la strada per Haines – Alaska

Puoi leggere anche: Alaska in primavera, un itinerario insolito

Per viaggiare in auto conosciamo le strade dell’Alaska

Alcan o Alaska Canada Highway

Parte da Dawson Creek in British Columbia e termina a Delta Junction in Alaska. Oltre 2.200 km di foreste di abeti neri, occasionali distese di tundra subartica, montagne innevate e praterie fiorite, almeno in estate. Un’odissea che vi darà l’idea della grandezza e della geologia dell’Alaska. Un percorso accessibile tutto l’anno e sicuramente un assaggio del grande nord, ma i lunghi tratti di foresta sono monotoni.. Potrete dire di averla fatta, ma altre strade più corte danno maggiore soddisfazione.

Una delle cose più belle di un viaggio sull’Alcan è campeggiare nelle zone remote. Potete trovare un’interessante guida stampabile con le indicazioni sui campeggi pubblici, sulle strade e le stazioni di servizio su questo sito

Strade dell’Alaska a nord di Fairbanks

Dalton Highway

Questa strada è per gli avventurieri. Collega Fairbanks ai giacimenti petroliferi dell’Oceano Artico. La Dalton Highway fu progettata per trasportare il materiale durante la costruzione della Trans-Alaska Pipeline, l’oleodotto che collega l’Artico al porto di Valdez. La strada è per lo più sterrata e solcata da camion che fanno schizzare sassi sui parabrezza dei malcapitati che incontrano. Se noleggiate un veicolo, assicuratevi che l’autonoleggio permetta di percorrere questa strada selvaggia. C’è la possibilità di noleggiare veicoli equipaggiati ed assicurati per percorrerla oppure ci si può unire ad un tour organizzato.. perdendo però il fascino dell’avventura. D’altro canto siamo qui per un viaggio in Alaska in auto!

In evidenza sulla Dalton
  • Il miglior posto per un selfie è davanti al cartello che indica il Circolo Polare Artico, il primo posto dove il sole non tramonta nel solstizio d’estate e non sorge nel solstizio d’inverno!
  • A nord di Wiseman, l’autostrada separa due parchi eccezionali: Gates of the Arctic National Park e Arctic National Wildlife Refuge. I parchi non sono facilmente visitabili, a meno che siate veramente degli avventurieri. Affidatevi a una guida.
  • Il Passo Atigun, il valico più alto dell’Alaska, 1463 metri, da qui si gode di uno splendido panorama sui Brooks Range
  • Vicino a Livengood si possono notar ancora le tracce della corsa all’oro
  • Goditi la vista dello Yukon, la Dalton è l’unica grande strada dell’Alaska che lo attraversa. Buttate in acqua la vostra canoa e proseguite fino all’oceano!!
Viaggio in Alaska in auto: lungo la Dalton Highway
Il cartello che segna il circolo polare artico lungo la Dalton Highway
banner alaska

Elliott Highway (secondaria, in parte sterrata)

La strada si dirama dalla Dalton Highway al km 110 ed è asfaltata nel primo tratto, sterrata e non sempre percorribile nel secondo tratto, specialmente nei mesi invernali. La strada porta a Manley Hot Springs dopo circa 130 km. La copertura cellulare non è sempre disponibile e visto la scarsità di traffico chi percorre la Elliott Highway deve assicurarsi di avere un’adeguata autonomia di carburante ed eventuali gomme di scorta per le forature. L’unica stazione di servizio lungo la Elliott Highway si trova all’incirca al chilometro 175 deviando sulla cittadina di Minto. Visto che la strada è poco trafficata potreste fare incontri interessanti. Partite attrezzati.

Steese Highway (Scenic Byway)

Collega Fairbanks con la cittadina di Circle (Circle Hot Springs) sul fiume Yukon. La strada è in parte asfaltata e per i suoi favolosi panorami è indicata come una Scenic Byway. Attraversa il Chena river ed il Chatanika river. Una deviazione interessante in un’area remota. Ottima anche per l’avvistamento degli animali.

Chena Hot Springs Road (Scenic Route)

Ancora una “strada panoramica”, inizialmente costruita per permettere agli abitanti di Fairbanks di avere le “loro terme”, conduce infatti alla stazione termale di Chena Hot Springs. Lungo la strada è possibile avvistare animali selvatici o accedere a uno dei numerosi sentieri.

La strada corre lungo il Chena River per giungere alle terme dopo una novantina di chilometri ed è completamente asfaltata e ben tenuta. E’ possibile percorrerla in un’oretta, ma conviene andare piano e tentare di fare qualche avvistamento interessante e magari fermarsi ad acquistare uno snack lungo la strada nei due unici negozietti presenti.

Huskies Huskies Huskies

Lungo la strada incontrerete la città di Two Rivers, dove si dice che ci siano più cani da slitta che abitanti. Potrete visitare anche SP Kennel, dove troverete Aliy Zirkle e Allen Moore, due campioni dello Yukon Quest, una corsa internazionale di sleddog lunga 1600 km e che si snoda proprio lungo la Chena Hot Springs Road. Anche a Two Rivers Lodge puoi “rischiare” di incontrare altri campioni dello Yukon Quest.
Lungo la strada sono disponibili delle “cabins” e dei campeggi. Altrimenti alle fine trovate la struttura delle terme.

Curiosità: chiunque apra una strada rurale ha il diritto di darle un nome. Per questo qui le strade hanno nomi bizzarri e divertenti. Testate la fantasia dei residenti!
Strade che è possibile incontrare durante il viaggio in Alaska in auto
Strade che è possibile incontrare durante il viaggio in Alaska in auto

Strade dell’Alaska a sud di Fairbanks

George Parks Highway

Visitare il Parco Nazionale di Denali o del monte McKinley percorrendo la Parks Highway è un must per una vacanza in auto Alaska. Più di 60.000 km quadrati di natura selvaggia, con il monte McKinley, la montagna più alta del Nord America che domina il paesaggio. Quasi 600 km di natura incontaminata che comincia poco distante da  Anchorage. Prima cittadina sulla strada Wasilla, dove l’Iditarod faceva il suo primo check e ripartenza ufficiale fino al 2008. Poco dopo si incontrano Houston e poi Willow, attuale ripartenza ufficiale dell’Iditarod dopo la passerella di Anchorage. Niente di che ma potrete dire di esserci stati.

L’Iditarod Trail Sled Dog ed è una gara annuale coi cani da slitta che parte generalmente nel mese di marzo da Anchorage per arrivare a Nome, ovviamente nella nostra Alaska. L’Iditarod nasce nel 1973 è diventata una delle gare più famose di questa specialità. La competizione copre un percorso di oltre mille miglia, ripercorrendo la strada che nel 1925 servì per portare aiuti sanitari da Anchorage a Nome, dove si era sviluppata un’epidemia di difterite. L’eroe dell’epoca fu il cane Balto, un Alaskan che è stato celebrato anche con un film di animazione del 1995 e con una statua a Central Park di New York.

Itinerario alternativo: Hatcher Pass

Potete evitare queste piccole cittadine e scegliere di passare da Hatcher Pass facendo una piccola deviazione su una strada solo parzialmente asfaltata. Una splendida wilderness che sicuramente merita la visita, ma la strada può non essere in buone condizioni.

Una piccola deviazione per la vostra vacanza in Alaska in auto: Talkeetna

Lungo la strada una piccola deviazione porta a Talkeetna. Questa città si trova alla convergenza di tre grandi fiumi ed offre panorami spettacolari. E’ possibile esplorare la zona con un tour in aereo o elicottero, oppure fare rafting sul fiume, ma una delle meraviglie di questo posto sono i sentieri che potrete esplorare da soli, magari arrivando fino alle rive del fiume Susitna, appena fuori città. Ottima base di partenza per esplorare la parte sud occidentale dell’Alaska.

Richardson Highway

Collega Fairbanks a Valdez. Inizialmente non era che un sentiero sviluppato per la corsa all’oro della fine del 1800, ma successivamente è diventata una delle più importanti strade dell’Alaska.

