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Articoli Recenti

Sapta Puri le sette Città Sacre dell'India

Sapta Puri, le sette città sacre dell’India

di Max Pubblicato: 22/01/2022
India written by Max

Sapta Puri, le sette città sacre dell’India

Le sette città sacre dell’India, in lingua locale Sapta Puri, sono importanti mete di pellegrinaggio per i fedeli Induisti. Questi sono i luoghi sacri dove è possibile raggiungere Moksha, ovvero la liberazione dal Samsara, il ciclo eterno della reincarnazione e con questo accedere al Nirvana. 

Le sette città Sacre sono anche modo per rafforzare l’unità nazionale. Esse rappresentano infatti un’occasione per i pellegrini per visitare le diverse parti dell’India, trovando lingue e stili di vita differenti all’interno della stessa nazione cercando di superare la diversità linguistica e culturale. 

Leggi anche i luoghi sacri dell’induismo e regole di comportamento

Sette sono i fiumi sacri citati nei Veda, sette i cavalli celesti del dio Surya, sette le Madri Divine e sette le città sacre dell’India che un devoto pellegrino dovrebbe visitare nella sua vita, al fine di migliorare il proprio karma e percorrere il cammino della salvezza.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Sapta Puri, le sette città sacre dell’India
  • Le Sette Città Sacre dell’Induismo sono:
  • Mappa delle sette Sapta Puri
  • Come nasce il pellegrinaggio delle Sette Città Sacre
  • Haridwar, ai piedi delle montagne
  • Ayodhya e i conflitti religiosi
  • Mathura, la città di Krishna
  • Varanasi, il luogo della Salvezza
    • Il bagno nel Gange, fiume Sacro
  • Dwarka la città di Krishna, la più occidentale delle Sapta Puri 
    • Il tempio Dwarkadhish
    • La settima vita di Dwarka
  • Ujjain: Sapta Puri, Jyotirlinga e Kumbh Mela
  • Kanchipuram, unica delle sette città sacre nel sud dell’India
    • Shiva ed i cinque elementi Pancha Bhoota Stalam
    • Shakti Peethas
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Le Sette Città Sacre dell’Induismo sono:

  • Haridwar – Maya Puri, sul Gange e sede del Kumbh Mela in Uttarakhand
  • Ayodhya – Ayodhya Puri, luogo di nascita di Rama in Uttar Pradesh
  • Mathura – Mathura Puri culla di Krishna in Uttar Pradesh
  • Varanasi – Kashi Puri sul Gange in Uttar Pradesh
  • Dwarka – Dwaraka Puri dove Krishna visse e regnò da adulto, in Gujarat
  • Ujjain – Avantika Puri, sede anch’essa del Kumbh Mela, in Madhya Pradesh
  • Kanchipuram – Kanchi Puri, l’unica nel sud ell’India, in Tamil Nadu

Non bisogna confondere le sette città sacre dell’India con le quattro dimore degli Dei o Char Dham. Queste ultime sono situate ai quattro angoli del paese: Dwarka a ovest, unica ad essere presente in entrambi i circuiti di pellegrinaggio, Badrinath a nord, Puri ad est e Rameshwaram a sud.

Mappa delle sette Sapta Puri

Sapta Puri, le sette Città Sacre dell'India
Sapta Puri, le sette Città Sacre dell’India

Come nasce il pellegrinaggio delle Sette Città Sacre

Le Sapta Puri sono considerate sacre per motivi diversi. La motivazione varia infatti da essere il luogo dove è nato o dove è vissuto un importante figura del passato a dove una Divinità è comparsa sotto spoglie terrene. 

Haridwar, ai piedi delle montagne

Tra le sette città sacre dell’induismo, Haridwar è quella più a nord. Questa è una delle quattro sedi del Kumbh Mela, una delle città sulle quali furono versate le gocce dell’Amrita, l’elisir dell’immortalità trasportate dal mitico uccello Garuda durante la creazione. E’ il luogo dove la Dea Ganga, rappresentata dal fiume Gange, incontra le pianure.

I punti di interesse da visitare ad Haridwar sono prima di tutto il ghat Har Ki Pauri, principale teatro delle celebrazioni del Kumbh Mela e della cerimonia Aarti.

Altri punti di interesse sono il Tempio di Mansa Devi, il Tempio di Chandi Devi ed il Tempio di Maya Devi. Altre destinazioni meno affollate, ma altrettanto interessanti sono il Tempio di Makarvahini, il Bharat Mata Mandir ed il famoso Ghat di Kankhal.

In questi due articoli parlo in maniera più dettagliata di Haridwar e della cerimonia Aarti.

Hari Ki Pauri ad Haridwar, una delle sette città sacre dell'India
Hari Ki Pauri ad Haridwar – Kumaravels, CC BY 2.5 IN, via Wikimedia Commons

Ayodhya è considerata una delle sette città sacre dell’India perché luogo di nascita di Rama, l’eroe del Ramayana e settimo avatar di Vishnu. La città fu anche la capitale del suo regno terreno, ereditata dagli antenati della dinastia Suryavamsa , fondata dal figlio di Surya (il Dio Sole). 

Ayodhya e i conflitti religiosi

Ayodhya si trova al di fuori dei circuiti turistici più popolari e la città è un po’ in decadenza. 

Il motivo dell’esclusione dai tour classici è che questa città è diventata un po’ il simbolo dell’intolleranza religiosa. Questo a causa delle dispute che hanno portato alla distruzione di una moschea che sorgeva sul presunto luogo di nascita di Rama.

La popolarità, come destinazione sacra per gli induisti, non ne ha però risentito e rimane uno dei luoghi più visitati dai pellegrini.

I monumenti più importanti della città si trovano quasi tutti nel raggio di poche centinaia di metri e comprendono, ovviamente, la già citata Ramjanma Bhoomi, il luogo dove nacque Rama, e dove sorgeva la Moschea Babri Masjid, oggi distrutta. In questo luogo si sta costruendo un nuovo Tempio dedicato a Rama. 

Valgono la visita anche il Tempio Hanuman Garhi, risalente al X secolo, dove si dice vengano perdonati tutti i peccati ed il Tempio di Nageshwarnath, fondato da Kush, figlio di Rama. 

Altre visite interessanti sono il Tempio Kanak Bhavan, dedicato a Rama ed a Sita ed il Sumantanath, un complesso di Templi Jainisti. 

Occorre ricordare che la città è un luogo sacro anche per il Buddhismo, il Buddha infatti dopo aver visitato la cittadina, vi dimorò e predicò per sette anni. 

Ayodhya, una delle sette Città Sacre dell'India - Sapta Puri
Vista di Ayodhya – Fotografia di रूही CC BY-SA 4.0, Link

Mathura, la città di Krishna

Mathura è la città dove Krishna passò la maggior parte della sua vita a e per questo considerata sacra. In questa cittadina adagiata sulle rive dello Yamuna troviamo molti luoghi di importanza storica e religiosa, come il complesso dei Templi Janmasthan, costruito sul luogo di nascita di Krishna, l’ottavo avatar di Vishnu.

All’interno troviamo il Tempio Keshav Deva, il santuario Garbha Griha, il Bhagavata Bhavan e il Rangbhoomi dove ebbe luogo la battaglia finale tra Krishna e Kamsa.

Anche Mathura, come Ayodhya, non è meta del turismo di massa, ma un’ottima destinazione per vivere la festa di Holi: se volete sapere com’è, leggete il mio articolo. 

Un altro momento particolare per la visita è il Krishna Janmashtami, il giorno di nascita di Krishna, che si celebra normalmente in agosto/settembre. In questa occasione i devoti digiunano fino alla mezzanotte, mentre nei Templi e nelle case vengono rappresentate scene della vita del Dio.

Durante il pellegrinaggio alle Sapta Puri, vale la pena di visitare anche la vicina Vrindavan dove Krishna dimorò negli anni dell’infanzia.

Mathura durante le celebrazioni di Holi, la festa dei colori
Mathura durante le celebrazioni di Holi, la festa dei colori

Varanasi, il luogo della Salvezza

Oltre ad essere una delle sette città sacre per l’induismo, Varanasi è anche uno degli agglomerati urbani più antichi del mondo, abitata da 3.500 anni. La città, nota anche come Benares o Kashi conta “appena” un milione di abitanti.

Camminando per le strade che portano ai Ghat nelle ore di punta vi sembrerà che siano tutti lì insieme a voi. 

Varanasi è la città del Dio Shiva e il luogo della salvezza. Morire o essere cremati a Varanasi porta al Nirvana. Per questo nei secoli milioni di persone sono venute a morire qui o ci sono arrivate per essere cremate. E’ la ragione per cui non potete perdervi una visita al Manikarnika Ghat, uno dei due Ghat per le cremazioni, dove le pire ardono 24 ore su 24.

Il bagno nel Gange, fiume Sacro

Una volta giunti a Varanasi i fedeli devono immergersi nelle acque del Gange cinque volte da cinque Ghat diversi, potete assistere a questi rituali all’alba o al tramonto, passeggiando lungo i Ghat o risalendo il fiume con una delle tante barche a noleggio.

Quando cala la sera, sui Ghat di Dasaswamedh comincia la cerimonia Aarti ed i Pandit svolgono un complesso rituale nel quale i protagonisti sono il fuoco e le campanelle. Durante la puja i candelabri, illuminati da stoppini infuocati, vengono fatti roteare e creano giochi di luce suggestivi. Uno spettacolo da non perdere e al quale assistere con rispetto (vedi articolo e foto sulla cerimonia Aarti a Varanasi). 

Passeggiare lungo i Ghat di Varanasi e scattare qualche fotografia ai numerosi Sadhu o condividere con loro un chai, può valere la visita di questa città, che vi rimane nel cuore.

Varanasi un momento della cerimonia Aarti alla Dea Ganga
Varanasi: un momento della cerimonia Aarti alla Dea Ganga

Dwarka la città di Krishna, la più occidentale delle Sapta Puri 

Tra le città sacre dell’Induismo Dwarka è quella più occidentale. La città si dice che fu fondata da Krishna in persona, per questo venerata come una delle sette città sacre dell’India.

Krishna, come già accennato precedentemente, è una delle figure più venerate dell’India, nato a Mathura e cresciuto nella vicina Vrindavan. Le sue imprese sono raccontate nei testi sacri indiani e sono il fondamento di due festività fra le più interessanti dell’India: Holi, la festa dei colori e Diwali, la festa delle luci. Oltre ad essere una delle Sapta Puri, Dwarka è anche una delle quattro “Dimore degli Dei”, con Badrinath, Puri e Rameshwaram.

La città fu in passato un importante porto e oggetto di scorribande, tanto da essere completamente ricostruita nel XIX secolo dopo essere stata quasi completamente rasa al suolo.

Il tempio Dwarkadhish

Il più famoso tempio della città è il Dwarkadhish, “Re di Dwarka”, con i suoi splendidi ghat, noto anche come Jagat Mandir e dedicato a Krishna. Il tempio ha cinque piani appoggiati su 72 pilastri e raggiunge un’altezza di 50 metri. Il nucleo centrale, che si dice costruito dal nipote di Krishna, risale a circa 2.000 anni fa, poi ampliato nel XV secolo. A differenza di altri templi è liberamente accessibile ai non induisti e rappresenta una visita molto toccante.

Gli altri templi di Dwarka sono il Trikamji, lo Kalyanrai, il Patrani e il Durva.

La settima vita di Dwarka

La leggenda narra che Dwarka venne sommersa dal mare per sei volte e che oggi stia vivendo la sua settima vita. Quella che veniva ritenuta, fino a poco tempo fa, poco più di una leggenda, è stata recentemente confermata da rinvenimenti avvenuti sui fondali marini antistanti la città. Proprio nei luoghi mitologici sono stati trovati resti di una città sommersa, databili fino a 10.000 anni orsono.

La storia deve essere rianalizzata.

I Ghat di Dwarka, Sapta Puri e Char Dham , Città sacra dell'India
Uno dei Ghat di Dwarka, sullo sfondo Dwarkadhish Temple

Ujjain: Sapta Puri, Jyotirlinga e Kumbh Mela

E’ la città di Shiva e una delle quattro sedi del Kumbh Mela. 

