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Articoli Recenti

cosa fare in Cambogia 10 esperienze imperdibili

Cosa fare in Cambogia: 10 esperienze da non perdere.

di Max Pubblicato: 20/03/2023
Indocina written by Max

Le 10 migliori esperienze da provare in Cambogia, se non ci siete mai stati.

Cosa fare in Cambogia se non ci siete mai stati?

La Cambogia è un paese interessante e con una cultura millenaria alle spalle. Visitare il paese significa immergersi in una cultura, che ha saputo resistere a dominazioni straniere e lotte interne uscendone rinato, con una propria identità e rinnovata voglia di vivere.

E’ un paese dai panorami spettacolari e molto diversi fra loro: dal Delta del Mekong alle montagne coperte di giungla e alla misticità delle tante pagode, dalle spiagge dorate del sud alle isole tropicali, ai templi di Angkor con mille storie da raccontare.

Un paese tranquillo, che si lascia scoprire sorridendo e dove il progresso lascia spazio alle tradizioni ed alla natura.

Una terra da esplorare, dove chi ama le scoperte e l’avventura non resterà deluso.

Ma dove andare, se ci si va per la prima volta?

Indice

  • Le 10 migliori esperienze da provare in Cambogia, se non ci siete mai stati.
  • Cosa fare in Cambogia: guide, libri e utilità
  • Phnom Penh, la capitale della Cambogia
  • Templi di Angkor
    • La religione ispirazione per i monumenti Khmer
  • Provincia di Siem Reap
  • Isole Meridionali della Cambogia
  • Kep
  • Battabang
  • Mondulkiri e gli elefanti in Cambogia
  • Prasat Preah Vihear
  • Kratie ed i delfini di fiume del Mekong
  • Cosa fare in Cambogia: la cucina Khmer
  • Per saperne di più sull’Indocina

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Cosa fare in Cambogia: guide, libri e utilità

Pianifica subito la visita: acquista la nuova versione della guida* della Cambogia della Lonely Planet. La guida del National Geographic* sulla Cambogia, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

Per non restare senza connessione comprate una E-Sim solo dati per Cambogia, Vietnam e altri sei stati* della zona. Si mantiene il proprio numero e si naviga liberamente (verificate quali Smartphone supportano la E-Sim).

Phnom Penh, la capitale della Cambogia

Il Palazzo Reale con le 5000 piastrelle d’argento del Tempio del Buddha di Cristallo e di Smeraldo e la Prigione di Tuol Sleng, con i campi di sterminio di Choeung Ek, possono rappresentare con sole due visite, le luci e le ombre della storia del paese.

Ma a parte le visite istituzionali, Phnom Penh è oggi una città affascinante e piena di vita, piena di locali alla moda e animata da una passeggiata lungo il fiume fra le più belle del paese.

Oltre allo shopping al famoso Mercato Russo, l’ultima delle esperienze alla moda della capitale è il giro fra i birrifici artigianali, molto popolari anche in Europa, che sapranno soddisfare anche i più esigenti. A conclusione della visita non dimenticate un piccolo pellegrinaggio a Wat Phnom, dove potrete pregare per un vostro desiderio. Visto l’afflusso dei fedeli che tornano con doni a profusione, pare che funzioni. 

Museo del Genocidio di Tuol Sleng
Museo del Genocidio di Tuol Sleng

Templi di Angkor

Quando vi siete chiesti cosa fare in Cambogia, certamente visitare Angkor è stata la prima idea!

Angkor si trova tra il lago Tonlé Sap e le Montagne Kulen, nella parte nordoccidentale della Cambogia. Nonostante la parte più visitata si estenda su di un’area di circa 7 per 15 chilometri, l’intero sito abbraccia un’area di circa 400 chilometri quadrati ed è probabilmente il più grande complesso templare del mondo, nonché, secondo recenti studi, la più grande area urbana preindustriale. I templi che oggi vediamo, compreso il monumentale Angkor Wat (link a Wikipedia), sono infatti quel che resta della capitale dell’antico impero Khmer, che raggiunse il suo splendore fra il IX ed il XV secolo, fino alla caduta in seguito all’invasione Thai nel 1431.

Dopo la caduta dell’impero Khmer i templi di Angkor furono abbandonati e fagocitati dalla giungla per secoli, fino all’arrivo dei francesi che li riportarono alla luce. Oggi Angkor è un sito UNESCO visitato da milioni di turisti e il simbolo della Cambogia moderna, dove però è possibile trovare ancora tradizioni antiche di centinaia di anni.

Angkor Wat ingresso opposto all'ingresso principale
Angkor Wat: ingresso opposto all’ingresso principale

La religione ispirazione per i monumenti Khmer

Che Angkor sia stato influenzato dall’aspetto religioso della cultura Khmer, è abbastanza evidente. La religione, come in molte culture dell’epoca, era strettamente intrecciata all’organizzazione politica ed amministrativa, e fu, come del resto in buona parte del mondo, ispiratrice delle opere artistiche ed architettoniche dell’epoca Khmer.

Grazie alla pacifica convivenza di diverse religioni, i templi che si trovano nell’area sono dedicati sia ai culti Induisti che buddisti, anche se il culto Shivaita fu predominante per buona parte degli anni d’oro dell’Impero.

Non mancano inoltre di elementi attribuibili al culto animista, come ad esempio il culto delle pietre sacre nelle quali si riteneva risiedesse uno spirito, oppure il culto degli antenati (Nak Ta).

Ancora ai giorni nostri questo sincretismo religioso caratterizza la spiritualità del paese.

Provincia di Siem Reap

La cittadina di Siem Reap si è sviluppata soprattutto grazie alla vicinanza ad Angkor ed ai suoi templi millenari, trovandosi a fare da base di partenza per tutte le attività della zona. Col passare del tempo la città ha saputo adeguarsi all’afflusso dei turisti sviluppando una propria identità ed attrattiva. 

Oggi Siem Reap è una cittadina dove è possibile fare esperienze culturali, avventurose e culinarie di diverso genere. La città è costellata di ristorantini, di gallerie d’arte, di negozi di artigianato ed a pochi passi è possibile fare visita in uno dei villaggi galleggianti del vicino lago Tonlé Sap dove, i più avventurosi o semplicemente i più curiosi, possono anche provare l’esperienza di soggiornare in un’abitazione tradizionale o magari di imparare a cucinare i piatti locali con gli abitanti del villaggio.

Visita ai villaggi galleggianti
Visita ai villaggi galleggianti

Isole Meridionali della Cambogia

Le isole meridionali della Cambogia sono un’ottima occasione per avere almeno un assaggio di relax nei mari tropicali durante la vacanza o dopo aver girato in lungo ed in largo il paese. 

Per esempio Koh Rong e Koh Rong Sanloem si trovano al largo della costa antistante Sihanoukville.

Fra le due Koh Rong è quella che ha un’atmosfera più frizzante, grazie anche al villaggio di Koh Tuch, che è diventato una meta imperdibile per i nuovi hippy. Ovviamente nell’isola non mancano le spiagge dorate e circondate dalla fitta giungla dove trovare un attimo di tranquillità. Se è la tranquillità che cercate però, Koh Rong Sanloem è la meta migliore, con pochi resort ed un’aria più rilassata. Qui l’attività più gettonata è il relax sull’amaca qui, ma per i più avventurosi sono disponibili numerosi diving center.

Le isole della Cambogia
La spiaggia di Koh Rong Sanloem

Kep

La cittadina di Kep, nella provincia di Kampot, era già una destinazione per le vacanze all’inizio del 1900, frequentata soprattutto da ricchi francesi. Col tempo e soprattutto dagli anni 60 dello scorso secolo, la città ha ampliato la platea degli avventori diventando una meta adatta a tutti i budget.

La ricetta del luogo è relativamente semplice: spiagge da sogno, tramonti sul mare, un parco naturale alle spalle e la possibilità di mangiare pesce fresco senza svuotare il portafogli. Così di solito chi ci va, ci torna anche. E’ una valida alternativa per chi ama il mare e non vuole avventurarsi sulle isole o per chi vuole alternare la vita da spiaggia a lunghe escursioni nella natura incontaminata.

Da non perdere: il mercato dei granchi dove si possono mangiare i famosi granchi simbolo della città ed una escursione nel parco nazionale di Kep.

Benvenuti a Kep
Benvenuti a Kep

Battabang

Battabang è l’essenza della vera Cambogia. Una città con edifici di epoca coloniale, campagne coltivate, un fiume sonnacchioso e un’atmosfera rilassata. In realtà non c’è veramente qualcosa di imperdibile, ma la zona è costellata di piccoli templi e di villaggi rurali dove il tempo scorre lento e che valgono veramente il tempo di una visita. E poi c’è l’architettura dei palazzi di epoca coloniale che donano alla città un fascino retrò e veramente particolare, adatto a chi, avendo un po’ di tempo, riesce a godersi la tranquillità delle cose semplici e vere.

Non perdete una gita sul famoso Bamboo Train

Carretto trainato da buoi a Battambang
Carretto trainato da buoi

Mondulkiri e gli elefanti in Cambogia

Tre cose vi porteranno a Mondulkiri, nella parte più orientale della Cambogia: i villaggi dei Bunong, una popolazione che segue ancora credenze animiste, un trekking nella foresta Protetta di Seima e l’Elephant Valley Project. L’Elephant Valley Project fu creato per offrire agli elefanti un luogo dove potessero vivere in modo dignitoso e dove i loro custodi, i mahout, avessero la possibilità di guadagnare uno stipendio adeguato.

In questo santuario i visitatori possono accompagnare gli elefanti durante lunghe passeggiate senza mai salire in groppa, contribuendo in questo modo al benessere degli animali ed al supporto della comunità. Nel tempo in molte parti dell’Asia sono fioriti parecchi di questi santuari, ma in alcuni la vita degli elefanti è solo in apparenza migliorata. Se ne visitate qualcuno informatevi bene sulle condizioni di vita dei poveri animali.

Langur Duca dalle zampe nere
Langur Duca dalle zampe nere di Broobas CC BY-SA 4.0, link

Se siete birdwatchers o semplicemente amanti della natura la Foresta Protetta di Seima vi attende. La Foresta è un’area protetta di 3000 chilometri quadrati ed è probabilmente il luogo dove si può vedere la più grande varietà di mammiferi di tutta la Cambogia. Star del luogo è il Langur Duca dalle zampe nere, una versione quasi in bianco e nero del cugino Langur Duca. E poi ci sono gibboni crestati dalla guancia rosa (o gialla a seconda dei testi), uccelli, orsi, sette specie di gatto selvatico e 150 elefanti selvatici, un vero paradiso tropicale. 

La piccola città di Sen Monorom è la base principale per i viaggiatori a Mundulkiri ed è raggiungibile da Phnom Penh in circa 8 ore in autobus.

Prasat Preah Vihear

Il tempio si trova proprio lungo il confine con la Thailandia e negli ultimi 110 anni è stato continuamente oggetto di dispute fra il governo cambogiano e quello Thai per la giurisdizione della zona. Le dispute sono cominciate nel 1907 ai tempi dell’invasione francese e l’ultima parola (forse solo in ordine di tempo) è stata posta dalla Corte internazionale di giustizia nel 2013.

Prasat Preah Vihear
Prasat Preah Vihear

Dalla Cambogia Preah Vihear può essere raggiunto tramite Tbeng Meanchey nella Provincia di Preah Vihear, o dalla Provincia di Siem Reap passando per Anlong Veng.

Dalla Thailandia ci si arriva dalla Provincia di Sisaket e la Cambogia permette le visite in giornata senza bisogno di visto.

Il tempio si trova in una posizione privilegiata, a picco sulla pianura che si distende ai suoi piedi, 550 metri più in basso ed è raggiungibile attraverso un percorso che, salendo, permette di scoprire uno per volta i gopura, le torri monumentali che precedono il tempio vero e proprio. Il sito è patrimonio UNESCO dal 2008

Nonostante la differenza evidente dai templi di Angkor, condivide con questi la rappresentazione stilizzata del Monte Meru, ritenuta dimora degli dei.

Kratie ed i delfini di fiume del Mekong

Adagiata sulle le rive del Mekong, Kratie è una delle mete più ambite dai i viaggiatori, famosa soprattutto per la possibilità di osservare i delfini del fiume. I delfini Irrawaddy sono una specie a forte rischio di estinzione e si stima che nel Mekong, fra Kratie ed il confine con il Laos non ne siano rimasti più di 80. Nonostante questi delfini non siano attratti dall’interazione con le barche e le persone e si spostino ogni giorno anche di molti chilometri, Kampi, appena a nord di Kratie è il posto dove è più probabile un avvistamento.

Se sceglierete di andare con un tour, assicuratevi che il conducente della barca rispetti le linee guida di sicurezza, al fine di non mettere in pericolo la vita dei delfini e di non metterli sotto stress.

Il turismo svolge un ottimo ruolo nel tentativo di proteggere i delfini offrendo un’economia alternativa alla pesca, ma deve essere condotto in modo responsabile.

Cosa fare in Cambogia: la cucina Khmer

La cucina Cambogiana o cucina Khmer non è citata così spesso ad esempio a favore delle più blasonate cucine dei vicini Vietnam e Thailandia, soprattutto per il numero di turisti che visita questi due paesi in rapporto ai visitatori della Cambogia.

La Cambogia è da sempre un crocevia di passaggio con le nazioni confinanti, per cui ha assorbito nel tempo influenze dalle cucine dei vicini paesi, arrivando a creare uno stile proprio fondendo i diversi sapori adattandolo alle specificità del paese anche in base alla disponibilità dei prodotti.

La cucina della Cambogia è quindi un mix sapori contrastanti, rappresentati dalle numerose erbe, verdure e le salse, sapientemente integrate della foglie di vari alberi ed i fiori commestibili.

Come in ogni paese del sud est asiatico non mancano i piatti vegetariani, ma i piatti più famosi del paese non lo sono.
Il piatto tipico del paese l’amok, pesce al forno con la tipica salsa kreung, a base di citronella, peperoncino e cocco e avvolta in una foglia di banano

Un altro componente che ritroverete spesso nei piatti cambogiani è il prahok, una salsa di pesce fermentata, dal sapore molto particolare, ma che per alcuni palati potrebbe risultare anche troppo saporita.

Se siete dalle parti di Kep, ma anche in altre parti del paese, assaggiate il kdam chaa, che consiste in un granchio fritto, preparato con il pepe verde di Kampot, (chi è vegetariano si tappi le orecchie – o chiuda gli occhi sarebbe più appropriato).

Non dimenticatevi della frutta, con il durian, spinoso e dall’odore particolare o molti altri tutti da provare almeno una volta, naturali o frullati.

Un solo consiglio quando avrete scelto cosa fare in Cambogia: prenotate subito!

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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Pubblicato: 20/03/2023
Simbologia buddista il mala o rosario buddista

I simboli Buddisti, esempi e significati

di Max Pubblicato: 16/03/2023
Indocina written by Max

Origini storiche e significato dei simboli buddisti

Se vi chiedete perché sia utile conoscere i simboli buddisti leggete questo articolo. Apprendere il più possibile della cultura dei luoghi che si intende visitare è uno degli aspetti più importanti nella preparazione di un viaggio e la religione è un aspetto fondamentale.

