Viaggio ControMano
  • Africa
  • America
    • Alaska
    • Canada
    • Centro e Sudamerica
    • Stati Uniti
  • Asia
    • Cina
    • Giappone
    • India
    • Indocina
    • Indonesia
    • Thailandia
  • Europa
    • Italia
  • Video
  • Divagazioni
  • Contatti
    • Per Contattarmi
    • Un po’ di me
    • Facciamo la differenza
    • Eventi fino al 2011
    • Eventi dal 2011 al 2013
    • Eventi dal 2014 al 2019
    • Mostra aniMALi d’AFRICA
    • Menzione d’onore per una mia foto all’Oasis Photo Contest 2013
    • Medaglia al concorso Life in Colour Hipa.ae
    • Copyright
    • Mappa del sito
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Cookie Policy (UE)
    • Imprint
    • Disconoscimento
  • Apri un blog
sabato, 2 Agosto 2025
+ salva preferito
Articoli in evidenza >>
8 libri per un viaggio in Cina
Livigno in estate: quando andare come arrivare
I simboli Buddisti, esempi e significati
10 📚 libri per un viaggio in Vietnam,...
La Teoria dei Cinque Elementi e lo Zodiaco...
Cosa fare a New York ad Agosto 2025
Un weekend a Salisburgo – itinerario 1 o...
Asana e Mudra, le posizioni del Buddha e...
Il Mala: 108 perle nel Rosario Buddista
La metropolitana di New York: consigli e trucchi...
Viaggio ControMano
  • Africa
  • America
    • Alaska
    • Canada
    • Centro e Sudamerica
    • Stati Uniti
  • Asia
    • Cina
    • Giappone
    • India
    • Indocina
    • Indonesia
    • Thailandia
  • Europa
    • Italia
  • Video
  • Divagazioni
  • Contatti
    • Per Contattarmi
    • Un po’ di me
    • Facciamo la differenza
    • Eventi fino al 2011
    • Eventi dal 2011 al 2013
    • Eventi dal 2014 al 2019
    • Mostra aniMALi d’AFRICA
    • Menzione d’onore per una mia foto all’Oasis Photo Contest 2013
    • Medaglia al concorso Life in Colour Hipa.ae
    • Copyright
    • Mappa del sito
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Cookie Policy (UE)
    • Imprint
    • Disconoscimento
  • Apri un blog
SCARICA LE GUIDE PDF
PREPARA LA VALIGIA
Viaggio ControMano
Viaggio ControMano
  • Africa
  • America
    • Alaska
    • Canada
    • Centro e Sudamerica
    • Stati Uniti
  • Asia
    • Cina
    • Giappone
    • India
    • Indocina
    • Indonesia
    • Thailandia
  • Europa
    • Italia
  • Video
  • Divagazioni
  • Contatti
    • Per Contattarmi
    • Un po’ di me
    • Facciamo la differenza
    • Eventi fino al 2011
    • Eventi dal 2011 al 2013
    • Eventi dal 2014 al 2019
    • Mostra aniMALi d’AFRICA
    • Menzione d’onore per una mia foto all’Oasis Photo Contest 2013
    • Medaglia al concorso Life in Colour Hipa.ae
    • Copyright
    • Mappa del sito
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Cookie Policy (UE)
    • Imprint
    • Disconoscimento
  • Apri un blog
Copyright Viaggio ControMano 2025 - All Right Reserved

Articoli Recenti

Sulle tracce di Buddha, Siddharta Gautama a Sarnath

Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath

di Max Pubblicato: 02/04/2020
India written by Max

A Sarnath sulle orme di Siddharta Gautama, il Buddha

Siddharta Gautama, quello che sarebbe poi diventato il Buddha, l’illuminato, era il figlio di Suddhodana della dinastia Sakya, signore di un piccolo regno dell’India del Nord e di Maya, la sua bellissima moglie. La sua famiglia era ricca, con una grande tradizione e un grande passato, che si perdeva negli albori delle dinastie indù.

Per i più curiosi il posto si chiamava allora Kapilavastu, che dovrebbe corrispondere all’odierna Tilaurakot, in Nepal

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • A Sarnath sulle orme di Siddharta Gautama, il Buddha
  • Le origini di Siddharta Gautama
    • Appare una stella!
  • Il giovane Siddharta esce da palazzo
  • Il cambiamento di Siddharta Gautama
  • Siddharta Sakyamuni – il saggio della famiglia Sakya
  • La Bodhi o l’Illuminazione di Siddharta
  • La visita a Sarnath, sui luoghi del Buddha
  • Il primo sermone del Buddha
    • Le quattro verità:
    • Il Sermone
    • Gli otto comportamenti
  • La diffusione del buddismo in india
  • Il buddismo oggi in India oggi: Anagarika Darmapala
    • Il recupero dei luoghi di Siddharta Gautama
    • Anagarika Dharmapala e la Maha Bodhi Society
    • Obiettivi raggiunti dopo la morte
  • I luoghi di Siddharta Gautama, il Buddha
  • La mia visita a Sarnath, sui luoghi del Buddha
  • Lo Stupa di Dhamek e la colonna di Ashoka
  • Incontri particolari nei luoghi di Siddharta Gautama
  • Il Buddha nell’Induismo
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Leggi anche Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento

Sulle tracce di Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath
Mulaghandakuti Vihara a Sarnath

L’immagine ritrae l’interno del Mulaghandakuti Vihara a Sarnath, un tempio costruito negli anni 30 dello scorso secolo in onore a Buddha. Il tempio contiene una serie di affreschi sulla vita del Buddha

Le origini di Siddharta Gautama

Comincio questo articolo con una storia, quella che avrei voluto sapere quando ho visitato i luoghi sacri del Buddha a Sarnath, ma sulla quale mi sono documentato in maniera approfondita solo in un momento successivo.

Si racconta che i Signori di Sakya fossero sposati da molto tempo e che non avessero mai potuto avere figli. Una mattina la regina fu avvolta da una strana sensazione e cadde addormentata. Durante il sonno le apparvero in sogno i quattro re dei punti cardinali che la sollevarono e la trasportarono oltre la catena dell’Himalaya, dove Maya fu depositata ai piedi di un albero. In quel luogo la accolsero quattro donne, le mogli dei quattro re, che la lavarono e la fecero adagiare su un fianco su di un letto rivolto verso oriente.

Appare una stella!

All’improvviso apparve in cielo una stella luminosissima che cominciò ad avvicinarsi e quando toccò terra si trasformò in un elefante bianco. L’elefante bianco colse un fiore di loto, lo depositò a terra ed il fiore penetrò nel suo utero, scomparendo senza causarle alcun dolore. Altre versioni della stessa storia raccontano che l’elefante avesse sei zanne e che con una di esse avesse trafitto la regina, anche in questo caso senza causare dolore.

In questo modo venne concepito quello che era poi destinato ad essere il Buddha: Siddharta Gautama.

Affresco sulla vita di Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath
Affresco sulla nascita del Buddha nel Mulaghandakuti Vihara a Sarnath

La profezia dei bramini

Quando Maya si svegliò e raccontò ciò che aveva sognato, i bramini di corte cominciarono a consultarsi concitatamente.Tutti erano d’accordo nell’interpretare l’accaduto come il presagio della nascita di un grande Illuminato, con disappunto del padre che aveva sempre desiderato un figlio che diventasse un grande guerriero.

Secondo la tradizione Siddharta Gautama nacque nel 566 a.C., estratto dal fianco della madre, la quale, nonostante la nascita miracolosa, dopo una settimana morì.

Siddharta crenne col padre in una sorta di piccolo paradiso, negli agi e lontano dalle preoccupazioni, istruito ed educato come un re. Si sposò con Yosodhara ed ebbe un figlio, Rahula (un nome simbolico che significa impedimento).

Affresco sulla vita di Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath
Un altro affresco sulla vita del Buddha nel Mulaghandakuti Vihara a Sarnath.

Il giovane Siddharta esce da palazzo

Siddharta Gautama si godeva così la gioventù all’interno del palazzo, dove il padre gli mostrava il mondo nella sua bellezza, isolandolo per evitare che si avverassero le profezie sul suo conto. Siddharta però desiderava uscire a vedere il mondo vero e appena gli si presentò l’occasione fuggì. Varcò così per quattro volte le mura del palazzo – quattro volte quante sono le verità.

La prima volta incontrò un anziano, la seconda un malato, la terza un morto e la quarta un asceta. Questi incontri furono anche il suo primo approccio con i dolori del mondo. In questo modo il giovane Siddharta si rese conto che la sua esistenza, il suo benessere e la sua felicità erano una situazione artificiosa e passeggera e che il suo corpo era destinato al decadimento.

Il cambiamento di Siddharta Gautama

Fu così che Siddharta decise di cambiare. Abbandonò la moglie e gli agi, si tagliò i capelli e e cambiò i suoi vestiti lussuosi con altri più semplici. Cominciò a praticare lo yoga e questa disciplina ben presto lo portò all’ascetismo. Pensava che se il corpo era destinato a deperire tanto valeva non curarsene. Per sei anni visse di quanto gli veniva offerto, si ritirò in un bosco e si sottopose a varie mortificazioni.

Ben presto si accorse però che i malesseri causati dall’incuria e dalla mancanza di cibo gli impedivano di meditare proprio come i troppi agi e lo sfarzo di corte. Arrivò così alla conclusione che gli estremi del benessere e del malessere appartengono ad una logica di dualismo e di contrapposizioni. Questa logica è alla base dei mali del mondo e perciò l’armonia va cercata nell’equilibrio e nell’armonia degli opposti – un po’ quello che nella nostra cultura viene definito con il detto: “la virtù sta nel mezzo”.

Siddharta l'asceta
Un altro affresco che rappresenta Siddharta durante il periodo ascetico.

Siddharta Sakyamuni – il saggio della famiglia Sakya

Siddharta Sakyamuni si ritirò così in meditazione sotto un fico, quello che divenne poi l’albero dell’illuminazione – la Bodhi. Più volte ed in vari modi durante la notte egli fu tentato da  Mara, un demone mitologico che impersona tra l’altro anche il proprio l’ego. Vedendo che le tentazioni erano vane, con un tentativo disperato Mara gli inviò un messaggero con la notizia falsa che il regno di suo padre stava per essere distrutto da un invasore e con esso sua moglie e suo figlio, ma Egli resistette e giunse infine all’illuminazione, conscio di non avere bisogno di null’altro che di sapere.

Siddharta Gautama viene tentato da Mara
Siddharta Gautama viene tentato da Mara

La Bodhi o l’Illuminazione di Siddharta

Fra il morboso inseguimento dei piaceri del corpo ed il suo contrario, ovvero l’ascetismo e la mortificazione, corre una via illuminata tracciata giusto nel mezzo e che porta al distacco dalle passioni, all’elevazione della mente, alla pace interiore e, mi permetto di dire alla felicità, anche se questa parola non è direttamente nominata dal Buddha.

Questa è il Dharma, la giusta via, il giusto modo di pensare, di vedere, di parlare, di comportarsi, di meditare e di avere aspirazioni, il giusto distacco dalle cose terrene.

Per sette giorni Siddharta Gautama, divenuto il Buddha si trattenne sotto l’albero della Bodhi, poi si spostò a Sarnath, vicino a Benares o Varanasi, dove io l’ho incontrato.

Non che abbia sposato la fede buddista, e anche se fosse non sarebbe questo il posto per discuterne..  sono andato a visitare i luoghi del Buddha.

La visita a Sarnath, sui luoghi del Buddha

A Sarnath per la prima volta Il Buddha parlò ai suoi cinque discepoli e mise in moto la Ruota della Legge.

Quale e come fu l’illuminazione, il Buddha non lo svelò mai. Egli non voleva fare del suo insegnamento un dogma, ma come disse lui – io vi mostro la strada, sta ad ognuno percorrerla. Sfuggiva le definizioni perché riteneva che si potesse rimanere intrappolati nel significato delle parole. L’importante è comprendere il concetto, le parole non contano.

Il Buddha morì all’età di 80 anni, avvelenato dal cibo che gli offrì inconsapevolmente un devoto e le ultime sue parole furono “tutto ciò che esiste decade e marcisce, lavorate alacremente alla vostra salvezza”, o qualcosa del genere. Durante il corso della sua vita egli fu una persona semplice, che parlava di se’ come di Tathagata, colui che è passato da questo luogo, un illuminato come tanti. In realtà un illuminato che ha segnato la storia di una parte di mondo.

Leggi anche Il Mala: 108 perle nel Rosario Buddista

Il primo sermone del Buddha

Durante il suo primo sermone a Sarnath Siddharta Gautama spiegò le quattro verità e gli otto comportamenti da tenere per percorrere la giusta via, quella del Dharma.

Le quattro verità:

Le quattro verità sono: c’è sofferenza, la sofferenza ha una causa, la causa della sofferenza può essere rimossa, esistono alcuni modi per rimuovere la causa.

Il Sermone

Due sono le strade da non seguire: la prima è la ricerca del piacere terreno, la seconda è la mortificazione e la negazione delle necessità del corpo. La prima, nella sua volgarità, non ha alcuna nobiltà e non porta alcun giovamento, la seconda con le sue sofferenze e privazioni porta solo dolore.

L’illuminato non segue ne’ l’una ne’ l’altra strada, ma percorre consapevolmente la via di mezzo, che porta alla visione, che infonde saggezza, calma e sapienza. E’ la via che conduce all’illuminazione ed al Nirvana (questo più o meno il primo discorso del Buddha a Sarnath).

Gli otto comportamenti

Gli otto comportamenti da mettere in atto per percorrere la via illuminata del Dharma sono: giusta comprensione, giusto pensiero, giusta parola, giusta azione, giusta condotta di vita, giusto sforzo, giusta consapevolezza, giusta concentrazione. Questi sono gli insegnamenti che l’illuminato ha lasciato.

La diffusione del buddismo in india

Il buddismo si diffuse in India soprattutto nelle classi povere, perché predicava la negazione delle caste ed il distacco dalle cose terrene e per questi fu una vera rivoluzione. Numerosi regnanti si convertirono, fra i quali il più importante fu Ashoka, sovrano della dinastia dei Maurya che regnò tra il 268 ed il 232 a.C. Ashoka contribuì in maniera determinante all’espansione del buddismo fino ai confini dell’attuale Europa. Fu lui a portare questa religione fino a Ceylon, facendo sì che da lì si diffondesse in tutto il sudest asiatico.

Col tempo, ma solo secoli più tardi, intorno all’ottavo secolo, i bramini cominciarono una guerra ideologica al buddismo sotto la guida spirituale di  Shankaracharia, uno studioso dei veda di Benares vissuto in quell’epoca. Di fatto furono i musulmani che vinsero la guerra al buddismo, sostituendolo con l’Islam e confinandolo definitivamente al di fuori dell’India.

Il buddismo oggi in India oggi: Anagarika Darmapala

Il recupero dei luoghi di Siddharta Gautama

Oggi la maggior parte delle statuette di Budda in circolazione ha gli occhi a mandorla, proprio a causa della perdita delle originali tradizioni buddiste indiane, ma lì ebbe inizio questa storia.

A parziale dimostrazione che in India la tradizione non è molto sentita, nella mia piccola esperienza, i soli visitatori incontrati nella visita al tempio ed al parco circostante erano indubbiamente orientali.

Anagarika Dharmapala e la Maha Bodhi Society

La parziale rinascita del Buddismo moderno in India la si deve ad Anagarika Dharmapala, il cui nome alla nascita era Don David Hewavitharane (vedere foto), figlio di una ricca famiglia di mercanti di Ceylon.

Anagarika Dharmapala nel 1891, durante un pellegrinaggio ai luoghi del Buddha, scoprì che questi erano in abbandono e che nel migliore dei casi erano strati convertiti a templi induisti. Come reazione, Dharmapala (che siginifca custode del Dharma) il 31 maggio dello stesso anno fondò la Maha Bodhi Society, con l’obiettivo di riprendere possesso dei luoghi del Buddha e di curarne la gestione. Nel 1892 aprì i battenti la sede di Calcutta.

Obiettivi raggiunti dopo la morte

Nel 1923 Dharmapala fece costruire il Sri Dharmarajika Chetiya Vihara a Calcutta e nel 1931 il Mulagandha Kuty Vihara a Sarnath per custodire le reliquie di Buddha che aveva recuperato in giro per l’India, grazie a scavi eseguiti dagli inglesi.

Fu solo anni dopo la sua morte che l’obiettivo della gestione dei luoghi del Buddha si realizzò in parte, ma questa iniziativa lanciò il seme della rinascita del Buddismo in India, soprattutto fra le caste basse del sud.

Oggi la gestione del tempio di Bodhgaya ed anche degli altri luoghi è affidata o almeno condivisa con persone di fede buddista.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock
statua ed iscrizione di Anagarika Darmapala
Iscrizione di Anagarika Darmapala

Nella prima foto: Visitatori ai luoghi del Buddha Siddharta Gautama, nella seconda e terza foto statua ed iscrizione di Anagarika Darmapala.

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

I luoghi di Siddharta Gautama, il Buddha

  • Lumbini che fu il luogo della sua nascita
  • Bodhgaya dove ebbe l’illuminazione
  • Sarnath dove tenne il suo primo discorso ai cinque discepoli
  • Kushinagar dove morì

Leggi anche I simboli Buddisti, esempi e significati

La mia visita a Sarnath, sui luoghi del Buddha

La leggenda narra che in una vita precedente l’Illuminato fosse stato un cervo e che si fosse offerto  in sacrificio al re di Kashi al posto di una cerva incinta che era stata catturata durante una battuta di caccia, salvandola da morte sicura. Il re in ricordo di tale evento chiamò il luogo il Parco dei Cervi.

Il luogo si trova vicino al tempio che custodisce le reliquie del Buddha ed è qui che egli tenne il suo primo sermone ai cinque discepoli (quello che ho riportato). Il nome Sarnath deriva appunto dalla contrazione della parola Saranganatha, che significa il Signore dei Cervi.

In questo parco ho letto che esiste ancora un branco di cervi, ma io, durante la mia visita, non ne ho trovato traccia (il che non vuol dire che non ci siano :-) )

Lo Stupa di Dhamek e la colonna di Ashoka

All’interno del parco si erge il grandioso Stupa di Dhamek, circondato da resti di altre costruzioni in mattoni che all’epoca erano monasteri o templi. Qui si possono anche vedere i resti di una delle venti colonne di Ashoka sparse sul territorio indiano. Il reperto, come le altre colonne che Ashoka Maurya eresse dal 268 al 232 a.C, riporta l’iscrizione di un editto e fu rinvenuta agli inizi del novecento. La colonna era ridotta in pezzi, ma il capitello era quasi intatto. Finemente scolpito rappresenta quattro leoni rivolti ai quattro punti cardinali ed è divenuto il simbolo ufficiale dell’India, riportato anche sulla bandiera nazionale.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Nella prima foto: rovine nel Parco dei Cervi, nella seconda lo Stupa di Dhamek a Sarnath, la terza – quarta un particolare della colonna di Ashoka e la spiegazione.

Incontri particolari nei luoghi di Siddharta Gautama

All’interno del parco si incontrano molti fedeli o semplicemente persone curiose di ripercorrere i luoghi dove visse Siddharta Gautama nella sua via per l’Illuminazione.

Riporto alcune foto che non vorrei che fossero viste con ilarità, ma solamente come la semplice esposizione di un diverso punto di vista e di una diversa cultura, nei cui valori, devo francamente dire, mi riconosco.

Vi lascio con una delle frasi attribuite all’Illuminato

Migliaia di candele possono venire accese da una singola candela, e la vita della candela non sarà abbreviata. La felicità non diminuisce mai con l’essere condivisa.

Buddha
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Il Buddha nell’Induismo

Per l’induismo il Buddha, pur rappresentando una figura di primo piano, viene visto in modo diverso. Nella corrente vaisnavita dell’induismo, che riconosce Visnù quale suprema divinità, lo storico Buddha è il nono avatar del dio Vishnu. Spesso nell’induismo contemporaneo il buddismo è addirittura considerato un’altra forma di induismo. Allo stesso modo, altre correnti rifiutano l’identificazione del Buddha come avatar di Vishnu, e considerano i due Buddha individui diversi.

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’INDIA

  • 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga – Ultima Modifica 24/12/2023
  • Bhumisparsha Mudra: connessione con la Terra e sottomissione di Mara – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Cerimonia Aarti a Chitrakoot e Varanasi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Char Dham, le quattro Dimore degli Dei in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi è Brahma e cos’è la sacra Trimurti – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno – Ultima Modifica 17/04/2023
  • Chota Char Dham, in pellegrinaggio nell’Uttarakhand – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Filatura del baco da seta in India – Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Fotografie del mio viaggio in Gujarat India – Ultima Modifica 25/05/2022
  • GaltaJi il tempio delle scimmie a Jaipur – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gandhi: la Satyagraha ed il movimento della non violenza – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat India, prefazione e prime immagini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat Sapore d’India Slideshow – Ultima Modifica 25/05/2022
  • Haridwar la città Sacra dell’Uttarakhand – Ultima Modifica 17/04/2023
  • I Panch Kedar, cinque Templi di Shiva – Ultima Modifica 21/08/2023
  • I templi di Girnar Hill: salire 10.000 scalini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • I templi di Khajuraho e le sculture erotiche – Ultima Modifica 31/05/2025
  • Il bellissimo Tempio del Sole di Konark in Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il Festival di Holi 2024 e il significato della Festa dei Colori – Ultima Modifica 27/12/2023
  • Il pozzo Chand Baori ed il tempio di Harshat Mata – Ultima Modifica 13/03/2023
  • Il Tempio del Sole di Modhera in Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e le sue meraviglie – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Junagadh, il Principato del Kathiawar – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Jyotirlingas, pellegrinaggio dei devoti di Shiva – Ultima Modifica 02/04/2025
  • Kirtimukha, il Volto della Gloria – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate – Ultima Modifica 22/08/2023
  • L’Aina Mahal di Bhuj ed il Leone di San Marco – Ultima Modifica 22/08/2023
  • La tribù Bonda delle colline dell’Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Le caste in India e gli Intoccabili Dalit – Ultima Modifica 21/03/2025
  • Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento – Ultima Modifica 13/01/2025
  • Masala Chai, il sapore dell’India in un tè – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Nandi, il toro di Shiva – Ultima Modifica 28/01/2024
  • Orchha: la gemma nascosta del Madhya Pradesh – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Orissa – Odisha incontro con la tribù Dongria Kondh – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Panch Prayag le confluenze dei fiumi in Himalaya – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Rahu, le Eclissi, l’Oceano di Latte e l’Amrita – Ultima Modifica 26/12/2024
  • Sapta Badri, i sette Templi di Vishnu – Ultima Modifica 30/05/2023
  • Sapta Puri, le sette città sacre dell’India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Surya ed il culto del Dio del Sole in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Taj Mahal: una delle nuove sette meraviglie è in India – Ultima Modifica 14/01/2024
  • Trasporti in India: Tuktuk e altre stranezze – Ultima Modifica 14/03/2023
  • Tri Mukhi Rudraksha o Rudraksha a tre facce – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Vahana: i veicoli degli Dei nell’Induismo – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Viaggio a Junagadh: lavori pericolosi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Vishnu ed i suoi Avatara, il conservatore – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Visitare gli Shakti Peethas e conoscere lo Shaktismo – Ultima Modifica 11/02/2023
Pubblicato: 02/04/2020
Mangiare in Giappone, cosa mangiare dove andare quanto costa

Mangiare in Giappone: dove andare, cosa ordinare e quanto costa

di Max Pubblicato: 28/03/2020
Giappone written by Max

Mangiare in Giappone nel 2023: dove, cosa e a che ora.

Mangiare in Giappone: se non ci sei stato il pensiero va subito al Sushi, se invece ci sei stato pensi al Ramen.

La prima cosa da sapere prima di partire per il Giappone è che gli abitanti del paese del Sol Levante non hanno i nostri stessi gusti in fatto di cibi e che non dovete aspettarvi di mangiare come a casa. Per qualcuno non abituato a viaggiare in oriente potrebbe non essere scontato, ma anche i viaggiatori incalliti potrebbero trovare delle sorprese.

A partire dalla colazione scoprirete nuovi gusti ai quali è difficile essere preparati, differenti dai nostri, ma non meno buoni. Infatti anche i piatti che in teoria sono mutuati dalla nostra tradizione hanno a volte gusti differenti, forse dovuti alla diversità degli ingredienti disponibili. Quindi sappiate che, anche se pensate di fare il pieno con una cosiddetta colazione continentale, i gusti non saranno esattamente standard, e forse è meglio così.

