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Articoli Recenti

Preparare un viaggio in Sulawesi Indonesia

Viaggio in Sulawesi Indonesia

di Max Pubblicato: 01/10/2018
Indonesia written by Max

Il mio viaggio in Sulawesi Indonesia

Il mio viaggio in Sulawesi Indonesia sarà l’argomento di oggi. Ho parlato di tanti viaggi che ho fatto nel corso degli anni, ma di solito pubblico gli articoli dopo un po’ di tempo. Stavolta provo a raccontarne uno in corso d’opera.

Ovviamente la pubblicazione avviene alla fine del viaggio, in modo da poter aggiungere alcuni consigli sul campo e un po’ di fotografie..  tanto per mettervi un po’ di curiosità.

Anche se questa non è una guida, quasi sicuramente potrete trarre qualche spunto e alcuni utili consigli per organizzare il vostro viaggio in Sulawesi o magari in qualche altra parte dell’Indonesia

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Il mio viaggio in Sulawesi Indonesia
  • Che tipo di viaggiatore sono?
  • Viaggio da solo o in gruppo?
  • Non è il caso di questo viaggio in Sulawesi.
  • Viaggio in Sulawesi: un volo lunghissimo
  • Pagare in contanti o con la carta?
  • Il nostro itinerario
    • Giorno 1: Makassar
    • Giorno 2: Makassar – Sengkang sul lago Tempe
    • Giorno 3: Sengkang – Toraja
    • Giorno 4: Toraja Trek
    • Giorno 5: Toraja Tour
    • Giorno 6: Trasferimento
    • Giorno 7: Manado Tangkoko
    • Giorno 8: Tasitoki
    • Giorno 9: Lokon
    • Giorno 10: Tomohon e dintorni
    • Giorno 11: Tomohon e dintorni
    • Giorno 12-16: Isola di Bangka
Preparare un viaggio in Sulawesi Indonesia
Isola di Bangka

Che tipo di viaggiatore sono?

Esistono diversi tipi di viaggiatori: quelli che partono zaino in spalle senza una meta, quelli che si studiano tutto a tavolino programmando gli spostamenti fino al minuto. Calcolano tempi, individuano luoghi e sanno tutto prima di partire, c’è invece chi si lascia guidare dal programma di viaggio preconfezionato oppure chi ama stare in gruppo e non si cura della meta.

Ed hanno tutti ragione.

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Viaggio da solo o in gruppo?

Di solito io viaggio di solito con Sabrina, a volte anche da solo, sono pochi quelli che mi sopportano :-)

In realtà faccio un po’ di necessità virtu’. Ovvero, non è che non ami la compagnia, ma non amo programmare troppo le tappe. Per questo motivo occorre viaggiare con una persona con la quale si abbia affiatamento, per la quale un cambiamento di programma o un contrattempo non siano motivo di stress. Quindi, per non creare problemi ad alcuno… ;-)

Per quanto possa essermi documentato, aver letto, visto fotografie ed immaginato, ogni luogo che visito mi riserva sempre delle sorprese. La programmazione implica un ritmo, una scadenza, tempi definiti e questo mi toglie in parte la sensazione di libertà che cerco in un viaggio. Pertanto programmo l’indispensabile, a volte anche meno, lasciando molto allo scorrere del viaggio ed alla casualità. Anche in questo viaggio in Sulawesi ho cercato di fare così, ma forse sto invecchiando e pertanto lo ammetto.. è quasi tutto prenotato!

Comunque non tutti i viaggi sono uguali, anzi, meglio se sono diversi. E quindi mi preparo in maniera sempre differente. A volte mi documento fino alla nausea, a volte invece mi basta una frase, una fotografia, un accenno e via: parte l’ispirazione!

E’ bello partire con la voglia della scoperta, senza preconcetti o aspettative, lasciando che il viaggio si crei da solo man mano che si sviluppa in tempi e luoghi.

A volte però così facendo ci si perde alcuni pezzi per strada.. ma fidatevi non sempre è un male.

non tutti coloro che vagano si sono persi
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Non è il caso di questo viaggio in Sulawesi.

La programmazione (quasi) minuziosa di questo viaggio in Sulawesi in realtà ha stupito anche me.  Per quanto programmato, però, mi sono sfuggite alcune informazioni che non ho trovato riportate in nessun forum o guida (magari per disattenzione).

Per questo ho pensato di inserirle nel mio racconto.

Preparare un viaggio in Sulawesi Indonesia
Questo sono io, mentre mostro le foto ad una bimba del luogo

Viaggio in Sulawesi: un volo lunghissimo

Se farete scalo a Giacarta, come noi, dovrete per forza riprendervi i bagagli anche proseguendo per un’altra destinazione interna (nel nostro caso Makassar). All’aeroporto uscirete dall’aereo e dovrete dirigervi subito all’immigrazione, dove vi verrà concesso il visto turistico per 30 giorni (vedi le indormazioni aggiornate sul sito ViaggiareSicuri, in maniera del tutto gratuita, contrariamente a quanto riportato in altri articoli che ho letto.

Una volta ottenuto il vostro visto passerete al ritiro dei bagagli, prenderete le vostre valigie, che forse nel frattempo saranno arrivate, e uscirete dall’aeroporto passando la dogana merci.Nel nostro caso abbiamo dovuto recarci nella palazzina di fronte, prendere il treno sopraelevato (Sky Train) e cambiare Terminal passando allegramente sopra a villette e superstrade, che lo sviluppo dell’aeroporto ha inglobato.

Al nuovo terminal (che dovrebbe essere il T3 per i voli interni) rifarete un check in per Voi e per i bagagli come se ripartiste in quel momento e via, verso la Vostra destinazione finale.

Pagare in contanti o con la carta?

Durante il vostro viaggi in Sulawesi scoprirete che al di fuori delle città più grandi difficilmente la carta di credito viene accettata, pertanto è indispensabile munirsi di contante.

Potete cambiare contanti all’aeroporto e sicuramente è conveniente, sia in termini di tassi di cambio  che di commissioni.

Se siete a corto di soldi potete prelevare ai numerosi ATM. Sugli ATM viene indicato il taglio erogabile da 100.000 o 50.000 rupie indonesiane (tutti gli ATM erogano un solo taglio di banconote). Gli ATM che erogano banconote da 100.000 di solito hanno la possibilità di erogare importo più elevati per singolo prelievo (di solito 2.500.000 IDR). Gli ATM da 50.000 al contrario erogano in genere importi più bassi (in genere 1.250.000). E’ bene tenerne conto in quanto ad ogni prelievo vengono applicate delle commissioni fisse: meno prelievi=meno commissioni

All’aeroporto vendono anche SIM card prepagate con connessione dati, consiglio di acquistarne una per chiamare casa e per internet. La copertura è quasi ovunque buona.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Il nostro itinerario

Giorno 1: Makassar

Arrivo a Makassar e trasferimento in hotel. Makassar è un porto ed anche l’autista che ci vive dice che nessuno si ferma a visitarla.

Giorno 2: Makassar – Sengkang sul lago Tempe

Durata trasferimento: 4-5 ore. Arrivati ​​a Sengkang, facciamo una gita a bordo di una barca motorizzata locale per esplorare il lago di Tempe, e visitare le case galleggianti, interessanti e pittoresche. C’è l’occasione per vedere lo stile di vita dei pescatori e di coloro che vivono in riva al lago.

Giorno 3: Sengkang – Toraja

Trasferimento a Tana Toraja (3-4 ore). Passiamo attraverso una bella zona di colline abitata principalmente da persone di etnia Buginese con le loro caratteristiche case come palafitte, ma sulla terra ferma. Le case hanno i tetti che terminano con due travi incrociati decorati con motivi che indicano ognuno il villaggio di origine. Passiamo anche attraverso magnifici paesaggi di montagna. Pranzo al ristorante con specialità locali della zona di Toraja, come la carne cotta nel bambù. Pomeriggio arrivo a Tana Toraja.

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Giorno 4: Toraja Trek

Dopo la colazione, partenza per un trekking attraverso i villaggi, con l’occasione di incontrare la popolazione locale e vedere le loro attività quotidiane, anche  visitando un mercato tradizionale. Abbiamo anche avuto la fortuna di partecipare ad una cerimonia funebre: il culto dei morti a Toraja è molto particolare e vale la pena dedicargli più di una giornata.Pernottamento in una casa tradizionale locale in un villaggio, con servizi molto basic.

Giorno 5: Toraja Tour

Dopo la prima colazione, si visitano gli affascinanti villaggi di Tana Toraja con le caratteristiche Case Tongkonan che hanno la forma di una prua di una nave. Visita al villaggio di LEMO, con le tombe nella pietra. SUAYA con le vecchie tombe della dinastia reale. SANGGALA per vedere l’albero dei bambini morti. Pranzo al ristorante locale. Dopo pranzo visita al villaggio di LONDA e alla sua antiche tombe naturali con le statue che rappresentano i morti affacciate sui balconi. Infine visita a KETEKESU, tradizionale villaggio Toraja, con esplorazione dell’interno delle tipiche case Tongkonan.

Preparare un viaggio in Sulawesi Indonesia
Case tipiche di Toraja

Giorno 6: Trasferimento

Trasferimento a Palopo e voli prima per Makassar e dopo da Makassar a Manado.
Trasferimento all’hotel Aryaduta Manado dopo il volo aereo. L’albergo è in centro, serata e cena sulla passeggiata.

Giorno 7: Manado Tangkoko

Dopo colazione trasferimento al villaggio di Batu Putih (2-3 ore) presso la riserva naturale Tangkoko. Pranzo al Tangkoko Hill Resort. Esploriamo il parco nel pomeriggio per vedere i suoi animali endemici con un ranger locale: diversi tipi di uccelli, Hornbill, macachi neri crestati, Tarsius, Kuskus, rettili, ragni e insetti diversi. Pernottamento al Tangkoko Hill Resort.