Durante un viaggio in Asia, e nel sudest asiatico in particolare, conoscere la simbologia buddista, spesso influenzata da quella induista, permette di comprendere meglio il messaggio delle sculture, dei dipinti, ed in genere di ogni tipo di rappresentazione visiva, soprattutto all’interno dei templi e dei musei, ma anche nei momenti di vita quotidiana. Un modo in più per entrare in contatto coi luoghi visitati.

Le indicazioni fornite sono una panoramica, e le pratiche religiose possono essere differenti da luogo a luogo, pertanto vanno considerate come uno spunto per eventuali approfondimenti. 

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Origini storiche e significato dei simboli buddisti
  • Astamangala, otto simboli di buon auspicio nella simbologia Buddista
    • La Conchiglia nella simbologia Buddista
    • Ruota del Dharma
    • Il Pesce o i due pesci
    • Il Nodo Infinito
    • Il Fiore di Loto
    • L’ombrello o Parasole
    • Il Vaso del Tesoro
    • La Bandiera della Vittoria
  • Oltre Astamangala, gli altri simboli nel Buddismo orientale
    • La Svastica nella simbologia Buddista ed Induista
    • L’Enso
    • L’Albero della Bodhi
    • Le Ruote della Preghiera
    • Le Bandiere Tibetane
    • Om o Aum
    • La Campana
  • Il Mala o Rosario Buddista
    • Origine del Mala
  • Offerte tradizionali per l’altare e loro significati simbolici
  • Fonti e approfondimenti e crediti
  • Per saperne di più sull’Indocina

Astamangala, otto simboli di buon auspicio nella simbologia Buddista

Il cuore principale delle simbologie Buddiste è rappresentato dagli otto simboli di fortuna, di buon auspicio, chiamati o Astamangala (asta=otto, mangala=di buon auspicio). Questo è un insieme di simboli del Buddismo indiano, diffusi anche in Tibet e, più raramente, in Asia Orientale. Si tratta di un insieme di oggetti simbolici che erano associati ai regnanti e che nel Buddismo simboleggiano diverse qualità.

Astamangala, gli otto simboli buddisti di buon auspicio
Astamangala, gli otto simboli di buon auspicio

La Conchiglia nella simbologia Buddista

La Conchiglia è il simbolo del suono del Dharma che risveglia gli esseri alla loro natura di Buddha.

la conchiglia - simboli buddist
La Conchiglia

La conchiglia bianca con spirale era usata nell’Induismo come attributo di Vishnu. È un simbolo usato anche in altre religioni o in contesti diversi, come la conchiglia di Arjuna chiamata Devadatta nel Mahabharata, che significa donata da Dio. 

Intesa come strumento musicale, nel Buddismo simboleggia la melodia pervasiva del Dharma, capace di farsi sentire da ogni essere vivente.

Nella simbologia Buddista la conchiglia è di solito bianca, a punta e con la spirale che si avvolge in senso orario, verso destra. 

I primi Buddisti lo adottarono come simbolo della sovranità degli insegnamenti del Buddha. La conchiglia testimonia il coraggio nel diffondere la verità del dharma e chiama le persone al risveglio ed al lavoro per il bene comune. 

Sul corpo del Buddha è raffigurata con tre linee curve sulla gola e rappresenta la sua voce che risuona autorevolmente in tutte le dieci direzioni dello spazio. 

Negli otto simboli di buon auspicio, la conchiglia bianca è solitamente posizionata verticalmente, spesso con un nastro di seta infilato attraverso la sua estremità inferiore. La conchiglia può anche essere presente adagiata in orizzontale come contenitore per i profumi. A volte è tenuta nella mano sinistra e simboleggia la saggezza delle divinità.

Ruota del Dharma

Conosciuta anche come Dharmachakra o Ruota della Legge, il suo movimento rappresenta la trasformazione spirituale rivelata dagli insegnamenti del Buddha. 

La Ruota del Dharma
La Ruota del Dharma

Il primo discorso del Buddha al Parco dei Cervi di Sarnath, dove insegnò per la prima volta le Quattro Nobili Verità e l’Ottuplice Sentiero, è conosciuto come il Primo Giro Della Ruota Del Dharma.

I tre componenti della ruota nella simbologia Buddista: il mozzo, i raggi ed il cerchio, simboleggiano i tre aspetti degli insegnamenti buddisti. Il mozzo rappresenta la disciplina e l’integrità, i raggi rappresentano la saggezza che fende l’ignoranza, il cerchio, infine, rappresenta la concentrazione meditativa, che facilita il movimento della ruota. A volte la ruota è rappresentata con mille raggi, come i raggi del sole, che rappresentano le mille attività e gli insegnamenti dei Buddha. A volte la troviamo invece con otto raggi ed in questo caso simboleggia l’Ottuplice Nobile Sentiero del Buddha e la diffusione di questi insegnamenti verso le otto direzioni.

Il Pesce o i due pesci

Un simbolo di felicità e libertà. I due pesci dorati, anche se a volte vengono rappresentati con altri colori, rappresentano la felicità degli esseri salvati dall’oceano dell’esistenza terrena e la libertà perché possono muoversi senza vincoli nell’acqua.

I pesci nella simbologia buddista
I pesci

In sanscrito la coppia di pesci è conosciuta come Matsyayugma, che significa pesce accoppiato. Erano originariamente associati ai due principali fiumi sacri dell’India, il Gange e lo Yamuna. 

Nel Buddismo i pesci rappresentano la felicità e l’impulsività, poiché hanno completa libertà di movimento nell’acqua. Sono anche visti come l’incarnazione della fertilità, poiché si moltiplicano molto rapidamente e rappresentano la libertà dagli obblighi della casta o dello status. I pesci sono spesso rappresentati in coppia e ad esempio in Cina la coppia di pesci simboleggia l’armonia e la lealtà coniugali, tanto da essere tradizionalmente uno dei regali di nozze.

Il mare nei simboli Buddisti tibetani è associato al mondo della sofferenza, noto come il ciclo del Samsara. Si ritiene che i pesci d’oro significhino coraggio e contentezza mentre nuotano spontaneamente attraverso gli oceani senza annegare. Sono tradizionalmente disegnati con le sembianze di una carpa, che in Asia è apprezzata per l’eleganza e la e la longevità.

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Il Nodo Infinito

Un simbolo di pace e armonia, chiamato in sanscrito srivatsa, in tibetano dpal be’u.

Il nodo infinito
Il Nodo Infinito

Per la sua importanza e la semplicità del disegno, il nodo Infinito viene utilizzato spesso da solo. Può essere usato come ciondolo o decorazione e se raffigurato su un biglietto di auguri, agevola la creazione di un legame duraturo tra chi dona e chi riceve il regalo. In questo senso rappresenta anche un legame indissolubile fra il presente ed il futuro, ricordando come quello che facciamo oggi sia la base di quanto otterremo nel futuro.

Anche il nodo infinito, o diagramma fortunato, come viene chiamato a volte, trova le sue origini nell’Astamangala ed è inizialmente descritto come una linea che “gira come una svastica”, per il fatto che questi simboli venivano spesso associati nell’Induismo più antico. Il nodo infinito o eterno è comune ad altre tradizioni e lo possiamo osservare anche nell’Islam o nelle tradizioni celtiche. In Cina rappresenta la longevità, la continuita, l’amore e l’armonia. 

Nella simbologia Buddista il nodo rappresenta la compassione e la saggezza del Buddha ed è inteso anche come simbolo dei dodici legami o della coproduzione condizionata, che sono citati negli insegnamenti del Buddha.

Il Fiore di Loto

Un simbolo di illuminazione e della purezza originaria, per la sua capacità di fiorire in stagni melmosi senza traccia di impurità sui suoi petali. È uno degli elemnti di base della simbologia del Buddismo e lo si ritrova spesso nelle rappresentazioni del Buddha o dei Bodhisattva che spesso sono seduti su un fiore di loto aperto.

Il Fiore di Loto, uno dei principali fra i simboli buddisti ed induisti
Il Fiore di Loto

Il loto è anche un importante simbolo di purezza e rinuncia. 

Nell’Induismo Surya, il dio del sole vedico, tiene un loto in ciascuna delle sue mani, a tracciare il percorso del sole attraverso i cieli. Brahma nasce da un fior di loto che cresce dall’ombelico di Vishnu. Anche Padmasambhava, il maestro tantrico che introdusse il Buddismo in Tibet ed il cui nome significa “nato dal loto”, fu concepito da un loto che sbocciò sul lago Dhanakosha nel regno indiano occidentale di Uddiyana.

Il loto buddista è rappresentato con quattro, otto, sedici, ventiquattro, trentadue, sessantaquattro, cento o mille petali. Questi numeri sono correlati ai loti interni o chakra del corpo sottile e alle componenti numeriche del mandala. Quando viene tenuto in mano, il loto è spesso rosa o rosso chiaro, con otto o sedici petali, ma lo possiamo trovare anche con altri colori.

Il fatto che il loto affondi le sue radici e nasca dal fango e rimanga in superficie splendidamente bello e profumato, indica il progresso dell’anima dal fango originario dell’avidità, attraverso le acque dell’esperienza, fino al luminoso sole dell’illuminazione. 

Spesso il Buddha è rappresentato seduto su un fiore di loto, specialmente in Tibet.

L’ombrello o Parasole

L’ombrello o Parasole è un simbolo di protezione dalle malvagità, problemi e malattie. Tradizionalmente il parasole è un simbolo di regalità, la semisfera dell’ombrellone rappresenta la saggezza, mentre la seta appesa rappresenta i diversi percorsi verso la compassione.

L’ombrello o Parasole
L’ombrello o Parasole

Il parasole bianco che fu presentato al Buddha dalla maestà degli spiriti-serpente simboleggia la sua attitudine a difendere tutti gli esseri dalle delusioni e dalle paure.

In Tibet, a seconda del rango, le persone avevano diritto ad un ombrellone diverso, ad esempio i capi religiosi avevano diritto ad un ombrello di seta, mentre i governanti secolari sfoggiavano parasole con piume di pavone ricamate. I personaggi più nobili, come Sua Santità il Dalai Lama hanno diritto a entrambi, e nelle processioni, ad esempio lo precedono durante l’itinerario.

Il Vaso del Tesoro

Un simbolo del generoso tesoro degli insegnamenti del Buddha. Nella simbologia Buddista è raffigurato come un contenitore, di solito dorato, decorato con fiori di loto e una singola gemma che esaudisce i desideri o un gruppo di tre gemme che ne sigillano l’apertura, a simboleggiare i Tre Gioielli Buddha, Dharma e Sanga.

Il Vaso del Tesoro nella simbologia buddista
Il Vaso del Tesoro

Il suo significato simbolico nel tempo è stato associato alla conservazione e ai desideri materiali. Nelle leggende e nelle fiabe di tante culture diverse, ad esempio, c’è l’immagine fantastica di un vaso inesauribile.

Il vaso rappresenta l’abbondanza spirituale del Buddha. Non importa quanto del suoi tesori di insegnamenti il Buddha abbia elargito, il vaso del tesoro rimane sempre pieno, come l’amore e la saggezza del Buddha, pur essendo stati trasmessi a tutte le persone nel corso dei secoli, non diminuiscono mai.

Esteriormente il vaso è realizzato di solito come un tradizionale vaso indiano per l’acqua o kumbha, con base piatta, corpo rotondo, collo stretto e bordo superiore scanalato.

La Bandiera della Vittoria

Lo stendardo o bandiera della vittoria, chiamata in sanscrito dhvaja, è un attributo di molte divinità, in particolare quelle associate alla ricchezza e al potere. 

La Bandiera della Vittoria
La Bandiera della Vittoria

In origine era uno stendardo militare che portava le insegne della propria fazione. Ad esempio, nel Mahabharata, il carro di Krishna era adornato con uno stendardo che mostrava l’immagine di Hanuman.

Nella simbologia Buddista, la bandiera è un simbolo della vittoria della consapevolezza e della saggezza sulle negatività: su orgoglio, paura, avidità, ed ogni malessere spirituale. 

La bandiera della vittoria è anche la rappresentazione della vittoria del Buddha sui quattro Mara, che personificano gli ostacoli sulla via della realizzazione spirituale: il Mara della contaminazione emotiva, il Mara della passione, il Mara dell’orgoglio e della lussuria ed il Mara della paura della morte.

Fu solo dopo aver conquistato questi quattro tratti negativi che Buddha poté proclamare la vittoria sull’ignoranza e raggiungere il nirvana.

Gli stendardi della vittoria cilindrici in rame battuto sono tradizionalmente posti ai quattro angoli dei monasteri e sulle cupole dei templi. Questi stanno a simboleggiare il dharma vittorioso del Buddha che si irradia nelle quattro direzioni e anche il suo trionfo sui quattro Mara menzionati sopra.

Simbologia Buddista Astamangala
Ashtamangala

Oltre Astamangala, gli altri simboli nel Buddismo orientale

Oltre gli otto simboli dell’Astamangala, ci sono altri simboli che è possibile ritrovare nei templi e nelle cerimonie Buddiste e variano a seconda del paese e della tradizione locale.

La Svastica nella simbologia Buddista ed Induista

La Svastica è un antico simbolo religioso usato molto spesso nelle religioni orientali come il Buddismo e l’Induismo.

Svastica Buddista ed Induista
In alto la Svastica Buddista ed in basso quella Induista

La svastica è un simbolo molto più antico e diffuso, con lievi varianti di forma, dalla Mongolia alla Cina, all’America centrale, al bacino mediterraneo. Essa rappresenta il sole che ruota nel cielo, recando un augurio di fertilità e di benessere.

La svastica buddista è una croce con le linee principali in asse con il terreno e con le braccia a sinistra (al contrario della svastica nazista inclinata di 45 gradi con le braccia a destra) ed è rappresentata in molteplici forme: alcune con punti, altre con spirali o altri segni. 

Sebbene la svastica sia un quasi tabù in Occidente, fa parte della cultura orientale da sempre. La parola Svastica deriva da una parola in sanscrito che significa buona fortuna o benessere. Durante l’era Meiji (1868-1912), in Giappone la svastica era così comunemente usata, che era normale usarla come simbolo di un tempio sulle mappe. Solo in occasione delle olimpiadi il Giappone ha abbandonato questo simbolo sulle mappe (fonte The Guardian). Che tristezza, abbandonare le tradizioni in nome della globalizzazione, non è così che si mostra rispetto.

In molti casi anche i primi Buddisti, come nell’Induismo, usavano la svastica per segnare l’inizio dei testi sacri, in poiché la svastica era considerata un simbolo universale dell’armonia. 

L’Enso

Simboleggia l’illuminazione definitiva, la forza, l’eleganza, l’universo e il vuoto ed è usato soprattutto in Giappone nel Buddismo Zen.