Un altro pensiero riguardo al cibo in Giappone è: ma quanto mi costa.. a questo rispondo più avanti!.

Una nota pratica

In molti Hotel in Giappone (non so se in tutti) insieme alle chiavi della camera vi verranno consegnati dei buoni per la colazione. Non perdeteli, pare che i Giapponesi ci tengano molto. Altrimenti si salta la colazione? A dire la verità non lo so, è una delle cose che non ho voluto provare.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Mangiare in Giappone nel 2023: dove, cosa e a che ora.
  • Uscire a pranzo o cena in Giappone
  • Dove mangiare in Giappone
  • Ordinare il cibo in Giappone in Video
  • A che ora mangiare in Giappone
  • Cosa mangiare in Giappone
  • Come sono i dolci?
  • Ma quanto costa mangiare in Giappone?
  • Conclusione:
  • FAQ mangiare in Giappone
  • Per saperne di più sul Giappone
Mangiare in Giappone, cosa mangiare dove andare quanto costa

Uscire a pranzo o cena in Giappone

Ma cosa si può mangiare in Giappone? In Giappone le opportunità culinarie non mancano la scelta è molto ampia ed il conto generalmente non è mai salato.

Normalmente ad aiutarvi nella scelta di quello che non conoscete, anche nei ristoranti dove il menu in inglese non è disponibile, vengono in vostro aiuto le figure. Non solo: praticamente in ogni luogo, in una vetrina adiacente l’ingresso sono esposte le riproduzioni in PVC a grandezza e colori naturali dei piatti ordinabili, realizzate con dovizia di particolari e anche con un impegno economico non indifferente.

Sampuru ovvero come sapere sempre cosa ordinare

Queste riproduzioni delle portate si chiamano Sampuru e sono un vero e proprio business in Giappone.  La parola Sampuru deriva dalla “Giapponesizzazione” (oggi ho coniato anche io un neologismo ;-) ) della parola “sample” ovvero “campione”. Il primo Sampuru fu realizzato nel 1917 a Gujo Hachiman, una piccola località nelle montagne giapponesi che ancora oggi produce circa l’80% dei sampuru di tutto il Giappone. Alcuni negozi che vendono questo genere di articoli, anche come souvenir per i turisti, si trovano nel quartiere Kappabashi Dori a Tokio. Le riproduzioni di piatti più elaborati, se fatte bene, posso costare anche oltre i 500 euro.

Mangiare in Giappone, cosa ordinare, dove andare e quanto costa
Esempio di “sampuru” all’esterno di un ristorante a Kyoto

Dove mangiare in Giappone

Ovviamente i posti dove si mangiano piatti tipici e prelibati non sono solo i grandi ristoranti, anzi, alcuni di questi propongono una cucina abbastanza standard ed occidentalizzata, specialmente nelle grandi città.

I luoghi dove si gustano i piatti più particolari e più succulenti sono a volte i piccoli localini che spesso si trovano all’interno delle stazioni, ma ancora più facilmente si trovano lungo le vie secondarie. Generalmente questi locali sono specializzati in un solo tipo di cibo e non offrono una gamma completa di portate, pertanto prima di entrare occorre farsi un’idea di quello che si desidera.

Un luogo anonimo

Non lasciatevi ingannare dall’anonimità del luogo o magari dal fatto che all’ingresso non troverete un cameriere ad aspettarvi ma una macchinetta automatica. Sì, una macchinetta automatica tappezzata di tasti che riportano la foto di un piatto ed il prezzo. Schiacciando il bottone relativo al tasto prescelto e ovviamente pagando il dovuto, l’ordine sarà inoltrato e voi riceverete uno scontrino col quale presentarsi al banco o sedersi al tavolo ed aspettare che il pasto sia pronto (di solito molto velocemente).

La macchina per ordinare automaticamente. esempio di come mangiare in Giappone
La macchina per ordinare automaticamente. esempio di come mangiare in Giappone

Ordinare il cibo in Giappone in Video

A che ora mangiare in Giappone

Ricordatevi che soprattutto al di fuori dei grandi centri – ma non solo – i ristoranti chiudono presto e già alle 21.30 la scelta di locali potrebbe essere molto ridotta, pertanto informatevi prima sulle abitudini del luogo ed organizzatevi di conseguenza.

Hai già scelto il tuo Hotel in Giappone? Prima di farlo leggi questo articolo!

Cosa mangiare in Giappone

Saltando a pié pari Sushi e Sashimi e tralasciando per semplicità la Tempura, ovvero il fritto a base di pesce e verdure, il primo piatto in ordine di importanza è sicuramente il Ramen. Il Ramen è un piatto realizzato con una sorta di spaghetti di frumento serviti in un brodo di carne o di pesce ed insaporito a fantasia con qualsiasi tipo di altro ingrediente, dalla carne, al pesce, alle verdure. Ce ne sono di mille tipi!

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Mangiare in Giappone la carne di Kobe

Altra particolarità del Giappone è la carne di Kobe. Per chi non lo sapesse Kobe non è uno strano animale, ma la città di provenienza dei bovini che producono questa carne.  La carne più rinomata in Giappone è sicuramente un prodotto di qualità, ma anche il frutto di un’abile campagna di marketing. Il manzo di Kobe è un marchio registrato e per essere chiamato “di Kobe”, deve avere tutta una serie di caratteristiche particolari un po’ come i nostri prodotti a filiera controllata. Innanzitutto l’animale deve appartenere alla razza Tajima ed essere nato nella prefettura di Hyogo, oltre ad una serie di altre caratteristiche “tecniche”.

La particolarità di questa carne sono le caratteristiche striature marmorizzate che alternano carne e grasso in maniera equamente distribuita. Ovviamente l’altra particolarità è il costo, che può superare tranquillamente i 300 euro al chilo al dettaglio.

Cosa vuol dire Yaki?

Altri tipi di spuntini o pasti succulenti e che sicuramente incontrano i nostri gusti “occidentali” sono tutta la categoria degli Yaki.

Yaki significa più o meno grigliato o arrostito e di questa “categoria” c’è ogni Ben di Dio. Partiamo dagli Okomoniyaki: letteralmente il nome significa più o meno “scegli tu quello che vuoi arrostire”. E’ un cibo di strada che propone una scelta di gusti veramente immensa perché l’Okomoniyaki può contenere qualsiasi cosa ed è l’espressione della creatività e del gusto del cuoco.. da provare in uno dei tipici chioschetti a prezzi dai 300 yen in su. Altra particolarità sono gli Yakisoba, spaghetti di grano saraceno saltati in padella e guarniti nei modi più disparati. Ci sono un sacco di ristorantini che preparano gli Yakisoba in maniera fantasiosa.

Spiedini ne abbiamo?

Ci sono poi i Takoyaki, polpette di polpo con altro pesce e gli Yakitori che son fatti di carne di pollo e frattaglie, a volte presentate come spiedini.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Altri tipi di spiedini sono i Mitarashi Dango, gnocchi di farina di riso grigliati, buoni, ma un po’ gommosi, delle specie di palline che pensavo fossero dolci e che invece hanno un gusto indefinito. Solo per informazione uno spiedino costa in genere 100 yen.

Come sono i dolci?

Parliamo di dolci. I Dorayaki e i Taiyaki sono dolci tipo frittelle generalmente ripieni di marmellata di fagioli rossi che differiscono solo per il fatto che i Taiyaki sono fatti a forma di pesce. Dimenticatevi il sapore delle nostre marmellate, il gusto è molto pacatamente dolce, ma piacevole..  anche se devo dire la verità: non mi è mai venuta voglia di mangiarne più di uno alla volta.

Che dire poi del gelato al té matcha.. pare che in tutto il Giappone ci sia un’attenzione particolare ad usare poco zucchero e visto che il matcha di suo non è dolce anche il gelato risulta pacatamente dolce.

Forse questa è la definizione dei dolci giapponesi: pacati.

Ovviamente pacato è solo il gusto, mentre l’aspetto è maniacalmente curato e oltremodo fantasioso e si possono vedere dolci dagli aspetti più strani.

Taiyaki dolci tipici giapponesi
Taiyaki dolci tipici giapponesi

Kakigori?

Degno di nota il Kakigori un dolce che affonda le sue tradizioni nel Giappone dell’11mo secolo, oggi molto di moda fra i giovani. Si tratta del famoso Shaved Ice, ricavato tagliando piccole striscioline da un blocco di ghiaccio come se lo si stessa sbarbando con un rasoio o pelandolo con un pelapatate. Le montagnole di ghiaccio così ricavate sono poi annaffiate con sciroppi e guarniti con varie leccornie. Un buon posto per gustarne uno è HouseKibaco, nella galleria adiacente la stazione dei treni Kintetsu a Nara.

Kakigori o Shaved Ice
Kakigori o Shaved Ice

Ma quanto costa mangiare in Giappone?

Per capire quanto costa mangiare in Giappone bisognerebbe far riferimento al proprio stile di vita e di alimentazione, ma per semplificare potrei dire che i costi sono all’incirca quelli italiani.

Se vi “accontentate” di un piatto di Ramen in un locale senza troppe pretese potete spendere anche meno di 5 euro, con un pasto tutto sommato completo ed un’esperienza piacevole. Se invece scegliete di mangiare pesce, soprattutto il pesce crudo, i prezzi possono salire, anche notevolmente se nel menu sono inclusi granchi e ostriche. La carne, se evitate quella di Kobe tutto sommato invece non è costosa. Inoltre qui sotto allego un po’ di fotografie di vetrine dove, come ho già avuto modo di dire, sono esposte le esatte copie delle portate, con in più i prezzi, pertanto potete farvi anche un giro sul mio Menu Virtuale, per quanto limitato ed incompleto possa essere.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Conclusione:

Per gli amanti del bar una nota dolente. Sebbene i punti vendita dove prendere un caffè siano in forte crescita in tutto il paese, prendere un caffè non è sempre impresa facile. Men che mai gustarsi un caffè espresso. Partite quindi armati di buona pazienza. Se proprio vi trovate in giro e in astinenza da caffeina potete approfittare di uno degli immancabili distributori automatici che si trovano praticamente ovunque. La particolarità di questi distributori è che distribuiscono anche bevande calde in bottiglie, fra le quali il caffè.. o meglio qualcosa che gli assomiglia. Provare per credere!

Beh.. mi fermo qui, se volete scoprire di più dovrete farlo in loco.

distributori automatici in Giappone
Distributori automatici in Giappone

FAQ mangiare in Giappone

Quanto costa mangiare in Giappone?

Per capire quanto costa mangiare in Giappone bisognerebbe far riferimento al proprio stile di vita e di alimentazione, ma per semplificare si può dire che i costi sono all’incirca quelli italiani.

Quanto costa una pizza in Giappone?

Per una pizza ed una birra locale il costo varia dai 12 ai 18 euro.

Quanto costa un piatto di Ramen in Giappone?

In Giappone un piatto di Ramen può costare dai 3/4 agli 8/9 euro.

Quanto costa una bottiglietta d’acqua in Giappone?

Una bottiglietta d’acqua in Giappone può costare da 60 centesimi ad un euro, mediamente.

É buono il caffè in Giappone?

Ci sono alcuni bar in stile italiano dove si può bere un buon espresso, soprattutto nelle grandi città

Quanto costa un caffè in Giappone?

Il caffè in Giappone è caro e può costare anche 3 euro.

Quanto costa un chilo di carne di Kobe?

I prezzi della carne di Kobe possono arrivare anche oltre i 500 euro al chilogrammo.

Quale è la differenza tra Wagyu e Kobe?

Il Kobe non è altro che carne Wagyu allevata e macellata esclusivamente nell’area geografica della prefettura di Hyogo, nel distretto della città di Kobe da cui appunto prende il nome.

Chi ha inventato il sushi?

L’idea del sushi è attribuita a Hanaya Yohei, il gestore di una bancarella di pesce fresco vissuto intorno alla metà dell’ottocento

Perché il sushi si chiama così?

In Giappone la parola sushi significa più o meno riso condito con aceto.

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

banner giappone

Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

ALTRI ARTICOLI SUL GIAPPONE

  • Akimahen: cosa non fare a Kyoto (e in Giappone) – Ultima Modifica 27/07/2023
  • Bhumisparsha Mudra: connessione con la Terra e sottomissione di Mara – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Carte Icoca, Suica e Pasmo: alternative al JR Pass – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni – Ultima Modifica 31/05/2023
  • Deposito bagagli in Giappone, i Coin Lockers – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Ema, le tavolette votive Giapponesi – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Fai da te o Guida Turistica per un viaggio in Giappone? – Ultima Modifica 08/02/2025
  • Fushimi Inari-Taisha, il Santuario Shintoista di Kyoto – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Golden Week in Giappone, un periodo di festa! – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Hotel in Giappone: quale scegliere e quanto costa – Ultima Modifica 27/07/2023
  • I Matsuri d’autunno, feste tradizionali in Giappone – Ultima Modifica 27/07/2023
  • I Templi Kohfukuji e il Buddha della guarigione a Nara – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani – Ultima Modifica 15/08/2023
  • Il periodo migliore per un viaggio in Giappone – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Japan Rail Pass, la guida definitiva – Ultima Modifica 15/08/2023
  • L’isola di Miyajima – Itsukushima ed il Torii sull’acqua – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Le 72 stagioni del calendario giapponese – Ultima Modifica 12/07/2025
  • Le festività Buddiste – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Mangiare in Giappone: dove andare, cosa ordinare e quanto costa – Ultima Modifica 27/07/2023
  • Otto libri per un viaggio in Giappone – Ultima Modifica 24/12/2023
  • Robots alla reception degli hotel? – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Tokyo in tre minuti – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Viaggiare senza bagagli in Giappone – Ultima Modifica 28/05/2023
  • Viaggio in Giappone: costi, curiosità e notizie utili – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Video: le Scimmie delle Nevi in Giappone – Ultima Modifica 29/07/2023

Banner: immagine di macrovector su Freepik

Pubblicato: 28/03/2020
Ganesha il dio dalla testa di Elefante

Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante

di Max Pubblicato: 24/03/2020
India written by Max

Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante, Signore del buon auspicio

Ganesha (o Ganesh) con la sua testa di elefante è una delle divinità più popolari in India e, se posso esprimere un parere da profano, è quella che si presenta in maniera più simpatica.

Ganesha è il figlio di Shiva e Parvati e viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o si accompagna ad un topo.

Sinteticamente si può dire che la gente gli si rivolge chiedendo successo e intelligenza, per questo il suo appellativo è anche Vighneshvara o Vighnahartaa, il Signore e distruttore degli ostacoli.

Ci si rivolge a Lui prima di incominciare un’impresa, ma è anche il protettore dell’istruzione, della conoscenza e della saggezza, divinità della letteratura e delle arti figurative.

Il culto di Ganesha è molto diffuso, anche al di fuori dell’India; i devoti di Ganesha si chiamano ganapatya.

Leggi anche questi articoli: La sacra Trimurti, introduzione e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie, Vishnu ed i suoi Avatara, l’importanza del conservatore

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante, Signore del buon auspicio
  • I molti nomi di Ganesha
  • Il Signore del Buon Auspicio
  • Origini mitologiche della figura di Ganesha
    • Un aneddoto sull’origine della figura di Ganesha
  • Il rapporto con le figure femminili
    • Nella tradizione dell’India Meridionale
    • Nella tradizione dell’India Settentrionale
  • Un altro aneddoto sulla vita di Ganesha
  • Ganesha e Gajasura
    • Vishnu va in aiuto a Shiva
  • Rappresentazione di Ganesha con la testa di elefante e allegoria
    • Ganesha e Akhu
  •  Un aneddoto sulla zanna spezzata di Ganesha
  • L’appetito di Ganesha
    • Ganesha senza fondo
  • Il Signore la cui forma è OM
    • Origine:
  • I Festival ed il culto di Ganesha
  • Le murti e la funzione simbolica
  • Conclusione
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

I molti nomi di Ganesha

Anche per Ganesha, come per altre divinità Induiste, è utile conoscere i nomi con i quali i fedeli gli si rivolgono, perché questi possono dare un’idea delle molte sfaccettature della personalità e delle qualità che gli sono attribuite. Il Ganesha Sahasranama ne riporta 108.

Fra questi appunto Ganesha che significa letteralmente Signore (Isha) dei Gana (che significa moltitudine), in pratica Signore di tutti gli esseri. Il primo compito di Ganesha è sicuramente quello attribuitogli dal padre ovvero Ganapathi, Conduttore delle schiere celesti, ma ci sono altri nomi riflettono le sue attribuzioni. Omkaresha/Omkareshvara o Signore la cui forma è Oṃ, Vighneshvara o Signore degli ostacoli e ancora Vinashaka, o Colui che rimuove/Distruttore degli ostacoli, Ekadanta dall’unica zanna, Vishvanatha o Jagannatha Signore dell’Universo, oltre ovviamente a molti altri.

Il Signore del Buon Auspicio

Ganesha è molto amato ed invocato, Signore del buon auspicio egli reca fortuna, prosperità e la capacità di superar gli ostacoli materiali o spirituali.

Per questa ragione se ne invoca la grazia prima di iniziare qualsiasi attività, sia esso un esame, un nuovo commercio, un viaggio, o qualsiasi evento. E anche tradizione che tutti i canti religiosi comincino con un’invocazione a Ganesha, Signore del buon inizio.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Ganesh Pol, nell’Amer Fort vicino a Jaipur, ingresso allo Sheesh Mahal. Qui Ganesh signore del buon auspicio troneggia sulla porta d’ingresso.

Origini mitologiche della figura di Ganesha

Esistono diverse versioni sulle origini della figura di Ganesha, soprattutto sulla motivazione del suo aspetto, caratterizzato dalla testa di elefante. La più accreditata è quella che propongo per prima, ma le altre sono altrettanto seguite e spiegano in parte anche i motivi per i quali il culto di Ganesha sia divenuto così popolare nel tempo.

Un aneddoto sull’origine della figura di Ganesha

Si narra che Parvati, madre di Ganesha e moglie di Shiva stesse facendo un bagno nella sua casa in Himalaya e che volesse evitare che suo marito le facesse visita mentre si stava lavando. Per questo chiese al toro Nandi di mettersi di guardia alla porta. Il toro però, quando apparve Shiva, non lo ostacolò e si fece da parte per farlo passare. Parvati fu delusa dal comportamento di Nandi, così che prese della pasta di curcuma della quale si era cosparsa per fare il bagno e con questa creò un ragazzo, per farne suo figlio e decretò che da allora fosse sempre di guardia alla porta, col compito di non far entrare nessuno.

Shiva tornò a casa e, trovando sulla porta il ragazzo che non aveva ancora avuto modo di conoscere e che gli impediva di entrare, si arrabbiò e lo decapitò con il suo tridente.

Parvati inconsolabile si infuriò e minacciò di distruggere l’intero universo. Shiva allora per placarla accettò le condizioni che la sua sposa le pose:  la prima, che Ganesha fosse riportato in vita, la seconda che fosse per sempre invocato prima di tutte le altre divinità.

Shiva allora inviò i suoi emissari, chiamati Gana a cercare la testa di una creatura che fosse addormentata con il capo rivolto a nord. Questi trovarono sulla loro strada un elefante e gli presero la testa.

Fu così che Shiva  la attaccò al corpo del ragazzo, lo riportò in vita e lo chiamò Ganapathi, capo delle schiere celesti, designando che egli fosse adorato da coloro che stessero per iniziare una qualsiasi attività importante.

Il rapporto con le figure femminili

Il fatto che Ganesha sia stato generato da Parvati senza l’intervento di Shiva lascia intendere che Shiva non fosse intenzionato ad avere figli. Pertanto il rapporto di Ganesha con la madre è un rapporto speciale.

Nella tradizione dell’India Meridionale

Ganesha in genere viene raffigurato senza donne al suo fianco.

Un aneddoto narra che mentre era ancora bambino, Ganesha stesse giocando con un gatto a tirargli la coda. Dopo un po' di tempo, annoiandosi, chiese a sua madre Parvati di passare del tempo con lei. Fu allora che la madre gli disse che il gatto con cui stava giocando altri non era che lei stessa, perché il divino esiste in tutti gli esseri. Fu così che Ganesha realizzò che tutte le donne erano estensioni di sua madre e decise di non sposarsi mai.

Nella tradizione dell’India Settentrionale

Al nord la tradizione è un po’ differente. Lord Ganesha è l’incarnazione delle tre virtù Buddhi, Siddhi e Riddhi che significano rispettivamente saggezza, spiritualità e prosperità. Ganesh è la personificazione di Buddhi stesso. Le altre due virtù sono rappresentate come Dee e come tali consorti del Signore Ganesha. Molte rappresentazioni presentano Ganesha con le due consorti Riddhi e Siddhi. Si ritiene che Riddhi e Siddhi fossero figlie di Brahma che egli stesso condusse la cerimonia nuziale di Ganesha.

Un altro aneddoto sulla vita di Ganesha

Ganesha riteneva sua madre una donna bellissima e perfetta. Decise perciò di sposare una ragazza che potesse regggere il confronto con le qualità divine di sua madre. A causa del suo aspetto singolare però era in difficoltà a trovare una consorte adatta. Infastidito dal fatto che le sue ricerche fossero infruttuose e preoccupato della concorrenza di altre divinità Ganesha chiamò un esercito di topi perchè scavassero profonde buche lungo i percorsi di coloro che fossero sulla buona strada per sposarsi, nell’intento di rendere loro la vita difficile. Questo comportamento infastidì molto gli altri dei ed il disappunto giunse alle orecchie di Brahma. A quel punto per porre fine alle dispute e per accontentarlo Brahma creò due bellissime ragazze Riddhi e Siddhi e gliele diede in mogli. Anche lo Shiva Purana riporta che Prajapati (uno dei nomi di Brahma) ebbe due figlie, cioè Riddhi e Siddhi.

Ganesha il dio dalla testa di elefante signore del buon auspicio

Ganesha e Gajasura

Un’altra storia mitologica sulle origini di Ganesha narra che esistesse un demone o asura con le sembianze di elefante, chiamato Gajasura che si era ritirato in austerità per fare penitenza. Shiva, contento del suo comportamento decise di premiarlo e gli concesse di esprimere un desiderio. Il demone espresse il suo desiderio: voleva che suo corpo generasse per sempre lingue di fuoco, in modo che nessuno gli si avvicinasse.

Shiva il benevolo ovviamente glielo concesse, non solo, ma acconsenti anche a realizzare un altro suo desiderio, visto il comportamento così corretto.  Gajasura questa volta domandò che Shiva andasse a risiedere nel suo stomaco ed ovviamente il Dio, noto per la sua benevolenza lo accontentò e prese posto nel suo stomaco, senza pensare alle conseguenze.

Vishnu va in aiuto a Shiva

Fu così che Parvati, non riuscendo a rintracciarlo e dopo averlo cercato ovunque si rivolse a Vishnu. Vishnu che conosceva tutto le disse: tuo marito è Bhola Shankara e rilascia grazie senza prendere in considerazione le conseguenze, quindi sarà in qualche guaio.

Per cercare Shiva e liberarlo Vishnu assunse allora le sembianze di un suonatore di flauto e si recò al cospetto di Gajasura accompagnato dal toro Nandi, trasformato per l’occasione in un toro danzante.

Incantato dalla danza del Toro, Gajasura promise al suonatore di flauto di esaudire un su desiderio. Facendo leva sul suo orgoglio Vishnu lo indusse a promettere che avrebbe esaudito qualsiasi richiesta, che ovviamente fu quella di liberare Shiva.

Gajasura capì l’inganno e, liberato Shiva, gli chiese un ultimo dono: che la sua testa, una volta morto, fosse adorata per sempre. Shiva allora si recò dal demone col proprio figlio al quale sostituì la testa con quella di Gajasura. Per questo è tradizione che qualunque iniziativa, per essere prospera, deve cominciare con l’adorazione di Ganesha.

Rappresentazione di Ganesha con la testa di elefante e allegoria

Ogni elemento del corpo di Ganesha ha un proprio significato allegorico.

La testa di elefante simboleggia la fedeltà, l’intelligenza e capacità di scelta, mentre la presenza di una sola zanna simboleggia la capacità di superare ogni dualismo. Le larghe orecchie indicano la saggezza che si manifesta con la capacità di ascolto. Sulla fronte ha raffigurato il tridente che simboleggia la capacità di dominare passato, presente e futuro.