Giorno 8: Tasitoki

Il centro di recupero degli animali di Tasikoki: non è uno zoo. Il centro di soccorso impiega un team di personale locale dedicato, che si prende cura della riabilitazione fisica e mentale degli animali mentre si sottopongono alla quarantena e alla loro preparazione per il rilascio.
Visita ai Warugas nel villaggio di Sawangan e fai snorkeling nelle limpide acque sorgive di Uluna nel villaggio di Koya. Pernottamento a Tomohon (per cause di forza maggiore non è stato possibile fare l’escursione).

Giorno 9: Lokon

Escursione mattutina al cratere attivo del vulcano Lokon. Splendido scenario intorno a questo vulcano attivo e fumante. Visita al centro di vulcanologia. Pranzo in un ristorante locale. Nel pomeriggio esplorazione di una zona con attività vulcanica di superficie con  pozze di fango  ribollente, solfatare e piccoli geyser vicino al lago Linow. Visita alle tombe Minahasa. Pernottamento Tomohon

Viaggio in Sulawesi Indonesia > https://www.massimobasso.com/articoli/page/30/

Giorno 10: Tomohon e dintorni

Visita al labirinto di una grotta giapponese della seconda guerra mondiale e ad un giardino sacro dove le pietre crescono come le piante. Qui la gente del posto prega i suoi antichi dei e antenati. Visita alla pietra sacra a Pinapetengan, dove gli sciamani curano le persone malate. Incontro con il Santone. Nel pomeriggio bagno in una sorgente termale naturale circondata da campi di riso. Pernottamento Tomohon

Giorno 11: Tomohon e dintorni

Birdwatching al vulcano Mawahu e alla zona di Tomohon dove è possibile trovare altre specie endemiche, diverse da quelle del Tangkoko. rientro a Manado e serata a Manado all’Hotel Sintesa Peninsula.

Preparare un viaggio in Sulawesi Indonesia
Escursione al vulcano da Tomohon

Giorno 12-16: Isola di Bangka

Ultima tappa del viaggio in Sulawesi è il soggiorno al Coral Eye sull’isola di Bangka con ottime esperienze di snorkeling e immersioni. Visita ai villaggi locali e relax. Rientro all’aeroporto e via..

Preparare un viaggio in Sulawesi Indonesia

Per saperne di più sull’Indonesia

L’Indonesia è nota soprattutto per le spiagge ed i fondali di corallo, per i molti vulcani attivi e per la fauna. Orangutan, Tigri e Rinoceronti a Sumatra, i Draghi a Komodo e poi ancora Bali con la sua misticità e Giava con la sua Cultura ed arte antica fanno di questo paese un universo da esplorare.

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Scopri le meraviglie di Sumatra visitando gli Orangutan di Sumatra e gli gli elefanti di Tangkahan. Oppure esplora il Sulawesi con i Macachi Neri di Tangkoko ed i riti ancestrali di Toraja.

Ciao, a presto!

ALTRI ARTICOLI SULL’INDONESIA

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Pubblicato: 01/10/2018
Tribù Bonda in Orisssa - Viaggio in India

La tribù Bonda delle colline dell’Orissa

di Max Pubblicato: 28/08/2018
India written by Max

La tribù Bonda delle colline dell’Orissa

La tribù Bonda in Orissa è un gruppo etnico arrivato con le sue tradizioni quasi intatte fino ai giorni nostri grazie all’isolamento dalla modernizzazione. I componenti delle tribù Bonda dell’Orissa vivono in villaggi lontani dai centri abitati sulle colline a sud di Jeypore, coltivando terreni poco accessibili con tecniche primitive.

E’ possibile incontrare i Bonda nei mercati dove settimanalmente si recano per approvvigionarsi di generi alimentari che non possono ricavare dalle loro coltivazioni sulle colline.

Cliccate sul link per vedere altri articoli sull’Orissa

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • La tribù Bonda delle colline dell’Orissa
  • Acquisti al mercato con il metodo del baratto
  • Un commercio non sempre fiorente
  • Usanze e abbigliamento dei Bonda dell’Orissa
    • Notizie sulla religione e sul decremento demografico
  • Organizzare la visita alla tribù Bonda
  • Un po’ di storia recente: i naxaliti
  • Logistica e cibo durante il viaggio in Orissa
    • Un viaggio di piccole sorprese in un’India vera
  • Qualche consiglio
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Acquisti al mercato con il metodo del baratto

Non avendo grandi fonti di reddito spesso i Bonda non dispongono di denaro contante e per lo più concludono gli acquisti con il metodo del baratto. Essi  offrono i loro prodotti per avere in cambio le merci necessarie al villaggio, ma che non possono essere prodotte autonomamente.

Le merci offerte per il baratto sono di solito ortaggi e prodotti della foresta e manufatti tessili prodotti con fibre e colori naturali, ma la loro vera specialità sono le diverse varietà di bevande alcoliche.

Già, i Bonda dell’Orissa sono infatti noti produttori ed anche utilizzatori di bevande alcoliche. Queste bevande molto ricercate sono distillate da vari elementi vegetali quali palma, fiori e riso e vengono trasportate in contenitori metallici. Nei giorni di mercato gli uomini giungono sovente nei luoghi di scambio già ubriachi e se non lo sono già quasi sempre lo diventano nel corso della giornata. La stessa cosa non di rado capita anche alle donne. Forse è un modo per dare una dimostrazione del potere di questi distillati.

Se visitate i mercati alla ricerca delle persone della tribù Bonda è consigliabile stare lontani dalle zone nelle quali si commerciano gli alcolici, che sono facilmente individuabili ad un occhio attento. I Bonda infatti sono anche noti per il fatto di essere irascibili e bellicosi, meglio una foto da lontano e magari senza farsi notare.

Un commercio non sempre fiorente

Altro prodotto che le donne Bonda confezionano per la vendita sono le scope di saggina. Purtroppo il commercio delle scope non è fiorente a causa della credenza che dipinge queste donne come streghe, forse anche a causa del loro brutto carattere.

Non ho avuto modo di vedere le scope delle donne Bonda, mentre invece ho tentato di acquistare un “ringa” (vedi più avanti), ma senza successo, se andrete a visitare la tribù fateci caso e fatemi sapere.

Potete vedere qui sotto alcune foto del trasporto delle merci dal villaggio al mercato.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Usanze e abbigliamento dei Bonda dell’Orissa

Le donne di etnia Bonda sono facilmente riconoscibili: hanno la testa rasata con un copricapo di perline colorate e le stesse perline coprono il petto nudo. Oltre a questi tradizionali indumenti le donne Bonda indossano il ringa, un gonnellino a righe tessuto in casa e si ornano di  grossi collari che un tempo erano di bronzo, ma oggigiorno sono spesso di alluminio. Questi collari, insieme agli orecchini dorati, i bracciali e le cinture in parte sottolineano lo status sociale.

Pur essendo divisi in vari clan, per la tribù il villaggio è l’organo principale. Una consuetudine originale di queste popolazioni consiste nel fatto che in genere le donne hanno mariti molto più giovani. Questo usanza sociale fa sì che la donna non rischi di doversi mantenere da sola  quando con l’avanzare dell’età la prestanza fisica viene meno. I matrimoni possono avvenire tra persone di qualsiasi clan, ma  gli sposi devono appartenere a villaggi diversi.

Notizie sulla religione e sul decremento demografico

Le persone seguono una religione di tipo animista che prevede sacrifici per ingraziarsi le divinità e gli spiriti dell’agricoltura. Le vittime di questi sacrifici sono spesso tori e maiali, ma vengono fatte anche offerte di cibo e altro.

La popolazione è in costante decremento, ciò è dovuto in parte al problema della consanguineità – nonostante l’usanza di contrarre matrimoni con componenti di altri villaggi – ed in parte allo spirito bellicoso che provoca ogni anno diversi morti. Il decremento della popolazione colpisce anche altre etnie come ad esempio i Dongria Kondh. Ovviamente la contrazione ed il costante deperimento del territorio sono un’altra causa del decremento demografico.

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Tribù Bonda in Orisssa - Viaggio in India

Organizzare la visita alla tribù Bonda

Oggi visitare l’Orissa è abbastanza semplice, ma la logistica non è paragonabile al resto dell’India. La visita alle tribù infatti è stata per un lungo periodo oggetto di limitazioni da parte del Governo e questo ne ha condizionato lo sviluppo turistico.

Proprio per questo l’ho trovato un luogo molto “vero” e per certi versi intatto, per quanto intatto possa essere un luogo nell’era degli smartphones.

Ti potrebbe interessare anche avere notizie su un’altra tribù che vive nelle vicinanze, leggi l’articolo Kutia Kondh: spiriti-tigre e donne tatuate

Un po’ di storia recente: i naxaliti

Nel febbraio 2009 il governo Indiano annunciava di voler combattere il fenomeno dei naxaliti in tutti gli stati colpiti dal fenomeno, fra i quali l’Orissa. Naxaliti è il termine con il quale si identificano i gruppi militanti comunisti che operano in diverse zone dell’India. Nell’Orissa sono noti come maoisti e sono stati dichiarati organizzazione terroristica nel 1967. Il termine Naxal deriva dal nome del villaggio (Naxalbari, nel Bengala occidentale) dove ha avuto origine il movimento.

Negli anni successivi al 2009 si registrarono attentati e rapimenti, il più noto in Italia fu il rapimento nel 2012 del piemontese Paolo Bosusco e del romano Claudio Colangelo che stavano facendo un’escursione nella zona dell’Orissa.

