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Articoli Recenti

Palazzo Reale di Phnom Penh

Phnom Penh, una visita alla Parigi d’Oriente in Cambogia

di Max Pubblicato: 28/01/2023
Indocina written by Max

Cosa fare e cosa vedere a Phnom Penh, la Capitale della Cambogia

Phnom Penh, agli occhi di un turista è oggi una città interessante e tranquilla, come altre capitali del sud est asiatico. Ma Phnom Penh, come tutta la Cambogia, ha sofferto terribilmente sotto la brutale dittatura di Pol Pot e dei Khmer Rossi, dopo essere stata per anni la Parigi d’Oriente.

Nessun viaggio nella capitale può cominciare senza comprendere quanto l’effetto delle atrocità abbia condizionato le vite di tutti, con ferite ancora in parte non rimarginate.

Ma al di là della storia recente, visibile nei musei e occasionalmente percepibile nei discorsi delle persone, prima di visitare la città è utile anche fare un passo indietro e ripercorrere le sue origini.

Per non restare senza connessione comprate una E-Sim solo dati per Cambogia, Vietnam e altri sei stati* della zona. Si mantiene il proprio numero e si naviga liberamente (verificate quali Smartphone supportano la E-Sim).

Scarica l’articolo in PDF

Indice

  • Cosa fare e cosa vedere a Phnom Penh, la Capitale della Cambogia
  • Guida e libri per la Cambogia
  • Phnom Penh e la leggenda di Daun Penh
  • Pagoda Wat Phnom
  • Mercato Vecchio di Phnom Penh
  • Mercato Centrale
  • Wat Unalom (o Ounalom)
  • Come comportarsi in questo ed altri templi
  • Wat Saravan
  • Museo Nazionale della Cambogia
  • Palazzo Reale di Phnom Penh
  • Pagoda d’Argento o Tempio del Buddha di Smeraldo e Cristallo
  • Lungofiume Sisowath
  • Monumento all’Amicizia tra Cambogia e Vietnam
  • Wat Botum
  • Monumento all’indipendenza di Phnom Penh
  • Wat Langka o Wat Lanka
  • Museo del Genocidio di Tuol Sleng ⭐️
  • Mercato Russo
  • Memoriale di Choeung Ek e Campi di Sterminio ⭐️
  • Da vedere, vicino a Phnom Penh: Oudong
  • Come raggiungere Phnom Penh
  • Come muoversi a Phnom Penh e in Cambogia
  • Faq Phnom Penh
  • Per saperne di più sull’Indocina

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Guida e libri per la Cambogia

Pianifica subito la visita: acquista la nuova versione della guida* della Cambogia della Lonely Planet. La guida del National Geographic* sulla Cambogia, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

Phnom Penh e la leggenda di Daun Penh

Secondo la leggenda, più o meno seicento anni fa, in un villaggio sul Mekong, viveva un’anziana e ricca vedova di nome Daun Penh. Durante una delle frequenti inondazioni causate dal fiume, un giorno la signora notò che vicino alla riva vicino a casa si era incastrato un tronco d’albero proveniente dalle montagne. Avvicinatasi scoprì con grande stupore che all’interno del tronco cavo c’erano cinque statue del Buddha, quattro di bronzo e una di pietra. In alcune altre testimonianze, scritte ed orali, si dice che le statue fossero quattro del Buddha ed una di Vishnu, mentre altre storie narrano di quattro statue solamente, ma la storia non è molto differente.

Daun penh costruisce una nuova casa per il Buddha

Daun Penh pensò che tutto questo fosse un segno e che in realtà il Buddha fosse in cerca di una nuova dimora. Fu così che fece costruire il tempio di Wat Phnom, dove furono posizionate le statue del Buddha e che segnò il luogo di origine della capitale. 

Il luogo diventò popolare e cominciò da subito ad essere meta di pellegrinaggi, tanto che, intorno all’anno 1430, dopo l’ennesima incursione dell’esercito del Siam, il re Ponhea Yeat ordinò che la capitale fosse trasferita da Angkor Thom ad un’area più sicura, vicino a Wat Phnom. 

Oggi la bella statua di Daun Penh si affaccia ancora sulla collina su cui sorgeva il suo tempio. 

Pagoda Wat Phnom

Proprio per questo la visita della città non può che cominciare da Wat Phnom (Wat=Tempio e Phnom=Montagna)

Wat Phnom è un luogo è vivace e a tratti caotico con la classica ridda di mendicanti, ragazzi di strada, e donne che vendono bevande.

Il santuario del tempio o vihara fu ricostruito diverse volte nel corso del tempo, nel 1434, nel 1806, nel 1894 e nel 1926. A ovest del Vihara si erge un gigantesco Stupa in cui sono custodite le ceneri del re Ponhea Yat (che regnò dal 1405 al 63 – date non certe), mentre la statua che raffigura Madame Daun Penh sorridente si trova in un padiglione tra il vihara e lo Stupa.

Pagoda Wat Phnom - Phnom Penh - Cambogia
Interno della Pagoda Wat Phnom – Phnom Penh – Cambogia

Wat Phnom e le nuove influenze

Nel tempio Wat Phnom si possono ammirare oggi le statue di molte divinità, fra le quali spiccano tantissime statue di influenza più cinese che cambogiana. In una testimonianza riportata dal giornale online Phnom Penh Post del dicembre 2017, l’anziano custode del tempio attribuisce queste presenze al fatto che gli Khmer Rossi nel 1975 raccolsero le statue dai templi cinesi e cambogiani della città e le portarono in questo tempio anziché distruggerle.

Nel 1982, tre anni dopo il crollo del regime, i cinesi tornarono per riprendersi le statue e riportarle nei templi intorno alla città, ma due rimasero indietro: le statue di Xuanzang, il monaco sacro del famoso romanzo cinese Viaggio in Occidente e Tudigong, il dio cinese della terra. Le statue attirarono in seguito molti cinesi che si recavano in preghiera e che a loro volta cominciarono a popolare il tempio con altre statue riferite al loro credo.

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Il famoso storico e antropologo, Michel Tranet, autore di oltre 20 libri su Angkor, testimonia che quando visitò il santuario prima dei Khmer Rossi, non c’era che una statua all’interno di una piccola struttura. I cambiamenti derivano dall’influenza economica della comunità cambogiano-cinese e della classe mercantile, ovvero, come disse Tranet: In Cambogia, quando sei ricco, hai influenza, anche nel plasmare le credenze.

Vi consigliamo di programmare la visita sia al mattino che alla sera, quando la pagoda viene illuminata ed acquista un’atmosfera mistica particolare.

Informazioni Utili

Indirizzo: Daun Penh District, Phnom Penh, Cambogi

Il sito è aperto dalle 7:00 alle 18:00 

Biglietto: 1 dollaro. 

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Mercato Vecchio di Phnom Penh

Anche se al di fuori delle rotte turistiche classiche il mercato vecchio di Phnom Penh (Phsar Chas) è uno dei mercati più caratteristici della città. Nel mercato, oltre agli oggetti ed al cibo di uso comune si trovano oggetti d’antiquariato, souvenir, seta e un’ampia varietà di artigianato cambogiano. Per chi vuole sperimentare, l’Old Market (Phsar Chas) è un luogo interessante anche per provare la cucina locale: ci sono tantissime piccole bancarelle che propongono piatti locali, al costo ovviamente di una pulizia non impeccabile. Anche se il Mercato Vecchio chiude ufficialmente dopo il tramonto, molte bancarelle di souvenir nella sezione sud del mercato sono aperte fino alle 20.

Informazioni utili

Indirizzo: Oknha Plong, Phnom Penh

Il sito è aperto dal mattino presto fino al tramonto. 

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Zona del mercato vecchio a Phnom Penh
Zona del mercato vecchio a Phnom Penh

Mercato Centrale

Il Mercato Centrale o Phsar Thom Thmey in lingua Khmer è un edificio stile art déco che si staglia in mezzo a Phnom Penh, anche se la forma dell’edificio è visibile bene solo dall’alto. L’edificio fu completato nel 1937 ed ha una cupola centrale 26 metri, con quattro gallerie a forma di croce che si diramano dal centro e ospitano le numerose e variopinte bancarelle del vivace mercato.

Quando fu aperto per la prima volta nel 1937, si diceva che fosse il mercato più grande dell’Asia, un dato di fatto è che ha resistito alle varie vicende nazionali ed è oggi più affollato che mai.

Per chi, come me, ama i mercati, vale la pena spendere un paio d’ore girando fra le varie bancarelle e magari assaggiando qualcosa delle specialità locali che vengono proposte soprattutto nella zona ovest all’esterno della struttura, cercando al contempo di non essere sopraffatti dai venditori di souvenir. Potete sempre rifiutare gentilmente con un sorriso ed un “orkurn” (grazie), nella pronuncia le “r” si sentono appena o per niente (link alla pronuncia).

Informazioni utili

Indirizzo: Kamet St. (53) Phnom Penh

Il sito è aperto dal mattino presto fino al tramonto. 

Vedi sulla Mappa

Phnom Penh Mercato Centrale - central market
Mercato Centrale di Phnom foto originale Penh Kiensvay, Wat Unalom (o Ounalom)

Il tempio di Wat Ounalom è la sede del patriarcato buddista della Cambogia e al suo interno ospita il capo della fratellanza oltre ad una nutrita comunità di monaci.

Wat Ounalom
Wat Ounalom – foto di Pete Kiensvay, CC BY-SA 3.0

Il tempio risale al 1443 ed è una delle cinque pagode realizzate durante il periodo in cui Phnom Penh fu per la prima volta capitale, le altre sono Wat Phnom, Wat Botum, Wat Langka e Wat Saravan. Nonostante i danni subiti durante il regime di Pol Pot, i 44 edifici sono stati recentemente ristrutturati e hanno preso nuova vita.

Al secondo piano dell’edificio principale, troviamo una statua di Huot Tat, quarto patriarca del buddismo cambogiano ucciso per ordine di Pol Pot. La statua fu realizzata nel 1971, quando il patriarca aveva ottant’anni e nel periodo della dittatura fu gettata nel Mekong dai khmer rossi, ma venne recuperata dopo il 1979. 

Nello Stupa situato dietro la struttura principale è conservato un pelo delle sopracciglia del Buddha; sopra l’ingresso dello Stupa c’è un’iscrizione in pali (antica lingua indiana). 

Informazioni utili

Indirizzo: Cambodia Samdach Sothearos Boulevard Phnom Penh, Preah Ang Eng St. (13)

Orari: dalle 6:00 alle 18:00 

Ingresso libero

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Come comportarsi in questo ed altri templi

Le pagode ed i monaci sono aperte a visitatori e turisti, ma occorre pensare che si tratta di un luogo sacro. Innanzitutto, quando si incontrano i monaci, soprattutto quelli più anziani, è educato inchinarsi. Ci sono poi delle regole che bisogna osservare per buona educazione e per non disturbare la preghiera: questi pochi e semplici comportamenti renderanno la vostra visita più adeguata e contribuiranno a renderla fruibile in futuro.

Prima di tutto vestiti con rispetto, coprendo le spalle le gambe fino alle ginocchia.

Fra le cose da non fare: non mangiare all’interno dei templi e ricordarsi che le donne non possono toccare i monaci, non volgere le piante dei piedi o puntare col dito verso i monaci o le statue di Buddha. Fra le cose da fare invece: togliersi il cappello nel parco del monastero, togliersi le scarpe all’interno degli edifici, sedersi in ginocchio con i piedi nascosti dietro piuttosto che le gambe incrociate, parlare piano, chiedere prima di scattare foto e non entrare in luoghi chiusi senza permesso. 

In genere non c’è un biglietto d’ingresso, ma è appropriato contribuire con quello che potete alla cassetta delle donazioni. Quanto? Quanto vi dice il cuore.

Phnom Penh, una visita alla Parigi d’Oriente in Cambogia > https://www.massimobasso.com/articoli/page/16/

Wat Saravan

La Pagoda custodisce alcuni bellissimi dipinti murali antichi che ornano le pareti interne.

Wat Sarawan Phnom Penh
Wat Sarawan Phnom Penh foto di PsamatheM, CC BY-SA 4.0

Fa parte di una delle cinque pagode originali di Phnom Penh costruite nel XV, anche se la costruzione che vediamo oggi risale alla fine del XIX secolo ed è stata restaurata a metà del XX secolo.

Informazioni utili

Indirizzo: 149 BEo Preah Ang Yukanthor Street (19), Phnom Penh

Orari: dalle 7:00 alle 18:00

Ingresso libero

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Compra il tuo biglietto qui

Museo Nazionale della Cambogia

Il Museo Nazionale é un luogo speciale, capace di condensare in poche stanze ben disposte la storia di un popolo. L’esterno è incantevolmente immerso nella pace in un giardino lussureggiante di alberi tropicali e fa da anticamera alle sale ricche di oltre oggetti d’arte fra le quali spiccano le fantastiche sculture di arte khmer raffiguranti le divinità induiste e buddiste.

Quello che si vive in questo luogo è un viaggio attraverso le epoche, come per tutti gli imperi, una storia di nascita, di maturità e di una decadenza arrivata all’epilogo dell’era moderna.

La costruzione del museo cominciò il 15 agosto 1917 e fu inaugurato il giorno di Capodanno del 1920, alla presenza di re Sisowath. Nel 1924 venne ampliato, e nel 1951 passò all’amministrazione cambogiana, anche se per avere un direttore cambogiano si dovrà attendere il 1966.

Durante il regime dei khmer rossi il museo fu abbandonato e quando fu recuperato nel 1979 versava in pessime condizioni, ma il 13 aprile 1979, una data non a caso, venne riaperto.

Oggi ospita oltre 14.000 oggetti che sono l’orgoglio dell’arte del paese.

Museo Nazionale della Cambogia - Cambodia National Museum
Museo Nazionale della Cambogia – Cambodia National Museum – Foto di Clay Gilliland, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Informazioni utili

Indirizzo: Preah Ang Eng St. (13), Phnom Penh, Cambogia

Orari: 8:00 – 11:30 e 13:30 – 17:00

Biglietto: 10 dollari

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Palazzo Reale di Phnom Penh

Il Palazzo Reale di Phnom Penh si trova più o meno al centro della città, lungo il fiume Tonle Sap e a breve distanza dal Museo Nazionale. Con i suoi tetti Khmer e gli ornamenti dorati il palazzo si presenta in tutta la sua maestosità nei pressi del lungofiume. 

particolare delle costruzioni interne del Palazzo Reale di Phnom Penh
Particolare degli edifici interni del Palazzo Reale di Phnom Penh

Il palazzo fu costruito durante il regno del sovrano Norodom (1860-1904), in occasione del trasferimento della capitale da Oudong a Phnom Penh e da allora è divenuta la residenza ufficiale dei sovrani di Cambogia. Proprio per questo motivo la maggior parte della residenza reale è chiusa al pubblico che, oltre alla Pagoda d’Argento e pochi altri edifici, può visitare solo la sala del Trono. La sala, sormontata da una torre alta 59 metri ed ispirata al Tempio Bayon di Angkor, è utilizzata per incoronazioni e cerimonie, ma molti degli oggetti preziosi che erano esposti qui furono distrutti dai Khmer Rossi. 

La cupola che sormonta il trono ha sette livelli di cupole circolari ed il livello più alto può essere visto dal Re solo nel momento dell’incoronazione.

Informazioni utili

Indirizzo: HW7J+HG6, Samdach Sothearos Blvd (3), Phnom Penh, Cambogia

Orari: 8:00 – 11:00 e 14:00 – 17:00

Biglietto: 10 dollari, con altri 10 dollari è possibile avere una guida che vi accompagnerà per tutto il percorso e che vi spiegherà tutti i segreti del palazzo. Secondo me il servizio è impagabile e le guide sono tutte molto preparate.

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Pagoda d’Argento o Tempio del Buddha di Smeraldo e Cristallo

La Pagoda d’Argento – ufficialmente Wat Ubosoth Ratanaram – si trova nella zona meridionale del Palazzo Reale ed il settore è compreso in un muro di cinta decorato internamente con affreschi raffiguranti scene del Reamker, il poema epico cambogiano

La Viharn, dove originariamente alloggiavano i monaci durante la stagione delle piogge, è l’edificio più significativo di questo settore rappresenta l’edificio principale di questo settore.

Pagoda D'argento o Tempio del Buddha di Smeraldo e Cristallo
Pagoda D’argento o Tempio del Buddha di Smeraldo e Cristallo

Il nome di Pagoda d’Argento le viene attribuito perché il pavimento del tempio è completamento rivestito da 5.000 piastrelle d’argento del peso di un chilogrammo ciascuna.

Un vero spettacolo!

All’interno della Pagoda sono posizionate un’immagine del Buddha color smeraldo ed una statua raffigurante il Maitreya Buddha, il Buddha futuro, costituita da 90 chili di oro massiccio e tempestata di diamanti ed altre pietre preziose. Da non perdere!

Purtroppo non è possibile fotografare gli interni.

Informazioni utili

Vedi precedente

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Lungofiume Sisowath

La strada che corre lungo la destra orografica del fiume, chiamato anche lungofiume (qui il mare non c’è), è uno dei luoghi più turistici della città. Lungo la strada si susseguono alberghi e ristoranti e si trova gente a qualunque ora, soprattutto stranieri. Come in tutti i posti tanto turistici la qualità e l’autenticità sono un po’ da ricercare con cura.

Informazioni utili

Orari: sempre aperto

Ingresso libero

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Phnom Penh, una visita alla Parigi d’Oriente in Cambogia > https://www.massimobasso.com/articoli/page/16/

Monumento all’Amicizia tra Cambogia e Vietnam

Il Monumento all’Amicizia Cambogia-Vietnam fu costruito alla fine degli anni ’70 dopo la fine guerra che rovesciò il regime dei Khmer rossi. Il monumento si trova poco lontano dal Palazzo Reale e miscela diversi stili da quello più militare e austero delle statue dei due soldati e della donna col bambino a quello più chiaramente orientale della copertura a tetto in stile pagoda.

Monumento all'amicizia tra Cambogia e Vietnam
Monumento all’amicizia tra Cambogia e Vietnam (foto da Google Maps)

Se è vero che i rapporti tra Cambogia e Vietnam non sono mai stati di grande amicizia, forse il monumento ha ancora più un valore simbolico di monito per le generazioni future.

Non ci andate apposta, ma se vi trovate nei paraggi val la pena farci un salto.

Informazioni utili

Indirizzo: Samdach Sothearos Blvd (3) Phnom Penh, Cambogia

Orari: sempre aperto

Ingresso libero

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Wat Botum

Wat Botum o Tempio dei fiori di si trova a sud del Palazzo Reale, sul lato occidentale del Wat Botum Park. Questa pagoda fu costruita dal re Ponhea Yat (1405-1467) nel XV secolo ed è una delle cinque pagode più antiche di Phnom Penh. L’antico edificio Khmer vanta numerose reliquie, splendidi dipinti e un grande Stupa con una reliquia del Buddha proveniente dallo Sri Lanka, donata al re Norodom verso la fine del 900.

Informazioni utili

Indirizzo: Oknha Suor Srun St. (7), Sangkat Chaktomuk, Daun Penh District, Phnom Penh, Cambogia

Orari: 7:00 -18:00

Ingresso libero

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Monumento all’indipendenza di Phnom Penh

Il Monumento all’Indipendenza della Cambogia fu eretto nel 1958 per commemorare i caduti nella guerra civile e celebrare l’indipendenza dalla Francia ottenuta cinque anni prima. 

Il monumento è alto 20 metri ed ha la forma di uno Stupa a fiore di loto, in stile Angkor Wat decorato da numerosi Naga particolarmente cari al popolo cambogiano. Nonostante celebri un momento memorabile nella storia del paese, non è una destinazione imperdibile per gli stranieri, vale una fermata solo se di strada.