Enso simbologia buddista
Enso

L’Enso è chiamato anche Il Cerchio dell’Illuminazione. È un cerchio disegnato a mano in un tratto di pennello ed esprime il momento in cui la mente è libera di lasciare che il corpo crei: a volte il cerchio è aperto, a volte è chiuso. Esso simboleggia molte cose: la forza, l’eleganza, l’universo, il nostro vero e più intimo sé, la bellezza nell’imperfezione e l’unità di tutte le cose nella vita. Simboleggia anche il perfetto stato meditativo o illuminazione.

L’Enso rappresenta un’espressione visiva del Sutra del Cuore. La forma è vuoto ed il vuoto è forma: un cerchio in cui tutto è contenuto all’interno, e tutto è escluso dai suoi confini.

L’Albero della Bodhi

Bodhi è una parola Pali che significa “risvegliare”, e l’albero della Bodhi è quello sotto il quale il Buddha era seduto quando raggiunse l’illuminazione, per questo motivo oggetto di particolare venerazione nel buddismo.

Albero della Bodhi
Albero della Bodhi

Questo albero della Bodhi è una varietà di fico nota ai botanici come Ficus religiosa e che ha grandi rami espansi e foglie arrotondate con una caratteristica punta appuntita.

Nei diversi resoconti dell’Illuminazione del Buddha, l’Albero della Bodhi non è menzionato spesso, ma la tradizione vuole che dopo la sua illuminazione, il Buddha sia rimasto per sette giorni a guardare l’albero della Bodhi in segno di gratitudine per il riparo che gli aveva dato.

Oggigiorno questi alberi vengono piantati all’esterno dei templi e con i semi si fabbricano i rosari (come questo) o mala, mentre le foglie sono a volte usate come amuleti.

Il frutto contiene serotonina e secondo alcune testimonianze potrebbe essere stato usato in passato come una sorta di allucinogeno, anche se attualmente non vi sia traccia di questo utilizzo.

Le Ruote della Preghiera

La ruota della preghiera è un cilindro che ruota su un asse centrale realizzato in metallo, legno o pietra, cuoio o cotone grezzo. Tradizionalmente, sull’esterno della ruota è impresso il mantra Om Mani Padme Hum in sanscrito. Oltre ai mantra, a volte sulle ruote di preghiera sono raffigurati degli spiriti protettori e molto spesso gli otto simboli dell’Astamangala. Al centro del cilindro ci può essere un Albero Della Vita intorno al quale vengono poi avvolti i Mantra, a volte centinaia, a volte migliaia.  

ruote di preghiera
Ruote di preghiera

Secondo i fedeli Buddisti far girare la ruota corrisponde a pregare e ad ogni giro corrisponde una preghiera. Le ruote devono ruotare in senso orario, allo stesso modo in cui si percorrono i perimetri di templi e monasteri, anche questo come atto di preghiera. 

Le ruote della preghiera di solito sono fatte ruotare a mano dai fedeli, ma ne esistono anche di pù grandi che sono fatte muovere dall’energia del vento.

Le Bandiere Tibetane

Le bandiere di preghiera tibetane sono delle piccole bandierine di stoffa colorata, che vengono appese come benedizione. Sulle bandiere vengono scritti i mantra e le preghiere e si ritiene che il vento porterà questi messaggi in tutto il mondo a tutti gli esseri.

bandiere tibetane
Bandiere tibetane

Le bandiere di preghiera risalgono probabilmente una antica religione tibetana precedente al buddismo. In questa religione chiamata Bon lo sciamano colorava le bandierine con i colori primari per uitilizzarle durante le cerimonie. Questo tipo di simbologia è tipica del Buddismo tibetano ed è assente in altre scuole buddiste.

Le bandiere erano usate nell’antichità nell’Induismo ed arrivarono in Tibet con il Buddismo a partire dall’ottocento, ma divennero di uso comune nel corso dell’XI secolo. La leggenda narra che le bandiere colorate erano già usate dal Buddha storico, che scriveva le preghiere sulle bandiere militari usate dai deva contro i loro avversari, gli asura. 

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Om o Aum

Om, che troviamo a volte scritto anche Aum, è un suono o una sillaba sacra che ha avuto origine dall’Induismo, ma è spesso associato al Buddismo e ad altre religioni. Nell’Induismo, Om è il suono della creazione, quella dal quale tutto ha origine e simboleggia le tre fasi dell’esistenza: nascita, vita e morte.

Simbolo Om
Simbolo Om, il suono

L’uso più popolare di Om nel Buddismo è in Om Mani Padme Hum, il Grande Mantra Luminoso di Sei Sillabe del Bodhisattva della compassione, Avalokitesvara. Quando cantano o osservano, le sillabe, i fedeli invocano la compassione del Bodhisattva e acquisiscono le sue qualità. AUM (Om) consiste di tre lettere separate, A, U e M. che simboleggiano il corpo, lo spirito e la parola del Buddha.

Mani è la via dell’insegnamento, Padme la saggezza del sentiero, e Hum la saggezza e il percorso verso di essa.

La Campana

Sin dai tempi antichi, in quasi tutte le religioni, le campane dei templi invitano alle cerimonie ed alla meditazione e la simbologia Buddista non fa eccezione.

la campana nei templi buddisti ed induisti
La campana da suonare all’ingresso dei templi Buddisti ed Induisti

Il suono di una campana accompagna il canto e guida i fedeli nella concentrazione sull’attimo presente. Le le campane a vento sono spesso appese alle grondaie degli Stupa e dei templi per creare spazi pacifici e meditativi, con i loro tintinnanti suoni.

Il suono della campana è la voce del Buddha. Rappresenta saggezza e compassione ed è usato per invocare la protezione delle divinità celesti e per allontanare gli spiriti maligni. 

Molti templi Buddisti ed Induisti hanno campane appese agli ingressi che bisogna suonare prima di entrare o quando si esce.

Il Mala o Rosario Buddista

Mala è un termine sanscrito che significa corona, ghirlanda. Nel buddismo in genere identifica un rosario composto di grani, similmente al rosario cristiano ed ha lo scopo di tenere il conto dei mantra recitati.

mala rosario buddista
mala rosario buddista

Il Mala è fatto con un numero variabile di grani, in genere 108, ma comunque un multiplo di 9 e per ogni grano il fedele recita una frase (un mantra).

Il rosario termina con una pietra Meru, più grande dei grani e che non è inclusa nel conteggio dei 108. Serve ad indicare che il rosario è terminato.

I mala possono essere fatti con diversi materiali, il più tradizionale è fatto con i Semi di Rudraskha, un albero di medie dimensioni che produce dei semi che si dice siano stati generati dalle lacrime di Shiva cadute sulla terra. Questa pianta si trova in quantità sulle colline himalayane, in Bengala, in Madhya Pradesh, in Cina, in Birmania e in Indonesia.

I più classici Mala – ed anche i più economici – sono fatti di legno e sono quelli utilizzati dai monaci (vedi foto di copertina), ma ne esistono in altri materiali, anche se meno usati.

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Origine del Mala

Un testo del IV secolo a.C. noto come Mokugenji Sutra racconta dell’origine del Mala.

Il Re di Vahisali, Haruri, mandò un giorno un messaggero al Buddha perché il suo regno era devastato dalle malattie, dalle bestie feroci e da altre calamità, chiedendogli come potesse fare per donare sollievo alla popolazione.
Il Buddha, pieno di compassione, rispose che una via di salvezza c’era e consisteva nel portare sempre con se’ 108 grani dell’albero di saponaria, legati insieme e recitare con fervore i nomi di Buddha, del Dharma e del Sangha.

Re, se vuoi eliminare i desideri terreni e porre fine alla sofferenza, crea un filo circolare di 108 grani fatti con i semi dell’albero Mokugenji. Tienilo sempre con te. Recita Namu Buddha – Namu Dharma – Namu Sangha. Conta una perlina ad ogni ripetizione.

Sakyamuni

Il mantra riportato nel Sutra aveva il triplice significato della devozione al risveglio (o illuminazione), al giusto modo di vivere e alla comunità

Offerte tradizionali per l’altare e loro significati simbolici

Nel Buddismo vengono fatte offerte simboliche, che propiziano la gratitudine contemplativa e servono ad ottenere ispirazione. Nella pratica esse sono il veicolo  per una migliore rinascita nel ciclo delle reincarnazioni, un progresso nella liberazione dalle sofferenze terrene ed una preparazione alla meditazione

L'incenso o gli incensi come simbolo di devozione e di offerta nel buddismo
L’incenso o gli incensi sono un simbolo di devozione e di offerta nel Buddismo

Le offerte materiali tipiche comprendono oggetti semplici come una candela accesa o una lampada a olio, un bastoncino d’incenso, fiori, cibo, frutta, acqua o bevande.

In diverse  tradizioni si individuano diversi tipi di offerte. 

  • Una candela o una lampada a olio sono il simbolo della luce della saggezza che illumina l’oscurità dell’ignoranza.
  • Il profumo dell’incenso rappresenta il profumo della moralità ed è anche un simbolo di pace.
  • I fiori rappresentano l’aspirazione a raggiungere l’illuminazione e l’insegnamento dell’impermanenza. In questo senso, un verso Zen esprime il desiderio che i fiori della mente sboccino nella primavera dell’illuminazione.
  • Cibo, frutta, acqua, bevande rappresentano il nettare del Dharma e il desiderio di realizzarlo, ma sono anche un segno della generosità e della gioia nel donare.
  • L’acqua rappresenta la purezza 

Oltre alle tradizionali offerte di beni materiali, ci possono anche essere offerte immateriali, come il donare il proprio tempo, la condotta morale, la meditazione e la saggezza.

Fonti e approfondimenti e crediti

  • Ashtamangala – Wikipedia
  • The Eight Auspicious Symbols of Buddhism – Explore Tibet
  • 8 Auspicious Symbols of Tibetan Buddhism – Tibet Travel
  • Tibetan Buddhist Encyclopedia – https://www.tibetanbuddhistencyclopedia.com
  • Buddhist offering – https://en.wikipedia.org/wiki/Offering_(Buddhism)
  • Immagine Astamangala: Redtigerxyz, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
  • Icona Monk di Maxicons, bandiere e Om di Vectors Point, campana di Artdabana@Design, Icona Bodhi Tree di Kareemov da Noun Project
  • Tutte le altre icone di Tania Magdieva da Noun Project o pubblico dominio
  • Icona ruote di preghiera di Icongeek26 – Flaticon
  • Icona Mala di Freepik – Flaticon

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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Pubblicato: 16/03/2023
Patrimonio UNESCO Taj Mahal ad Agra, India

Taj Mahal: una delle nuove sette meraviglie è in India

di Max Pubblicato: 06/03/2023
India written by Max

Taj Mahal.. non puoi dire di essere stato in India se non l’hai visto.

Il Taj Mahal si trova ad Agra, nell’India settentrionale nello stato dell’Uttar Pradesh ed è un mausoleo dedicato ad una Principessa Mughal

Esso fu fatto costruire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal. La costruzione del Taj Mahal occupò circa 22 anni e fu completata nel 1654.

È da sempre considerata una delle più notevoli realizzazioni dell’architettura mughal in India ed è tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO dal 9 dicembre 1983,  mentre è stato inserito nel 2007 fra le nuove sette meraviglie del mondo.

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Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Taj Mahal.. non puoi dire di essere stato in India se non l’hai visto.
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • La storia – leggenda Mumtaz Mahal
  • La costruzione del Taj Mahal, perché ad Agra?
  • Il Taj Mahal: un’opera a metà
  • Il Taj Mahal come era e come è ora
  • Architettura del Taj Mahal
  • Pianta del Taj Mahal
  • Come visitare il Taj Mahal
    • Prezzo del biglietto per vistare il Taj Mahal
    • Orari per visitare il Taj Mahal
    • Biglietterie, entrate ed uscite
    • Visita fai da te o organizzata?
  • Proposte di viaggio in India
  • Faq sul Taj Mahal
    • Quando è stato costruito il Taj Mahal?
    • Quale stile architettonico è stato utilizzato per costruire il Taj Mahal?
    • Chi era l’architetto dietro la costruzione del Taj Mahal?
    • Chi era il proprietario del Taj Mahal?
    • Quali sono alcuni fatti interessanti sul Taj Mahal?
    • Come si può visitare il Taj Mahal?
    • Qual è il periodo migliore per visitare il Taj Mahal?
    • Che cosa vuol dire Taj Mahal?
    • In che paese si trova il Taj Mahal?
    • Quanto costa andare al Taj Mahal?
    • Quali sono gli orari di apertura di Taj Mahal?
    • È necessario prenotare i biglietti per Taj Mahal in anticipo?
    • Quanto tempo occorre per visitare il Taj Mahal
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

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Taj Mahal Patrimonio UNESCO Agra India Triangolo d'oro 104
Una foto creativa

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La storia – leggenda Mumtaz Mahal

Il vero nome di Mumtaz Mahal, che in persiano significa luce del palazzo, era Arjumand Banu Begum.

La principessa nacque ad Agra intorno al 1593 da una nobile famiglia musulmana. A 19 anni, il 10 maggio del 1612, sposò il principe Khurram, destinato a divenire in seguito Imperatore della dinastia Moghul con il nome di Shah Jahan.

Per il principe era il terzo matrimonio, ma Mumtaz divenne ben presto la favorita e fra i due sbocciò un amore intenso. Le poche testimonianze giunte fino a noi parlano di una donna di rara bellezza, che da subito dimostrò grande intelligenza ed interesse per gli affari del regno, tanto che il marito ben presto di decise di donarle il trono reale, chiamato muhr uzah.

La principessa lo seguiva nelle campagne militari e si occupava anche di portare avanti iniziative a favore della popolazione, soprattutto dei poveri e dei deboli.

Mumtaz diede alla luce 14 figli, dei quali però 7 morirono in tenera età. Fu proprio durante il parto dell’ultimogenita, la principessa Gauhara Begunche, che Mumtaz perse la vita, con grande dolore del marito e di tutti i sudditi che le volevano bene.

La leggenda narra che in punto di morte la Principessa chiese al marito di costruire un monumento, che le rendesse onore che rimanesse come testimonianza eterna del loro amore, facendosi promettere dal Principe che non si sarebbe mai più sposato.

La costruzione del Taj Mahal, perché ad Agra?

Il marito affranto fece seppellire la moglie nel luogo dove era mancata e si chiuse in se’ per qualche tempo. Già un anno dopo, però, ordinò di cominciare la costruzione del mausoleo, senza badare a spese.

Il marmo però proveniva da lontano e per ottimizzare i trasferimenti del materiale decise di spostare la costruzione del mausoleo ad Agra.

I lavori di costruzione durarono 22 anni, per concludersi nel 1654. All’impresa parteciparono oltre 20.000 operai ed artigiani provenienti da tutto il mondo, fra di loro anche un italiano, tale Geronimo Veroneo.

L’architetto è tutt’ora dibattuto e anche se le ipotesi convergono sul nome di Ustad Ahmad Lahauri, alcuni attribuiscono l’opera al turco Ustad Isa.