Il gruppo terrorista asseriva che i turisti trattassero le popolazioni locali come scimmie. All’epoca infatti era scoppiata un’accesa polemica sui cosiddetti “safari umani”, dopo un video in cui si vedevano turisti indiani chiedere a una tribù delle isole Andamane di ballare davanti alle telecamere.

A questo proposito a febbraio del 2012 il governo dell’Orissa introdusse regole più severe per i turisti stranieri che vogliono recarsi nei territori di alcune comunità tribali protette, tra cui i Dongria Kondh dei quali ho parlato in un altro articolo, famosi per la loro resistenza al colosso minerario Vedanta e i Bonda appunto.

Ad oggi le restrizioni sono in gran parte decadute ed il pericolo Maoista/Naxalista in gran parte risolto, anche se è sempre consigliabile attenzione, come in un qualsiasi paese straniero

Tribù Bonda in Orisssa - Viaggio in India

Logistica e cibo durante il viaggio in Orissa

Gli alberghi in questa zona sono molto minimali, anche quelli più eleganti. Non sono certamente gli alberghi per turisti europei che trovate in Rajahstan, ma superata l’iniziale diffidenza e con un po’ di accortezza sono passabili. E poi sono dell’opinione che vivere un po’ fuori dalla nostra campana di vetro faccia bene all’anima.

Una delle cose che più mi sono piaciute di questo viaggio, al di là dell’aspetto fotografico della visita alle tribù, è stata l’esperienza di vita con la gente. Dormire negli alberghetti locali, cenare in un ristorante come unico turista con un topolino come compagnia o far colazione per strada possono sembrare “danni collaterali” da patire per il fine ultimo di recuperare una bella foto.

Un viaggio di piccole sorprese in un’India vera

Per me invece le piccole cose di tutti i giorni sono il vero motivo del viaggio, le fotografie sono uno spunto per scrivere o per parlare del viaggio quando questo è finito. Anche le banalità a volte possono essere interessanti, come i mezzi di trasporto, che in India a volte possono essere originali.

Beh, se ci andate o se volete andarci chiedetemi pure qualche informazione, sarò felice di consigliarvi.  Ad esempio vi consiglio di assaggiare la “dosa” con le cipolle per colazione al posto delle pessime fette biscottate con l’innaturale marmellata di fragole che generalmente trovate negli alberghi.

Oppure potrei consigliarvi come infastidire i venditori di chai per farsi mettere lo zenzero nel té (da queste parti pare che non sia molto comune se non al mattino e in determinate cittadine).

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Ho ancora altre foto e curiosità, ma per oggi finisco qui.

A presto!

Qualche consiglio

Se volete avventurarvi in India potete incominciare a leggere una guida, ma ci sono un sacco di cose che le guide non raccontano. Per prepararvi vi consiglio un libro sull’Induismo di Renato Franci e magari una lettura sulla vita di Gandhi. Io ne ho fatto un riepilogo nel mio articolo, ma ci sono un sacco di libri che ne parlano

Infine un classico di qualche anno fa, uno dei primi libri che ho letto e che mi hanno fatto venire la voglia di viaggiare: I Misteri della Giungla Nera di Salgari, magari un po’ fuori moda, ma di grande ispirazione, specialmente se pensate che Salgari ha scritto di un posto nel quale non era mai stato..

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 28/08/2018
Rifugio degli Angeli al Morion Valgrisenche4

Panorama dal Rifugio degli Angeli in Valgrisenche

di Max Pubblicato: 21/08/2018
Italia written by Max

Splendida giornata al Rifugio degli Angeli in Valgrisenche.

Il Rifugio degli Angeli è una delle tante opere portate a termine dai volontari dell’Operazione Mato Grosso (OMG) Esso nasce letteralmente dalle Ceneri del vecchio rifugio Scavarda, abbandonato dopo l’incendio che lo distrusse negli anni novanta.

Interamente costruito e gestito dai volontari, il Rifugio degli Angeli al Morion fu cominciato nel 2003 ed inaugurato appena due anni dopo, nel 2005.

Indice

  • Splendida giornata al Rifugio degli Angeli in Valgrisenche.
  • Cos’è l’Operazione Mato Grosso (O.M.G.)
  • Il racconto della mia esperienza
  • La vista dal rifugio è splendida
  • E adesso qualche immagine
  • Altri articoli e consigli sul tema Italia

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Rifugio degli Angeli al Morion Valgrisenche4

Cos’è l’Operazione Mato Grosso (O.M.G.)

Per chi non conosce l’Operazione Mato Grosso, è possibile trovare alcune informazioni sul loro sito, ma brevemente

L'Operazione Mato Grosso è un movimento che attraverso il lavoro gratuito per i più poveri offre a giovani e ragazzi la possibilità di numerose esperienze formative

(cit. dal sito dell’iniziativa)

L’Operazione Mato Grosso nasce in val Formazza nel 1967 – è mia coscritta e io neanche lo sapevo. Quell’anno un gruppo di giovani, guidato dal padre salesiano Ugo De Censi organizzò una spedizione per cominciare la costruzione di una scuola nello stato del Mato Grosso, in Brasile. Al rientro in Italia i ragazzi si organizzarono in molti gruppi, per continuare ad aprire nuove iniziative sostenendole con il ricavato dei loro lavori.

Oggi l’Operazione Mato Grosso è presente in Perù, Ecuador, in Bolivia e in Brasile con quasi cento iniziative

In Italia c’è la principale sede organizzativa, i gruppi di volontari sostengono da lontano il lavoro svolto nei paesi sudamericani grazie a svariate attività di volontariato.

Nell’ambito di queste attività il gruppo ha costruito e gestisce diversi rifugi e case alpine, fra i quali appunto il Rifugio degli Angeli al Morion. Potete trovare maggiori informazioni e la storia delle iniziative in parte anche qui.

Rifugio degli Angeli al Morion Valgrisenche4

Il racconto della mia esperienza

Recentemente ho avuto modo di recarmi in questa splendida porzione di Valle d’Aosta e per una volta il tempo è stato clemente, regalando una fantastica giornata di sole e di clima piacevolmente secco.

L’itinerario parte dalla frazione di Bonne in Valgrisenche, avendo cura di lasciare l’auto nelle zone dove è concesso, senza intralciare il passaggio :-)  Lungo la salita si incontrano prima l’alpeggio dell’Arp Vieille (2.200 m), successivamente l’ex ricovero militare Capitano Crova (2430 m) al Plan du Brei ed infine, dopo una salita in verticale, si scollina e si arriva al piccolo pianoro dove sorge il rifugio.

Ovviamente il tutto sarebbe semplice e  rilassante, a meno che decidiate di portare su qualcosa al rifugio, che come ho detto si regge sul volontariato.

Così mi sono caricato 2 teste di mocio – si teste di mocio perché nei rifugi si lavano i pavimenti e anche perché si possono legare fuori dallo zaino – e una borsa di ortaggi, in particolare cipolle carote e zucchine. Per fortuna che il mio zaino fotografico non è tanto capiente :-)

Fuori dal deposito c’è un cartello che invita i visitatori a portare su almeno un pezzo di legna. Peccato che il cartello si veda bene solo in discesa..

La vista dal rifugio è splendida

Anche zavorrati e senza allenamento nel complesso la gita è piacevole e non troppo faticosa. Anche se lo fosse, in ogni caso all’arrivo lo splendido panorama su una grande porzione della Valle d’Aosta ripagherebbe ogni sforzo.

Il rifugio infatti si trova su una cresta ai piedi del ghiacciaio di Morion della Testa del Rutor, in posizione particolarmente aperta e panoramica. Da lì si gode di una visuale di oltre 180° che spazia dalla Grande Sassière e dal Gran Paradiso al Monte Rosa, al Cervino e al Grand Combin.  Con un buon binocolo è possibile vedere le cordate che salgono al Gran Paradiso e, con un po’ di immaginazione anche le cordate sul Cervino (mah?)

Il Rifugio degli Angeli al Morion è aperto da marzo a maggio solo su prenotazione, mentre da giugno a settembre è sempre aperto. Il rifugio ha una capienza di 52 posti letto e penso che valga veramente la pena di fermarsi a vedere lo spettacolo delle montagne al tramonto. Il cibo è veramente buono e rustico, come ci si aspetta da un rifugio di alta montagna con l’accento sulle buonissime torte che hanno concluso il pranzo.

E adesso qualche immagine

Cliccate sull’immagine per ingrandire.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Se non avete visto l’immagine completa godetevi questa vista del Cervino.

Rifugio degli Angeli al Morion Valgrisenche-1
Il Cervino, visto dal Rifugio degli Angeli al Morion, Valgrisenche
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

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Pubblicato: 21/08/2018
agosto tempo di ricordi

Agosto tempo di ricordi e di vacanze

di Max Pubblicato: 16/08/2018
Video written by Max

Agosto per me è tempo di ricordi.

E’ tempo di ricordi. Se posso evito i periodi affollati per andare in vacanza. Quindi approfitto di questo agosto per sfoltire le fotografie e riguardare i miei viaggi passati. Dalle fotografie ritrovate fra i miei ricordi di viaggio, nasce questa presentazione: tempo di ricordi, iniziamente “semplicemente vita”.

Sono solo immagini personali, ma le trovo carine e volevo condividerle, è anche un modo per non dimenticare. Non so se susciterà in chi le vede almeno un po’ dell’emozione che provo io nel vederle, ma forse chi mi conosce apprezzerà..  altrimenti basta passare ad altro :-)

Alla prossima!

Siete perplessi del fatto che sono stato conciso e diretto? Non preoccupatevi, riprendero’ con i miei soliti sproloqui molto presto!! :-)

Infatti oltre a questa presentazione sto preparando altre novità.

Nel frattempo se volete vedere un altro filmato potreste dare uno sguardo a Gujarat Sapore d’India: è una rassegna di fotografie che trovo fra le più significative tratte dal mio viaggio in Gujarat India.