Le principali mete di pellegrinaggio della città sono il Mahakaleshwar Mandir ed il Ram Ghat. Il primo contiene uno dei 12 maggiori Jyotirlinga dell’India, una rappresentazione fallica del Dio Shiva, mentre il Ram Ghat è un luogo centrale per la celebrazione del Kumbh Mela.

Altre mete popolari sono la grotta di Bharathari, un Tempio sotterraneo, il Tempio di Durga Harsidhhi Temple, il Tempio Chintaman dedicato a Ganesha ed il Kaal Bhairav .

Vale la pena visitare il Jantar Mantar, l’Osservatorio Astronomico parzialmente in rovina e simile a quello di Jaipur, la Città Rosa dell’India

Ram Ghat a Ujjiain, una delle setter cCittà Sacre dell'induismo
Ram Ghat ad Ujjiain – foto di By Shruti Lata – CC BY-SA 4.0, link

Kanchipuram, unica delle sette città sacre nel sud dell’India

Delle sette Città Sacre dell’India dove è possibile ottenere la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni, Kanchipuram è l’unica situata nell’India del Sud ed è meta di pellegrinaggio sia dei devoti di Shiva che di Vishnu. La città si trova ad un’ora di auto a Chennai ed è considerata la Varanasi del sud, per l’abbondanza di templi. 

Il fatto di essere così vicina ad una grande città ne fa spesso una meta di gite in giornata, ma la città vale la pena di essere vissuta e non dormire qui significa perdersi il meglio della visita.

Il tempio più imponente della città è l’Ekambareshvara Mandir, dedicato a Shiva. Questo è uno dei Pancha Bhoota Stalam, cinque templi di Shiva, ciascuno dei quali rappresenta uno dei cinque elementi in natura: terra, acqua, aria, cielo, fuoco. I templi si trovano tutti nel sud dell’India, quattro in Tamil Nadu ed uno in Adhra Pradesh. 

Shiva ed i cinque elementi Pancha Bhoota Stalam

Ognuno dei cinque elementi è custodito nella rappresentazione di Shiva: un lingam che in ciascun tempio prende un nome diverso. Nel tempio Ekambareshvara Prithivi Lingam (terra), nel Tempio Jambukeswarar, Appu Lingam (acqua), nel Tempio Thillai Natarajar Akaya Lingam (cielo), nel Tempio Annamalaiyar Agni Lingam (fuoco), nel Tempio Kalahasti, l’unico al di fuori del Tamil Nadu, Vayu Lingam (aria).

Altro monumento degno di nota è il tempio Kanchi Kamakshi Amman, uno degli Shakti Peethas. La Dea Kamakshi incarna l’autonomia della natura, ed è la Dea della Bellezza e della Tranquillità. La tradizione nel sud dell’India vuole che sia un’incarnazione della Dea Shakti e moglie di Shiva. 

Shakti Peethas

La leggenda più accreditata sulla genesi degli Shakti Peethas si basa sulla morte della dea Sati. In seguito alla morte della moglie Shiva vagò a lungo per l’universo trasportandone il corpo senza vita. Allarmato dal fatto che uno Shiva adirato avrebbe potuto distruggere il mondo, Vishnu tagliò il corpo di Sati in 51 pezzi (secondo altri testi 108 pezzi) e li lasciò cadere in vari luoghi dell’India. Questi luoghi sacri sono i 51 Shakti Peethas, ciascuno collegato alle 51 lettere dell’alfabeto sanscrito. La maggior parte di questi luoghi di culto si trovano in India, ma ce ne sono sette in Bangladesh, tre in Pakistan, tre in Nepal, uno in Tibet e uno in Sri Lanka.

Fra i tanti templi che meritano una visita il Rajasimheshvara, dedicato a Shiva e il Vaikunta Perumal Temple dedicato a Vishnu.

Kanchipuram è anche la città dei tessuti, non vorrete perdervi una giornata di shopping in mezzo ai famosi Sari di seta che sono l’oggetto del desiderio di tutte le giovani del sud dell’India

Tempio Kailasanathar Kanchipuram
Tempio Kailasanathar – foto di Sai Subramanian – CC BY-SA 3.0, link

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 22/01/2022
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di Max Pubblicato: 22/01/2022
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ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Caratteristiche importanti dell’hosting WordPress di SiteGround

La caratteristica più apprezzabile del servizio è che consente di creare siti WordPress in modo quasi istantaneo e, se siete alle prime armi, di gestirli in modo semplice, sicuro ed automatizzato.

Consente anche di trasferire il vostro sito creato precedentemente presso un altro provider in maniera automatizzata e gratuita, nel caso abbiate provato altre realtà e vogliate cambiare.

Quindi volendo fare un elenco delle caratteristiche più importanti:

  • Creazione rapida del sito di WordPress
  • Sicurezza SSL gratuita (https)
  • Migrazione WordPress gratuita da altro hosting/provider
  • Sicurezza ed aggiornamenti automatici e gestiti
  • Prestazioni al top con dischi SSD e php aggiornato
  • Assistenza competente e veloce
  • Dominio incluso per un anno
  • CDN di Cloudflare
  • Account Email inclusi (personalizzati col vostro dominio)
  • Backup Giornaliero
  • Piattaforma Google Cloud

Siete convinti? Comprate l‘hosting SiteGround da qui e cominciamo, altrimenti provate a cercare in rete e fatevi un’idea vostra.

Accesso al sito di SiteGround

Se non l’hai ancora fatto clicca il link da qui e ti troverai sulla pagina sottostante.

I piani sono simili, ma ti consiglio di scegliere “WordPress hosting”, meglio calibrato sulle esigenze di un blog.

Clicca su “guarda i piani”

hosting wordpress di siteground

Scegli il piano di hosting adatto a te

piani tariffari hosting wordpress siteground

SiteGround ha tre piani hosting che si adattano perfettamente alle esigenze di ognuno. Il primo anno la tariffa è molto scontata, proprio per permettere a tutti di provare il servizio senza dissanguarsi. Dal secondo anno il prezzo cresce, ma con meno del costo di un caffè al giorno, puoi avere un servizio professionale con tutto quello che ti serve incluso nel prezzo.

  • StartUp è adatto a chi sta cominciando adesso a creare un sito web.
  • GrowBig offre un ottimo rapporto qualità-prezzo, permette di ospitare diversi siti e include PHP Ultraveloce, che migliora notevolmente la velocità del sito, cosa da non sottovalutare, io odio i siti che non si aprono in tempi ragionevoli!
  • GoGeek è perfetto per chi ha un sito di dimensioni più grandi, un eCommerce, o per chi ha bisogno strumenti di sviluppo e maggiori risorse del server.

Se stai leggendo questo articolo probabilmente ti basta una delle prime due soluzioni.

Scegli il nome del dominio

Se hai letto il mio articolo Aprire un blog di viaggi da zero, probabilmente hai già scelto un nome di dominio.

Per non mettere confusione o indurre in dubbi non ripeto in questo articolo quali sono i passi fondamentali per la scelta del nome e del dominio, quindi diamo per scontato che tu abbia già scelto, ad esempio travelbloggerdelsecolo.it.

Inserisci il nome del dominio, che ricordo, è gratuito per un anno. Poi via, ci siamo quasi, ancora pochi passi.

Se il dominio è disponibile si aprirà una sezione nella quale dovrai inserire tutti i tuoi dati compresi quelli della carta di credito e quelli sulla volontà o meno di mantenere la privacy sul proprietario del dominio

hosting wordpress di siteground scegli il dominio

Completa l’ordine di acquisto del tuo Hosting Wordpress

Ancora pochi passi. Scegli il periodo per il quale desideri abbonarti (1-2-3 anni) ed eventuali servizi extra, che in ogni caso potrai aggiungere anche più tardi, allo stesso prezzo e quindi senza rimetterci dei soldi.

Puoi ancora cambiare idea sul piano e sul Data Center (dove sarà ubicato il tuo server) cliccando sulle piccole icone grigie di fianco al piano ed al Data Center preselezionato.

Paga e via, sei proprietario di un dominio ed hai un pezzo di un server in affitto.

hosting wordpress di siteground controlla e paga

Passi Successivi

Adesso devi installare e configurare WordPress e le email.

Accedi con il nome utente e la password che hai scelto ed entra in SiteGround, da qui potrai gestire i tuoi siti con Site Tools cliccando sul pulsante, come vedi in figura.

site tools di Siteground

Installazione di WordPress su SiteGround

installare wordpress

Adesso sei all’interno di Site Tools. Per installare WordPress scegli WORDPRESS dalla barra laterale, INSTALLA E GESTISCI e poi clicca si SELEZIONA sotto a WordPress.

Si aprirà in basso un’altra sezione da compilare. Scegliete il dominio e riempite i campi con i dati, email, nome utente e password (usate una password complessa e non usatela per altri siti o applicazioni).

installazione wordpress 2

Cliccate su INSTALLA.. e via! Il sito è bell’e fatto.

Acquista l’hosting WordPress di SiteGround

Se non l’hai ancora fatto puoi acquistare l’hosting WordPress di SiteGround cliccando qui (io ci guadagno qualcosa, ma a te costa uguale).

Acquista su SiteGround
Pubblicato: 22/01/2022
Blog di viaggi da zero la guida definitiva

Aprire un blog di viaggi da zero

di Max Pubblicato: 20/01/2022
Apri un blog written by Max

Aprire un blog di viaggi da zero: domande e risposte

Vuoi aprire un blog di viaggi tutto tuo, partendo da zero? Se sei convinto partiamo!

Quando ho pensato di creare un blog di viaggi da zero mi sono domandato: perché qualcuno dovrebbe leggere il mio blog?

Ok, non è vero.. mi hai scoperto! Se io ci ho messo tanti anni a scoprire cosa dovevo fare, non vedo perché altri debbano fare altrettanto, perciò mi sento di poter dare dei consigli per rendere il tutto un po’ più semplice e veloce.

La domanda fondamentale da porsi è questa: ho qualcosa da dire? 

Se la risposta è “SI”, non importa cosa vuoi raccontare, tanta gente naviga in internet e sicuramente c’è qualcuno interessato alle cose che scriverai.

Se sei convinto leggi l’articolo e comincia oggi stesso, Non dimenticare di tornare sul sito per leggere i passi successivi per rendere unico e popolare il tuo blog di viaggi.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Aprire un blog di viaggi da zero: domande e risposte
  • Competenze tecniche per aprire un blog di viaggio
  • Costi per aprire un blog di viaggi
  • Attrezzatura necessaria per un blog di viaggi
  • Le regole fondamentali di ogni blog
    • Passione
    • Costanza
    • Originalità
    • Farsi trovare su internet
  • Errori da non commettere
  • Il pubblico del tuo blog di viaggi
  • Scegliere gli argomenti per un blog di viaggi
  • Scegliere il nome di un blog di viaggi
    • Qualche indicazione in più sul nome
    • Scegliere .it o .com?
  • Creare un logo e scegliere i colori del tuo blog di viaggi
  • Creare i canali Social del tuo blog
  • Scegliere la piattaforma adatta a te al tuo blog di viaggi
    • Blogger 
    • Tumblr
    • Squarespace
    • WordPress
  • Scegliere l’hosting
  • Dalla teoria alla pratica crea il tuo blog di viaggi
  • Installare e configurare WordPress
  • Creare le tue prime pagine
    • Pagina 1: Chi sono
    • Pagina 2: Contatti
    • Pagina 3: Privacy
    • Pagina 4: Copyright
  • Newsletter
    • Servizi gratuiti per la newsletter
  • Creare i contenuti e pianificare le uscite
  • Qualche consiglio per i primi articoli
  • Pronti? Via!
    • Come creare un blog di viaggi?
    • Quanto si guadagna con un blog di viaggi?
    • Chi paga i travel blogger?
    • Qual è il miglior sito di viaggi?
blog di viaggio in italiano
All’aeroporto, al rientro da un viaggio in Alaska, col mio vecchio MacBook

Competenze tecniche per aprire un blog di viaggio

Se sei in grado di usare Facebook o Instagram, puoi aprire un blog di viaggi. Più avanti nell’articolo parlerò delle varie piattaforme di blogging, fra le quali ognuno può trovare quella che più si addice alle proprie competenze, oltre che alle proprie tasche.