Informazioni utili

Indirizzo: HW4H+H74, Phnom Penh, Cambogia

Orari: sempre aperto

Ingresso libero

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Wat Langka o Wat Lanka

Wat Langka fu costruito nel 1422 ed è una delle cinque antiche pagode di Phnom Penh. Fu inizialmente costruito come luogo per conservare le Sacre Scritture e fu anche luogo di incontro per i monaci cambogiani e dello Sri Lanka, proprio il nome Langka del tempio deriva dall’ordine dei monaci dello Sri Lanka che aveva sede nel tempio.

Fortunatamente, durante la dittatura dei Khmer Rossi, il monastero sfuggì alle sistematiche distruzioni dei luoghi di culto perché fungeva da magazzino, ma subì comunque dei danneggiamenti. Oggi è completamente restaurato e riveste grande importanza in quanto principale biblioteca di scritti religiosi. 

I visitatori oltre a visitare il tempio possono partecipare a sessioni di meditazione silenziosa tenute dai monaci.

Informazioni utili

Indirizzo: Samdach Louis Em, Phnom Penh, Cambogia

Orari: 6:00 -18:00

Ingresso libero

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Museo del Genocidio di Tuol Sleng ⭐️

Il Museo del Genocidio di Tuol Sleng era stato un tempo un complesso scolastico che comprendeva una scuola superiore e due edifici per le scuole elementari, costruite nel 1962. Dopo la presa del potere nel 1975 da parte dei Khmer Rossi, il complesso venne trasformato nella tristemente nota prigione S-21.

La S-21 serviva come quartier generale di un vasto sistema carcerario diffuso per tutto il paese e venne utilizzata fino al 1979 come struttura segreta per la detenzione e la tortura di coloro che venivano definiti i nemici della Kampuchea Democratica. A causa di un concetto di propagazione, per il quale si era colpevoli anche solo di aver intrattenuto relazioni con i nemici, a volte intere famiglie venivano incarcerate, torturate e successivamente uccise nei vicini campi di sterminio di Choeung Ek.

Museo del Genocidio di Tuol Sleng
Internio del Museo del Genocidio di Tuol Sleng

Pochissimi uscirono vivi dalla detenzione e quando la S-21 fu smantellata, dopo la liberazione di Phnom Penh nel 1979, solo dodici persone erano sopravvissute, quattro di loro erano bambini.

Nei quattro edifici del complesso si possono vedere le stanze dove i prigionieri venivano tenuti in condizioni disumane prima di essere torturati e poi mandati a morire. Dopo aver visitato il museo bisogna visitare il Memoriale di Choeung Ek, per avere un quadro completo della storia. 

Informazioni utili

Indirizzo: Sangkat Boeung Keng Kang III, Khan Chamkar Mon, St 113, Phnom Penh, Cambogia

Orari; 8:00 – 17:00

Biglietto: 10 dollari inclusa audioguida disponibile in Italiano (senza audioguida 5 dollari)

Web: https://tuolsleng.gov.kh/en/museum/

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Mercato Russo

Il Mercato Russo (Psah Toul Tom Poung) e’ il cuore commerciale di Phnom Penh, un luogo simbolo della città post-dittatura. Il mercato negli anni ’80 divenne infatti il mercato dove tutti gli stranieri si recavano per fare acquisti.

In quel periodo la maggior parte degli stranieri in Cambogia erano russi, da cui il nome “mercato russo”. Tralasciando lo scarso interesse architettonico, soprattutto se paragonato al mercato centrale, è un luogo dove concentrarsi sugli acquisti. Qui si possono trovare tutti i tipi di souvenir, stoffe, sete e manufatti artigianali, oltre ai classici gioiellieri e orefici.

I locali amano contrattare, quindi provateci anche voi, non fosse altro che per sentirvi un po’ integrati.

Memoriale di Choeung Ek e Campi di Sterminio ⭐️

Il Memoriale di Choeung Ek si trova circa 15 chilometri a sud del centro di Phnom Penh ed era originariamente un cimitero della comunità cinese. Quando i Khmer Rossi presero il potere, nel 1975 il luogo fu trasformato in quello che oggi è noto come il Campo di Sterminio di Choeung Ek.

Quello che successe in questo luogo è inconcepibile. Uomini e ragazzini trasformati in mostri da una ideologia malata compirono un massacro che non risparmiò neppure le donne ed i bambini.

Memoriale di Choeung Ek e Campi di Sterminio
Memoriale di Choeung Ek e Campi di Sterminio

Da quanto si è potuto ricostruire, oltre 20.000 fra uomini, donne, bambini furono prima detenuti e torturati nella prigione S-21 e poi traportati e ferocemente uccisi nel campo. 

I resti di 8.985 persone, molte delle quali legate e bendate, sono stati riesumati nel 1980 da fosse comuni e gli oltre 8.000 teschi sono stati raccolti ed esposti dietro teche trasparenti nello Stupa eretto a memoriale nel 1988. Un monito per le generazioni presenti e future

Questo fu solo uno degli oltre 300 siti in cui vennero sterminati i civili che erano considerati avversari o soggetti non utili all’ideale utopistico della Kampuchea Democratica e molte fosse comuni nel paese non sono state neppure ancora aperte.

In genere le persone perseguitate erano appartenevano alle classi istruite, erano religiosi o chiunque fosse considerato un intellettuale, non fosse altro perché colpevole di indossare un paio di occhiali.

Per vedere il sito occorrono almeno due ore. Calcolate una mezza giornata con trasferimenti e soste. Se potete andate la mattina presto. Il sito apre alle 7 e non c’è nessuno a quell’ora, il che rende la visita ancor più suggestiva.

Informazioni utili

Indirizzo: Via Choeung Ek, Phnom Penh, Cambogia

Orari; 7:30 – 17:30

Biglietto: circa 6 dollari inclusa audioguida disponibile anche in italiano

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Da vedere, vicino a Phnom Penh: Oudong

Oudong o Udong si trova a circa 40 chilometri a nord di Phnom Penh ed è visitabile con un’escursione di un giorno. La cittadina fu capitale del Regno di Cambogia dal 1616 al 1866, un periodo nel quale fu abbellita con templi ed opere artistiche.

Purtroppo gli edifici più antichi sono stati in gran parte distrutti dai bombardamenti americani e dal successivo regime dei Khmer rossi, ma sono tuttavia sopravvissuti alcuni templi buddhisti e diversi Stupa risalenti all’epoca in cui fu capitale e che conservano le spoglie dei regnanti e reliquie del Buddha

Informazioni Utili

Distanza da Phnom Penh: 45 km dal centro

Tempoi di trasferimento 1 ore 30 minuti

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Come raggiungere Phnom Penh

Phnom Penh può essere raggiunta facilmente da tutte le maggiori località turistiche del paese in autobus o minivan. Potete prenotare il trasporto in una qualsiasi delle tantissime agenzie turistiche presenti ovunque per un costo contenuto. Un servizio ferroviario la collega a Sihanouk, ma il servizio funziona a singhiozzo. Chi proviene da Siem Reap può optare per il viaggio in battello, anche se ormai la strada è abbastanza veloce da essere il percorso preferito.

Come muoversi a Phnom Penh e in Cambogia

Muoversi in centro, dove si concentrano la maggior parte dei monumenti e dei luoghi interessanti da visitare, non è un problema e le distanze sono percorribili facilmente a piedi. Per chi non ama camminare e vuole fare meno fatica, o nei periodi più caldi, i taxi sono economici e abbastanza efficienti.

La scelta più economica è comunque il tuktuk, una specie di risciò a motore. Ce ne sono ovunque e sono economici ed efficienti. Chiedete sempre prima il prezzo e contrattate senza esagerare.

Se non siete sicuri, per taxi e tuktuk fatevi consigliare dalla reception dell’albergo o del ristorante. Chi vuole fare un’esperienza da local può scegliere un cyclo, una sorta di risciò a pedali (vedi qui per maggiori info).

Questo sono io su un tuktuk a Banteay Srei
Questo sono io su un tuktuk a Banteay Srei (Siem Reap)

Faq Phnom Penh

Qual è la stagione migliore per visitare Phnom Penh?

Ogni periodo dell’anno è buono per visitare la città, ma il periodo migliore va da ottobre ad aprile, durante la stagione secca.

Che lingua si parla in Cambogia?

Il khmer è la lingua ufficiale del paese, parlata da quasi il 90% della popolazione.

C’è molta gente che parla inglese in Cambogia?

A parte le località turistiche, poche persone parlano inglese in Cambogia.

Quale valuta si usa in Cambogia?

Il riel cambogiano è la moneta ufficiale. Tuttavia, i dollari sono accettati ovunque e talvolta preferiti.

Ci sono bancomat o ATM a Phnom Penh

A phnom Penh ci sono Bancomat e ATM sparsi per tutta la città e distribuiscono sia Riel che Dollari (c’è un tasto sullo schermo per cambiare valuta).

Il Wi-Fi è facilmente disponibile?

Il Wi-Fi è facilmente disponibile nelle principali città, ma potrebbe essere lento e l’utilizzo del Wi-Fi nelle aree pubbliche potrebbe essere a pagamento. Meglio scegliere una sim locale o una e-sim per la Cambogia (solo dati, disponibile per i telefoni compatibili).

Posso usare il mio cellulare in Cambogia?

La rete Tim riceve in Cambogia. Ti suggerisco di verificare con il tuo gestore di telefonia mobile per sapere quali sono i costi. In alternativa puoi usare una Sim locale o una e-sim per la Cambogia (solo dati, disponibile per i telefoni compatibili). Con la e-sim mantieni il numero originale, ma il traffico dati è dirottato sulla rete locale con un costo molto conveniente. Puoi chiamare con whatsapp.

È sicuro bere l’acqua del rubinetto?

La qualità dell’acqua corrente non è uguale ovunque. Se non si è sicuri è meglio bere l’acqua delle bottigliette o farsi riempire la borraccia con l’acqua filtrata, che si trova negli hotel e nei ristoranti.

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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Pubblicato: 28/01/2023
immagine di copertina - tunnel di cu chi

I tunnel di Cu Chi: le gallerie della guerra in Vietnam

di Max Pubblicato: 24/01/2023
Indocina written by Max

I tunnel di Cu Chi, una visita obbligata per conoscere la guerra in Vietnam

I tunnel di Cu Chi (Cu Chi tunnels) sono una delle mete imperdibili per chi visita Saigon – Ho Chi Minh City ed il sud del Vietnam. Questa straordinaria opera di ingegneria è un’importate testimonianza della Guerra in Vietnam e visto che si trova ad appena un’ora e mezza di strada dal centro cittadino, è una delle località più visitate del sud del paese.

Certamente Cu Chi è anche una delle destinazioni più turistiche e più affollate, ma ciò non toglie che l’escursione ai tunnel abbia un suo fascino ed un valore culturale veramente importante, Questa vasta rete di gallerie sotterranee, già attiva negli anni 40 del secolo scorso, è stata infatti utilizzata come rifugio dalle forze nordvietnamite durante la guerra del Vietnam e la visita permette di conoscere e valutare alcuni aspetti poco conosciuti dei conflitti in Indocina.

Il sistema di tunnel si estende per oltre 200 chilometri e comprende alloggi, zone per lo stoccaggio di viveri e munizioni, botole e infermerie. I tunnel di Cu Chi rappresentano una parte importante della storia vietnamita ed oggi sono il simbolo della forza e della determinazione di questo popolo di fronte alle avversità. 

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Indice

  • I tunnel di Cu Chi, una visita obbligata per conoscere la guerra in Vietnam
  • Guida e Mappa del Vietnam del sud
  • Un po’ di storia dei Tunnel, non solo di Cu Chi
  • Una fitta rete di gallerie sotterranee
  • Visita dei Tunnel di Cu Chi
  • Percorrere i tunnel di Cu Chi
  • Tunnel di Cu Chi: video su come mimetizzarsi
  • Tunnel di Cu Chi: video dell’interno dei tunnels
  • Mangiare come un Viet Cong
  • Difendersi come un Viet Cong nei Tunnel di Cu Chi
    • Trappole di ogni genere
  • Sparare come un Viet Cong o un Americano
  • Quando visitare i tunnel di Cu Chi 
    • Informazioni Utili
  • Faq sui Tunnel di Cu Chi (Cu Chi tunnels)

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

tunnel di cu chi vietnam
Un nascondiglio dei Viet Cong ai tunnel di Cu Chi di Thomas Schoch, CC BY-SA 3.0

Guida e Mappa del Vietnam del sud

Pianifica subito la visita nel sud del Vietnam sulla mappa e compra la nuova versione della guida del Vietnam della Lonely Planet. In formato cartaceo è quasi introvabile, io l’ho trovata in libreria per puro caso ed era l’ultima. La guida del Vietnam del National Geographic, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Per non restare senza connessione compra una E-Sim solo dati per il Vietnam e altri otto stati della zona. Mantieni il tuo numero e navighi liberamente (consulta quali Smartphone supportano la E-Sim).

Un po’ di storia dei Tunnel, non solo di Cu Chi

I tunnel erano già usati negli anni Quaranta del secolo scorso, durante l’occupazione francese, dai guerriglieri Viet Minh, ma vennero recuperati ed ampliati a partire nei successivi anni Sessanta dai Viet Cong, per contrastare l‘esercito del Vietnam del Sud e degli Stati Uniti, durante la Guerra del Vietnam.

La rete di gallerie giocò un ruolo fondamentale per il rifornimento delle truppe impegnate contro gli oppositori del Sud e contro gli Stati Uniti, contribuendo ad alimentare e a mantenere viva la guerriglia e riuscendo a sfuggire ai bombardamenti americani.

Nonostante Cu Chi fosse la sede di almeno tre basi logistiche della coalizione del Sud, i tunnel rimasero in parte attivi fino alla fine del conflitto, alcuni sotto la base stessa furono addirittura utilizzati per azioni di sabotaggio. 

Un duro colpo fu dato solo dopo il 1968 dal bombardamento tramite bombe a penetrazione, che distrussero in parte la rete di cunicoli, senza tuttavia riuscire a distruggerla mai completamente.

La rete raggiungeva e oltrepassava il confine con la Cambogia e fu utilizzata fino alla fine del conflitto per il passaggio di uomini e approvvigionamenti. Questi in maggior parte provenivano dalla Cambogia orientale, dove erano ubicati numerosi depositi nordvietnamiti alimentati tramite il Sentiero di Ho Chi Minh, una rete di strade e sentieri che andava dal Nord al Sud del Vietnam, passando attraverso le nazioni confinanti di Laos e Cambogia, e che era usata per fornire supporto logistico ai Viet Cong.

ingresso ai tunnel di Cu Chi

Una fitta rete di gallerie sotterranee

La struttura dei tunnel di Cu Chi era realizzata su vari livelli. Per permettere agli occupanti di sopravvivere per molte ore all’interno dei cunicoli, fu realizzato un vero e proprio sistema di aerazione che in superficie veniva mimetizzato in mezzo alla foresta utilizzando delle piramidi di terra simili a termitai o facendo sfogare gli sfiatatoi in luoghi molto distanti dalle zone occupate dai guerriglieri.

Gli ingressi erano costituiti da botole mimetizzate tra le foglie difficilmente visibili nel folto della giungla e lungo i cunicoli erano disseminate trappole mortali, di modo che, anche se qualcuno fosse riuscito a penetrare nell’area, avrebbe avuto serie difficoltà ad arrivare in una zona utilizzata.

La difficoltà nello scovare il nemico e la necessità di combattere figure spesso invisibili costrinse gli americani ad utilizzare armamenti non-convenzionali, come il Napalm, l’Agente Arancio e altre armi, della quali parlo nell’articolo sul War Remmnants Museum

Con questa logica interi villaggi e migliaia di civili furono massacrati.

Visita dei Tunnel di Cu Chi

Nonostante la rete di tunnel percorra una vasta area del Vietnam Meridionale, solo due aree sono aperte al pubblico ed entrambe si trovano nel distratto di Cu Chi. 

Queste sono state opportunamente adattate per permetterne la visita da parte del pubblico. Le gallerie sono state allargate e sistemate, perché altrimenti nessuno con una corporatura normale avrebbe potuto accedervi. I Viet Cong erano infatti figure minute e abituate a muoversi in spazi molto angusti. Durante la visita quasi sicuramente la guida vi permetterà di osservare uno di questi tunnel allo stato naturale e vi renderete conto che erano veramente cunicoli minuscoli.

Un documentario ed un plastico spiegano molto bene l’organizzazione del complesso, nonché le ingegnose soluzioni adottate dai guerriglieri nordvietnamiti per sfuggire agli attacchi. Una di queste prevedeva per esempio che il fumo delle cucine sotterranee, attraverso un complesso sistema di camini andasse a sfiatare anche a centinaia di metri dalle cucine, mimetizzato in maniera tale da non poter essere visto dall’alto da aerei o elicotteri.

Percorrere i tunnel di Cu Chi

La parte centrale della visita è l’esperienza di entrare prima nelle fosse, provando a mimetizzarsi e poi di provare a percorrere i tunnel per spostarsi da un nascondiglio all’altro. 

questo sono io ai tunnel di cu chi
Questo sono io ai tunnel di cu chi

Tenendo conto che i cunicoli sono stati allargati, ma anche del fatto che in occasione della visita il mio ginocchio sinistro era infortunato, l’ho trovata un’esperienza interessante, ma il percorso è stato un po’ impegnativo. Diciamo adatto a tutti coloro che hanno un minimo di mobilità e di flessibilità. 

Per chi è meno allenato esistono anche percorsi brevi di una decina-quindici metri per provare l’esperienza senza stressare gli arti.

È consigliabile indossare almeno un paio di scarpe chiuse, soprattutto nel periodo più umido. Nel periodo più secco anche i sandali vanno bene, facendo sempre attenzione alle formichine.. qualcuna morde e posso assicurare che non sono esattamente delicate 😊

Tunnel di Cu Chi: video su come mimetizzarsi

Tunnel di Cu Chi: video dell’interno dei tunnels

Mangiare come un Viet Cong

Durante la visita viene offerta la possibilità di gustare un piatto che probabilmente era alla base dell’alimentazione degli occupanti dei tunnel di Cu Chi. Un piatto povero, ma gustoso a base di manioca (o tapioca) al vapore, spezie e sale. Buono da assaggiare, ma provate ad immaginare di mangiare solo quello per giorni o mesi…

Difendersi come un Viet Cong nei Tunnel di Cu Chi

Un’altra delle sezioni interessanti della visita ai tunnel di Cu Chi è la parte relativa alle trappole ed ai travestimenti utilizzati dai soldati dell’esercito del Nord per difendersi o non farsi trovare. 

Un segno distintivo dei guerriglieri del Nord erano sicuramente le scarpe. I soldati avevano infatti appreso a fabbricare dei sandali con i copertoni delle auto, per proteggere i piedi durante spostamenti nella giungla. Per fuorviare il nemico, la suola dei sandali era forgiata in modo che fosse più larga nel tallone e più stretta nella punta, al contrario di una scarpa normale. In questo modo le tracce lasciate dai soldati nella giungla sembrava che andassero nella direzione opposta a quella reale.

Ma i sandali erano anche uno dei punti deboli dei Viet Cong. Nella foresta e nei villaggi, infatti, nessuno indossava le scarpe: pertanto durante i rastrellamenti americani nei villaggi, coloro che avevano i segni lasciati dall’aver indossato i sandali erano identificati come combattenti e passati per le armi.

Trappole di ogni genere

Oltre a confezionare ordigni utilizzando le bombe inesplose lasciati dagli americani, i Viet Cong avevano sviluppato una singolare abilità nel costruire ogni sorta di trappola nella foresta. Si trattava di trappole semplici, ma micidiali, il cui scopo era intrappolare il nemico, facendolo morire tra mille sofferenze.

Un vero spauracchio, solo a guardarle e ad immaginarne l’effetto vengono i brividi.