Tutto questo per rompere la monotonia delle sole fotografie.

Scopri di più su questo blog

Se stai programmando un viaggio controlla cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

In cerca di ispirazione? In questa pagina sono raccolti gli articoli sul Giappone. Puoi cominciare dall’articolo sul cibo in Giappone o scoprire il Japan Rail Pass. In alternativa puoi leggere qualche curiosità sugli Hotel in Giappone.

In questa pagina invece trovi un sacco di articoli sull’India, come ad esempio un articolo sui Sadhu, i Santoni indiani, oppure sui Luoghi Sacri dell’Induismo e sulle regole di comportamento.

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Parti per gli USA? Se la destinazione è New York puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure a piedi, in taxi o autobus. Ma se le preferenze sono per  l’assolata California vedi cosa fare e quando andare a San Francisco e Los Angeles e magari fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

Se non ti piacciono le città, allora fuggi verso i Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 16/08/2018
Escursione in alta quota nelle Dolomiti Alta Badia

Panorama dal Sassongher e altre foto della Val Badia

di Max Pubblicato: 13/08/2018
Italia written by Max

Panorama dal Sassonger 360° e altre foto dalla Val Badia:

Se siete stati a Corvara o a La villa, nelle Dolomiti di Val Badia non potete non aver visto il Sassongher.

Il Sassongher è un monte delle Dolomiti alto 2.665m che appartiene al gruppo del Puez, nel parco naturale Puez-Odle.

Con la sua altezza e centralità nella valle domina i paesi di La Villa, Corvara e Colfosco, in Val Badia. Inutile dire che è una delle gite più popolari da quelle parti, con la possibilità di percorrere molti diverse vie d’accesso per raggiungere la cima.

Pur essendo una delle mete più ambite e popolari, non è per nulla una gita facile. Specialmente se, come noi, invece di partire da Colfosco (che è in alto nella Valle), decidete di partire dall’accesso più in basso ovvero da La Villa.

Il panorama a 360° dalla cima del Sassongher

La cima del Sassongher però vi appagherà con un panorama spettacolare a 360° a partire dalla Cima Nove, Cima Dieci e Sasso della Croce,  che sovrastano La Villa in Badia. Risalendo la valle gruppo delle Couturines, Piz Lavarella, San Cassiano, Passo di Valparola, Passo Falzarego e lontano, ma alto il Pelmo. Sullo sfondo il gruppo del Civetta e la Marmolada coperta di nuvole col ghiacciaio. Poi di nuovo in primo piano il gruppo del Sella con la vallata che conduce al Piz Boé, poi di nuovo sullo sfondo il Sassolungo, fino ad arrivare di nuovo al Sassongher, con la croce. Le Dolomiti di Val Badia e non solo quelle, sono Patrimonio dell’Unesco

Una bella passeggiata, nelle Dolomiti di Val Badia ne vale la pena.

Panorama dal Sassongher e Dolomiti di alta Badia
Panorama dal Sasshonger in Val Badia

Splendide Dolomiti

Ma c’è molto di più. Forse sarà perché sono innamorato delle Dolomiti e soprattutto e quelle dell’Alta Badia, ma in tutti i panorami riesco a trovare un non so che di attraente, a tratti anche di poetico.

A questo ovviamente hanno contribuito  anche i molti libri che ho letto sulle avventure che sono passate su queste montagne, due su tutti Le mani dure di Rolly Marchi e Il giorno delle Mesules di Ettore Castiglioni.

Proprio per questo, pur col brutto tempo che ha accompagnato questa breve escursione sulle Dolomiti di Alta Badia, ho scattato qualche foto che penso valga la pena di condividere.

Galleria di fotografie delle Dolomiti

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Escursione in quota nelle Dolomiti Alta Badia
Panorama dal Sasshonger, in Val Badia

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Pubblicato: 13/08/2018
La valle della morte e dei colori

Death Valley la colorata valle della morte

di Max Pubblicato: 19/06/2018
Stati Uniti written by Max

La Death Valley, fra California e Nevada: un luogo da vedere.

Certo che il nome Death Valley di primo acchito può non essere molto invitante, ma se il posto è famoso un motivo ci sarà.

Questo è stato il mio pensiero quando per la prima volta visitai la Death Valley valle della morte 25 anni fa, in ottobre.

In effetti questo luogo caldo e desertico ha un fascino tutto particolare e fin da quando si comincia la discesa verso il centro della valle si comincia a percepirlo.

Ma come al solito, prima di vedere le fotografie, cerchiamo di ambientarci e di saperne di più.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • La Death Valley, fra California e Nevada: un luogo da vedere.
  • Un parco nazionale nella Death Valley
  • La Death Valley ai giorni nostri
  • Perché andare nella Death Valley
  • Come arrivarci
  • La mia esperienza nella Death Valley
  • Proposte di viaggi negli USA
  • Libri e guide per gli Stati Uniti
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?

Un parco nazionale nella Death Valley

La Valle della Morte (Death Valley National Park) si trova in parte in California ed in parte minore in Nevada. È una depressione conosciuta soprattutto perché al centro della valle si trova il punto più basso del Nord America, ed è stata resa famosa in passato da pellicole girate qui come ad esempio il mitico Zabriskie Point di Antonioni del 1970.

La Valle si estende longitudinalmente da nord a sud ed è lunga 225 chilometri mentre è larga in media 40 chilometri. Il bacino ha un’altezza minima di 86 metri sotto il livello del mare ed il punto più basso si trova a Badwater (acqua cattiva).

Death Valley - La valle della morte e dei colori - Badwater Basin
Il punto più basso della Death Valley

La Death Valley ai giorni nostri

Nel XVIII secolo, all’epoca del Far West, malgrado il clima caldo e arido questo territorio era abitato da nativi americani, che si chiamavano Timbisha, il popolo della valle (poi ribattezzati Shoshoni) e dai Paiute.

Nel 1849 durante la corsa all’oro nacquero leggende su favolose miniere perdute sulle montagne e perfino su un tesoro sotterrato. Una moltitudine di persone si sparse sui monti setacciando il territorio e poi se ne andò.

In seguito nacquero un paio di miniere, non d’oro, perché  il vero business era l’estrazione del borace.

Nel 1933 l’amministrazione Hoover fece della Valle un Monumento Nazionale, chiudendola allo sfruttamento minerario, ma con un atto del Congresso lo stesso anno la miniera principale fu riaperta. Fra riaperture e chiusure la miniera oggi è in funzione, anche se non si nota e nessuno se ne cura.

Leggi anche Lower Antelope Canyon, Upper Antelope Canyon o Antelope Canyon X

Perché andare nella Death Valley

Oggi vale la pena di visitare la Death Valley soprattutto per i panorami, ma non dimentichiamo che nella Valle della Morte si trovano 600 tipi di piante e fiori del deserto, se siete fortunati potrete vedere anche delle fioriture..

Inoltre ci sono molti animali: 260 specie di uccelli, alcuni dei quali solo come svernanti, 40 specie di mammiferi, 36 specie di rettili. Di tutti questi animali, un rettile che è possibile osservare con facilità è un piccolo iguana chiamato chuckwalla, oltre alle lucertole della sabbia. Fra gli uccelli invece osserverete con facilità alcuni corvi e uccelli acquatici, nella pozza di Furnace Creek e nelle poche sorgenti vicine.

Come arrivarci

Avevamo programmato di arrivarci da sud (da Pasadena). Sulla strada I395 che porta da Los Angeles a Reno, ci si dirige a Est sulla strada 178, da Wildrose, attraverso Emigrant Canyon, a Stovepipe Wells: secondo me l’opzione migliore.

Tutto però è andato storto causa il ritardo di un giorno dovuto alla mancata coincidenza a Londra.. Così abbiamo spostato la visita alla fine del viaggio e siamo entrati nella valle da sud est.

Per raggiungere la Death Valley non ci sono mezzi pubblici di alcun tipo. Anche in auto bisogna adottare delle precauzioni. Il Death Valley National Park Service  rilascia un bollettino quotidiano sulla viabilità e sulle temperature, perché in estate il calore potrebbe essere eccessivo oppure in inverno la valle in casi eccezionali potrebbe essere allagata.

La valle della morte e dei colori
Formazioni cristalline nella Death Valley

La mia esperienza nella Death Valley

A causa del ritardo del primo giorno, la Death Valley per noi è stata un po’ un mordi e fuggi. Ci siamo passati attraverso, più che visitarla.

Ci siamo fermati a Badwater Basin, il punto più basso della valle, una pozza alimentata da una sorgente in prossimità della strada, con un parcheggio ed un sentiero che si inoltra fra le formazioni saline. Il contenuto di sali minerali è talmente alto da rendere l’acqua imbevibile e da qui l’appellativo di bad o cattiva.

Intorno alla pozza d’acqua i cicli ripetuti di gelo, disgelo ed evaporazione hanno creato delle formazioni esagonali irregolari

La pozza non costituisce in realtà il punto di massima depressione, ma il cartello è situato convenzionalmente presso la pozza. Sulla parete rocciosa retrostante Badwater, c’è una scritta SEA LEVEL, per indicare il livello del mare.

Death Valley - La valle della morte e dei colori - Badwater Basin

Altro posto che abbiamo visitato è l’Artist Palette, dove le concentrazioni di elementi portano alla formazione di una tavolozza dai colori variegati. Ci si arriva con una deviazione di circa 9 miglia dalla strada principale, in mezzo ad un canyon dove è difficile sostare, ma scenograficamente magnifico.

Un ultimo salto alle dune di sabbia di Mesquite Flat Sand Dunes, celebri anche per esser state immortalate nel set cinematografico del film Star Wars, nell’episodio IV (il deserto di ‪Tatooine). Poi via.. meritava senz’altro di più, ma non saremmo mai arrivati a destinazione..