Taj Mahal Patrimonio UNESCO Agra India Triangolo d'oro 104
Taj Mahal, una vista alternativa

Il Taj Mahal: un’opera a metà

In origine il progetto prevedeva la costruzione di un altro complesso identico al Taj Mahal dalla parte opposta del fiume. Il progetto prevedeva che fosse realizzato in marmo nero invece che bianco e doveva essere il mausoleo dell’imperatore. I due mausolei in teoria dovevano poi essere collegati con un ponte in marmo o in oro.

Il figlio dell’Imperatore, preoccupato per le ingenti somme di denaro che avrebbero dovuto essere impiegate per la costruzione del secondo mausoleo, in aggiunta a quelle già spese per il Taj Mahal, costrinse il padre agli arresti e ne prese il posto sul trono nel 1658.

Appena terminato il Taj Mahal, dopo che Shah Jahan fu deposto dal figlio ed imprigionato, la capitale dell’impero Moghul fu spostata da Agra a Delhi,

Il Taj Mahal come era e come è ora

Una volta terminato il monumento, pare che l’imperatore avesse adornato il feretro con diamanti, perle e altre pietre preziose. La tomba fu poi circondata da una balaustra d’oro mentre sul pavimento erano stesi tappeti persiani e moghul. Fu anche messo sul posto un cancello d’argento massiccio.

Tutti questi tesori furono razziati durente le guerre successive alla caduta dell’impreo Moghul ed a noi è arrivato ben poco. Le tombe sono oggi circondate da transenne di marmo scolpite che riproducono quelle in oro fatte fondere dal terzogenito dell’imperatore.

Taj Mahal
Vista dell’ingresso del Taj Mahal

Architettura del Taj Mahal

pianta del Taj Mahal ad Agra, India
pianta del Taj Mahal ad Agra, India

Il Taj Mahal fu costruito con materiali provenienti da ogni parte dell’India e dell’Asia. Per il trasporto delle pietre necessarie alla costruzione del mausoleo furono utilizzati, come animali di fatica, oltre 1.000 fra elefanti e bufali. Il marmo bianco venne portato da Makrana, il diaspro rosso dal Punjab e la giada e il cristallo dalla Cina. Furono inoltre utilizzati turchesi, lapislazzuli, zaffiri e corniola (pietra rossa).

In tutto furono utilizzati 28 diversi tipi di pietre preziose che furono incastonati nel marmo bianco per un costo totale di circa 32 milioni di rupie.

Quasi nessuna delle pietre è giunta ai giorni nostri, saccheggiate dal mausoleo nel corso del tempo.

Il Taj Mahal è completamente simmetrico visto da ogni lato, l'unica cosa che rompe la simmetria del mausoleo, per ironia della sorte, è la tomba dell'imperatore Shah Jahan, che originalmente non era prevista in quel luogo

Pianta del Taj Mahal

pianta Taj Mahal - pubblico dominio
Pianta Taj Mahal – pubblico dominio
  1. Portale di accesso
  2. Tombe secondarie
  3. Patii
  4. Patio sul portale di accesso
  5. Portone
  6. Moschea
  7. Jawab 
  8. Mausoleo
  9. Minareti
  10. Fiume

Come visitare il Taj Mahal

E’ possibile visitare il Taj Mahal in autonomia o organizzare una visita da Delhi o da altre città dell’India. Per raggiungere Agra ed il Taj Mahal da Delhi occorrono circa 5 ore con trasferimento in auto privata.

Per la visita, se siete interessati a conoscere la storia e le curiosità, è consigliabile affidarsi ad una guida locale. Le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale, dove è anche indicato il sito per l’acquisto dei biglietti online, che al momento non è raggiungibile ancora per le restrizioni dovuta al covid.

Taj Mahal Patrimonio UNESCO Agra India Triangolo d'oro 104
Vista dal Taj mahal verso l’ingresso
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Prezzo del biglietto per vistare il Taj Mahal

Il costo dell’ingresso al Taj Mahal è di 1.100 rupie per gli stranieri (poco meno di 13 euro) ed il mausoleo è chiuso il venerdì. Per visitare l’interno del mausoleo è richiesto anche un biglietto addizionale del costo di 200 rupie.

Orari per visitare il Taj Mahal

Il Taj Mahal apre 30 minuti prima dell’alba e chiude 30 minuti prima del tramonto. E’ aperto tutti i giorni tranne il venerdì. Gli orari migliori per fare delle belle fotografie sono l’alba ed il tramonto, ovviamente sono anche i momenti più richiesti, ma non sempre i più affollati, perché i tour di gruppo tendono a rientrare presto per portare i clienti in hotel in tempo per la cena.

Biglietterie, entrate ed uscite

  • Taj Mahal Western Gate (porta occidentale): i biglietti sono acquistabili al Western Gate vicino a Saheli Burj da un’ora prima dell’alba fino a 45 minuti prima del tramonto.
  • Taj Mahal Esten Gate (porta orientale): i biglietti sono acquistabili presso la porta orientale del Taj Mahal da un’ora prima dell’alba fino a 45 minuti prima del tramonto.
  • Taj Mahal Southern Gate (porta meridionale): non è previsto ingresso, da questo cancello al momento è consentito solo l’uscita.

Alle biglietterie le file per stranieri e residenti sono separate, seguite le indicazioni all’ingresso. Se andate con un tour organizzato probabilmente avranno già comprato il biglietto per voi.

Visita fai da te o organizzata?

Siete in un paese che si regge sul turismo e siete ospiti. Un tour organizzato in lingua inglese può costare anche poco, da 20 euro in su e darete del lavoro alle persone che vivono aspettando i turisti, specialmente dopo gli anni del Covid.

Se volete un tour di qualità sarà sicuramente più caro, ma quello da solo non ve lo potete organizzare, no? Allora chiedete a me!

Taj Mahal Patrimonio UNESCO Agra India Triangolo d'oro 104
ingresso al Mausoleo

Taj Mahal Patrimonio UNESCO Agra India Triangolo d'oro 104

Proposte di viaggio in India

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Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Faq sul Taj Mahal

Quando è stato costruito il Taj Mahal?

Il Taj Mahal è uno dei monumenti più conosciuti al mondo ed è il simbolo della travagliata storia dell’India. Fu costruito dall’imperatore Mughal Shah Jahan nel 1632, in memoria della sua amata moglie Mumtaz Mahal. La costruzione del Taj Mahal durò circa 22 anni e fu completata nel 1654. È stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Quale stile architettonico è stato utilizzato per costruire il Taj Mahal?

Il Taj Mahal è stato costruito nello stile architettonico Mughal. Questo stile combina elementi indiani, persiani e islamici che insieme hanno permesso di creare una struttura unica e bellissima. La caratteristica principale di questo stile sono i suoi intricati dettagli e gli elementi decorativi, anche se in gran parte le decorazioni interne sono state trafugate nel corso dei secoli.

Chi era l’architetto dietro la costruzione del Taj Mahal?

L’architetto è tutt’ora dibattuto e anche se le ipotesi convergono sul nome di Ustad Ahmad Lahauri, alcuni attribuiscono l’opera al turco Ustad Isa.

Chi era il proprietario del Taj Mahal?

Per una tomba non è esatto il termine proprietario, il mausoleo fu costruito su ordine dell’imperatore Mughal Shah Jahan nel 1632.

Quali sono alcuni fatti interessanti sul Taj Mahal?

1) Il mausoleo è stato eretto su una piattaforma quadrata alta 7 metri e che misura circa 95 metri per lato.
2) 3) La struttura del mausoleo è di forma quadrata con il lato di circa 58,6 metri. Gli angoli sono però smussati e quindi la forma dell’intero complesso è quella di un ottagono irregolare. 
3) l’altezza del Taj Mahal è di circa 73 metri e ad ogni angolo c’è un minareto alto 41 metri.
4) Il complesso architettonico del Taj Mahal copre approssimativamente un’area di 580×300 metri, il giardino misura 300×300 metri.
5) Il mausoleo fu costruito con criteri antisismici: i 4 minareti che sorgono intorno all’edificio centrale sono incliunati verso l’esterno per far sì che in caso di terremoto crollino verso l’esterno.

Come si può visitare il Taj Mahal?

Il Taj Mahal dista circa 5 ore da Delhi e può essere visitato sia con un tour guidato che in autonomia.Se alloggiate ad Agra potete raggiungere il Taj Mahal in taxi o tuktuk

Qual è il periodo migliore per visitare il Taj Mahal?

Il Taj Mahal è visitabile tutto l’anno, tuttavia il periodo migliore va da ottobre a marzo, negli altri mesi piove o fa tanto caldo.

Che cosa vuol dire Taj Mahal?

Taj Mahal significa Palazzo della Corona

In che paese si trova il Taj Mahal?

Il Taj Mahal si trova in India

Quanto costa andare al Taj Mahal?

Il costo dell’ingresso al Taj Mahal è di 1.100 rupie per gli stranieri (poco meno di 13 euro) ed il mausoleo è chiuso il venerdì. Per visitare l’interno del mausoleo è richiesto anche un biglietto addizionale del costo di 200 rupie.

Quali sono gli orari di apertura di Taj Mahal?

Il Taj Mahal è aperto da mezz’ora prima dell’alba a mezz’ora dopo il tramonto.

È necessario prenotare i biglietti per Taj Mahal in anticipo?

Al momento la biglietteria online non è attiva

Quanto tempo occorre per visitare il Taj Mahal

Per visitare il Taj Mahal occorrono da una a tre ore, a seconda dell’interesse e dell’approfondimento che si vuole dedicare.

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 06/03/2023
museo delle cere anatomiche luigi cattaneo

Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo a Bologna

di Max Pubblicato: 03/03/2023
Italia written by Max

Il Museo delle Cere Anatomiche “Luigi Cattaneo”, allestito dal 1908, si trova al secondo piano dell’Istituto di Anatomia umana normale di Bologna, in via Irnerio 48.

La collezione fu allestita a partire dal 1908, e vuole essere la testimonianza del percorso di ricerca degli appassionati studiosi dela scienza medica nel corso del XVIII e del XIX secolo.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Cenni storici sulle cere anatomiche
  • Altre esperienze precedenti in tema cere anatomiche
  • Alternative al Museo delle Cere Anatomiche
  • Approfondimenti sul Museo delle Cere Anatomiche

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Cenni storici sulle cere anatomiche

A partire dal XVIII secolo, col perfezionarsi delle conoscenze anatomiche del corpo umano, gli studiosi e gli appassionati convogliarono i loro sforzi sullo studio delle patologie, cercando di esplorarne cause ed effetti, allo scopo di trovare possibili soluzioni.

Il Museo è chiamato normalmente Museo Delle Cere Anatomiche perché espone modelli di parti del corpo umano realizzate allo scopo di favorire lo studio dell’anatomia e delle relative patologie.

A suo tempo il museo fu intitolato a Luigi Cattaneo, docente dell’Istituto di Anatomia umana normale di Bologna al quale si deve la riscoperta e la valorizzazione delle originarie collezioni di Anatomia umana a partire dagli anni settanta dello scorso secolo.

Lacollezione fu ripristinata infatti a quella che è l’attuale esposizione, dopo essere stata gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Museo delle cere anatomiche Bologna
Museo_delle_cere_anatomiche_Bologna

Altre esperienze precedenti in tema cere anatomiche

Oliviero Spada nel suo articolo su Milanofree, scrive:

“L’idea di un simile Museo nasce nel lontano 1742 per merito di Papa Benedetto XIV il quale commissionò all’accademico Ercole Lelli, di progettare una camera anatomica che contenesse statue e modelli in cera riguardanti il corpo umano. Il Lelli fu anche il fondatore della “ceroplastica anatomica” che, nel tempo, si è perfezionata sempre meglio, tanto che il visitatore non può che rimanere stupito dalla perfetta efficacia didattica delle figure esposte.”

Altre iniziative minori sono tate dimenticate nel corso dei secoli, ma il fervore che suscitava l’argomento è evidente ed il suo contributo alla scienza innegabile.

Alternative al Museo delle Cere Anatomiche

Un altro Museo simile a quello presentato in questo articolo è il Museo di Anatomia Umana di Torino.

Anche qui troviamo un’esposizione di cere anatomiche del XVIII e del XIX interessante e ben curata.

Approfondimenti sul Museo delle Cere Anatomiche

Archivio fotografico dell’Università di Bologna

Sistema Museale di Ateneo: Collezione delle cere anatomiche LUIGI CATTANEO

Immagini su Wikimedia

Pagina del Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo su Wikipedia

Archivio del sito del museo (archivio storico su webarchive – interessante, ma lento a caricare)

Immagine di copertina: Patafisik, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Informazioni utili (tratte dal sito ufficiale)

INDIRIZZO

Via Irnerio, 48 – 40126 Bologna

CONTATTI

+39 051 2091556

Sito Ufficiale: sma.cereanatomiche@unibo.it

ORARI

Orario invernale 1 settembre – 31 maggio 

Da martedì a venerdì: 9.00 – 13.00 

Orario estivo 1 giugno – 31 luglio

Da martedì a venerdì: 10.00 – 13.00

Chiusure 

Lunedì, sabato, domenica e festivi, 1-31 agosto, dal 24 dicembre al 2 gennaio (compresi)

Il sabato, la domenica e i festivi, la Collezione sarà accessibile solo partecipando ad eventuali visite guidate, laboratori didattici ed eventi in programma.

PREZZI

Ingresso gratuito

PRENOTA ONLINE IL TUO INGRESSO GRATUITO

Altre info sul sito ufficiale

Pubblicato: 03/03/2023
La battaglia della Arance al Carnevale Storico d'Ivrea 2023-27

Carnevale Storico d’Ivrea 2023 – Battaglia delle Arance

di Max Pubblicato: 22/02/2023
Italia written by Max

La Battaglia della Arance al Carnevale Storico d’Ivrea 2023.

In questo articolo poche parole, solo alcune immagini del martedì grasso allo Storico Carnevale di Ivrea 2023.

Prossimamente un articolo sul carnevale e su come organizzarsi per vedere il Carnevale Storico d’Ivrea 2024.

Se volete saperne di più sulle tradizioni del Carnevale d’Ivrea leggete questo articolo o la pagina della Città d’Ivrea e seguite il blog.

Vedi la galleria completa su Facebook o seguimi su Instagram per i video.

La sfilata per le vie del paese

Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1

Momenti della battaglia delle arance

Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
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Finisce la battaglia e sfila la Mugnaia

Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
La Mugnaia 2023
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1

Vince l’amicizia al Carnevale Storico d’Ivrea

La battaglia è solo un gioco e, una volta finita, i contendenti si scambiano un gesto di rispetto e solidarietà, un bel messaggio.

Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
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Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1
Carnevale Storico Ivrea 2023 - la battaglia delle arance -1

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Pubblicato: 22/02/2023
Viaggio in Cambogia come arrivare cosa fare cosa vedere 102

Viaggio in Cambogia: consigli ed informazioni pratiche

di Max Pubblicato: 19/02/2023
Indocina written by Max

Cose da sapere prima di partire per un viaggio in Cambogia

In questo articolo ho raccolto un po’ di informazioni pratiche per un viaggio in Cambogia. Un elenco di cose da sapere se si sta organizzando una vacanza nel paese erede del Regno Khmer, cominciando da come arrivarci, a come fare il visto, fino a come muoversi all’interno del paese.