Sparare come un Viet Cong o un Americano

Alla fine del percorso dei tunnel c’è il poligono di tiro, dove c’è la possibilità di imbracciare un fucile o un mitragliatore e di provare a sparare. Con la premessa che i fucili sono saldamente ancorati ad un terrapieno, personalmente ho trovato la proposta un po’ macabra… non siamo tutti uguali.

aereo americano all'ingresso dei tunnel di cu chi
Aereo americano all’ingresso dei tunnel di cu chi

Quando visitare i tunnel di Cu Chi 

La zona di Cu Chi è soggetta ad un clima tropicale, e, come per tutto il sud del Vietnam, l’anno si divide in due stagioni distinte: la stagione delle piogge, da maggio a ottobre, e la stagione secca da novembre ad aprile. La stagione secca è il periodo migliore per visitare i tunnel di Cu Chi, ma la stagione delle piogge è sicuramente quella più interessante sotto l’aspetto fotografico, vista la natura lussureggiante e l’abbondanza d’acqua.

Informazioni Utili

I tunnel di Cu Chi (Địa đạo Củ Chi in vietnamita) si trovano nel distretto di Cu Chi, a nord-ovest della città di Ho Chi Minh, a circa 70 chilometri (1,5 – 2 ore) dal centro della città. 

Si possono visitare due sezioni, le uniche accessibili per ora: Ben Dinh Tunnels (Ben Dinh Hamlet, Comune di Nhuan Duc) e Ben Duoc Tunnels (Phu Hiep Hamlet, Phu My Hung Commune).

In genere per i tunnel viene offerto un tour da Saigon Ho Chi Minh City della durata di mezza giornata. Il viaggio in autobus gran turismo o mini van dura circa un’ora e mezza sia all’andata che al ritorno. 

È possibile anche andarci coi mezzi pubblici, ma visto il costo ridotto, a mio avviso non vale la pena. I mini van per me sono la scelta migliore per la visita in orari meno affollati, il bus è il più conveniente in termini economici.

Indirizzo: TL15, Phu Hiep, distretto di Cu Chi, città di Ho Chi Minh

Orari di apertura: 8:00 – 17:00 (7 giorni su 7)

Biglietti d’ingresso (aggiornati nel 2022):

Ben Duoc: 110.000 VND/persona

Ben Dinh: 90.000 VND/persona

Faq sui Tunnel di Cu Chi (Cu Chi tunnels)

Quando furono costrutiti i tunnel di Cu Chi?

La costruzione dei tunnel di Cu Chi cominciò negli anni 40 del secolo scorso, ma raggiunsero il massimo sviluppo durante la Guerra del Vietnam tra il 1965 ed il 1975.

Quanto distano i tunnel di Cu Chi da Saigon – Ho Chi Minh City?

I tunnels di Cu Chi distano poco meno di 60 chilometri dal centro di Saigon – Ho Chi Minh City.

Quanto tempo ci vuole per arrivare ai tunnel di Cu Chi da Saigon – Ho Chi Minh City?

Per arrivare ai tunnel di Cu Chi da Saigon – Ho Chi Minh City ci vogliono da un’ora e mezza a due ore.

I tunnel di Cu Chi possono essere percorsi da chiunque?

Per percorrere i Tunnel di Cu Chi occorre avere una buona elasticità, buona mobilità sulle gambe ed una forma fisica nella media.

I bambini possono accedere ai tunnel di Cu Chi?

I bambini non hanno problemi se accompagnati dai genitori, ma se, sono troppo piccoli per entrare nei tunnel qualcuno dovrà restare fuori con loro.

Posso andare da solo ai tunnel di Cu Chi?

E’ possibile accedere anche singolarmente, ma è consigliabile aggregarsi ad uno dei tanti tour in partenza dalla città, acquistabili online (anche da questo articolo) o in loco presso le agenzie di viaggio.

La visita ai tunnel è fattibile in sedia a rotelle?

Ci sono alcuni tour che garantiscono l’accessibilità in sedia a rotelle, come per esempio questo tour (link sponsorizzato – controllate che l’accessibilità sia sempre garantita)

Quanto costa sparare nel poligono dei Tunnel di Cu Chi?

Sparare nel poligono costa circa 2 euro a colpo (prezzi 2023).

Per saperne di più sull’Indocina

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Pubblicato: 24/01/2023
museo dei resti della guerra - war remnants museum ho chi minh city saigon

War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon

di Max Pubblicato: 14/01/2023
Indocina written by Max

Museo delle vestigia della guerra – War Remnants Museum Saigon

Il War Remnants Museum di Ho Chi Minh City – Saigon – Vietnam, in italiano Museo dei residui, resti o vestigia della guerra, è una destinazione da non perdere se volete saperne di più sulla guerra del Vietnam.

Questo museo è un importante ricordo delle tragedie del conflitto e una grande opportunità per conoscere meglio quanto questo popolo ha dovuto sopportare. Non solo, è anche un’occasione per comprendere come il fatto di aver saputo andare avanti e perdonare, senza dimenticare, sia stata una scelta abilitante per la costruzione del nuovo Vietnam.

Il museo è pieno di reperti, ma soprattutto di foto e documenti che non raccontano solo i combattimenti convenzionali, ma anche tutta una serie di storie collaterali ed approfondimenti che forniscono preziose informazioni sulla storia di questo importante pezzo di storia.

Pianifica subito la visita sulla mappa!

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Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Museo delle vestigia della guerra – War Remnants Museum Saigon
  • Guide del Vietnam e mappa di Saigon Ho Chi Minh City
  • Informazioni sul War Remnants Museum
  • La storia di Kim, Napalm Girl
  • Visita al War Remnants Museum di Ho Chi Minh City Saigon
  • Immagini forti con la sofferenza come soggetto
    • Una foto, una storia come tante
  • Il famigerato Agente Arancio
    • Storia e ruolo dell’agente arancio nella guerra in Vietnam
    • Effetti dell’agente arancio, a breve ed a lungo termine
    • Le fotografie di una tragedia
  • Mostre temporanee al War Remnants Museum di Saigon Ho Chi Minh City
  • Informazioni Utili
  • Faq War Remnants Museum
    • Quanto dura la visita al War Remnants Museum?
    • Quanto costa il biglietto d’ingresso al War Remnants Museum?
    • Si devono acquistare i biglietti in anticipo o è meglio acquistarli alla biglietteria?
    • Il biglietto si può pagare in dollari?
    • Ci sono dei tour guidati per il War Remnants Museum?
    • C’è un dress code specifico per visitare il museo?

Guide del Vietnam e mappa di Saigon Ho Chi Minh City

Pianifica subito la visita nel sud del Vietnam sulla mappa e compra la nuova versione della guida del Vietnam della Lonely Planet. In formato cartaceo è quasi introvabile, io l’ho trovata in libreria per puro caso ed era l’ultima. La guida del Vietnam del National Geographic*, invece, è meno dettagliata, ma è indicata per chi, come me, ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

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Informazioni sul War Remnants Museum

Subito dopo la fine della guerra, nel 1975, il nome ufficiale era “Museo dei crimini degli Stati Uniti e del regime fantoccio”. Nel corso degli anni i toni si sono addolciti, ma il “museo dei Resti della Guerra” non ha bisogni di definizioni per mostrare quello che è stata questa guerra senza senso.

Bombe ripiene di oggetti metallici al Museo dei resti della guerra
Bombe riempite con oggetti metallici al Museo dei resti della guerra.

Oltre alla tragedia di un paese devastato, al primo piano del museo, ci sono anche le immagini dei veterani di guerra americani contaminati dagli agenti chimici da loro stessi utilizzati in una sorta di legge del contrappasso, se non fosse che la maggior parte dei soldati non era lì per volontà propria. 

Il museo della guerra è uno dei luoghi più importanti e più toccanti della visita alla città. Le fotografie ed i reperti trasmettono il senso della tragedia vissuta da entrambe le parti in conflitto ed il terrore che deve aver vissuto la popolazione. L’esempio più significativo è forse l’espressione innocente di Kim, la ragazzina che corre nuda ed impaurita in mezzo ai soldati americani.

Museo dei resti della guerra - War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon
Carro Armato Americano

La storia di Kim, Napalm Girl

Phan Thị Kim Phúc OOnt, chiamata per semplicità la ragazza nella foto o la ragazza del Napalm, è oggi una signora canadese nata nel Vietnam del Sud e famosa per essere la bambina di nove anni raffigurata nella fotografia vincitrice del Premio Pulitzer, intitolata “The Terror of War”, scattata a Trang Bang durante la guerra del Vietnam, l’8 giugno 1972.

Phan Thi Kim Phúc e la sua famiglia vivevano all’epoca nel villaggio di Trảng Bàng nel Vietnam del sud. L’8 giugno 1972, gli aerei del Vietnam del Sud sganciarono per errore una bomba al napalm sul villaggio. Kim Phúc fuggì unendosi ad un gruppo di civili e soldati del Vietnam del Sud che fuggivano dal Tempio Caodai verso la sicurezza delle posizioni detenute dal Vietnam del Sud. Il pilota della Repubblica del Vietnam aveva scambiato il gruppo per soldati nemici e aveva deviato per attaccare. La bomba uccise due cugini di Kim Phúc e altri due abitanti del villaggio. Kim Phúc ebbe ustioni di terzo grado su gran parte del corpo, causate dai suoi stessi vestiti

The Terror of War - War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon
The Terror of War, il terrore della guerra – War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon

Visita al War Remnants Museum di Ho Chi Minh City Saigon

All’ingresso del museo c’è uno spiazzo che ospita uno dei famigerati elicotteri Chinook, uno dei simboli della guerra, oltre ad altri tipi di macchine da guerra.

Fra di queste mi ha colpito il Bulldozer.

Nel 1969 in Vietnam c’erano 1.417 Bulldozer americani. In Vietnam erano usati per radere al suolo foreste, giardini, villaggi e risaie, in buona sostanza per affamare la popolazione. Mon penso che si debbano aggiungere considerazioni, ma forse val la pena di riflettere sui crimini di guerra e su cos’è il significato della parola giustizia, a seconda della bocca che la pronuncia.

Musei delle vestigia della guerra - War Remnants Museum
Musei delle vestigia della guerra – War Remnants Museum

Prova anche il tour in moto alla scoperta delle bellezze* (note e nascoste) di Ho Chi Minh City Saigon.

Immagini forti con la sofferenza come soggetto

Le immagini sono un monito delle conseguenze sulle persone dell’uso di Napalm, Agente Arancio e ordigni al fosforo. Persone con gravissime mutilazioni, bambini contaminati e mucchi di cadaveri.

Immagini di giovani americani sorridenti vicino alle vittime, un ritratto di una guerra disumana, di atrocità di cui i protagonisti si sono resi conto solo dopo il ritorno a casa.

Una foto, una storia come tante

“Beh, c’erano circa 40, 45 persone che avevamo riunito nel centro del villaggio… Li facemmo accovacciare e il tenente Calley venne e disse: sai cosa fare con loro, vero?

Musei delle vestigia della guerra - War Remnants Museum - foto e storia
Musei delle vestigia della guerra – War Remnants Museum – foto e storia

Dissi di sì. Quindi davo per scontato che voleva solo che li guardassimo. E se ne andò, e tornò circa 10 o 15 minuti dopo, e disse: come mai non li hai ancora uccisi? E gli dissi che non pensavo che volesse che li uccidessimo, che quello che volevo fare era custodirli. Disse: no, li voglio morti… e così fece un passo indietro, circa 10, 15 piedi, e cominciò a sparare. E mi disse di iniziare a sparare. Così cominciai a sparare, sparai circa quattro caricatori sul gruppo.

… Stavamo radunandone di più e avevamo circa sette o otto persone. E li mettemmi nella capanna… e poi lanciammo una bomba a mano dentro con loro… E qualcuno… ci disse di portarli nel burrone,… e avevano circa 70, 75 persone, tutte riunite… e il tenente Calley… si avvicinò alle persone, e iniziò a spingerle e a sparare… quindi spingemmo tutti, e cominciammo a usare le armi automatiche su di loro.

(testimonianza vera)

Il famigerato Agente Arancio

La guerra del Vietnam fu un importante laboratorio nel quale gli Stati uniti misero in campo e testarono moltissime tecniche di guerra che oggi sono illegali o vietate e che possiamo considerare tranquillamente come inumane o, in altre parole, terroristiche. Si stima che fra il 1961 e il 1975, sul povero Vietnam, colpevole di voler instaurare un regime comunista, siano state sganciate qualcosa come 14 milioni di tonnellate di bombe di ogni tipo: cluster (oggi vietate), a frammentazione (oggi vietate), al napalm o al fosforo bianco e molte altre. Per voler fare dei paragoni sono almeno il doppio delle bombe che furono usate contro i paesi dell’Asse durante tutta la Seconda guerra mondiale: l’equivalente di 328 bombe atomiche di potenza pari a quella sganciata su Hiroshima. Ma gli americano non si limitarono a questo.

In difficoltà a raggiungere i nascondigli nella giungla, gli americani pensarono di usare un diserbante speciale, che faceva cadere le foglie rendendo il terreno spoglio ed osservabile dall’alto, per i suoi bombardieri: l’agente arancio

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Storia e ruolo dell’agente arancio nella guerra in Vietnam

Questo erbicida contiene arsenico e diossina, il composto chimico più tossico prodotto dall’uomo.

Mappa delle zone in cui fu usato l'agente arancio
Mappa delle zone in cui fu usato l’agente arancio

Già nel 1961, il Presidente Kennedy autorizzò l’uso dell’Agente Arancio nel Vietnam del Sud, e durante gli anni della guerra ne furono riversati sulle sole foreste del Vietnam del sud almeno 44 milioni di litri (anche se alcune fonti dicono 100 milioni), sufficienti a coprire un’area grande quanto il Massachusetts.

La quantità riversata sul vietnam equivale ad un contenuto di circa 170 kg di diossina.

Gli Stati Uniti usarono l’Agente Arancio dal 1961, aumentandone gradualmente l’uso fino al 1965, per poi diminuirne l’uso fino all’abbandono nel 1971, anche in seguito alle proteste nel mondo e negli stessi Stati Uniti. (fonte Peacelink)


Per fare un paragone, in Italia nel 1976 si verificò una perdita di diossina in un impianto chimico ICMESA, vicino a Milano. La nube velenosa si diffuse su Seveso e uccise all'istante più di trecento animali: dalla fabbrica dell'Icmesa all'epoca fu stimata una perdita di alcune centinaia di grammi di diossina, anche se oggi si ritiene molto di più (fonte Istituto Superiore di Sanità).

Effetti dell’agente arancio, a breve ed a lungo termine

Il primo effetto dell’Agente Arancio è stato evidente: la deforestazione, ma il suo effetto a lungo termine è stato anche peggio. La diossina contenuta nell’agente arancio si ritiene sia responsabile dello sviluppo di neoplasie (tumori tipo leucemia, linfoma, mieloma) e di teratogenesi, un modo accettabile di chiamare lo sviluppo anormale di alcuni organi del feto durante la gravidanza, che si traduce nella nascita di un bambino che presenta difetti congeniti. Ne furono e ne sono colpite sia la popolazione vietnamita, che i veterani di guerra statunitensi.

Quasi cinquant’anni dopo la fine della guerra tra Stati Uniti e Vietnam gli effetti del diserbante lanciato sul terreno dalle forze Usa provoca ancora gravissimi danni alla popolazione. La diossina è rimasta nel suolo e nei sedimenti, sul fondo dei laghi e dei fiumi e lo sarà per generazioni. Non è solubile nell’acqua, ma lo è nei grassi e arriva nei piatti attraverso il grasso del pesce e di altri animali. Secondo i vietnamiti sarebbero 4 milioni le persone che furono esposte al diserbante e 3 quelle che hanno riportato danni riconducibili all’uso di quel prodotto chimico (fonte: TG3).

Il suo impatto è a lunghissimo termine ed ha già colpito fino alla quarta generazione. Spesso i sintomi si manifestano solo in età avanzata, nei figli o nei nipoti di coloro che furono direttamente esposti alla contaminazione o in zone distanti centinaia di chilometri dai luoghi contaminati. In alcune zone di montagna, ad esempio, le comunità pensano che il malato si trovi in quelle condizioni per una sorta di maledizione e non per gli effetti, oltre trent’anni dopo, del micidiale agente arancio (fonte Peacelink).

Le fotografie di una tragedia

In una stanza del museo sono esposte le fotografie di alcune vittime dell’uso scellerato di questo composto venefico. Le immagini lasciano poco all’immaginazione e molte di queste sono veramente agghiaccianti, specialmente quelle dei bambini, tanto che non ne ho voluta riportare nessuna in primo piano, anche se ne ho alcune ben stampate nella mia memoria.

Una storia che non nessuno vorrebbe vedere ancora.

Museo dei resti della guerra - War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon
Gli effetti dell’agente arancio sulle persone

Mostre temporanee al War Remnants Museum di Saigon Ho Chi Minh City

Al momento della mia visita in una sala del museo erano esposti una selezione di disegni di bambini. Ai ragazzi era stato richiesto di fornire una rappresentazione di cosa fosse per loro la guerra.

Una visita interessante e, per alcuni disegni toccante e significativa.

Mostra di dipinti di bambini. Come un bimbo vede la guerra in Vietnam
Mostra di dipinti di bambini. Come un bimbo vede la guerra in Vietnam

Informazioni Utili

Indirizzo: War Remnants Museum 28 Vo Van Tan, nel distretto 3 Ho Chi Minh City

Ingresso: 40.000 VND (meno di 2 euro), per studenti, forze armate, veterani, alti funzionari della rivoluzione c’è una riduzione del 50%

Orari: tutti i giorni incluso i festivi 7:30 – 12:00 e 13:30 – 17:00

Web: https://warremnantsmuseum.com

Per la la visita guidata tel: (84-4) 39302112

E-mail: warrmhcm@gmail.com

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Proposte di Viaggio

Questa città può essere visitata con un tour individuale, come quelli che propongo qui di seguito:

  • Vietnam Classico*, tour individuale con guida in italiano: un’introduzione al Vietnam per chi tempo e budget limitato, che vi darà comunque modo di innamorarvi del paese.
  • Vietnam Signature*, per chi ha un po’ più di tempo ed un budget più elevato. Viaggio individuale con guida in italiano per tutti coloro che vogliono farsi un’idea più approfondita di questo fantastico paese.
  • Tour di gruppo del Vietnam*, con partenze fisse e durate da 9 a 11 giorni.

Faq War Remnants Museum

Quanto dura la visita al War Remnants Museum?

La visita impegna almeno un’ora e mezza, a seconda di quanto siete interessati alle varie spiegazioni e didascalie., ma consiglio di non avere fretta e di esplorare con calma. In questo caso la visita può durare anche più di due ore.

Quanto costa il biglietto d’ingresso al War Remnants Museum?

Il prezzo aggiornato del biglietto d’ingresso è 40.000 VND (meno di 2 euro)

Si devono acquistare i biglietti in anticipo o è meglio acquistarli alla biglietteria?

Non c’è una biglietteria online, ma i biglietti si possono acquistare tranquillamente alla biglietteria del museo sul posto. L’attesa non è mai lunghissima.

Il biglietto si può pagare in dollari?

I dollari sono accettati, ma il resto sarà in valuta locale.

Ci sono dei tour guidati per il War Remnants Museum?

Potete prenotare informarvi sui tour guidati sul sito del museo, in alternativa ci sono tour guidati meno specifici come questo*.

C’è un dress code specifico per visitare il museo?

Non è richiesto nessun dress code particolare.

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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  • Visitare Luang Prabang: Gemma del Laos da Scoprire – Ultima Modifica 15/06/2025
Pubblicato: 14/01/2023
Ho Chi Minh City - Saigon di notte

Cosa vedere a Saigon – Ho Chi Minh City

di Max Pubblicato: 08/01/2023
Indocina written by Max

Ho Chi Minh City, un altro modo di dire Saigon

Ho Chi Minh City, meglio nota come Saigon, una terra magica che ricompensa coloro che ci arrivano con la bellezza di tanti tesori spesso custoditi con riserbo. 