Importante simbolismo è quello delle gambe, delle quali una sollevata ed una a terra, che vogliono porre l’accento sulla necessità di vivere nel mondo senza essere del mondo, la complementarietà della dimensione materiale o terrena e di quella spirituale. Le quattro braccia di Ganesha rappresentano mente, intelletto, ego, coscienza. Con una mano impugna un’ascia, con la quale recide i desideri terreni, nella seconda mano stringe una corda e un loto, la terza mano, rivolta a chi guarda, è in posizione di benedizione ed infine la quarta mano porta dei dolci, simbolo di abbondanza.

Ganesha e Akhu

La cavalcatura di Ganesha è il piccolo topo Akhu, che rappresenta la mente con tutti i suoi desideri, il topo, per sua natura vorace, viene spesso raffigurato con un piatto di dolci e lo sguardo rivolto a Ganesha mentre tiene un boccone stretto tra le zampe. La figura simboleggia la mente dominata dall’intelletto. Un secondo significato è che l’astuzia del topo, con la saggezza dell’elefante fanno compiere grandi imprese, anche perché il topo e l’elefante insieme riescono a passare ovunque: dove non riesce l’elefante con sua potenza riesce il topo proprio perché minuscolo.

Ganesha è colui che aiuta a superare gli ostacoli.

 Un aneddoto sulla zanna spezzata di Ganesha

Un giorno Parashurama, un avatar di Vishnu, si recò a fare visita a Shiva, ma lungo la strada fu bloccato da Ganesha. Parashurama si scagliò contro di lui con la sua ascia, e Ganesha (sapendo che quell’ascia gli era stata donata da Shiva acconsentì a farsi colpire, perdendo così una zanna che fu tagliata. Esistono anche altre storie sulla perdita della zanna, ma non vorrei dilungarmi troppo su questo aspetto, potete facilmente reperirle in rete

L’appetito di Ganesha

Ganesha è anche il distruttore della vanità, dell’egoismo e dell’orgoglio.

Un aneddoto narra che Kubera, tesoriere del paradiso Svarga e Dio della ricchezza, andò sul monte Kailasa per ricevere la visione di Shiva. Per soddisfare la sua vanità volle invitare Shiva a cena , per potergli mostrare quanto era ricco. Gentilmente Shiva per non cadere nel tranello declinò, proponendo invece che a cena andasse suo figlio Ganesha, facendo presente che sarebbe stato molto vorace. Kubera, da buon vanitoso, si sentiva pronto a tutto, anche a soddisfare un appetito come quello di Ganesha e partì quindi con il il piccolo figlio di Shiva. Dopo alcuni riti come il bagno e dopo aver offerto a Ganesha dei nuovi vestiti, il grande banchetto ebbe inizio.

Ganesha senza fondo

E Ganesha mangiava, mangiava, il suo piatto, un altro, un altro ancora e quello che avanzavano gli altri ospiti. I piatti non facevano in tempo ad essere messi intavola che sparivano divorati, senza che l’invitato fosse mai sazio. Finite le portate Ganesha cominciò a divorare mobili, arredamento, lampadari e tutto ciò che gli capitava a tiro. Kubera ebbe paura e lo implorò di smettere, ma l’insaziabile ospite rispose che quando fosse finito tutto avrebbe divorato anche lui.

Kubera allora corse da Shiva a mendicare una soluzione. Il Dio allora gli diede una manciata di riso arrostito e quando Kubera lo porse con umiltà a Ganesha, che nel frattempo aveva divorato metà del suo regno, il figlio di Shiva si sentì sazio e si placò, perché il re aveva messo da parte la sua vanità e il suo orgoglio.

Ganesha il dio dalla testa di elefante, signore del buon auspicio
Immagine di Ganesha

Il Signore la cui forma è OM

Ganesha è anche definito Omkara, ovvero avente la forma della Om. Questo deriva dal fatto che la forma del suo corpo ricalca i contorni della lettera sanscrita. Anche per questo Ganesha è considerato l’incarnazione del Cosmo intero. Tanto per trovare un’altra similitudine con la religione cristiana, anche Dio viene indicato come il “Verbo”.

Origine:

Alla fine dell’ultimo tempo ci fu il pralaya, un grande concentrazione di forze che sia riassorbirono e che distrussero l’universo e le sue creature. Dopodiché ci fu una lunghissima notte, la notte di Brahma. Una notte scura, immobile e silenziosa, una notte di pura pace. Dopo quattromilatrecentoventimilioni di anni qualcosa si mosse, era il preludio di un avvenimento più grande. Un tremito, un alito, un suono che divenne potente. Era il suono dell’OM nella nuova era chiamata Shvetaravaha Kalpa ed un grande essere divino apparve a creare un nuovo universo, un dio nella forma di OM. Dalle vibrazioni del suono nacquero le luci, prima soffuse e poi potenti e poi il sole. La Trinità di Brahma, Visnu e Shiva fu chiamata al cospetto del Grande che concesse a Brahma la possibilità di creare, a Visnu quella di conservare e a Shiva quella di distruggere e trasformare.

Dal Pranava emersero i quattro Veda: Rg, Yajur, Sama, Atharva e in loro fu racchiusa tutta la conoscenza dell’Universo. E fu così che dal suono nacque Ganesha e la sua nascita si festeggia nel quarto giorno della luna di bhadrapada, settembre-ottobre.

I Festival ed il culto di Ganesha

Proprio nel giorno della luna di Bhadapada nell’India del sud, si festeggia l’importante festività della sua nascita.  Il Festival non ha una data fissa, ma cade ogni anno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre in base al calendario lunare, proprio come descritto nel culto della sua origine.

Tutte le famiglie indù, preparano dei dolci in suo onore e li offrono durante la puja per ingraziarsi la divinità. Ogni immagine di Ganesha viene e ornata con stoffe colorate e fiori e la gente si ritrova nei tempietti a lui dedicati, alcuni eretti per l’occasione. Il tutto di solito termina con una grande processione che porta in giro le statue del Dio in un’aria di festa

Nel 2020, il compleanno di Ganesha verrà celebrato dal 22 agosto e durerà 11 giorni.

Le murti e la funzione simbolica

Le rappresentazioni antropomorfe degli dei Hindu si basano su simbolismi religiosi antichi dove la rappresentazione o Murti non è vista come una vera entità concreta, ma come una espressione di una sorta di spirito. Le rappresentazioni del Dio (pitture, sculture, fotografie) hanno una funzione simbolica per meglio far comprendere a tutti le qualità. Per gli occidentali  è normale scambiare il concetto di Murti con quello di idolo o di vero e proprio Dio. In realtà c’è una profonda differenza: le Murti sono un’allegoria simbolica attraverso la quali è possibile avvicinarsi alla Divinità.

Le rappresentazioni di Ganesha hanno quindi una valenza simbolica e non intendono mai essere la rappresentazione di una figura vivente.

Ganesha il dio dalla testa di elefante, signore del buon auspicio
Scultore nella sua casa semplice in Orissa, alle spalle molte statue di Ganesha e di altre divinità (non sono in vendita)

Ovviamente a casa mia non poteva mancare una rappresentazione di Ganesha. Questo è l’artista che l’ha prodotta, per passione e non per ricavarci dei soldi, infatti per averla ha dovuto intercedere il mio amico Jayasen.

Conclusione

Viaggiare è conoscere e comprendere. Non sempre si capisce tutto alla prima occasione, ma a volte occorre approfondire. Per questo, a volte prima, a volte dopo il viaggio mi capita di studiare gli aspetti che più mi hanno interessato. E’ il caso di questo articolo e di altri sull’induismo che sto cercando di comprendere perché è una religione che mi attira e mi affascina.

Come già detto in altre occasioni l’intenzione non è quella di un articolo enciclopedico, ma di approfondimento di alcuni aspetti, per come avrei voluto trovarli io quando li ho cercati.

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’INDIA

  • 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga – Ultima Modifica 24/12/2023
  • Bhumisparsha Mudra: connessione con la Terra e sottomissione di Mara – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Cerimonia Aarti a Chitrakoot e Varanasi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Char Dham, le quattro Dimore degli Dei in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi è Brahma e cos’è la sacra Trimurti – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno – Ultima Modifica 17/04/2023
  • Chota Char Dham, in pellegrinaggio nell’Uttarakhand – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Filatura del baco da seta in India – Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Fotografie del mio viaggio in Gujarat India – Ultima Modifica 25/05/2022
  • GaltaJi il tempio delle scimmie a Jaipur – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gandhi: la Satyagraha ed il movimento della non violenza – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat India, prefazione e prime immagini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat Sapore d’India Slideshow – Ultima Modifica 25/05/2022
  • Haridwar la città Sacra dell’Uttarakhand – Ultima Modifica 17/04/2023
  • I Panch Kedar, cinque Templi di Shiva – Ultima Modifica 21/08/2023
  • I templi di Girnar Hill: salire 10.000 scalini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • I templi di Khajuraho e le sculture erotiche – Ultima Modifica 31/05/2025
  • Il bellissimo Tempio del Sole di Konark in Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il Festival di Holi 2024 e il significato della Festa dei Colori – Ultima Modifica 27/12/2023
  • Il pozzo Chand Baori ed il tempio di Harshat Mata – Ultima Modifica 13/03/2023
  • Il Tempio del Sole di Modhera in Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e le sue meraviglie – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Junagadh, il Principato del Kathiawar – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Jyotirlingas, pellegrinaggio dei devoti di Shiva – Ultima Modifica 02/04/2025
  • Kirtimukha, il Volto della Gloria – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate – Ultima Modifica 22/08/2023
  • L’Aina Mahal di Bhuj ed il Leone di San Marco – Ultima Modifica 22/08/2023
  • La tribù Bonda delle colline dell’Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Le caste in India e gli Intoccabili Dalit – Ultima Modifica 21/03/2025
  • Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento – Ultima Modifica 13/01/2025
  • Masala Chai, il sapore dell’India in un tè – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Nandi, il toro di Shiva – Ultima Modifica 28/01/2024
  • Orchha: la gemma nascosta del Madhya Pradesh – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Orissa – Odisha incontro con la tribù Dongria Kondh – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Panch Prayag le confluenze dei fiumi in Himalaya – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Rahu, le Eclissi, l’Oceano di Latte e l’Amrita – Ultima Modifica 26/12/2024
  • Sapta Badri, i sette Templi di Vishnu – Ultima Modifica 30/05/2023
  • Sapta Puri, le sette città sacre dell’India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Surya ed il culto del Dio del Sole in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Taj Mahal: una delle nuove sette meraviglie è in India – Ultima Modifica 14/01/2024
  • Trasporti in India: Tuktuk e altre stranezze – Ultima Modifica 14/03/2023
  • Tri Mukhi Rudraksha o Rudraksha a tre facce – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Vahana: i veicoli degli Dei nell’Induismo – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Viaggio a Junagadh: lavori pericolosi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Vishnu ed i suoi Avatara, il conservatore – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Visitare gli Shakti Peethas e conoscere lo Shaktismo – Ultima Modifica 11/02/2023
Pubblicato: 24/03/2020
Immagini Ema le tavolette votive giapponesi

Ema, le tavolette votive Giapponesi

di Max Pubblicato: 22/03/2020
Giappone written by Max

Ema, ovvero le tavolette votive in Giappone

Le Ema Giapponesi sono piccole tavolette di legno nelle quali i fedeli scrivono preghiere o desideri e che vengono appese in spazi dedicati all’interno del Santuario. In questo modo i Kami, le divinità Shintoiste, possono leggerli ed aiutare le persone nei loro desideri o nelle loro difficoltà. A tutti coloro che visitano il Giappone sarà capitato di vederle e di chiedersi che cosa fossero, intuendone certamente la finalità.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Ema, ovvero le tavolette votive in Giappone
  • Cosa significa Ema in Giapponese
  • Evoluzione delle immagini Ema Giapponesi
  • Le immagini Ema nel periodo recente
  • Ema nei Santuari Shintoisti e nei Templi Buddisti in Giappone
  • Che fine fanno le Ema Giapponesi
  • Se ti va puoi farlo anche tu, ma con rispetto.
  • Proposte di Viaggio in Giappone
  • Fonti:
  • Per saperne di più sul Giappone
Immagini Ema le tavolette votive giapponesi

Cosa significa Ema in Giapponese

La parola Ema significa letteralmente immagine o figura del cavallo. Anticamente i fedeli Shintoisti in caso di avversità o carestie erano soliti portare come offerta al Santuario uno o più cavalli al fine di ingraziarsi i Kami (le divinità) ed ottenere così il loro aiuto. A partire dal periodo di Nara queste offerte di cavalli viventi vennero in alcuni casi sostituite da figure di argilla o di altri materiali rappresentanti la figura di un cavallo. La prima rappresentazione dell’offerta di un’immagine di carta di un cavallo risale all’anno 1013.

Immagini Ema le tavolette votive giapponesi
Il tori e sullo sfondo le tavolette votive o Ema

Evoluzione delle immagini Ema Giapponesi

Successivamente la creatività prese il posto della tradizione e le rappresentazioni cominciarono a spaziare dal cavallo ad altri soggetti, si creò così una professione con stili spesso personalizzati e ricercati, riprodotti per lo più su tavolette di legno, carta o argilla. Di solito era una comunità, un villaggio o una corporazione a commissionare un’Ema a uno di questi artisti oppure una persona facoltosa. Sulle tavolette veniva disegnata o dipinta una figura in tema con la richiesta, mentre a volte la figura era scolpita o modellata, a seconda del materiale usato. Fra le richieste più comuni c’erano auguri o richieste di fertilità con rappresentazioni falliche o desideri di lunga unione o buona salute. Come si può intuire anche questa tradizione era tuttavia costosa e inaccessibile ai più.

Leggi anche I Templi Kohfukuji e il Buddha della guarigione a Nara

Le immagini Ema nel periodo recente

Fu solo durante periodi più recenti (a partire dal 17mo secolo) che i santuari cominciarono a produrre in autonomia tavolette standardizzate di dimensioni contenute, rendendole accessibili così alla gran parte della popolazione. Oggigiorno buona parte parte delle Ema consiste in una tavoletta di legno sulla quale scrivere un proprio desiderio, pensiero o frase. Le tavolette sono di solito di forma pentagonale, simili ad una casetta, ma ne esistono di ogni forma e dimensione, a volte adornati da temi o figure tipiche del Santuario che rappresentano divinità o da animali, ma anche da personaggi del cinema o della TV. La maggior parte riporta comunque solo delle scritte. Ad esempio nel santuario Fushimi Inari-Taisha di Kyoto le tavolette sono a forma di volpe.

Dove si possono trovare le Ema

Di solito l’Ema si compra al santuario, con un costo variabile dai 500 ai 1000 Yen, soldi che serviranno per la manutenzione del Santuario stesso. Si scrive il proprio pensiero o desiderio sulla tavoletta e la si appende in una bacheca dedicata. A volte le tavolette sono appaiate: una da appendere e una da conservare come ricordo.

Immagini Ema le tavolette votive giapponesi
Immagini Ema le tavolette votive giapponesi

Ema nei Santuari Shintoisti e nei Templi Buddisti in Giappone

Queste tavolette sono di tradizione Shintoista, ma sono state adottate anche dalla tradizione Buddista in quella continua osmosi di cultura che storicamente è parte della storia delle due religioni principali del Giappone. Oggi non è raro trovare spazi dedicati alle Ema anche in alcuni templi, fra i quali il Padiglione Dorato Orientale del Tempio Kohfukuji, del quale parlerò dopo.

Hai mai pensato di dormire in un Tempio Buddista? leggi l’articolo Hotel in Giappone: quale scegliere e quanto costa

Che fine fanno le Ema Giapponesi

Le Ema rimangono appesi nel Santuario o nel Tempio prescelto fino ad un evento speciale durante il quale vengono raccolte e bruciate per liberare e realizzare il desiderio del fedele. Quando l’Ema brucia, il fumo si alza in cielo e raggiunge le divinità che in questo modo vengono a conoscenza del desiderio e possono realizzarlo. Il rituale è diverso per ogni Santuario e si esegue in tempi e con modalità diverse, tipiche di ogni località.

Immagini Ema le tavolette votive giapponesi

Se ti va puoi farlo anche tu, ma con rispetto.

Ho voluto fare anche io questo rituale, non in un Santuario, ma in un Tempio Buddista, più precisamente nel Padiglione Dorato del Tempio Kohfukuji. Il Tempio è dedicato al Buddha della Medicina, al quale ci si può rivolgere per la salute delle persone care.

In questo Tempio dentro ad una busta di carta ci sono 2 tavolette Ema a forma di casetta, una decorata da tenere o da donare a qualcuno e l’altra vuota sulla quale scrivere il proprio pensiero.

E’ consentito fare una foto alla tavoletta appesa da mostrare per esempio alla persona per la quale è andato il pensiero.

In un paese straniero non si giudica (neanche nel proprio, ma qui a maggior ragione), si confrontano le tradizioni con le proprie e si trovano punti di contatto o di attrito. Il primo passo verso la comprensione è prendere atto dei fatti. Se vuoi provare puoi farlo, in genere le religioni asiatiche sono tolleranti, ma prendi sul serio quello che stai facendo, non sei obbligato a credere, ma non sei autorizzato a deridere. ;-)

Proposte di Viaggio in Giappone

Scopri il Giappone in libertà con uno dei nostri viaggi:

Giappone cultura antica e fascino moderno. Un viaggio attraverso le atmosfere più toccanti del Giappone. Si parte da Tokyo, la capitale: una grande metropoli con i suoi magnifici grattacieli. Visitiamo poi Hakone, un piccolo gioiello termale ai piedi del Fujiyama, incastonata nella splendida regione montagnosa che ospita il Parco Nazionale di Fuji-Hakone-Izu, distante solamente 1 ora e 30 minuti di treno da Tokyo. Immegiamoci nella tradizione a Kyoto, la città dei templi, con la sua storia millenaria e le sue tradizioni.
Infine Nara, con i suoi siti di straordinaria bellezza: il “Parco dei cervi” ed il Tempio Todaiji che ospita il Grande Buddha.

Giappone da Tokyo fino all’isola di Kyushu, un viaggio memorabile attraverso storia, modernità e panorami eccezionali. Tanti giorni per visitare alcuni dei luoghi più significativi del Giappone spingendovi oltre le mete più scontate.
Da Tokyo, città dell’avanguardia per eccellenza a Kyoto per assaporare l’atmosfera più tradizionale e “zen” del paese. Da qui, all’isola di Miyajima, con il suo santuario dedicato alla dea dei mari, costruito in parte nel mare con un torii rosso fuoco a poche decine di metri dalla riva. E poi via, verso sud, toccando le città di Nagasaki e Fukuoka, dove ammirerete il tempio Tocho-ji, famoso per la statua in legno di Buddha più grande del Giappone.
Infine un piccolo grande regalo: una crociera verso le isole Kujuku, dette le “99 isole”, di cui solo 4 abitate.

Dai un’occhiata agli altri viaggi individuali e tour di gruppo, per tutto quello che non trovi, chiedi a me!

Fonti:

  • Taiken.co
  • The Kyoto Project
  • Documenti originali del Tempio reperiti in loco
  • Cartelloni esplicativi in loco
  • Esperienza personale e dialoghi

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

banner giappone

Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

ALTRI ARTICOLI SUL GIAPPONE

  • Akimahen: cosa non fare a Kyoto (e in Giappone) – Ultima Modifica 27/07/2023
  • Bhumisparsha Mudra: connessione con la Terra e sottomissione di Mara – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Carte Icoca, Suica e Pasmo: alternative al JR Pass – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni – Ultima Modifica 31/05/2023
  • Deposito bagagli in Giappone, i Coin Lockers – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Ema, le tavolette votive Giapponesi – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Fai da te o Guida Turistica per un viaggio in Giappone? – Ultima Modifica 08/02/2025
  • Fushimi Inari-Taisha, il Santuario Shintoista di Kyoto – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Golden Week in Giappone, un periodo di festa! – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Hotel in Giappone: quale scegliere e quanto costa – Ultima Modifica 27/07/2023
  • I Matsuri d’autunno, feste tradizionali in Giappone – Ultima Modifica 27/07/2023
  • I Templi Kohfukuji e il Buddha della guarigione a Nara – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani – Ultima Modifica 15/08/2023
  • Il periodo migliore per un viaggio in Giappone – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Japan Rail Pass, la guida definitiva – Ultima Modifica 15/08/2023
  • L’isola di Miyajima – Itsukushima ed il Torii sull’acqua – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Le 72 stagioni del calendario giapponese – Ultima Modifica 12/07/2025
  • Le festività Buddiste – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Mangiare in Giappone: dove andare, cosa ordinare e quanto costa – Ultima Modifica 27/07/2023
  • Otto libri per un viaggio in Giappone – Ultima Modifica 24/12/2023
  • Robots alla reception degli hotel? – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Tokyo in tre minuti – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Viaggiare senza bagagli in Giappone – Ultima Modifica 28/05/2023
  • Viaggio in Giappone: costi, curiosità e notizie utili – Ultima Modifica 29/07/2023
  • Video: le Scimmie delle Nevi in Giappone – Ultima Modifica 29/07/2023

Banner: immagine di macrovector su Freepik

Pubblicato: 22/03/2020
tokyo in 3 minuti

Tokyo in tre minuti

di Max Pubblicato: 20/03/2020
Video written by Max

Tokyo in tre minuti

Provo a spiegare Tokyo in tre minuti, in linea con lo spirito di questo filmato.

Cosa vuol dire Tokyo? E’ la prima domanda che mi sono fatto, la seconda è stata: ma quanta gente ci vive? Poi ne sono venute altre, ma l’unica che mi è rimasta in mente è: riuscirò a ritornarci?

Tokyo, che nell’antichità si chiamava Edo, acquisì il nome attuale – Capitale Orientale – quando diventò capitale dell’impero sostituendo Kyoto. Nell’area metropolitana vivono oltre 40 milioni di persone, anche se all’interno dei confini veri e propri della città ce ne sono “solo” 14, che relegano Tokyo all’11mo posto nella classifica delle città più popolose del mondo.

Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Indice

  • Tokyo in tre minuti
  • Classico e moderno
  • Se dovessi scegliere un luogo
  • Guarda il video

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Classico e moderno

Questa città riunisce costruzioni tradizionali e strutture ultramoderne, in un continuo alternarsi di passato e futuro, di tradizione e di progresso: i Santuari storici sorgono accanto ai grattacieli con illuminazioni da capogiro.

Tokyo per me è stata un lampo, come questo filmato di Tokyo in tre minuti. Avevo troppo poco tempo e troppe cose da vedere, ma in tempi di epidemie si fa quel che si può. Percorrerla in tre minuti è impossibile, ma io vi propongo un piccolo viaggio virtuale, per lo più notturno, in questa città tra frenesia e misticità.

Se dovessi scegliere un luogo

Se dovessi scegliere un luogo simbolo di questo mio soggiorno troppo breve, questo sarebbe Odaiba.

Odaiba è la sintesi del Giappone Moderno: è una grande isola artificiale nella baia di Tokyo, si raggiunge con un treno futuristico, ci sono una copia della Statua della Libertà e un ponte molto simile al Ponte di Brooklyn, il Rainbow Bridge. Ciliegina sulla torta: nel quartiere campeggia una immensa statua di Gundam! Ci sono anche un sacco di altre cose, come la spiaggia, un grande centro commerciale e l’altissima ruota panoramica, ma mi limito alla mia esperienza.

E’ vero, preferisco i Parchi ed i luoghi tradizionali e di culto, ma causa il poco tempo e la pioggia, credo che dovrò tornare un’altra volta per vederli meglio.

Guarda il video

 

Pubblicato: 20/03/2020
Visitare Los Angeles - Hollywood e Beverly Hills

Los Angeles California: quando andare e cosa fare

di Max Pubblicato: 01/03/2020
Stati Uniti written by Max

Los Angeles California: quando andare, cosa fare e dove alloggiare (Hollywood, Beverly Hills e qualche idea alternativa)

Scegliere quando andare, cosa fare e dove alloggiare a Los Angeles (senza lasciarsi sfuggire l’occasione di visitare Hollywood) non è difficile anche se quello in California è il vostro primo viaggio negli Stati Uniti. Primo viaggio o ennesimo date un’occhiata ai miei consigli prima di partire per gli Stati Uniti e fatevi un’idea di cosa mangiare negli Stati Uniti e quanto costa.

E poi immergetevi nella lettura: qualche idea, qualche consiglio e alcuni spunti per un bel viaggio nella Città degli Angeli e, se ne avete tempo, in California.