Non resta che comprare un biglietto e partire per la Cambogia, alla scoperta di questo incredibile paese

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Cose da sapere prima di partire per un viaggio in Cambogia
  • Guide e libri per la Cambogia
  • Più viaggiatori e meno turisti in Cambogia
    • Alcuni consigli su come comportarsi in Cambogia
  • Come arrivare in Cambogia
    • Arrivare in Cambogia via terra
    • Da Phnom Penh (Cambogia) a Chau Doc (Vietnam) in barca e viceversa
  • Monete, banconote e altro per il viaggio in Cambogia
  • Elettricità e prese elettriche in Cambogia
  • Telefoni in Cambogia
  • Come muoversi in Cambogia: Trasporti interni
    • Taxi
    • Bus e Minivan per il vostro viaggio in Cambogia
    • Trasferimenti in Cambogia in barca
    • Viaggio in Cambogia in treno
    • Curiosità: il Bamboo Train
    • Tuk-tuk e moto per il vostro viaggio in Cambogia
    • Cyclos (non è la bicicletta)
  • Visto per il viaggio in Cambogia
    • In arrivo dalla Thailandia:
    • In arrivo dal Vietnam:
    • In arrivo dal Laos:
  • Visto Online per il viaggio in Cambogia
  • FAQ viaggio in Cambogia
    • Qual è la lingua ufficiale della Cambogia?
    • In Cambogia parlano inglese?
    • In Cambogia parlano francese?
    • Qual è il fuso orario della Cambogia?
    • Qual è la capitale della Cambogia?
    • Per la Cambogia occorre avere un adattatore/convertitore di corrente elettrica?
    • Quanto costa una vacanza in Cambogia?
    • Qual è il periodo migliore per andare in Cambogia?
    • Quanti giorni per visitare la Cambogia?
    • Cosa vedere in Cambogia in 10 giorni?

Guide e libri per la Cambogia

Pianifica subito la visita: acquista la nuova versione della guida* della Cambogia della Lonely Planet. La guida del National Geographic* sulla Cambogia, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

Più viaggiatori e meno turisti in Cambogia

Paese che vai usanza che trovi. Quando si arriva in un paese nuovo, come è il caso di un viaggio in Cambogia, è consigliabile farsi almeno un’idea degli usi e costumi del luogo, per avere la consapevolezza di come comportarsi. 

Viaggiatori e non turisti, sembrerà banale e scontato, ma è il mio mantra e non voglio mettere delle etichette, che è un modo di ragionare che non mi appartiene. Essere viaggiatore per me vuol dire entrare nello spirito del luogo, interagire con le persone, portare a casa un’emozione o un insegnamento e tornare arricchito interiormente.

Fatta questa pedante disquisizione :-) che non volevo fare, soprattutto in Asia non tutti i comportamenti sono scontati, quindi meglio sapere almeno cosa è appropriato e cosa non lo è, per evitare di trasmettere e anche di recepire messaggi sbagliati.

Il modo di comportarsi in Cambogia è simile a quello di altri paesi buddisti e la parola d’ordine è la moderazione, quindi moderazione nei comportamenti e anche nei modi di vestire.

Monaco in Cambogia
Monaco in Cambogia

Alcuni consigli su come comportarsi in Cambogia

Prima di tutto quando entrate in una casa o in un tempio togliete le scarpe. Se la cosa vi può dare fastidio, portatevi dei calzini di ricambio in una busta di plastica da usare in queste occasioni o quando entrate in un tempio.

Vi assicuro che non capita nulla se andate a piedi nudi, salvo che inizierete ad apprezzare il contatto con il terreno. Non in tutti i templi è richiesto, lo capite se vedete le scarpe all’esterno, in ogni caso togliersi le scarpe non è vietato, quindi, se volete farlo, non esitate.

A differenza del nostro paese, mostrare troppa pelle può mettere in imbarazzo, quindi se non siete in spiaggia, meglio coprirsi, evitando shorts e canottiere o toppini succinti, soprattutto nelle zone rurali.

Quando indicate cose e persone usate la mano aperta e non un dito, non è appropriato.

Camminate con attenzione, senza invadere strade e marciapiedi, parlate con tono di voce moderato e, quando siete è in pubblico, evitate le effusioni.

Chiedete sempre prima di fare una foto, anche solo con un cenno del capo, le persone di solito sono ben predisposte. Non usate la mano sinistra per dare o ricevere qualcosa e per dimostrare che quel che state dando o ricevendo è importante, usate entrambe le mani.

Se riuscite imparate alcune frasi nella lingua locale, predispone bene chi vi ascolta. Potete usare il frasario della Lonely Planet* per fare un po’ di pratica.

Viaggio in Cambogia come arrivare cosa fare cosa vedere 100
Monaco in Cambogia

Come arrivare in Cambogia

Se per il vostro viaggio in Cambogia decidete di usare l’aereo, Bangkok è lo scalo più comodo per prendere un volo per Phnom Penh o per Siem Reap. Gli aerei per la capitale cambogiana decollano anche da Singapore, Kuala Lumpur, Hong Kong, Ho Chi Minh (Saigon), Vientiane e Guangzhou. 

Il principale aeroporto del paese è Pochentong, che si trova a 7 chilometri da Phnom Penh, ma anche Siem Reap è un aeroporto con un traffico importante dai vicini paesi.

Arrivare in Cambogia via terra

Le strade oggi sono molto più sicure e percorribili di quanto non lo siano state in passato, pertanto anche l’ipotesi via terra è da tenere in considerazione. 

Si può arrivare dalla Thailandia con una combinazione di battelli e autobus attraverso la provincia thailandese di Trat e raggiungere la cittadina costiera di Krong Koh Kong. Meno consigliabile il valico di Poipet, città di frontiera nota per i suoi traffici fra Cambogia e Thailandia, una destinazione per viaggiatori esperti e curiosi.

Dal Vietnam ci sono autobus e taxi collettivi che, partendo da Ho Chi Minh City portano al valico vietnamita di Moc Bai, ma è possibile anche arrivare a Phnom Penh percorrendo il Delta del Mekong con una delle tante crociere che partono da Can Tho o Chau doc. 

Attenzione al visto, se avete quello elettronico non tutti i punti di frontiera lo accettano (vedi in seguito)

Da Phnom Penh (Cambogia) a Chau Doc (Vietnam) in barca e viceversa

Diverso invece il collegamento da Phnom Penh a Chau Doc, in Vietnam, per il quale esistono diverse compagnie che oltre a trasportarvi da un paese all’altro, si occupano anche del visto d’ingresso nell’uno o nell’altro paese.

La barca parte alle 7:30 da Chau Doc e alle 12:30 da Phnom Penh e il viaggio dura circa tre ore e mezza. Ci sono però due frontiere da passare e le formalità per i visti d’uscita e d’entrata possono durare in totale da un’ora e mezza a tre ore. In pratica il viaggio si può allungare a oltre 5 ore.

L’imbarco a Chau Doc si trova al Chau Doc Tourist Harbour vicino al Victoria Chau Doc Hotel, 1 Le Loi Street, Chau Doc town, An Giang Province, Vietnam, il telefono è +84296.3562771, partenza 7:30

Viaggio in Cambogia frontiera con il Vietnam
Viaggio in Cambogia frontiera fra Vietnam e Cambogia lato cambogiano

L’imbarco a Phnom Penh si trova al Numero 103, Sisowath, SK Phnom, Kh Daun Penh, Phnom Penh, Cambogia, il telefono è +85-512932346, partenza 12:30

ll prezzo per la tratta in un senso o nell’altro è di 36 dollari e 30 centesimi (oltre al costo del visto d’ingresso nel paese.

I contatti per il servizio sono: info@chaudoctravel.com –  ChauDocTravel.com – Tel.: +84 912217448

Monete, banconote e altro per il viaggio in Cambogia

In Cambogia la valuta locale è il Riel, ma attualmente la valuta più utilizzata nel paese per il turismo è il dollaro americano. Se prevedete di cambiare in Riel anche gli euro vanno bene. Per avere un po’ di dollari potete cambiare gli euro prima di partire o cambiare in dollari all’aeroporto.

Potete anche prelevare i soldi direttamente all’ATM in Cambogia, ovviamente solo nei maggiori centri. 

Gli ATM della Cambogia distribuiscono sia Dollari che Riel. Per il vostro viaggio in Cambogia meglio prelevare dollari e cambiare in Riel solo il necessario, i riel non possono essere cambiati al di fuori della Cambogia.

Il prelevamento avrà un costo, applicato in parte dalla vostra banca ed in alcuni casi anche dalla banca locale. Tenetene conto e chiedete alla banca prima di partire i costi per prelevare all’estero con bancomat e carta di credito. Chiedete anche se è il caso di avvisare che andrete all’estero, a volte le banche bloccano le carte se ci sono prelevamenti da luoghi inusuali.

Spesso in hotel, ristoranti e negozi dei posti più frequentati, i prezzi esposti sono in dollari, il Riel può essere invece utile nei mercati o in località meno frequentate.

Elettricità e prese elettriche in Cambogia

La corrente elettrica in Cambogia è a 220 volt 50 hertz. Le prese hanno due fori rotondi o in casi limitati anche piatti. Gli apparecchi elettrici italiani ed europei dovrebbero funzionare senza problemi. È meglio tuttavia procurarsi un adattatore come questo per le prese di corrente a lamelle piatte perché le dotazioni possono essere diverse da località a località.

Se avete necessità di un adattatore USB-C allora potete optare per questo adattatore.

Prese di corrente in Cambogia
Prese di corrente in Cambogia

Telefoni in Cambogia

In Cambogia non tutti gli operatori europei continuano a funzionare. Alcuni operatori virtuali non hanno accordi internazionali ed allora potrebbe essere necessario acquistare una SIM locale, almeno per alcune zone del paese. Le SIM locali sono economiche, ma hanno l’inconveniente che il vostro numero non riceverà più le chiamate e gli SMS.

Per quanto riguarda la connessione DATI, i telefoni più aggiornati possono usufruire delle e-SIM. Queste sono SIM virtuali (senza un supporto materiale) che possono essere installate sul telefono tramite un codice o un QR Code. Hanno il vantaggio di non sostituire il numero originale e di permettere di effettuare la navigazione in internet o le chiamate tramite WhatsApp, Skype, Telegram ecc.

Per non restare senza connessione comprate una E-Sim solo dati per Cambogia, Vietnam e altri sei stati* della zona. Si mantiene il proprio numero e si naviga liberamente (verificate quali Smartphone supportano la E-Sim).

Come muoversi in Cambogia: Trasporti interni

I trasporti interni in Cambogia non sono un problema, sono a volte lenti, ma efficaci e anche abbastanza economici. 

Vediamoli uno per uno

Taxi

In media un taxi privato da Phnom Penh a Siem Reap può costare intorno ai 75 dollari, ovviamente con i dovuti aggiustamenti in base al luogo esatto di partenza ed arrivo. In genere i conducenti non fanno storie se dovete fermarvi lungo il percorso per fare plin plin, acquistare uno spuntino, ma anche per fare fotografie o visitare qualche posto in particolare lungo la strada.

Le auto di solito sono comode, pagando qualcosa in più avrete sicuramente un’auto più spaziosa e confortevole e potrete programmare di essere prelevati direttamente in hotel o dove vi viene più comodo.

Consiglio di prenotare il trasferimento in anticipo, non solo per spendere un po’ meno, ma per avere modo di scegliere un servizio affidabile durante il viaggio in Cambogia.

Bus e Minivan per il vostro viaggio in Cambogia

Ci sono molte compagnie di autobus che offrono autobus economici e altri più personalizzati, tra le maggiormi mete turistiche del paese. Alcune compagnie come Giant Ibis e Mekong Express (sito un po’ lento) offrono trasferimenti in autobus a una frazione del costo di un Taxi, con l’opzione Minibus il prezzo potrebbe essere un po’ più alto del bus granturismo, ma il tragitto più veloce e con meno soste.

Potete chiedere in hotel, prenotare online su BookMeBus, un motore di ricerca focalizzato sui trasferimenti in Cambogia, ma è molto semplice rivolgersi ad una delle numerose agenzie di viaggio che sono un po’ ovunque e che in genere risolvono qualsiasi esigenza di spostamento in maniera egregia.

Agenzia di viaggi a Siem Reap
Agenzia di viaggi a Siem Reap e tempi di percorrenza per le principali destinazioni della Cambogia e paesi vicini

Trasferimenti in Cambogia in barca

Oltre la classica crociera sul Mekong, il trasporto via fiume o sul lago è un’alternativa per chi vuole viaggiare in relax e nel frattempo godersi anche un po’ di panorama. Lungo il percorso, dipende dal tipo di trasporto, è possibile anche fare delle soste e visitare luoghi altrimenti difficilmente raggiungibili via terra. 

Attualmente i servizi tra Phnom Penh, Siem Reap e le altre destinazioni fluviali non sono molto frequenti, a causa del Covid-19 e del miglioramento dei collegamenti via terra, molte compagnie hanno chiuso i battenti.

Viaggio in Cambogia in treno

In Cambogia nel corso degli anni sono state costruite due linee ferroviarie: una da Phnom Penh a Poipet, lunga 385 chilometri ed un’altra da Phnom Penh a Sihanoukville, lunga 270 chilometri. Entrambe le ferrovie sono oggi poco utilizzate. Sulla tratta Phnom Penh – Poipet è attivo un solo treno alla settimana (attualmente sospeso), mentre la seconda è in funzione dal lunedì alla domenica, ma gli orari ed i giorni cambiano di frequente. 

Il treno per Sihanoukville ha solo tre carrozze, ma sono confortevoli e climatizzate. Parte da Phnom Penh alle 7 di mattino e arriva a Sihanoukville dopo circa sei ore, passando per Takeo e Kampot. Riparte da Sihanoukville alle 14 ed arriva a Phnom Penh intorno alle 20. Il biglietto costa intorno ai dieci dollari a tratta e visto che il treno non è così veloce, è l’occasione per godersi il panorama.

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Curiosità: il Bamboo Train

Il Bamboo Train è un veicolo caratteristico del nord del paese. La ferrovia a scarto ridotto da Phnom Penh a Poipet, abbandonata dai treni di linea, ha infatti aguzzato l’ingegno dei cambogiani. Il Bamboo Train, detto anche norry, era un veicolo di fortuna utilizzato dai contadini nella tratta ferroviaria tra Phnom Penh e Battambang in Cambogia, oggi diventato popolare tra i turisti.

Si tratta di un telaio di legno, ferro, bambù che viene appoggiato su ruote e posizionato a mano sui binari. Il tutto paurosamente collegato ad un motore agricolo.

Ognuno in teoria può costruirne uno ed utilizzare la ferrovia, anche se in passato le autorità hanno cercato di eliminarlo ed al momento l’utilizzo è ufficialmente illegale.

Il primo utilizzo di questo particolare trenino fai da te, è dovuto alle operazioni militari legate alla guerra civile vissuta nel paese negli anni ottanta. 