Per percorrere i circa 500km dell’autostrada Richardson da Fairbanks a Valdez ci vogliono almeno 8 ore senza soste. Anche se il tempo sembra tanto i panorami sono incredibili. Ben due tratti di 150 km circa sono considerati State Scenic Byways, con viste sui ghiacciai e sulle catene montuose. Ovviamente tenete sempre gli occhi aperti per qualche avvistamento di alci o altri animali. Lungo la strada è possibile avvistare tratti della Trans-Alaskan Pipeline.


Curiosità

La Trans-Alaskan Pipeline è costruita a zigzag per dare modo alla struttura di contrarsi o espandersi con le differenze estreme di temperatura che subisce. L’oleodotto ha inoltre un’attrezzatura in grado di rilevare i terremoti ed è in grado di identificare le parti potenzialmente danneggiate da eventuali scosse telluriche.

Vista del McKinley dalla Parks Highway
Vista del McKinley o Denali dalla Parks Highway
La Trans Alaska Pipeline sulla Richardson
La Trans Alaska Pipeline sulla Richardson

Taylor Highway

La Taylor Highway si diparte a sud di Tok da Tetlin Junction e si snoda per circa 160 km fino alla cittadina di Eagle.

Da Tetlin i primi cento chilometri circa sono asfaltati, poi avvicinandosi ad Eagle la strada diventa sterrata. Lungo la carreggiata sono spesso visibili i caribù della mandria denominata Fortymile, oltre ovviamente a molti altri animali, ma per godervi lo spettacolo vi consiglio di viaggiare lentamente. L’autostrada è chiusa al traffico automobilistico da ottobre ad aprile e durante l’inverno diventa una pista per le motoslitte. A circa 100 miglia da Tetlin Junction parte una diramazione: La Top Of The World Highway.

Top Of The World Highway per dare al vostro viaggio in Alaska in auto uno tocco internazionale

La annoveriamo fra le strade dell’Alaska anche se comincia nei pressi di Jack Wade, in Alaska, e finisce a West Dawson in Canada, dopo circa 130 km. Il nome Top of The World è dovuto al fatto che per gran parte della sua percorrenza la strada si snoda sulla cresta delle colline, offrendo panorami sulle valli da ambo i lati. Soprattutto la discesa verso Dawson è particolarmente scenografica. La sezione che si trova in Alaska è quasi completamente asfaltata, mentre la parte canadese è in gran parte sterrata.

La strada è aperta solo durante i mesi estivi e una volta arrivati a West Dawson un traghetto trasporta i viaggiatori fino a Dawson. La sezione che si trova in Alaska è quasi completamente asfaltata, mentre la parte canadese è in gran parte sterrata.

Ricordate di controllare se il vostro autonoleggio permette di percorrere le strade sterrate prima di imboccare la T.O.T.W. !! Godetevi il vostro viaggio in Alaska in auto in relax, senza rischiare.

Puoi leggere anche: Il Gambecchio dell’Alaska

Glenn Highway e Tok Cutoff

Congiunge Anchorage a Glenallen. Pochi chilometri dopo la partenza da Anchorage si incontra il lago Eklutna (questo nome mi è sempre piaciuto) ed il villaggio di Eklutna, abitato dagli Athabaskan fin dal 17mo secolo. Qui si trova la chiesa di St. Nicholas, del 1800, probabilmente l’edificio più antico nei dintorni di Anchorage. Intorno al  chilometro 160 (mile 101) troverete il panoramico Matanuska State Park. Da qui con una piccola camminata di un chilometro e mezzo potrete ammirare il ghiacciaio Matanuska senza dover pagare i 30$ che appena un miglio dopo sono richiesti per camminare fino alla prima lingua del ghiacciaio.

Tok Cutoff

Come dice il nome conduce alla cittadina di Tok e può essere considerato un prolungamento della Glenn. La strada è ben asfaltata e offre ottimi panorami. Questo lembo poco battuto dell’Alaska è ottimo da percorrere in primavera ed in autunno, non solo perché in queste stagioni il panorama si colora con tinte sgargianti, ma perché è possibile vedere la migrazione dei caribù, che avviene proprio in primavera ed autunno.

La Nabesna Road, un piccolo lembo sterrato perso nelle strade dell’Alaska

Lungo la Glenn Highway, a circa metà strada tra Tok e Glenallen potete deviare su una piccola strada: la Nabesna road

Percorrendo la breve Nabesna Road si ha l’opportunità di esplorare una parte del Parco Wrangell-St. Elias. Lungo la strada la vista spazia su tre catene montuose: le Wrangell Mountains, le Mentasta Mountains e le Nutzotin Mountains. La Nabesna Road quasi sconosciuta ai turisti, ma è un’ottimo luogo per osservare la fauna selvatica, in una zona dove vivono quasi indisturbati alci, orsi, lupi e ghiottoni.

Lungo tutta la strada che è interamente sterrata ci sono piazzole di sosta a volte attrezzate con tavoli e servizi igienici dove è possibile pernottare. Ci sono anche campeggi abbastanta rustici, anche se pochi sono usati al di fuori della stagione di caccia. Lo scarso traffico lungo Nabesna Road è uno dei motivi per cui lungo la Nabesna road si possono fare incontri memorabili.

Seward Highway, un “must” per un viaggio in Alaska in auto

La Seward Highway, che si snoda su un percorso di circa 200km da Anchorage a Seward, è una delle più belle fra le strade dell’Alaska. Percorrendola è possibile ammirare cascate, montagne e scorci di mare. La strada è asfaltata ed è aperta tutto l’anno. Lo spettacolo comincia appena usciti da Anchorage: andando a Sud, sulla sinistra si trova quasi subito il Potter Marsh, una palude formatasi agli inizi del 1900 e attrezzata con camminamenti sopraelevati per osservare i vari uccelli che qui nidificano in primavera ed all’inizio dell’estate.

I primi 80 chilometri della Seward Highway costeggiano la base delle Chugach Mountains con il Chugach State Park da un lato, dove potete cercare di individuare le pecore di Dall lungo le pendici delle montagne spesso innevate. Dall’altro lato c’è il braccio di mare del Turnagain Arm, dove è possibile avvistare le balene beluga ed ammirare le ondate di marea chiamate “mascheretto” che percorrono la baia alla velocità di un cavallo al galoppo.

Proseguendo lungo la strada si incontra la località di Portage. Questa cittadina fu completamente distrutta dal terremoto di magnitudo 9.2 del 1964 che fece sprofondare larghe porzioni di terreno, nelle aree colpite sono visibili gli abeti rossi morti perché le radici finirono immerse nell’acqua salata.

Più o meno da questo punto e fino a Seward la strada si snoda all’interno della Chugach National Forest, una meravigliosa wilderness tutta da esplorare.

Cosa potete fare
  • Fare una deviazione e visitare la storica città mineraria di Hope, con le vedute sulla baia e sul vicino Canyon Creek Bridge.
  • Visitare il Summit Lake, zona di sosta sulla rotta migratoria dei cigni selvatici in primavera ed autunno.
  • Fare un’escursione all’Upper Trail Lake o al Lower Trail Lake.
  • Impegnarvi in una passeggiata all’Exit Glacier a pochi chilometri da Seward, uno dei ghiacciai più accessibili dell’Alaska.
  • Proseguire verso Witthier e da qui esplorare la baia oppure organizzare un’escursione al Portage Glacier.
Uno scorcio del Turnagain Arm lungo la Seward Highway
Uno scorcio del Turnagain Arm lungo la Seward Highway
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Curiosità

Il ghiacciaio si raggiunge con la Portage Glacier Highway che si dirama dalla Seward al miglio 78. e conduce a Whittier. Una strada privata di poco meno di un chilometro porta al Begich Boggs Visitor Center sul lago. Il ghiacciaio vent’anni fa era visibile con il binocolo dal parcheggio, ora è visibile solamente attraversando il lago in barca. E’ possibile imbarcarsi per la gita dal piccolo porto alla fine della strada durante tutto l’arco della giornata da maggio a settembre.