Leggi anche I luoghi di San Francisco che non devi perderti

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Los Angeles California: quando andare, cosa fare e dove alloggiare (Hollywood, Beverly Hills e qualche idea alternativa)
  • Scegliere Quando andare a Los Angeles ed in California
    • Il clima sulla costa
  • Scegliere cosa fare
  • Fare tutto o vedere bene solo qualcosa?
  • Qualche consiglio valido per qualsiasi viaggio
  • Scegliamo come cominciare la nostra visita di Los Angeles
    •  
  • Eventi e ricorrenze di Los Angeles
    • Tournament of Roses
    • Capodanno Cinese
    • Notte degli Oscar
    • Cinco de Mayo
    • Doo Dah Parade
    • Los Angeles Pride
    • International Surf Festival
    • AFI Fest
    • Los Angeles Country Fair
    • Emmy Awards
  • Santa Monica
    • Il punto di arrivo della Storica Route 66
    • Godiamoci la spiaggia anche a Los Angeles
  • 3rd street Los Angeles
  • Beverly Hills
    • Shopping a Rodeo Drive e Golden Triangle
  • Hollywood
    • Un po’ di Storia sulla Scritta Hollywood
    • Rimuovere la scritta?
  • Passeggiata lungo la Walk of Fame di Los Angeles
  • Disneyland Los Angeles
  • Tour degli Universal Studios
  • Warner Bros Studios Los Angeles
  • Six Flags Magic Mountain
  • Altre destinazioni
  • Dove alloggiare a Los Angeles e nei dintorni
  • Conclusione
  • Proposte viaggi USA
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?
Spiaggia di Santa Monica - Los Angeles
Los Angeles: il pontile el la spiaggia di Santa Monica con la ruota panoramica sullo sfondo

Scegliere Quando andare a Los Angeles ed in California

Il clima a Los Angeles è piacevole tutto l’anno, perciò quando andare non è un problema. La città si trova ad una latitudine più bassa della Sicilia ed il clima anche d’inverno non è mai troppo freddo, mentre le estati sono rinfrescate dalla corrente del Pacifico. Tutto sommato un piccolo paradiso in qualsiasi stagione. Ovviamente nei mesi estivi ed in occasione di appuntamenti particolari l’afflusso di turisti è maggiore, pertanto se si vuole trovare meno gente occorre tenerne conto.

Il periodo primaverile è il migliore per visitare Los Angeles ed in genere la California. Da fine marzo a giugno il clima è caldo e soleggiato e non si rischia di avere troppo caldo. Anche l’estate è buona, ma bisogna mettere in conto il rischio di qualche giornata torrida, specialmente se vi capita una giornata in cui soffia il vento Santa Ana, un vento secco e caldo nordorientale proveniente dalle zone desertiche dell’entroterra che rende alcune giornate veramente torride. L’autunno e l’inverno sono periodi altrettanto validi, con qualche rischio in più per il vento caldo in autunno e qualche pioggia da dicembre a marzo.

Nel complesso non ci sono periodi veramente sconsigliati.

Il clima sulla costa

La costa è la zona più mite e anche d’estate in genere la temperatura massima non supera i 25 gradi, per scendere intorno ai 18 nei mesi invernali nelle ore più calde. Se immaginate di fare un bagno nell’oceano, preparatevi a temperature dell’acqua che nei mesi estivi non arrivano a 20 gradi, mentre scendono anche a 16 gradi nei mesi più freddi.

Scegliere cosa fare

Ovviamente non tutti hanno a disposizione tempo e denaro per stare in vacanza più di 3 settimane (e per qualcuno è già molto), quindi scegliere cosa vedere a Los Angeles se si conta di fermarsi solo un paio di giorni è un bel dilemma.  Quasi tutti quando vanno in vacanza in un posto nuovo hanno il desiderio, quando non la frenesia, di vedere tutto, o perlomeno il più possibile.

Se non si fa parte di un tour organizzato, dove i ritmi sono scanditi dagli appuntamenti già fissati e ben strutturati dall’organizzatore, ci si affida quindi ad una guida.

E via con un bell’elenco di posti imperdibili, di luoghi iconici, di “must-see” o semplicemente di ottimi indirizzi da dove questa o quella celebrità hanno postato un selfie. Più che in ogni altro luogo questo ultimo aspetto è vero a Los Angeles come, d’altro canto a New York.

Fare tutto o vedere bene solo qualcosa?

Allora conviene partire convinti di rinunciare a qualcosa, ma a cosa? Dipende da cosa si vuole trarre dalla vacanza: un pugno di fotografie da postare su Instagram durante l’anno, ripercorrere le vicende di una serie TV o semplicemente soddisfare la curiosità di vedere luoghi che si sono stampati nella nostra mente come luoghi storici ed iconici ed aver la possibilità, quando li si sente nominare, di poter dire “ci sono stato anch’io”?

In questo articolo potete trovare un po’ di informazioni e poi decidere.

Prima di partire non dimenticate di consultare e, se volete, di scaricare la mia lista delle cose da mettere in valigia per il viaggio perfetto

Qualche consiglio valido per qualsiasi viaggio

  • Se non è estate vestitevi “a strati” ed indossate delle scarpe comode, mi raccomando, mai un paio di scarpe nuove, che possono riservare sorprese. Soprattutto durante i mesi invernali l’escursione termica fra giorno e notte può essere rilevante.
  • Prevedete di portarvi un impermeabilino leggero, anche se il tempo è bello, soprattutto durante i mesi invernali
  • Controllate le batterie della macchina fotografica e del telefono
  • Portatevi da bere
  • Scaricate la guida della città offline, anche se avete un piano dati (è previsto anche sull’app di Google Maps)
  • Fermatevi sempre ad ogni cosa che vi interessa, il tempo necessario per capirla e per goderla, vi perderete qualcos’altro, ma non il momento.. ed avrete l’occasione di imparare qualcosa
  • Cercate di evitare le zone isolate e se c’è troppa calca fate attenzione ai vostri averi
  • Portatevi lo spazzolino da denti e i fazzoletti di carta

Non seguite i miei consigli alla lettera e dimenticate qualcosa da poter acquistare come ricordo a Los Angeles

Scegliamo come cominciare la nostra visita di Los Angeles

Partiamo con un cliché? Anche no.

Quando si visita un paese, per me è quasi un obbligo il visitare un supermercato. Vi chiederete il motivo? Ovviamente per comprare l’acqua !!

A parte gli scherzi entrare in un negozietto o in un supermercato (se siete in un paese industrializzato) fornisce un approccio immediato alla vita quotidiana delle persone che lo frequentano. Le preferenze e le abitudini – alimentari e non – garantiscono una percezione della realtà del paese.

Da questa osservazione ognuno trae le proprie considerazioni che possono anche cambiare nel corso o dopo il viaggio. Proprio per questo una “cura completa” prevede una visita all’inizio del viaggio ed una alla fine, con la quale cogliere particolari differenti e sfumature che non si erano valutate.

Se non siete interessati saltate la visita, ma secondo me l’apprezzerete.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

 

Eventi e ricorrenze di Los Angeles

Tournament of Roses

Procedendo cronologicamente la prima festa per data ed importanza è il Tournament of Roses ovvero la parata con i carri decorati con le rose che si svolge sul Colorado Boulevard di Pasadena a capodanno.

Capodanno Cinese

A far da contraltare alla parata c’è il capodanno cinese che cade fra gennaio e  febbraio, molto sentito per la forte componente di immigrati cinesi presenti e sempre spettacolare grazie alla fantastica parata del Dragone, che si è tenuta anche nel 2020, nonostante lo spauracchio del coronavirus. Qui di seguito le date fino al 2025: 12 febbraio 2021, anno del Bue, 1 febbraio 2022, anno della Tigre, 22 gennaio 2023, anno del Coniglio 10 febbraio 2024, anno del Drago, 29 gennaio 2025, anno del Serpente.

Notte degli Oscar

Sempre in febbraio la notte degli Oscar, un evento unico ed esclusivo. Difficilmente riuscirete ad “imbucarvi come ha fatto Scott Weiss nel 2009, ma potete sempre sperare di incontrare le star in giro per la città.

Cinco de Mayo

Il Cinque di maggio o Cinco de Mayo è la ricorrenza storica che celebra la vittoria delle truppe messicane sull’esercito francese nella battaglia di Puebla del 1962, dopo l’invasione subita da parte della Francia. La vicinanza con il Messico e la forte immigrazione rendono popolare anche qui questa festa

Doo Dah Parade

La Doo Dah Parade è una stravagante sfilata che si svolge annualmente ad una data non prestabilita, di solito negli ultimi anni in tarda primavera, generalmente in maggio. E’ la parata dell’esagerazione, cominciata come una parodia del Tournament of Roses, oggi rappresenta un momento dissacrante dove dare sfogo alla propria immaginazione ed irriverenza.

Los Angeles Pride

In genere in giugno si svolge questa festa che da oltre 40 anni celebra la diversità e l’inclusione, oggi molto di moda, ma in passato meno popolare. Se non il più grande, sicuramente il più famoso Gay Pride.

International Surf Festival

L’International Surf Festival si svolge in agosto ed è l’appuntamento perfetto con l’onda perfetta. Troppo perfetto? Vedere per credere e questo avvenimento promette uno spettacolo eccezionale.

AFI Fest

La AFI è una rassegna cinematografica promossa dall’American film Institute che si svolge ogni anno in novembre. Un appuntamento imperdibile per chi ama la fiction, i documentari ed i cortometraggi, è divenuto col tempo un appuntamento cult per gli appassionati.

Los Angeles Country Fair

A settembre si svolge la Los Angeles Country Fair.  Una grande fiera del country che anche se è acclamata dai locali come la più grande del paese, una classifica del 2018 la relega solo all’11° posto, anche dopo lo Stampede di Calgary. Si tengono spettacoli, concerti, rodei in ossequio alla tradizionale della cultura del west americano.

Emmy Awards

Sempre in settembre la cerimonia degli Emmy Awards (il 20 settembre nel 2020). Gli Emmy awards stanno alla televisione come gli Oscar stanno al Cinema, un’ottima occasione mondana, con l’occasione di incontrare qualche star.

Altri appuntamenti bizzarri sono la Benedizione degli animali che si svolge nel quartiere di El Pueblo il sabato prima di Pasqua e la benedizione delle auto in agosto, si vede che da queste parti si sente il bisogno di essere benedetti in plenaria.. :-)

Spiaggia di Santa Monica - Los Angeles
Spiaggia di Santa Monica – Los Angeles

Santa Monica

Il molo di Santa Monica fu costruito a partire dal 1908 e rappresentò il primo molo per l’attracco di navi da diporto della costa occidentale. Oggigiorno ospita un parco divertimenti con tanto di ottovolante e ruota panoramica, un interessante acquario proprio sotto la storica giostra in legno, oltre ovviamente a chioschetti di bibite e qualche negozietto di souvenir.

Il punto di arrivo della Storica Route 66

La maggior parte delle persone che arriva sul molo di Santa Monica considera il momento come un’ottima occasione per farsi un selfie o per scattare una fotografia sotto il cartello che indica la fine della Route 66. E anche io l’ho fatto. Negli anni passati la mitica Mother Road ha rappresentato per molti una vera e propria avventura “on the road”. Percorrere i suoi quasi 4000 chilometri da Chicago a Los Angeles permetteva di conoscere uno spaccato dell’America rurale e di provincia, di immergersi nello spirito della frontiera e di avere l’occasione di sentirsi protagonisti di un’epoca. Oggi buona parte della strada è stata ricostruita, ammodernata o tagliata fuori dai percorsi abituali e questo ha reso il tutto un po’ meno avventuroso, più decadente ed a tratti poco originale, ma pur sempre un museo a cielo aperto che val la pena di visitare.

Godiamoci la spiaggia anche a Los Angeles

I 6 chilometri della spiaggia consentono invece di passeggiare o semplicemente di stendersi per un attimo a godere dell’oceano magari sfruttando l’occasione, se non di fare un bagno, almeno di provare l’ebbrezza di immergere i piedi nell’acqua del Pacifico

Spiaggia di Santa Monica - Los Angeles

3rd street Los Angeles

Dalla spiaggia di Santa Monica è possibile avventurarsi in una passeggiata lungo la 3rd Street ed i suoi negozietti e le gallerie d’arte che non mancano mai nelle città di mare. Forse perché la vicinanza con la spiaggia e le onde rende tutti un po’ più artisti, forse perché gli artisti amano il mare o forse semplicemente perché in questo posto passa un sacco di gente ed è più facile vendere. In estate ci si può sedere ad un caffè e godersi un po’ di andirivieni e nella folla scoprire anche qualche “mise” un po’ stravagante.

Qui a Los Angeles più che mai è bene ricordarsi che spesso gli artisti sono stravaganti, ma non basta essere stravagante per essere un artista. In ogni caso, se siete interessati, ci sono alcuni musei di arte moderna che val la pena di visitare.

Da qui potete visitare Venice Beach con la sua sfrenata vita mondana o fare una capatina a Malibu a sbirciare fra le ville da sogno dei Vip

Beverly Hills

Una delle mete più ambite dai curiosi è sicuramente Beverly Hills. La zona fu resa ancor più famosa negli anni ’90 dalla serie televisiva 90210 Beverly Hills della quale recentemente è stato cancellato il revival. Alcune delle stravaganti e lussuose abitazioni delle star di Hollywood e della musica si trovano qui e se sarete fortunati potrete incontrarne qualcuna. Cogliete l’occasione per farvi un giro a Rodeo Drive, Mecca del Lusso o al Farmers’ Market un mercato cittadino dove si possono trovare i prodotti enogastronomici della California.

Shopping a Rodeo Drive e Golden Triangle

L’area inclusa fra il Santa Monica Boulevard, North Crescent Drive e Wilshire Boulevard è soprannominata anche Golden Triangle. Questa zone è sono affollata da negozi, gallerie d’arte e ristoranti. Inoltre, a fare un po’ da linea mediana e a tagliare in due Beverly Hills c’è la mitica Rodeo Drive, divenuta icona del lusso. Se volete sentirvi come Julia Roberts (o Richard Gere per i maschietti) in Pretty Woman, non potete mancare di visitarla. Certo, visto che i prezzi non sono esattamente popolari, sarà difficile sentirsi un principe o una principessa, ma i commessi vi faranno sentire certamente a vostro agio, anche se alla fine non acquisterete nulla. Nel frattempo avrete un’idea di quelle che sono le tendenze della stagione o magari avrete l’occasione di farvi un bel regalo.

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Hollywood

Il nome Hollywood fa la sua comparsa nella storia nel 1887, anche se la vocazione dei suoi abitanti di allora era più quella dei contadini ed allevatori che non quella di fare del cinema.

A fare la fortuna di Hollywood fu una di quelle leggi americane per noi incomprensibili sul diritto d’autore. Intorno al 1910 infatti una società possedeva praticamente tutti i diritti per realizzare pellicole cinematografiche e pertanto chi volesse produrre un film doveva seguire le regole che la società imponeva. Principalmente, oltre ad una questione di denaro la società imponeva che tutte le pellicole fossero girate a Chicago o in alternativa a New York. Questa legge non era valida però in California e fu così che i produttori indipendenti intorno al 1920 cominciarono a spostarsi in quella zona, che era anche favorita dalla vicinanza a vari tipi di scenari utili alla produzione, quali montagne, deserti ed oceano.

Ed eccoci qui a fotografare la scritta Hollywood.

Un po’ di Storia sulla Scritta Hollywood

La scritta Hollywood nel 2023 compirà cento anni. Il giorno esatto non si sa, perché ognuno ha da dire la sua nella data della creazione, ma la data più accreditata pare essere il 13 luglio 1923.

La scritta fu realizzata inizialmente per pubblicizzare un nuovo qualrtiere che all’epoca era in costruzione ed il cui nome sarebbe poi stato Hollywoodland. Infatti la prima versione della scritta fu proprio quella. Scritta a caratteri cubitali di 15 per 9 metri doveva restare sul monte Lee per un anno ed era illuminata da migliaia di lampadine elettriche che si accendevano alternativamante prima su Holly poi su Wood, poi su Land ed infine sull’intera scritta. La posizione era inoltre segnalata da un faro che sparava verso l’alto la sua luce. Il proprietario se ne curò fino al 1929, poi seguirono anni di incuria e di disinteresse fino a a quando, nel 1949, il terreno fu ceduto alla città e la scritta con esso.

Rimuovere la scritta?

Intorno alla fine degli anni 50 fu deciso di rimuovere la scritta Land e fu anche pensato di rimuovere l’intera scritta, ma ormai era diventato un simbolo dell’industria cinematografica. Fu solo nel 1978, grazie ad una sottoscrizione pubblica, che la scritta fu oggetto di un vero restauro e da allora se ne occupa una fondazione.

Hollywood e la scritta famosa
Hollywood e le ville dei VIP
Villa da sogno a Hollywood

Passeggiata lungo la Walk of Fame di Los Angeles

Adesso che sapete quasi tutto sulla scritta e che magari siete anche andati a vederla da vicino, dirigetevi verso la Walk of Fame. La passeggiata delle stelle, o più propriamente la passeggiata delle celebrità, è uno dei luoghi più visitati della città. Divertitevi a camminare lungo l’Hollywood Boulevard e Vine Street con lo sguardo fisso a terra, cercando il vostro attore preferito e sbattendo contro le persone che, provenienti in senso contrario, stanno facendo la stessa cosa. La passeggiata fu creata nel 1958 per celebrare gli artisti dello spettacolo ed era stata concepita per 2500 stelle. Ad oggi le stelle sono oltre 2600 e quelle nuove vengono posizionate in una estensione della passeggiata al ritmo di circa 2 al mese.

Ogni stella contiene un emblema circolare che indica la categoria rappresentata e alcune stelle riportano più categorie. Cercate i vostri attori preferiti per una foto o stupitevi di quanti sono “illustramente ignoti”. Per chi è appassionato ci sono alcune guide che trovate gratuitamente online e che forniscono l’esatta ubicazione di chi state cercando. Cercate la prima stella dedicata a Stanley Kramer, regista e produttore.

Per chi è in auto c’è, comodissimo, parcheggio di un centro commerciale lì vicino, dove avrete sicuramente l’occasione di spendere qualche soldino.

Categorie di Stelle Nella Walk of Fame Los Angeles Hollywood
Le categorie sono: cinema, televisione, teatro, musica e radio
Stella sulla Walk of Fame Hollywood Los Angeles
Stella sulla Walk of Fame Hollywood Los Angeles

Disneyland Los Angeles

In un giorno qualsiasi, in un anno fra gli anni 30 e 40 il sig. Walt Disney (sì, proprio lui in persona) se ne stava bellamente seduto su di una panchina a Griffith Park a Los Angeles quando fu folgorato da un’ispirazione. Mentre le sue figlie si stavano divertendo su una giostra del parco pensò quanto sarebbe stato bello creare un parco dove genitori e figli potessero divertirsi insieme. Fu così che nel luglio 1955, dopo un anno di lavoro ed una spesa di oltre 15 milioni di dollari nacque Disneyland, il primo e anche l’unico Disneyland che il signor Walt ebbe la gioia di inaugurare personalmente. Tutti quelli che avevano scommesso sul fallimento del progetto prima e dell’attività poi dovrebbero farsi un giro oggi fra i parchi sparsi nel mondo.

Se vi piacciono i parchi a tema – e anche se non vi piacciono – secondo me vale la pena una visita per provare ad entrare in un mondo di favola, certamente a prezzi non proprio popolari..

Tour degli Universal Studios

Sugli Universal Studios, dove non sono andato di recente – l’ultima mia visita risale al 1993 !! -, i giudizi che ho sentito sono contrastanti. A parte il prezzo anche qui non propriamente popolare, nei giorni di punta le file sembra possano essere interminabili, quindi cercare qualche opzione per saltare le code in modo legale ed educato diventa un must. E’ possibile visitare i set dove sono ricostruiti le ambientazioni di film famosi come King Kong, Ritorno al Futuro, Jurassic Park e altri che vengono aggiunti di volta in volta. Non è una delle mete che prediligo, ma è sicuramente interessante specialmente per chi vuole rivivere da vicino scene di film famosi.

Sulle strade di Los Angeles California

Warner Bros Studios Los Angeles

Gli Universal Studios vi sono piaciuti? Se la vostra passione è The Big Bang Theory allora non potete mancare una visita ai WB studios, il prezzo è un po’ inferiore agli Universal e .. Bazinga! potrete sedervi sul divano di Sheldon o fare una capatina al Central Perk di Friends. In alternativa potrete rivivere la saga di Harry Potter o entrare nella BatCave di Batman

Six Flags Magic Mountain

Meno noto in Italia, ma molto popolare negli Stati Uniti è il parco a Tema Six Flags di Los Angeles. Questo parco è il più grande della catena Six Flags ed è situato a Valencia, a nord di Los Angeles. Il parco fu costruito nel 1971 col nome di Magic Mountain, al quale fu aggiunto il nome della catena nel 1979, quando fu da questa acquistato. Si tratta di un parco dedicato soprattutto al brivido adrenalinico: è infatti attualmente il parco con il maggior numero di montagne russe (in inglese roller coaster) di tutte le fattezze e dimensioni – attualmente 18.

Nel 1976 fu il primo parco a vantare un percorso con un giro allora detto “della morte” di 360 gradi completi. La giostra, che si chiamava Revolution è stata recentemente rinnovata e ribattezzata New Revolution e proposta in forma moderna con l’aggiunta della realtà virtuale. Da Provare!

Altre destinazioni

Oltre a quanto descritto Los Angeles offre molto altro. Nella zona intorno a Downtown è possibile visitare alcune zone caratteristiche della città come i quartieri etnici di Little Tokio e Chinatown, il Fashion District, la Los Angeles City hall e il Grand Central Market, oppure prendervi qualche ora per andare semplicemente in giro e cogliere casualmente qualche bello scorcio, l’attività che personalmente prediligo.

Skyline di Los Angeles California

Dove alloggiare a Los Angeles e nei dintorni

Pasadena è una città dove alloggiare comodamente in tranquillità e sicurezza. Vicina a Los Angeles è ideale per lo shopping e localini interessanti specialmente nella zona storica. I luoghi da visitare a Los Angeles sono comodamente raggiungibili in auto e con i mezzi. Una bella alternativa al centro.

Anche la Zona di Santa Monica è un quartiere interessante con l’occasione di fare shopping anche di sera e magari una bella passeggiata sul molo o un giro sulla ruota panoramica.

La zona più comoda resta comunque la zona di Downtown. Ottima per muoversi in auto, è abbastanza vicino a tutto quello che vorrete visitare. Anche qui non mancano i locali e l’occasione per farsi una passeggiata serale.

Conclusione

Adesso siete più o meno pronti per partire alla scoperta di Los Angeles. già che ci siete consiglio vivamente di fare un tour nel sud Ovest degli Stati Uniti visitando i parchi. Ovviamente ci vorrà del tempo, munirsi di un’auto e di spirito di avventura, ma a mio parere è uno dei viaggi più entusiasmanti che abbia fatto.

Potete vedere un itinerario qui: Viaggiare negli USA: Stati Uniti Sud Ovest

Se ci andate mandatemi un messaggio o mettete un commento in fondo a questa pagina.

A presto!

Prima di partire compra una guida dei Parchi* degli Stati Uniti (sono antico, ma la carta funziona ancora)

Trova qui la guida* degli Stati Uniti Occidentali della Lonely Planet, ne esiste anche una specifica guida* degli Stati Uniti Sudoccidentali. Qui trovi invece la guida* Stati Uniti Orientali. Personalmente sconsiglio di prendere una guida che tratti tutti gli USA insieme, vista la vastità dell’argomento.

Leggi anche 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti

Proposte viaggi USA

Grand American Parks – Tour di Gruppo* alla scoperta dei suggestivi Parchi Nazionali più spettacolari del sud ovest degli Stati Uniti, fra scenari affascinanti e memorabili.

Il viaggio parte da San Francisco e vi porta alla scoperta di Yosemite, Mammoth Lakes, Death Valley, Bryce Canyon, Salt Lake City, Yellowstone, Grand Teton, Arches, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles.

Partenze garantite in data fissa con accompagnatore in esclusiva parlante italiano.

Fly & Drive: Dal Pacifico alle Montagne Rocciose* Visiterete il meglio dell’Ovest, fra Canada e Stati Uniti, due paesi così vicini, ma così diversi negli scenari naturalistici: più vi spingerete a nord e più la natura vi sorprenderà.
Ma non solo natura anche città e metropoli modernissime con luci brillanti, grattacieli e strade enormi. Tutto questo spettacolo vi rimarrà per sempre negli occhi e nel cuore. Itinerario personalizzabile nell’itinerario e nella durata.

Viaggi di gruppo ed individuali a NeW York*: un’ampia offerta di soluzioni per visitare in gruppo o in autonomia la città che non dorme mai.