Alla prossima!

Death Valley - La valle della morte e dei colori
Dune di sabbia di Mesquite Flats
death valley
Archivio 1993 Zabriskie Point

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Leggi anche 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti

Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

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Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

Se ti rimane del tempo puoi anche fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

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Non ti piacciono le città?

Se cerchi un’avventura più a contatto con la natura, leggi cosa puoi fare nei Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon. Per alcuni di questi parchi è richiesta una prenotazione, scopri quali!

Un’altra meta imperdibile è il favoloso Parco di Yellowstone, con la sua natura, i bisonti, gli orsi ed i lupi. Ti propongo un paio di itinerari: da Seattle a Yellowstoneattraverso gli stati di Washington e del Montana, oppure un itinerario che comprende Yellowstone, il Colorado ed il Wyoming con partenza e arrivo a Denver.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 19/06/2018
Mangiare nella foresta amazzonica-Massimo Basso-1

Mangiare nella Foresta Amazzonica

di Max Pubblicato: 12/06/2018
Centro e Sudamerica written by Max

Cosa si può mangiare nella foresta amazzonica?

In questo articolo parlerò di cosa si può mangiare nella foresta amazzonica. Ovviamente sto parlando della mia esperienza al Napo Cultural Center, in Ecuador, ma anche di qualche specialità decisamente più locale ed insolita. Vi propongo un paio di video, tanto per cambiare.

Per vedere altri articoli su questa esperienza di viaggio nell’Amazzonia Ecuadoriana, vai alla pagina dedicata all’Amazzonia

Tempo di lettura stimato: 5 minuti

Indice

  • Cosa si può mangiare nella foresta amazzonica?
  • Colazione prima di partire
  • Frutta dolcissima, verdura fresca e formiche?
  • Cosa non volevo mangiare nella foresta amazzonica
  • Il pasto coraggioso nella foresta amazzonica

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Colazione prima di partire

Ricordando esperienze meno comode, pensando di fare una vacanza nell’Amazzonia Ecuadoriana mi sono preparato mentalmente a fare dieta per qualche giorno. A posteriori invece devo dire che uno dei tanti aspetti della vacanza che ricordo piacevolmente è sicuramente il cibo.

Il cuoco era veramente un artista nella presentazione dei piatti, che erano sempre preparati con specialità locali probabilmente riadattate per un’utenza internazionale e molto buoni. Certo, le opportunità di trovare cibo nella foresta non mancano.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Frutta dolcissima, verdura fresca e formiche?

Nella foresta amazzonica ci si sveglia di prima mattina.

Il primo giorno ti viene naturale domandarti: cosa mi posso aspettare di mangiare qui, nella foresta amazzonica? E subito ti stupisci: la colazione con un succo di frutta preparato sul momento è veramente una “sciccheria” :-)

Uno dei cibi più golosi del soggiorno al Napo Cultural Center sono stati i frullati: fatti di frutta dai nomi mai sentiti e dal gusto spettacolare, densi, zuccherini, ma soprattutto naturalissimi e fatti sul momento.

E dopo la colazione per tutto il giorno si proseguiva con un susseguirsi di frullati fino a cena.. tanti, buoni, a volte troppi..

Devo dire che mi mancano proprio!

Ovviamente non sono mancate le esperienze originali e sconcertanti. Ad esempio durante il trekking nella foresta abbiamo assaggiato le formiche, come potete vedere nel video qui sotto. Sembra un po’ strano assaggiare le formiche, ma posso assicurare che avevano un buon gusto di limone!!

Cosa non volevo mangiare nella foresta amazzonica

Per mangiare nella foresta amazzonica, se non siete in un lodge, penso che dobbiate però avere lo stomaco forte. Per anni ho avuto la fobia degli insetti. Anche solo sentirli volare mi toccava i nervi e mi procurava quasi attacchi di panico. Poi col tempo mi sono “allenato mentalmente” e un po’ per volta sono riuscito a dominare la paura, ma non sono sicuramente un amante degli insetti.

Durante la mia permanenza in Repubblica Democratica del Congo, alla Pediatria di Kimbondo mi era stata proposta in un paio di occasioni una specialità locale, fatta di larve di insetti affumicate, ma mi ero sempre rifiutato, pensando che non sarei mai riuscito a mangiarne.

Qui nella foresta amazzonica però la storia è stata diversa. E’ vero, anche qui la prima volta che mi hanno proposto da mangiare delle larve (larve di una vespa delle palme se non ricordo male), non ho avuto il coraggio di assaggiarle.

mangiare nella foresta amazzonica
Larve che si trovano all’interno delle palme

Il pasto coraggioso nella foresta amazzonica

La curiosità però era troppa, e, diciamolo, volevo anche dimostrare a me stesso che avevo il coraggio di farlo.

Così dopo il primo rifiuto mi ero un po’ pentito. E quando l’occasione si è ripresentata ho agito senza pensare troppo: gnam! La pelle era un po’ dura, ma il gusto era quello del bacon, anche se un po’ troppo persistente. La consistenza? E’ meglio che non ci pensi.. ma sono sopravvissuto!

Ovviamente la larva era cotta abbrustolita. Ma qualcuno riesce a mangiarle anche da vive!.

Avete lo stomaco forte dicevo? date un’occhiata qui sotto e poi sarete pronti per la Foresta Amazzonica Ecuadoriana!

Scopri di più su Centro e Sudamerica

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Il Centro ed il Sud America sono destinazioni imperdibili, dove la natura e la cultura si fondono in maniera superba.

Scopri il Costa Rica, dove la natura è protagonista! Puoi vedere splendide fotografie dei colibrì, scoprire le tartarughe del parco Tortuguero o ammirare le splendide piante ed i fiori del Costa Rica.

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Un po’ di avventura? Prova a cercare l’oro in un villaggio del Darien con gli indigeni Embera a Panama e a scoprire la favolosa natura di questa destinazione.

Se questo non ti basta scopri la foresta amazzonica in Ecuador, il parco Yasuni, un’esperienza che difficilmente ti lascerà indifferente

Se vuoi esplorare in modo più mirato puoi trovare un elenco degli articoli su Centro e Sudamerica oppure scegliere dagli argomenti presenti a fondo pagina.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 12/06/2018

In canoa nella foresta amazzonica in Ecuador

di Max Pubblicato: 05/06/2018
Centro e Sudamerica written by Max

Nella foresta amazzonica in Ecuador

Quando si dice foresta amazzonica l’immaginario porta a pensare al Brasile ed al Rio delle Amazzoni.

Questa associazione di idee è vera solo in parte. Il bacino del Rio delle Amazzoni in verità è molto più ampio e comprende una zona a cavallo fra vari stati.

Tempo di lettura stimato: 9 minuti

Indice

  • Nella foresta amazzonica in Ecuador
  • Alcune informazioni sulla foresta Amazzonica Ecuadoriana
  • Il bacino dell’Amazzonia
  • Escursione in canoa nella foresta amazzonica
  • Gli hoatzin
  • Scivolare in silenzio
  • Noi, loro.. ed il caimano
  • Incontri nella foresta amazzonica dell’Ecuador
  • Scimmie come angeli fra i rami

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Alcune informazioni sulla foresta Amazzonica Ecuadoriana

L’Amazzonia o foresta amazzonica, è una foresta pluviale tropicale in Sud America che si estende per oltre 7 milioni di km², anche se la zona di boschi vera e propria occupa circa 5,5 milioni di km².

La foresta è situata per circa il 65% del territorio in Brasile, ma si estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese. Di queste zone, quelle maggiormente sviluppate ed accessibili a livello turistico sono le zone di Ecuador e Perù.

L’Ecuador appunto ed il Parco nazionale Yasuni in particolare sono state la meta del nostro viaggio nella foresta amazzonica. Yasuni, come già detto nell’altro articolo sul parco, è un parco nazionale della foresta amazzonica dell’Ecuador in una zona ad alta piovosità con folta vegetazione, con una concentrazione di biodiversità unica.

Il bacino dell’Amazzonia

foresta amazzonica ecuador baciono del rio delle amazzoni
Cartina della foresta amazzonica

Qui a lato una mappa della Foresta Amazzonica, la vista del bacino del Rio delle Amazzoni. L’immagine è di pubblico dominio, ricavata da una fotografia della NASA.

Per i riferimenti all’autore cliccare sul link.

Escursione in canoa nella foresta amazzonica

La canoa è sicuramente uno dei modi più interessanti e divertenti per esplorare la foresta. Grazie al fatto di aver scelto di avere un po’ più di tempo a disposizione abbiamo potuto apprezzare appieno anche quest’esperienza.

Abbiamo fatto due gite in canoa, ma a causa del maltempo la prima escursione è stata oltremodo scomoda. Rannicchiati sotto i ponchos per la pioggia battente infatti è molto più difficile avvistare la fauna locale. Al contrario, la seconda gita è stata benedetta da uno splendido sole, che ci ha permesso di apprezzare al meglio quello che ci circondava.

Gli hoatzin

Una delle curiosità della foresta amazzonica sono sicuramente gli Hoatzin.  Lo hoatzin è un uccello delle dimensioni di un tacchino, che può arrivare ad una lunghezza di 65 cm, con piume fulve e una lunga cresta pennuta.

Una delle sue caratteristiche principali un apparato digestivo unico tra gli uccelli, simile per certi versi a quello di un ruminante come la mucca. Proprio a causa di questo sistema digestivo questi uccelli emanano un odore particolarmente sgradevole che non li rende particolarmente appetibili ne’ per gli animali, ne’ per l’uomo.Questo odore gli ha fatto guadagnare il nome di “uccello fetente” o “tacchino puzzolente”.