Sterling, quella più a sud fra le Strade dell’Alaska centrale

Nel vostro viaggio in Alaska in auto non mancate di arrivare a Homer. Per farlo dovrete percorrere la Sterling.

La Sterling Highway si dirama dalla Seward a Tern Lake Junction, 140 km a sud di Anchorage per raggiunger Homer all’estremità sud della Kenai Peninsula.

Dopo aver lasciato il Tern Lake la strada si dirige a ovest fino a Soldotna, scorrendo parallelamente al Kenai River, per poi svoltare a sud e seguire il Cook Inlet. L’autostrada è molto frequentata dagli amanti della pesca perché conduce ad aree di pesca rinomate e molto popolari.

Ma non solo, questa strada è il principale punto di accesso alla Chugach National Forest e al  Kenai National Wildlife Refuge. Alla fine della strada si trova Homer con l’Homer Spit, un banco di sabbia che si allunga per circa 7km sulla Kachemak Bay. Da qui è possibile imbarcarsi sui traghetti dell’Alaska Marine Highway e raggiungere Seldovia, provando così l’ebbrezza di visitare un posto veramente isolato dall’altra parte dalla baia. Per i più avventurosi il traghetto prosegue fino all’isola di Kodiak.

Vista sulla Kachemak Bay a Homer
Vista sulla Kachemak Bay a Homer

Curiosità

Il conteggio delle miglia per la Sterling Highway non inizia da zero, ma dal miglio 37. Infatti la strada prosegue la numerazione della Seward anche dopo essersene separata. Le miglia in questo caso indicano la distanza da Seward, che però non è sulla Sterling Highway.


Copper River Highway e Million Dollar Bridge

Questa strada lunga quasi 80 km parte dalla città di Cordova ed arriva al Million Dollar Bridge sul Miles Glacier, percorrendo la strada della ferrovia abbandonata del Copper River. In teoria con un buon fuoristrada si potrebbe anche continuare lo sterrato per qualche chilometro. Attualmente però la strada è chiusa al miglio 36, a causa di un ponte pericolante, la cui sostituzione o anche solo sistemazione pare in là nel tempo. Dal 2011 di fatto dopo il miglio 36 la strada è abbandonata.

Il Million Dollar Bridge

Il Million Dollar Bridge, principale attrazione del luogo, il cui vero nome è Miles Glacier Bridge è situato alla fine degli 80km della strada, quando tutta aperta. Fu costruito agli inizi del 1900 e doveva essere un ponte ferroviario creato ad uso dell’industria estrattiva del rame nella regione.

Deve il suo nome alla spesa enorme sostenuta per la sua realizzazione, ampiamente ricompensata dai guadagni dell’industria estrattiva. La ferrovia chiuse nel 1938 e solo vent’anni più tardi il ponte fu convertito in ponte stradale.  Nel 1964 il terremoto che scosse l’Alaska danneggiò seriamente il ponte e ne decretò la definitiva chiusura.

In seguito il ponte fu riparato, ma mai più utilizzato per il transito stradale

Attualmente, vista la chiusura della strada, è possibile raggiungere il ponte solo risalendo il fiume in barca (o scendendo il fiume da Chitina) e non c’è accesso stradale.

Cosa vedere lungo la Copper River Highway

  • Partecipa al festival Shorebird riconosciuto a livello nazionale (vedi l’articolo Gambecchio dell’Alaska)
  • Raggiungi il Million Dollar Bridge (attualmente non possibile)
  • Goditi una giornata in città facendo shopping a Cordova, passeggiando per il museo e soffermati su una tazza di caffè e ammira la vista del trafficato porto della città senza strade (per raggiungerla)
  • Cerca le lontre di mare nel porto
  • Prova a vedere i colibrì in estate

In conclusione

Qualsiasi strada tu prenda sulle strade dell’Alaska sarà sempre un’avventura. Prova a vedere alcune immagini dell’Alaska che non ti immagini.

Per viverla al meglio segui pochi semplici consigli.

  • informati sui luoghi che vuoi visitare
  • rispetta la natura e la cultura del luogo, sei ospite
  • pianifica il tuo viaggio, ma senza essere troppo preciso: l’imprevisto è dietro l’angolo e.. cosa strana.. TI PIACERA’
  • durante il tuo viaggio in Alaska in auto non correre e prenditi il tempo per osservare, quando calcoli i tempi di percorrenza raddoppiali e non sbaglierai

E poi raccontami come è andata!!

Per saperne di più sull’Alaska

Se vuoi l’idea per una prima avventura in Alaska leggi l’articolo immagini dell’Alaska che non ti immagini.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! 

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

E non dimenticare di portare con te un buon libro, un ottimo compagno di viaggio. Leggi i miei consigli nell’articolo 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti, ci sono alcuni libri che parlano proprio dell’Ultima Frontiera.

Se pensi di fare una tappa a New York puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure a piedi, in taxi o autobus. Ma se invece il tuo volo fa scalo a Seattle, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e magari da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 14/07/2019

Le Isole Maldive: decidere quando andare!

di Max Pubblicato: 29/06/2019
Asia written by Max

Le Maldive in breve

Le Isole Maldive si trovano nell”Oceano Indiano, a sud-ovest rispetto all’India, se conoscete l’India si trovano quasi esattamente sotto il Gujarat.. molto sotto.. praticamente sull’Equatore. La distanza dalla punta meridionale dell’India è di circa 600.km

Sono circa 1190 isole su 26 atolli e hanno un fuso orario di 3 ore in più rispetto all’Italia, 4 con l’ora legale, ma questa informazione fra un po’ non sarà più importante, visto che l’ora legale è destinata a spegnersi definitivamente ad ottobre.

Per andare alle Maldive non occorrono visti preventivi e non occorrono vaccinazioni. Il visto d’ingresso valido per 30 giorni è ottenibile direttamente in aeroporto, a patto di avere una prenotazione confermata da una struttura del paese.

Verificate i documenti necessari per i minori sul sito della Farnesina Viaggiare Sicuri, link a fondo pagina.

Photo by Colin Watts on Unsplash

Foto di Colin Watts su Unsplash

Il clima alle Maldive

Le Maldive hanno un clima tropicale monsonico, caldo tutto l’anno. Visto che il tempo ormai è un po’ dappertutto imprevedibile diciamo che un po’ di fortuna serve sempre, ma i periodi più a rischio sono quelli di maggio/giugno e ottobre, anche se molto difficilmente anche in quei periodi capita più di qualche pioggia notturna o eventualmente una giornata uggiosa.

Qual è il periodo migliore

Ma vediamo perché e capiamo anche quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle varie stagioni. In qualsiasi stagione decidiate di andarci una cosa ve l’assicuro.. non vedrete la neve! Insomma qualche notte o qualche giorno con pioggia può sempre accadere, ma è abbastanza improbabile che vi rovini la vacanza.

Il periodo più secco è quello da gennaio ad aprile ed è anche il periodo in cui ci sono più ore di sole.

Da Aprile a Settembre Il monsone di sud-ovest si fa sentire in particolare nelle isole settentrionali ed è accompagnato dal vento, che può rendere mosso il mare. Il clima è più umido e a volte nuvoloso.

Da ottobre a dicembre le isole sono influenzate dal monsone di nord-est che si limita a portare occasionalmente rovesci e temporali pomeridiani o serali, soprattutto negli atolli meridionali.

Photo by Ishan @seefromthesky on Unsplash

Photo by Ishan @seefromthesky on Unsplash

Le temperature alle Maldive

Le temperature alle Maldive durante l’anno sono sempre intorno ai 30 gradi e scendono durante la notte intorno 25 gradi. Anche l’umidità è stabile ed è elevata tutto l’anno, intorno all’80%.