E molti altri tour individuali e tour di gruppo a partenze fisse*.

Per altre destinazioni e proposte personalizzate compila il modulo* senza impegno.

Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

Prima di tutto non dimenticare il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! Non restare senza connessione, acquista scopri i vantaggi di una eSIM con traffico dati* per gli USA. Non dimenticare un buon libro per la tua vacanza a Stelle e Strisce.

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

Se ti rimane del tempo puoi anche fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Non ti piacciono le città?

Se cerchi un’avventura più a contatto con la natura, leggi cosa puoi fare nei Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon. Per alcuni di questi parchi è richiesta una prenotazione, scopri quali!

Un’altra meta imperdibile è il favoloso Parco di Yellowstone, con la sua natura, i bisonti, gli orsi ed i lupi. Ti propongo un paio di itinerari: da Seattle a Yellowstoneattraverso gli stati di Washington e del Montana, oppure un itinerario che comprende Yellowstone, il Colorado ed il Wyoming con partenza e arrivo a Denver.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

ALTRI ARTICOLI SUGLI STATI UNITI
Stati Uniti
  • 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti – Ultima Modifica 03/05/2024
  • 5 considerazioni prima di acquistare un Pass per New York – Ultima Modifica 03/05/2024
  • Bryce Canyon National Park: quando andare e cosa fare – Ultima Modifica 03/03/2025
  • Colorado e Wyoming fra Yellowstone e la Frontiera Americana – Ultima Modifica 29/05/2025
  • Cosa fare a New York a Giugno 2025 – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Cosa fare a New York a Luglio 2025 – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Cosa fare a New York a Maggio 2025 – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Cosa fare a New York a Settembre – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Cosa fare a New York ad Agosto 2025 – Ultima Modifica 05/04/2025
  • Cosa Fare e quando andare a Yellowstone – Ultima Modifica 06/08/2023
  • Cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Cosa vedere a Yellowstone: un itinerario di tre giorni – Ultima Modifica 06/08/2023
  • Da Seattle a Yellowstone con qualche divagazione – Ultima Modifica 06/08/2023
  • Death Valley la colorata valle della morte – Ultima Modifica 06/08/2023
  • Escursione nel Parco Nazionale Zion Canyon – Ultima Modifica 20/08/2023
  • FAQ New York: 50 e più domande sulla Grande Mela – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Fort Bluff, Hole in the Rock e i pionieri americani – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Fremont Street Las Vegas – Ultima Modifica 15/08/2023
  • Grand Canyon: quando andare, cosa fare e quanto costa nel 2023 – Ultima Modifica 20/08/2023
  • Horseshoe Bend, quando andare e cosa fare nel 2024 – Ultima Modifica 03/03/2025
  • I 6 fusi orari degli Stati Uniti – Ultima Modifica 30/07/2023
  • I luoghi che devi vedere nello Stato di Washington, snobbando Seattle – Ultima Modifica 16/08/2023
  • I luoghi di San Francisco che non devi perderti – Ultima Modifica 04/08/2023
  • I murales di Downtown Las Vegas – Ultima Modifica 15/08/2023
  • I parchi degli Stati Uniti che richiedono una prenotazione – Ultima Modifica 11/02/2023
  • La costa dell’Oregon e l’entroterra “on the road” – Ultima Modifica 31/07/2023
  • La metropolitana di New York: consigli e trucchi 2025 – Ultima Modifica 06/05/2025
  • La Seattle di Grey’s Anatomy e Station 19 – Ultima Modifica 20/08/2023
  • Las Vegas – Sin City, la citta’ del peccato – Ultima Modifica 16/08/2023
  • Los Angeles California: quando andare e cosa fare – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Lower Antelope Canyon, Upper Antelope Canyon o Antelope Canyon X – Ultima Modifica 15/08/2023
  • Mangiare negli Stati Uniti: dove, cosa ordinare, quanto costa. – Ultima Modifica 06/08/2023
  • Midway un film di Chris Jordan – un video che fa riflettere – Ultima Modifica 22/05/2022
  • Monument Valley: quando andare e cosa fare nel 2023 – Ultima Modifica 15/08/2023
  • Navajo Code Talkers, una storia americana – Ultima Modifica 24/03/2023
  • Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti, un viaggio memorabile – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Parco Nazionale degli Arches: quando andare, cosa fare e quanto costa – Ultima Modifica 07/08/2023
  • Partire per gli Stati Uniti 2024: consigli e informazioni – Ultima Modifica 06/02/2024
  • Prendere un Taxi a New York – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Seattle: visitare la città di Smeraldo in un giorno o una settimana – Ultima Modifica 13/09/2023
  • Sposarsi a Las Vegas nel 2025, come e quando organizzare il matrimonio – Ultima Modifica 20/02/2025
Video
  • Arches National Park in video, passeggiata nelle terre rosse – Ultima Modifica 03/05/2024
  • I parchi dell’Ovest USA in un Trailer di un minuto – Ultima Modifica 22/05/2022
  • Immagini di Yellowstone in video – Ultima Modifica 22/05/2022
  • Viaggio da Seattle a Yellowstone in 3 minuti! – Ultima Modifica 10/04/2023

Ciao, a presto!

Pubblicato: 01/03/2020
elefanti Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

Il Parco Nazionale Kruger, paradiso degli animali

di Max Pubblicato: 09/02/2020
Africa written by Max

Parco Nazionale Kruger – Sudafrica

Il Parco Nazionale Kruger con un’estensione di oltre 20.000 chilometri quadrati è la più grande riserva del Sudafrica. Per comprenderne le dimensioni basti pensare che il parco misura circa 350 chilometri da nord a sud e 67 km da est a ovest.

Il Parco Nazionale Kruger si trova ai confini nordorientali del Sudafrica e confina con lo Zimbabwe ed il Mozambico, zone dalle quali arrivano peraltro le insidie più grandi per quanto riguarda il deprecabile fenomeno del bracconaggio, del quale il parco tutt’oggi soffre. Inutile dire che la zona è stata individuata come “riserva internazionale dell’uomo e della biosfera” dall’UNESCO.

Mappa del parco dal sito ufficiale: clicca qui per la mappa (apre in una nuova finestra e richiede un po’ di tempo per caricare)

Indice

  • Parco Nazionale Kruger – Sudafrica
  • Visitare il Parco Nazionale Kruger
    • Orari del Parco Kruger
    • Etiquette
  • Ingresso al Parco Nazionale Kruger
  • Sistemazioni
    • Qui di seguito un piccolo prospetto sui campi più vicini alle varie entrate.
      • Ingresso Crocodile Bridge
      • Ingresso Giriyondo
      • Ingresso Malelane
      • Ingresso Numbi
      • Ingresso Orpen
      • Ingresso Pafuri
      • Ingresso Paul Kruger
      • Ingresso Phabeni
      • Ingresso Phalaborwa
      • Ingresso Punda Maria
    • Prezzi delle sistemazioni all’interno del Parco Kruger
  • L’area del Grande Kruger
  • Storia antica della regione
    • Nascita e storia del moderno parco Kruger
    • La trasformazione in un Parco Nazionale
  • Periodi migliori per visitare il Parco
  • Flora e Fauna del parco Kruger
    • Conoscere la fauna del Parco
    • Birdwatching
    • Rettili e Anfibi
    • Curiosità: il Rinoceronte
  • Come arrivare
    • Punti di accesso
  • Qualche consiglio per godersi al meglio il Parco Kruger
  • La mia esperienza
    • Una visita facilmente gestibile
  • Per saperne di più sull’Africa

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Genetta Parco Kruger

Uno degli inconti speciali nel Parco Kruger: la Genetta

Visitare il Parco Nazionale Kruger

Il Parco Nazionale Kruger può essere visitato in modo autonomo con la propria auto, visto che le strade al suo interno sono per la maggior parte asfaltate. Anche senza l’aiuto di un ranger e prendendosi del tempo per osservare con attenzione è possibile avvistare tantissimi animali, soprattutto durante la stagione secca, quando la vegetazione è più rada.

Occorre seguire però alcune regole fondamentali, necessarie per la propria sicurezza e per evitare incidenti diplomatici con altri visitatori

Innanzitutto all’interno del Parco non è consentito scendere dall’auto a meno di trovarsi in una delle poche aree di sosta dove questo è espressamente consentito. Allo stesso modo non è possibile guidare al di fuori dei percorsi segnati ed in ogni caso la velocità massima è limitata e controllata anche tramite autovelox dai ranger, nei posti e alle ore più impensati.

Orari del Parco Kruger

Nel Parco Nazionale Kruger non è possibile circolare di notte, esistono orari prestabiliti per poter uscire e rientrare nei campi nei quali si soggiorna, e questi orari di solito coincidono con l’alba ed il tramonto. In ogni caso è sempre disponibile una tabella per facile consultazione.

Al di fuori di questi orari i ranger a volte organizzano attività di gruppo alle quali è facile aggregarsi, tipo safari a piedi o gite notturne di gruppo a bordo di fuoristrada.

Orari Parco Nazionale Kruger
Parco Nazionale Kruger Sudafrica Massimo Basso

Etiquette

Parlo di incidenti diplomatici. 
Nonostante le persone siano ovviamente in vacanza, gli invasati ed i maleducati non mancano in nessun luogo. Ve ne accorgerete per esempio quando si avvista un leone. In poco tempo una piccola folla si accalca per vederlo e molta gente cerca di prevaricare gli altri per fare la foto più bella. Se potete scegliete le zone meno affollate per godervi lo spettacolo in tranquillità (la vostra e quella degli animali).

Ingresso al Parco Nazionale Kruger

Tutti coloro che entrano nel Parco Kruger sono soggetti ad una tassa di ingresso denominata Conservation Fee di circa 20 euro al giorno a persona. In alternativa è possibile acquistare una sorta di abbonamento annuale chiamato Wild Card che vale anche per la maggior parte degli altri parchi del Sudafrica.

La tessera è acquistabile all’ingresso di ogni parco nazionale ed è nominativa. Il prezzo varia in base alle diverse formule proposte e la versione che include tutti i parchi gestiti da Sanparks costa all’incirca 40 euro a persona o circa 80 euro per una famiglia fino a 7 persone con massimo 2 adulti.

Link al sito ufficiale https://www.sanparks.org/wild_new/tourism/pricing.php

Antilopi Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

Sistemazioni

All’interno del parco ci sono diversi tipi di sistemazioni: molte si trovano all’interno dei campi principali che sono gestiti da Sanparks, l’ente che gestisce i parchi Sudafricani. Queste sistemazioni possono essere bungalow, capanne e piccoli lodges, accanto ai quali di solito ci sono posti per le tende o piccoli camper. Questi sono i campi principali: Berg-en-Dal, Crocodile Bridge, Letaba, Lower Sabie, Mopani, Olifants, Orpen, Pretoriuskop, Punda Maria, Satara, Shingwedzi, Skukuza e Tsendze. All’interno dei campi ci sono anche ristoranti e servizi.

Oltre a questo ci sono campi più remoti e spartani, i cosiddetti bushweld camps e sistemazioni lussuose come i bush lodges o i Luxury lodges

Qui di seguito un piccolo prospetto sui campi più vicini alle varie entrate.

Ingresso Crocodile Bridge

Biyamiti, Crocodile Bridge, Lower Sabie

Ingresso Giriyondo

Bateleur, Boulders, Letaba, Mopani, Shingwedzi, Tsendze

Ingresso Malelane

Berg-En-Dal, Biyamiti, Malelane

Ingresso Numbi

Pretoriuskop

Ingresso Orpen

Balule, Maroela, Olifants, Orpen, Roodewal, Satara, Talamati, Tamboti

Ingresso Pafuri

Punda Maria

Ingresso Paul Kruger

Lower Sabie, Skukuza

Ingresso Phabeni

Pretoriuskop, Skukuza

Ingresso Phalaborwa

Balule, Boulders, Letaba, Mopani, Olifants, Roodewal, Shimuwini, Tsendze

Ingresso Punda Maria

Bateleur, Punda Maria, Shingwedzi, Sirheni

Prezzi delle sistemazioni all’interno del Parco Kruger

Premesso che non è lo scopo di questo articolo fornire un elenco dettagliato dei prezzi, ritengo comunque utile riportare alcuni esempi, allo scopo di rendere un’idea di quella che può essere una spesa per l’alloggio all’interno del parco.

Partiamo dalla soluzione più economica, ovvero il posto tenda. Il costo di un posto tenda all’interno di uno dei campi, che ho provato personalmente, parte da meno di venti euro nella bassa stagione fino a circa 25/30 euro in alta stagione, sulla base di due persone. I piccoli rifugi o Hut vanno dai 35 ai 45 euro circa, mentre i bungalow vanno dagli 80 ai 100 euro circa sempre sulla base di due persone.

Per quanto riguarda le attività collettive invece una gita notturna può costare da venti euro in su, mentre una passeggiata mattutina nel bush alla ricerca degli animali parte dai 40 euro per persona

Ingresso Mopani - Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

L’area del Grande Kruger

Tutta questa abbondanza di animali è favorita da un sistema di aree protette, per lo più private, che circondano il parco dalla parte sudafricana. Il sistema è noto come Greater Kruger Area, un tempo interrotta da staccionate e recinzioni, oggi in gran parte libera.

Le aree protette adiacenti sono paradisi per i turisti ed i prezzi ovviamente riflettono il lusso e le comodità. Solo per citarne alcune fra le più note qui troviamo il Sabi Sand, Balule e Timbavati. Gli animali sono liberi di sconfinare anche nel vicino Mozambico, nel Parco Nazionale del Limpopo, ed in Zimbabwe, nel parco Gonarezhou. Se da un lato questo estende ulteriormente l’area protetta, dall’altro espone gli animali al rischio di bracconaggio, per la difficoltà di controllare un’area transfrontaliera così vasta.

Licaone Parco Kruger

Storia antica della regione

La regione del Parco Nazionale Kruger era abitata già un milione e mezzo anni fa, nella zona sono stati trovati reperti che lo confermano. Il popolo San, i boscimani, sono invece arrivati nella regione circa 100.000 anni fa. Successive invasioni dapprima da una popolazione chiamata Nguni nel terzo secolo AC e poi gli arabi dal IX secolo in poi costrinsero i San ad abbandonare almeno in gran parte la zona. Alcuni resti della cittadella di pietra di Thulamela e la presenza di circa 200 miniere di ferro indicano che nello stesso periodo un’altra civiltà fioriva nella zona nord del parco, ma su questa non ci sono grandi informazioni.

Il primo europeo a esplorare la zona fu Francois de Cuiper, olandese della Compagnia olandese delle Indie.

Nel 1845 un italiano, João Albasini, fu il primo colono della zona, aprendo così il via alle carovane.

Ma la vera scoperta fu l’oro nel 1873, con il quale cominciarono le minacce per l’integrità del posto e che costituì il primo pericolo per la fauna locale.

Bucorvo Cafro - Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

Bucero o Bucorvo Cafro – Parco Nazionale Kruger – Sudafrica

Nascita e storia del moderno parco Kruger

L’esigenza di creare una riserva nel Kruger si fece sentire nel 1896 dopo che il virus della peste bovina fece strage di gran parte degli animali selvatici e domestici dell’area. Per preservare il posto si decise di creare una piccola riserva statale intorno al fiume Sabie. Nonostante lo stanziamento dei primi fondi nel 1898, lo scoppio della Seconda guerra boera fermò il progetto fino al 1902, quando l’area della riserva fu estesa fino al fiume Olifants.

La parte settentrionale della regione divenne invece area protetta nel 1903, non senza problemi, dovuti soprattutto al bracconaggio.

La trasformazione in un Parco Nazionale

Nel 1912 fu costruita una ferrovia che attraversava la riserva. Fu questa l’occasione per il signor Stevenson-Hamilton, uno dei primi guardiani del parco per sfruttare la situazione, creando dei punti di ristoro ed aprendo in pratica il parco al primo sfruttamento turistico.

Nel 1926 l’amministrazione britannica stabilì che la riserva diventasse il primo Parco Nazionale del Sudafrica, battezzandolo col nome Kruger National Park in onore del leader boero Paul Kruger e come segno di riconciliazione dopo la guerra.

Il parco fu aperto al pubblico nel 1927 e già nel 1935 contava oltre 25.000 presenze.

Nel 1991 Il Direttore del Parco Nazional intraprese numerose azioni per modernizzare il parco. Ad esempio furono rimosse le staccionate che delimitavano i confini del Parco Nazionale Kruger, in maniera da permettere agli animali di spostarsi oltre i confini del parco. Nel 1998 il Kruger fu annesso al Parco transfrontaliero del Grande Limpopo, mentre nel 2002 fu aperto l’aeroporto internazionale Kruger Mpumalanga, anche se a dispetto del nome al momento la maggior parte dei voli è domestico.

Oggi, il parco viene visitato da oltre un milione di turisti l’anno.

Giraffa Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

Periodi migliori per visitare il Parco

Il Parco Nazionale Kruger si trova sul tropico del Capricorno, è pertanto intuibile come il clima in questo angolo di mondo sia prevalentemente tropicale. In linea di massima le stagioni sono invertite rispetto a quelle dell’emisfero boreale, pertanto possiamo aspettarci che la stagione fredda corrisponda più o meno alla nostra estate, ma anche durante l’inverno australe il Parco Nazionale Kruger gode di temperature piacevolmente calde, soprattutto durante il giorno. La stagione più fredda ha il vantaggio di corrispondere anche alla stagione meno piovosa nel parco. Giugno, luglio e agosto sono i mesi più secchi anche se le temperature notturne possono a volte scendere sotto i dieci gradi.

Generalmente le temperature non scendono sotto lo zero, anche se può capitare , ma durante il giorno superano comunque facilmente i 25 gradi.

Le prime piogge iniziano in ottobre e dalla metà di ottobre all’inizio di marzo il clima nel Parco Nazionale Kruger è molto caldo e spesso piovoso, i mesi con le maggiori precipitazioni sono generalmente dicembre, gennaio e febbraio. La stagione della pioggia ha comunque un fascino particolare perché porta con se’ fioriture ed erba verde, paesaggi rilassanti e cieli incredibili.

In genere il maggiore afflusso si ha nei mesi secchi, quando è più facile avvistare gli animali, magari all’abbeveraggio nelle pozze d’acqua.

Flora e Fauna del parco Kruger

L’estensione del Parco Nazionale Kruger Park fa sì che al suo interno si possano trovare differenti tipi di suolo e di vegetazione, che determinano anche gli animali che si possono trovare nelle varie zone.

Nel nord possiamo incontrare zone sabbiose con vegetazione bassa ed i mitici Baobab, nella zona sudoccidentale troviamo invece foreste a volte intricate, che ospitano mopane, acacie e sicomori. La zona della pianura centrale è dominata dalla savana, con erba abbastanza alta, che rende difficile avvistare gli animali se non si ha un’auto abbastanza alta. Il tutto comprende 6 macro categorie di ecosistemi, osservabili anche da chi di flora se ne intende poco come me e che danno la possibilità di viaggiare attraverso ambienti molto differenti tra loro.

Conoscere la fauna del Parco

Il Kruger ospita tantissimi animali, compresi i cosiddetti BIG FIVE (termine che personalmente mi piace poco) ovvero elefanti, leoni, bufali, leopardi e rinoceronti. All’interno del parco in verità avvistare gli animali è abbastanza semplice. Ci sono i leoni, bufali, leopardi, rinoceronti neri e bianchi, impala, ippopotami, iene, vari tipi di antilopi, facoceri, gnu, zebre e tanti, tantissimi elefanti.

Così tanti elefanti da essere diventati quasi un problema per il parco, visto il loro elevato consumo di risorse. I numeri sono importanti: nel 2015 gli elefanti che si stima vivessero nel parco erano oltre 17.000 con un tasso di crescita di oltre il 4% annuo (fonte ResearchGate) e per questo il parco, oltre a vendere ad altre riserve gli animali in sovrannumero e a ricorrere al controverso abbattimento selettivo, pare che in passato il parco abbia cominciato anche un programma di contraccezione, presto abbandonato per i problemi che i farmaci causavano sia al fisico che all’umore degli animali.

Birdwatching

Ovviamente Parco Nazionale Kruger è un oasi anche per il birdwatching, con oltre 500 specie avvistabili, soprattutto durante la stagione umida. Fra questi i più ambiti sono l’Aquila Marziale, il Kori Bustard (una specie di otarda), il Becco a Sella Africano (una cicogna dal becco colorato di giallo e rosso), il Bucero o Bucorvo Cafro e la civetta pescatrice di Pel. Personalmente sono attratto dai coloratissimi Gruccioni e per questo di solito il parco non delude.

Rettili e Anfibi

Oltre agli animali più ricercati il parco ospita anche oltre 100 specie di rettili fra i quali tantissimi coccodrilli ed il famoso Mamba Nero, oltre 50 specie di pesci e tantissimi anfibi.

animals africa Parco Nazionale Kruger
Elefanti Parco Nazionale Kruger - Sudafrica
Leone Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

Curiosità: il Rinoceronte

Tutti sappiamo cos’è un rinoceronte, ciò che non tutti sanno è che ci sono differenti specie di rinoceronte e che alcune vivono in Asia. Oltre al rinoceronte bianco e nero africani esistono infatti il rinoceronte Indiano, il rinoceronte di Sumatra e quello di Giava.

Tutte le specie, tranne quello bianco, sono a rischio di estinzione per il pesante bracconaggio che l’animale subisce per il prezioso corno, considerato una potente medicina per la virilità. Entrambe le specie africane e il rinoceronte di Sumatra sono muniti di due corna, mentre le altre specie asiatiche ne hanno solo uno.

Il rinoceronte bianco e quello nero in realtà non hanno colorazioni molto diverse e la differenza fondamentale si può notare soprattutto nella forma delle labbra: il rinoceronte bianco ha un  muso quadrato e labbro largo, mentre quello nero ha il muso allungato e labbra prensili.

I nomi bianco e nero derivano infatti da una sorta di equivoco. In origine il rinoceronte bianco era conosciuto per il suo labbro largo, che in inglese si dice wide, poco diverso da white – bianco, da questo il nome, il nero di conseguenza.

Attenzione, anche se vale per tutti gli animali la raccomandazione di mantenersi a distanza di sicurezza, mentre il rinoceronte bianco è pacifico e tranquillo, il rinoceronte nero ha un brutto carattere e conviene fare molta attenzione a non avvicinarsi troppo.

Rinoceronte Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

Come arrivare

Il Parco Nazionale Kruger è raggiungibile in auto da Johannesburg con un percorso di circa circa 5 ore di viaggio interessanti ed abbastanza rilassanti, anche se per gli europei non inglesi potrà sembrare strano viaggiare sulla corsia opposta al nostro comune senso di marcia (guida inglese). In alternativa è possibile atterrare a Skukuza, Nelspruit e Hoedspruit, ovviamente se non siete in un lodge che abbia una pista di atterraggio propria.. e ce ne sono..

Io sono arrivato in auto e ho goduto di un viaggio interessante con sosta a dormire in un lodge lungo la strada dove mi sono rilassato e preparato per i miei tredici giorni nel Parco Nazionale Kruger

Punti di accesso

Qui di seguito i punti di accesso e le città più vicine

Porta ingressoCittà più vicinaDistanza in km
PhalaborwaPhalaborwa2
PhabeniHazyview10
Crocodile BridgeKomatipoort10
NumbiWhite River35
PhabeniSabie55
MalelaneNelspruit66
OrpenHoedspruit70
MalelaneJohannesburg406
Aquila Pescatrice - Parco Nazionale Kruger - Sudafrica

[/fusion_text][fusion_text columns=”” column_min_width=”” column_spacing=”” rule_style=”default” rule_size=”” rule_color=”” content_alignment_medium=”” content_alignment_small=”” content_alignment=”” hide_on_mobile=”small-visibility,medium-visibility,large-visibility” sticky_display=”normal,sticky” class=”” id=”” font_size=”” fusion_font_family_text_font=”” fusion_font_variant_text_font=”” line_height=”” letter_spacing=”” text_color=”” animation_type=”” animation_direction=”left” animation_speed=”0.3″ animation_offset=””]

Qualche consiglio per godersi al meglio il Parco Kruger

  • Se affittate un auto (senza non potete entrare, salvo che sia un viaggio organizzato) scegliete un fuoristrada. Non è necessario per le strade, ma l’altezza dell’auto permette di vedere meglio panorami ed animali. Mi raccomando, fate il pieno.
  • Fate scorta di acqua.
  • Siete all’interno di una zona a rischio malaria, non tanto nella stagione secca, quanto in quella umida. Informatevi senza allarmismi.
  • Per alloggiare all’interno del parco, prenotate con anticipo o prendetevi una tenda.
  • Partite presto per avere più possibilità di avvistare gli animali e se potete cambiate campo ogni giorno.
  • A seconda del periodo, la mattina e la sera può fare freddo, portate anche qualcosa di pesante, ma durante il giorno farà caldo.
  • Prendete un repellente per gli insetti se viaggiate nella stagione delle piogge, nelle altre stagioni non sono fastidiosi.
  • Fate attenzione agli orari di apertura e chiusura dei campi e programmate di conseguenza.
  • Attenzione agli autovelox, soprattutto al rientro in prossimità dei campi (non sto scherzando!)
  • Consultate la mia lista delle cose da mettere in valigia per il resto

La mia esperienza

Sono stato all’interno del parco 13 giorni in giugno. Per scelta mi sono portato la mia amata tendina ed ho dormito nei vari campi, spostandomi in media ogni due giorni da un campo all’altro. I campi sono recintati e non c’è alcun pericolo, se qualcuno ne avesse avuto il dubbio. Alla sera è possibile mangiare in uno dei ristoranti all’interno dei vari campi, dove si mangia bene e non si spende troppo.