Altra particolarità i pulcini dispongono di una coppia di dita con artigli sul bordo delle ali che permettono loro di arrampicare sugli alberi. Questa caratteristica, che sparisce in età adulta, ricorda la struttura dell l’Archaeopteryx e dei dinosauri piumati ritrovati in Cina.

escursione in canoa nella foresta amazzonica
Hoatzin nella foresta amazzonica
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Scivolare in silenzio

Uno dei pregi dell’andare in barca è la quiete. Premesso che sulla canoa c’eravamo solo noi e le guide, durante l’escursione abbiamo apprezzato appieno la calma ed il silenzio della foresta.

Scivolando in silenzio lungo il Cano Negro, è possibile avvicinare gli animali e gli uccelli senza allarmarli, cosa impossibile a piedi. Durante le due nostre gite ci è stato possibile vedere tra gli altri il martin pescatore, gli hoatzin, la lontra gigante e diverse specie di scimmie che ci rincorrevano sopra le nostre teste nell’intrecciato manto verde che ricopre il fiumiciattolo.

Noi, loro.. ed il caimano

Come avventura nell’avventura, durante il ritorno, mentre eravamo distratti dalle scimmie, abbiamo inavvertitamente urtato la coda di un caimano. Il proprietario della coda, per nulla d’accordo con la nostra intrusione, per tutta risposta ha fatto un balzo fuori dall’acqua spalancando le sue larghe fauci e sfiorando il braccio della guida, pericolosamente vicino alla canoa.

Il tutto è successo così in fretta che non ho avuto modo di realizzare che dopo qualche secondo quello che stava succedendo. Col senno di poi posso dire che abbiamo avuto fortuna, perché l’amico caimano era di dimensioni ragguardevoli ed avrebbe potuto rovesciare la barca oppure ferire qualcuno anche solo con un colpo di coda.

Ho fatto una piccola ricerca per vedere che animale potesse essere, perché le dimensioni mi erano sembrate all'incirca sui 4 metri, mentre sapevo che raramente i caimani superano i 2,5 metri di lunghezza. Si è trattato probabilmente di un caimano nero, che è presente e non raro nel bacino del Rio delle Amazzoni. Le sue dimensioni possono arrivare fino a 6 metri di lunghezza ed è l'unico caimano realmente pericoloso per l'uomo.
escursione in canoa nella foresta amazzonica
Ananconda che riposa fra la vegetazione.

Incontri nella foresta amazzonica dell’Ecuador

Scivolando lungo il fiume dunque abbiamo incontrato una notevole quantità di uccelli ed animali. Molti di questi purtroppo non sono riuscito a fotografarli: è il caso delle lontre giganti e del caimano. Alcuni non li ho nemmeno visti, come è il caso dei “cinghiali” o maiali selvatici, ma semplicemente percepiti.

Anche in questi casi però, se siete veramente interessati alla natura che vi circonda, l’emozione può essere forte. Si comincia col sentire il rumore di esseri che si muovono nella foresta, con lo sguardo si cerca fra le foglie ed i rami. Sono vicini, puoi sentirli, nel caso dei maiali selvatici puoi perfino sentirne l’odore ed il respiro, ma la vegetazione è troppo folta per vederli, oppure sei in basso nel fiume e loro corrono sopra l’argine.

Cerchi, ti muovi, ti sporgi, ma nulla, i fantasmi della foresta così come sono venuti se ne vanno.

Scimmie come angeli fra i rami

Molte volte però l’incontro è vero, vicino, quasi tangibile, come con le scimmie che ti corrono sopra la testa e giocano a rincorrersi tra i rami.

Prima una, due, dieci, venti, cento… un gruppo che sembra non avere fine passa sopra le nostre teste. I piccoli si rincorrono, si lanciano da un ramo all’altro in un pellegrinaggio giocoso. Si fermano a guardarci, sdraiate su un ramo che attraversa il fiume, smbra quasi che si rilassino a tal punto di addormentarsi.

Poi ad un tratto un balzo e via!. Non si sa cosa abbiano visto nella foresta, non si sa nemmeno se sia una reazione a qualcosa o un disegno preordinato, ma anche loro spariscono. Tutti incontri furtivi, ma emozionanti.

Parlerò più a lungo delle scimmie e della foresta nel prossimo articolo. Adesso Vi lascio con qualche fotografia.

escursione in canoa nella foresta amazzonica
Cebo cappuccino
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Alla prossima, ciao ne’..

Scopri di più su Centro e Sudamerica

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Il Centro ed il Sud America sono destinazioni imperdibili, dove la natura e la cultura si fondono in maniera superba.

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Se questo non ti basta scopri la foresta amazzonica in Ecuador, il parco Yasuni, un’esperienza che difficilmente ti lascerà indifferente

Se vuoi esplorare in modo più mirato puoi trovare un elenco degli articoli su Centro e Sudamerica oppure scegliere dagli argomenti presenti a fondo pagina.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 05/06/2018
Parco Nazionale Yasuni Amazzonia Ecuador

Yasuni: un Parco Nazionale nell’Amazzonia ecuadoriana

di Max Pubblicato: 22/05/2018
Centro e Sudamerica written by Max

Parco Nazionale Yasuni, la foresta amazzonica in Ecuador

Il Parco nazionale Yasuni è un parco nazionale nel cuore della foresta amazzonica dell’Ecuador. Si estende per quasi 10.000 chilometri quadrati, tra il fiume Napo e il fiume Curaray, a circa 250 chilometri da Quito, nell’est del paese. Il parco è Riserva della Biosfera dal 1989 grazie alla biodiversità del territorio. Al suo interno è ancora possibile trovare tribù che vivono in stato di isolamento dal resto del mondo, non per forza, ma per scelta.

Informazioni sul parco Yasuni

Lo Yasuní è situtato nel cuore dell’Amazzonia, in una zona ad alta piovosità con folta vegetazione, che contribuisce in modo significativo a rendere l’habitat adatto a molteplici specie di esseri viventi.

Il parco ha probabilmente la più alta concentrazione di specie di anfibi del mondo per chilometro quadro e tantissimi rettili. Infatti, a dispetto delle dimensioni relativamente piccole, il parco può annoverare al suo interno circa un terzo di tutte le specie di anfibi e rettili del bacino dell’Amazzonia, oltre a un numero significativo di specie di pesci.

Sono poi presenti quasi 600 specie di uccelli, oltre a diverse specie di pipistrelli. Tanto per darvi dei numeri in un solo ettaro lo Yasuni ha più di 100.000 specie di insetti che equivale a circa tutte le specie del Nord America.

Per ogni tipologia di essere vivente la proporzione è simile.

Tempo di lettura stimato: 12 minuti

Indice

  • Parco Nazionale Yasuni, la foresta amazzonica in Ecuador
  • Giacimenti di petrolio nello Yasuni
  • Il nostro viaggio nel parco Yasuni
  • Perché la tribù locale Kichwa Añangu
  • Visitare il bacino dell’Amazzonia
  • Le torri di osservazione nel parco Yasuni
  • Cosa abbiamo visto
  • Parrocchetti, ara macao e altri pappagalli del parco Yasuni
  • Quando è il momento migliore per visitare le clay licks?
  • L’avventura non finisce qui – bonus video

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Giacimenti di petrolio nello Yasuni

Purtroppo, o per fortuna, a seconda dell’interlocutore, nel sottosuolo del parco Yasuni giace circa il 20% delle riserve petrolifere ecuadoriane.

Su pressioni internazionali il presidente Rafael Correa lanciò nel 2007 l’iniziativa Yasuni-ITT per proteggere la foresta amazzonica e le risorse naturali del parco contro lo sfruttamento petrolifero, ma nel 2013 per ragioni prevalentemente economiche il progetto fu abbandonato.

Estrazione del petrolio amazzonia ecuadoriana
Estrazione del petrolio nell’Amazzonia ecuadoriana

Il nostro viaggio nel parco Yasuni

Andare in Amazzonia per conto proprio non è impossibile. L’unica cosa di cui avrete realmente necessità sarà molto tempo. Tempo per organizzare gli spostamenti e raggiungere i posti desiderati, avere i permessi ecc.

L’alternativa è affidarsi ad un tour operator, meglio ancora se locale. E così abbiamo fatto.

Normalmente la gente si ferma all’interno del parco da due a tre giorni, anche a causa del costo della permanenza. Con due giorni di tempo, uno sarà di viaggio, il secondo, se avrete fortuna con il tempo, sarà di corsa.

Per visitare questo lembo di foresta amazzonica noi abbiamo scelto di affidarci ad un tour operator locale, il Napo Cultural Center, gestito dalla tribù locale Kichwa Añangu. Parlerò della comunità in un altro articolo.

Perché la tribù locale Kichwa Añangu

Abbiamo scelto di affidarci a loro per sfruttare la loro conoscenza del territorio, conoscere le abitudini locali e passare un po’ di tempo all’interno della foresta, per un esperienza vera, seppur nelle comodità di un lodge, dove fra le altre cose si mangia in maniera eccellente.

Si parte dal porto Francisco de Orellana, comunemente chiamato El Coca.  Con un paio d’ore su una lancia a motore sull’imponente Rio Napo, fra  secche e piccole rapide si giunge a destinazione. Il Napo Cultural Center è integrato nella comunità locale che lo gestisce, la tribù locale Kichwa Añangu, appunto.

I bungalow sono carini e comodi, perfettamente in sintonia con la foresta amazzonica, c’è inoltre un grosso locale comune, aperto su tutti i lati, che funge da ristorante, bar e centro di ritrovo. Niente folla, il posto ci è sembrato da subito molto intimo e all’arrivo una guida locale della comunità e una guida naturalistica erano lì ad accoglierci, per accompagnarci nelle escursioni durante la nostra permanenza.