Nel periodo tra febbraio e maggio le temperature crescono di un paio di gradi sia nei valori minimi che nei valori massimi

TEMPERATURE MALDIVE

fonte: Maldives Metereological Service

Le piogge

Le piogge si manifestano in genere come rovesci o temporali, come in tutte le zone tropicali. In genere possono essere più abbondanti negli atolli meridionali. Come dicevo difficilmente vi rovineranno la vacanza.

precipitazioni maldive

fonte: Maldives Metereological Service

Ore di sole

Le ore di sole alle Maldive sono di più da gennaio ad aprile, i mesi meno maggio giugno e luglio, nel resto dell’anno il sole splende in media 7 ore al giorno.

ore di sole alle Maldive

fonte: Maldives Metereological Service

Temperatura del mare

Il mare alle Maldive è caldo tutto l’anno, la sua temperatura varia tra i 28 e i 30 gradi.

I venti alle Isole Maldive

Lo schema  mostra quanti giorni in un mese si possono avere determinate velocità del vento.

Giorni con vento alle maldive

Fonte: MeteoBlue

La rosa dei venti per le Isole Maldive mostra quante ore all’anno il vento soffia dalla direzione indicata.

Le Isole Maldive: decidere quando andare! > https://www.massimobasso.com/articoli/page/28/

Fonte: MeteoBlue

I cicloni

Le Maldive possono essere occasionalmente raggiunte dai cicloni tropicali, anche se accade veramente molto di rado. I cicloni si formano di preferenza tra aprile e dicembre, ma visto il mare caldo possono in teoria formarsi tutto l’anno.

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Quando andare

Il periodo migliore per visitare le Maldive va da gennaio a metà aprile, dal momento che è il meno piovoso e il più soleggiato, ma è anche il più caro. Anche in questo periodo comunque sono possibili alcuni rovesci e temporali pomeridiani, soprattutto nelle isole più meridionali.
Se si vuole viaggiare in estate, si possono scegliere le isole più meridionali, che sono meno esposte al monsone di sud-ovest e dunque sono meno ventose e più soleggiate, e inoltre sono più al riparo dai cicloni tropicali. In estate ed in autunno i prezzi sono più bassi, tranne che ad agosto.

Alta stagione: da dicembre ad aprile

In questo periodo i prezzi sono più alti, nel periodo tra Natale e l’Epifania i prezzi possono addirittura triplicare, nel periodo che include Pasqua possono raddoppiare.

In questi mesi il caldo è meno intenso e l’umidità più bassa. Riguardo i giorni di pioggia: saranno meno, almeno in teoria. Per contro ci saranno più turisti e le spiagge saranno meno solitarie (non troverete mai le folle di Rimini..)

In questo periodo è possibile trovare delle offerte Last Minute, ma solo se contate di viaggiare in coppia, se siete in più persone sarà mooolto difficile.

Bassa stagione: le Maldive da maggio a novembre

In bassa stagione è possibile trovare offerte scontate. C’è maggiore probabilità di trovare giornate ventose col mare mosso e precipitazioni. Il rovescio della medaglia è che in cambio di qualche ora di pioggia, probabile, ma non scontata, avrete spiagge più libere e resort meno affollati. e poi non sarà certo qualche ora di pioggia a sconvolgere la vacanza. Potrete approfittarne per un massaggio o una buona lettura.

Come dicevo agosto cade nella bassa stagione, ma i prezzi non sono bassi a causa del numero elevato di richieste.

Ma quanto si spende.

Eccoci coi prezzi! Le buone offerte partono in genere da una cifra intorno ai 1.300 euro in un Hotel a tre stelle. Anche con sistemazioni meno comode non sperate di scendere sotto i mille euro a persona a settimana.. se trovate a meno fatevi delle domande.

Ma volete davvero rovinarvi il viaggio della vita per essere stati in un posto scomodo e magari lontano dalla spiaggia? Informatevi prima e soprattutto non credete alle favole. Per spendere meno occorre rinunciare a qualcosa.

Se cercate un resort con cucina e gestione italiana allora dovete essere disposti a spendere qualcosa in più.

Cosa portare in valigia

Tutto l’anno, vestiti leggeri, se proprio volete una felpa leggera per la sera, un foulard per non scombinarvi i capelli, occhiali da sole, mi raccomando la crema solare!

Per la barriera corallina porterete maschera, boccaglio e pinne.

In conclusione

Prima di partire date sempre uno sguardo al sito ViaggiareSicuri della Farnesina per avvisi importanti.

Per saperne di più sull’Asia

Sono approdato all’Asia di recente, ma questa terra è stata subito fonte di ispirazione. Non solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

banner scopri l'asia

Se ti interessa l’India prima di tutto informati sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. altri argomenti interessanti per avvicinarti a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori. Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggi la sacra Trimurti, introduzione e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie, Vishnu ed i suoi Avatara, l’importanza del conservatore o Surya ed il culto del Dio del Sole in India. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

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Ma l’Asia non è solo India. Parti per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Altri articoli interessanti su Cina ed Indonesia sono per esempio il periodo migliore per visitare Hong Kong, o qualche cenno sul Capodanno Cinese e sul Calendario Cinese Tradizionale. Senza dimenticare gli strani animali asiatici come i Panda Giganti della riserva di Chengdu o gli Orangutan di Sumatra e i Macachi Neri di Tangkoko.

Ciao, a presto!

illustrazioni di Photographeeasia/Freepik

Pubblicato: 29/06/2019
Ragazza che guarda le cascate Lower Falls a Yellowstone

Cosa vedere a Yellowstone: un itinerario di tre giorni

di Max Pubblicato: 09/06/2019
Stati Uniti written by Max

Decidere cosa vedere a Yellowstone

Quanti giorni si deve rimanere per programmare al meglio le cose importanti da vedere a Yellowstone? Se dico.. dipende..? :-)

Ok, scherzavo! Se non l’avete ancora fatto, però, prima leggete l’articolo su cosa Fare e quando andare a Yellowstone

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Decidere cosa vedere a Yellowstone
  • Visitare Yellowstone prendendosi del tempo
  • Gli imperdibili da vedere a Yellowstone
    • L’Old Faithful
    • La Lamar Valley
    • Le cascate Upper Falls e Lower Falls
    • Il bacino dei Geyser di Norris
  • Ma non erano cinque le cose da vedere a Yellowstone?
  • Proposte di viaggi negli USA
  • Libri e guide per gli Stati Uniti
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?

Visitare Yellowstone prendendosi del tempo

Solo per fare un giro di corsa, ma veramente di corsa, senza fermarsi mai.. ci vuole un giorno. Se volete vedere qualcosa di più occorre pensare alle cose interessanti per Voi e  quali sono le cose che non si possono perdere.

A mio avviso tre giorni a Yellowstone sono pochi, ma non sempre durante un viaggio si ha tutto il tempo che si desidera, pertanto da qualche parte bisogna tagliare (ma non Yellowstone :-( …). Vale davvero la pena di godere dell’aspetto selvaggio di questo parco e inoltrarsi in un sentiero almeno almeno una volta.

A proposito, lo sapevate che il 95% dei turisti che visita Yellowstone non esce dalle piattaforme o dai sentieri delle attrazioni principali? Un delitto!!

Detto questo vi propongo un itinerario minimale, in un altro articolo approfondisco per chi vuole fermarsi più giorni a Yellowstone.

Itinerario di tre giorni per vedere Yellowstone. Painted Pots
Painted Pots – Yellowstone N.P.

Gli imperdibili da vedere a Yellowstone

In primo luogo i geysers e le pozze di acqua calda dai mille colori. Lo spettacolo offerto da questi fenomeni naturali è assolutamente imperdibile. Ho visitato anche altri complessi vulcanici simili, ma nulla di così spettacolare, vario e ampio, quindi se dovessi scegliere solamente una cosa da visitare durante la permanenza a Yellowstone questa sarebbe sicuramente la zona dei Geysers. E per farlo in maniera adeguata dovrete programmare almeno un giorno intero.

La Lamar valley è spettacolare e vi ci vorrà coraggio per abbandonarla pensando di non tornarci tanto presto. Anche qui vi ci vorrà un giorno. E poi ci sono gli orsi e i lupi in cima alla lista, ma anche lo spettacolo delle mandrie di bisonti, che rievocano i film western, i coyote che cacciano gli scoiattoli di terra, insomma ci vuole del tempo.