Costi per aprire un blog di viaggi

Il costo per aprire un blog di viaggi da zero è veramente minimo. Con Hostinger (che io uso per questo sito) puoi provare ad aprire un blog con il costo di un caffè alla settimana. 

Se poi ti piace e vuoi essere più professionale devi mettere in conto qualche altra spesuccia, ma con una decina di euro al mese o poco più te la puoi cavare, ci sono un sacco di strumenti gratuiti che puoi utilizzare a seconda delle esigenze, anche questo è dettagliato più avanti nell’articolo.

Attrezzatura necessaria per un blog di viaggi

L’attrezzatura necessaria per aprire un blog di viaggi è molto semplice.

  • Una macchina fotografica (ma puoi usare anche il telefono se scatta belle fotografie)
  • Un computer a mio avviso è necessario, ma in emergenza puoi usare anche il tablet o il telefono.
  • Spirito di osservazione e fantasia

Le regole fondamentali di ogni blog

Le regole fondamentali per un blog di successo sono poche: passione, costanza e originalità.

Passione

La passione la diamo per scontata? Altrimenti chi ve lo fa fare di mettervi in quest’avventura?

Costanza

La costanza è importante. Un blog che pubblica un articolo ogni 3-4 mesi è difficile che possa fare tendenza e non c’è nulla di più deludente di incappare in un blog abbandonato.

Occorre scrivere costantemente, diciamo almeno 2 volte al mese se scrivi articoli complessi, 1-2 volte alla settimana se si tratta di notizie o curiosità.

La cosa migliore è pianificare sempre il lavoro con anticipo, in maniera da avere sempre articoli programmati per i 3-6 mesi successivi. Non serve per forza scriverli, ma serve pianificarli, per non trovarsi all’ultimo senza idee. So che può sembrare complesso o per alcuni inutile, ma serve ad avere una visione chiara del lavoro da svolgere. Perché, se non fosse chiaro, si tratta di un lavoro.

Originalità

Il terzo comandamento è: non copiare. Puoi girare per il web, prendere spunti, leggere libri, documentarti sulla “concorrenza”, parafrasare concetti, ma sii originale. 

I contenuti copiati danneggiano tanto te quanto chi li ha scritti in origine. I motori di ricerca penalizzano infatti i contenuti duplicati, rendendoli meno visibili nelle ricerche. Inoltre, diciamocelo, è veramente noioso trovare tanti siti che dicono tutti le stesse cose (torniamo al tema: perché le persone dovrebbero leggere i miei articoli?).

Farsi trovare su internet

Un altro aspetto importante di cui tener conto, prima di decidere di aprire un blog di viaggi, è che se scrivi tanto e bene, ma nessuno legge ciò che scrivi, è fatica sprecata. Da qui un’altra regola importante devi impegnarti per promuovere il tuo sito. Ci sono molte cose che si possono fare, le vedremo man mano.

Errori da non commettere

Primo: non copiare, ma questo ce lo siamo detti.

Secondo: non pensare che sia facile, non è facile, ma se ti piace è appagante

Terzo: non mollare. All’inizio, probabilmente, le visite saranno poche e sporadiche, ma seguendo le tre regole fondamentali ce la puoi fare.

Massimo Basso alle prese con le foto
In Canada, sosta per scaricare le fotografie

Il pubblico del tuo blog di viaggi

Il pubblico è un po’ come la famiglia, uno non se la sceglie. In realtà puoi fare molto per indirizzare il tuo pubblico. Ovviamente all’inizio a leggerti saranno gli amici, ma con il passa-parola ed un po’ di strategia, puoi attirare le persone che hanno la tua stessa passione.

Puoi scegliere se interagire con il tuo pubblico tramite il blog o affidarti ai social, ma devi essere preparato ai commenti ed ai giudizi negativi. La polemica in genere non paga, pertanto prendi le critiche come spunti per migliorare e tralascia i commenti inutili con superiorità.

Se il tuo pubblico è Italiano evita di usare l’inglese ad effetto, con il rischio di usarlo a sproposito.

Scrivi gli articoli nella lingua che è familiare al tuo pubblico, la competenza non si dimostra con un termine in inglese. Se hai un pubblico internazionale puoi scegliere di scrivere gli articoli in più lingue, ma non farlo all’interno dello stesso articolo. Questo è un argomento complicato e parlarne qui sarebbe troppo lungo.

Scegliere gli argomenti per un blog di viaggi

Allora abbiamo già visto che per creare un blog di viaggi innanzitutto bisogna avere qualcosa da raccontare, ma cosa? Puoi scrivere di qualsiasi cosa o scegliere un argomento specifico, ma l’importante è essere originali. 

Anche se in questo momento i viaggi sono un po’ limitati, puoi cominciare scrivendo della tua città, dei luoghi che hai visitato, di un particolare monumento o parco naturale. Anche se a te sembrerà banale e scontato, una persona che arriva da fuori potrebbe trovare spunti e consigli interessanti. 

Puoi anche scrivere una guida su come pianificare un viaggio, come cercare un volo su internet, cosa mettere in valigia, gli accessori HiTec irrinunciabili ed un sacco di altri argomenti. Scrivi di argomenti per i quali hai una competenza o un’esperienza specifica o per i quali hai una grande passione.

Sii dettagliato, non limitarti a scrivere le poche informazioni che tutti gli altri hanno scritto, altrimenti ti confonderai nella folla. Scrivi qualcosa di personale, una tua esperienza, un tuo giudizio, qualche emozione o, semplicemente una curiosità che il lettore troverà solo nel tuo articolo.

Con un po’ di fantasia gli argomenti non mancano anche in un periodo come questo in cui i viaggi e gli spostamenti sono limitati.

Scegliere il nome di un blog di viaggi

Ecco ci siamo.. il momento è catartico.. avrebbe detto il comico Flavio Oreglio. 

Il momento è giunto, devi darti un nome. Meglio se originale. Questo è il nome che ti contraddistingue e ti deve identificare. Pensa a come sei, come scrivi, cosa fai. Metti giù le parole che ti identificano come un elenco su un foglio e prova a combinarle. Se hai un soprannome puoi scegliere quello. Poi controlla se il dominio è disponibile e .. scoprirai che qualcuno ci ha già pensato. Ricomincia da capo circa 200 volte e troverai il nome perfetto. Ah. Dimenticavo, controlla che non ci siano pagine social con lo stesso nome.. ecco.. ricomincia da capo.

Scherzo, ma non troppo! Trovare domini liberi e inventare nomi originali non è facile, ma puoi anche usare alcuni servizi interessanti tipo Domainsbot,  Bust a Name o Panabee. Se stai scegliendo un nome in italiano potrebbero essere meno efficaci, ma forniscono comunque idee da valutare. Aspetta comprare il dominio, vediamo dopo come fare.

Qualche indicazione in più sul nome

  1. Ragiona in ottica di lungo termine, se il tuo non è un blog veramente specifico lasciati aperte delle strade. Ad esempio se ti piace il mare non chiamarlo solemarefelicità, nel caso tu decida poi di parlare di montagna potrebbe essere una limitazione.
  2. Non legarlo ad un evento o ad un tuo stato d’animo che potrebbe cambiare, come ad esempio il nome della tua destinazione preferita o del tuo compagno/a/* (non chiamarlo viaggistatiuniti, se pensi che potresti decidere di parlare anche dell’Africa)
  3. Facile da ricordare, usa dei termini conosciuti
  4. Facile da scrivere, senza ambiguità, come ad esempio due vocali consecutive (sole e mare e felicità si scriverà solemarefelicità o soleemareefelicita?)
  5. Senza trattini o altri simboli

Scegliere .it o .com?

Il massimo sarebbe scegliere un dominio che sia libero con entrambe le estensioni. Un dominio .it ed un dominio .com possono costare 20 euro all’anno, in totale, se credi nel tuo investimento comprali entrambi.

Se il dominio che cerchi esiste già in una delle due estensioni, potresti decidere di cambiare nome, per evitare duplicati e confusioni, a meno che l’altro dominio non parli di tutt’altre cose (ma potrebbe sempre cambiare)

Scegliere fra .it e .com dipende essenzialmente dal tuo pubblico: guarda a chi stai scrivendo. Se il pubblico è internazionale meglio .com, per un pubblico italiano meglio .it. Questa non è una regola ferrea e, soprattutto, non guardare al mio sito. Il mio sito si chiama Viaggio ControMano, ha un dominio .com col mio nome e si rivolge ad un pubblico italiano (comunque se digiti viaggiocontromano.it o viaggiocontromano.com entrambi puntano a questo dominio, sono entrambi di mia proprietà). E’ il frutto di scelte fatte in passato non sempre felici.

In India, fotografando la fauna selvatica per il mio blog
In India, fotografando la fauna selvatica per il mio blog.

Creare un logo e scegliere i colori del tuo blog di viaggi

Il Logo è il tuo marchio di fabbrica, qualcosa che ti identifica distingue dalla concorrenza, perciò devi metterci un po’ di attenzione. Qualcosa di semplice da ricordare e che sia in linea con la tua “mission”, che possa essere riprodotto nei colori che hai scelto per il tuo sito e che sia visibile sia su un fondo scuro che su un fondo chiaro.

Troppo? Puoi fare da te o farti aiutare. Il primo logo per il mio sito l’ho acquistato su GraphicRiver*, ce ne sono un sacco e li puoi personalizzare. In alternativa puoi scegliere un servizio personalizzato come Fiverr*, dove, per pochi euro, qualcuno lo creerà solo per te.

Creare i canali Social del tuo blog

Se vuoi diffondere il verbo del tuo blog, devi pubblicare regolarmente sui social media. Crea un account su ogni social che utilizzi con il nome del tuo sito e alimentalo in maniera costante. Non creare un account se non hai intenzione di utilizzarlo, meglio non averlo piuttosto che abbandonarlo a se’ stesso. Fondamentali sono Instagram e Facebook, più di nicchia Twitter e Pinterest, che io amo molto, anche se non alimento con regolarità. Facebook e Pinterest sono i migliori per pubblicizzare i tuoi articoli.

Scegliere la piattaforma adatta a te al tuo blog di viaggi

Ci sono molte piattaforme ovvero programmi online per creare un blog. I più famosi ed usati hanno il grande vantaggio che, quando ti trovi in difficoltà, puoi mettere il tuo quesito su Google e trovare la soluzione già pronta, in un forum o in tutorial. Per questo motivo tralascio quelli di nicchia.

Blogger 

Blogger è un servizio di blog gratuito di Google. Con Blogger hai la possibilità di creare un blog in modo rapido e semplice, senza essere esperto di tecnologia. Il fatto che sia di Google è una garanzia e per cominciare ti serve solo un account Google che probabilmente hai già, oppure uno nuovo. 

Pro: Blogger è gratuito, facile da usare, è sicuro, è di Google.

Contro: limitato nella crescita delle funzioni, limitata disponibilità di modelli per il sito, funzionalità aggiuntive spesso non disponibile e.. non ultimo.. Google potrebbe decidere che Blogger non interessa più e sospenderlo.

Tumblr

Tumblr è una piattaforma di microblogging con integrato un social network, più adatto per piccoli post, piccoli progetti.

Pro: Tumblr è gratuito con un sottodominio Tumblr come https://example.tumblr.com. Facile da configurare, semplice per i video ed i contenuti multimediali.

Contro: funzionalità ed estensioni limitate, poche possibilità di personalizzazione e difficoltà ad esportare i contenuti ad un’altra piattaforma in caso di insoddisfazione. Per collegare un tuo dominio occorre passare alla versione a pagamento.

Squarespace

Squarespace è un servizio di creazione di siti web visuale. E’ un modo semplice di creare siti online, ma poco adatto per il blogging

Pro: facile da usare ed ha modelli di siti molto accattivanti

Contro: funzionalità limitate ed orientate ai professionisti e piccole imprese

WordPress

L’ho lasciato per ultimo perché è il mio preferito. WordPress è il programma principe per il blogging ed è utilizzato da oltre il 40% dei siti internet. Il software di WordPress è gratuito e può essere ospitato su un server oppure tramite la piattaforma online di WordPress.com. 