Ogni giorno mi sono svegliato prima dell’alba per essere fra i primi a partire all’apertura dei cancelli e godermi la giornata al massimo. Sono stato in molte zone dell’Africa, ma devo dire che non ho mai visto csì tanti animali e così tanto diversi. Se il vostro obiettivo è vedere gli animali, questo è il parco giusto.

Una visita facilmente gestibile

Sotto l’aspetto logistico non ci sono assolutamente problemi: le strade sono per la maggior parte asfaltate e quelle non asfaltate sono percorribili agevolmente. Ho voluto visitare tutto il parco da sud a nord e ho visto ambienti anche molto differenti. Nella zona nord si gode anche di una discreta tranquillità, senza l’affollamento che capita di trovare nella zona meridionale. Prendendosi del tempo per osservare ed aspettare si ha l’occasione di fare incontri eccezionali. Puoi trovarti a tu per tu con un leone, con un elefante o anche avvistare di un animale elusivo come la genetta di cui ho messo la foto in apertura.

Devo dire che non mi sono mai annoiato e che qualche giorno in più non avrebbe guastato. Per contro devo dire che la troppa organizzazione fa perdere un po’ il gusto del selvaggio, ma per quello ci sono altri luoghi..

Per saperne di più sull’Africa

Benvenuto nella sezione dedicata ai Viaggi in Africa! Qui troverai ispirazione, consigli pratici e racconti autentici per scoprire il continente africano in tutte le sue sfumature.

Dalle maestose savane del Serengeti, alle foreste dell’Uganda, alle spiagge incontaminate dell’Oceano Indiano, ai parchi naturali ricchi di fauna selvatica, ogni articolo ti guiderà alla scoperta di luoghi straordinari, culture affascinanti e tradizioni millenarie.

Che tu sogni un safari avventuroso, un viaggio culturale o una fuga rilassante, questa categoria è il punto di partenza ideale per organizzare la tua prossima esperienza africana. Preparati a lasciarti sorprendere dalla varietà, dalla bellezza e dall’energia di un continente tutto da esplorare!

Se vuoi un’idea per una prima avventura africana leggi l’articolo sul Parco Nazionale Kruger, Sudafrica, puoi anche curiosare tra gli ultimi articoli pubblicati, oppure scegliere dall’elenco a fondo pagina. E mi raccomando, dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Ecco alcuni articoli che potrebbero interessarti:

I leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu, I gorilla di montagna del parco di Bwindi in Uganda, Safari avventura nel delta dell’Okawango, Gorilla a Bai Hoku in Repubblica Centrafricana, Caccia con le reti con i pigmei ba’aka, Primati in Uganda: gorilla e tante altre specie.

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Puoi leggere anche delle esperienze di volontariato alla Pediatria di Kimbondo in Repubblica Democratica del Congo: Volontario Pediatria di Kimbondo Rep. Dem. del Congo, Primi giorni alla Pediatria di Kimbondo, RD del Congo, Fabbrica di fiammiferi in Congo ma ce ne sono tanti altri.

Arrivederci presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’AFRICA

Africa
  • Attraversando il Camerun e la foresta equatoriale – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Autogrill della savana sulle strade del Botswana – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Buone e cattive notizie da Sangha Lodge – Dzanga Sangha – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Caccia con le reti con i pigmei ba’aka – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Cercopiteco barbuto nella foresta di Bwindi, Uganda – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Continua l’avventura attraverso il Camerun – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Cosa da sapere sul virus Ebola – Ultima Modifica 11/02/2023
  • E allora Mimbo – il vino di palma – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Fabbrica di fiammiferi in Congo – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Fenicotteri minori a Lake Natron in Tanzania – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Gorilla a Bai Hokou nella foresta in Repubblica Centrafricana – Ultima Modifica 11/02/2023
  • I gorilla di montagna del parco di Bwindi in Uganda – Ultima Modifica 11/02/2023
  • I leoni del Serengeti e la migrazione degli gnu – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Il Parco Nazionale Kruger, paradiso degli animali – Ultima Modifica 19/02/2023
  • Il Pigliamosche del Paradiso africano – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Incontro con Louis Sarno ed Pigmei Ba’aka – Ultima Modifica 11/02/2023
  • La frontiera con la Repubblica Centrafricana – Ultima Modifica 14/06/2022
  • La strada per il Lago Natron – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Licaoni: quando il branco è tutto – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Mostra: Volontario alla Pediatria di Kimbondo – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Old Bridge Backpackers, Campeggio a Maun Botswana – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Pediatria di Kimbondo: racconti ed esperienze – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Primati in Uganda: gorilla e tante altre specie – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Primi giorni alla Pediatria di Kimbondo, RD del Congo – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Queen Elizabeth National Park, Uganda – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Safari avventura nel delta dell’Okawango – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Safari in Botswana nello Nxai Pan – Makgadikgadi – Ultima Modifica 06/05/2025
  • Safari in Zambia, Zimbabwe e Botswana – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Serengeti, prove di pioggia. – Ultima Modifica 14/06/2022
  • Sharm El Sheikh e Mar Rosso, cosa sapere per organizzare la vacanza – Ultima Modifica 03/01/2024
  • Volontario Pediatria di Kimbondo Rep. Dem. del Congo – Ultima Modifica 11/02/2023
Pubblicato: 09/02/2020
Gandhi ed il movimento della non violenza o Satyagrajha

Gandhi: la Satyagraha ed il movimento della non violenza

di Max Pubblicato: 18/01/2020
India written by Max

Gandhi, la Satyagraha ed il movimento della non violenza

Ricordando Gandhi nell’anniversario della morte, il 30 gennaio

Mohandas Karamchand Gandhi è conosciuto come leader spirituale, padre della Satyagraha, anima della rinascita dell’India e dell’indipendenza dall’occupazione britannica.

Politico, filosofo e avvocato egli è stato un’importante figura carismatica per il suo paese ed è famoso col nome Mahatma che in sanscrito significa grande anima.Un altro suo soprannome che gli è stato spesso attribuito è Bapu, che in hindi significa padre.

Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici della resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l’India all’indipendenza. Il suo movimento detto Satyagraha è fondato sulla verità e sulla nonviolenza.

Con le sue azioni Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela, e Aung San Suu Kyi.

Il giorno della sua nascita,  il 2 ottobre in India è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non violenza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Gandhi, la Satyagraha ed il movimento della non violenza
    • Ricordando Gandhi nell’anniversario della morte, il 30 gennaio
  • La figura di Gandhi vista da un occidentale
  • La vita di Gandhi – i primi anni
  • L’esperienza di Gandhi in Sudafrica ed il movimento dei diritti civili
    • Un episodio simbolo
  • Gandhi diventa attivista
    • Il diritto di voto
  • Campagna di informazione in India e ritorno in Natal
  • Il movimento per i diritti degli indiani in Sudafrica
  • La prima Satyagraha, protesta non violenta
  • La lotta per l’indipendenza dell’India
  • Il massacro di Amritsar e il dolore di Gandhi
  • Gandhi entra nel congresso
  • Gli scontri a Chauri Chaura e l’arresto di Gandhi
  • La Marcia del Sale
    • Liberato e poi in Europa
  • Il ritorno in India di Gandhi
    • Il potere agli Indiani
  • La separazione dell’India
  • La guerra indo-pakistana
  • L’assassinio di Gandhi
  • Il mausoleo di Gandhi
  • Gandhi ed il vegetarianismo come forma di non violenza
  • Gli errori di Gandhi
  • Riflessioni sulla vita e gli insegnamenti del Mahatma
  • Conclusione
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

La figura di Gandhi vista da un occidentale

Con il tempo il “culto” della persona è cresciuto, soprattutto in occidente, dove spesso la figura è venerata senza essere conosciuta. Con l’era di internet a lui sono attribuite frasi, gesti, discorsi che “potrebbero” essere stati fatti da lui. Si è creato insomma un alone di leggenda.

Un’analisi interessante della figura politica di Gandhi la potete trovare in questo articolo, che tratta aspetti che io non ho approfondito.

Ovviamente una figura così popolare ha anche i suoi detrattori gli rimproverano per esempio di aver appoggiato il pagamento del risarcimento al Pakistan dopo la separazione senza aver risolto la questione Kashmir.

Capire chi era Gandhi veramente è comunque complesso, e questo articolo è un riassunto, frutto delle mie ricerche e riporta solo quanto ho trovato interessante nella sua vita e nelle sue opere, senza voler essere esaustivo. Perdonate pertanto eventuali imprecisioni.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

La vita di Gandhi – i primi anni

Gandhi nasce a Porbandar, nell’odierno Gujarat il 2 ottobre del 1869 da una famiglia agiata. Il padre, già ministro di un principato minore, dopo avergli combinato un matrimonio alla tenera età di 13 anni, come era in uso all’epoca, muore quando Gandhi ha circa 15 anni.

Nel 1886, all’età di soli diciotto anni, Gandhi parte per l’Inghilterra a studiare allo University College di Londra, contro il volere dei parenti che di fatto lo mettono al bando dalla famiglia. Studia e consegue la laurea e ritorna in India nel 1891, dove apprende della morte della madre.

I primi anni sono difficili, Gandhi, riammesso in famiglia per intercessione del fratello, non si sente a suo agio a parlare in pubblico. Anche nella professione la teoria appresa in Inghilterra, messa a confronto con la realtà Indiana dell’epoca è ugualmente causa di disagio.

L’esperienza di Gandhi in Sudafrica ed il movimento dei diritti civili

Poco tempo dopo il suo ritorno Gandhi viene inviato nell’allora Sudafrica Britannico, il Natal, su incarico di una ditta indiana, per occuparsi di una causa locale seguendola sul posto.

In Sudafrica Gandhi per la prima volta a si scontra con l’apartheid ed i pregiudizi razziali nei confronti dei suoi connazionali che vivono in condizioni di sudditanza totale, quando non di vera e propria schiavitù. Questo comincia a toccare l’animo di Gandhi e a far sviluppare in lui un senso di rivalsa.

Un episodio simbolo

Accade in questi anni un episodio simbolo degli albori della disobbedienza civile. Un giorno, durante la discussione di una causa nel tribunale di Durban, il magistrato chiede a Gandhi di togliersi il turbante, ma Gandhi si rifiuta e viene espulso dal tribunale.

Sempre in questo stesso periodo viene espulso anche da un treno per non aver accettato di passare dalla prima classe alla terza classe, pur possedendo un biglietto di prima classe e per la sola ragione del suo aspetto. Un altro episodio è quello in cui viene picchiato dal controllore di una diligenza per il suo rifiuto a spostarsi all’esterno della carrozza, per separarlo dai viaggiatori europei.

Gandhi diventa attivista

Gandhi, spinto da questi e da altri episodi a diventare parte attiva nella lotta ai soprusi subiti dai cittadini indiani, scrive ripetutamente alla stampa, e per la prima volta si fa promotore di una assemblea pubblica a Pretoria dove invita i suoi connazionali del Sudafrica ad intervenire per parlare della loro condizione. E’ qui che Gandhi tiene il suo primo discorso pubblico.

Il diritto di voto

Dopo una lunga permanenza in Sudafrica Gandhi si prepara per rientrare nel suo paese, ma viene a sapere che il governo del Natal, preoccupato della crescente influenza e ricchezza degli indiani nel paese, stava per votare una legge che di fatto toglieva il diritto di voto agli indiani. Non solo, ma questi, in caso di rientro in patria, gli indiani avrebbero dovuto pagare pesanti imposte.

Gandhi organizza proteste, scrive articoli e petizioni, ma nonostante tutto i britannici votano la legge. Al contempo però gettano le basi per una crescente consapevolezza dell’unità della comunità indiana. In seguito a questi avvenimenti Gandhi fonda il Natal Indian Congress, trasformando di fatto la comunità indiana in una forza politica.

Campagna di informazione in India e ritorno in Natal

Ritornato in patria, Gandhi comincia una campagna per informare i compatrioti sulla drammatica situazione degli indiani in Sudafrica, ma dopo circa sei mesi, lascia di nuovo l’India e ritorna nel Natal con moglie e figli.

Scoppia la seconda guerra boera. Nonostante il sostegno offerto dagli immigrati indiani alle forze Britanniche per mezzo un corpo di barellieri volontari, la situazione per loro in Sudafrica peggiora dopo la fine della guerra.

Il movimento per i diritti degli indiani in Sudafrica

Gandhi continua a condurre un movimento per i diritti degli Indiani in Sudafrica e nel 1903 fonda il giornale Indian Opinion. L’anno successivo legge con grande interesse i libri sacri dell’induismo e un saggio di John Ruskin – Unto This Last (che potete trovare gratuitamente come ebook in inglese sul progetto Gutemberg). Queste letture lo influenzeranno molto negli anni a venire.

Gandhi acquista un appezzamento di terra in Sudafrica e ne fa il primo Ashram, cominciando la meditazione e la preghiera, fino ad arrrivare a far voto di castità nel 1906. Qui Gandhi comincia la pratica del digiuno, smette di consumare latte e svolge i lavori più umili, fino ad allora riservati alle caste inferiori.

Leggi anche: Le caste in India e gli Intoccabili Dalit

Casa Natale di Gandhi, Porbandar, Gujarat
Casa Natale di Gandhi, Porbandar, Gujarat

La prima Satyagraha, protesta non violenta

Nel 1905 aderisce al boicottaggio di tutte le merci britanniche, proposto da Banerjea Sureundranath, a seguito delle nuove leggi razziste. Durante una protesta all’Empire Theatre of Varieties di Johannesburg, l’11 settembre 1906, Gandhi per la prima volta sfida gli inglesi con la Satyagraha, la protesta non violenta, una nuova parola coniata con una consultazione popolare sul giornale Indian Opinion.

Nei sette anni che seguono migliaia di indiani, tra cui Gandhi sono vengono imprigionati e torturati, alcuni addirittura uccisi per aver resistito in maniera nonviolenta.

Quando il governo del Transvaal rende illegali i matrimoni tra non cristiani le proteste dilagano e nonostante le manifestazioni siano pesantemente represse il generale Smuts viene costretto dall’opinione pubblica a negoziare un compromesso con Gandhi. I matrimoni misti ridiventano legali e la tassa di sei mesi di salario richiesta agli indiani per diventare lavoratori liberi viene abolita.

E’ una delle prime vere vittorie.

La lotta per l’indipendenza dell’India

Nel 1915 Gandhi ritorna in India e vuole viaggiare per conoscere la vera essenza del suo paese. Durante il suo viaggio visita molti dei 700.00 villaggi dai quali era composta l’India di allora per conoscere la situazione del suo popolo.

Nel maggio 1915 fonda il Satyagraha Ashram, vicino ad Ahmedabad, nella sua terra. Qui alloggiano uomini e donne che hanno fatto il voto di celibato, di povertà e di servire il popolo indiano.

Cosa significa Ashram:

Originariamente l’Ashram era un luogo di ritiro per i saggi, detti anche Rishi. Il luogo era di solito situato lontano dalle città o comunque in zone tranquille ed era dedicato alle pratiche religiose o meditative. In seguito gli Ashram sono divenuti scuole residenziali ed in alcuni casi comunità guidate da un capo religioso o spirituale.

Nel 1918 partecipa alla Conferenza di Delhi appoggiando la proposta di aiutare l’Inghilterra nella guerra per la difesa dell’Impero con la convinzione che se si desidera essere liberi e parte di un paese occorre partecipare.

Il massacro di Amritsar e il dolore di Gandhi

Il 18 Marzo 1919 viene approvato dal governo britannico il Rowlatt Act, che di fatto limita la libertà dei cittadini Indiani, estendendo una sorta di regime di guerra ai tempi di pace. Gandhi indice per il 6 aprile dello stesso anno uno sciopero di massa a cui sarebbero dovuti seguire preghiera e digiuno, ma a seguito di questo viene arrestato. Scoppiano disordini in tutta l’India ed il 13 aprile si compie una delle pagine più cupe della sua storia. Ad Amritsar nel Punjab le truppe britanniche del generale Dyer massacrano e feriscono migliaia di persone (fonti non ufficiali parlano di oltre 1000 morti). La protesta e la rabbia crescono, ma Gandhi, pensando di aver sbagliato e addolorato per l’uso della violenza sospende la campagna di protesta.

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Gandhi entra nel congresso

Sempre nel 1919 Gandhi entra nel partito del Congresso Nazionale Indiano, con lo scopo di perseguire l’indipendenza dell’India con il mezzo della protesta non violenta, in contrapposizione alle fronde radicali del congresso.

Nel 1920 Gandhi riesce a creare un’alleanza tra il partito del Congresso Nazionale Indiano e il Movimento musulmano e insieme a quest’ultimo promuove la non cooperazione con gli inglesi.

In poco tempo Gandhi diventa il leader del movimento anticoloniale e nel 1921 diventa il presidente del Partito del Congresso. Promuove una campagna di autosufficienza dalle merci Britanniche chiedendo a tutti gli indiani di vestire il khadi, vestito filato a mano con l’arcolaio a ruota per boicottare le stoffe inglesi.

Questa lotta nel settore tessile ebbe il duplice risultato di includere le donne nel movimento e di creare un simbolo per l’indipendenza indiana, tanto che il khadi fu stato inserito nella bandiera dell’India del 1931 (nella bandiera del 1947 fu sostituito dall’arcolaio).

Gli scontri a Chauri Chaura e l’arresto di Gandhi

La non-cooperazione ebbe un grande successo, ma dopo dopo i violenti scontri avvenuti nel febbraio 1922 nella città di Chauri Chaura nell’Uttar Pradesh, culminato con la morte di ventidue poliziotti. Gandhi teme che il movimento diventi violento. Si fa arrestare e dopo due anni passati in carcere con l’accusa di sovversione, cerca di non provocare agitazioni

Solo nel 1928 riprende l’attività, appoggiando il congresso di Calcutta del dicembre 1928 che richiede a Lord Irwing di concedere all’India di diventare un protettorato britannico, minacciando una nuova campagna nonviolenta. Il governo britannico ed il Congresso Indiano di Jawaharlal Nehru dichiarano l’indipendenza il 31 dicembre 1929, fissando il 26 gennaio 1930 come giorno dell’indipendenza dell’India.

La Marcia del Sale

Nel 1930 l’Inghilterra impone un’ennesima tassa sul sale, monopolio di stato. La tassa sul sale è probabilmente fra le tasse più antiche, essendo un elemento fondamentale per la cucina e anche per la conservazione dei cibi. Nel corso della storia questa imposta è stata utilizzata da molti governanti. Dalla Cina all”antico Egitto, dalla Grecia e all’impero babilonese e persiano. Molti considerano questa tassa come una delle cause delle Rivoluzione francese.

Forse anche per questo valore simbolico, oltre che ovviamente per motivi pratici Gandhi comincia la celebre Marcia del Sale che parte da Ahmedabad e termina il 6 aprile 1930 dopo 380 km sulle coste dell’Oceano indiano, dove i partecipanti estraggono il sale dalle saline, in sfregio alle disposizioni britanniche.

A questa sfida segue una repressione violenta durante la quale più di 60 000 persone vengono imprigionate e picchiate. Anche Gandhi viene arrestato con altri esponenti politici.

Liberato e poi in Europa

Quando nel 1931 Gandhi esce di prigione, il governo britannico, anche probabilmente per timore di altri disordini, firma il patto di Delhi e libera i prigionieri politici concedendo agli indiani di raccogliere il sale per l’uso in famiglia.

Successivamente Gandhi viene invitato a una conferenza a Londra, unico rappresentante del Congresso Indiano, per discutere su una nuova costituzione indiana, cosa che non incontra il favore dei suoi connazionali. Soggiorna per tre mesi in Europa, durante i quali visita l’Italia, dove vorrebbe incontrare il Papa, cosa che non avviene per ragioni politiche.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Il ritorno in India di Gandhi

Dopo il sostanziale fallimento della missione in Europa, Gandhi torna in India nel 1932, senza aver ottenuto il richiesto passaggio di poteri alle autorità indiane. Nel 1934 Gandhi si ritira dalla vita politica, dichiarando che da allora in poi avrebbe concentrato i suoi sforzi per attuare una riforma spirituale più che per ottenere l’indipendenza.

Dopo le varie vicissitudini della seconda guerra mondiale e le divisioni all’interno del congresso su chi appoggiare fra le potenze in guerra, Gandhi decide di riprendere l’attività politica. Le sue richieste d’indipendenza si intensificano e culminano il 13 aprile 1942 in una risoluzione con la quale richiede ai britannici di lasciare l’India: Quit India.

Si tratta della più grande rivolta di sempre, alla quale i britannici reagiscono con una violenza mai vista, arresti e una repressione feroce.

Il potere agli Indiani

Gandhi viene imprigionato nel palazzo dell’Aga Khan a Pune, dove il suo consigliere e sua moglie muoiono per le malattie. A causa della violenza che ha scatenato il movimento Quit India per Gandhi è un disastro e così decide di fare digiuno e penitenza.

Ma gli inglesi temono che Gandhi muoia in prigione  e che questo diventi un problema , perciò lo rilasciano, gravemente malato nel maggio 1944.

Alla fine del 1943 il movimento Quit India riesce a ottenere dei risultati: il nuovo Primo Ministro britannico Clement Attlee annuncia che il potere verrà rilasciato agli indiani. Gandhi annuncia la fine della lotta e la liberazione dei prigionieri politici, una grande vittoria.

La separazione dell’India

In seguito all’indipendenza la All India Muslim League il secondo maggior partito indiano, guidata da Mohammad Ali Jinnah, punta alla creazione di una nazione islamica indiana, il Pakistan, per dividere due principali comunità religiose. Il timore è che gli indiani di religione musulmana vengano penalizzati all’interno di una nazione a maggioranza religiosa indù. La Lega Musulmana e il partito del Congresso concordano il piano Mountbatten, per evitare una guerra civile.

Nella realtà indù e musulmani vivono gomito a gomito da secoli senza grossi problemi e la divisione invece causa un disastroso esodo di massa calcolato in circa 17 milioni di persone, da e verso le regioni coinvolte, per la paura di ritorsioni. La divisione causa anche violenti scontri tra musulmani e induisti che porteranno a più di 500.000 morti.

La guerra indo-pakistana

Dopo l’indipendenza si creano forti tensioni politiche tra Pakistan e India che si traducono nella guerra indo-pakistana del 1947. Il governo indiano decide di non versare 550 milioni di rupie indiane al Pakistan, temendo che vengano utilizzate per combattere la stessa India..

Il 13 gennaio 1948, all’età di 78 anni, Gandhi incomincia il suo ultimo digiuno a Delhi. Chiede che le violenze abbiano fine e che sia il Pakistan che l’India garantiscano pari diritti per i fedeli ogni religione. Oltre a questo chiede che l’India paghi i 550 milioni di rupie dovuti al Pakistan. Gandhi teme che l’instabilità politica in Pakistan aumenti e che le tensioni e la violenza si propaghino oltre frontiera gettando le basi per una guerra civile India.

Malgrado lunghi e appassionati dibattiti, Gandhi rifiuta d’interrompere il digiuno e il governo indiano cede a pagare la somma dovuta al Pakistan.

L’assassinio di Gandhi

Sul memoriale di Gandhi a Nuova Delhi è inciso l'epitaffio: Hé Rām traducibile con Oh Dio, per molti furono le ultime parole pronunciate da Gandhi

Il 30 gennaio 1948, presso la Birla House, a Nuova Delhi, mentre si recava nel giardino per la sua  preghiera delle cinque, Gandhi viene assassinato con tre colpi di pistola da Nathuram Godse, che riteneva Gandhi responsabile di concessioni al nuovo governo del Pakistan. Nel gennaio del 1949 comincia il processo e nel novembre dello stesso anno  Godse viene giustiziato.