Ma se ne avete poco, ecco cosa non vi potete proprio perdere:

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

L’Old Faithful

L’Old Faithful, o Vecchio Fedele fu il primo geyser del parco a ricevere un nome, legato alla prevedibilità delle sue eruzioni. Nel corso degli anni l’intervallo fra le eruzioni è aumentato, ma quasi sempre il geyser spara in aria il suo getto 65 minuti dopo un’eruzione durata meno di 2 minuti e mezzo o 92 minuti dopo un’eruzione di durata maggiore dei 2 minuti e mezzo. E’ complicato? non preoccupatevi, c’è una bacheca con la tabella giornaliera delle eruzioni previste, meglio di così..

Le sue eruzioni si innalzano fino a 55 metri e sparano fino a 32.000 litri, non sono le più alte e potenti del parco, ma sono comunque le più famose. Inoltre nelle vicinanze ci sono un sacco di altri geysers e sorgenti calde.

Ci sono comodi sedili intorno al Geyser per vedere lo spettacolo, se volete sedervi, però, arrivate in anticipo nei periodi di maggiore affollamento.

Una raccomandazione: non uscite dai sentieri segnati, è pericoloso per voi e dannoso per l’ecosistema!

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

La Lamar Valley

La valle prende il nome dal Lamar river che è un affluente dello Yellowstone. Si trova nell’angolo nord orientale del parco, fra l’ingresso nord e quello nordest e si tuffa nello Yellowstone river vicino a Tower Junction, proprio sotto il Grand Canyon di Yellowstone.

Qui potete trovare una cartina per orientarvi

Il fiume è famoso e rinomato per la pesca a mosca, ovviamente in estate, ma la valle è conosciuta soprattutto per essere indicata come il Serengeti degli Stati Uniti, vista l’abbondanza della fauna in ogni stagione dell’anno.

Fra l’altro la valle è nota per alcuni luoghi che incontrerete percorrendola: Soda Butte, Crystal Creek e Rose Creek. In queste località nel 1995 a Yellowstone furono reintrodotti i lupi, dopo anni di assenza. Ad oggi la Lamar Valley è il posto più probabile per l’avvistamento di un lupo in natura.

Visitare la valle senza abbandonare la strada vi prenderà mezza giornata, ma se vi fermerete alle numerose piazzole per cercare di avvistare qualche animale il tempo scorrerà inesorabile. Probabilmente qualche appassionato vi inviterà a dare una sbirciatina al proprio cannocchiale,  poi vi parlerà di quello che ha visto in mattinata, elargendovi qualche consiglio sui posti migliori del periodo. Allora la curiosità prenderà il sopravvento e la giornata vi sembrerà passare in un lampo.

Cercate i bisonti, le antilopi Pronghorn, le capre di montagna arrampicate sulle montagne e le pecore Bighorn.

Marmotta con sfondo il Lamar River- Yellowstone
Marmotta con sfondo il Lamar River
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Le cascate Upper Falls e Lower Falls

Il fiume Yellowstone forma due spettacolari cascate, visibitabili lungo la strada che va da Fishing Bridge a Canyon, a nord dell’omonimo lago all’interno del Parco Nazionale. Il fiume che scorre attraverso la Hayden Valley forma prima le Upper Falls o cascate superiori di Yellowstone, successivamente, 400 metri più a valle, forma le Lower Falls o Cascate inferiori, prima di entrare in un grande canyon.

Le cascate superiori sono alte circa 30 metri, mentre le inferiori misurano oltre 90 metri, più alte delle cascate del Niagara, anche se trasportano una massa d’acqua notevolmente inferiore

Lo spettacolo è magnifico, specialmente al mattino quando le pareti gialle del canyon sono illuminate dai primi raggi del sole. Una gita da non perdere e non troppo faticosa, su pedane e sentieri cementati.

Per i più arditi c’è anche un sentiero più a est, che corre lungo la sponda opposta alla strada, con visioni spettacolari sul canyon.

Lower Falls - Yellowstone N.P.
Lower Falls più alte delle cascate del Niagara

Il bacino dei Geyser di Norris

Il bacino dei geyser di Norris si trova ad ovest al centro dell’otto formato dalle strade centrali di Yellowstone (vedi la mappa). E’ il primo che incontrerete provenendo da West Yellowstone o da Mammoth Hot Springs.

L’area dei Geyser di Norris è spettacolare soprattutto per i colori dei suoi bacini e delle sue pozze, ma è spettacolare nel suo insieme per la quantità e la varietà di fenomeni osservabili.

Nell’area del Norris Geyser trovate anche un piccolo museo, una libreria, bagni e aree di sosta sia per macchine che per camper.

Ovviamente nei dintorni c’è anche un’area picnic per riposarsi o rilassarsi dopo la visita.

Bacino dei Geyser di Norris - Yellowstone N.P.
Bacino dei Geyser di Norris
Bacino dei Geyser di Norris - Yellowstone N.P.
Bacino dei Geyser di Norris

Ma non erano cinque le cose da vedere a Yellowstone?

Ma dico, siete venuti fino qui, nel posto sulla terra dove è più probabile vedere un lupo (libero..) .. e allora cosa aspettate.

Munitevi di un cannocchiale, svegliatevi all’alba e risalite la Lamar Valley fino quasi alla fine. Sicuramente in primavera ed estate ad un certo punto sulla destra risalendo la valle, se è abbastanza presto, noterete un gruppo di persone con il naso all’insù ed i cannocchiali puntati.

Fermatevi, se non avete un cannocchiale vostro qualcuno sarà lieto di farvi dare un’occhiata nel suo, nel caso si avvisti qualcosa. Aspettate, aspettate e aspettate. Se sarete fortunati farete uno degli incontri più emozionanti della Vostra vita e forse avrete anche il privilegio di sentire un lupo ululare (il che vi farà di certo venire i brividi!)

Ecco la quinta e più importante attività da non perdere a Yellowstone. Non è detto che ci riusciate, ma almeno potrete dire di averci provato!

Se volete vedere il video che ha ispirato la mia passione per Yellowstone potete seguirlo da qui – ma prima finite di leggere l’articolo, il video dura un’ora buona

Bisonti nella Lamar Valley - Yellowstone
Bisonti nella Lamar Valley
Lupo nella Lamar Valley a Yellowstone
Lupo nella Lamar Valley a Yellowstone

Proposte di viaggi negli USA

Per visitare i luoghi di questo articolo chiedi a me o prova uno dei nostri itinerari personalizzabili.

Florida: Panorami del Sunshine State* in Self Drive. Un viaggio on the road in Florida, Stati Uniti d’America. Senza orari prefissati, senza tappe prestabilite né marce estenuanti. Un viaggio con i tuoi ritmi per scoprire i luoghi meno turistici di questo fantastico continente.

New York: Liberi di scoprire la Grande Mela*. New York è la città più vivace, stravagante, sfacciata e multietnica degli Stati Uniti. Goditi 5 giorni a New York in un’atmosfera da sogno scoprendo i luoghi che hai sempre visto nei film!

Los Angeles e la California: Avventura nel Golden State in Self Drive*. Un vero tour “on the road” da Los Angeles alla favolosa Las Vegas alla scoperta delle meraviglie dell’Ovest

I Parchi dell’Ovest: Avventura Western in Self Drive*. Un viaggio favoloso da San Francisco a Las Vegas passando per San Louis Obispo, Los Angeles, Bryce Canyon, Lake Powell, Page, Antelope Canyon e la Monument Valley.

E molti altri tour individuali e tour di gruppo a partenze fisse*.

Libri e guide per gli Stati Uniti

Prima di partire compra una guida dei Parchi* degli Stati Uniti (sono antico, ma la carta funziona ancora)

Trova qui la guida* degli Stati Uniti Occidentali della Lonely Planet, ne esiste anche una specifica guida* degli Stati Uniti Sudoccidentali. Qui trovi invece la guida* Stati Uniti Orientali. Personalmente sconsiglio di prendere una guida che tratti tutti gli USA insieme, vista la vastità dell’argomento.