Avere WordPress su un server libero ha il vantaggio di poter disporre di tutte le funzionalità, tutti i temi e di tutti i plugin, senza limitazioni. 

WordPress.com offre invece un ambiente protetto, ma molte limitazioni all’utilizzo che possono essere sbloccate solo passando a piani di abbonamento a prezzi più alti. Quando parlo di WordPress mi riferisco quindi a WordPress.org, quello ospitato su un “tuo” server. Dopo parliamo di come trovare un server per WordPress.

Pro: completo controllo su ogni aspetto del tuo sito, possibilità di integrare nuove funzionalità, come forum, negozio online e community. Disponibilità di temi gratuiti ed a pagamento, oltre a più di 50.000 plugin gratuiti accessibili tramite WordPress.org. Sviluppo continuo e possibilità di interazione coi motori di ricerca completano i vantaggi di questo strumento.

Contro: bisogna imparare ad usarlo ed a gestire i backup e la sicurezza, ma ce la puoi fare senza diventare uno scienziato.

Scegliere l’hosting

Appurato che per aprire il tuo blog di viaggi vuoi usare WordPress (e non WordPress.com), devi trovare qualcuno che ospiti il tuo sito internet sui propri server. Questo servizio si chiama hosting, “to host” in inglese significa appunto ospitare. 

Tutti o quasi offrono l’installazione di WordPress con un click, quindi niente paura. 

Ci sono tantissime offerte sul mercato ed è difficile districarsi, ma con poche semplici regole troverai quello che fa per te.

Se i tuoi visitatori sono italiani è meglio che i server siano in Europa o in Italia, per evitare che i dati vadano avanti ed indietro sull’oceano, perdendo in velocità (è vero). L’assistenza è meglio se è buona ed in Italiano. Ultima regola è che se anche non utilizzerai da subito tutte le funzionalità, è meglio che per quanto possibile l’hosting (quei gentili signori che ospitano il tuo sito) sia privo di limitazioni.

Dopo essere passato da un provider (hosting provider) all’altro io uso Hostinger* e per non parlare male della concorrenza mi limito a consigliarvelo caldamente (se poi comprate da qui* io ci guadagno qualcosa, ma non è per questo motivo che lo consiglio). 

Le funzionalità sono complete, l’assistenza gentile e competente, il prezzo giusto. Se volete approfondire ho fatto un articolo a parte, ma per cominciare andrà bene il piano startup a poco meno di 4 euro al mese.

Potete trovare offerte diverse anche a prezzi inferiori, ma, dopo aver provato tante soluzioni, considero il rapporto qualità/prezzo di Hostinger* il miglior compromesso per partire col piede giusto.

Dalla teoria alla pratica crea il tuo blog di viaggi

Sia che tu decida di usare Hostinger* che un altro provider, è ora di passare all’azione e aprire il blog di viaggi che sognavi.

Installare e configurare WordPress

Veniamo al dunque. Sei proprietario di un dominio e pronto per installare e configurare WordPress. 

Entra nel tuo hosting, accedi al pannello di controllo, clicchi su installazione e quando ti chiede dove desideri installarlo, scegli il tuo nuovo dominio (es: www.travelbloggerdelXXXsecolo.it). Una volta installato, sarai in grado di accedere al pannello di controllo di WordPress con il tuo nuovo nome utente e password.

Poi dovrai scegliere un vestito per il tuo blog, installare alcuni plugin necessari, inserire logo e banner, ma di questi aspetti tecnici parlerò in altro articolo. Restiamo sugli aspetti organizzativi.

Ho creato una piccola guida su come acquistare e installare WordPress utilizzando il provider SiteGround, leggi l’articolo Hosting WordPress per il tuo blog di viaggi.

Creare le tue prime pagine

Il modo migliore di familiarizzare con il tuo blog è creare le tue quattro pagine essenziali: Chi sono, Contatti, Privacy e Copyright. Accedi alla Dashboard, clicchi su “pagine” e “aggiungi pagina” ed il gioco è fatto. Non mi dilungo nei dettagli tecnici, per quelli rimando agli articoli specifici, ma le pagine sono diverse dagli articoli. Le pagine sono e rimarranno costanti o “statiche” nel tuo sito (salvo modifiche), mentre gli articoli saranno la parte dinamica, da alimentare costantemente.

Pagina 1: Chi sono

Ricordatevi sempre il pubblico, se è italiano perché usare “about me”?

In questa pagina parla di te, di cosa fai, perché hai aperto un blog di viaggi e magari inserisci un aneddoto interessante. Scrivi di cosa tratta il tuo sito e cosa i lettori si devono aspettare di trovare.

Parla delle tue passioni, delle tue competenze e perché le persone dovrebbero leggere i tuoi articoli.

Pagina 2: Contatti

Lo ridico? Se il tuo pubblico parla italiano non usare “contacts”.

Le persone a volte hanno bisogno di mettersi in contatto con te, per un consiglio o una collaborazione. Assicurati di aver inserito l’email preferita sulla quale ricevere la posta e che la stessa non finisca nello spam. Sii chiaro sui tempi e sui modi della risposta.

Pagina 3: Privacy

Nonostante si possano trovare esempi di pagine di privacy sul web, consiglio di utilizzare un servizio professionale tipo quello di Iubenda, che per i piccoli siti con poche necessità è un servizio gratuito. Se poi il sito cresce e fa pubblicità, pochi euro all’anno non saranno un problema.

Pagina 4: Copyright

Questa pagina è abbastanza standard, puoi trovare esempi su internet o copia la mia. Fra le altre cose, è l’unica pagina tradotta anche in inglese.

Newsletter

La newsletter è un modo di fare marketing diretto ai tuoi lettori. E quando dico marketing non dico che devi vendere qualcosa, semplicemente ricordare ai lettori che esisti e che hai pubblicato qualcosa di nuovo e di interessante. 

I lettori si iscrivono spontaneamente alla tua newsletter e quindi vogliono ricevere le tue mail, non so se consigliarti ogni settimana o almeno una volta al mese. Io ho scelto la seconda, così non sono troppo invasivo e ho sicuramente qualche articolo nuovo da proporre.

Servizi gratuiti per la newsletter

Per cominciare in maniera gratuita ti consiglio di scegliere un provider conosciuto, tipo Sendfox o Mailchimp che ti permettono di avere un certo numero di iscritti in maniera gratuita.

Sendfox, che io uso in questo sito, permette di avere fino a 1.000 iscritti gratuiti. A mio avviso è più immediato di altri che ho provato ed è più facile creare pagine di ringraziamento, ma è una questione di gusti. 

Creare i contenuti e pianificare le uscite

Delle idee per creare nuovi contenuti e della programmazione ne ho già parlato, adesso è il momento di mettere giù gli articoli. Io li scrivo su un foglio di word e poi li ricopio, ma si possono scrivere direttamente sul blog. Clicchi su “articoli” à “aggiungi nuovo” ed eccolo qui, il tuo primo articolo (cancella quello di esempio di WordPress). Poi dovrai aggiungere fotografie e magari qualche link.

Qualche consiglio per i primi articoli

Nei primi articoli meglio parlare di qualcosa che conosci bene e che ti dia sensazioni positive. Se scrivi bene, queste sensazioni verranno trasmesse ai lettori e sarà un’ottima maniera per cominciare. 

Usa una bella foto per la copertina, possibilmente una foto che hai scattato tu o dove ci sei tu, per testimoniare la tua presenza nel luogo. Non abusare di foto di te, altrimenti più che un blog può sembrare autocelebrazione.

Scrivi frasi corte e chiare, se devi esprimere più concetti spezzali in frasi separate.

Inserisci l’argomento del tuo articolo all’inizio, molta gente legge le prime due righe e se non sono interessanti chiude o volta pagina.

Ci sono plugin o servizi che ti aiutano nello scrivere meglio, tipo Yoast, ma prima provaci tu.

Pronti? Via!

E’ ora di aprire il blog di viaggi! Buon (blog di) Viaggio, se ti areni da qualche parte scrivimi! (leggi il prossimo articolo su come acquistare l’hosting su SiteGround e installare WordPress)

Come creare un blog di viaggi?

Puoi leggere questo ed altri articoli sull’argomento nella sezione dedicata del mio blog.

Quanto si guadagna con un blog di viaggi?

I guadagni vanno da zero (più le spese del blog) fino a molto.
Dipende da quanto è seguito il blog. Inizialmente saranno spese, poim se sarete bravi, comincerete a guadagnare.

Chi paga i travel blogger?

Buona parte dei travel blogger hanno introiti provenienti principalmente dalle sponsorizzazioni e dai link introdotti sul sito. Alcuni, ma non sono tantissimi, sono pagati dalle agenzie di viaggio o dagli enti del turismo per scrivere articoli su una determinata destinazione o un determinato servizio.
Solo quelli più famosi!

Qual è il miglior sito di viaggi?

Non esiste un sito “migliore”. Ci sono tanti siti e blog che toccano diversi argomenti e spaziano su differenti località. Trova qualcuno che abbia i tuoi stessi interessi ed incomincia a seguire i post.

Scopri cosa puoi fare

Leggi tutti gli articoli che ti aiutano ad aprire un blog di viaggi da zero.

Scopri come acquistare uno spazio dove ospitare il tuo sito e come muovere i primi passi con WordPress.

Pian piano ti accompagno in questo fantastico mondo, ogni mese guide trucchi e consigli.

Se invece stai programmando un viaggio controlla cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Arrivederci presto!

Pubblicato: 20/01/2022
Char Dham le quattro Dimore degli Dei in India

Char Dham, le quattro Dimore degli Dei in India

di Max Pubblicato: 14/01/2022
India written by Max

Char Dham le Dimore degli Dei in India

Le quattro dimore degli Dei o Char Dham in India sono fra le più popolari mete di pellegrinaggio dell’India e si trovano all’estremità dei quattro punti cardinali del paese. 

Per i devoti visitare questi siti è di aiuto nel raggiungimento della liberazione dal ciclo delle reincarnazioni (Moksha). Per i viaggiatori non devoti può essere un modo di percorrere le strade dell’Induismo ed incontrare una cultura diversa nei suoi luoghi simbolo.

La liberazione può essere interpretata diversamente a seconda del contesto. Questa è intesa in genere come salvezza dal Samsara, il ciclo delle rinascite, ma può essere anche il raggiungimento di una condizione spirituale superiore.

In realtà non esiste una sola storia che spieghi il collegamento tra queste quattro città, ma esse avevano già un ruolo fondamentale fin dai tempi del Mahabharata (circa 500 a.C.). Le quattro città sono citate nei primi Purana, intorno al 400 d.C., poi da Sri Adi Sankara, il filosofo indiano maestro della dottrina non dualista, vissuto tra il VII e l’VIII secolo, il quale fondò in queste città degli ordini monastici per celebrarne l’importanza. Ad esempio nel tempio Dwarka nel Gujarat, istituì l’ordine monastico degli “Asrama”, e a Puri in Orissa, quello degli “Araṇya”. 

Leggi anche Luoghi Sacri dell’Induismo e regole di comportamento

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Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Char Dham le Dimore degli Dei in India
  • Mappa dei Char Dham
  • I quattro Char Dham in India o Dimore degli Dei
  • Il Tempio di Jagannath a Puri – Char Dham
    • Origine di Jagannath
    • Un’altra spiegazione sull’origine di Jagannath
    • Informazioni sul Tempio di Jagannath
    • Le Murti, Figure Sacre di Jagannath
    • Ratha Yatra
  • Il tempio di Vishnu a Badrinath – Char Dham
    • Vishnu in meditazione a Badrinath
  • Rameswaram – Char Dham
    • La leggenda dei Lingam di Rameswaram
  • Dwarka – Char Dham
    • La leggenda di Krishna e Rukmini
  • Le destinazioni gemelle dei Char Dham nei Purana
  • Chota Char Dham
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Mappa dei Char Dham

Char Dham le quattro Dimore degli Dei in India
Mappa di Char Dham le quattro Dimore degli Dei in India

I quattro Char Dham in India o Dimore degli Dei

  • Ad est: il tempio Jagannath (una manifestazione di Krishna) a Puri, in Orissa
  • A nord: il tempio di Vishnu a Badrinath, nell’Uttarakhand
  • A sud il tempio di Shiva a Rameshvaram nel Tamil Nadu
  • Ad ovest: il tempio Krishna a Dwarka nel Gujarat

Il Tempio di Jagannath a Puri – Char Dham

Questo tempio si trova a Puri in Orisssa ed è dedicato a Jagannath. Questa Divinità è una rappresentazione di Krishna. Jagannath viene raffigurato con una grande testa, un gran sorriso e grandi occhi, mentre il corpo è privo di membra, di colore blu e nero, i colori di Krishna. Spesso è raffigurato insieme ad altre due figure che rappresentano Subhadra e a Balarama, la sorella ed il fratello.