Seguendo le volontà di Gandhi, le sue ceneri furono divise in varie urne e disperse in molti fiumi nel mondo: Nilo, il Tamigi, il Volga e il Gange.

Il 30 gennaio 2008, in occasione del sessantesimo anniversario della sua morte, sono state versate nel mare davanti a Mumbai le ceneri contenute nell’unica urna non ancora svuotata.

Il mausoleo di Gandhi

Il Raj Ghat è stato costruito sulla riva occidentale del fiume Yamuna, nel punto in cui i resti di Gandhi furono cremati il 31 gennaio 1948, il giorno successivo al suo assassinio.

Un semplice blocco quadrato di marmo con le sue ultime parole e una fiamma che brucia all’estremità del monumento per simboleggiare la vita eterna.

Raj Ghat Mausoleo di Gandhi, Delhi
Raj Ghat, il Mausoleo di Gandhi, Delhi

Gandhi ed il vegetarianismo come forma di non violenza

Di tutti gli aspetti e gli insegnamenti che si possono trarre dalla vita e dalle opere di Gandhi me ne sono interessate due e una di queste è il vegetarianismo. Gandhi sperimentò nel corso degli anni molte diete alla ricerca di un’alimentazione minima sufficiente per soddisfare i fabbisogni corporei in maniera da esercitare la minore violenza possibile sulla natura.

Il grande rispetto di Gandhi per gli animali è essenzialmente dovuto alla convinzione che il progresso morale dell’uomo consista nell’amare e nel tutelare le altre creature.

A lui è attribuita questa frase:

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali.

Mahatma Gandhi

Gli errori di Gandhi

L’altro aspetto che mi ha interessato molto è l’almeno apparente capacità di sbagliare e di ammettere i propri sbagli.

Non credo che questa frase sia sua, ma potrebbe esserlo:

Sbaglia con coraggio e con coraggio ammetti i tuoi errori.

Attribuita a Gandhi, ma probabilmente non sua

Nella sua vita si vedono molti errori e pentimenti, che possono essere spiegati solo con una grande volontà, un grande coraggio ed una chiarezza d’intenti. Questo è l’aspetto che mi affascina della figura, collegato al fatto di esporsi sempre in prima persona.

La parola satyagraha significa “forza della verità” e deriva dai termini in sanscrito satya (verità), la cui radice sat significa “Essere”, e Agraha (fermezza, forza).

Riflessioni sulla vita e gli insegnamenti del Mahatma

Su Gandhi si è detto tutto val la pena di ricordare qualche fatto e qualche sua parola, senza commenti:

Il silenzio

Gandhi riservava un giorno della settimana al silenzio, perché era convinto che il parlare rompesse la sua pace interiore.

La povertà

La semplicità è l’essenza dell’universalità

Il vegetarianismo

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali

Il digiuno

Secondo Gandhi il digiuno, ma più in generale il controllo nell’assunzione di cibo, porterebbe all’aumento del controllo dei sensi, indispensabile per un’ascesi spirituale.

Pensieri e azioni

Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

Vivi come se dovessi morire domani impara come se dovessi vivere per sempre

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Conclusione

Durante il mio viaggio in Gujarat, ho avuto l’opportunità di visitare la casa natale di Gandhi a Porbandar, mentre in un viaggio successivo ho avuto modo di visitare il Raj Ghat, il suo mausoleo a Delhi. Le fotografie riportate in questo articolo sono frutto di esperienze dirette e scattate da me.

Per chi non ne fosse a conoscenza  la croce uncinata con i quatto punti, a dispetto di quanto evoca nel nostro immaginario, è il simbolo dell’induismo.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’INDIA

  • 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga – Ultima Modifica 24/12/2023
  • Bhumisparsha Mudra: connessione con la Terra e sottomissione di Mara – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Cerimonia Aarti a Chitrakoot e Varanasi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Char Dham, le quattro Dimore degli Dei in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi è Brahma e cos’è la sacra Trimurti – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno – Ultima Modifica 17/04/2023
  • Chota Char Dham, in pellegrinaggio nell’Uttarakhand – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Filatura del baco da seta in India – Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Fotografie del mio viaggio in Gujarat India – Ultima Modifica 25/05/2022
  • GaltaJi il tempio delle scimmie a Jaipur – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gandhi: la Satyagraha ed il movimento della non violenza – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat India, prefazione e prime immagini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat Sapore d’India Slideshow – Ultima Modifica 25/05/2022
  • Haridwar la città Sacra dell’Uttarakhand – Ultima Modifica 17/04/2023
  • I Panch Kedar, cinque Templi di Shiva – Ultima Modifica 21/08/2023
  • I templi di Girnar Hill: salire 10.000 scalini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • I templi di Khajuraho e le sculture erotiche – Ultima Modifica 31/05/2025
  • Il bellissimo Tempio del Sole di Konark in Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il Festival di Holi 2024 e il significato della Festa dei Colori – Ultima Modifica 27/12/2023
  • Il pozzo Chand Baori ed il tempio di Harshat Mata – Ultima Modifica 13/03/2023
  • Il Tempio del Sole di Modhera in Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e le sue meraviglie – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Junagadh, il Principato del Kathiawar – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Jyotirlingas, pellegrinaggio dei devoti di Shiva – Ultima Modifica 02/04/2025
  • Kirtimukha, il Volto della Gloria – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate – Ultima Modifica 22/08/2023
  • L’Aina Mahal di Bhuj ed il Leone di San Marco – Ultima Modifica 22/08/2023
  • La tribù Bonda delle colline dell’Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Le caste in India e gli Intoccabili Dalit – Ultima Modifica 21/03/2025
  • Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento – Ultima Modifica 13/01/2025
  • Masala Chai, il sapore dell’India in un tè – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Nandi, il toro di Shiva – Ultima Modifica 28/01/2024
  • Orchha: la gemma nascosta del Madhya Pradesh – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Orissa – Odisha incontro con la tribù Dongria Kondh – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Panch Prayag le confluenze dei fiumi in Himalaya – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Rahu, le Eclissi, l’Oceano di Latte e l’Amrita – Ultima Modifica 26/12/2024
  • Sapta Badri, i sette Templi di Vishnu – Ultima Modifica 30/05/2023
  • Sapta Puri, le sette città sacre dell’India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Surya ed il culto del Dio del Sole in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Taj Mahal: una delle nuove sette meraviglie è in India – Ultima Modifica 14/01/2024
  • Trasporti in India: Tuktuk e altre stranezze – Ultima Modifica 14/03/2023
  • Tri Mukhi Rudraksha o Rudraksha a tre facce – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Vahana: i veicoli degli Dei nell’Induismo – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Viaggio a Junagadh: lavori pericolosi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Vishnu ed i suoi Avatara, il conservatore – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Visitare gli Shakti Peethas e conoscere lo Shaktismo – Ultima Modifica 11/02/2023
Pubblicato: 18/01/2020
I templi di Khajuraho e le rappresentazioni erotiche che evocano il Kamasutra

I templi di Khajuraho e le sculture erotiche

di Max Pubblicato: 07/01/2020
India written by Max

Le sculture erotiche dei templi di Khajuraho

Se vi trovate nel nord dell’India non potete non fare una visita ai templi di Khajuraho e alle loro sculture erotiche.

In questo articolo non troverete immagini di sculture esplicitamente erotiche, che potete facilmente trovare in alti siti. Ho attinto da fonti per dare una visione più storica e spirituale, piuttosto che una ricerca del proibito.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Le sculture erotiche dei templi di Khajuraho
  • I templi di Khajuraho e le rappresentazioni erotiche che evocano il Kamasutra
  • La scoperta dei templi di Khajuraho
  • Origine dei templi di Khajuraho
  • Com’erano i templi di Khajuraho all’epoca della scoperta
  • Khajuraho ai giorni nostri
  • Le sculture erotiche ed il Kamasutra
  • Cos’è il Kamasutra (ma c’entra coi templi di Khajuraho?)
    • Il libro del Kamasutra
  • La storia delle sculture erotiche
    • Leggende sull’origine dei templi
  • Interpretazioni sulla simbologia templi di Khajuraho
    • Altre ipotesi sull’origine dei templi
  • Cenni sullo stile architettonico
  • Le mie impressioni
  • Faq Khajuraho e Kamasutra
    • Perché è famosa Khajuraho?
    • Quanti sono i templi di Khajuraho?
    • Dove si trova Khajuraho?
    • Quanto dista Khajuraho da Delhi?
    • Quanto dista Khajuraho da Jaipur?
    • Quanto dista Khajuraho da Agra e dal Taj Mahal?
    • Cosa posso vedere vicino a Khajuraho?
    • Che cos’è il KamaSutra?

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Scultura raffigurante Brahma e la sua consorte
Scultura raffigurante Brahma e la sua consorte

I templi di Khajuraho e le rappresentazioni erotiche che evocano il Kamasutra

Khajuraho è una piccola cittadina con poco più di ventimila abitanti situata nel distretto di Chhatarpur, Madhya Pradesh, ed il suo nome deriva dalle palme di khajur, o palme da dattero, presenti nella zona.

Grazie alla particolarità dei suoi templi la città ha acquisito nel tempo molta popolarità. L’importanza di questi templi è dimostrata dal fatto che nel 1986 l’UNESCO ha inserito questo insediamento nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità.

Potete abbinare questa escursione ad una visita alla riserva naturale Parco Nazionale Panna, dove, se avrete fortuna, potrete fare un incontro con una Tigre
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

La scoperta dei templi di Khajuraho

La scoperta di Khajuraho si deve ad un capitano dell’esercito inglese di nome Burt. Nel 1838, il capitano Burt mentre si trovava nella zona del Madhya Pradesh si lasciò convincere dalla guida indiana ad addentrarsi nella giungla dove scoprì una serie di templi immersi nella vegetazione, con meravigliosi bassorilievi in buona parte intatti.

I templi di Khajuraho e le sculture erotiche
Particolare delle sculture erotiche

Potrebbe anche piacerti: Il pellegrinaggio ai templi di Girnar Hill

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Origine dei templi di Khajuraho

Khajuraho dal IX al XI secolo fu una delle capitali dei re dei Chandela, il regno Jejakabhukti.

Nel periodo di massimo splendore il regno Jejakabhukti si estendeva su buona parte del Madhya Pradesh. La capitale originaria occupava un’area di circa 20 chilometri quadrati e comprendeva olte 80 templi, fatti erigere dai vari sovrani a cavallo dell’anno 1000

Alla fine dell’undicesimo secolo i re Chandela, a causa di problemi interni al regno, forieri di un imminente declino, abbandonarono la città per trasferirsi a Mahoba. Da allora Khajuraho rimase unicamente come riferimento religioso fino al 1300 circa, prima di essere abbandonata definitivamente.

Nel frattempo i regnanti Chandela affrontarono ripetutamente gli invasori Moghul, fino a perdere progressivamente il loro potere a partire dal XIII secolo.

La distanza dalle grandi città dell’epoca e quindi dalle battaglie fece la fortuna dei templi di Khajuraho che si salvarono dai saccheggi e dalle distruzioni subite dagli altri tempi indù ad opera dei conquistatori di fede musulmana.

La Dinastia Moghul, anche conosciuta come Mughal fu la più importante dinastia imperiale indiana di religione musulmana, che espanse la sua influenza su buona parte dell'Asia meridionale. A loro deve essere riconosciuta la paternità di monumenti famosi come il Taj Mahal, ma anche un accanimento contro gli antichi templi induisti che furono spesso saccheggiati o distrutti.
I templi di Khajuraho e le sculture erotiche
Uno dei Templi di Khajuraho

Com’erano i templi di Khajuraho all’epoca della scoperta

Quando furono scoperti in epoca moderna i templi di Khajuraho erano immersi nella giungla, fra piante monumentali, ma già nel 1852, quando venne scritta la prima testimonianza e venne fatto un primo disegno del luogo, le piante erano sparite. Non è dato di sapere se queste fossero già presenti all’epoca di massimo splendore della città, o se fu la natura selvaggia ad inglobarli.

Si racconta però che quando la città raggiunse il culmine dello splendore Khajuraho fosse cinta da una cerchia di mura, nelle quali si aprivano 8 porte di accesso. Ai lati di ognuna di queste porte pare ci fossero 2 palme dorate.

All’interno delle mura erano stati edificati i templi.

I templi di Khajuraho e le sculture erotiche

Khajuraho ai giorni nostri

I templi di Khajuraho sono quasi tutte costruzioni in arenaria e quindi soggette all’usura degli agenti atmosferici, ma tutto sommato ben conservate. I templi sono riccamente scolpiti con bassorilievi che spesso ritraggono scene erotiche, in alcuni casi in atteggiamenti inequivocabili e questo, si sa, è anche il motivo della loro notorietà.

Sabrina intenta a fotografare

Le sculture erotiche ed il Kamasutra

La meta è sono diventata famosa come il luogo dei templi del Kamasutra*, anche se questa definizione pare un tantino avventata. Infatti nel corso delle mie ricerche ho visto che i riferimenti al Kamasutra sono riportati solo da testi che pubblicizzano il luogo come meta turistica.

Banner Pubblicitario Holafly

Le rappresentazioni che si trovano sull’esterno dei templi di Khajuraho mostrano infatti scene erotiche che le guide ammiccanti indicano compiacenti. Rappresentazioni abbastanza esplicite di sesso orale, sesso di gruppo, sesso con animali ecc. sono ovviamente motivo di curiosità e di reazioni diverse. Alcuni turisti ridacchiano, altri si imbarazzano, la maggior parte prende atto e fa una foto, da mostrare come un trofeo agli amici

I templi di Khajuraho e le sculture erotiche

Cos’è il Kamasutra (ma c’entra coi templi di Khajuraho?)

Se digiti “Kamasutra” su Google i primi tre risultati provengono rispettivamente da “Alfemminile.com”, “Donnamoderna.com” e “Cosmopolitan.com”, il quarto è Wikipedia e questo rappresenta un caso veramente raro..

Se guardiamo gli argomenti, invece, tutti parlano delle posizioni del Kamasutra, nessuno di altri aspetti.

In realtà Il Kāma Sūtra è un antico testo indiano sull’amore ed il suo titolo completo è Vātsyāyana Kāma Sūtra (“Aforismi sull’amore, di Vatsyayana”) e pare sia stato scritto fra il I ed il VI secolo.

Il libro tratta uno dei quattro obiettivi fondamentali dell’armonizzazione di se’ secondo la tradizione Hindu:

  • Artha: il Benessere fisico ed economico
  • Kama; il Desiderio ed il piacere;
  • Dharma: l’Etica che equilibra Artha e Kama;
  • Mokṣa: l’abbandono del mondo materiale e la ricerca vera essenza.
banner discovercars 728x90 ITA

Il libro del Kamasutra

Il Kamasutra* è organizzato in sette libri e 36 capitoli, ogni parte è stata dettata da un esperto della materia. Nel libro sono descritte in maniera dettagliata 64 posizioni che fanno riferimento in gran parte al regno animale. Il capitolo che descrive le posizioni dell’amore è il più famoso e quasi sempre viene scambiato per l’intera opera.

Solo circa un quinto del libro invece tratta l’argomento delle posizioni sessuali. Il resto è una guida sulle relazioni fra uomini e donne e su altri argomenti.

Il Kama Sutra può essere considerato una guida su come scegliere la giusta compagna(o) e godersi al meglio l’amore. Inoltre, per chi è curioso, fornisce una descrizione dei costumi e delle pratiche sessuali dell’India di quei tempi, ma (e questa è una mia deduzione) solo nelle caste più alte.

Il Kama nella cultura Hindu non è percepito come un peccato, come per esempio nella nostra cultura, ma è uno dei quattro scopi della vita.

Banner pubblicitario Radical Storage

La storia delle sculture erotiche

Ho riscontrato che pochi si fanno domande sulla storia dietro le sculture. Perché regnanti di oltre mille anni costruirono monumenti con queste rappresentazioni erotiche? Non solo qui, ma anche in altre parti dell’India. Anche alcuni templi fatti costruire dalle dinastie Chalukyas (VI – XII secolo) e Hoysala (X – XIV secolo) nell’India Meridionale hanno figure erotiche scolpite sulle pareti, anche se in misura minore e meno esplicita.

I templi di Khajuraho e le sculture erotiche

Leggende sull’origine dei templi

Cominciamo con una leggenda

Si racconta che una bellissima donna di nome Hemavathy stesse facendo un bagno al chiaro di luna, quando la luna la attirò a se’ e con parole suadenti la sedusse e giacquero insieme.

Dall’unione nacque un figlio, Chandravarman, che la donna allevò da sola nella foresta. Per compensarla dei suoi sforzi e del suo amore la luna promise alla donna che suo figlio avrebbe avuto un regno. Fu così che nacque la dinastia Chandela.

Segnato dalla storia della sua nascita quindi il primo regnante dei Chandela volle rappresentare le passioni umane all’esterno dei templi, per mostrarne l’inutilità. Anche per questo qualcuno si riferisce ai templi come figli della Luna.

Leggi anche: Sapta Puri, le sette città sacre dell’India

ADS Banner Preply 728x90

Interpretazioni sulla simbologia templi di Khajuraho

Un’altra interpretazione è quella che le sculture di erotiche siano figure propiziatorie, così come le figura mitologiche che affiancano quelle erotiche. Altri ancora affermano che le immagini siano una specie di libro all’aperto di educazione sessuale.

Fra le interpretazioni più accreditate pare che le figure rappresentate o “mithuna” siano un monito ad abbandonare i desideri carnali prima di entrare nel luogo sacro, interpretazione avvalorata dal fatto che non ci sono sculture erotiche all’interno dei templi.

Maithuna o Mithuna è un termine Sanscrito usato nel Tantrismo, spesso tradotto come "Unione sessuale" in un contesto rituale.
I templi di Khajuraho e le sculture erotiche

Altre ipotesi sull’origine dei templi

All’epoca dell’edificazione dei templi era diffusa la credenza della tradizione tantrica, secondo la quale la soddisfazione dei desideri terreni è un avvicinamento al Nirvana. I giovani che vivevano come eremiti fino al momento del loro passaggio allo stato di uomo potevano quindi imparare come muoversi nel mondo della sessualità studiando le sculture dei templi di Khajuraho.

Qualcuno sostiene che le sculture erotiche, posizionate abilmente nei punti architettonicamente deboli, rappresentassero una protezione contro i lampi e la sfortuna, posti in luoghi atti all’appagamento di Indra il dio dei fulmini, notoriamente sensibile alle passioni. Più semplicistico qualcuno sostiene che le figure avessero il potere magico di rafforzare l’intera struttura tenendo uniti i blocchi di costruzione.

I templi di Khajuraho e le sculture erotiche > https://www.massimobasso.com/articoli/page/27/

Cenni sullo stile architettonico

Lo stile dei templi di Khajuraho è tipico dell’India settentrionale, differente invece dai templi dell’India Meridionale. I templi dedicati alle divinità induiste sono in genere rappresentati da un tempio centrale con quattro templi minori o cappelle agli angoli della costruzione, in genere su una piattaforma sopraelevata.

Le mie impressioni

Khajuraho con i suoi templi mi è piaciuta molto, per l’atmosfera rilassata e per il clima di elegante decadenza che sprigiona. Una cittadina tranquilla dove ci si sente sicuri ed a proprio agio, come in molte parti dell’India rurale

Anche la visita al Parco Nazionale Panna è stata una vera sorpresa, nonostante l’avvistamento della tigre sia rimasto solo un sogno

Secondo me Khajuraho vale veramente una visita, magari prendendosi del tempo, anche per gustarsi una visita serale al tempio, che ovviamente è – per me – una delle esperienze che in India hanno maggior valore.

Alla prossima!

I templi di notte ancora utilizzati

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Faq Khajuraho e Kamasutra

Perché è famosa Khajuraho?

Khajuraho è famosa per i templi con le sculture erotiche che evocano il Kamasutra

Quanti sono i templi di Khajuraho?

Degli 80 templi costruiti dalla dinastia Chandela, tra il IX e il XII secolo dopo Cristo, ne rimangono soltanto 22, e sono patrimonio UNESCO.

Dove si trova Khajuraho?

Khajuraho si trova in India, nel Madhya Pradesh.

Quanto dista Khajuraho da Delhi?

Khajuraho dista oltre 650 chilometri da Delhi, da 10 a 12 ore in auto.

Quanto dista Khajuraho da Jaipur?

Khajuraho dista oltre 620 chilometri da Jaipur, da 10 a 12 ore in auto.

Quanto dista Khajuraho da Agra e dal Taj Mahal?

Khajuraho dista circa 450 chilometri da Agra, circa 7 ore in auto.

Cosa posso vedere vicino a Khajuraho?

Vicino a Khajuraho potete visitare il Parco Nazionale e la Riserva delle Tigri di Panna, a 43 chilometri da Khajuraho per e provare ad incontrare una tigre.

Che cos’è il KamaSutra?

Kāmasūtra in versi e prosa attribuito a Vātsyāyana (intorno al 500 d.C.) e concernente l’amore, è il più antico e il più importante fra i trattati di arte amatoria dell’India. Nell’amore (in sanscrito kāma) vien individuato uno dei fini dell’esistenza, che si affianca al dharma (il dovere religioso e morale) all’artha (che rappresenta gli obiettivi pratici o il successo personale nelle cose materiali) e a moksha, la liberazione dal Samsara.

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

Banner ADS Heymondo 600 x 124 rovien tempio

Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’INDIA

  • 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga – Ultima Modifica 24/12/2023
  • Bhumisparsha Mudra: connessione con la Terra e sottomissione di Mara – Ultima Modifica 27/12/2024
  • Cerimonia Aarti a Chitrakoot e Varanasi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Char Dham, le quattro Dimore degli Dei in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi è Brahma e cos’è la sacra Trimurti – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno – Ultima Modifica 17/04/2023
  • Chota Char Dham, in pellegrinaggio nell’Uttarakhand – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Filatura del baco da seta in India – Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Fotografie del mio viaggio in Gujarat India – Ultima Modifica 25/05/2022
  • GaltaJi il tempio delle scimmie a Jaipur – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gandhi: la Satyagraha ed il movimento della non violenza – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat India, prefazione e prime immagini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Gujarat Sapore d’India Slideshow – Ultima Modifica 25/05/2022
  • Haridwar la città Sacra dell’Uttarakhand – Ultima Modifica 17/04/2023
  • I Panch Kedar, cinque Templi di Shiva – Ultima Modifica 21/08/2023
  • I templi di Girnar Hill: salire 10.000 scalini – Ultima Modifica 22/08/2023
  • I templi di Khajuraho e le sculture erotiche – Ultima Modifica 31/05/2025
  • Il bellissimo Tempio del Sole di Konark in Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Il Festival di Holi 2024 e il significato della Festa dei Colori – Ultima Modifica 27/12/2023
  • Il pozzo Chand Baori ed il tempio di Harshat Mata – Ultima Modifica 13/03/2023
  • Il Tempio del Sole di Modhera in Gujarat – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan e le sue meraviglie – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Junagadh, il Principato del Kathiawar – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Jyotirlingas, pellegrinaggio dei devoti di Shiva – Ultima Modifica 02/04/2025
  • Kirtimukha, il Volto della Gloria – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate – Ultima Modifica 22/08/2023
  • L’Aina Mahal di Bhuj ed il Leone di San Marco – Ultima Modifica 22/08/2023
  • La tribù Bonda delle colline dell’Orissa – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Le caste in India e gli Intoccabili Dalit – Ultima Modifica 21/03/2025
  • Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento – Ultima Modifica 13/01/2025
  • Masala Chai, il sapore dell’India in un tè – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Nandi, il toro di Shiva – Ultima Modifica 28/01/2024
  • Orchha: la gemma nascosta del Madhya Pradesh – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Orissa – Odisha incontro con la tribù Dongria Kondh – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Panch Prayag le confluenze dei fiumi in Himalaya – Ultima Modifica 22/07/2023
  • Rahu, le Eclissi, l’Oceano di Latte e l’Amrita – Ultima Modifica 26/12/2024
  • Sapta Badri, i sette Templi di Vishnu – Ultima Modifica 30/05/2023
  • Sapta Puri, le sette città sacre dell’India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Surya ed il culto del Dio del Sole in India – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Taj Mahal: una delle nuove sette meraviglie è in India – Ultima Modifica 14/01/2024
  • Trasporti in India: Tuktuk e altre stranezze – Ultima Modifica 14/03/2023
  • Tri Mukhi Rudraksha o Rudraksha a tre facce – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Vahana: i veicoli degli Dei nell’Induismo – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Viaggio a Junagadh: lavori pericolosi – Ultima Modifica 22/08/2023
  • Vishnu ed i suoi Avatara, il conservatore – Ultima Modifica 25/11/2024
  • Visitare gli Shakti Peethas e conoscere lo Shaktismo – Ultima Modifica 11/02/2023
Pubblicato: 07/01/2020
Il trekking degli orangutan delle foreste di Bukit Lawang

Gli Orangutan di Sumatra nella giungla di Bukit Lawang

di Max Pubblicato: 22/12/2019
Indonesia written by Max

Gli Orang Utan di Sumatra nella giungla di Bukit Lawang

Il luogo ideale per un trekking alla ricerca degli Orangutan è il piccolo villaggio di Bukit Lawang, che si trova ad un centinaio di chilometri a nord di Medan, città principale dell’Isola di Sumatra, Indonesia.