Leggi anche 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti

Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

Prima di tutto non dimenticare il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! Non restare senza connessione, acquista scopri i vantaggi di una eSIM con traffico dati* per gli USA. Non dimenticare un buon libro per la tua vacanza a Stelle e Strisce.

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

Se ti rimane del tempo puoi anche fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

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Non ti piacciono le città?

Se cerchi un’avventura più a contatto con la natura, leggi cosa puoi fare nei Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon. Per alcuni di questi parchi è richiesta una prenotazione, scopri quali!

Un’altra meta imperdibile è il favoloso Parco di Yellowstone, con la sua natura, i bisonti, gli orsi ed i lupi. Ti propongo un paio di itinerari: da Seattle a Yellowstoneattraverso gli stati di Washington e del Montana, oppure un itinerario che comprende Yellowstone, il Colorado ed il Wyoming con partenza e arrivo a Denver.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

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  • Immagini di Yellowstone in video – Ultima Modifica 22/05/2022
  • Viaggio da Seattle a Yellowstone in 3 minuti! – Ultima Modifica 10/04/2023

Ciao, a presto!

Pubblicato: 09/06/2019
Quando andare a Yellowston

Cosa Fare e quando andare a Yellowstone

di Max Pubblicato: 19/05/2019
Stati Uniti written by Max

Quando andare a Yellowstone e cosa fare

Non sapete cosa fare e quando a Yellowstone? Scopriamolo insieme!

Cosa fare a Yellowstone? Dipende dalla stagione!

Quando andare a Yellowstone? Dipende da cosa volete fare o vedere!

Sembra un gioco, ma Yellowstone è un parco per tutte le stagioni e talmente vasto che scoprirlo tutto con una visita è impossibile.

Vediamo perciò di conoscerlo un po’ meglio!

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Quando andare a Yellowstone e cosa fare
  • Geografia del Parco di Yellowstone
  • Arrivare a Yellowstone: informazioni utili sugli accessi
  • Tutte le zone del Parco di Yellowstone
  • Quando andare a Yellowstone mese per mese
  • Programmare il soggiorno a Yellowstone
  • Andare a Yellowstone: cinque cose che dovete assolutamente vedere
  • Proposte di viaggi negli USA
  • Libri e guide per gli Stati Uniti
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
Entrata EST del parco di Yellowstone-
Entrata EST del parco di Yellowstone al tempo della mia prima visita nel 2003
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock
Yellowston: ingresso sud
Yellowstone Ingresso Sud – Giugno 2015

Geografia del Parco di Yellowstone

Per saperlo cominciamo a conoscerne la Geografia

Yellowstone si trova nello Stato del Wyoming al confine con Montana e Idaho, nelle Rocky Mountains. Fondato il 1 marzo 1872 dal presidente Grant, Yellowstone è il più antico Parco nazionale del mondo. Oltre a questo è la più grande area protetta degli States e – se non vi ho ancora convinto – Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Per arrivare a Yellowstone potete partire da Seattle. Vedi il mio viaggio da Seattle a Yellowstone

Il parco occupa quasi 9.000 km² e si trova quasi ovunque ad un altezza di oltre 2.000 metri con un’altitudine media di 2.400 metri.

Per farvi un’idea della vastità dell’area, sappiate che nel parco ci sono oltre 1.600 km di sentieri e la strada principale a forma di otto, il Grand Loop, è lunga più di 200 chilometri. Quindi non avrete sicuramente da annoiarvi, anzi, più che scegliere quando andare, sarà un problema scegliere cosa fare a Yellowstone.

E quando sarete tornati a casa l’unico vostro pensiero sarà quando tornarci.

Leggi anche Lower Antelope Canyon, Upper Antelope Canyon o Antelope Canyon X
Bisonte con piccolo - Yellowstone N.P.
Bisonte con piccolo nella Lamar Valley – Yellowstone N.P.

Arrivare a Yellowstone: informazioni utili sugli accessi

Il parco ha cinque accessi principali:

Ingresso Nord

L’entrata da Gardiner in Montana è l’ingresso principale. Questo ingresso è aperto tutto l’anno, anche con le strade innevate.

Ingresso Nordest

Vicino all’ingresso Nord si trova l’ingresso Nord Est da Cooke City, anch’esso accessibile tutto l’anno anche con le strade innevate.

La strada fra l'ingresso nord e quello nord est è l'unica percorribile in auto tutto l'anno, anche in inverno. Ciò non significa che in inverno non si possano esplorare le altre zone del parco, ma sicuramente non lo si potrà fare in auto se non su questa strada

Ingresso Ovest

L’ingresso Ovest si raggiunge dalla cittadina di West Yellowstone, in Idaho ed l’accesso più vicino alla zona dei Geyser. In genere apre verso al metà di aprile, anche se a volte la neve nella zona dei Geyser rimane fino a giugno. Chiude la prima settimana di novembre salvo eventi eccezionali. West Yellowstone è anche un’ottima base per esplorare il parco senza soggiornare all’interno, con prezzi abbordabili ed una distanza contenuta.

Il mio consiglio è: se potete soggiornate all'interno del parco.

Ingresso Est

Subito dopo l’ingresso Ovest in genere apre l’ingresso est. E’ ottimo per chi proviene da Cody ed in genere dal South Dakota, magari dopo aver visitato la Devil’s Tower, è aperto dall’inizio di maggio alla prima settimana di novembre.

Ingresso Sud

L’ultimo ad aprire in primavera in genere è l’ingresso sud, intorno alla prima settimana di maggio. Rimane aperto fino alla prima settimana di novembre e permette l’accesso al Parco dei Grand Tetons e congiunge il parco con la Cortina d’Ampezzo del Wyoming, ovvero Jackson Hole.

Nel pianificare quando andare a Yellowstone occorre quindi anche tener conto delle aperture e delle chiusure degli accessi, soprattutto per scegliere un aeroporto comodo. Ovviamente tanto dipende dal tipo di itinerario.

Mappa del parco per scoprire cosa fare a Yellowstone
Mappa del parco per scoprire cosa fare a Yellowstone

Tutte le zone del Parco di Yellowstone

Mammoth

Raggiungibile facilmente dall’accesso nord. Se arriverete da Bozeman e Gardiner sarà la prima sulla vostra strada. Si tratta di un’area geotermale intorno a Mammoth Hot Springs. Mammoth è anche un’area ottima per avvistare i cervi che, senza paura, circolano in mezzo ai lodges, un primo approccio con la natura selvaggia.

Ricordatevi che sono animali selvatici, non prendete troppa confidenza..

Una mappa ufficiale del parco con i servizi e le distanze è scaricabile da qui

Formazioni calcaree a Mammoth Hot Springs Yellowstone
Formazioni calcaree a Mammoth Hot Springs Yellowstone
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Geyser Basin

E’ la regione dove si trovano la maggior parte dei Geyser e delle formazioni di origine vulcanica. La regione è ulteriormente suddivisa in zone. A partire da Norris, a nord, fino al West Thumb 75 km di questo parco sono costellati di innumerevoli Geyser e di buona parte delle 10.000 sorgenti calde di Yellowstone che danno vita a pozze dai colori sgargianti.

Bacino dei Geyser di Norris - Yellowstone N.P.
Bacino dei Geyser di Norris – Yellowstone N.P.

Yellowstone Lake

Questa è la zona intorno al lago, va da Grant Village a Fishing Bridge. Caratterizzata appunto dalla presenza del lago, che durante l’inverno diventa una grandissima distesa di ghiaccio, raggiungendo il disgelo completo in giugno.

Pellicano bianco avvistato nello Yellowstone Lake vicino a Fishing Bridge
Pellicano bianco avvistato nello Yellowstone Lake vicino a Fishing Bridge

Canyon

Canyon si trova nella zona est. Come dice il nome, in questa zona il fiume Yellowstone forma un fantastico canyon e delle splendide cascate: le Upper e le Lower Falls, queste ultime alte quasi il doppio delle Cascate del Niagara, anche se non così ampie.