Origine di Jagannath

Sull’origine della forma di Jagannath esistono diverse storie. La più accreditata racconta che il re Indradyumna incaricò l’architetto celeste, di scolpire una immagine di Krishna. L’architetto accettò l’incarico purché lo lasciassero lavorare senza essere disturbato per 21 giorni. Il Re, però, troppo curioso, dopo quindici giorni andò a sbirciare l’avanzamento dell’opera. Poiché l’accordo non era stato rispettato Vishvakarman, l’architetto celeste, abbandonò l’opera, lasciandola in questo modo incompiuta.

Un’altra spiegazione sull’origine di Jagannath

Un’altra storia narra che Krishna, Subhadra e Balarama si appassionarono così tanto ad ascoltare i racconti delle gesta di Krishna narrati dai pellegrini, che le teste e gli occhi si gonfiarono e le membra si ritrassero dando luogo alla figura di Jagannath e dei suoi fratelli.

Char Dham - Tempio di Jagannath - Puri - i luoghi sacri dell'induismo
Tempio di Jagannath a Puri in Orissa, un altro dei luoghi sacri dell’Induismo

Informazioni sul Tempio di Jagannath

Il tempio come lo vediamo oggi fu costruito nel XII secolo sulle rovine di un tempio precedente. 

Per i non Induisti la visita è limitata al solo esterno, mentre l’interno non è accessibile, a differenza di altri templi di Krishna, come ad esempio quello di Dwarka. Bisogna lasciare scarpe e cellulare in deposito e poi si arriva fino all’ingresso dopo aver passato alcuni controlli, ma senza arrivare all’interno del tempio.

Le Murti, Figure Sacre di Jagannath

Una delle particolarità di questo Tempio è che la raffigurazione principale di Jagannath è in legno, a differenza della maggior parte delle altre divinità. Ogni dodici o diciannove anni le Murti sono sostituite nella cerimonia del Navakalevara e devono essere scolpite come replica esatta delle precedenti utilizzando il legno di un albero sacro. 

I lavori di scultura del legno durano 21 giorni, durante i quali gli intagliatori non lasciano mai il tempio. Alla fine dei lavori le nuove immagini delle divinità, vengono trasportate nel santuario all’interno del tempio. La cerimonia di trasformazione si svolge tre giorni prima della festa dei carri, l’ultima volta è accaduto nel 2015.

Fonte: https://www.business-standard.com/article/beyond-business/renewal-at-puri-115030600563_1.html , https://www.shreejagannatha.in/nabakalebara/

Ratha Yatra

Il Ratha Yatra è una celebrazione che avviene ogni anno, il secondo giorno di luna nuova del mese Hindu di Ashadha, nel 2022 il 1° luglio e nel 2023 il 22 giugno. Letteralmente la parola significa processione dei carri, in ricordo del ritorno di Krishna a Vrindavana dopo una lunga assenza.

Le figure di Jagannath, Subhadra, Balarama e Sudarsana (incarnazione dell’arma di Vishnu) vengono trasportate con dei carri appositamente creati per un tragitto di circa due chilometri fino al tempio di Gundicha. Il festival attira milioni di visitatori ogni anno.
Numerosi Ratha Yatra sono celebrati anche al di fuori dell’India, anche in alcune parti d’italia, per esempio a Milano nel 2021.

Il tempio di Vishnu a Badrinath – Char Dham

Badrinath si trova a circa 7 ore di auto a nord di Haridwar, ai piedi dell’Himalaya. All’interno del Tempio principale Vishnu è raffigurato come Nara-Narayana, gli avatar gemelli che lavorano per la conservazione del Dharma.

Badrinath si trova ad un’altitudine di oltre 3.000 metri, in mezzo alle montagne ed è coperto dalla neve per oltre sei mesi l’anno. Durante l’inverno il tempio rimane chiuso e la la divinità viene trasportata a Joshimath. Nello stesso periodo anche i templi di Gangotri, Yamunotri e Kedarnath, destinazioni del Chota Char Dham, un pellegrinaggio locale, rimangono chiusi. 

La strada che porta al Tempio è spesso danneggiata da frane e smottamenti, pertanto informatevi sulle condizioni prima di partire.

Vishnu in meditazione a Badrinath

Secondo una delle leggende Vishnu meditò qui per migliaia di anni, mentre la dea Lakshmi forniva ombra a suo marito sotto forma di un albero di Badri. Così il luogo divenne noto come il nome di Badrinath.

L'albero chiamato Badri è il giuggiolo o dattero cinese (Ziziphus jujuba). Originario dell'africa è molto diffuso in Cina ed India. In Italia arrivò grazie ai mercanti Veneziani, che lo importarono e ne cominciarono la coltivazione, prima in laguna e poi nei Colli Euganei.

L’idolo principale si dice che sia stato scoperto da Adi Shankaracharya, in un fiume vicino e inizialmente posizionato in una sorgente termale. Solo più tardi fu costruito il tempio attuale, che risale al XVI secolo e fu costruito da re di Garhwal.

Il tempio è incastonato nelle montagne e circondato da panorami favolosi. Da Badrinath è possibile raggiungere facilmente le sorgenti termali per godersi una giornata di relax.

Il tempio di Vishnu a Badrinath
Il tempio di Vishnu a Badrinath – foto di Ganapathi Brahm

Rameswaram – Char Dham

Rameswaram si trova sull’isola di Pamban, nel Tamil Nadu, a circa tre ore da Madurai e una dozzina da Chennai. L’isola è la parte dell’india più prossima allo Sri Lanka. In realtà non possiamo dire che si tratti di una vera isola, perché è collegata al continente da un ponte stradale e ferroviario, che permette di raggiungere il centro dell’isola.

Testimonianze storiche raccontano che esistesse un collegamento con l’isola già nel 1450 e che fosse un passaggio naturale prima affiorato e poi sommerso in seguito ad eventi naturali.

Anche Marco Polo nel suo libro Il Milione ne fa menzione chiamando la zona Adam’s Bridge.

Il tempio Ramanathaswamy è il più importante della cittadina ed è anche il più meridionale dei dodici santuari Jyotirlinga dell’India. Questi sono i luoghi dove Shiva si manifestò come una colonna di luce in seguito ad una disputa con gli altri membri della Trimurti.

Il tempio è molto antico e si hanno notizie di lavori di ampliamento a partire dal XII secolo. Questa costruzione vanta il corridoio più lungo tra tutti i templi induisti in India.

Il Tempio è dedicato Ramanathaswamy (Shiva), sotto forma di Lingam che si dice installato da Rama prima di attraversare il ponte per Lanka.

Char Dham, il ponte Pandam a Rameswaram
Ponte Pandam a Rameswaram – Foto di Ajay Kumar Pasupuleti

La leggenda dei Lingam di Rameswaram

Il poema epico indiano Ramayana racconta che Rama, settimo avatar di Vishnu, chiese a Shiva di perdonarlo per i peccati commessi durante la guerra contro il re Rakshasa Ravana.

Come offerta per le sue richieste Rama decise di inviare Hanuman a prelevare un Lingam in Himalaya, per poterlo installare sull’isola e adorare Shiva. Sapendo che Hanuman ci avrebbe messo tanto tempo, allora Sita, la moglie di Rama, per aiutare il marito costruì un piccolo Lingam utilizzando la sabbia della spiaggia. Si ritiene che entrambi i Lingam presenti all’interno del tempio risalgano a quell’epoca. Fra i due il più importante è quello portato da Hanuman ed è chiamato Vishwalingam, mentre quello minore è chiamato Ramalingam

Rameswaram, insieme a Varanasi, è considerato uno dei luoghi più sacri dell’India per gli indù e parte del pellegrinaggio di Char Dham.

Dwarka – Char Dham

Tra le città sacre dell’Induismo Dwarka è quella più occidentale. Si dice che fu Krishna in persona a fondare Dwarka, che per questo è venerata come una delle Sapta Puri, le sette città sacre dell’India, oltre che come dimora degli Dei.

Il più famoso tempio della città è il Dwarkadhish, noto anche come Jagat Mandir e dedicato a Krishna. Il tempio ha cinque piani appoggiati su 72 pilastri e raggiunge un’altezza di 50 metri. Il nucleo centrale, che si ritiene sia stato costruito dal nipote di Krishna, risale a circa 20 secoli fa, poi ampliato nel XV secolo. Il tempio è accessibile anche ai non induisti e rappresenta una visita molto toccante.

Secondo la leggenda Dwarka fu costruita sulla terra che Krishna stesso ottenne dal mare. 

La leggenda di Krishna e Rukmini

Un giorno il saggio Durvasa si recò in visita a Krishna ed a sua moglie Rukmini e quando giunse in città i coniugi andarono ad accoglierlo. Mentre recavano a palazzo Rukmini si sentì stanca e chiese dell’acqua. Krishna per accontentarla scavò una buca e miracolosamente ne fece uscire l’acqua del fiume Gange. Rukmini si dissetò, ma non ne offrì al saggio che si offese.

Durvasa, noto per essere incline alle maledizioni si adirò per l’accaduto e lanciò una maledizione a Rukmini. Secondo la maledizione sarebbe stata condannata a rimanere in quel luogo, eternamente separata dal marito. Si ritiene che il luogo narrato nella leggenda sia quello dove sorge oggi l’omonimo tempio e spiega perché i templi di Krishna e Rukmini sorgano a due chilometri di distanza l’uno dall’altro.

Immagini dall'india Gujarat -India #incredibleindia
Sadhu al tempio di Rukmini a pochi chilometri da Dwarka – Gujarat

Le destinazioni gemelle dei Char Dham nei Purana

Una nota storica. Nei libri storici dei Purana Vishnu e Shiva vengono descritti come gli eterni amici Hari e Hara. Dovunque si trovi Vishnu, nelle vicinanze si troverà anche Shiva. I Char Dham in India seguono questa regola e per ogni luogo decicato a Vishnu ce n’è uno dedicato a Shiva. Kedarnath è considerato gemello di Badrinath, Rama Setu gemello di Rameswaram, Somnath di Dwarka ed il Tempio Lingaraj di Bubhaneswar gemello di quello di Jagannath a Puri. Secondo alcune tradizioni, i Char Dham sarebbero Badrinath, Rangnath-Swami, Dwarka e Puri, tutti siti dedicati a Vishnu, ed a loro sarebbero associati i siti di Kedarnath, Rameswaram, Somnath e il Tempio Lingaraj a Bhubaneswar (anche se non è chiaro se il tempio Lingaraj sia proprio quello o si faccia riferimento ad un tempio con lo stesso nome che si trova a Gupteswar).

In ogni caso la maggior parte delle persone segue il pellegrinaggio classico dei Char Dham

Chota Char Dham

Nell’Uttarakhand esiste anche un altro cammino famoso per i pellegrini di fede Induista. Anche se di dimensioni più contenute, il cammino non è meno impegnativo poiché tutti e quattro i siti si trovano in montagna e tre richiedono una lunga camminata per essere raggiunti. I quattro siti si trovano ai piedi dell’Himalaya e si chiamano Yamunotri, Gangotri, Kedarnath e Badrinath ed il pellegrinaggio è chiamato Chota Char Dham.

Nel dicembre 2016, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha inaugurato un progetto di sviluppo delle strade di collegamento per migliorare la connettività tra Gangotri, Yamunotri, Kedarnath e Badrinath, allo scopo di rendere più facili i pellegrinaggi.