Visitare Saigon è una delle più coinvolgenti esperienze di viaggio che si possano fare in Asia. È la porta del Vietnam e ospita una città con radici antiche. Ma è anche una città che ama la vita e vuole che tutti sperimentino qualcosa di nuovo.

Nonostante la vita frenetica ed i milioni di scooter che dovrete scartare attraversando le strade, Saigon – Ho Chi Minh City si mostra da subito incredibilmente accogliente e la gente è sempre aperta e disposta ad aiutare.

Ci sono un sacco di attività che si possono sperimentare a pochi passi dal centro e fare base qui significa avere la possibilità di visitare alcuni dei tesori che si trovano nelle vicinanze, senza impegnare prezioso tempo in lunghi spostamenti.

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Indice

  • Ho Chi Minh City, un altro modo di dire Saigon
  • Scarica il PDF dell’articolo
  • Muoversi con un’app ad Ho Chi Minh City Saigon
  • Dove si trova Ho Chi Minh City – Saigon
  • La storia ed i cento nomi di Saigon
  • Cosa vedere a Ho Chi Minh City – Saigon
  • Cattedrale di Notre Dame
  • Ufficio Centrale delle Poste di Ho Chi Minh City
  • Museo delle vestigia della guerra – War Remnants Museum
  • Prenota da qui le attività ad Ho Chi Minh City – Saigon
  • Palazzo della Riunificazione di Ho Chi Minh City
  • Museo di Ho Chi Minh City o Palazzo Gia Long
  • Ben Thanh Market
  • Museo delle Belle Arti
  • Bitexco Tower
  • Dragon House Wharf o Museo di Ho Chi Minh
  • Museo di storia del Vietnam
  • Pagoda dell’imperatore di Giada
  • Museo delle Donne Vietnamite del Sud ad Ho Chi Minh city
  • Pagoda Giac Lam
  • Cho Lon
  • La Pagoda di Thien Hau 
  • Tempio di Phuoc An Hoi Quan
  • Il mercato di Binh Tay
  • Delta del Mekong
  • Tunnel di Cu Chi
  • Il Tempio Cao Dai e il Caodaismo (fuori Ho Chi Minh City)
  • Clima e meteo di Ho Chi Minh City
  • Aeroporto di Saigon
  • Mappa di Ho Chi Minh City – Saigon
  • Vita notturna
  • Tour della città e dei dintorni
  • Guide per il Vietnam
  • FAQ Saigon
  • Per saperne di più sull’Indocina

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Muoversi con un’app ad Ho Chi Minh City Saigon

Se non avete un’auto a disposizione il modo migliore per girare la città è il motorino. Per non avere il fastidio di guidarne uno nel caos cittadino e trovare un parcheggio comodo, potete usare l’app GRAB. Un’app in stile UBER che permette di chiamare i conducenti in abito verde e farvi trasportare comodamente ovunque per pochi dollari (veramente pochi).

Provatela anche per sentirvi un local e anche se avete un bagaglio non sarà un problema trasportarlo. Scarica GRAB da qui.

Autisti di GRAB a Saigon Ho Chi Minh City
Autisti di GRAB a Saigon Ho Chi Minh City

Dove si trova Ho Chi Minh City – Saigon

Ho Chi Minh City si trova nel sud del Vietnam e per chi avesse dei dubbi, non è la capitale del paese. La capitale è invece Hanoi, che si trova circa 1.150 chilometri più a nord. Ho Chi Minh rappresenta, invece, la capitale economica e finanziaria, oltre ad essere anche la città più popolosa del paese: una vera metropoli con oltre 13 milioni di abitanti e , non tarderete ad accorgervene, oltre sette milioni e mezzo fra scooter e motorini.

Geograficamente la città si trova lungo il corso del fiume Saigon, a 40 chilometri dal mare e a circa 60 chilometri dal famoso Delta del Mekong, che evoca ricordi di vecchie pellicole e lunghe battaglie.

La storia ed i cento nomi di Saigon

Anche se cento nomi può essere un po’ esagerato, vero è che la città, nel corso dei secoli ha cambiato spesso nome, a seconda dei regnanti di turno e, diciamocelo, l’ultimo nome, fra tutti, è quello che ispira meno.

La città nasce intorno al IV secolo d.C. durante il regno Funan e nel corso dei secoli è oggetto del desiderio di vari imperi, da quello Khmer che le cambia il nome in Prey Nokor, a quello Nguyen che la rinomina Gia Dinh (vedi qui la storia completa).

Solo dopo l’arrivo dei francesi nel 1862 la città assume il nome di Saigon, un nome che fra fortune alterne la condurrà attraverso la successiva occupazione giapponese e le due guerre d’Indocina.

Fu infine nel 1975, dopo la fine di quella che è conosciuta come la Guerra del Vietnam, che la città assunse il nome attuale di Ho Chi Minh City, in onore del “grande padre” del Vietnam.

Nonostante siano passati decenni, tutt’oggi la popolazione locale continua a chiamare la propria città Saigon e non Ho Chi Minh City, il nuovo nome racconta, ma non ispira.

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia

Cosa vedere a Ho Chi Minh City – Saigon

L’ultimo dei problemi che avrete a Ho Chi Minh City – Saigon sarà quello di annoiarvi. A parte il solito giro a bighellonare per scoprire nuovi angoli della città, che personalmente consiglio di dedicare al quartiere cinese, ci sono un sacco di particolarità che val la pena di visitare, anche se, a volerle vedere tutte, non basterebbe una settimana. Nel frattempo, ci si può fermare qua e là per gustare un piatto della rinomata cucina vietnamita o approfittarne per uno splendido massaggio ai piedi.

Cattedrale di Notre Dame

La Cattedrale di Notre Dame, rara testimonianza del cattolicesimo in Vietnam, fu costruita dai francesi verso la fine del 1800 con mattoni rossi provenienti dalla Madre Patria, in particolare da Marsiglia. La costruzione troneggia nella piazza, con due campanili che supportano le sei campane in bronzo e costituisce un’oasi tranquilla nel centro di Ho Chi Minh City. Si dice che la statua della Vergine Maria che si trova di fronte alla cattedrale abbia pianto lacrime autentiche nell’ottobre 2005 ed è per questo oggetto di costante pellegrinaggio da parte dei fedeli.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 01 Paris Commune, Ben Nghe, Distretto 1
  • Ingresso libero
  • Orari: sempre aperta
  • Web: https://en.wikipedia.org/wiki/Notre-Dame_Cathedral_Basilica_of_Saigon
Cattedrale di Notre Dame a Saigon Ho Chi Minh City
Cattedrale di Notre Dame a Saigon Ho Chi Minh City – In ristrutturazione fino a data da destinarsi

Ufficio Centrale delle Poste di Ho Chi Minh City

Il Palazzo dell’Ufficio Centrale delle Poste di Saigon è uno dei più bei palazzi di stile coloniale della città nonché una delle migliori testimonianze della dominazione francese. Il palazzo, contrariamente a quanto spesso affermato, non fu realizzato da Gustave Eiffel, ma da Alfred Foulhoux, che nelle celebrazioni venne definito l’architetto in capo della colonia. Il palazzo si trova nel quartiere storico Dong Khoi, vicino alla Cattedrale di Notre Dame. 

La costruzione ricalca lo stile coloniale dell’epoca come si può notare dalle numerose decorazioni e dai ricchi dettagli della facciata principale.

All’interno, la sala principale è caratterizzata da due dipinti raffiguranti una mappa delle “Linee Telegrafiche del Vietnam meridionale e della Cambogia nel 1892” ed una mappa di “Saigon e dintorni nel 1892”, storicamente molto interessanti.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 02 Công xã Paris, Bến Nghé, Quận 1, Thành phố 
  • Ingresso libero
  • Orari: tutti i giorni dalle 06:00 alle 22:00 
  • Web: https://hcmpost.vn/ (in inglese funziona male) https://en.wikipedia.org/wiki/Saigon_Central_Post_Office#cite_note-3
Ufficio Centrale delle Poste di Saigon Ho Chi Minh City
Ufficio Centrale delle Poste di Saigon Ho Chi Minh City

Museo delle vestigia della guerra – War Remnants Museum

Subito dopo la fine della guerra, nel 1975, il nome ufficiale era “Museo dei crimini degli Stati Uniti e del regime fantoccio”. Nel corso degli anni i toni si sono addolciti, ma il “museo dei Resti della Guerra” non ha bisogni di definizioni per mostrare quello che è stata questa guerra senza senso.

Oltre alla tragedia di un paese devastato, al primo piano del museo, ci sono anche le immagini dei veterani di guerra americani contaminati dagli agenti chimici da loro stessi utilizzati in una sorta di legge del contrappasso se non fosse che la maggior parte dei soldati non era lì per volontà propria. 

All’ingresso c’è uno spiazzo che ospita l’elicottero Chinook, uno dei simboli della guerra, oltre ad altri tipi di macchine da guerra.

Fra di queste mi ha colpito il Bulldozer. Nel 1969 in Vietnam c’erano 1.417 Bulldozer americani. In Vietnam erano usati per radere al suolo foreste, giardini, villaggi e risaie, in buona sostanza per affamare la popolazione. Mon penso che si debbano aggiungere considerazioni, ma forse val la pena di riflettere sui crimini di guerra e su cos’è il significato della parola giustizia, a seconda della bocca che la pronuncia.

Musei delle vestigia della guerra - War Remnants Museum
Musei delle vestigia della guerra – War Remnants Museum

Le immagini sono un monito delle conseguenze sulle persone dell’uso di Napalm, Agente Arancio e ordigni al fosforo. Persone con gravissime mutilazioni, bambini contaminati e segnati da un destino tremendo.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 28 Vo Van Tan, nel distretto 3
  • Ingresso: 40.000 VND (meno di 2 euro)
  • Orari: tutti i giorni incluso i festivi 7:30 – 12:00 e 13:30 – 17:00
  • Web: https://warremnantsmuseum.com leggi anche il mio articolo War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon

Prenota da qui le attività ad Ho Chi Minh City – Saigon

Palazzo della Riunificazione di Ho Chi Minh City

Il Palazzo della Riunificazione, un tempo Palazzo dell’Indipendenza, si presenta come una costruzione in cemento bianco ad ampie vetrate, riparate dietro innumerevoli colonnine, mentre gli interni sono in uno stile meno austero e lineare.

In precedenza, era stato il Palazzo del Governatorato Francese, palazzo Norodom, costruito tra il 1868 e il 1873 su progetto dell’architetto Achille-Antoine Hermitte.

In seguito al Golpe del 1962, il palazzo fu distrutto da un attentato e sulle sue macerie i nuovi governanti eressero la nuova costruzione.

Palazzo della Riunificazione di Ho Chi Minh City
Palazzo della Riunificazione di Ho Chi Minh City di Diego Delso, CC BY-SA 3.0

Il nuovo palazzo fu inaugurato nel 1966, quando la guerra era già nel pieno del suo svolgimento e utilizzato come base del governo sudvietnamita di Ngo Dinh Diem, appoggiato dagli Stati Uniti.

La sua presa e la conseguente occupazione, nel 1975, segnarono la fine della Guerra in Vietnam.  Da quel momento il palazzo ospitò le trattative per la riunificazione, avvenuta nel mese di novembre dello stesso anno. 

Sono disponibili visite guidate gratuite in inglese, francese, giapponese e cinese (interessanti vista la carenza di pannelli esplicativi all’interno). 

Il palazzo è situato su Man Ky Khoi Nghia strada vicino al mercato Ben Thanh e nei giardini è possibile vedere il carro armato che fece irruzione attraverso il cancello principale, immortalato in una storica fotografia che finì per essere il simbolo della fine della Guerra del Vietnam.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 135 Nam Ky Khoi Nghia, Ben Thanh, Quartiere 1
  • Ingresso 65.000 VND (meno di 3 euro) 
  • Orari: tutti i giorni 07:30 – 11:00 e 13:00 – 16:00, chiuso in alcune giornate festive
  • Web: https://independencepalace.gov.vn
palazzo della riunificazione - il carro armato
Immagine storica di un Carro armato dentro la sede del Palazzo della Riunificazione durante la presa di Saigon (flickr)

Museo di Ho Chi Minh City o Palazzo Gia Long

La costruzione del museo rivoluzionario di Saigon iniziò nel 1885 e fu completata nel 1890 su progetto dell’architetto francese Alfred Foulhoux e successivamente l’edificio divenne la residenza del governatore giapponese. Fu anche l’ufficio del Comitato Amministrativo Provvisorio di Nam Bo nel 1945 e dell’Alto Commissario della Repubblica di Francia. L’edificio è stato successivamente riconvertito nella residenza del governatore di Nam Ky, fino all’agosto 1978, quando l’edificio è stato finalmente trasformato nel Museo Rivoluzionario di Saigon

Sfortunatamente all’interno del museo le esposizioni sono descritte solo in vietnamita, ma per lo più si tratta di residui facilmente interpretabili. All’esterno del museo c’è una collezione di equipaggiamento bellico che comprende anche un carro armato ed un elicottero. 

Informazioni Utili

  • Indirizzo: via Ly Tu Trong n. 65, distretto 1, città di Ho Chi Minh
  • Orario di apertura: Tutti i giorni dalle 08:00 alle 17:00
  • Ingresso: 15.000 VND
  • Web: https://hcmc-museum.edu.vn/en/trang-chu-english/
Museo di Ho Chi Min City - Palazzo Gia Long
Museo di Ho Chi Min City – Palazzo Gia Long

Ben Thanh Market

Il Ben Thanh Market è un mercato coperto che si trova in uno degli edifici storici della vecchia Saigon. Per chi, come me, ama i mercati è sicuramente una meta imperdibile. Questo è uno dei luoghi ideali dove trovare articoli di artigianato locale e oggetti d’arte, ma dove è anche possibile dedicarsi allo shopping tradizionale e al contempo gustare un assaggio della rinomata cucina vietnamita, qui proposta in stile street-food.

Troverete in vendita qui anche alcuni articoli di Brand internazionali “made in Vietnam” che sfuggono dalle fabbriche ufficiali.

Il mercato è grande, a volte difficile da esplorare, da evitare sicuramente nella parte più calda della giornata. Alla sera i ristoranti intorno al perimetro del mercato creano un’atmosfera unica con l’aria che si riempie di profumo della favolosa cucina vietnamita.

Ben Thanh è una delle istituzioni più antiche di Saigon e mostra un aspetto autenticamente vietnamita. Da non perdere. 

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 36-34-32-30 Phan Boi Chau, Ben Thanh, Distretto 1
  • Ingresso libero
  • Orari di apertura: tutti i giorni 6:00 -24:00, la maggior parte delle bancarelle chiude fra le 18 e le 19:00
  • Web: https://benthanhtsc.com/en/
Mercato di Ben Thanh - Cho Ben Thanh
Mercato di Ben Thanh – Cho Ben Thanh

Museo delle Belle Arti

Il Museo delle Belle Arti si trova è ospitato in una residenza art déco costruita nel 1929 da un ricco mercante cinese con la passione per l’arte.

Il complesso comprende 3 edifici e la costruzione richiama elementi architettonici francesi e cinesi, piacevolmente accostati, Nonostante il peso degli anni cominci a farsi sentire il palazzo si presenta ancora in tutto il suo splendore e all’interno si può ammirare una vasta selezione di dipinti e sculture che narrano la storia del paese oltre. Non mancano i quadri evocativi del recente conflitto, alcuni dei quali realizzati da bambini. 

Non c’è da aspettarsi un museo in stile europeo, ma sicuramente una bella esperienza. Terminata la visita al museo si può percorrere la vicina Duong Le Cong Kieu, una via con tanti negozi di antiquariato, dove tra cianfrusaglie e oggetti antichi si respira l’aria della vecchia Saigon.

La parte relativa alle sculture è attualmente in ristrutturazione.

Museo delle belle arti - Ho Chi Minh City Museum of Fine Arts
Museo delle belle arti – Ho Chi Minh City Museum of Fine Arts

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 97A Pho Duc Chinh Street, Nguyen Thai Binh Ward, Distretto 1
  • Ingresso 30.000 VND (meno di 1,5 euro) 
  • Orari: tutti i giorni 08:00 – 17:00
  • Web: https://baotangmythuattphcm.com.vn/tham-quan

Bitexco Tower

La Torre Bitexco è alta 262 metri e si staglia al centro del quartiere finanziario di Ho Chi Minh City, offrendo ai visitatori un’impareggiabile vista della città.

Skyline di ho Chi Minh City, sulla destra la Bitexco tower
Skyline di ho Chi Minh City, sulla destra la Bitexco tower

Non è la torre più alta del Vietnam, avendo perso il suo primato nel 2011, solo un anno dopo l’inaugurazione, sorpassata dalla  Keangnam Hanoi Landmark Tower, che però è decisamente meno piacevole alla vista. 

La terrazza panoramica si trova al 49esimo piano e si raggiunge con uno dei sedici ascensori che impiegano meno di 40 secondi per la salita. Per chi ama correre, la torre è famosa per la Bitexco Vertical Run che sfida a percorrere i 178 metri in altezza in meno dei 4 minuti e 51 secondi del record stabilito dal tedesco Thomas Dold.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 2 Hải Triều, Bến Nghé, Distretto 1, Thành phố 
  • Ingresso 200.000 VND (circa 8,5 euro)
  • Orari di apertura: tutti i giorni 9:30 -21:30
  • Web: https://www.bitexcofinancialtower.com/?page_id=1547
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Dragon House Wharf o Museo di Ho Chi Minh

La Dragon House è un edificio di due piani, in stile europeo, ma con il tetto è in stile Orientale. Il museo si trova nei pressi di quello che è stato il porto commerciale ed ha una raccolta di 3.000 immagini e 700 manufatti che narrano la storia del Presidente di Ho Chi Minh.

Dragon House Museum Ho Chi Minh City
Dragon House Museum Ho Chi Minh City

Informazioni Utili

  • Indirizzo: Nha Rong Wharf , 1 Nguyen Tat Thanh, Ward 12, District 4
  • Ingresso libero
  • Orari di apertura: tutti i giorni 8:00 -17:00; lunedì chiuso
  • Web: https://baotanghochiminh-nr.vn

Museo di storia del Vietnam

Il museo di storia vietnamita della città di Ho Chi Minh è stato costruito nel 1929. Solo nell’agosto 1979, è diventato il Vietnam Museum of History nella città di Ho Chi Minh. Espone oltre 10mila oggetti e documenti e sono presenti una ventina di mostre di arte asiatica.

Museo di Storia del Vietnam
Museo di Storia del Vietnam

Informazioni Utili

  • Indirizzo: No. 2, Nguyen Binh Khiem Street, Ben Nghe Ward, District 1
  • Ingresso: 30.000 VND (meno si 1,5 euro)
  • Orari di apertura: tutti i giorni 8:00 -11:30 e 13:00 – 17:00; chiuso il lunedì
  • Web: https://www.baotanglichsutphcm.com.vn/en-US/Default.aspx

Pagoda dell’imperatore di Giada

La Pagoda dell’imperatore di Giada è conosciuta anche come la Pagoda della Tartaruga, un luogo fra i più interessanti di Ho Chi Minh City, pieno di immagini e statue, oggetto di culto da parte dei fedeli che costantemente affollano il tempio portando in dono fiori ed incensi

La pagoda fu costruita agli inizi del XX secolo dalla comunità cantonese composta soprattutto da emigrati dalla provincia di Guangzhou nella Cina sud-occidentale di culto Buddista Mahayana.

Il tetto all’ingresso cattura subito l’attenzione, ma il vero gioiello è l’interno sovrastato dalla statua dell’Imperatore di Giada, venerato in quanto il dio dei cieli, come vuole la tradizione cinese. 