Ma parliano dell’esperienza.

Visitare il bacino dell’Amazzonia

Durante questo viaggio ho dovuto smontare delle convinzioni. Poi vi dirò il perché.

Non vi starò a fare un diario dettagliato di come ho passato questi giorni, ma racconterò di alcune esperienze interessanti che è possibile fare all’interno del parco. Parlerò delle torri di osservazione, di un’esplorazione in canoa nel Cano Negro con tanto di assalto di un caimano, di una escursione nella foresta e dei Clay Licks, le pareti di argilla dove si radunano i pappagalli.

Parco Nazionale Yasuni Amazzonia Ecuador
Panorama da una torre di osservazioni nel parco Yasuni

Le torri di osservazione nel parco Yasuni

Sono sempre stato diffidente nei confronti delle torri di osservazione, principalmente perché dalle torri è difficile fare belle fotografie, ma anche perché dalle torri che avevo visitato fino a quel momento difficilmente avevo visto qualcosa di interessante. 

Diciamocela tutta, se andate su una torre, per sperare di vedere qualcosa dovete essere attrezzati almeno con un cannocchiale (o spotting scope che dir si voglia) e la nostra guida ce l’aveva.

Poi dovete essere esperti del luogo ed appassionati all’osservazione. La nostra guida era esperta, anche brava ad individuare gli animali e gli uccelli.. sull’appassionato.. avrei qualcosa da ridire. Ma per quello abbiamo sfruttato almeno in un caso la guida di un’altra coppia di visitatori.

Curioso era che noi, appassionati di birdwatching avevamo una guida al quale dovevo insegnare il nome degli uccelli. In compenso gli altri nostri temporanei compagni di viaggio che non sembravano interessati più di tanto avevano una guida veramente esperta nel campo.

Come succede a volte in queste situazioni nel giro di pochi minuti i gruppetti si erano rimescolati: noi con la guida dei vicini a confabulare su specie di uccelli e e scimmie, cercando nuovi avvistamenti, mentre gli altri si rilassavano al fresco della sera.

Faccio una dovuta digressione.. la nostra guida era comunque eccezionale, ma meno esperta di birdwatching.

Parco Nazionale Yasuni Amazzonia Ecuador
Altro panorama della foresta amazzonica del parco Yasuni

Cosa abbiamo visto

Dalle torri è possibile avere una vista privilegiata, in parte perché nella foresta gli alberi sono talmente alti e fitti che molti uccelli ed animali per prendere un po’ di luce almeno ogni tanto si fanno un viaggetto sulla chioma, in parte perché alcune specie vivono solo sulla chioma degli alberi.

Inoltre guardando dall’alto in basso si ha una luce favorevole ed è molto più semplice ammirare i colori, al contrario di quando si osserva guardando dal basso in controluce. Altro punto eccezionale di queste torri è che sono interamente integrate in un albero locale, il che le rende ancor più interessanti.

Nel corso delle tre serate sulle due torri di osservazione abbiamo visto parecchie specie, purtroppo senza la possibilità di fare sempre belle foto a quello che avvistavamo. In compenso abbiamo avuto l’opportunità di vedere da vicino gli araçari, alcune specie di scimmie e di uccelli, di osservare stormi di parrocchetti e di are (ara macao) in volo. Di vedere, anche se solo col cannocchiale i tucani e molte specie di scimmie che non vi sto ad elencare per non tediarvi.

Insomma, vi basti sapere che l’ultima sera, contrariamente a quanto mi sarei aspettato, non essendoci in programma nessuna nuova escursione, ho voluto passare le nostre ultime ore nella foresta ad osservare dalla torre.

Parco Nazionale Yasuni Amazzonia Ecuador
Torri di osservazioni a più piani, per osservare la biodiversità alle diverse altezze
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Parrocchetti, ara macao e altri pappagalli del parco Yasuni

Altra esperienza meravigliosa di questo soggiorno nella foresta amazzonica del parco Yasuni è stata la visita alle pareti di argilla o clay licks, dove i pappagalli si recano regolarmente.

I pappagalli mangiano una grande varietà di bacche e frutti, molti dei quali sarebbero tossici per il nostro organismo e lo sono anche in parte per il loro. I minerali contenuti nell’argilla contrastano la tossicità di questi frutti, riequilibrando il loro organismo, per questo ogni giorno centinaia di parrocchetti e di altri pappagalli convergono su queste pareti per nutrirsi dell’argilla.

Ovviamente ci sono una moltitudine di questi siti sparsi per la foresta, ma nel parco Yasuni ed in altri parchi solo alcuni di essi sono accessibili sotto la supervisione dei guardiaparco, se accompagnati da una guida autorizzata e dietro pagamento di una tassa governativa.

Noi ne abbiamo visitati un paio all’interno del parco. Il primo sito, accessibile solo dalla barca è spettacolare, ma fotograficamente poco sfruttabile, perché visibile da molto distante. Il secondo invece è accessibile a piedi e fotograficamente più interessante. Se ci tornassi un’altra volta mi organizzerei diversamente, ma la prima volta che visiti un luogo a volte te lo immagini diverso.

Al di là delle opportunità fotografiche, l’esperienza rimane unica e indimenticabile.

Parco Nazionale Yasuni Amazzonia Ecuador Clay Licks
Parrochetto in volo in un clay lick

Quando è il momento migliore per visitare le clay licks?

Se si desidera osservare le pareti d’argilla è necessario andare molto presto perché pappagalli e are le visitano all’alba, prima delle 7 del mattino. Non preoccupatevi, la vostra guida penserà a tutto. Tuttavia, pappagalli e are sono molto esigenti con il clima e non visitano le pareti di argilla se piove.

Queste pareti sono diventate un centro di osservazione e studio di queste specie di uccelli. La comunità di Añangu ha costruito un osservatorio proprio accanto ad una delle clay licks per permettere ai turisti di scattare foto e video dei pappagalli.

Ecco alcune foto scattate li.

Parco Nazionale Yasuni Amazzonia Ecuador Clay Licks
La foresta come un dipinto
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

L’avventura non finisce qui – bonus video

Nei prossimi articoli su questo viaggio nel parco Yasuni parlerò dell’escursione nella foresta, dell’avventura nel Caño Negro, con tanto di incontro con il caimano e della comunità Kickwa Añangu.

Se ti piace la natura ci sono altri posti che ti consiglio di vedere, due su tutti: il parco nazionale di Yellowstone e il delta dell’Okawango, ovviamente sono situazioni diverse, ma i parchi sono egualmente emozionanti e visitarli è un privilegio.

Intanto godetevi la vista con questo video: nessuna sorpresa.. un minuto e mezzo dei silenziosi tramonti dell’Amazzonia!

Ciao ne’

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Se questo non ti basta scopri la foresta amazzonica in Ecuador, il parco Yasuni, un’esperienza che difficilmente ti lascerà indifferente

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Pubblicato: 22/05/2018
vishnu e i suoi avatara

Vishnu ed i suoi Avatara, il conservatore

di Max Pubblicato: 05/05/2018
India written by Max

Chi è Vishnu e chi sono gli Avatara di una divinità affascinante e complessa

Vishnu ed i suoi Avatara sono sicuramente fra le divinità più interessanti e complesse del Pantheon Induista.

Egli è parte della Sacra Trimurti, ovvero della singola divinità “dotata di tre aspetti”, con riferimento appunto a Brahma, Shiva e Vishnu.

Egli è una divinità benevola e la sua missione nell’universo, per quella che è la concezione più diffusa, è quella di conservare. Vishnu non è solo questo però, questa divinità raccoglie in se’ molti aspetti ed ha molteplici compiti, che sono declinati in maniera diversa a seconda della corrente di pensiero e dei culti nei quali lo stesso Vishnu è riconosciuto.

Secondo i vishnuiti questa divinità racchiudebbe in sé l’intera Trimurti, facendo sì che Shiva e Brahma diventino solo figure secondarie. Una personalità così complessa ha generato diverse correnti religiose che lo venerano come divinità principale, generalmente contrapposte alle correnti Shivaiste.

Come altre divinità induiste, Vishnu è chiamato con diversi nomi che sono elencati nel Viṣṇusahasranāma (i mille nomi di Vishnu), contenuto all’interno del Mahābhārata, dove Vishnu viene celebrato come il Dio Supremo.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Chi è Vishnu e chi sono gli Avatara di una divinità affascinante e complessa
  • Simbologia della figura di Vishnu, il conservatore
  • Rappresentazioni di Vishnu, gli Avatara ed i Vyuha
  • I Vyuha Avatara
  • I dieci Avatara di Vishnu
  • Le incarnazioni di Vishnu
    • Matsya (il pesce)
    • Kurma (la tartaruga)
    • Varaha (il cinghiale)
    • Narasimbha (l’uomo–leone)
    • Vamana (il Nano)
    • Parashurama (l’abitante della foresta)
    • Rama (il Re)
    • Krishna (il saggio Amante)
    • Buddha (l’Illuminato)
    • Kalki (l’Apocalittico)
  • La Sacra Trimurti – Brahma, Shiva, Vishnu
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Simbologia della figura di Vishnu, il conservatore

Vishnu è il conservatore dell’universo. Questa divinità ha il compito di tutelare e salvaguardare l’umanità dalle forze che tendono a distruggerla e mantiene la vita dopo la dissoluzione dell’Universo per consentirne la rinascita.

Il significato etimologico della parola Vishnu è “colui che risiede dentro a ogni cosa”.