Libri e guide per un viaggio in India

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Proposte di viaggio in India

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Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 14/01/2022
Palazzo Barolo o dei Marchesi Falletti di Barolo a Torino

Palazzo Barolo a Torino: casa, fondazione e museo

di Max Pubblicato: 05/01/2022
Italia written by Max

Palazzo Barolo è un ex Palazzo Nobiliare che si trova tra via delle Orfane e Piazza Savoia, con l’ingresso su Via Corte d’Appello e rappresenta una delle più interessanti dimore nobiliari di epoca barocca di Torino. 

La visita al palazzo rievoca antichi fasti e l’eco delle discussioni fra i suoi abitanti, i Marchesi Falletti di Barolo, con i protagonisti di un’epoca, quali Sua Maestà Carlo Alberto, il Conte di Cavour, Massimo d’Azeglio, Silvio Pellico e i vari nobili. 

Palazzo Barolo è sede di due musei, due biblioteche, due Archivi, della Fondazione Tancredi di Barolo ed ospita più o meno regolarmente mostre ed altre attività. Oggi è possibile visitare il palazzo ristrutturato con una visita guidata condotta dai volontari dell’Opera Barolo. Vi assicuro, ne vale la pena.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Storia di Palazzo Barolo
  • La famiglia Provana, fra fasti e decadenza
  • Tancredi e Giulia, marchesi Falletti di Barolo
  • Le opere di Giulia e Tancredi a Palazzo Barolo
    • Palazzo Barolo ospita Silvio Pellico
  • Accoglienza a Palazzo Barolo per le giovani madri
  • Opera Barolo, già Opera Pia Barolo
  • Visita a Palazzo Barolo
  • Dove si trova Palazzo Barolo
  • Orario di visita
  • Biglietto d’ingresso:

Storia di Palazzo Barolo

La casa originale era di proprietà del Conte Ottavio Provana di Druent, primo scudiero e gran guardarobiere di Vittorio Amedeo II di Savoia, una carica che dava privilegi e denaro.

Grazie alle ricchezze accumulate e per dar lustro al proprio casato, il Conte, verso la fine del seicento affidò la ristrutturazione del Palazzo a Francesco Baroncelli. L’architetto all’epoca era molto noto e si occupò anche della costruzione di quello che oggi è il Circolo degli Artisti a Torino, oltre a collaborare col Guarini a Palazzo Carignano.

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La famiglia Provana, fra fasti e decadenza

Sempre nell’ottica di fornire lustro alla famiglia, l’unica figlia del Provana, Elena Matilde andò in sposa al marchese Gerolamo Gabriele Falletti di Barolo. Ovviamente nel contratto matrimoniale era prevista una congrua dote pagabile in dieci comode rate annuali, fino all’estinzione del debito. 

All’epoca non erano previste agevolazioni e quando il Conte, in difficoltà, forse anche a causa delle ingenti somme spese per la ristrutturazione del palazzo, non pagò una rata della dote, la malaugurata Elena Matilde dovette tornarsene a casa propria. 

Nel frattempo la coppia aveva avuto dei figli ed il primogenito Ottavio Giuseppe, alla morte della madre, suicida nel 1727, ereditò il Palazzo. Il giovane intorno alla metà del Settecento ne affidò la modifica a Benedetto Alfieri, per adeguarlo al nuovo gusto rococò, tanto di moda nell’aristocrazia di tutta Europa. 

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Tancredi e Giulia, marchesi Falletti di Barolo

Dal Matrimonio di Ottavio Giuseppe con Paolina d’Oncieu di Chaffardon, nel 1782, nacque Carlo Ippolito Ernesto Tancredi Maria Falletti di Barolo, conosciuto come Tancredi Falletti di Barolo. Il giovane si distinse subito nell’aristocrazia dell’epoca, arrivando a ricoprire le cariche di Guardia d’Onore e Ciambellano alla corte di Napoleone. 

A Torino fu prima membro del Consiglio Comunale e poi Sindaco nel 1826, ma Tancredi era soprattutto un filantropo. 

Durante la permanenza in Francia aveva conosciuto la nobile Juliette Colbert, che noi oggi conosciamo semplicemente come Giulia di Barolo, che sposò a Parigi il 18 agosto 1806.

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Le opere di Giulia e Tancredi a Palazzo Barolo

Entrambi erano persone illuminate e sensibili alle problematiche generate dalle differenze sociali.

Giulia, grazie al padre, noto illuminista, ebbe un’istruzione che poche donne dell’epoca potevano vantare, relegate in un ruolo di secondo piano, sia nella vita pubblica che nella cultura. La coppia non ebbe figli e, forse anche per questo, si dedicò ai meno fortunati. 

Insieme promossero scuole per i poveri ed opere filantropiche, fra le quali, nel 1830, il primo asilo infantile.

Opera che ritrae i Marchesi di Barolo a Tavola
Dipinto che ritrae i Marchesi di Barolo a Tavola, da notare il cameriere di colore, che all’epoca era simbolo dell’opulenza della famiglia.

Palazzo Barolo ospita Silvio Pellico

I coniugi per molti anni ospitarono anche a Palazzo Barolo il patriota e scrittore Silvio Pellico, reduce dalla prigionia nella Fortezza dello Spielberg ed autore del famoso libro “le mie prigioni”, molto famoso già all’epoca. Allo scrittore furono assegnate delle stanze ed un attendente privato e divenne il segretario di famiglia.

Camera da letto di Silvio Pellico
Camera da letto di Silvio Pellico

Accoglienza a Palazzo Barolo per le giovani madri

A palazzo, con l’andare del tempo, vennero accolte le giovani madri in condizioni di povertà, alle quali veniva insegnato a leggere, a scrivere e a molte anche un mestiere.

Purtroppo il palazzo risentì molto di questa generosità dei coniugi di Barolo. L’affollamento che si creò nel tempo e fino alla Morte della nobildonna, fece sì che la sporcizia e il degrado s’impossessassero del palazzo. Ad un certo momento si arrivò addirittura a soppalcare i saloni, per fare spazio a sempre nuovi ospiti che, purtroppo, non sempre trattavano la casa come ci si aspetterebbe.

Il colpo di grazia arrivò dalla morte prima del Conte e poi di Giulia di Barolo. Una parte dei beni, infatti, era già stata venduta per finanziare il crescente bisogno di nuovi mezzi di sostentamento per gli ospiti.

Giulia poi, nel testamento, destinò il resto alla Fondazione Tancredi di Barolo, in modo che l’opera sua e del marito potesse proseguire.

Nei fatti le successive vendite dei beni, seppur a scopi benefici, dispersero molto del patrimonio artistico di Palazzo, mentre una parte fu da lei destinata al Comune di Torino.

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Opera Barolo, già Opera Pia Barolo

Opera Barolo oggi è una realtà viva che mette gli immobili di proprietà a disposizione di diverse realtà sociali con le quali condivide principi e missione. Molte strutture sono attive a Palazzo Barolo, e negli altri edifici dell’isolato di Piazza Savoia, altre nel cosiddetto Distretto Sociale Barolo, situato tra via Cigna e via Cottolengo.

L’Opera gestisce anche la scuola elementare ad Altessano-Venaria, fondata da Tancredi di Barolo nel 1837 per la popolazione del proprio latifondo, coadiuvata dalle suore di S. Anna.

Per saperne di più visita il sito, dove ci sono informazioni sulle varie attività. 

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Visita a Palazzo Barolo

Elementi interessanti dell’architettura del Palazzo sono la facciata, l’atrio e lo scalone a forbice, realizzati su progetto dell’architetto Gian Francesco Baroncelli.

Va detto che il palazzo originale è stato un po’ snaturato. Intorno al 1906, per fare spazio a quella che oggi è Via Corte d’Appello, la facciata del palazzo venne abbattuta e ridimensionata. Con essa alcune delle stanze che vi si affacciavano andarono perse o irrimediabilmente danneggiate. Su Via Corte d’Appello c’è ancora traccia del muro portante originale.

All’interno è possibile ammirare il salone centrale e tutta la parte nuova dell’Alfieri: la sala Mozart, dove non è chiaro se Mozart abbia realmente suonato, la sala degli specchi, simbolo di ricchezze e l’immancabile Salottino cinese, opera però di artigiani piemontesi.

Interessante ed evocativo l’appartamento di Silvio Pellico, oltre ovviamente all’appartamento dei Marchesi. 

L’attuale ritorno agli antichi fasti di Palazzo Barolo è frutto degli importanti lavori di restauro agli appartamenti posti al piano nobile, avviati nel 2012.

Grazie all’impegno dei volontari, il palazzo è aperto al pubblico. Frequentemente ospita mostre ed eventi artistici, oltre all famoso Museo della Scuola a Palazzo Barolo.

All’interno delle sale troviamo 2 dipinti storici che ritraggono gli interni del palazzo, così com’erano e che hanno aiutato i restauratori nella ricostruzione degli interni.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Il dipinto a destra è noto come “Viatico a corte” e dal 2019 è visibile nel palazzo Falletti di Barolo. Il dipinto, restaurato grazie alla Fondazione Opera Pia Barolo, ci mostra il salone d’onore di Palazzo Falletti di Barolo ed è l’unica fonte iconografica dell’epoca di Giulia Colbert, Marchesa di Barolo, Risale al 1865 ed è opera di Lodovico Reymond dell’Accademia Albertina.

Palazzo Barolo a Torino: casa, fondazione e museo > https://www.massimobasso.com/articoli/page/21/

Dove si trova Palazzo Barolo

Raggiungere Palazzo Barolo è facile e comodo. Si trova in via Corte d’Appello al numero 20, vicinissimo a piazza Savoia ed alla Chiesa della Consolata.

Da porta Susa a piedi occorrono circa 10 minuti e nei pressi potete anche fermarvi a visitare uno dei caffè storici di Torino, il Bicerin.

Orario di visita

Di solito la casa-museo apre da martedì a domenica, con orario 14:30-18:00 (fino alle 19:00 nel fine settimana e nei festivi). La biglietteria chiude un’ora prima.

In realtà bisogna unirsi ad una visita guidata molto ben condotta, della durata di circa un’ora. Le visite sono programmate ogni ora dalle 15:00 alle 17:00, con un’ulteriore visita alle 18:00 nel fine settimana e festivi, meglio prenotarsi. Durante l’anno sono previste chiusure e aperture straordinarie, consultate il sito per aggiornamenti.

Biglietto d’ingresso:

Il biglietto d’ingresso comprensivo della visita guidata costa solo € 5.00 ed è gratuito per chi possiede l’Abbonamento Musei Piemonte (verificato luglio 2023). La visita li vale veramente tutti. 

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Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto e parti senza lasciare nulla al caso.

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Pubblicato: 05/01/2022
Calendario sorrisi 2022

Calendario 2022 Sorrisi ODV

di Max Pubblicato: 31/12/2021
Divagazioni written by Max

Calendario dell’Associazione Sorrisi O.D.V. per il 2022

Anche quest’anno torna il calendario dell’Associazione Sorrisi, con fotografie di Giorgio Antoniotti,  Paola Franciosi, Edoardo Bernascone e mie, se volete averne una copia chiamatemi, scrivetemi qui o su Facebook o Instagram.

Abbiamo pensato di fare due formati: uno da appendere (quello delle foto qui sotto) e uno da scrivania.

I calendari sono stati realizzati grazie ai contributi delle persone generose che sostengono l’Associazione che si occupa soprattutto dei bambini di Kimbondo (crediti nell’ultima pagina del calendario).

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Calendario da tavolo

Esempio espositore calendari da tavolo sorrisi
Esempio espositore calendari da tavolo sorrisi

C’è anche una versione da tavolo del calendario, le foto sono un po’ diverse, il formato molto particolare, che ricorda i vecchi CD.

Se li volete scrivetemi, il volontariato è un pilastro importante per l’economia e non solo dei paesi poveri, anche per le persone disagiate del nostro paese.

Grazie a tutti quelli che sostengono questa e altre associazioni umanitarie,

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 31/12/2021
sfondo video giardino di natale 2021 2022

Viaggiare con la fantasia: il giardino di Natale

di Max Pubblicato: 28/12/2021
Video written by Max

Il mio giardino vivo

A causa dei possibili pericoli legati soprattutto al rientro in Italia, in tempi di Pandemia, il viaggio diventa a volte un miraggio ed il giardino un rifugio.

Infatti non è tanto la paura di contrarre il Covid in se’, quanto di rimanere bloccati all’estero perché impossibilitati a salire su di un aereo, a causa di un tampone positivo o di qualche linea di febbre, magari neanche legata ad una malattia specifica.