L’imperatore decide chi può entrare in questo regno superiore, coadiuvato dai suoi due assistenti: il generale che ha sconfitto il Drago Verde alla destra ed il generale che ha sconfitto la Tigre Bianca, a sinistra. L’imperatore è affiancato dai suoi guardiani, i Quattro Grandi Diamanti (Tu Dai Kim Cuong), così chiamati perché si dice che siano duri come i diamanti. Il signore degli inferi attende sulla sinistra coloro che non possono entrare nel regno dei cieli ed invia i peccatori a uno dei 10 livelli dell’inferno. Alle pareti sono anche rappresentate in modo esemplare le varie punizioni inferte a coloro che sono invece ospitati nel purgatorio.

In una stanza differente si trova invece la dea della fertilità Kim Hua Tahn Mau oggetto di autonoma devozione e ancora le figure in ceramica di 12 donne in due file di 6, ognuna delle quali rappresenta una caratteristica umana, buona o cattiva. Al piano superiore si trova invece Quan Am, la dea della misericordia.

Informazioni utili

  • Indirizzo: 73 Mai Thi Luu Street, Dakao ward, District 1
  • Ingresso libero 
  • Orari: tutti i giorni 08:00 – 17:00
  • Web: https://en.wikipedia.org/wiki/Jade_Emperor_Pagoda
Pagoda dell'Imperatore di Giada - Jade Emperor's Pagoda
Pagoda dell’Imperatore di Giada – Jade Emperor’s Pagoda

Museo delle Donne Vietnamite del Sud ad Ho Chi Minh city

Il Museo delle Donne del Sud (Bảo Tàng Phụ Nữ Nam Bộ) propone una visione alternativa a quelle proposte nelle varie esposizioni cittadine. Le collezioni soprattutto fotografichesono dedicate al ruolo importantissimo delle donne in Vietnam, con figure e reperti esplicativi, interessante la bella collezione di Ao Dai (il vestito tradizionale delle donne vietnamite) appartenuti a figure importanti del recente passato.

Museo delle donne vietnamite del sud e del covid 19
Museo delle donne vietnamite del sud e del covid 19

A volerne sottolineare la vocazione, il museo sorge lungo la via dedicata a Vo Thi Sau eroina morta a meno di vent’anni combattendo per la Patria e venerata come spirito ancestrale in Vietnam.

Nello stesso palazzo è ospitata una mostra sul ruolo delle donne e non solo nella gestione della recente pandemia. Ho trovato interessante il cosiddetto “bancomat del riso” che durante la pandemia ha distribuito da mangiare ai meno abbienti. Questo a sottolineare quanto ad alcune persone manchi a volte quello che noi diamo per scontato.

https://www.youtube.com/watch?v=MnIexP8Ws9w

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 202 Vo Thi Sau Street, Ward 7, District 3,
  • Ingresso libero
  • Orari di apertura: tutti i giorni 7.30-11.30 e 13:30 – 17:30
  • Web: https://www.baotangphunu.com/index.php?lang=en

Pagoda Giac Lam

La Pagoda di Giac Lam è uno dei templi più antichi di Ho Chi Minh City. Fu costruita nel 1744 da Ly Thuy Long, ai tempi dell’immigrazione cinese e solo più tardi venne convertita in tempio Buddista. Lo stile architettonico richiama molti elementi tradizionali asiatici, con influenze buddiste e taoiste, mentre all’interno sono custoditi preziosi oggetti di antiquariato difficilmente visibili in altre pagode della città.

Pagoda Giac Lam
Pagoda Giac Lam Ingresso Sud (foto di Dragfyre – CC BY-SA 3.0)

Superato il cancello principale si entra nel giardino, che è dominato da una grande statua del bodhisattva Avalokiteshvara, il bodhisattva della Compassione sotto l’albero della bodhi – l’Albero dell’Illuminazione o del Risveglio

Il ficus religiosa o ficus sacro era l’albero sotto il quale il principe Siddhartha sedette per meditare ed arrivare all’illuminazione e diventare il Buddha. L’esemplare presente nel giardino è stato portato in Vietnam dallo Sri Lanka dal famoso Narada, 20° monaco buddista singalese Theravada, noto per i suoi sforzi in tutto il mondo nella diffusione del dharma. L’albero arrivò il 18 giugno 1953 e fu accompagnato anche dall’arrivo di un campione delle reliquie di Gautama Buddha.

All’interno del tempio troviamo oltre 100 statue e fra le figure si possono riconoscere il Bodhisattva e i diciotto Arhat della tradizione Theravada. 

Nonostante la divinità principale sia rappresentata dal Buddha, il tempio è permeato della tradizione, tanto che nella pagoda vengono venerate anche le divinità della religione popolare vietnamita. 

Come arrivare alla Pagoda Giac Lam

Per arrivare senza intoppi è consigliabile prendere un taxi, ma le opzioni sono anche la moto o il bus. Per quest’ultimo occorre prendere il n.27 alla stazione degli autobus di Ben Thanh e poi scendere all’incrocio Lac Long Quan – Au Co.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: Lac Long Quan Str., Distretto Tan Binh, Ho Chi Minh City
  • Ingresso libero
  • Orari: dalle 8:00 alle 17:00
  • Distanza dal centro: 4.8km
  • Web: https://en.wikipedia.org/wiki/Giác_Lâm_Temple

Cho Lon

Cho Lon è la storica Chinatown di Ho Chi Minh. Il quartiere si trova sulla riva occidentale del fiume Saigon e si espande per tre distretti, partendo dal numero 5, formando quello che è forse il quartiere cinese più grande del mondo. Il nome vietnamita Cho Lon significa mercato grande, ma i cinesi preferiscono usare il nome Tai-Ngon – cantonese – o Di’an in mandarino.

Il quartiere nacque come una villaggio nel corso del XVI secolo, quando i vietnamiti cinesi vennero spinti ad insediarsi nell’area dalle dinastie Nguyen. In seguito, altri coloni raggiunsero l’area per sfuggire alle ritorsioni subite alla fine del XVIII secolo dai nuovi colonizzatori Tay Son, andando ad espandere ulteriormente l’abitato di Cho Lon che nel 1879 diventò ufficialmente una cittadina. Pur trovandosi a 11 km da Saigon, nel 1930 la città si era espansa così tanto che il 27 aprile 1931 fu unita a Saigon con la quale formò un’unica città chiamata Saigon-Cholon, un nome che non fu mai usato e che venne abolito ufficialmente nel 1955.

La Pagoda di Thien Hau 

Ba Thien Hau Pagoda si trova nella Nguyen Trai Street ed è un Santuario dedicato alla Dea dei Mari Thien Hau, che viene chiamata anche Mazu. Thien Hau è una divinità venerata nelle province meridionali della Cina che si affacciano sul mare e nelle comunità dei cinesi all’estero. Non si tratta di una divinità specifica del Taoismo o del Buddismo, anche se spesso viene associata ad una delle due religioni. Secondo la tradizione la Dea avrebbe capacità di fluttuare sul mare, su materassino o nuvola, per proteggere e salvare i marinai pescatori bloccati

Costruita originariamente nel 1760, la pagoda è stata più volte restaurate negli anni, l’ultima volta nel 1916, con materiali provenienti direttamente dalla Cina

Una particolarità del tempio sono le spirali di incenso attaccate al tetto e sospese davanti all’altare. I fedeli appendono queste spirali con i loro nomi al soffitto per ingraziarsi la Dea, inviando le loro preghiere in cielo con il fumo. Alcune spirali possono misurare più di un metro e bruciare per settimane.

La festa di Thien Hau si tiene il 23mo giorno del terzo mese del calendario lunisolare Cinese ed è una delle festività più sentite della comunità.

Pagoda Ba Thien Hau
Pagoda Ba Thien Hau

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 710 Đ. Nguyễn Trãi, Phường 11, Distretto 5
  • Ingresso libero
  • Orari: tutti i giorni dalle 06:00 alle 11:30 e dalle 13:00 alle 16:30

Tempio di Phuoc An Hoi Quan

Il Tempio Phuoc An Hoi Quan si presenta come uno degli edifici religiosi più colorati della città.

Pagoda Phouc An Hoi Quan
L’esterno della Pagoda Phouc An Hoi Quan

Superata la facciata si entra in un ambiente riccamente elaborato dove si alternano ornamenti rituali in ottone, sculture in legno sugli altari inframmezzate da pareti e colonne. Il tutto illuminato e profumato dalle immancabili lanterne sospese accanto alle spirali di incenso. 

Il tempio è dedicato a Quan Cong, un leggendario generale dell’esercito dell’Impero Han orientale dell’antica Cina. A sinistra dell’ingresso c’è una figura che ritrae il cavallo rosso a grandezza naturale di Quan Cong, mentre un’altra figura oggetto di culto particolare è quella di Ong Bon, il custode della felicità e della ricchezza.

La tradizione vuole che prima di partire per un viaggio ci si rechi alla pagoda per fare un’offerta, accarezzare la criniera della statua del cavallo e per suonare la campana che tiene al collo, come gesti di buon auspicio.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: 184 Hung Vuong, Rione 12, Distretto 5
  • Ingresso libero
  • Orari: non disponibili (sempre aperto?)
  • Web: non disponibile

Il mercato di Binh Tay

La principale caratteristica del quartiere è insita nel nome stesso. Cho Lon in vietnamita significa grande mercato ed il mercato di Binh Tay fa onore al suo nome.

Mercato di Binh Tay
Mercato di Binh Tay o Binh Tay Market

Qui troverete un’infinità di negozi di ogni genere, dalle spezie, agli oggetti di artigianato, fino alle erbe della medicina cinese tradizionale, oltre ovviamente alle immancabili “cineserie” e contraffazioni.

La struttura del mercato è relativamente recente, risale infatti agli inizi del 1900, dopo che la struttura originale del XIX secolo andò distrutta in un incendio. La nuova costruzione fu finanziata da Quach Dam, un ricco mercante cinese del quale si conserva un altare all’interno del mercato.

A differenza di Ben Thanh nel quartiere 1, questo mercato serve principalmente la popolazione locale con la sua vasta gamma di frutta fresca, verdure, pollame, carne e pesce provenienti dalle regioni di tutto il Vietnam.

Da non perdere.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: Tháp Mười, Phường 2, Distretto 6
  • Ingresso libero
  • Orari: non disponibili (sempre aperto?)
  • Web: non disponibile

Delta del Mekong

Visitare il Vietnam e non vedere il Delta del Mekong sembra quasi un’eresia. Il fiume, dopo essere partito dall’Himalaya ed aver percorso oltre quattromila chilometri attraverso Cina, Myanmar, Laos, Thailandia e Cambogia, arriva in Vietnam e si divide in una rete di canali che formano uno dei delta più spettacolari del mondo ed un ecosistema unico.

Attorno a questo ambiente particolare si è sviluppata nel tempo una cultura che è giunta fino ai nostri tempi che è fatta di commerci e di agricoltura: dai famosi mercati galleggianti alle industrie agricole. L’incredibile varietà di frutta e fiori che cresce nella regione, il bestiame ed i commerci che ruotano intorno ad esso, forniscono lavoro e sostentamento a milioni di persone.

Una gita di un giorno è d’obbligo, ma sarebbe meglio fermarsi qualche giorno per assaporare al meglio il clime e la cultura del Delta. 

Potete prenotare da qui il tour del Delta del Mekong e della Pagoda di Vinh Trang, ma, se avete più tempo consiglio e più disponibilità di denaro, un tour di due giorni o un tour privato.

Escursione in canoa nel Delta del Mekong
Escursione in canoa nel Delta del Mekong

Tunnel di Cu Chi

La guerra del Vietnam ha significato per il paese una grande tragedia umana, oltre che una perdita inestimabile di vite umane un momento di distruzione materiale dell’ambiente e dell’ecosistema del paese. 

I bombardamenti dell’aviazione USA e l’uso di defoglianti come il famigerato “agente arancio” spinsero i combattenti a sfruttare la conoscenza del territorio adottando “soluzioni creative” per ripararsi dagli attacchi nemici. 

Tunnel di Cu Chi, mentre mi cimento in un improbabile nascondiglio
Tunnel di Cu Chi, mentre mi cimento in un improbabile nascondiglio

Quella di maggior successo fu forse l’ampliamento e lo sfruttamento sistematico di una intricata serie di gallerie sotterranee, che servivano da riparo per i guerriglieri, ma venivano anche utilizzati come ospedali di fortuna, oltre che centri logistici e di comando

I Tunnel di Cu Chi esistevano già dal 1940 ed erano stati utilizzati ai tempi della dominazione francese e dell’invasione giapponese. La guerra del Vietnam portò questo tipo di rifugio ad un livello superiore, tanto che negli anni 60 la rete di tunnel si estendeva per oltre 250 chilometri fino al confine con la Cambogia. 

Visitando i tunnel oggi, si ha la possibilità di intuire quali fossero le reali condizioni dei guerriglieri dell’epoca, al di là della retorica e guardando alla guerra con una prospettiva diversa da quella proposta nelle pellicole della propaganda americana fino a poche decine di anni fa.

Informazioni sui tunnel di Cu Chi: Ben Duoc o Ben Dinh

Ci sono due siti in cui si possono vedere i tunnel di Cu Chi: Ben Dinh e, 15 km oltre, Ben Duoc, anche se la maggior parte degli stranieri viene portata a Ben Dinh.

In entrambi i luoghi sono aperti dei poligoni di tiro dove è possibile provare cosa significa sparare (ne abbiamo bisogno?). Sappiate che non vi daranno in mano un’arma libera, ma che l’arma è ancorata ad un supporto e non vi saranno consegnati i bersagli ai quali avete sparato. A voi la scelta su cosa fare.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: Đ. Tỉnh Lộ 15, Phú Hiệp, Củ Chi, Thành phố
  • Ingresso: 70.000 VND (3 euro)
  • Orari di apertura: tutti i giorni 9:30 -21:30
  • Web: https://en.diadaocuchi.com.vn/cac-loai-hinh-dich-vu-o-dia-dao-cu-chi-46.html leggi anche il mio articolo I tunnel di Cu Chi: le gallerie della guerra in Vietnam

Il Tempio Cao Dai e il Caodaismo (fuori Ho Chi Minh City)

A pochi chilometri dall’autostrada 22, nella città di Long Hoa, si trova l’enigmatico Cao Dai Great Temple, o Cattedrale, della Santa Sede di Tay Ninh.

tempio cao dai
Tempio Cao Dai Foto: https://www.flickr.com/photos/harquail/38381203432

Il movimento Cao Dai, o Caodaismo, è un culto religioso fondato nel 1926 presso Tay Ninh, nel Vietnam meridionale, da Ngo Van Chieu e da alcuni altri discepoli. I fondatori sostenevano di avere ricevuto una rivelazione divina nel corso di una seduta spiritica e di aver ricevuto il compito di fondare una nuova religione aggregando vari elementi mutuati da dottrine orientali ed occidentali.

Il tempio ricorda una cattedrale cattolica, con una grande navata centrale, un altare e due navate laterali, mentre la facciata è caratterizzata dalle due torri a pianta quadrata.

Per i più curiosi da non perdere è il momento della preghiera collettiva, accompagnata da musica e canti. Le funzioni si celebrano ogni 6 ore a partire dalle sei del mattino (a mezzogiorno, alle 18 e a mezzanotte). 

Si entra con abiti consoni al luogo: gonne e pantaloni sotto al ginocchio, capo scoperto e piedi nudi.

(tempio cao dai distrutto dai viet cong https://picryl.com/media/viet-cong-destroy-cao-dai-temple-28ccfb )

Informazioni Utili

  • Indirizzo: Pham Ho Phap, TT. Hoa Thanh, Hoa Thanh, Tay Ninh
  • Ingresso libero
  • Orario: 8:00 – 17:00
  • Distanza da Ho Chi Minh City: circa 85 km, poco meno di due ore
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Clima e meteo di Ho Chi Minh City

Come ho già detto Ho Chi Minh City si trova nel sud del paese e gode di un clima tropicale monsonico.

Da novembre a inizio maggio il clima è secco e le temperature elevate, sui 32-35°, mentre da maggio inoltrato ad ottobre le temperature si aggirano sui 30 -32° e piove spesso

Il periodo migliore per visitare Saigon è compreso tra Novembre ed Aprile, ma anche gli altri mesi sono piacevoli. Se proprio non amate la piogge, evitate giugno e settembre, 

Temperature, meteo e precipitazioni a Ho Chi Minh City - Saigon
Temperature e precipitazioni a Ho Chi Minh City – Saigon

Aeroporto di Saigon

L’aeroporto Tan Son Nath (SGN) è uno dei principali scali del paese ed è raggiunto da tutte le maggiori compagnie aeree. Si sta costruendo anche un altro aeroporto, con il doppio della capacità di passeggeri, più lontano da Ho Chi Minh City e che si stima sarà completato nel 2025.

Cosa vedere a Saigon - Ho Chi Minh City > https://www.massimobasso.com/articoli/page/16/

Mappa di Ho Chi Minh City – Saigon

Vedi qui la mappa di Ho Chi Minh City con tutti i luoghi di interesse citati

Vita notturna

Ho Chi Minh City è conosciuta anche per la vivace vita notturna. Nel centro di Saigon ci sono molti bar, club, sale da tè e venditori di Bia Hoi, la birra tradizionale del nord del Vietnam. Con la raccomandazione di fare sempre attenzione come in qualunque città, a meno che non conosciate bene la destinazione, è meglio rimanere nei dintorni del distretto dove ci sono i bar sui terrazzi ed alcune discoteche che restano aperte fino alle 03:00, offrendo un servizio eccellente, ambiente elegante e viste panoramiche sulla città vibrante e molto altro ancora.

Immancabile la visita alla caotica, ma caratteristica Bui Vien Walking Street.

Ricordatevi che siete in un paese straniero e le abitudini, per quanto paia di averle comprese, potrebbero essere diverse da quelle alle quali siamo abituati.

Tour della città e dei dintorni

Tunnel di Cu Chi, tour di mezza giornata: Con questo tour avrete l’occasione di avventurarvi sotto terra per esplorare questo tunnel, una vera e propria testimonianza di guerra. Questa è l’opzione più economica, organizzata con bus gran turismo. Se volete un’esperienza meno affollata potete scegliere un tour per piccoli gruppi.

Tour sul delta del Mekong: Potrete visitare il fiume Mekong le isole My Tho e Ben Tre, godendo di uno splendido giro sul fiume. Si consiglia di rivolgersi ad un tour operator professionista. Potete prenotare da qui il tour del Delta del Mekong e della Pagoda di Vinh Trang, ma, se avete più tempo consiglio e più disponibilità di denaro, un tour di due giorni o un tour privato.

Torre finanziaria Bitexco e Sky Deck: Con questo tour avrete l’occasione di salire fino al 49° piano e poi godervi una vista panoramica di Ho Chi Minh: molto suggestivo.

Guide per il Vietnam

Guida Vietnam Lonely Planet. La nuova versione della guida è quasi introvabile in formato cartaceo, io l’ho trovata in libreria per puro caso ed era l’ultima. La guida del Vietnam del National Geographic è indicata per chi, come me ama vedere qualche foto in più (in realtà l’ottimo sarebbe averle entrambe).

Scarica l’articolo in PDF

FAQ Saigon

Che ora è a Saigon?

Saigon (Ho Chi Minh City) è cinque ore avanti rispetto all’Italia. Se in Italia sono le 6, in Vietnam sono le 11.

Perché Saigon ha cambiato nome?

Saigon era il nome della città quando era la capitale del Vietnam del Sud, il nome venne cambiato dopo la riunificazione in onore del generale Ho Chi Minh.

Quanto dista l’aeroporto di Saigon dal centro città?

L’aeroporto Tan Son Nhat è a circa 10 Km dal centro città (Distretto 1), ed è raggiungibile in circa 25 minuti di auto.

Per saperne di più sull’Indocina

Paesaggi, città, persone e spiritualità: l’Indocina, ovvero Vietnam, Cambogia e Laos sono tutto questo. Coadiuvati da una popolazione sorridente e cordiale. Non troverete solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! E non dimenticate un buon libro, scegliendo fra quelli consigliati nel mio articolo Otto libri per un viaggio in Vietnam, Laos e Cambogia.