Lower Falls - Yellowstone N.P.
Lower Falls – Yellowstone N.P.

Roosvelt

Roosvelt si trova nella Zona nord est ed in questa porzione di parco i boschi e le praterie la fanno da padrone, così come i bisonti e i cervi. In Estate non è raro avvistare anche orsi e parecchi altri animali.

Cuccioli di orso - Yellowstone
Cuccioli di orso nella zona di Roosvelt – Yellowstone

Lamar Valley

L’ho lasciata per ultima, ma è la mia preferita. Nella Lamar Valley durante i mesi meno freddi ci sono così tanti animali da essere spesso indicata come il Serengeti americano. Armandosi di grande pazienza ed una buona dose di costanza qui è possibile avvistare i lupi.

Una mappa ufficiale del parco con i servizi e le distanze è scaricabile da qui

Appassionati di lupi nella Lamar Valley - Yellowstone N.P.
Appassionati di lupi nella Lamar Valley – Yellowstone N.P.

Quando andare a Yellowstone mese per mese

L’estate è la stagione più frequentata, infatti oltre la metà delle presenze si registra fra giugno, luglio e agosto. Per incontrare meno gente meglio la primavera o l’autunno, fino ad ottobre. Controllate sul sito prima di partire perché alcune strade e strutture potrebbero essere chiuse in ogni mese dell’anno, vista l’altezza del parco sul livello del mare.

In inverno ci si devono aspettare paesaggi innevati, geyser fumanti e meno persone. Tuttavia, l’accesso all’interno del parco è limitato e molte strutture sono chiuse. Occorre pianificare il viaggio invernale con attenzione ed in anticipo.

Gennaio – febbraio – marzo

Le strade accessibili ed i servizi sono limitati alla zona nord con ingresso da Mammoth o da nord-est. In questa stagione si possono fare escursioni con gli sci o le racchette da neve e in motoslitta. Il resto è affidato a tours guidati sugli snowcoach, durante i quali è possibile anche pernottare all’Old Faithful e vedere i geyser nella loro suggestiva veste invernale. I Rangers organizzano escursioni guidate per vedere la fauna selvatica. E’ possibile vedere merli acquaioli, cigni trombettieri, coyote e volpi che cacciano sui prati innevati e con un po’ di fortuna i lupi nella Lamar Valley. Il ghiaccio e la neve rendono i Geyser veramente suggestivi.

A marzo è possibile avvistare i primi Grizzly e cominciano ad arrivare i primi migratori.

Il 1° marzo è anche l’anniversario di Yellowstone.

Aprile – maggio

Le strade cominciano ad aprirsi al pubblico e la gente comincia ad arrivare più numerosa, ma ancora in numeri contenuti. Si possono fare escursioni in zone già libere dalla neve. I bisonti partoriscono i piccoli e si avvistano i primi orsi neri nella Lamar Valley. 

A maggio si aprono i campeggi, gli alci partoriscono e i cuccioli di lupo escono dalle loro tane nella Lamar Valley. Attenzione alle folle nel fine settimana del Memorial Day.

Cuccioli di orso - Yellowstone
Cuccioli di orso con mamma orsa a Yellowstone

Giugno – luglio – agosto

I turisti sono abbondanti, con tutte le strade e le strutture aperte già da metà giugno. Si può fare canottaggio, si può campeggiare, pescare nei laghi ed esplorare il parco a piedi. La fauna si sposta a quote più alte. Da metà giugno aprono i servizi di navigazione sul lago di Yellowstone ed incominciano i programmi dei ranger, con tanti volontari.

Se volete fotografare il Grand Prismatic, in estate ci sono meno vapori, quando le temperature sono più alte.

Io sono andato due volte in giugno vedi alcune Immagini di Yellowstone in video

Settembre – ottobre

Dall’inizio di settembre l’afflusso comincia a calare, anche se è ancora alto. I campeggi cominciano a chiudere e gli animali, soprattutto orsi neri e grizzly scendono a quote più basse e sono facilmente visibili.

I colori del bosco cominciano a cambiare ed in ottobre scende la prima neve oltre i 2000m.

Novembre – dicembre

Il parco chiude progressivamente, lasciando aperta solo la zona nord, come avevamo visto a gennaio. Si possono osservare le pecore Bighorn a nordest, tornano i bisonti a quote più basse e finisce la stagione di pesca. E’ di nuovo possibile vedere con relativa facilità i lupi. Ricomincia l’attività tipica dell’inverno ed i cervi migrano verso i Tetons.

Programmare il soggiorno a Yellowstone

Dopo aver programmato quando andare a Yellowstone occorre pensare a quanti giorni occorrono per visitarlo.

Solo per fare un giro di corsa, senza fermarsi mai, ci vuole un giorno, ma se volete vedere qualcosa di più occorre pensare a cosa interessa e quali sono le cose che non si possono perdere.

A mio avviso meno di tre giorni è poco, anche perché vale la pena di godere dell’aspetto selvaggio di questo parco e inoltrarsi in un sentiero almeno per un’ora.

A proposito, lo sapevate che il 95% dei turisti che vista Yellowstone non esce dalle piattaforme o dai sentieri delle attrazioni principali? Un delitto!!

Nel prossimo post propongo un itinerario di tre giorni a Yellowstone, nel frattempo vi propongo cinque cose imperdibili da vedere.

Quando andare e cosa fare a Yellowstone N.P.
Quando andare e cosa fare a Yellowstone N.P. – Ammirare i bacini dei Geysers

Andare a Yellowstone: cinque cose che dovete assolutamente vedere

Se proprio non avete tempo e volete vistare Yellowstone in tre giorni o meno ecco cosa non vi potete proprio perdere:

  • L’Old Faithful
  • La Lamar Valley
  • Le cascate Upper Falls e Lower Falls
  • Il bacino dei geysers di Norris
  • Vedere un lupo

Se vuoi approfondire questo itinerario leggi quest’altro articolo.

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Los Angeles e la California: Avventura nel Golden State in Self Drive*. Un vero tour “on the road” da Los Angeles alla favolosa Las Vegas alla scoperta delle meraviglie dell’Ovest

I Parchi dell’Ovest: Avventura Western in Self Drive*. Un viaggio favoloso da San Francisco a Las Vegas passando per San Louis Obispo, Los Angeles, Bryce Canyon, Lake Powell, Page, Antelope Canyon e la Monument Valley.

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Libri e guide per gli Stati Uniti

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Leggi anche 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti

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Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

Se ti rimane del tempo puoi anche fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

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Non ti piacciono le città?

Se cerchi un’avventura più a contatto con la natura, leggi cosa puoi fare nei Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon. Per alcuni di questi parchi è richiesta una prenotazione, scopri quali!

Un’altra meta imperdibile è il favoloso Parco di Yellowstone, con la sua natura, i bisonti, gli orsi ed i lupi. Ti propongo un paio di itinerari: da Seattle a Yellowstoneattraverso gli stati di Washington e del Montana, oppure un itinerario che comprende Yellowstone, il Colorado ed il Wyoming con partenza e arrivo a Denver.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 19/05/2019
I leoni del Serengeti in Tanzania e la migrazione degli gnu

I leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

di Max Pubblicato: 15/04/2019
Africa written by Max

I leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

I leoni del Serengeti sono stati per anni un sogno, vissuto attraverso documentari del National Geographic. Visioni epiche di caccia, inseguimenti, fallimenti e successi.

Finalmente dopo aver a lungo sognato, un bel giorno..

Tempo di lettura stimato: 10 minuti

Indice

  • I leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu
  • Leoni del Serengeti, Gnu, Zebre e Gazzelle
  • La migrazione degli gnu
  • Calendario annuale della migrazione
  • Finalmente a tu per tu con i leoni del Serengeti
  • Ci addentriamo nel Serengeti
  • Leoni ed altri incontri nel Serengeti

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

i Leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

Leoni del Serengeti, Gnu, Zebre e Gazzelle

Per poter vedere i leoni del Serengeti occorre un po’ di fortuna ed un minimo di programmazione.