Il villaggio sorge sulle rive del fiume Bohorok (Sungai Bohorok in lungua Bahasa) e strettamente a ridosso della fitta foresta pluviale del Parco Nazionale Gunung Leuser.

Se vuoi guardare subito il video clicca qui, altrimenti continua a leggere!

Tempo di lettura stimato: 19 minuti

Indice

  • Gli Orang Utan di Sumatra nella giungla di Bukit Lawang
  • Le varie specie di Orangutan
  • Come vivono gli orangutan in natura?
  • Il villaggio di Bukit Lawang
    • Perfetto per il relax ed il trekking degli orangutan
  • Il centro di riabilitazione degli orangutan di Bukit Lawang
  • Chiudere il centro per salvare gli orangutan di Sumatra
  • Il parco Gunung Leuser e la foresta pluviale
    • Disboscamento a Sumatra
  • Gli oranghi, le piantagioni ed il clima a Bukit Lawang e altrove
    • L’olio di palma
    • Il rovescio della medaglia
      • Effetti sull’ambiente
      • Effetti sulla salute
  • Una breve digressione sulla lingua Indonesiana
    • Selamat datang
  • Il trekking degli orangutan
    • Il mio trekking alla ricerca degli oranghi a Bukit Lawang
  • Un piccolo bonus: il video
  • Facciamo chiarezza sul nome orangutan
  • Le sanguisughe
  • Dove alloggiare?
Gli orangutan delle foreste di Bukit Lawang
Orangutan femmina con il piccolo

Le varie specie di Orangutan

Nelle lingue Indonesiana e Malese, Orang Utan significa “uomo della foresta”.

L’orangutan vive nelle foreste pluviali di Borneo e Sumatra.

Nel Borneo troviamo la specie Pongo Pygmaeus, mentre sull’isola di Sumatra troviamo la specie Pongo Abellii. Rispetto agli oranghi del Borneo, gli oranghi della specie Abellii hanno una costituzione più slanciata, con pelo più lungo e chiaro, con barba brizzolata in entrambi i sessi, anche se più accentuata nei maschi. Anche le abitudini sono più arboricole rispetto ai cugini malesi, che scendono più facilmente a terra.

Recentemente (2017) è stata scoperta una terza specie di oranghi, l’orangutan di Tapanuli o Pongo Tapanuliensis. (fonte Jane Goodall Institute Italia – https://www.janegoodall.it/index.php/2018/01/10/nuova-specie-orango-tapanuli/).

La nuova specie è stata descritta nella rivista CurrentBiology ed endemica della regione di Tapanuli nel Nord di Sumatra, dove vive in un’area di circa 1.100 chilometri quadrati di foresta di montagna nell’area di BatangToru, con una popolazione stimata di appena 800 individui.

L’orango è il più grande fra gli animali che si arrampicano sugli alberi, il corpo è perfettamente modellato alla vita arboricola con braccia e gambe lunghe oltre mani e piedi prensili.

Tutte le specie di orangutan sono in pericolo di estinzione secondo la Lista rossa dei mammiferi IUCN.

Pygmaeus https://www.iucnredlist.org/species/17975/123809220

Abelli https://www.iucnredlist.org/species/121097935/123797627

Tapanuli https://www.iucnredlist.org/species/120588639/120588662

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Come vivono gli orangutan in natura?

Gli oranghi in genere sono animali solitari. Le femmine vivono con i piccoli, mentre i maschi di solito vivono soli, fatto salvo il periodo dell’accoppiamento. A volte possono formarsi piccole congregazioni in zone particolarmente ricche di cibo, al solo scopo di nutrirsi e senza che questo causi conflitti.

I maschi sono riconoscibili per le grandi guance e la faccia tondeggiante. La crescita delle guance conferisce al loro volto la forma di una luna piena ed è una caratteristica che viene acquisita in età adulta. La forma del volto è un simbolo di predominanza sugli altri maschi.

Gli oranghi si nutrono principalmente di frutta, ma a volte mangiano anche insetti, steli, foglie e piccoli rametti.

Sono fra i primati più intelligenti, in grado di usare vari tipi di utensili e di interazioni sociali complesse.

Il villaggio di Bukit Lawang

La sua fama è dovuta all’istituzione di un centro di riabilitazione per gli orangutan orfani e feriti. Nonostante il centro sia oggi chiuso, questo rimane il luogo più accessibile per osservare gli oranghi in natura, oltre ovviamente ad offrire la possibilità di avvistare un sacco di altre specie di scimmie.

Nel tempo sono nate tantissime strutture ricettive per ogni tipo di budget e una fiorente industria del turismo naturalistico.

Il 2 novembre 2003 un’inondazione distrusse l’intero villaggio di Bukit Lawang, danneggiando in modo irreparabile oltre 400 case, senza contare le attività commerciali e gli hotel, lasciando senza tetto oltre 1.000 persone. Più di 200 persone tra cui 5 turisti morirono nella tragedia.

Grazie alla cooperazione internazionale, il sito fu ricostruito e riaperto a metà del 2004 e così i turisti tornarono a vedere gli orangutan.

Il villaggio di Bukit Lawang
Il villaggio di Bukit Lawang

Perfetto per il relax ed il trekking degli orangutan

Il villaggio di Bukit Lawang è perfetto per i viaggiatori: atmosfera rilassata, prezzi bassi e strutture accoglienti e pulite ne fanno un ottimo posto per trascorrere un po’ di tempo in relax e godersi la foresta pluviale. Inoltre con i trekking organizzati l’avvistamento degli orangutan è quasi garantito.

E si mangia bene..

Io ci sono stato in novembre per vedere gli orangutan e fare un trekking nella foresta pluviale. Il periodo coincide con l’inizio della stagione delle piogge.

In questa stagione sembra strano ed un po’ esagerato vedere così tante strutture tra guest-house, ecolodge ed alberghi, infatti la maggior parte è chiusa o almeno l’impressione è che lo sia. Dai racconti delle persone che ci vivono pare invece che a luglio ed ad agosto il villaggio si riempia di turisti e ci sia lavoro per tutti. Non vorrei esserci.. :-)

Se amate la tranquillità andate fuori stagione.. che sarà mai un po’ di pioggia. Inoltre, secondo i locali, in genere piove il pomeriggio tardi o la notte (e posso confermare), mentre le giornate sono in genere asciutte.

Beh, vista l’umidità al 99% asciutte non è la parola giusta, diciamo senza pioggia..

Gli orangutan delle foreste di Bukit Lawang

Il centro di riabilitazione degli orangutan di Bukit Lawang

Il centro di riabilitazione per gli oranghi di Bukit Lawang fu fondato nel 1973. La sua missione era quella di proteggere la popolazione di orangutan in forte declino a causa della caccia, del commercio e della deforestazione. Il centro, dopo varie valutazioni, fu chiuso nel 2002 perché il posto stava diventando troppo turistico e inadatto alla riabilitazione degli oranghi che dovevano essere reintrodotti in natura.

Nei centri di riabilitazione orfani ed animali feriti vengono curati o svezzati, con il fine ultimo di fare di loro animali indipendenti e pronti ad essere rilasciati nella foresta.

Purtroppo a causa dell’abitudine all’interazione con gli esseri umani questi animali, nati selvatici, perdono la paura per l’uomo e a volte diventano un po’ troppo confidenti.  L’eccessiva confidenza può causare loro dei problemi, anche se la maggior parte delle volte la reintroduzione ha successo.

Gli orangutan delle foreste di Bukit Lawang
Piccolo di Orangutan

Chiudere il centro per salvare gli orangutan di Sumatra

Ritorniamo però a parlare del centro di riabilitazione di Bukit Lawang. Il fatto che fosse così tanto frequentato senza adeguati controlli, esponeva gli orangutan a diversi pericoli quali quello di diventare dipendenti dal cibo umano o quello di contrarre malattie.

Così il centro di riabilitazione fu ufficialmente chiuso nel 2002, ma il ruolo di Bukit Lawang come meta per osservare gli orangutan è sempre di primo piano.

Fino al 2015 venne mantenuta anche una piattaforma dove due volte al giorno veniva messo a disposizione del cibo supplementare per gli oranghi. La piattaforma era popolare fra i turisti perché era un ottimo luogo di avvistamento, ma anche questa è stata chiusa per evitare di creare dipendenza dal cibo fornito dall’uomo.

Nonostante questo ad oggi, Bukit Lawang è uno dei luoghi più famosi del nord di Sumatra.

Quasi tutti gli orangutan nei dintorni di Bukit Lawang provengono dal centro di riabilitazione e quindi sono abituati a venire in contatto con gli esseri umani, per questo sono attentamente monitorati.

macaco nemestrino - southern pig-tailed macaque (Macaca nemestrina)
Macaco nemestrino – southern pig-tailed macaque (Macaca nemestrina)
siamango (Symphalangus syndactylus) black gibbon
Siamango – Siamang (Symphalangus syndactylus) Comunemente chiamato Black (furred) Gibbon
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Il parco Gunung Leuser e la foresta pluviale

Il parco nazionale di Gunung Leuser è un’area protetta di circa 8.000 chilometri quadrati che si trova nella zona centro-settentrionale di Sumatra (Indonesia). L’area protetta si estende dal mare alle montagne e comprende habitat di vario tipo, dalle paludi alle foreste pluviali, mentre al suo interno scorrono dodici importanti fiumi, oltre ad una serie innumerevole di corsi d’acqua minori.

In questa zona selvaggia si trovano oltre quattromila delle circa novemila specie vegetali presenti nell’area indo-malese occidentale, oltre 300 specie di uccelli e circa 130 specie di mammiferi. Il tutto, devo ammettere che non è facilmente osservabile, ma sicuramente degno di nota.

All’interno del parco trovano rifugio i grandi mammiferi, tra cui gli elefanti e il rinoceronte di Sumatra, la tigre ed altri animali i cui nomi sono meno noti, ma comunque eccezionali. Ovviamente il parco ospita anche i nostri amici orangutan, nelle due specie qui registrate.

Oltre gli oranghi sono presenti numerose altre specie di primati, alcune della quali sono state “vittime” del mio obiettivo, mentre altre lo saranno in futuro.. vedi le foto con didascalia.

Un rammarico rimane per non aver visto il notturno lori gracile.

Disboscamento a Sumatra

Le opere di disboscamento e le piantagioni, oltre a distruggere l’habitat di molte specie fra le quali gli orangutan, hanno distrutto vie di migrazione degli elefanti. Questo ha causato una sorta di isolamento dei vari branchi, che non è mai un bene per le popolazioni, oltre a causare a volte scarsità di cibo. Per ovviare a questi problema e fornire rifugio agli elefanti, sulle zone collinari sono stati avviati interventi di rimboschimento.

La zona visitabile del parco in genere è una foresta secondaria, mentre le pozioni di foresta primaria si trovano generalmente nelle zone più interne del parco, remote e inaccessibili al normale turismo.

Guarda anche questo articolo su gli elefanti di Tangkahan

Gli oranghi, le piantagioni ed il clima a Bukit Lawang e altrove

Uno dei grandi problemi della Sumatra dei giorni nostri, oltre al disboscamento selvaggio degli anni 70-80 e all’aumento della popolazione umana è stata la decisione del governo Indonesiano di cambiare la propria politica agricola.

La maggior parte delle colture sono autorizzate e gestite dai vari organi centrali che decidono cosa piantare, dove, come e in che quantità.

In passato una delle colture più diffuse era quella dell’albero della gomma. L’albero della gomma (Hevea brasiliensis) è una pianta che, come suggerisce il suo nome scientifico, proviene dalla foresta amazzonica e fu introdotta nelle colonie britanniche dell’Indonesia intorno al 1880. Questa pianta, proveniente anch’essa dalla foresta pluviale, anche se alloctona, oltre alla ovvia distruzione delle specie autoctone non produceva un granché danno al suolo, lasciando che lo stesso mantenesse (più o meno) le stesse caratteristiche di umidità e consistenza presenti nella foresta.

L’olio di palma

Ora la gomma non fa più business, mentre la nuova frontiera è rappresentata dall’olio di palma, prodotto dalle Palme da Olio. Questa coltura sta soppiantando in tutta l’Indonesia le piantagioni di alberi della gomma. La caratteristica di questa palma è di inaridire ed impoverire il terreno, causando con questo grandi problemi ambientali. Infatti oltre alla progressiva riduzione dell’umidità nell’aria, indurisce il suolo, dove le piogge non riescono a penetrare che con difficoltà.

La verità è che comunque che purtroppo all’olio di palma non ci sono molte alternative, ne’ per l’Indonesia, ne’ per l’ambiente.

L’economia Indonesiana sopravvive anche grazie a queste colture. Ovviamente si potrebbe fare meglio, come ovunque, ma occorre pensare anche che gli acquirenti, per quanto ovvio, non sono indonesiani.

Il rovescio della medaglia

L’ambiente invece, per quanto maltrattato da queste colture, in un certo senso ringrazia. Consideriamo infatti che produrre lo stesso quantitativo di olio usando altre piante richiede un’estensione di terre pari a cinque volte nel caso delle arachidi e sette volte nel caso dei girasoli. La cosa positiva è che non sarebbero tutti concentrati nel sudest asiatico.

Ma questo non è il luogo per una discussione di questo genere.

Potete approfondire su questi siti (alcuni sono siti di parte, ma la maggior parte riportano informazioni attendibili, occorre solo contestualizzarle)

Effetti sull’ambiente

https://www.oliodipalmasostenibile.it

https://www.greenpeace.org/italy/storia/3904/la-vera-storia-dellolio-di-palma/

Effetti sulla salute

Olio di Palma – Wired

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Una breve digressione sulla lingua Indonesiana

La lungua parlata in Indonesia è il Bahasa Indonesia, dove bahasa significa lingua. Ovviamente gli orangutan di Bukit Lawang non parlano indonesiano, ma sicuramente durante la vostra permanenza a Sumatra o durante i giorni del trekking avrete occasione di parlare con qualcuno del luogo e magari vi interesserà sapere qualcosa della lingua locale.

Selamat datang

La lingua indonesiana è una variante standardizzata del Bahasa malese (a cui somiglia molto), e fu usata per molti secoli come lingua franca nell’arcipelago indonesiano, e diventò lingua ufficiale con l’indipendenza del Paese nel 1945. È parlata come lingua madre solo dal 7% della popolazione indonesiana e dal 45% di quella malese, anche se ben la maggior parte della popolazione la utilizza come seconda lingua, a volte senza conoscerla a fondo. Si tratta in ogni caso di un linguaggio indispensabile dal momento che la regione che conta oltre 700 lingue locali.

La colonizzazione olandese ha lasciato un’impronta non trascurabile sull’indonesiano che ha mutuato dalla lingua degli occupanti molte parole. Allo stesso modo molte parole sono importate da altre lingue come il portoghese, il cinese, l’hindi, l’arabo ed il sanscrito. Ad esempio il titolo “Selamat Datang” significa “benvenuti” dove selamat è di derivazione araba (salam)

La grammatica della lingua indonesiana in generale è relativamente semplice. Secondo un’indagine dell’università di Oxford l’indonesiano è una delle lingue più facili da imparare.

Ad esempio i sostantivi sono in genere uguali sia nella forma plurale che in quella singolare, mentre i verbi in genere non si coniugano.

Adesso siete pronti per imparare..

Gli orangutan delle foreste di Bukit Lawang

Leggi anche un’altra avventura nella foresta amazzonica

Il trekking degli orangutan

A Bukit Lawang una volta raggiunto la vostra destinazione in qualunque resort, hotel e bed and breakfast saranno in grado di fornirvi indicazioni su come organizzare il vostro trekking per vedere gli oranghi. Le guide autorizzate vi proporranno trekking da uno a cinque giorni, ovviamente più lungo il trekking, più occasioni avrete non solo di vedere gli orangutan, ma anche di fare incontri speciali con altri tipi di scimmie e di vedere altri animali interessanti come ad esempio i giganteschi varani (non grandi come quelli di Komodo).

La mia esperienza è quella di un trekking di tre giorni con due notti nella foresta.

Innanzitutto non aspettatevi di allontanarvi molto dal villaggio. I motivi sono principalmente due: il primo è che non ce n’è bisogno, in quanto la zona è ricca di animali, il secondo motivo è che proprio attorno al villaggio gli animali sono più abituati a vedere le persone e quindi sono più confidenti e per questo più facilmente osservabili.

Il mio trekking alla ricerca degli oranghi a Bukit Lawang

Ho visitato Bukit Lawang in novembre e nella zona questa è la stagione delle piogge. Le temperature sono buone, non fa mai troppo caldo, ma l’umidità è quasi sempre superiore al 90%. Soprattutto appena ci si addentra nella foresta questa diventa quasi palpabile. Dopo pochi passi i vestiti sono zuppi di sudore (e “zuppi” non è un termine usato a caso). Una volta che ci si è abituati ad essere bagnati, però la sensazione non è così sgradevole. Ovviamente con un caldo così, durante il trekking le fermate sono frequenti, un po’ per riposarsi e un po’ per osservare gli oranghi e gli altri animali della foresta.

Su e giù per le colline arriva a sera e, dopo un bagno nel fiume, ci si accampa in zone già predisposte. Ci sono delle tettoie sotto le quali trovano posto un materassino isolante (per l’umidità del terreno) una copertina di pile, il tutto inglobato in una grande zanzariera che funge da tenda. Si dorme tutta la notte cullati dai rumori della foresta e, almeno nel mio caso, dallo scorrere del fiume.

Alla sera le guide preparano un pasto tipico in gran parte vegetariano e speziato e si mangia tutti insieme seduti attorno alle lampade o intorno al fuoco, se non piove – ma anche se piove solo un po’.

E’ veramente un’esperienza che consiglio: sentirsi un po’ selvaggi anche solo per un paio di giorni è impagabile.

piccolo di orangutan delle foreste di Bukit Lawang

Un piccolo bonus: il video

Facciamo chiarezza sul nome orangutan

Orango, orangotango, urangutano.. se ne sentono di tutti i colori, ma qual è il termine esatto?

Sul dizionario Treccani ho trovato le seguenti forme: 

  • orangutàn (o orangutano; pop. rangutàn, rangutano) e viene anche riportato nella forma abbreviata del termine che è comunemente orango
  • orango ovvero forma abbreviata di orangutan (Pongo pygmaeus), detto anche orangutàn o orangutano

(leggi di più sul sito Treccani)

Io ho scelto in questo articolo di usare alternativamente le due forme..

Le sanguisughe

A Bukit Lawang durante il trekking per vedere gli orangutan non ho visto molte sanguisughe, ma durante il trekking fatto per la stessa ragione a Tangkahan (vedi articolo su Tangkahan e sul bagno agli elefanti) ne ho viste veramente a decine o, come direbbe qualcuno.. “a decinaia” :-).

Sono inquietanti sono l’incarnazione, in dimensioni ridotte, di un mostro che si erge come un serpente da terra e con la testa ti cerca..

metto un link a un video che non è mio, ma che è esplicativo:

Dove alloggiare?

L’ultimo dei problemi a Bukit Lawang è dove alloggiare. Io ho scelto un bellissimo alberghetto proprio in fondo alla strada, fuori dalla ressa – peraltro inesistente in novembre. Il nome dell’alberghetto è “il giardino delle farfalle”: Kupu-Kupu Garden.

Ho soggiornato, cenato, fatto colazione ed organizzato il trekking in un’atmosfera conviviale e familiare, tra persone simpatiche ed allegre, comprese gli altri (pochissimi) viaggiatori che ho incontrato.

Anche se non è mia abitudine lo cito perché secondo me è ottimo.

Ovviamente se il vostro obiettivo è fare conoscenze nuove e un po’ di baldoria la sera scegliete qualche altro albergo in centro paese, ce ne sono una miriade, alcuni veramente a prezzi irrisori.

Potete vedere più immagini sul gorilla nell’articolo dedicato ai I gorilla di montagna del parco di Bwindi in Uganda. Altri articoli su argomenti simili: Gorilla a Bai Hokou nella foresta in Repubblica Centrafricana.

Per saperne di più sull’Indonesia

L’Indonesia è nota soprattutto per le spiagge ed i fondali di corallo, per i molti vulcani attivi e per la fauna. Orangutan, Tigri e Rinoceronti a Sumatra, i Draghi a Komodo e poi ancora Bali con la sua misticità e Giava con la sua Cultura ed arte antica fanno di questo paese un universo da esplorare.

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Scopri le meraviglie di Sumatra visitando gli Orangutan di Sumatra e gli gli elefanti di Tangkahan. Oppure esplora il Sulawesi con i Macachi Neri di Tangkoko ed i riti ancestrali di Toraja.

Ciao, a presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’INDONESIA

  • Viaggio in Sulawesi Indonesia – Ultima Modifica 11/03/2025
  • Riserva Tangkoko alla ricerca del macaco nero e del tarsio spettro – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Il Santone della Roccia Sacra in Sulawesi – Ultima Modifica 21/08/2023
  • Il bagno con gli elefanti di Tangkahan, Sumatra Indonesia – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Gli Orangutan di Sumatra nella giungla di Bukit Lawang – Ultima Modifica 11/02/2023
  • Funerale in Sulawesi: il culto dei morti a Toraja – Ultima Modifica 11/03/2025
Pubblicato: 22/12/2019
Articoli più recenti
Articoli precedenti

Recent Posts

  • Sangkhlaburi: cosa vedere e fare nella città sul confine thailandese

    Pubblicato: 25/07/2025
  • Andalusia insolita: i Pueblos Blancos

    Pubblicato: 12/07/2025
  • Bacchette cinesi per mangiare storia, guida pratica e consigli utili

    Pubblicato: 10/07/2025
  • Viaggio nella cucina Thai: il Pad Krapao

    Pubblicato: 24/06/2025
  • Da Bangkok a Chiang Mai: come trasformare un viaggio in Thailandia in un’avventura indimenticabile

    Pubblicato: 22/06/2025
Banner Pubblicitario Holafly
300 x 250 A-2 banner Assicurazione Heymondo
  • Facebook
  • Instagram
  • Whatsapp
  • Threads

@2025 - Tutti i diritti sono riservati. Disegnato e sviluppato da Macs

Viaggio ControMano
Gestisci la tua privacy

Utilizziamo tecnologie come i cookie per archiviare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Lo facciamo per migliorare l'esperienza di navigazione e per mostrare annunci pubblicitari personalizzati. Acconsentire a queste tecnologie ci consentirà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID univoci su questo sito. Non acconsentire o revocare il consenso potrebbe influire negativamente su alcune funzionalità e funzioni.

Attenzione: questo è un blog di viaggi, le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo possono essere sponsorizzati, ovvero, se comprate tramite il link non pagate di più, ma mi viene riconosciuta una commissione. Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link sponsorizzati. Inserisco i link solo se pertinenti e dopo averli verificati.

Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Gestisci opzioni
{title} {title} {title}
Viaggio ControMano
  • Africa
  • America
    • Alaska
    • Canada
    • Centro e Sudamerica
    • Stati Uniti
  • Asia
    • Cina
    • Giappone
    • India
    • Indocina
    • Indonesia
    • Thailandia
  • Europa
    • Italia
  • Video
  • Divagazioni
  • Apri un blog
  • Un po’ di me
  • Facciamo la differenza
  • Copyright
  • Mappa del sito
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Cookie Policy (UE)
  • Imprint
  • Disconoscimento
  • Menzione d’onore per una mia foto all’Oasis Photo Contest 2013
  • Medaglia al concorso Life in Colour Hipa.ae
  • Mostra aniMALi d’AFRICA
  • Eventi dal 2014 al 2019
  • Eventi dal 2011 al 2013
  • Eventi fino al 2011