Vietnam e Cambogia sono due paesi dell’Indocina che offrono un affascinante mix di cultura, storia e avventura. Dagli antichi templi di Angkor alle animate strade di Saigon (Ho Chi Minh City), Hanoi, alla Città Imperiale di Hue in Vietnam, al Delta del Mekong fino a Phnom Penh, questi due paesi offrono qualcosa per tutti.

Anche la Thailandia è una meta dalle mille sorprese: scoprite Bangkok con un itinerario di uno, due o più giorni.

Immergetevi nelle ricche culture di questi due incredibili paesi mentre scoprite le loro storie affascinanti, le città vibranti, i paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso.

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Scoprite la cultura tradizionale vietnamita esplorando antiche pagode o visitando vivaci mercati, senza dimenticare la guerra in Vietnam che potete conoscere meglio visitando il War Remnants Museum Ho Chi Minh City Saigon ed i Tunnel di Cu Chi. Esplorate poi la Cambogia! Dopo la capitale Phnom Penh dirigetevi verso Siem Reap e Angkor, uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo, dove potrete ammirare la splendida Angkor Wat o il Tempio Bayon ad Angkor Thom. Qui potete esplorare antiche rovine risalenti a secoli fa e farvi rapire dalla Apsara, le mitiche danzatrici. Se invece preferite le spiagge cercate mille modi per rilassarvi sulle splendide spiagge di Sihanoukville.

Viaggiare qui è facile: tuktuk, motorini, voli convenienti e regolari servizi di autobus vi portano ovunque. Senza dimenticare l’originale viaggio in barca veloce per passare la frontiera sul Mekong

Ciao, ci vediamo in Indocina!

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Pubblicato: 08/01/2023
Durga, una delle forme di Shakti venerate negli Shakti Peethas e nello Shaktismo

Visitare gli Shakti Peethas e conoscere lo Shaktismo

di Max Pubblicato: 06/01/2023
India written by Max

Shakti Peethas e lo Shaktismo

Gli Shakti Peethas sono importanti luoghi di pellegrinaggio spirituale, dedicati alla dea Sati o Shakti, che rappresenta la principale divinità per la corrente induista dello Shaktismo.

Per chiarezza, quando si cita il nome di Shakthi, ci si riferisce alla Dea in ogni sua manifestazione: Dakshayani (Sati), Parvati, Durga o Kali.

Indice

  • Shakti Peethas e lo Shaktismo
  • Cos’è lo Shaktismo
  • Come nascono gli Shakti Peethas
  • Quali sono gli Shakti Peethas
  • I quattro principali Shakti Peethas
    • Bimala
    • Tara Tarini
    • Tempio Kamakhya
    • Dakshina Kalika 
  • Elenco degli Shakti Peethas

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Cos’è lo Shaktismo

Secondo lo Shaktismo (la dottrina dell’energia, del potere, della Dea Eterna) l’Essere Unico o Divinità Suprema è venerato in forma di donna: Sati o Shakti. 

Shakti è una divinità dai tre aspetti. Nella forma originale è puro potere che è reso percepibile tramite Maya, l’illusione, un potere creativo e positivo. Essa si manifesta materialmente tramite Prakriti, che rappresenta la Natura, ovvero tutte le forme materiali della Dea.

Nella realtà quotidiana essa viene rappresentata in diverse forme, tutte considerate medesimi aspetti dell’Unica Dea. Spesso viene identificata in Parvati, la gentile Dea dell’armonia e della felicità coniugale o nella forte e valorosa Durga o ancora nella feroce e spietata Kali, nemica delle forze del male.

Come nascono gli Shakti Peethas

Secondo la mitologia il re Daksha eseguì uno yajna, un rito sacrificale senza invitare la figlia Sati, perché non sopportava che la figlia avesse sposato il dio Shiva contro la sua volontà. 

Sati ne fu delusa, ma decise di andarci ugualmente, anche se Shiva aveva fatto di tutto per dissuaderla. Durante la festa il padre non la degnò neppure di uno sguardo e la Dea si sentì così umiliata da decidere di immolarsi di fronte a tutti. 

Quando Shiva lo venne a sapere, si recò sul luogo, decapitò Daksha e distrusse il luogo del sacrificio, uccidendo tutti gli invitati. Subito dopo la sfuriata, Shiva si pentì e perdonò il Re, riportò in vita le persone e restituì a Daksha una testa di capra. Poi, pazzo di dolore, raccolse i resti del corpo di Sati e cominciò la danza Tandava della distruzione. 

A quel punto gli altri Dei, preoccupati, intervennero per fermare Shiva e Vishnu divise il cadavere della defunta in 51 pezzi che caddero sull’India in vari punti.

I luoghi dove caddero i resti del corpo di Sita sono considerati Sacri e conosciuti come Shakti Peethas. Sono luoghi dove le persone possono rendere omaggio alla Dea. 

Ceri votivi - illustrazione dell'articolo sugli Shakti Peethas e lo Shaktismo
Ceri votivi – illustrazione di Udayaditya Barua

Quali sono gli Shakti Peethas

Dei 51 Shakti Peethas riconosciuti quattro sono i più importanti o Adi Shakti Peethas, 18 sono riconosciuti come Maha (grandi) ed i rimanenti sono templi di minore importanza. 

Sebbene la maggior parte dei luoghi si trovi in India, alcuni dopo la divisione dell’Antica India si trovano in altri stati. Ce ne sono infatti sette in Bangladesh, due in Nepal, tre in Pakistan, uno in Sri Lanka ed uno in Tibet. 

I quattro principali Shakti Peethas

I quattro principali Shakti Peethas originati dalle parti del cadavere di Mata Sati nel Satya Yuga sono:

Bimala

Pada Khanda – all’interno del Tempio Jagannath di Puri, Orissa. Qui si ritiene siano caduti i piedi di Sati. La Dea Bimala è una forma non violenta della Dea Shakti. Tutte le offerte fatte a Jagganath in Orissa si ritengono incomplete finché non vengono offerte anche alla dea Bimala.

Cupola del Tempio di Jagannath a Puri Orissa Char Dham Dimore degli Dei
Cupola del Tempio di Jagannath a Puri

Tara Tarini

Sthana Khanda – vicino a Berhampur, Orissa. Questo è il ljuogo dove è caduto il seno di Sati ed i fedeli adorano le Dee gemelle Tara e Tarini. Questo è uno dei più antichi e venerati Shakti Peeth e Tantra Peeth.

Tempio Kamakhya

Yoni Khanda – vicino a Guwahati, Assam. Si ritiene che il Mahamudra (organo riproduttivo femminile) di Sati sia caduto qui, in una grotta e sotto forma di pietra. Questo è il tempio dove la Dea completa il suo ciclo di fertilità. Nel complesso esistono altri templi dedicati alla divinità femminile nelle sue diverse forme.

Dakshina Kalika 

Mukha Khanda – ovvero Kali, a Calcutta nel Bengala occidentale. Il tempio in genere è identificato come Kalighat ed è uno dei luoghi da non perdere di Calcutta. Qui si ritiene siano cadute quattro dita del piede destro. Questo Shakti Peeth rende omaggio a Dakshina Kali come la benevola Madre del Mondo e si dice che abbia dato origine al nome stesso della città.

Shakti Peethas - il tempio Kalighat a Calcutta
Immagine del tempio Kalighat a Calcutta By Hiroki Ogawa, CC BY 3.0, link

Elenco degli Shakti Peethas

Qui di seguito un link all’elenco dei 51 Shakti Peethas che si trovano nel luogo in cui si ritiene sia caduta una parte del corpo della Dea.

In questo articolo trovate l’elenco e le spiegazioni su ogni luogo (in inglese) 

Su alcuni nomi e località non c’è unanime accordo. C’è accordo invece sui quattro Templi più importanti o Adi Peethas 

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 06/01/2023
buone feste e buon 2023

Buone Feste e Buon 2023

di Max Pubblicato: 22/12/2022
Divagazioni written by Max

Ciao a tutti.

Vi scrivo mentre sto aspettando una coincidenza all’aeroporto di Bangkok, dopo essere stato in Cambogia, un viaggio eccezionale!

Proprio dalla Cambogia è l’immagine di copertina, un Babbo Natale Cambogiano durante uno shooting fotografico per una pubblicità locale..

Questo è stato un anno eccezionale, nel bene e nel male ed è ora di tirare le somme!

Dopo due anni e oltre di fermo e tante sofferenze, ci siamo lasciati alle spalle la pandemia e si può riconciare a pensare ai viaggi.

Il momento non è felice, per le tante guerre e per le tante sofferenze di alcuni paesi, ma vogliamo pensare positivamente ad un nuovo anno, che non risolverà tuitti i problemi, ma speriamo almeno qualcuno.

Per esorcizzare questo 2023, vorrei fare un regalo a tutti i viaggiatori.

Dal link che ho aggiunto più avanti potete scaricare la nuova checklist per avere sempre una traccia per la preparazione della valigia per viaggiare: una lista per le vacanze e speriamo che siano tante per tutti.

Un abbraccio e tantissimi auguri.

Max

Scarica il file da qui:

lista-per-la-valigiaDownload

Qui l’anteprima

lista per la valigia
Esterno (da ripiegare in 3 parti)
lista per la valigia
Interno (da ripiegare in 3 parti)
Pubblicato: 22/12/2022
Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria

IL Bucintoro dei Savoia alla Reggia di Venaria

di Max Pubblicato: 13/12/2022
Italia written by Max

Per ammirare un vero Bucintoro dovete andare alla Reggia di Venaria (Torino) e non a Venezia come potreste pensare. L’unico, vero ed originale è il Bucintoro dei Savoia, che non si trova infatti nella città lagunare, bensì spiaggiato in mezzo alla campagna vicino a Torino.

La Nave dei Re d’Italia, che Vittorio Emanuele II donò ai Musei Civici Torinesi nel 1873, oggi è esposta al pubblico, dopo un restauro costato circa 250.000 euro.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • La mia esperienza col Bucintoro a Venaria
  • Il viaggio da Venezia a Torino
    • La Reggia sull’acqua
  • Trame ed intrighi di corte dietro l’acquisto del Bucintoro
    • Gli screzi fra i Savoia e Venezia
    • Commesse e mancati pagamenti per la realizzazione del Bucintoro
    • La figura di Padre Cristoforo
  • La moda in Europa
  • Il Regio gondoliere dei Savoia
    • Il fascino della gondola
  • Rematori e livree
  • Come è fatto il Bucintoro della Reggia di Venaria
  • L’armamento velico o le vele
  • Le decorazioni del Bucintoro della Reggia di Venaria
  • Le sculture del Bucintoro
  • L’arredamento del tiemo del Bucintoro dei Savoia
  • Allestimento originale e ricostruzione
  • Fonti principali
  • Faq sul Bucintoro
    • Perché non esiste più un Bucintoro originale a Venezia?
    • Dove fu nascosto il Bucintoro dei Savoia?
    • Cos’è il Tiemo?
    • Quanto è costato il Bucintoro dei Savoia?
    • Che fine ha fatto il Bucintoro di Venezia?

La mia esperienza col Bucintoro a Venaria

Ho visitato la Reggia di Venaria due volte, una volta alla fine del lockdown e un’altra recentemente, con una visita guidata privata (una di quelle che sono pubblicate a fondo pagina). La prima volta non mi aveva entusiasmato, ma ero rimasto ammirato dal Castello della Mandria e dalla storia della Bela Rosin, mentre la Reggia mi aveva lasciato un po’ freddo.

La seconda volta, con la visita guidata è stato diverso. La guida ci ha raccontato molti aspetti e storie interessanti e, nonostante del passato la Reggia abbia conservato solo la struttura, ho potuto apprezzare l’architettura ed alcune opere che vi sono ospitate.

La vera scoperta della visita è stata il Bucintoro dei Savoia, che vale da solo la visita.

Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria - vista laterale
Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria – vista laterale

Il viaggio da Venezia a Torino

Il 2 agosto 1731 è piena estate, c’è voglia di stare all’aria aperta e di godere di un po’ di quella brezza che rinfresca le giornate estive. A Venezia una nave si appresta a partire, non verso il mare, bensì verso le montagne torinesi. E’ il Bucintoro, acquistato dai Re di Savoia, che lascia Venezia per raggiungere Torino. Risalirà il Po, accompagnato da una Gondola e da un Burchiello per il trasporto delle merci. 

Il veneziano Antonio Corrin comanda la piccola flotta. Al suo fianco il frate agostiniano Antonio Brunello e un carpentiere, che si prende la responsabilità del viaggio, insieme a quattro barcaioli che svolgono le faccende di bordo.

Per risalire il fiume la squadra non basta: ad aiutare i marinai in diversi luoghi ci sono gli alzaioli o alzaroli, che con l’aiuto di cavalli e buoi, garantiscono il traino delle imbarcazioni da terra, con dei cavi fissati agli alberi e a volte con l’aiuto di remi e di pertiche. 

Per vedere un esempio del lavoro degli alzaioli ammira il dipinto di Telemaco Signorini L’alzaia.

Alzaioli nel dipinto di Telemaco Signorini L'alzaia
Alzaioli nel dipinto di Telemaco Signorini: L’alzaia (di epoca successiva, dipinto nel 1864)

Le prime tappe del viaggio sono Chioggia, Brondolo Pontelagoscuro e Brescello, dove si pagano i diritti di passaggio. La piccola flotta il 13 agosto raggiunge poi Cremona, Piacenza, e ancora la confluenza del Po col Ticino, dove il Burchiello viene venduto a favore di due barche più piccole. Frate Brunello a bordo del Bucintoro risale il Ticino fino a Pavia, ma un violento temporale coglie di sorpresa il convoglio e danneggia alcune attrezzature. Dopo le riparazioni, il Bucintoro riparte e, dopo un viaggio durato 32 giorni, arriva trionfalmente a Torino il 2 settembre 1731.

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La Reggia sull’acqua

Torino, 2 settembre 1731: il convoglio con il Bucintoro sfila sotto il vecchio ponte che attraversa il Po e approda alla darsena coperta, appositamente costruita dinanzi al Castello del Valentino. Sabato 8 settembre 1731: il neo incoronato re Carlo Emanuele III e la regina Polissena d’Assia salgono per la prima volta sull’imbarcazione: così annota nel suo diario il cavaliere Orioles “il dopo pranzo le loro maestà presero il divertimento con Bucintoro sul Po e vi attirò concorso innumerevole per la novità”

Trame ed intrighi di corte dietro l’acquisto del Bucintoro

Il Bucintoro fu costruito a Venezia nel 1731, nella bottega di un privato. Normalmente la realizzazione del Bucintoro sarebbe stata appannaggio delle officine dell’Arsenale, le quali però, evadevano solo richieste statali. I privati, invece, si dovevano rivolgere ad uno dei cosiddetti squeri, che richiedevano comunque un requisito importante: essere cittadini veneti.

Un requisito che il committente Amedeo II non possedeva.

La bandiera del Bucintoro
La bandiera del Bucintoro

Gli screzi fra i Savoia e Venezia

Altri regnanti dell’epoca si sarebbero sicuramente rivolti al Governo della Repubblica, ma i rapporti fra i Savoia e Venezia non erano così idilliaci, sin da quando Amedeo I, nel lontano 1632, aveva arbitrariamente assunto il titolo di Re di Cipro e di Gerusalemme, entrambe storicamente sotto l’influenza Veneziana. 

Inoltre, la costituzione del regno di Sardegna, che di fatto dava uno sbocco sul mare al potere Sabaudo, non era vista di buon occhio dai Veneziani.

Per ovviare a questi problemi, Amedeo II penso bene di avvalersi dell’opera di un mediatore: il Padre Agostiniano Cristoforo Maria Ceccati, del Monastero di Santa Margherita a Treviso, che era in buoni rapporti con i Savoia, sicuramente motivato dalle ingenti somme che i regnanti versavano nelle sue casse.

Commesse e mancati pagamenti per la realizzazione del Bucintoro

Il padre ricevette infatti 35.000 lire, pari a circa 5 milioni di euro, per la commessa ed il pagamento del Bucintoro, mente altri 15.000 ne avrebbe ricevuti all’arrivo del Bucintoro a Torino. In realtà il saldo non arrivò mai, perché il Padre morì prima di vedere l’opera finita e di incassare quanto pattuito. 

In questo modo i Savoia risparmiarono ben 15.000 lire, che si guardarono bene dal pagare agli eredi.

Il costo reale del Bucintoro non venne mai reso noto e Filippo Juvarra, nella sua contabilità, indicò in 21.500 lire la spesa totale. Solo recentemente, intorno al 2010, Alessandra Castellani Torta e Giorgio Marinello hanno riportato alla luce i documenti della commissione originali, mischiati alla contabilità del Tabacco nell’Archivio di Stato di Torino, scoprendo così che la differenza era stata ricavata distraendo i fondi dalle gabelle del tabacco.

La vela e la bandiera del Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria
La vela e la bandiera del Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria

La figura di Padre Cristoforo

Padre Cristoforo non fu solamente un prestanome, ma fu colui, che insieme a Filippo Juvarra, ideatore e progettista dell’opera, seguì la commessa e si occupò di ogni aspetto della realizzazione, arrivando in alcuni momenti a finanziare i pagamenti dello squero con soldi propri, visto che i finanziamenti da Torino non erano sempre puntuali.

Anche Amedeo II non vide mai realizzata l’opera, costretto ad abdicare per ragioni di opportunità e poi rinchiuso nel castello di Moncalieri, dove morì nel 1732.

La moda in Europa

La moda di possedere piccoli Bucintori si diffuse ben presto anche in Europa, grazie all’eco avuta dal bucintoro del Doge Veneziano e da quello dei Savoia. Furono infatti costrutiti piccole imbarcazioni simili destinate alla Polonia, alla Baviera, per i duchi di Modena, quello di Parma e Piacenza e per il governatore austriaco della Lombardia.

Il Regio gondoliere dei Savoia

La scelta i un Bucintoro non è casuale: nonostante le radici alpine, i Savoia amavano la marina. Infatti, fin dal 1563, anno in cui la corte venne trasferita a Torino, fondarono e mantennero il corpo dei Barcaruoli di Sua Altezza. Non solo: a Torino le gondole erano già presenti sin dagli inizi del Seicento, ne è testimonianza il fatto che il veneziano Matteo Cavalchino svolse il ruolo di gondoliere di corte almeno dal 1608 al 1619 e dopo di lui, molti altri veneziani illustri.

Il fascino della gondola

Le gondole, infatti, nel 1700 a Torino andavano per la maggiore. Insieme a quella arrivata col Bucintoro, i Savoia ne vollero altre: nel dicembre 1731 i Savoia acquistarono a Venezia anche una Peota più piccola, rossa e bianca a festoni e decorata con conchiglie in ottone. 

Ancora metà Settecento la corte Sabauda disponeva di una piccola flotta per i divertimenti sul Po: oltre al Bucintoro c’erano un paio di Peote a dieci remi e almeno due o tre gondole. 

Gondoliere di sua maestà era allora Andrea Innocenti, pagato 730 lire annue, circa 100.000 euro facendo le proporzioni col costo del Bucintoro.

Scultura di Narciso del Bucintoro
Scultura di Narciso del Bucintoro

Rematori e livree

Le testimonianze dell’epoca raccontano che i Savoia erano soliti usare il Bucintoro sul Po, per farne sfoggio tra la città ed il Castello del Valentino. In queste occasioni oltre alle uniformi multicolori delle truppe di corte, il paesaggio lungo il Po era animato dalle ricche e colorate livree e degli alabardieri svizzeri, dei gondolieri e dei rematori della barca ammiraglia. 