E’ rappresentato come un giovane con la pelle bluastra con quattro braccia. Nell’iconografia classica Vishnu indossa spesso una corona che gli attribuisce il potere di Signore dei mondi. Con le sue quattro braccia porta i suoi strumenti: 

  • il disco o ruota (Sudarśana) come duplice allegoria del carro celeste che trasporta la divinità solare e dell’arma da lancio, quale mezzo di potere e protezione. La ruota simboleggia la mutevolezza continua dell’esistenza.
  • la mazza (Kaumodakī), l’arma con cui Vishnu uccise il demone Gadaa, essa simboleggia anche il potere distruttivo del tempo, la sapienza originaria e l’esistenza individuale
  • la conchiglia (Pāñcajanya), il tritone lucido). Soffiandoci dentro viene usata come arma, dal suono che fa fuggire i demoni, ma rappresenta anche i 5 elementi e l’origine della vita.
  • Il fiore di loto (e a volte l’arco) simbolo della divinità solare e della forza da cui si genera l’Universo

Così come Brahma, anche Vishnu ha una sposa, che è la dea della bellezza e dell’abbondanza Lakshmi. In realtà Vishnu possiede più di una moglie a seconda delle versioni, anche se meno note rispetto a Lakshmi. La sua cavalcatura è l’aquila Garuda.

Egli dimora nel paradiso, in compagnia della sua sposa e circondato dalla corte. Dai suoi piedi sgorga il Gange, il fiume sacro per eccellenza dell’India. Egli personifica l’aspetto amoroso e provvidente del divino.

Rappresentazioni di Vishnu, gli Avatara ed i Vyuha

Visto il carattere passivo di questa divinità, ci sono alcune figure alle quali è delegato il potere di Vishnu.

Nel Mahabaratha egli si manifesta come Vyuha Avatara, ovvero incarnazioni della divinità. Questa è forse la manifestazione meno nota di Vishnu ed è quella in cui l’Essere Supremo si manifesta in quattro diverse forme. Questi sono Vasudeva, Sankarshana, Pradyumna e Aniruddha. Ciascuno dei Vyuha svolge una funzione diversa , con compiti e competenze specifici come la creazione, il sostentamento, la dissoluzione dell’universo e la diffusione della conoscenza spirituale.

I Vyuha Avatara

Ogni Vyuha, eccetto il primo ha un duplice compito, pratico e morale.

  • Vasudeva insegna alle alle anime liberate la sperimentazione del Divino come servirlo
  • Sankarshana ha il compito della dissoluzione dell’universo e della divulgazione dele scritture.
  • Pradyumna ha la missione di creare l’universo e curare il Dharma
  • Aniruddha protegge l’universo e di impartisce la conoscenza spirituale.

I dieci Avatara di Vishnu

Il metodo di delega più conosciuto sono i dieci avatar o avatara di Vishnu. Anche in questo caso si tratta di incarnazioni del Dio, al quale in questo modo è permesso di scendere sulla terra sotto varie forme per combattere i Demoni o salvare il nostro mondo. Vishnu è incaricato di mantenere un delicato equilibrio tra creazione e distruzione, vita e morte affinchè la ruota dell’universo possa continuare a girare.

Il concetto religioso di avatāra, ovvero la “discesa sulla terra della divinità” fa la sua comparssa per la prima volta in India tra il III e il II secolo a.C., nella “Bhagavadgita”, quando Vishnu esprime l’intenzione di assumere diverse forme al fine di restaurare l’ordine cosmico, il Dharma, appunto.

Diverso dai “Deva” o dalle divinità delle astratte “Upanishad”, che concepiscono il tutto come un essere senza forma (il Brahman), gli Avatar in questa era Induista sono intermediari umani o corporei, tra l’Essere Supremo, rappresentato come “Ishvara,” e i mortali.

Vishnu e i suoi avatara
Tempio di Vishnu

Le incarnazioni di Vishnu

Nella religione induista l’incarnazione di Vishnu più popolare è quella di Krishna. Egli fu storicamente un principe dei Yadawa che dopo la morte divenne oggetto di venerazione per la sua gente, che lo credeva un’incarnazione di Vasudeva, una divinità in seguito identificata con Vishnu. La fama di Krishna è dovuta soprattutto all’ampia mitologia che lo circonda.

Ma vediamo per ordine questi Avatara:

Matsya (il pesce)

Rappresenta la vita negli oceani primordiali

L’avatar del Pesce salva le creature della terra e i quattro Veda, i testi più antichi e sacri dell’induismo, dalle acque del diluvio universale che segue la distruzione del mondo alla fine di un ciclo universale precedente (detta Pralaya)

Kurma (la tartaruga)

Il passo successivo: gli anfibi

Giunge nel momento in cui la dualità tra cielo e terra (rappresentata dalla tartaruga a doppio guscio) diventa una sorta di “norma”, che guida l’umanità.Tra le gesta più importanti dell’avatar di Vishnu si annovera la sua –basilare- partecipazione all’impresa di frullare l’oceano di latte, sforzo titanico a cui prendono parte demoni e dèi alla ricerca del nettare di vita eterna celato nelle profondità del mare.

Varaha (il cinghiale)

Il simbolo della vita sulla terraferma

Ha avuto la funzione di risollevare la terra dalle acque esistenti prima della creazione. Rappresentata in equilibrio sulla zanna del potente cinghiale, Bhoomi, la dea Madre Terra salvata da un demone potente che l’aveva rapita e nascosta negli abissi del mare. Varaha uccide in battaglia Hiranyaksha, il malfattore, e riporta in superficie la terra, sana e salva

Narasimbha (l’uomo–leone)

Ovvero l’inizio dello sviluppo dell’uomo.

Con la meditazione il demone Hiranyakashipu (fratello di Holika che si brucia durante la festa di Holi) era quasi riuscito ad essere immortale: nessun umano, animale o essere divino avrebbe potuto ucciderlo, né con un’arma né a mani nude, né in cielo né in terra, né di giorno né di notte, né all’interno né all’esterno. Ma non aveva considerato l’acume ancora più diabolico di Vishnu che nell’avatar di Naramsinbha è per metà leone per metà uomo lo squarta con le sue unghie affilate al crepuscolo, sedendo su un trono nell’uscio del palazzo del demone.

Vishnu e il suo Avatara Matsya, in forma di pesce,
Vishnu in forma di pesce See page for author CC BY 4.0 via Wikimedia Commons

Vamana (il Nano)

Simboleggia l’incompleto sviluppo dell’essere umano

Vamana inganna Mahabali, un re demone giusto ed equo che nonostante tutti i suoi pregi rimane pur sempre un demone. MahaBali concede a Vamana di appropriarsi della terra che riesce a coprire con tre passi. Il Nano cresce a dismisura e per appoggiare il piede del terzo passo non rimane altro spazio che la testa china di Bali, che viene spedito così nelle viscere della terra a regnare sul regno degli inferi.

Parashurama (l’abitante della foresta)

Suggerisce il concetto dello sviluppo fisico completo, dell’umanità

Si incarna per sconfiggere la classe dei guerrieri che deteneva il potere. Il nome significa letteralmente “Rama con l’ascia” (dal sanscrito parashu, “ascia”). Parashurama è considerato un “Brahma-Kshatrya”, cioè una via di mezzo fra un brahmano (un sacerdote) ed uno kshatriya (un guerriero dedito alla vita militare).

Rama (il Re)

La storia dell’avatar del re Rama è raccontata dettagliatamente nel Ramayana, uno dei testi più conosciuti e raccontati dell’India. Nato ad Ayodhya il giovane Rama passa 12 anni in esilio nella foresta accompagnato dalla moglie Sita e da uno dei fratelli, Lakshmana. Poi il re dello Srilanka, il carismatico demone Ravana, si innamora di Sita e la rapisce, scatenando una serie di avventure che si concludono con una sanguinosa guerra finale. Compare in questa eopoea anche un altra divinità molto venerata ovvero Hanuman, meritevole di specifico approfondimento.

Vale la pena di conoscere tutto ciò che riguarda Rama cominciando da qui

Krishna (il saggio Amante)

Krishna, l’ottava manifestazione è l’avatar per eccellenza, ed il suo nome è spesso preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. Il termine Krishna in sanscrito ha il significato letterale di “nero” o “scuro”, ed identifica qualcuno con la pelle scura. Per cominciare ad approfondire la conoscenza di Krishna cliccate qui

Buddha (l’Illuminato)

La storia di Buddha è nota, meno conosciuta la sua inclusione negli avatar di Vishnu –qualcuno sostiene infatti che non lo sia, che il nono avatar sia stato invece Balarama. Il nome indica “risvegliato” (Buddha è infatti il participio passato del sanscrito budh, prendere conoscenza, svegliarsi) ed indica, secondo il Buddhismo un essere che ha raggiunto l’ illuminazione (bodhi), in particolare il massimo grado di essa : “samyaksamhbodhi”

Leggi anche Incontro con Siddharta Gautama, il Buddha a Sarnath

Kalki (l’Apocalittico)

L’ultimo avatar deve ancora manifestarsi. E’ un cavaliere armato su un cavallo bianco. Se il Pralaya è iniziato e l’universo presto sarà riassorbito nell’ombelico di Vishnu. Kalki non arriva per salvare il mondo, ma per preservare la scintilla della vita e conservarla in vista dell’inizio di un nuovo ciclo.

Vishnu e i suoi avatara
Dipinti raffiguranti gli Avatara di Vishnu
Vishnu e i suoi avatara
Dipinti raffiguranti gli Avatara di Vishnu

La Sacra Trimurti – Brahma, Shiva, Vishnu

Con questo articolo sulla Sacra Trimurti voglio riepilogare una ricerca fatta per me.

Non vuole essere una guida e probabilmente ci saranno alcune imprecisioni e sicuramente delle omissioni. A me è servito per cercare di comprendere almeno un po’ l’universo India.

Leggi anche La sacra Trimurti, introduzione e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie, Ganesha il Dio dalla Testa di Elefante

Le fonti consultate sono molte e così pure le testimonianze dirette.

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 05/05/2018
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