In questi periodi in cui non è possibile andare ad esplorare le foreste o le savane, l’occasione è buona per rimettersi ad osservare i visitatori del giardino.

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Indice

  • Il mio giardino vivo
  • Quindici anni di mangiatoie per gli uccelli
  • Il predatore
  • Video: il Giardino di Natale

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Natale in Giardino-low

Quindici anni di mangiatoie per gli uccelli

In questi quindici anni di mangiatoie e dopo centinaia di chili di semi di girasole, posso dire di aver visto passare veramente di tutto, in questa piccola porzione di verde fra la statale e le altre case.

Hanno cominciato le cince, fra le quali, la cinciallegra, la cinciarella, bigia e mora, che hanno per prime colonizzato il giardino.

Poi si sono presentati verdoni, lucherini, gazze, tortore, ghiandaie, cornacchie, fringuelli, pettirossi e scriccioli. Più raramente i frosoni e le peppole (che però sono nel video). Recentemente anche i cardellini si sono lanciati alla conquista del giardino, cercando di scacciare tutti gli altri uccelli, ma finendo per negoziare una più o meno duratura convivenza incruenta.

Il predatore

La scorsa primavera anche un predatore, lo sparviere, ha seminato il panico fra i miei protetti.

Un giorno ho visto infatti una specie di furia grigia abbattersi sulla magnolia ancora senza foglie e un’esplosione di piccoli amici piumati darsela a “ali” (non a gambe).

Era lui, un piccolo predatore grigio che per qualche giorno ha tentato di razziare il possibile, credo senza troppa fortuna, vito che poi non è più tornato..

Grazie della visita, ma siamo per la pace fra i popoli!

In ogni caso mancano all’appello il picchio rosso e verde che passano volando sopra il ciliegio, ma che non hanno mai fatto sosta (o che non ho mai visto). Anche i passeri paiono non gradire, ma d’estate ogni tanto si fanno vedere.

Complice una giornata di neve, ho filmato un piccolo raduno degli amici che ogni mattina mi danno il buongiorno e che hanno imparato a vivere col mio cane (e lui con loro).

Video: il Giardino di Natale

Guarda il video su Vimeo

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 28/12/2021
Luci di artista a Torino Luci di Natale 2021 2022 - Piazza Castello

Torino e le luci di Natale 2021 – 2022

di Max Pubblicato: 08/12/2021
ItaliaVideo written by Max

Luci d’Artista 2021/2022. Torna anche quest’anno a Torino questa fantastica iniziativa che rallegra le piazze e le strade. La rassegna ritorna per la ventiquattresima edizione del più importante evento di arte contemporanea a cielo aperto in Italia.

Quest’anno viene presentata con una nuova iniziativa, Natale di Luce.

Punto di partenza di questi eventi non possono non essere Piazza Castello e Via Roma, centro vivente della città.

Le realizzazioni di bravissimi artisti contemporanei italiani e stranieri tornano protagonisti dell’inverno torinese e diventano un’attrazione in una città che sta diventando sempre più una meta imperdibile, anche per il turismo straniero. Tra le varie opere Amare le differenze di Michelangelo Pistoletto in Piazza della Repubblica, Il volo dei numeri di Mario Merz sulla Mole e Tappeto Volante di Daniel Buren in Piazza Palazzo di Città.

Leggi anche Torino di notte da Porta Nuova a Piazza Castello

Video in Anteprima a Piazza Castello

Il 7 dicembre abbiamo assistito all’anteprima dell’installazione di Piazza Castello, che ho immortalato in un breve video e qualche fotografia. Un fantastico video mapping che ha illuminato Palazzo Reale e le statue presenti in piazzetta Reale.

Una chiara sfida alle più blasonate metropoli internazionali.

Bravissimi gli autori e chi lo ha realizzato, installato e fatto funzionare.

Dove sono le Luci D’artista

*fonte TurismoTorino

Amare le differenze – Michelangelo PISTOLETTO in piazza della Repubblica

Cosmometrie – Mario AIRÒ in piazza Carignano

Vele di Natale – Vasco ARE in piazza Foroni

Ancora una volta – Valerio BERRUTI in via Monferrato

Palomar – Giulio PAOLINI in Via Po

Tappeto Volante – Daniel BUREN in piazza Palazzo di Città

Volo su… – Francesco CASORATI nell’area pedonale di via Di Nanni

Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime – Nicola DE MARIA in piazza Carlina

Il Giardino Barocco Verticale – Richi FERRERO in via Alfieri 6 – The Number 6

L’energia che unisce si espande nel blu – Marco GASTINI in Galleria Umberto I

Planetario – Carmelo GIAMMELLO in via Roma

Migrazione (Climate Change) – Piero GILARDI in Galleria San Federico

Illuminated Benches – Jeppe HEIN in piazza Risorgimento

Piccoli spiriti blu – Rebecca HORN al Monte dei Cappuccini

Cultura=Capitale – Alfredo JAAR in piazza Carlo Alberto

Doppio passaggio (Torino) – Joseph KOSUTH al ponte Vittorio Emanuele I

Luì e l’arte di andare nel bosco – Luigi MAINOLFI in via Lagrange

Il volo dei numeri – Mario MERZ alla Mole Antonelliana

Piazza Castello
Piazza Castello

Galleria Fotografica

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Pubblicato: 08/12/2021
Ragazzo che prepara il Masala Chai Te Masala in India

Masala Chai, il sapore dell’India in un tè

di Max Pubblicato: 28/11/2021
India written by Max

Il Masala Chai o Tè Masala, la bevanda dell’India

Il Masala Chai o Tè Masala sta all’India come il caffè sta all’Italia. In pratica nessun Indiano che si possa chiamare tale può farne a meno. Credo che solo noi italiani possiamo capire cosa significhi, perché i modi e la frequenza del consumo del Chai sono esattamente gli stessi a cui siamo abituati. 

Fermarsi a bere un Masala Chai in un chioschetto, non è solamente soddisfare un bisogno o un desiderio: è consumare un rito, è incontrare gli amici, è concludere un affare, parlare di politica, in pratica tutto quello che noi italiani troviamo nel sorseggiare un caffé al bar.

Viaggiare non è solo osservare e fotografare. Viaggiare è ascoltare, imparare, gustare, annusare e un sacco di altre cose. Quando non sono fisicamente in viaggio, gustare specialità esotiche è uno dei miei modi di proiettarmi in posti lontani.

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Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Il Masala Chai o Tè Masala, la bevanda dell’India
  • Cos’è il Masala Chai o Tè Masala
  • Come nasce il Chai
    • Origine del chai
    • Il Masala Chai in India
  • Dove si beve il Masala Chai
  • Come viene servito il Chai
  • Posso bere il Tè Masala?
  • Quanto costa il Chai
  • Diffusione del Chai nel mondo
  • Gli ingredienti del Chai
  • Benefici del Masala Chai o Tè Masala
  • Preparare il Chai a casa, la mia ricetta del Masala Chai
    • Ingredienti
    • Preparazione
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali
Uomo alla bancarella del Te Masala Chai Chitrakoot
Uomo alla bancarella del Te Masala Chai a Chitrakoot

Cos’è il Masala Chai o Tè Masala

Il Chai o Masala Chai è il tè indiano aromatizzato, preparato con tè nero, latte, zenzero ed una miscela di spezie ed erbe indiane che varia nelle diverse parti del paese.

Chai è la parola che significa tè in molte lingue e deriva probabilmente dalla parola cinese 茶 chá.

Ti piace l'india? leggi anche Ganesha il Dio dalla Testa di elefante

Come nasce il Chai

Ci sono tante storie che pretendono di raccontare l’origine della bevanda che conosciamo oggi.

Si dice che già nell’India antica esistesse una bevanda con questo nome, ma che in realtà non contenesse foglie di tè, come ai tempi nostri, ma fosse più un’infusione di erbe curative, creata sui princìpi dell’Ayurveda, oggi detta anche kadha. 

Origine del chai

Alcune storie narrano che a scoprire il Chai sia stato un monaco buddista che, durante i suoi pellegrinaggi, avesse scoperto che in alcune parti della Cina c’era l’usanza di masticare le foglie di tè.

Alcuni sono inclini a credere, invece, che il tè sia stato scoperto per errore 5.000 anni orsono da un imperatore cinese. 

Un giorno un cortigiano rovesciò inavvertitamente alcune foglie di tè in una pentola di acqua calda destinata all'Imperatore.  Sentendone il profumo, l’Imperatore assaggio la bevanda e se ne innamorò, facendola diventare parte della cultura cinese.
Uomo che offre il Masala Chai Te Masala in India
Uomo che offre il Masala Chai Te Masala in India

Il Masala Chai in India

Tornando all’India, la storia più accreditata sostiene che, a creare il Chai, fu Harshavardhana, un imperatore che regnò nella prima metà del VII secolo. Si dice che il Re sviluppò la bevanda per mantenersi vigile e attento durante gli impegni di corte. 

Anche l’imperatore Ashoka aveva fatto del Chai una bevanda da offrire in occasione degli incontri di corte, un’abitudine che alla fine si diffuse tra la gente comune.

Quella che è quasi una certezza, è che in origine, per preparare queste bevande speziate, non si usassero le foglie di tè. Gli studiosi ritengono infatti che il tè sia stato introdotto solo in un’epoca successiva.

Dove si beve il Masala Chai

Il Masala Chai in India si beve ovunque. Dove vedete una bancarella al bordo strada o un chiosco da cui sale lentamente il fumo, quasi certamente trovate il Chai. In alcuni casi i proprietari dei chioschetti sono un po’ sottotono, in altri si producono in performances esagerate, per animare i momenti che occorrono per preparare la bevanda. Intanto le persone intorno si intrattengono in amabili pettegolezzi o incontri di lavoro. Una sorta di bar, di solito all’aria aperta.

Come viene servito il Chai

Ogni bancarella ha il suo modo di servire il Chai e le usanze variano da regione a regione, ma anche da luogo a luogo a distanza di pochi chilometri. 

In Gujarat il Chai viene spesso servito in un piattino di ceramica o di vetro, ma a volte il piattino può essere anche di metallo, magari segnato di nero dal tempo. In Orissa spesso mi è capitato che venisse servito in bicchierini di plastica, il che toglie molta della poesia a questo rito.

Leggi anche fotografie del mio viaggio in Gujarat India

A Calcutta ed in altre parti del paese si usa una ciotolina o un piattino di terracotta, che una volta usato viene buttato. Personalmente me ne sono tenuti un po’ e li uso come soprammobili, all’occasione anche come portaincensi, un bel ricordo dei miei viaggi.

Ciotole di terracotta per il te Masala Chai a Calcutta
Ciotole di terracotta per il te Masala Chai a Calcutta

Posso bere il Tè Masala?

Ragazzo che versa il Masala Chai Te Masala in India
Ragazzo che versa il Masala Chai Te Masala in India

La risposta in genere è sì. Nella maggior parte dei casi il Tè Masala è un alimento sicuro, perché bollito e ribollito. Occorre, però, fare dei distinguo. Nelle bancarelle più isolate o nelle ore di minore affluenza, il Chai potrebbe non essere pronto e preparato sul momento. Poiché la ricetta contiene acqua (e l’acqua in India non è sicura), curate sempre che il tutto sia bollito per qualche minuto.

Il fatto poi che per filtrarlo si usino in genere stracci dalla dubbia sterilizzazione, quello non deve essere oggetto di troppa preoccupazione, gli anticorpi faranno festa, ma non vi capiterà nulla.. (forse.. )

Quanto costa il Chai

Il Chai in India ha costi popolari, anche se il prezzo, in termini percentuali, varia molto da regione a regione. In genere nel nord dell’India il prezzo per una tazzina non scende mai sotto le 10 rupie (12 centesimi di euro), ma può arrivare anche a 15 nei luoghi più turistici. 

A est, da Calcutta in giù spesso costa meno, anche 5 rupie.. in ogni caso un prezzo che non può destare preoccupazione.