IL Bucintoro dei Savoia alla Reggia di Venaria > https://www.massimobasso.com/articoli/page/16/

Come è fatto il Bucintoro della Reggia di Venaria

Il Bucintoro è costruito in modo particolare, prendendo come base uno scafo di una Peota veneziana, impreziosita da sculture ricercate, bassorilievi e decorazioni ad intaglio. La Peota è una imbarcazione fluviale a con il fondo piatto, adatto per navigare in acque basse, usata diffusamente fino agli inizi del XX secolo. L’imbarcazione è dotata di un’ampia cabina con finestrelle, detta tiemo, destinata al ricovero delle persone o delle merci trasportate.

Il Bucintoro sabaudo è lungo quasi 16 metri, largo 2 metri e 60, con un albero di oltre 12 metri. Il Tiemo è lungo 5 metri ed ha il tetto a botte, con 10 finestrelle. L’interno, dove attualmente sono posizionate alcune panche, in origine ospitava due piccoli troni ed un tavolo, ed era riccamente decorato ed ornato da tessuti e tappeti. La dotazione del Bucintoro era completata dalle quattro lanterne in legno ed ottone poste ai quattro angoli della zona coperta.

L’armamento velico o le vele

Quello che si chiama Armamento Velico ovvero l’insieme dell’albero, del boma e degli otto remi per la voga cosiddetta “alla veneta”, sono stati probabilmente sostituiti nel tardo ottocento, quindi non si tratta degli originali.

I remi sono particolari, costruiti con le classiche pale armate di punte in ferro, che in caso di acque basse possono essere utilizzate come una pertica e puntate sul fondo del lago o del fiume. Questo tipo di propulsione viene detta “a scarroccio” ed è utile in caso di correnti particolarmente forti o per superare le zone di acque basse dove non è possibile utilizzare i classici remi.

La vela utilizzata nel Bucintoro è la cosiddetta Vela al Terzo o Verga Secca, una vela di taglio e che può lavorare su entrambe le facce, mutuata dalle vele auriche, che hanno una forma trapezoidale e sono posizionate posteriormente all’albero.

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Le decorazioni del Bucintoro della Reggia di Venaria

Le sculture che ornano il Bucintoro sono opera di Egidio Goyel e di Matteo Calderoni, un artista che aveva lavorato già alla costruzione del Bucintoro del Doge di Venezia. In realtà il progetto di quanto doveva essere rappresentato sul Bucintoro era di Filippo Juvarra, architetto Reale che già nel 1729 si era recato a Venezia, ma che aveva completato lo studio dell’iconografia da rappresentare nel 1730 a Brescia.

Le sculture del Bucintoro

Calderoni realizzò le sculture di prua, che rappresentano Narciso che si specchia nelle acque, affiancato da due figure di vecchi barbuti nell’atto di versare acqua dagli otri, allegorie del Po e dell’Adige. Suoi sono anche i cavalli marini cavalcati da putti che decorano la prua ed il fregio dorato a bassorilievo che si ammira lungo le fiancate con figure di Nereidi, Tritoni, Delfini con fauna e flora marina.

Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria con la scultura dei cavalli a poppa
Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria con la scultura dei cavalli a poppa

Le pitture all’interno del tiemo si rifanno ad alcuni episodi della storia sabauda: Carlo Emanuele I che conquista il marchesato di Saluzzo, nel 1601, con il motto OPPORTUNE, la spedizione di Amedeo VI nell’isola di Rodi con il mitico motto FERT.

Al centro del soffitto la scena viene collegata alla pacificazione tra Papa Niccolò V e Amedeo VIII, duca di Savoia (antipapa come Felice V nel 1440), probabile allusione al concordato concluso da Vittorio Amedeo II e Benedetto XIII nel 1727. Sugli schienali dei sedili le pitture celebrano il buon governo dei Sabaudi, con le allegorie delle scienze e delle arti.

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L’arredamento del tiemo del Bucintoro dei Savoia

L’allestimento del Bucintoro, per dare risalto ai fasti della corona, prevedeva anche una cabina di oltre 5 metri, per la comodità degli ospiti regali. Questa cabina, detta tiemo, era chiusa sui lati, ma munita di 10 piccole finestre per dare modo di godere del panorama. La copertura originale era stata ovviamente costruita a Venezia, in rio dei Mendicanti, agli inizi del 1731  presso lo “squero di padron Zuanne” o Giovanni.

Possiamo farci un’idea precisa dell’equipaggiamento del Bucintoro dai documenti storici dell’epoca che lo descrivono con precisione. Nell’allestimento odierno si è tentato di ricostruire in modo fedele gli elementi essenziali dell’arredo.

Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria - Particolare dei bassorilievi
Il Bucintoro dei Re di Savoia alla Reggia di Venaria – Particolare dei bassorilievi

Allestimento originale e ricostruzione

L’inventario del 1731 descrive una tavola centrale coperta da un tappeto di velluto cremisi finita con un gallone (una passamaneria dorata), due cuscini in velluto per le panche laterali, due poltrone dorate con lavorazioni ad intaglio, tappeti rigorosamente cremisi, tendine di seta alle finestre e all’ingresso, queste ultime ornate di frange e galloni.

Volendo riproporre la il Bucintoro alla Reggia di Venaria con i suoi antichi fasti, è stata ricostruita anche la vela originaria, a grandi fasce bianche ed azzurre che donano all’imbarcazione un aspetto veramente elegante. Ovviamente la nuova vela è stata adattata a quello che è l’impianto velico ottocentesco, differente dall’originale, ma le vele sono state comunque realizzate in un laboratorio artigianale veneziano, rispettando per quanto possibile la tradizione settecentesca.

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Fonti principali

Oltre a conoscenze personali ed alle tavole esposte accanto al Bucintoro alla Reggia di Venaria, le principali fonti per la ricerca sono state:

  • Progetto Storia Dell’Arte https://www.progettostoriadellarte.it/2021/01/20/il-bucintoro-dei-savoia/
  • Il Giornale del Po https://www.ilgiornaledelpo.it/32-giorni-in-viaggio-da-venezia-a-torino/
  • Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Bucintoro
  • il sito di Luigi Griva https://www.bucintorosavoia.it/il-bucintoro-di-torino.html

Faq sul Bucintoro

Perché non esiste più un Bucintoro originale a Venezia?

Il Bucintoro di Venezia venne distrutto dalle truppe di Napoleone nel 1797 per cancellare un odioso simbolo del l’antico regime ma anche per recuperare i numerosi chili d’oro usati per dorare le sculture dell’imbarcazione (fonte)

Dove fu nascosto il Bucintoro dei Savoia?

Il Bucintoro non fu nascosto, ma conservato in un’officina e scampò alla distruzione di Napoleone.

Cos’è il Tiemo?

Il Tiemo è la copertura a volta tipica della barche veneziane

Quanto è costato il Bucintoro dei Savoia?

Il Bucintoro costò circa 35.000 lire dell’epoca, equivalenti a circa 5 milioni di euro odierni.

Che fine ha fatto il Bucintoro di Venezia?

Nel momento in cui le truppe francesi lasciarono Venezia, ceduta all’Austria in seguito al trattato di Campoformido, nei primi giorni del gennaio 1798, dopo averlo spogliato a colpi di scure di tutti gli intagli e delle statue dorate, il Bucintoro venne dato alle fiamme, che arsero il naviglio per tre giorni consecutivi.
Dallo scempio si salvarono solamente pochissimi, preziosi intagli, tra i quali la valva dorata con l’immagine di San Marco (cioè la porticina che si apriva dietro lo scranno dogale per permettere di lasciar cadere in acqua la vera sponsale), mentre lo scafo, in seguito armato con cannoni e ribattezzato “Idra” venne posto dagli austriaci all’imboccatura del porto di Malamocco, fino a quando venne riportato in Arsenale dove fu completamente demolito nel 1884.
Fonte: https://www.veneziamuseo.it/REPUBBLICA/repdoge8.htm

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Pubblicato: 13/12/2022
Taxi a New York

Prendere un Taxi a New York

di Max Pubblicato: 27/11/2022
Stati Uniti written by Max

Spostarsi in città con i Taxi a New York

Taxi a New York: scopriamo insieme quanto costa e come fare per prenderne uno. Uno di quelli gialli intendo, perché ci sono anche quelli verdi, o Boro Taxi, che servono i Boro ovvero i quartieri più periferici, ma ve ne parlo dopo.

Chiamare un taxi a New York vuol dire ricreare l’atmosfera di un film o di una serie TV e sentirsi un vero americano, perché perdersi questa emozione?

In alternativa puoi prendere la Metropolitana o noleggiare una limousine*!

Il taxi può anche essere l’opzione migliore dopo le 23, specialmente se siete fuori dal centro o lontani dalla metro. La metropolitana in genere non è pericolosa, ma se siete soli e non vi sentite tranquilli un taxi è ok!

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Spostarsi in città con i Taxi a New York
    • Come si chiama un Taxi a New York?
    • Quanto costa un Taxi a New York?
  • Tariffe dei Taxi a New York ed altri trasporti da/per l’aeroporto
    • Da Manhattan all’aeroporto John F. Kennedy (JFK)
    • Da Manhattan all’aeroporto LaGuardia (LGA)
    • Da Manhattan all’aeroporto di Newark (EWR)
    • Aggiornamenti online ed extra per gli aeroporti
  • I taxi dei sobborghi di New York: i Green Boro Taxi
  • Sentirsi tecnologici e USAre Uber
  • Il costo del Taxi a portata di Smartphone
  • Faq sui Taxi a New York
    • Come chiamo un taxi a New York?
    • Come si capisce quando un Taxi è libero a New York?
    • Come si capisce quando un Taxi è occupato a New York?
    • Come si capisce quando un Taxi è fuori servizio a New York?
    • Quante persone trasporta un Taxi a New York?
    • Quanto costa un taxi a New York
    • Come si paga il taxi a New York?
    • Quanto costa un taxi dall’aeroporto JFK a Manhattan?
    • Cosa sono i (green) Boro Taxi?
    • Quanto costa un limousine a New York?
    • Funziona Uber a New York?
    • Uber costa meno di un taxi tradizionale?

Per scoprire gli angoli nascosti della città, preparati con la guida Pocket* di New York della Lonely Planet o la guida completa ed aggiornata*. Se preferisci una guida illustrata allora è meglio la guida del National Geographic*, meno dettagliata e meno aggiornata, ma meglio illustrata.

Per immergerti nell’atmosfera degli States scegli tra 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti.

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Come si chiama un Taxi a New York?

E’ semplice, basta  stare in strada, alzare una mano e aspettare!. Mi raccomando non mettetevi a fischiare o ad urlare TAXI! Taxiiiiii :-)

Prima capite se è libero: per questo guardate sul tetto, c’è la scritta TAXI o il numero del taxi stesso, con due luci laterali di solito arancio:

  • La luce centrale è accesa? Significa che il taxi è libero
  • Luce centrale spenta? Taxi occupato, sarà per la prossima
  • Le lucine laterali del tetto sono accese oppure la scritta OFF DUTY è illuminata? La vettura è fuori servizio, ma da buoni italiani alzate la mano ugualmente, magari se l’autista è in anticipo o riuscite ad intenerirlo, può darsi che si fermi.

Se non vi sentite sicuri e siete in Hotel chiedete alla reception di chiamarne uno o al portiere – se c’è – di fermarne uno in strada. Non sarà come nella scena di un film, ma l’importante è il risultato.

Quando fermate un taxi controllate che non ci sia qualcuno in attesa prima di voi, rubare il posto non è bello e rischiereste di far arrabbiare sul serio l’altra persona (nel caso controllate quanto è grosso l’avversario).

Potete anche usare Arro: un’App che consente di chiamare i taxi a New York ed in altre città, di calcolarne i costi e anche di pagare la corsa.

Taxi a New York
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Quanto costa un Taxi a New York?

La tariffa è complicata, ma la potete calcolare approssimativamente senza diventare matti, se proprio odiate la matematica ci sono le onnipresenti app.

Tutti i tassisti di New York accettano la carta di credito, ma se non potete fare a meno di pagarli in contanti sappiate che non accettano banconote di grosso taglio, munitevi di ventini o tagli più piccoli.

La base – o chiamata – parte da 2,50 dollari, al quale dobbiamo aggiungere

  • 50 centesimi per 1/5 miglio quando si viaggia sopra i 12 miglia orarie o per 60 secondi con traffico lento o quando il veicolo è fermo.
  • 50 centesimi di supplemento statale MTA per tutti i viaggi che terminano a New York City o nelle contee di Nassau, Suffolk, Westchester, Rockland, Dutchess, Orange o Putnam.
  • 30 centesimi di supplemento di miglioramento.
  • 50 centesimi di supplemento notturno dalle 20:00 alle 6:00.
  • 1 dollaro di supplemento per l’ora di punta dalle 16:00 alle 20:00 nei giorni feriali, esclusi i giorni festivi.
  • Inoltre New York State Congestion Surcharge di 2,5 dollari (Yellow Taxi) o 2,75 dollari (Green Taxi e veicoli a noleggio) o 75 centesimi (qualsiasi corsa condivisa) per tutti i viaggi che iniziano, terminano o attraversano Manhattan a sud della 96th Street.
  • Più mance ed eventuali pedaggi.
  • Non è previsto alcun addebito per passeggeri, bagagli o borse extra o per il pagamento con carta di credito.
  • Il messaggio della tariffa sullo schermo del tassametro dovrebbe essere: “Rate #01 – Standard City Rate” in italiano Tariffa n. 01 – Tariffa cittadina standard.

Oltre a tutto questo dovrete pagare tutti i pedaggi dei vari ponti o tunnels che troverete sulla vostra strada.

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Tariffe dei Taxi a New York ed altri trasporti da/per l’aeroporto

In genere le corse da e per gli aeroporti hanno tariffe concordate.

Da Manhattan all’aeroporto John F. Kennedy (JFK)

Se vi trovate a Manhattan la tariffa per l’aeroporto JFK è fissa, al momento 70 dollari (maggio 2025), oltre a pedaggi e mance.

Ci possono però essere eventuali sovrapprezzi, come dettagliato qui:

  • 50 centesimi di supplemento statale MTA.
  • 30 centesimi di supplemento di miglioramento.
  • Supplemento di 5 dollari per le ore di punta (dalle 16:00 alle 20:00 nei giorni feriali, nulla nei giorni festivi).
  • Inoltre New York State Congestion Surcharge di 2,5 dollari (Taxi Gialli) o 2,75 dollari (Taxi Verdi e veicoli a noleggio) o 75 centesimi (qualsiasi corsa condivisa) per tutti i viaggi che iniziano, terminano o attraversano Manhattan a sud della 96th Street.

Più mance ed eventuali pedaggi, il messaggio di tariffa sullo schermo dovrebbe essere “Tariffa n. 2- Aeroporto JFK”.

I viaggi tra l’aeroporto John F. Kennedy (JFK) e altre destinazioni di New York City sono conteggiate alla tariffa standard con tassametro.

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Da Manhattan all’aeroporto LaGuardia (LGA)

Per LaGuardia c’è la tariffa standard con tassametro, in genere intorno ai 52 dollari, anche se le informazioni ufficiali dell’aeroporto riportano un po’ meno, oltre ovviamente ai pedaggi ed alle mance e ad eventuali sovrapprezzi come già per il JFK (calcolate 60-65 dollari tutto compreso).

Da Manhattan all’aeroporto di Newark (EWR)

Anche i trasferimenti da e per per l’aeroporto di Newark (EWR) sono soggetti alla tariffa standard con tassametro, in linea di massima fra i 60 e gli 80 dollari, alla quale bisogna aggiungere:

  • 1,75 dollari di supplemento standard per Newark
  • mance e pedaggi da e per Newark (i passeggeri pagano i pedaggi di ritorno dei conducenti)

Il messaggio sullo schermo dovrebbe leggere “Tariffa n. 3 – Aeroporto di Newark”.

(fonte Sito Ufficiale della Città di New York)

Aggiornamenti online ed extra per gli aeroporti

Oltre a tutto quanto indicato, si aggiunge una tassa di accesso all’aeroporto:

  • Per i Taxi 1,25 dollari per chi parte dagli aeroporti LaGuardia e John F. Kennedy
  • Veicoli a noleggio: 2,5 dollari sia per chi arriva, che per chi parte dagli aeroporti LaGuardia, Newark e John F. Kennedy

Potete trovare informazioni ufficiali sulle tariffe di taxi e trasporti per gli aeroporti di New York qui:

  • JFK : tariffe taxi e altro
  • LaGuardia: tariffe trasporti in taxi ed altro
  • Newark: informazioni su Taxi

Se vi trovate in aeroporto e volete fare il tragitto contrario il prezzo è uguale, ricordate che dovrete mettervi in coda nell’area Taxi ed attendere il Vostro turno.

Prendere un Taxi a New York > https://www.massimobasso.com/articoli/page/16/

I taxi dei sobborghi di New York: i Green Boro Taxi

I Boro Taxi sono verdi e coprono le zone dove non arrivano i taxi gialli. Ai Green Boro Taxi è consentito prelevare i clienti nella zona nord di Manhattan, nel Queens, a Brooklyn, Staten Island e nel Bronx, con qualsiasi destinazione, ma non è consentito partire da Manhattan.

Green Boro Taxi a New York
Green Boro Taxi a New York

Trova un hotel

 

Sentirsi tecnologici e USAre Uber

Ovviamente occorre scaricare l’app di UBER e registrarsi, otterrete subito uno sconto sulla prima corsa. A volte è leggermente più costoso di un Taxi, a volte meno, specialmente se l’autista si trova nelle vicinanze. Potete prenotare un trasferimento anche per il giorno successivo o usarlo in modalità last-minute. E’ ottimo per le zone più decentrate oppure quando non ci sono taxi in vista.

Un consiglio? Non scaricare l’app all’ultimo minuto, ma familiarizza prima di averne bisogno.

Se ti piacciono le app anche i Taxi di New York ne hanno una tutta loro che si chiama CURB e funziona anche in altre città.

Ultimamente un’altra app si è affacciata prepotentemente sul mercato dei trasporti privati, si chiama Lyft – lift in gergo locale significa “un passaggio”, potete provarla e vedere se mantiene la promessa di essere meglio di Uber. Lyft funziona solo negli Stati Uniti.

Per essere veramente di nicchia alcuni in passato avevano usato JUNO, una Startup che funzionava solo a New York. Troppo di nicchia, è fallita..
Uber: app per cellulare al posto dei Taxi
Uber

Il costo del Taxi a portata di Smartphone

Per calcolare in anticipo il costo del Taxi aNew York è possibile utilizzare un comodo strumento online messo a disposizione sul sito TaxiFareFinder.com.

Questo è un valido aiuto che potete utilizzare anche da Smartphone. Dovete scegliere il punto di partenza e quello di arrivo e “come per magia” apparirà il calcolo del costo approssimativo della corsa oltre ad alcune indicazioni sulle possibili variabili di costo a seconda delle condizioni del traffico.

Inoltre in fondo alla pagina sono riportate le tratte più richieste dagli utenti ed il costo relativo, curioso!

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Faq sui Taxi a New York

Come chiamo un taxi a New York?

Scendendo dal marciapiede e alzando il braccio! I cabs, i taxi di New York, si trovano spesso sono nelle vicinanze degli alberghi e agli angoli delle strade. Non esiste un numero di telefono per prenotare i taxi a New York, ma esistono delle app, la più famosa si chiama Arro.

Come si capisce quando un Taxi è libero a New York?

Il taxi è libero quando è accesa solo la scritta centrale, con il numero del taxi.

Come si capisce quando un Taxi è occupato a New York?

Il taxi è occupato quando tutte le insegne luminose sono spente.

Come si capisce quando un Taxi è fuori servizio a New York?

Il taxi è fuori servizio quando, oltre alla parte centrale, sono accese anche le due scritte laterali off duty.

Quante persone trasporta un Taxi a New York?

In genere in un Taxi ci possono stare fino a quattro persone. Alcune navette aeroportuali possono portare fino a 9 persone.