Infatti non si può non tenere conto che in questo posto molte famiglie di leoni e di altri predatori seguono uno dei più grandi e spettacolari fenomeni del regno animale: la migrazione degli gnu.

Seguire la migrazione significa di fatto avere una buona probabilità di incontrare parecchi leoni pronti ad approfittare della grande abbondanza di prede.

E se si è fortunati si potrà assistere a qualche scena di caccia

i Leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

La migrazione degli gnu

Prima di parlare dei leoni del Serengeti e farvi vedere qualche fotografia vorrei spendere qualche parola sulla migrazione degli gnu.

A partire dall’inizio settembre più di un milione di gnu, centinaia di migliaia di zebre e di gazzelle di Thomson migrano dal Parco Nazionale del Masai Mara in Kenya al Parco del Serengeti in Tanzania per trovare pascoli più verdi.

Da nessun’altra parte si può assistere a questo spettacolo che è considerato una delle meraviglie del mondo da vedere assolutamente.

La migrazione che avviene atttraverso il Kenya e la Tanzania è una migrazione continua, un circuito senza fine durante il quale le mandrie lottano per formare una famiglia, accoppiarsi, mettere al mondo i cuccioli e crescerli. La migrazione rappresenta la vita reale quotidiana di questi animali. E’ un fluire continuo alla ricerca di pascoli più verdi e umidi tra il Serengeti meridionale ed orientale durante la stagione piovosa ed il Masai Mara durante la stagione più secca.

Lungo il percorso gli gnu sopravvivono all’attraversamento dei fiumi abitati dai coccodrilli, agli attacchi dei leoni e dei ghepardi e da altri predatori affamati.

Per di pianificare un viaggio occorre avere un idea di quale zona del parco visitare a seconda della stagione. Questo per avere le maggiori possibilità di incontrare più animali e di vivere al meglio questa meravigliosa esperienza.

i Leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

Calendario annuale della migrazione

Gennaio: gli gnu si trovano a sud, nella zona meridionale del Serengeti, arrivando fino al Cratere di Ngorongoro, del quale parlerò in un altro articolo. In questo periodo nascono i cuccioli, pertanto, croce e delizia, ci saranno scene tenerissime, ma d’altro canto anche tanti predatori in agguato e c’è l’eventualità di assistere a qualche scena cruenta. A marzo le mandrie cominciano a spostarsi.

Aprile: comincia la migrazione verso occidente. Grandi spostamenti caratterizzati da immensi assembramenti di animali in movimento. Le mandrie si trovano nella zone centrali ed occidentali.

Giugno: siamo nel pieno della migrazione e dell’attraversamento dei fiumi infestati dai coccodrilli, come il Grumeti. Scene epiche di lotta per la sopravvivenza

Agosto: dopo l’epica traversata dei fiumi gli animali migrano a nord verso il Kenia ed il Masai Mara. Si formano piccoli assembramenti e le mandrie si disperdono fra il nord Serengeti ed il Masai Mara.

Ottobre: da fine settembre cominciano le piogge e le mandrie si spingono nuovamente a sud, verso il cuore del Serengeti, per ricominciare l’epica migrazione, o per non finirla mai (almeno speriamo)

Ovviamente questa è un’indicazione di massima, soggetta a variazioni stagionali in funzione anche dei cambiamenti climatici, occorre tenerne conto.

i Leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

Finalmente a tu per tu con i leoni del Serengeti

Eccoci finalmente nel Serengeti: fuoristrada aperto, binocolo in mano e teleobiettivo. Mancano solo i leoni.

Questi splendidi felini non tardano all’appello e appena ci addentriamo nella savana ne avvistiamo subito una famiglia che si ristora all’ombra di un’acacia. Poi un’altra famigliola in mezzo ai cespugli con i cuccioli che giocano nella calura del pomeriggio.

I leoni del Serengeti non ci deludono. Fieri, nella loro imponenza, noncuranti della nostra presenza si dedicano alle faccende quotidiane: cura dei cuccioli, toelettatura, pulizia personale, riposino pomeridiano. A dire la verità sembrano molto più sedentari di quanto avrei pensato.

Ma come già avevo visto in altre occasioni il loro fare sornione si trasforma immediatamente in aggressività quando si vede l’opportunità di una preda. E’ il caso di una gazzella solitaria che si avvicina incauta. La leonessa parte all’attacco, ma l’inseguimento si traduce in un nulla di fatto, per fortuna della gazzella..

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i Leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

Ci addentriamo nel Serengeti

Per tutto il giorno vaghiamo e arriviamo fino al confine con il Kenya alla ricerca di altri leoni.

Troviamo parecchie famiglie, quasi tutte hanno cuccioli, alcuni più grandicelli, altri che sembrano appena svezzati. Giocano all’ombra delle piante con la mamma o con qualche altro componente del branco. Sono veramente bellissimi!

Lungo il tragitto troviamo parecchi elefanti e anche due rinoceronti!

Calano le luci e ci fermiamo al campo per una cena succulenta preparata dal cuoco locale. Un leone solitario passa a poco meno di cento metri da noi mentre stiamo mangiando, senza degnarci di uno sguardo prosegue il suo cammino. In lontananza si sente un altro leone ruggire, forse sarà una notte di battaglia per il territorio oppure semplicemente sono due amici o famigliari che stanno cercando di ritrovarsi. Chi lo sa?

Di notte sentiamo pascolare fuori dalle tende: tre bufali vengono a cercare protezione per la notte all’interno del campo.. fa un po’ impressione sentire gli zoccoli così vicini e le bocche che strappano l’erba, ma è eccitante pensare di essere finalmente in un luogo davvero selvaggio.

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i Leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu

Leoni ed altri incontri nel Serengeti

I giorni seguenti proseguiamo nella nostra esplorazione delle pianure del Serengeti. Mentre cerchiamo i branchi di leoni avvistiamo un numero considerevoli di altri animali, oltre ovviamente a gnu, zebre e gazzelle.

Dico alla guida che non ho mai visto un ghepardo. Diventa un punto d’onore e dopo una estenuante giornata riusciamo ad avvistare un ghepardo femmina, che si lascia volentieri immortalare nella calura del tardo pomeriggio. Forse è incinta, pertanto decidiamo di fare solo un paio di foto e lasciarla in pace. Ne avrà bisogno nei prossimi mesi..

I quattro giorni nel Serengeti passano come un lampo, fra mille emozioni. Porto a casa solo qualche bella fotografia, ma tante, tantissime emozioni. Queste nessuno me le toglierà.

E’ tempo di lasciare il Serengeti. Prossima tappa: Ngorongoro, un altro dei miei sogni, ma questa è un’altra storia.

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Per saperne di più sull’Africa

Benvenuto nella sezione dedicata ai Viaggi in Africa! Qui troverai ispirazione, consigli pratici e racconti autentici per scoprire il continente africano in tutte le sue sfumature.

Dalle maestose savane del Serengeti, alle foreste dell’Uganda, alle spiagge incontaminate dell’Oceano Indiano, ai parchi naturali ricchi di fauna selvatica, ogni articolo ti guiderà alla scoperta di luoghi straordinari, culture affascinanti e tradizioni millenarie.

Che tu sogni un safari avventuroso, un viaggio culturale o una fuga rilassante, questa categoria è il punto di partenza ideale per organizzare la tua prossima esperienza africana. Preparati a lasciarti sorprendere dalla varietà, dalla bellezza e dall’energia di un continente tutto da esplorare!

Se vuoi un’idea per una prima avventura africana leggi l’articolo sul Parco Nazionale Kruger, Sudafrica, puoi anche curiosare tra gli ultimi articoli pubblicati, oppure scegliere dall’elenco a fondo pagina. E mi raccomando, dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Puoi leggere anche delle esperienze di volontariato alla Pediatria di Kimbondo in Repubblica Democratica del Congo: Volontario Pediatria di Kimbondo Rep. Dem. del Congo, Primi giorni alla Pediatria di Kimbondo, RD del Congo, Fabbrica di fiammiferi in Congo ma ce ne sono tanti altri.

Arrivederci presto!

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