La mancanza di una legge è sopperita dalle consuetudini che impongono a tutti coloro che si incrociano da direzioni opposte sull’unico binario di e rimuovere il mezzo meno pesante per far passare l’altro, ovviamente con la collaborazione di tutti.

Chi vuole provarlo può rivolgersi agli hotel ed il costo è popolare: 5 dollari a persona, senza dimenticare una mancia per il conducente e a volte soste sul percorso, nella speranza di farvi comprare qualche souvenir. E’ un modo per sopravvivere.. Durante il vostro viaggio in Cambogia non vorrete mica evitare una splendida trappola per i turisti?

Tuk-tuk e moto per il vostro viaggio in Cambogia

Come in buona parte dell’Asia, il tuk-tuk è il modo più economico di viaggiare e può essere trovato ovunque ci sia della gente. In genere i tuk-tuk sono coperti e pertanto utilizzabili con qualsiasi tempo. La tariffa è sempre minima, contrattate sempre prima di salire e tirate un po’ sul prezzo, senza esagerare perché un dollaro non cambia la vita. Se volete potete anche noleggiare una moto, ma è necessaria la patente internazionale, anche se, quasi sicuramente, nessuno ve la chiederà.

Questo sono io su un tuktuk a Banteay Srei
Questo sono io su un tuktuk a Banteay Srei (Siem Reap)

Cyclos (non è la bicicletta)

I Cyclos sono dei risciò a pedali a e sono stati il mezzo di locomozione principale sin dal periodo coloniale francese. Ancora oggi i Cyclos (pronunciato sii-clo) sono parte integrante del folclore urbano di Phnom Penh. Questi iconici veicoli a pedali, la cui storia risale al lontano 1936, rimangono uno dei modi più economici e caratteristici per vedere la città. I conducenti, tuttavia, sono tra i più poveri tra i poveri abitanti dei urbani in Cambogia. Attualmente l’attività è in declino e molte associazioni si occupano di aiutare i conducenti, che si stima siano ancora oltre 2000, anche se, secondo la mia esperienza, è difficile trovarne uno.

Il Cyclo Center è una ONG locale che fornisce supporto di base e servizi sociali agli autisti. Attualmente il sito web è irraggiungibile, potete trovare info qui.

Visto per il viaggio in Cambogia

Per entrare in Cambogia è necessario avere un visto d’ingresso che può essere ottenuto all’arrivo in aeroporto o presso uno dei valichi di frontiera (visa on arrival). Il visto costa 30 dollari e vale per 30 giorni consecutivi dall’ingresso nel paese. Se si pensa di dover entrare ed uscire dalla Cambogia saranno necessari più visti.

Controllare le informazioni aggiornate sul paese su Viaggiare Sicuri

E’ possibile entrare in nel paese attraverso uno degli aeroporti internazionali (Phnom Penh, Siem Reap, Preah Sihanouk oppure da uno dei seguenti valichi di terra:

In arrivo dalla Thailandia:

  • Cham Yeam, nella provincia di Koh Kong
  • Chorm, nella provincia di Oddar Meanchey
  • Daung, nella provincia di Kamrieng Battambang
  • Poi Pet, nella provincia di Banteay Meanchey
  • Prom, nella provincia di Pailin
  • Smach, nella provincia di Oddar Meanchey

In arrivo dal Vietnam:

  • Bavet, nella provincia di Svay Rieng
  • Kaoam Samnor, nella provincia di Kandal Mekong
  • Phnom Den, nella provincia di Takeo
  • Trapaing Sre, nella provincia di Kratie

In arrivo dal Laos:

  • Dong Kralo, nella provincia di Stung Treng

Visto Online per il viaggio in Cambogia

Con un piccolo supplemento, è possibile richiedere il visto online sul sito e-visa, il che vi eviterà di dover aspettare all’arrivo. Il visto vale per tre mesi dalla data del rilascio e può essere richiesto fino a pochi giorni prima della partenza. Anche il visto elettronico può essere utilizzato solo una volta poiché è un’autorizzazione di ingresso singola. È obbligatorio elaborare un’altra domanda per qualsiasi ulteriore passaggio di frontiera. Una volta ottenuto il visto ricordarsi di controllare tutte le informazioni e stampare due copie del documento concesso.

Il visto elettronico è disponibile per i cittadini di qualsiasi paese con poche eccezioni, i requisiti sono: avere un passaporto con almeno sei mesi di validità residua e due pagine libere.

Bisogna fare attenzione che non tutti i posti di frontiera supportano il visto elettronico. I visti elettronici sono accettati ai seguenti punti di ingresso:

  • Aeroporto Internazionale di Phnom Penh.
  • Aeroporto Internazionale di Siem Reap.
  • Aeroporto Internazionale di Sihanouk
  • Se viaggi via terra, puoi accedere tramite:
  • Cham Yeam (provincia di Koh Kong) dalla Thailandia.
  • Poi Pet (provincia di Banteay Meanchey) dalla Thailandia.
  • Bavet (provincia di Svay Rieng) dal Vietnam.
  • Posto di frontiera Tropaeng Kreal (Stung Treang) dal Laos

Controllare le altre informazioni sul sito.

Se non siete sicuri potete anche rivolgervi ad un sito online per ottenere il visto, ovviamente Vi costerà un po’ di più.

FAQ viaggio in Cambogia

Qual è la lingua ufficiale della Cambogia?

La lingua ufficiale del paese è lo Khmer, che è parlata da quasi il 90% della popolazione.

In Cambogia parlano inglese?

L’inglese è parlato dalle persone che hanno a che fare col turismo o con l’estero, in genere la popolazione non parla inglese.

In Cambogia parlano francese?

Il francese è stata la lingua ufficiale al tempo della colonizzazione francese dell’Indocina e oggi, un certo numero di cambogiani più anziani parla francese.

Qual è il fuso orario della Cambogia?

La Cambogia si trova nel fuso orario dell’Indocina, o UTC+07:00. Quando in Italia si osserva l’ra solare, la Cambogia si trova avanti di 6 ore, quando in Italia c’è l’ora legale, di 5 ore. Se a Siem Reap è mezzogiorno, con l’ora legale da noi sono le 7 di mattina, senza l’ora legale sono le 6.

Qual è la capitale della Cambogia?

La capitale della Cambogia è Phnom Penh

Per la Cambogia occorre avere un adattatore/convertitore di corrente elettrica?

La corrente elettrica in Cambogia è a 220 volt 50 hertz. Le prese hanno due fori rotondi o in casi limitati anche piatti. Gli apparecchi elettrici italiani ed europei dovrebbero funzionare senza problemi. È meglio tuttavia procurarsi adattatori per le prese di corrente a lamelle piatte perché le dotazioni possono essere diverse da località a località.Prese di corrente in Cambogia

Quanto costa una vacanza in Cambogia?

Una vacanza in Cambogia non vi prosciugherà il portafogli. Nel paese in genere alberghi e ristoranti non sono cari per gli standard occidentali, salvo che scegliate l’extra lusso. Anche i trasporti e le escursioni sono sempre a prezzi più che convenienti. Se poi scegliete di viaggiare zaino in spalla è possibile spendere meno di 20 euro al giorno.

Qual è il periodo migliore per andare in Cambogia?

Il periodo migliore per andare in Cambogia va dalla fine di ottobre a inizio marzo. Questo è il periodo in cui piove di meno, ma anche nelle altre stagioni le piogge, sebbene più frequenti, in genere non durano mai più di un paio d’ore. Tra marzo e giugno le temperature sono molto elevate, ma si possono programmare le visite nelle ore più fresche.

Quanti giorni per visitare la Cambogia?

Dipende molto dal budget e da quanto siate interessati ad approfondire il contatto con la gente, che in Cambogia rimane uno degli aspetti più interessanti. Dipende anche se avete programmato di fermarvi solo in Cambogia o state realizzando un tour in Asia. In generale è consigliabile almeno una visita di 5 o 6 giorni, per vedere i luoghi principali della Cambogia.

Cosa vedere in Cambogia in 10 giorni?

Le cose imperdibili in Cambogia sono:
– Phnom Penh ed il Palazzo Reale
– Kampong Thom
– Il lago Tonlé Sap ed i villaggi galleggianti
– I villaggi su palafitte
– Siem Reap
– La zona archeologica di Angkor con Angkor Wat, Angkor Thom ed il Ta Prohm di Tomb Raider
– Banteay Srei
– Battambang
– Sihanoukville e un bagno nelle acque della Cambogia
Per i più avventurosi
– Il nord est ed il remoto Ratanakiri con le minoranze etniche
– Kratie, il Mekong ed i delfini di fiume

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Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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Pubblicato: 19/02/2023
cambiare il colore dei punti elenco in wordpress

Cambiare il colore dei punti elenco in Wordpress con CSS

di Max Pubblicato: 16/02/2023
Apri un blog written by Max

Scopriamo insieme come cambiare il colore dei punti elenco in WordPress. Le soluzioni proposte sono generali, ma aggiungo anche un codice specifico per il tema Newspaper di TagDiv che uso io.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Cambiare il colore dei punti elenco in WordPress e modificare il simbolo
  • Cambiare il colore dei punti elenco in WordPress senza modificare il simbolo
  • La mia soluzione
  • Scopri cosa puoi fare

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Cambiare il colore dei punti elenco in WordPress e modificare il simbolo

La prima soluzione sostituisce i punti elenco con un carattere a vostra scelta.

Qui di seguito il codice commentato per il tema Newspaper di TagDiv. La parte ” .single .tagdiv-type ” specifica che questo codice va usato solo nel corpo dei post singoli. Senza la specifica ad esempio può essere visualizzato nei menu o in altri posti indesiderati

Il codice va aggiunto al vostro tema che di solito ha uno spazio apposito per il CSS personalizzato. Nel caso di Newspaper potete inserirlo direttamente nel template della pagina o del post con l’editor del tema.

.single .tagdiv-type ul {
  list-style: none;
} /*elimina la formattazione per gli elenchi puntati*/
.single .tagdiv-type ul li:before {
  content: '*'; /*cambia il simbolo da anteporre alle righe della lista*/
  color: #ff6b27; /*cambia il colore del simbolo*/
  display: inline-block; 
  width: 2em; /*dimensione dello spazio vuoto dopo il punto elenco*/
}

Qui di seguito il codice pulito:

ul {
  list-style: none;
}
ul li:before {
  content: '*';
  color: #01c4c4;
  display: inline-block; 
  width: 2em;
}

Il simbolo, identificato da “content” può anche essere inserito con il codice CSS relativo, un po’ meno intuitivo. Potete anche cercare i codici e inserirli o fare un copia-incolla verificando che il simbolo di partenza venga visualizzato su tutti i browsers.

Potete vedere i codici in questa pagina oppure potete copiare i simboli da questa pagina.

Ad esempio:

content: "\2022";  /*\2022 è il codice CSS/unicode per il punto classico */

Cambiare il colore dei punti elenco in WordPress senza modificare il simbolo

Un’altra soluzione possibile è quella di mantenere la struttura ed i punti elenco predefiniti, ma cambiare il colore. La soluzione ha un limite: il vostro elenco deve utilizzare <span> per identificare la parte di testo dopo il punto elenco, altrimenti tutto il testo prenderà il colore del punto elenco. Dovete provare, in alternativa rimane la prima soluzione che è quella che ho adottato io.

li { color: #01c4c4; } /* colore del punto elenco */
li span { color: black; } /* colore del testo */

Qui di seguito la soluzione per il tema Newspaper di TagDiv, che però non utilizza “span” perciò questa soluzione non cambia solo il punto in elenco, ma anche il colore del testo.

Non ho trovato una soluzione leggera per ovviare al problema, ritornate sulla pagina per eventuali aggiornamenti.

.single .tagdiv-type li { color: #01c4c4; } /* colore del punto elenco */
.single .tagdiv-type li span { color: black; } /* colore del testo */

La mia soluzione

Ecco come appaiono nel mio caso (ho adottato la prima soluzione):

  • punto 1
  • punto 2
  • punto 3

Scopri cosa puoi fare

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Arrivederci presto!

Pubblicato: 16/02/2023
Angkor Thom Siem Reap Tempio in Cambogia Cambodia Temple 11

La città fortificata di Angkor Thom ed il tempio Bayon

di Max Pubblicato: 12/02/2023
Indocina written by Max

La città fortificata di Angkor Thom ed il Tempio Bayon forse non sarebbero mai stati costruiti se l’Impero Khmer non fosse stato oggetto di interessi ed invidie da parte delle popolazioni vicine.

Agli inizi del XIII secolo, infatti, il sovrano Jayavarman VII (1181-1219) fece costruire Angkor Thom – Grande Città – sotto forma di città fortificata, in seguito al saccheggio di Angkor ad opera dei rivali Cham.

Nessuno avrebbe più avuto la possibilità di saccheggiare una città così inaccessibile, nessuno avrebbe più potuto invadere un territorio che al culmine del suo splendore, considerando anche i sobborghi, ospitava più di un milione di abitanti e fiorenti attività di artigianato e commerci.

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ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Guida e libri per la Cambogia
  • Angkor Thom, una città immensa
  • Il Tempio Bayon ad Angkor – Cambogia
  • Particolarità del Tempio Bayon: i visi monumentali
    • Visitare il tempio Bayon in Cambogia
  • Architettura del Tempio Bayon e particolari interessanti
  • Mappa del Tempio Bayon
  • Gallerie e cupola
  • Opere successive e ristrutturazioni del Tempio Bayon
  • Come arrivare ad Angkor Thom e al Tempio Bayon
  • Mappa di Angkor Thom e del Tempio Bayon – Cambogia
  • Faq Angkor Thom
    • Cosa significa Thom in lingua Khmer?
    • Quanto costa il biglietto di ingresso ad Angkor Thom?
    • Dove posso comprare i biglietti per Angkor Thom?
    • Dove si trova la biglietteria di Angkor?
    • Qual è l’orario di apertura della biglietteria di Angkor?
    • E’ possibile acquistare i biglietti online?
    • Quali sono gli orari di ingresso ai templi di Angkor e ad Angkor Thom?

Guida e libri per la Cambogia

Pianifica subito la visita: acquista la nuova versione della guida* della Cambogia della Lonely Planet. La guida del National Geographic* sulla Cambogia, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

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Angkor Thom, una città immensa

La prima, la più evidente caratteristica della nuova città, era l’estensione, essa occupava infatti un territorio di circa 10 chilometri quadrati, una vista impressionante per i visitatori, soprattutto quelli che la visitavano all’epoca dell’impero Khmer.

Il primo baluardo della fortificazione della città era il muro di cinta a pianta quadrata lungo 13 chilometri ed alto 8 metri, circondato da un fossato largo 100 metri, per tenere il più possibile lontani i nemici. 

Simbolicamente questo fossato rappresentava l’oceano che circonda il Monte Meru, rappresentato a sua volta dalla cupola del Tempio Bayon, che si si trova al centro della fortificazione. 