Te masala chai offerto in occasione di una visita a Bet Dwarka
Te masala chai offerto in occasione di una visita a Bet Dwarka

Diffusione del Chai nel mondo

A partire dall’India, il Chai si è diffuso in tutto il mondo ed è diventata una bevanda offerta ovunque. Ovviamente le versioni dei vari paesi si adattano ai gusti del luogo e possono differire molto dall’originale, fino ad essere relegate nelle bustine da tè per l’infusione, misture istantanee e concentrati, praticamente un delitto.

Il delitto perfetto però solo Starbucks è in grado di porlo in atto! il Chai Tea Latte che si beve nei loro negozi negli Stati Uniti penso che sia quanto di più somigliante al Nettare degli Dei – IMHO

Gli ingredienti del Chai

Oltre al tè nero (che in alcune regioni dell’India può essere sostituito dal tè verde), nella ricetta del Masala Chai non possono mancare, ovviamente, il latte e lo zenzero. A seconda dei luoghi si possono aggiungere semi di cardamomo, talvolta anice, cannella, semi di finocchio, pepe e chiodi di garofano. Lo zucchero in alcune parti dell’India viene aggiunto “di default”, in altre solo su richiesta.

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Benefici del Masala Chai o Tè Masala

Il Masala Chai, oltre ad essere buono, apporta anche molti benefici, forse per il fatto di essere stato inizialmente concepito come una bevanda ayurvedica.

Questi effetti benefici possono essere riassunti in poche righe

  • Favorisce il risveglio grazie alla caffeina, ma ne contiene circa un terzo rispetto al caffé.. ne potete bere di più.
  • Aiuta a digerire grazie allo zenzero che aiuta la digestione e così pure il pepe nero
  • Allevia i dolori e le infiammazioni grazie a zenzero e chiodi di garofano
  • Fortifica il sistema immunitario soprattutto se usate il cardamomo che contiene elevate quantità di vitamina C
  • Può migliorare la salute del cuore  se usate la cannella, in grado di abbassare i livelli di colesterolo cattivo
  • Riduce la nausea grazie allo zenzero, perciò non lesinate con le dosi

Uno dei maggiori benefici del Masala Chai è che fa bene allo spirito, perché è buono

Preparare il Chai a casa, la mia ricetta del Masala Chai

Ingredienti

  • Tè, rigorosamente nero? Se non ne avete in casa usate un tè non aromatizzato (se non l’avete provate questo)
  • Acqua 0,3 L
  • Latte, meglio se intero 0,1 L
  • Zenzero fresco, che avrete grattato su una grattugia di vetro o ceramica
  • Cardamomo verde
  • Un chiodo di garofano (da lasciare in infusione non più di un minuto)
  • Cannella a piacimento
  • Zucchero di canna, per i più attenti alla linea, un dolcificante

Preparazione

  • Pestate le spezie in un mortaio e aggiungete lo zenzero, meglio se è già grattugiato
  • Fate bollire l’acqua ed il latte nel rapporto di tre parti di acqua per ogni parte di latte (più o meno)
  • Versare le spezie, il tè e lo zucchero
  • Lasciare in infusione per 3-8 minuti a seconda dell’intensità del sapore che si vuole raggiungere
  • Riportare ad ebollizione, filtrare e versare ancora caldo

In india ogni famiglia ha la sua ricetta, voi troverete il giusto compromesso dopo qualche prova.

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 28/11/2021
matsuri d'autunno

I Matsuri d’autunno, feste tradizionali in Giappone

di Max Pubblicato: 18/11/2021
Giappone written by Max

I Matsuri d’autunno in Giappone

I Matsuri d’autunno o festival d’autunno, sono un’opportunità unica di vivere il Giappone per chi programma una visita da settembre in poi. Per ragioni di tempo e di spazio, ho scelto solo alcune delle numerose feste che si celebrano ogni anno. In Giappone sono infatti numerosissime le celebrazioni che derivano da tradizioni antiche e legate alla spiritualità o alla religione.

Molte di queste festività hanno derivazioni shintoiste ed erano in genere dedicate ai Kami, ovvero alle divinità, per chiedere indulgenze per il futuro o fare ammenda per il passato. Questi Matsuri hanno in genere un qualche riferimento ad avvenimenti naturali, ad un particolare momento di una stagione o ad una congiunzione astrale. Essi celebrano avvenimenti come la fioritura dei ciliegi o la raccolta del riso.

I Matsuri sono in genere feste locali, infatti ogni festività, pur avendo radici religiose condivise, è radicata nelle tradizioni dei paesi e quartieri delle città che li ospitano. Sono tanti i Matsuri per ciascuna stagione che, pur avendo delle caratteristiche in comune, sono unici e diversi tra loro.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • I Matsuri d’autunno in Giappone
  • Takayama Matsuri
  • Nada No Kenda
  • Jidai Matsuri
  • Kurama No Hi Matsuri
  • I Matsuri, un’opportunità unica
  • Proposte di Viaggio in Giappone
  • Per saperne di più sul Giappone

Takayama Matsuri

Il primo dei Matsuri d’autunno è celebrato tra il 9 e il 10 ottobre, è il Takayama Matsuri. Questa festa in realtà si ripete due volte l’anno, seppure con diverse caratteristiche. La stessa festa viene infatti celebrata ogni anno anche in aprile. Questo è uno dei Matsuri più famosi e si svolge nella città antica di Takayama. In questa occasione, sfilano tanti carri su cui sono posizionate “karakuri ningyo”, ovvero delle marionette danzanti che mettono in scena degli spettacoli a diversi orari della giornata.

Assieme ai carri fanno parte della processione del Matsuri anche piccoli templi shintoisti costruiti per essere trasportati e messi in mostra in queste occasioni. Il festival dura due giorni e il momento assolutamente imperdibile è la sera del primo giorno, o YoMatsuri. Durante lo YoMatsuri, i carri sfilano nell’atmosfera particolare delle luci serali e la gente si riunisce nelle strade ricche di musiche e bancarelle.

Takayama Matsuri, matsuri d'autunno
Takayama Matsuri (licenza Chme82, CC BY-SA 4.0 – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 Wikimedia Commons)

Nada No Kenda

Il Nada no Kenka Matsuri è un altro Matsuri d’autunno che si svolge il 14 e il 15 di ottobre presso il Matsubara Jinja a Himeji. In questa festa dedicata al combattimento sette carri addobbati e tre portantine che si scontrano tra di loro in battaglia. Si tratta di un Matsuri di derivazione shintoista a cui prendono parte soli uomini. Questi ultimi imbracciano i carri e le portantine che fanno poi parte dello spettacolo di lotta.

Gli uomini indossano vestiti tradizionali giapponesi come i jika-tabi, stivali tradizionali, il fundoshi, un tipo di indumento simile a quello dei lottatori di sumo, protezioni per il corpo sul braccio sinistro e delle bandane i cui colori indicano la loro età. Nel primo giorno di celebrazione, le portantine ed i carri ricevono benedizioni dalle divinità; il secondo giorno si apre con sfilate e preparazioni all’evento principale. Una volta terminati, si passa allo scontro che può essere, alle volte, anche molto pericoloso e per questo motivo il festival è strettamente sorvegliato. Una volta terminata la lotta si ritorna alla preghiera.

Jidai Matsuri

Il 22 di ottobre si continua con i festeggiamenti per il Jidai Matsuri. Questa festa viene celebrata a Kyoto sin dal 1895 quando fu istituita in occasione dell’anniversario della fondazione della città. Di tutta la festa il momento culminante è il Jidai Gyoretsu, ovvero una sfilata tradizionale in cui coloro che partecipano indossano abiti caratteristici e si dividono nelle varie strade della città.

I vari costumi da loro indossati sono rappresentativi delle varie epoche attraversate dalla storia giapponese, da qui il nome che si può tradurre come “Festa delle Ere Storiche”. Si ripercorre, attraverso l’abbigliamento, tutta la storia della città sin da quando era capitale del Giappone – prima di essere sostituita da Tokyo nel 1868 – dal periodo Heian fino all’epoca Meiji.

Il corteo termina con l’arrivo al santuario Heian Jingu. A guidare la parata c’è la commissione onoraria della festa che dirige la sfilata in carrozze trainate da cavalli costruite in uno stile ottocentesco. Della commissione fanno solitamente parte il governatore della prefettura di Kyoto e il sindaco di Kyoto e altri personaggi di spicco. A chiudere la parata sono invece gruppi di partecipanti che onorano la spiritualità shintoista imbracciando due mikoshi (piccoli templi trasportabili) contenenti gli spiriti dell’imperatore Kammu e dell’imperatore Komei, il primo e l’ultimo imperatore provenienti da Kyoto.

Matsuri d'autunno
Jidai Matsuri

Kurama No Hi Matsuri

Il Kurama No Hi Matsuri o festa del fuoco, si festeggia il 22 di ottobre a Kurama, paesino nascosto tra le montagne vicino a Kyoto.

Questo Matsuri d’autunno è la rievocazione dello spostamento della protettrice della corte imperiale. La divinità Yuki Myojin fu infatti trasferita da Kyoto a Kurama, in seguito al grande terremoto di Kyoto del 940. Il nord, dove si trova Kurama, era allora considerato la porta di accesso degli spiriti malvagi, quindi, per accompagnare la divinità lungo il cammino, il sentiero venne illuminato da fiaccole e fuochi per accompagnare e proteggere la processione dell’Imperatore.

I festeggiamenti durano tutto il giorno, ma il momento che tutti attendono è la sera, quando, verso le 18 vengono accesi fuochi davanti agli edifici principali ed inizia la caratteristica processione con le torce di pino.

Le dimensioni delle torce che ognuno trasporta sono rapportate all’età.  Le più grandi possono arrivare a più di 80 kg e raggiungere i 5 metri d’altezza!

La fiaccolata si conclude con gruppi di persone che portano in spalla i mikoshi al santuario del paese. Una festa spettacolare.

I Matsuri, un’opportunità unica

I Matsuri d’autunno sono dei festival estremamente caratteristici che evidenziano la cultura giapponese in tutta la sua unicità, mostrandone alcune delle tradizioni meno conosciute al pubblico.

Prendere parte alle celebrazioni di uno dei Matsuri è un’opportunità unica di avvicinarsi alla cultura ancestrale giapponese, alla spiritualità e anche alla storia giapponese. Queste celebrazioni di carattere locale, offrono la possibilità di immergersi nelle realtà più piccole del Giappone, lontane dalla frenetica vita nelle megalopoli per cui il Paese è famoso.

Proposte di Viaggio in Giappone

Scopri il Giappone in libertà con uno dei nostri viaggi:

Giappone cultura antica e fascino moderno. Un viaggio attraverso le atmosfere più toccanti del Giappone. Si parte da Tokyo, la capitale: una grande metropoli con i suoi magnifici grattacieli. Visitiamo poi Hakone, un piccolo gioiello termale ai piedi del Fujiyama, incastonata nella splendida regione montagnosa che ospita il Parco Nazionale di Fuji-Hakone-Izu, distante solamente 1 ora e 30 minuti di treno da Tokyo. Immegiamoci nella tradizione a Kyoto, la città dei templi, con la sua storia millenaria e le sue tradizioni.
Infine Nara, con i suoi siti di straordinaria bellezza: il “Parco dei cervi” ed il Tempio Todaiji che ospita il Grande Buddha.

Giappone da Tokyo fino all’isola di Kyushu, un viaggio memorabile attraverso storia, modernità e panorami eccezionali. Tanti giorni per visitare alcuni dei luoghi più significativi del Giappone spingendovi oltre le mete più scontate.
Da Tokyo, città dell’avanguardia per eccellenza a Kyoto per assaporare l’atmosfera più tradizionale e “zen” del paese. Da qui, all’isola di Miyajima, con il suo santuario dedicato alla dea dei mari, costruito in parte nel mare con un torii rosso fuoco a poche decine di metri dalla riva. E poi via, verso sud, toccando le città di Nagasaki e Fukuoka, dove ammirerete il tempio Tocho-ji, famoso per la statua in legno di Buddha più grande del Giappone.
Infine un piccolo grande regalo: una crociera verso le isole Kujuku, dette le “99 isole”, di cui solo 4 abitate.

Dai un’occhiata agli altri viaggi individuali e tour di gruppo, per tutto quello che non trovi, chiedi a me!

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 18/11/2021
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