All’interno del muro di cinta, oltre al Tempio Bayon, furono costruiti il Tempio Baphuon, la Corte Reale, il Tempio Phimeanakas, la Terrazza del Re Lebbroso e la Terrazza degli Elefanti. 

Ponte d'ingresso ad Angkor Thom al tramonto
Ponte d’ingresso ad Angkor Thom al tramonto

Il Tempio Bayon ad Angkor – Cambogia

Il Tempio Bayon probabilmente fu l’ultimo tempio ad essere costruito all’interno del complesso di Angkor come tempio “di stato”. Il nome Bayon venne dato al tempio da Etienne Aymonier nel 1880, come semplificazione del termine Khmer “Bayant”, il nome del palazzo celeste di Indra 

Il nome originale del Tempio Bayon era in realtà Jayagiri, una semplificazione del nome Khmer che corrisponde a “Montagna della Vittoria” o in alte interpretazioni a “Montagna di Brahma”, poiché Jaya è un altro nome di Brahma e giri ha il significato di montagna. 

Questo avallerebbe anche le tesi di alcuni studiosi che sostengono che il tempio fosse originariamente dedicato a Brahma e non a Buddha.

Nome del Tempio Bayon

Angkor Thom Siem Reap Tempio in Cambogia Cambodia Temple 2
Ponte di accesso ad Angkor Thom

Particolarità del Tempio Bayon: i visi monumentali

Una delle caratteristiche più evidenti ed anche più spettacolari del Tempio sono sicuramente le sculture dei 216 volti monumentali molto simili fra loro che accolgono il visitatore e lo accompagnano durante la visita.

Molto si è disquisito su chi sia rappresentato in questi volti. Molti studiosi e scuole di pensiero sono inclini a pensare che esse siano la raffigurazione di Lokeshvara, il Bodhisattva della Compassione, in accordo col fatto che il tempio fosse in origine dedicato al Buddha. 

Le obiezioni a questa teoria sono dettate invece da diverse incongruenze. Prima di tutto la presenza del terzo occhio sulle statue, che il Buddha non ha, come non avrebbe mai indossato braccialetti o collane, orecchini e nemmeno la corona. 

Tutto questo farebbe pensare piuttosto ad una rappresentazione di Brahma. Altre teorie sostengono invece che la persona raffigurata nei visi, come ho già detto, molto simili tra loro, sia invece lo stesso Jayavarman VII che, nell’intento di legittimare la discendenza divina del monarca, rappresenti una delle due divinità col proprio volto.

I visi monumentali di Angkor Thom
I visi monumentali di Angkor Thom

Visitare il tempio Bayon in Cambogia

Il tempio si trova al centro di Angkor Thom e quattro delle cinque porte della città sono in asse con il tempio, mentre mancano le mura perimetrali che si trovano normalmente nei Templi Khmer, sostituite nella loro funzione dalle mura della città. 

L’impressione che si ha arrivando da uno degli ingressi è che il tempio si sollevi da terra come una montagna evocando in questo modo la forma del Sacro Monte Meru, la montagna cosmica al centro del mondo nella cosmologia buddista. 

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In coerenza con questo simbolismo cosmico, la pianta del tempio si basa su uno yantra, un simbolo usato nel buddismo tantrico come base dei diagrammi mandala che rappresentano la disposizione dell’universo. 

Nel tempo vengono onorate diverse divinità, oggetto di culto in tutto l’impero Khmer. Il santuario centrale conteneva un’immagine di Jayavarman VII, a voler rafforzare l’immagine del sovrano che regna per volontà divina.

Una delle porte di accesso ad Angkor thom
Una delle porte di accesso ad Angkor thom

Architettura del Tempio Bayon e particolari interessanti

Come già detto, principale caratteristica del Tempio sono le gigantesche sculture dei visi che adornano le trentasette torri sopravvissute delle cinquantaquattro originali. Le torri sono a base quadrata con un volto riprodotto su ciascun lato.  

Nella parte meridionale della zona est è raffigurata un’armata Khmer che curiosamente include anche alcuni soldati cinesi, seguiti da cavalieri, elefanti ed ogni genere di maestranze. In un’altra parte della zona orientale sono raffigurate scene di vita quotidiana nelle case dell’epoca e alcuni mercanti che sembrano anch’essi cinesi.

Nella zona meridionale viene raffigurata una battaglia fra l’armata Khmer e gli eterni rivali Cham, alcune imbarcazioni e scene di pesca. Altre scene raffigurano ancora le armate con elefanti e alcune macchine da guerra simili alle catapulte.

Mappa del Tempio Bayon

Tempio Bayon Mappa in Italiano
Tempio Bayon: Mappa con riferimenti in Italiano (lavoro originale di Tomas Bilbao Plasencia, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

Gallerie e cupola

Le gallerie interne rappresentano invece alcune scene della mitologia Induista, con le figure di Shiva, Brahma, Vishnu, ma anche di figure minori quali Garuda e Ravana.

La torre centrale di Bayon è un’architettura piramidale alta 42 m. Sormontato da torri con il volto di Buddha, è circondato da otto cappelle radianti a forma di croci. 

A differenza dei Templi induisti che sono rettangolari, questo è circolare; infatti, lo schema di preghiera del buddismo richiede che i pellegrini girino attorno al santuario centrale. Ai quattro lati della torre si aprono quattro vestiboli, di cui quello occidentale è dedicato a Vishnu, a nord a Shiva e, a sud, al Buddha. 

Opere successive e ristrutturazioni del Tempio Bayon

Nel corso dei secoli il tempio ha subito aggiustamenti, rimanipolazioni ed aggiunte, per renderlo più aderente al diffondersi del Buddismo Theravada come religione preponderante.

Alcune parti che non facevano parte della costruzione originale sono ad esempio le librerie ed alcune delle gallerie più interne, altre ad alcune parti della terrazza superiore.

Le ristrutturazioni più recenti sono state condotte dall’Ecole Française d’Extreme Orient e dal 1995 dal Japanese Government Team for The Safeguarding of Angkor.

Come arrivare ad Angkor Thom e al Tempio Bayon

Mappa della citta  fortificata di Angkor Thom e del Tempio Bayon
Come arrivare a Angkor Thom da Siem Reap e vista dall’alto della città fortificata (immagine di Google Maps)

Mappa di Angkor Thom e del Tempio Bayon – Cambogia

Link alla mappa di Angkor Thom

Faq Angkor Thom

Cosa significa Thom in lingua Khmer?

Thom in lingua Khmer significa grande.

Quanto costa il biglietto di ingresso ad Angkor Thom?

Il biglietto d’ingresso vale per tutto il sito archeologico di Angkor e costa:
– 37 dollari USA per 1 giorno
– 62 dollari USA per 3 giorni
– 72 dollari USA per 7 giorni
Per tutti i biglietti è richiesta la fotografia (sarà scattata alla biglietteria) vedi l’immagine dal sito ufficiale aggiornata al 25/11/2024prezzi biglietti di ingresso ad Angkor

Dove posso comprare i biglietti per Angkor Thom?

I biglietti per Ankgor Thom possono essere acquistati alla biglietteria ufficiale.

Dove si trova la biglietteria di Angkor?

La biglietteria si trova a 4 chilometri da Siem Reap sulla strada 60 (questa è la posizione).
Indirizzo di google Maps: 9VGJ+P5G Siem Reap, Cambogia.
Indirizzo fisico: Circle Apsara Circle (Angkor Kyung Yu) Street 60m, Treang Village, Sangkat Slor Kram, Siem Reap Town, Siem Reap Province.

Qual è l’orario di apertura della biglietteria di Angkor?

La biglietteria è aperta tutti i giorni dalle 5:00 alle 17:30.
I biglietti d’ingresso emessi dopo le 16:45 sono validi per il giorno successivo.
I biglietti possono visitare tutti i templi, tranne Kulen Mountain.

E’ possibile acquistare i biglietti online?

Potete acquistare i biglietti sul sito ufficiale di Angkor a questo indirizzo. Occorre registrarsi e scattare una fotografia.

Quali sono gli orari di ingresso ai templi di Angkor e ad Angkor Thom?

Il tempio di Angkor Wat e Srassrang sono aperti dalle 5:00 alle 17:30
Phnom Bakheng e Prerup Temple sono aperti dalle 5:00 alle 19:00
Gli altri templi sono aperti dalle 7:30 alle 17:30

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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Pubblicato: 12/02/2023
personalizzare le FAQ di Yoast

Formattare il blocco di Faq di Yoast

di Max Pubblicato: 07/02/2023
Apri un blog written by Max

Come formattare il blocco di FAQ di Yoast, renderlo più accattivante e user friendly

Ho cercato come formattare il blocco di FAQ di Yoast e renderlo più user friendly ed ora ho trovato la soluzione.

Cercavo inizialmente una soluzione che permettesse di rendere più fruibile ed interessante il blocco delle FAQ di Yoast perché così com’è sembra un po’ anonimo e, diciamocelo, bruttino, non adatto ad un blog di viaggi.

Ho cercato sul sito di Yoast e grazie ad un loro interessante articolo sulle Faq che potete recuperare qui: https://yoast.com/developer-blog/theming-gutenberg-the-faq-block/ ho provato a fare delle ricerche diverse su CodePen.

In prima battuta ho pensato di usare una soluzione che mi permettesse di mostrare solamente domande del blocco Faq e di aprire la parte relativa alle risposte con un click oppure al passaggio del mouse.

Apertura delle Faq al click del mouse

L’apertura delle Faq di Yoast al click del mouse ritengo sia la soluzione più fruibile (a parte quella che non prevede nessuna azione), ma per quanto sono riuscito a vedere ed a provare, prevede l’esecuzione di un Javascript. Questo ha sicuramente un impatto sulla velocità del sito, ma se per il vostro caso è trascurabile potete trovare un esempio qui postato da @sheriar-butt.

Faq di yoast - personalizzazione
Faq di yoast – personalizzazione

E questo è un esempio di personalizzazione del CSS sulla base del modulo (in arancio i colori che potete personalizzare). collegandovi all’indirizzo sopra, potete vedere le modifiche in anteprima.

body{
  max-width: 800px;
  margin: 0 auto;
}
/*
	Yoast FAQ CSS
*/
body .wp-block-yoast-faq-block .schema-faq-section{
    border: 2px solid #029292;
    margin-bottom: 15px;
    border-radius: 8px;
    box-shadow: rgba(00, 66, 00, 0.2) 0px 2px 8px 0px;
}
body .schema-faq-question {
    position: relative;
    background: #ffe7d8;
    display: block;
    cursor: pointer;
    padding: 20px 65px 20px 20px;
    font-weight: bold;
    font-size: 20px;
}
body .schema-faq-question:after {
    position: absolute;
    background: #ffffff;
    content: "+";
    right: 25px;
    top: 50%;
    transform: translateY(-50%);
    border: 2px solid #029292;
    line-height: 1;
    border-radius: 50%;
    font-size: 25px;
    width: 25px;
    height: 25px;
    display: flex;
    align-items: center;
    justify-content: center;
    color: #335548;
}
body .schema-faq-section.active .schema-faq-question:after {
    content: "-";
    align-items: normal;
    font-size: 30px;
    line-height: 17px;
}
body .schema-faq-question:hover{
    background: #029292;
    border-radius: 8px;
}
body .schema-faq-section.active .schema-faq-question{
  background: #029292;
  color:#ffffff;
  border-radius: 0;
  border-top-right-radius: 8px;
  border-top-left-radius: 8px;  
}
body .schema-faq-answer {
    display: none;
    margin: 20px 0 20px;
    padding: 0 20px;
}

Apertura delle Faq al passaggio del mouse

L’apertura delle Faq al passaggio del mouse è un’altra soluzione interessante, sempre fruibile, anche se continuo a preferire il clic del mouse, ma sicuramente più leggera, in quanto non si tratta di javascript, ma è realizzabile tramite l’aggiunta di CSS

Il codice è stato pubblicato per la prima volta su CodePen da @RolandFarkas (potete vedere e modificare l’originale da qui: https://codepen.io/rolandfarkas/pen/Jjrmjyz)

come personalizzare le faq di yoast
come personalizzare le faq di yoast

Qui sotto invece la mia personalizzazione visibile nell’immagine.

body {
  font-family: default;
  font-size: 18px;
}
.schema-faq {
  width: 80%;
  padding: 10;
  margin: 0 auto;
}
.schema-faq-question {
  position: relative;
  background: #ffffff;
  color: #029292;
  margin: 10;
  padding: 15px 15px 15px 15px;
  border-width: 1px;
  border-style: solid;
  border-color: #a0e0e0;
  display: block;
  width:100%;
  cursor: pointer;
}
.schema-faq-answer {
  padding: 0px 15px;
  margin: 5px 0;
  width:100%!important;
  height: 0;
  overflow: hidden;
  z-index: -1;
  position: relative;
  opacity: 0;
  -webkit-transition: .5s ease;
  -moz-transition: .5s ease;
  -o-transition: .5s ease;
  transition: .5s ease;
}
.schema-faq-question:hover ~ .schema-faq-answer {
  height: auto;
  opacity: 1;
  padding: 15px;
}
.schema-faq-answer:hover ~ .schema-faq-answer {
  height: auto;
  opacity: 1;
  padding: 15px;
}
.schema-faq-question::after {
  position: absolute;
  content: "+";
  right: 20px;
}
.schema-faq-question:hover::after {
  position: absolute;
  content: "-";
  right: 20px;
}

La mia personalizzazione con Faq sempre visibili

La mia scelta dopo accurate ricerche, è stata quella di utilizzare le Faq sempre visibili, personalizzate con un a piccola aggiunta di codice CSS in maniera da non aggiungere troppo codice alle pagine ed allo stesso tempo fornire un impatto visivo migliore e coerente con i colori e lo stile del mio sito.

Le faq appaiono come quelle in fondo all’articolo, personalizzate con il codice qui sotto. Il tema in uso è NewsPaper di TagDiv, ma le FAQ non sono quelle di Yoast, perché nel frattempo sono passato a RankMath (e non me ne pento).

.schema-faq-question {
  position: relative;
  color: #029292 !important;
  padding: 5px 5px 5px 5px;
  border-top-width: 1px;
  border-left: 1px;
  border-top: solid;
  border-color: #029292;
}

Immagine di copertina di pressfoto su Freepik

Faq di Yoast

Come posso personalizzare le Faq di Yoast

Puoi personalizzare le Faq di Yoast seguendo le indicazioni di questo articolo.

La personalizzazione incide sulle performance della pagina?

Occorre contenere le personalizzazioni al minimo, per non incidere sulla velocità della pagina. Una piccola aggiunta di CSS è accettabile, il JS solo se non avete già troppi plugin.

Scopri cosa puoi fare

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Arrivederci presto!

Pubblicato: 07/02/2023
Tempio di Angkor Wat Cambogia

Angkor Wat, la città tempio dell’Impero Khmer

di Max Pubblicato: 05/02/2023
Indocina written by Max

Visitare Angkor Wat e fare un salto indietro nel tempo

Angkor Wat è la meraviglia più conosciuta della Cambogia, il Tempio Khmer più visitato e uno fra gli edifici religiosi più grande al mondo.

Si tratta di un Tempio risalente al XII secolo che si trova a circa 5 chilometri da Siem Reap in Cambogia. Il nome moderno, Angkor Wat, significa “Tempio della città”, dove Angkor significa città o capitale e Wat significa tempio.

Per non restare senza connessione comprate una E-Sim solo dati per Cambogia, Vietnam e altri sei stati* della zona. Si mantiene il proprio numero e si naviga liberamente (verificate quali Smartphone supportano la E-Sim).

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

INDICE dei contenuti
(clicca qui per espandere)

  • Visitare Angkor Wat e fare un salto indietro nel tempo
  • Guide e libri per la Cambogia
  • La Scoperta di Angkor Wat
  • Architettura di Angkor Wat
  • Schema e simbologia religiosa di Angkor Wat
  • Meraviglie di Angkor Wat
  • Storia di Angkor Wat
  • L’arrivo degli occidentali ad Agkor Wat e i tempi moderni
  • Come arrivare e cosa fare ad Angkor Wat
  • Biglietto d’ingresso ad Angkor Wat
  • Cosa fare ad Angkor Wat (e cosa non fare)
  • Foto e video
  • I 7 punti del Codice di condotta ufficiale per Angkor 
    • Abbigliamento adeguato
    • Vietato toccare i monumenti
    • Non parlate ad alta voce
    • Aree non consentite al pubblico
    • Vietato fumare
    • Non comprare nulla dai bambini
    • Come fotografare i monaci
  • Sanzioni
  • Faq Angkor Wat

Guide e libri per la Cambogia

Pianifica subito la visita: acquista la nuova versione della guida* della Cambogia della Lonely Planet. La guida del National Geographic* sulla Cambogia, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

Alba ad Angkor Wat
Alba ad Angkor Wat
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La Scoperta di Angkor Wat

La prima volta che visitò Angkor Wat agli inizi del XIX secolo, Henry Mouhot scrisse:

“Uno di questi templi (un rivale per quello di Salomone, ed eretto da qualche antico Michelangelo) potrebbe avere un posto d’onore accanto ai nostri edifici più belli. È più grandioso di qualsiasi cosa ci abbiano lasciato i greci o i romani, e contrasta tristemente con la situazione selvaggia in cui versa ora la nazione” 

H.M.

Oltre ad essere così imponente, questo Tempio è anche l’unico ad essere stato attivamente frequentato fino ai giorni nostri e per questo il meglio conservato. 

Per questi motivi Angkor Wat è diventato il simbolo della Cambogia: è il monumento cambogiano più conosciuto nel mondo, il luogo più visitato dai turisti e appare anche sulla bandiera nazionale.

Angkor Wat: il leone a protezione dal male
Angkor Wat: il leone a protezione dal male

Architettura di Angkor Wat

Angkor Wat è una sintesi dell’architettura Khmer della quale riprende le principali caratteristiche. Esso è concepito infatti come un tempio a forma di montagna a simboleggiare il Sacro Monte Meru (la Montagna degli Dei nell’induismo). La costruzione principale è circondata da un largo fossato e all’interno ospita una serie di gallerie, altra tipica caratteristica della generazione più recente di templi Khmer. 

La struttura è a forma di rettangolo e misura circa 1,5 chilometri lungo l’asse longitudinale mentre un po’ meno, 1,3 chilometri, lungo l’asse nord-sud. All’interno del fossato che circonda completamente la costruzione, si trovano le tre gallerie rettangolari, costruite una sopra l’altra ed al centro del tempio si stagliano cinque torri.

Angkor Wat ingresso opposto all'ingresso principale
Angkor Wat: ingresso opposto all’ingresso principale

Schema e simbologia religiosa di Angkor Wat

A differenza dei templi precedenti, quasi esclusivamente dedicati a Shiva, il Tempio di Angkor Wat fu originariamente dedicato a Vishnu. Un’altra caratteristica particolare è che invece di essere orientato ad est, come tradizione dei templi induisti, Angkor Wat è orientato ad ovest. 

Proprio quest’ultima caratteristica ha suscitato numerosi dubbi circa la reale destinazione del Tempio. L’entrata principale orientata ad ovest era infatti una caratteristica dei templi funerari e per questo è possibile che in realtà Angkor Wat possa essere stato concepito come un mausoleo oun luogo dove il re potesse essere venerato dopo la morte. 

Angkor Wat all'alba
Angkor Wat all’alba

Visita Angkor Wat all’alba e scatta anche tu una foto così!

Meraviglie di Angkor Wat

Il complesso viene ammirato per la sua grandiosità, per l’armonia dell’architettura, per i suoi grandi bassorilievi di particolare pregio, noti soprattutto per l’altissimo livello di dettagli con cui sono realizzati e che lasciano incantati i visitatori.

Pensate che lungo le pareti del tempio sono scolpite qualcosa come 3000 apsara, le semidee danzanti della mitologia che avrebbero consegnato a Jayavarman II il regno di Kambuja direttamente dalle mani di Indra.

Un’altra particolarità è la serie di bassorilievi visibile all’esterno del Tempio e che si sviluppa per ben 800 metri e racconta gli eventi storici dell’Impero Khmer e aneddoti della mitologia.

Monaci in visita ad Angkor Wat
Monaci in visita ad Angkor Wat

Storia di Angkor Wat

Angkor Wat Si trova oggi a circa 5,5 chilometri in direzione nord dalla cittadina di Siem Reap, che di solito viene utilizzata come base per visitare la zona di Angkor. Proseguendo verso nord a circa 2 chilometri si raggiunge, invece, la città fortificata di Angkor Thom.

Buddha con Naga ad Angkor Wat
Buddha con Naga ad Angkor Wat

Secondo la leggenda, Indra ordinò la costruzione di Angkor Wat come residenza per suo figlio Precha Ket Mealea ed era credenza comune che il tempio fosse stato costruito in una sola notte da un architetto divino.

In realtà i lavori di costruzione cominciarono agli inizi del XII secolo, durante il regno di Suryavarman II ed il Tempio, come già detto, fu probabilmente dedicato a Vishnu. Il re però morì prima del completamento dei lavori e per questo alcune opere rimasero incompiute.

Inaspettatamente nel 1177 la città subì un attacco da parte degli eterni nemici Cham che espugnarono e saccheggiarono Angkor Wat, spingendo Jayavarman VII a trasferire la capitale in un luogo più sicuro. Il nuovo Re stabilì, infatti, la nuova capitale e il Tempio ad Angkor Thom, realizzando una nuova città fortificata ed il Tempio Bayon un paio di chilometri più a nord.

Più avanti il tempio Angkor Wat venne convertito al Buddismo Theravada e come tale è rimasto attivo fino ai giorni nostri. 

L’arrivo degli occidentali ad Agkor Wat e i tempi moderni

Uno dei primi occidentali a mettere piede ed a dare un resoconto del luogo fu Antonio da Magdalena, un monaco portoghese che lo visitò intorno 1586 e ne rimase affascinato, tanto da citarlo come un’opera favolosa. Il Tempio divenne però famoso solo più avanti, nel XIX secolo, grazie all’esploratore francese Henri Mouhot che, dopo averlo visitato, ne pubblicò quella che oggi chiameremmo recensione, citata in apertura dell’articolo, e con questa Angkor divenne famosa.

Durante il XX secolo Angkor Wat subì molti lavori di restauro, interrotti solo dai momenti bui della guerra civile. Durante l’occupazione i Khmer rossi utilizzarono moltissime delle strutture in legno come materiale da ardere, ed alcuni padiglioni furono danneggiati da proiettili sparati dalle diverse fazioni. Più di tutto, però, furono i danni causati dai ladri di arte che, dalla fine del 1980 all’inizio del 1990, compirono saccheggi e distruzioni, in parte anche per finanziare illegalmente la guerriglia.

Vista laterale del tempio
Vista laterale del tempio

Come arrivare e cosa fare ad Angkor Wat

Il tempio fa parte del parco istituito intorno al sito archeologico di Angkor. L’area archeologica si estende per circa 400 chilometri quadrati ed il punto di partenza e di arrivo per tutte le visite è Siem Reap, una cittadina che si è sviluppata proprio grazie alla vicinanza ai templi. 

In città si possono trovare ristoranti, alberghi e guest house per tutte le tasche, nonché una gamma completa di soluzioni di trasporto, dal taxi, ai caratteristici tuk-tuk all’autobus alla bicicletta. E ovviamente c’è un aeroporto internazionale. Vedi a fondo pagina come arrivare a Siem Reap.

Biglietto d’ingresso ad Angkor Wat

Angkor è un sito UNESCO dal 1992 e la zona è legalmente protetta da una serie di decreti statali dal 1994. I biglietti si possono comprare online da questa pagina oppure direttamente sul posto. La biglietteria è aperta dalle 5 alle 17.30 ed il costo dei biglietti, seppure aumentato in maniera considerevole negli ultimi anni, si mantiene ancora su livelli accettabili o perlomeno in linea coi costi di altre città, dove, per lo stesso prezzo, sicuramente avrete molta meno storia da osservare: 37 dollari per un giorno, 62 per tre giorni e 72 per 7 giorni, i biglietti valgono ovviamente per l’intera area e non per un singolo tempio.

Attenzione, se li perdete dovrete pagare per rifarli.

prezzi biglietti di ingresso ad Angkor
prezzi biglietti di ingresso ad Angkor

Cosa fare ad Angkor Wat (e cosa non fare)

Oltre ad ammirare le innumerevoli e pregevoli opere che costituiscono il tempio stesso, ovviamente i monaci saranno una delle principali attrattive di questo e degli altri templi, soprattutto per i fotografi. L’importante è agire sempre con rispetto e discrezione, chiedendo prima di fare una fotografia ed evitando di mettere in imbarazzo i monaci e gli altri visitatori.

Proprio per permettere una visita piacevole e rispettosa per tutti è stato redatto un codice di condotta che riepiloga i comportamenti da tenere all’interno di questo e degli altri templi  della Cambogia. Leggete attentamnete il riepilogo che ho fatto alla fine dell’articolo per saperne di più.

Foto e video

Vi lascio con un video documentario che potete guardare prima di visitare il sito oppure memorizzare e guardare più avanti, se non volete spoilerare la vostra visita.

I 7 punti del Codice di condotta ufficiale per Angkor 

Abbigliamento adeguato

Una delle regole più importanti per visitare i siti archeologici di Angkor è il codice di abbigliamento. Per la visita è infatti richiesto un abbigliamento adatto, che in parole povere si traduce nel divieto di entrare nei templi con pantaloncini corti e magliette senza maniche o anche in abiti più succinti. Lo stesso abbigliamento è richiesto non solo per la visita, ma anche per l’acquisto dei biglietti, tenetelo a mente. 

Vietato toccare i monumenti

Molte persone sono inclini a toccare le cose nuove, per curiosità e gli italiani in modo particolare. Nonostante in alcuni luoghi sia permesso – quando non di buon auspicio – toccare un monumento o un oggetto in particolare, ricordate che ad Angkor è vietato, perché l’arenaria tende a rovinarsi creando un effetto “unto” (ben conosciuto dagli scalatori).

Non parlate ad alta voce

In Cambogia in genere è consigliabile avere un tono di voce contenuto, al cospetto dei templi ancora di più, quindi evitare le urla e le risate sguaiate.

Aree non consentite al pubblico

Nel complesso dei Templi alcune aree al momento non sono agibili o vietate al pubblico per i motivi più disparati. In genere queste aree sono ben segnalate, cercate di attenervi ai segnali per non rischiare multe o, peggio, di avere un incidente.

Vietato fumare

Nei templi non si può fumare e, in quanto ex fumatore, sono titolato a dire “meno male”. Dal 2012 c’è il divieto di fumo totale, in tutto il parco di Angkor, anche all’esterno dei templi.

Non comprare nulla dai bambini

Comprare un souvenir da un bimbo può sembrare un gesto caritatevole e condivisibile, ma sarebbe meglio non farlo. Finanziare questo tipo di attività per il bambino spesso può significare essere tenuto lontano da scuola e, anche se non è sempre così, meglio non rischiare. Se volete fare beneficenza scegliete un’organizzazione verificata e possibilmente locale.

Come fotografare i monaci

E chi non va in Cambogia con la speranza di fotografare i monaci? Prima di fare una foto chiedete sempre il permesso e, magari scambiate due parole, in modo da non far sentire il soggetto un oggetto. Ricordatevi che le donne non dovrebbero toccare ne’ i monaci ne’ i loro vestiti, rispettiamo le altre culture. Per imparare due parole in lingua khmer c’è il frasario della Lonely Planet.

Sanzioni

Ci sono dei comportamenti che sono considerati reati e per questo sottoposti a sanzioni. Innanzitutto la distruzione o il trafugamento di opere originali, ma anche girare nudi o seminudi (una pratica che si era andata diffondendo alcuni anni fa) e altri comportamenti disdicevoli.

Meglio non fare conoscenza con la giustizia Cambogiana.

Il Codice di condotta è pubblicato in più lingue ed è presente in quasi tutti gli hotel e molti ristoranti. 

Danzatrici Apsara ad Angkor Wat
Danzatrici Apsara ad Angkor Wat

Faq Angkor Wat

Cosa significa Wat in lingua Khmer?

Wat in lingua Khmer significa Tempio.

Quanto costa il biglietto di ingresso ad Angkor Wat?

Il biglietto d’ingresso vale per tutto il sito archeologico di Angkor e costa:
– 37 dollari USA per 1 giorno
– 62 dollari USA per 3 giorni
– 72 dollari USA per 7 giorni
Per tutti i biglietti è richiesta la fotografia (sarà scattata alla biglietteria)

Dove posso comprare i biglietti per Angkor Wat?

I biglietti per Ankgor Wat possono essere acquistati alla biglietteria ufficiale.

Dove si trova la biglietteria di Angkor Wat?

La biglietteria si trova a 4 chilometri da Siem Reap sulla strada 60 (questa è la posizione).
Indirizzo di google Maps: 9VGJ+P5G Siem Reap, Cambogia.
Indirizzo fisico: Circle Apsara Circle (Angkor Kyung Yu) Street 60m, Treang Village, Sangkat Slor Kram, Siem Reap Town, Siem Reap Province.

Qual è l’orario di apertura della biglietteria di Angkor Wat?

La biglietteria è aperta tutti i giorni dalle 5:00 alle 17:30.
I biglietti d’ingresso emessi dopo le 16:45 sono validi per il giorno successivo.
I biglietti possono visitare tutti i templi, tranne Kulen Mountain.

E’ possibile acquistare i biglietti per Angkor Wat online?

Potete acquistare i biglietti sul sito ufficiale di Angkor a questo indirizzo. Occorre registrarsi e scattare una fotografia.

Quali sono gli orari di ingresso ai templi di Angkor e ad Angkor Wat?

Il tempio di Angkor Wat e Srassrang sono aperti dalle 5:00 alle 17:30
Phnom Bakheng e Prerup Temple sono aperti dalle 5:00 alle 19:00
Gli altri templi sono aperti dalle 7:30 alle 17:30

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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