Quanto costa un taxi a New York

Il prezzo medio di una corsa in taxi a Manhattan è di circa 10 dollari. Le tariffe dei taxi prevedono una quota fissa di 2,50 dollari alla quale si aggiungono circa 1,5 dollari per ogni chilometro percorso (2,5 dollari per ogni miglio, conteggiati come mezzo dollaro ogni 320 metri/quinto di miglio). Non dimenticate la mancia per l’autista che dovrà essere di circa il 15%.

Come si paga il taxi a New York?

Potete pagare il taxi in contanti, con la carta di credito o tramite app, tutti i taxi a New York hanno un terminale POS. Solitamente al tassista si lascia una mancia del 15%.

Quanto costa un taxi dall’aeroporto JFK a Manhattan?

Calcolando la tariffa, le tasse ed i pedaggi pagati, di indicativamente si spendono fra i 60 e gli 80 dollari per ogni auto (da dividere tra i passeggeri). Non dimenticate la mancia.

Cosa sono i (green) Boro Taxi?

I Boro Taxi sono verdi che coprono le zone dove non arrivano i taxi gialli. Ai Green Boro Taxi è consentito prelevare i clienti nella zona nord di Manhattan, nel Queens, a Brooklyn, Staten Island e nel Bronx, con qualsiasi destinazione, ma non è consentito partire da Manhattan. Questi Taxi verde mela sono autorizzati a far salire i passeggeri nei quartieri esterni (esclusi l’aeroporto internazionale John F. Kennedy e l’aeroporto LaGuardia se non concordato in anticipo) e in Manhattan sopra la East 96th e la West 110th Street.Green Boro Taxi a New York

Quanto costa un limousine a New York?

In genere una limousine può costare intorno ai cento dollari l’ora. Alcune compagnie richiedono un minimo di ore a noleggio, ma anche se non lo richiedono, tre7quattro ore di noleggio è lo standard, pertanto 300/500 dollari può essere il costo di un pomeriggio in limousine (e ricordate la mancia). Potete provare questo tour natalizio* di Brooklyn in Limo dividendo le spese fra amici!

Limousine a New York

Funziona Uber a New York?

Uber funziona a New York come in tutti gli Stati Uniti

Uber costa meno di un taxi tradizionale?

Se l’obiettivo è risparmiare a New York la soluzione non è sempre Uber. Uber spesso costa più caro e se rimanete imbottigliati nel traffico a volte le tariffe possono anche salire di molto. Uber è più efficiente e più affidabile degli inaffidabili tassisti newyorkesi.

Scopri tutto su New York

Prima di tutto non dimenticate il bagaglio: date un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Potete anche stamparla e compilarla offline! 

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Due consigli: per non rimanere senza connessione scoprite i vantaggi di una eSIM con traffico dati* per gli USA e poi… non dimenticate un buon libro per la vostra vacanza a Stelle e Strisce.

Prima di partire potete rinfrescarvi le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci siete mai stati, farvi un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Leggete le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela e scoprite come muovervi in città con la metropolitana di New York oppure prendendo un Taxi.

Prendere un Taxi a New York > https://www.massimobasso.com/articoli/page/16/

Tutti gli articoli su New York

  • Prendere un Taxi a New York – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • 5 considerazioni prima di acquistare un Pass per New York – ultimo aggiornamento: 03/05/2024
  • La metropolitana di New York: consigli e trucchi 2025 – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • FAQ New York: 50 e più domande sulla Grande Mela – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • Cosa fare a New York ad Agosto 2025 – ultimo aggiornamento: 05/04/2025
  • Cosa fare a New York a Settembre – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • Cosa fare a New York a Maggio 2025 – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • Cosa fare a New York a Luglio 2025 – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • Cosa fare a New York a Giugno 2025 – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • Cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario – ultimo aggiornamento: 06/05/2025
  • 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti – ultimo aggiornamento: 03/05/2024

Ciao, a presto!

Pubblicato: 27/11/2022
Turnagain Arm e lo spettacolare mascheretto, l'onda della Marea Boreale

Il Turnagain Arm, i Beluga e lo spettacolare Mascheretto

di Max Pubblicato: 25/11/2022
Alaska written by Max

Il Turnagain Arm e lo spettacolare Mascheretto o Marea Boreale

Il Turnagain Arm si trova in Alaska ed è un braccio di mare che si insinua tra la penisola di Kenai e l’entroterra, tra Anchorage e la cittadina di Portage.

Questa piccola baia di forma allungata che si estende per una settantina di chilometri, si trova nella parte nord-occidentale del Golfo dell’Alaska ed è una delle propaggini nordorientali della Baia di Cook o Cook Inlet.  

Per raggiungerla da Anchorage dirigetevi verso sud e cercate le indicazioni per la AK1 o Alaska Route 1 o Seward Highway, come la chiamano qui.

Per saperne di più leggete il mio articolo sulle strade dell’Alaska o date un’occhiata alla mappa.

Indice

  • Il Turnagain Arm e lo spettacolare Mascheretto o Marea Boreale
  • Cos’è il Mascheretto o Marea Boreale o Bore Tide
    • Dove osservare il Mascheretto nel mondo
  • Geografia del Turnagain Arm
  • Storia del Turnagain Arm
  • Soste lungo la strada che porta al Turnagain Arm
  • Il Parco Statale di Chugach
  • Mappa dei punti panoramici del Turnagain Arm
  • Punti panoramici e passeggiate lungo il Turnagain Arm
    • Miniera di Indian Valley
    • Alaska Wildlife Conservation Center
    • Deviazione alla fine della baia: Ghiacciaio Portage
  • Alaska Railroad: esplorare la costa col treno
  • Crociera da Whittier (o da Seward)
  • Il Mascheretto
    • Surfare la marea
  • Dove dormire

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Cos’è il Mascheretto o Marea Boreale o Bore Tide

Una delle caratteristiche di questo braccio di mare è la corrente che si genera quando ci sono giornalmente le variazioni del livello del mare dovute alle maree. Le alte maree generano infatti un flusso di corrente, che per la particolare conformazione ad imbuto della baia, arrivano a toccare la velocità di oltre trenta chilometri orari. Anche il ritiro delle acque durante la bassa marea è altrettanto veloce, ma sicuramente meno spettacolare, come meno spettacolare è l’aspetto melmoso della baia durante la bassa marea.

Tramonto al Turnagain Arm
Tramonto al Turnagain Arm con la bassa marea

Questo flusso di corrente è chiamato Mascheretto, ma viene anche chiamato Mascaret, Bore Tide o Marea boreale e si verifica di solito nell’estuario di alcuni fiumi, quando l’onda di marea penetra e risale la corrente. 

Il fenomeno si manifesta come un’onda o una serie di onde, con un’altezza che può variare da pochi decimetri a cinque o sei metri e che risalgono il fiume con grande velocità.

Il Turnagain Arm non è il solo luogo dove si può vedere il fenomeno, ma è particolare perché non si verifica nell’estuario di un fiume, ma in un braccio di mare. 

Dove osservare il Mascheretto nel mondo

Altri luoghi dove si può vedere il mascheretto sono il Rio delle Amazzoni, dove è chiamato Pororoca e dove raggiunge i 6 metri di altezza d’altezza o la Senna in Francia dove è chiamato Barre. Altri fiumi che mostrano lo stesso fenomeno in Francia sono la Charente, la Garonna e la Dordogna con il raz de marée o mascaret, la Severn in Inghilterra (bore), l’Elba in Germania (Rastern) ed infine il Gange in India.

Geografia del Turnagain Arm

Le due coste che si affacciano sul braccio di mare del Turnagain Arm scendono a picco verso la baia dai monti vicini i quali raggiungono spesso altitudini superiori ai 1000 metri s.l.m.

Fra queste montagne, la più alta è il South Suicide Peak, oltre 1500 metri, mentre verso il fondo della baia, anche se con altitudini più contenute, si trovano parecchi ghiacciai perenni, come quello del Portage.

Vista sulle montagne della penisola di Kenai da Bird Point
Vista sulle montagne della penisola di Kenai da Bird Point

Storia del Turnagain Arm

La baia prende il nome dalle gesta dall’esploratore britannico James Cook. Durante il suo viaggio alla ricerca del famoso Passaggio a Nord Ovest del 1778 l’esploratore scoprì, suo malgrado, che l’insenatura nella quale aveva sperato di trovare il passaggio, non era altro che una baia senza uno sbocco. Fu così costretto a voltarsi di nuovo, in inglese turn again, e volgere le vele altrove. 

Soste lungo la strada che porta al Turnagain Arm

Se provenite da Anchorage, prima di arrivare al Chugach State Park ed al Turnagain Arm, non dimenticate una piccola (o grande) sosta al Potter Marsh, una zona umida con stagni e passerelle, dove è sempre possibile avvistare gli uccelli acquatici, come anitre, oche ed altri piccoli amici pennuti. La zona fa parte dell’Anchorage Coastal Wildlife Refuge (leggi qui)

Potter Marsh Alaska - articolo su Turnagain Arm
Potter Marsh: un luogo dove ammirare gli uccelli migratori.

Il Parco Statale di Chugach

Lungo i due lati della baia si affacciano numerose sezioni del Parco Statale o Chugach State Park, gestito da Alaska Department of Natural Resources.

Questo parco si trova in buona parte all’interno del comune di Anchorage ed è molto vasto, circa 2.000 chilometri quadrati, il quarto parco statale in ordine di grandezza negli USA.

La regione comprende un’estesa costa oceanica, splendidi laghi, enormi ghiacciai e montagne innevate. Il confine più occidentale del parco si trova ai piedi della catena montuosa Chugach, a sole sette miglia a est del centro di Anchorage. Gli altri confini sono costituiti dallo Knik Arm a nord, dal Turnagain Arm a sud e dall’Upper e Lower Lake George e dalla Chugach National Forest a est. 

Vedete qui una mappa.

Mappa dei punti panoramici del Turnagain Arm

Punti panoramici e passeggiate lungo il Turnagain Arm

La strada che costeggia l’insenatura non conduce verso l’interno dell’Alaska, ma dopo un andirivieni prima da una parte e poi dall’altra parte della baia, conduce verso la penisola di Kenai. Questo tratto di strada è così spettacolare da essere annoverata come USDA Forest Service Scenic Byway, come Alaska Scenic Byway e inclusa nelle All-American Road. 

Lungo la strada le fermate sono obbligatorie per godere del panorama: Beluga Point, Windy Corner o Bird Point sono luoghi perfetti per cercare di avvistare (anche da molto vicino) le balene bianche Beluga che si muovono nella baia o cercare fra le vette le pecore di Dall.

Se poi amate il trekking, partite da uno dei numerosi sentieri che sono segnalati lungo la strada. Di solito sono ripidi, ma quasi sicuramente oltre allo spettacolare panorama, potrete ammirare qualche animale selvatico e fare una gelida doccia nel torrente al ritorno. 

E se è troppo faticoso accontentatevi di una passeggiata lungo il torrente.

Vedete la mappa per un elenco dei luoghi dove fermarsi

Sosta al Beluga Point del Turnagain Arm
Sosta al Beluga Point del Turnagain Arm

Miniera di Indian Valley

Un altro posto, dove passare un paio d’ore e tornare bambini a cercare l’oro, è la Miniera di Indian Valley (Indian Valley Mine). La miniera cominciò l’attività nel 1910 ed ora elencata come National Historic Site (sito storico nazionale). Qui potete vedere uno dei primi insediamenti minerari della corsa all’oro risalenti all’inizio del 1900. Se volete sentirvi veramente un cercatore d’oro prendete in mano una padella e cominciate ad agitare! Inutile dire che uscirete bagnati dall’avventura.

Alaska Wildlife Conservation Center

Un altro posto che merita di essere citato lungo la strada del Turnagain Arm è l’Alaska Wildlife Conservation Center, proprio in fondo alla baia.

Gli animali in gabbia mi fanno pena. È vero che questi dovrebbero essere animali recuperati da situazioni pericolose ed è vero che la maggior parte degli animali ha molto spazio, però il pensiero rimane. In ogni caso è un posto dove potete vedere gli animali che forse non vedrete mai in natura. A Voi la scelta!

Deviazione alla fine della baia: Ghiacciaio Portage

Al miglio 78, più o meno in fondo alla baia, la diramazione conduce sulla Portage Glacier Highway che conduce a Whittier. Una strada privata di poco meno di un chilometro porta al Begich Boggs Visitor Center sul lago. Da qui è possibile visitare il ghiacciaio Portage. Il fronte vent’anni fa era visibile con il binocolo dal parcheggio, ora è visibile solamente attraversando il lago in barca. È possibile imbarcarsi per la gita dal piccolo porto alla fine della strada durante tutto l’arco della giornata da maggio a settembre.

Alaska Railroad: esplorare la costa col treno

Un altro modo originale di visitare il Turnagain Arm e magari arrivare fino a Whittier o a Seward, è quello di prendere un treno.

La Ferrovia dell’Alaska si dipana per oltre 750 chilometri da Seward a Fairbanks, collegando numerose comunità dell’Alaska centromeridionale e interna. La linea principale fu completata nel 1923 dopo 9 anni di costruzione e solo molti anni dopo, nel 1943, venne ulteriormente ampliata per raggiungere la cittadina costiera di Whittier.

Oggi il treno, oltre a passare in posti stupendi e selvaggi, offre l’opportunità di viaggiare ad un ritmo rilassato godendosi le meraviglie della natura e, perché no, in maniera eco-friendly.

Provare per credere! Potete cominciare a pianificare il viaggio dal sito ufficiale.

La ferrovia che porta da Anchorage a Whittier
La ferrovia che porta da Anchorage a Whittier

Crociera da Whittier (o da Seward)

Oltre la deviazione per Seward, la strada si dirige verso Whittier, una posto tranquillo, affacciato sul Prince William Sound, proprio dalla parte opposta del Turnagain Arm (vedi mappa).

Ogni giorno, dalla primavera all’estate, partono numerose crociere per esplorare le calme acque e i panorami selvaggi del Prince William Sound. Durante la gita potrete osservare i fiordi modellati dai ghiacciai, la natura incontaminata, fauna marina ed uccelli migratori.

Lontre marine, foche comuni e aquile dalla testa bianca sono gli avvistamenti più comuni, ma con un po’ di fortuna potreste vedere anche un orso o un’orca. Senza contare che spesso si incontrano megattere, leoni marini, capre di montagna e molto altro.

E non dimentichiamo i ghiacciai, parecchi dei quali hanno il fronte dei ghiacci che scende fino in acqua e che quasi sicuramente vi offriranno lo spettacolo di qualche crollo con tanto di schizzi e onde.

Se avete tempo ne vale veramente la pena!

Il Mascheretto

Ma il vero protagonista di questa parte dell’Alaska costiera è il mascheretto, impropriamente tradotto a volte come marea boreale. Durante i cambi di marea, i pesci della baia si spostano offrendo un ottimo banchetto per i predatori. È questo il momento migliore per vedere i beluga in caccia.

Per vedere lo spettacolo del mascheretto dovete coordinarvi con le maree. Cosa c’è di meglio allora che consultare il sito ufficiale che riporta anche di quale portata saranno previste le maree, così, potendo, potrete scegliere una giornata di marea intensa.

Non vi resta che partire, nel frattempo vi propongo un breve video (non mio, visto che non mi era riuscito troppo bene), per darvi giusto un assaggio. Vedi qui il video

Surfare la marea

Una delle ultime tendenze è quella di surfare la marea, cosa che non mi sento di approvare, visto che il posto è uno dei pochi dove i beluga si possono veramente approvvigionare di cibo con relativa facilità.

Non sono in realtà molti i surfisti, ma alcune persone del posto hanno cominciato questa pratica e c’è da scommettere che diventerà popolare. Soprattutto perché fare surf nel Turnagain Arm significa cavalcare l’onda per miglia e miglia. Mah..

E poi proseguite per la penisola di Kenai, a cerca di alci e di orsi..

Dove dormire

Trovare da dormire in Alaska in alta stagione, se non vi trovate ad Anchorage, Fairbanks o Juneau, non è sempre semplice e anche se siete in una di queste città, sicuramente non è economico. Pertanto il consiglio è quello di organizzarsi per tempo.

Se dormite ad Anchorage una soluzione informale ed economica è il Base Camp di Anchorage, una struttura informale che propone letti in dormitorio.

Un po’ meno informale, di solito pulito e con prezzi accettabili è invece il Motel 6 a Midtown. In posizione comoda e con stanze ampie il Puffin Inn, che ho provato personalmente, ambiente carino, un po’ asettico, ma pulito.

Se il budget non è un problema potete optare invece per il favoloso Lakefront di Anchorage. Una vista favolosa sul lago e un comfort al top! Sicuramente una scelta perfetta, ma con prezzi .. meno contenuti!

Infine, se proprio non potete stare lontani dal centro e siete disposti a spendere, andate sul sicuro col Four Points di Downtown, ma stare in centro ad Anchorage, se non ci sono particolari esigenze non è nelle mie priorità.

Qui sotto un cartina per orientarsi.

cartina lodging anchorage
Cartina con hotel di Anchorage

Per saperne di più sull’Alaska

Se vuoi l’idea per una prima avventura in Alaska leggi l’articolo immagini dell’Alaska che non ti immagini.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! 

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

E non dimenticare di portare con te un buon libro, un ottimo compagno di viaggio. Leggi i miei consigli nell’articolo 20 libri (e oltre) per la tua vacanza negli Stati Uniti, ci sono alcuni libri che parlano proprio dell’Ultima Frontiera.

Se pensi di fare una tappa a New York puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure a piedi, in taxi o autobus. Ma se invece il tuo volo fa scalo a Seattle, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e magari da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 25/11/2022
scorciatoie da tastiera per mac e wordpress

Scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress

di Max Pubblicato: 05/11/2022
Apri un blog written by Max

Scorciatoie da tastiera per Mac per WordPress per il tuo blog di viaggio

Le scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress non sono un argomento da Nerd, semplicemente ti fanno risparmiare tempo.

Chi non conosce CTRL+C e CTRL+V? Penso un po’ tutti abbiano avuto esperienza di quelle che sono le scorciatoie da tastiera più conosciute. Forse CTRL+X (taglia) è un po’ meno popolare.

Ebbene ne esistono un sacco, che possono rendere l’esperienza di scrivere più veloce e, a mio avviso, più piacevole, specialmente quando scrivete in posizioni dove è scomodo usare il mouse.

Leggi anche Aprire un blog di viaggi da zero

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Scorciatoie da tastiera per Mac per WordPress per il tuo blog di viaggio
  • Ma come nascono le scorciatoie da tastiera?
  • I vantaggi delle scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress
  • Come imparare le scorciatoie per scrivere più velocemente
  • Alcune scorciatoie che utilizzo per WordPress e in genere sul Mac
  • Solo le scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress
    • Comandi generali validi per tutte le applicazioni
    • Comandi Specifici per l’editor Gutemberg
    • Comandi specifici per l’editor classico di Wordpress (non funzionano in Gutemberg)
  • Crea le tue scorciatoie da tastiera per WordPress
  • Scopri cosa puoi fare
Blog di viaggio primi passi con WordPress
Primi passi con WordPress (la foto l’ho fatta io, ma le mani sono in prestito)

Ma come nascono le scorciatoie da tastiera?

Le scorciatoie da tastiera nascono dall’esigenza di una migliore accessibilità a qualsiasi applicazione e come metodo di riserva per continuare a lavorare nel caso il vostro amico topolino metta di funzionare.

I vantaggi delle scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress

Le scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress oltre ad essere una soluzione di riserva per chi lavora molto al computer, diventano una sana abitudine che aiuta a migliorare la produttività e a far risparmiare tempo.

Come imparare le scorciatoie per scrivere più velocemente

Cercare di imparare le scorciatoie tutte insieme è un’impresa titanica, il mio consiglio è di incominciare ad usare le scorciatoie per le operazioni più laboriose e ripetitive, tipo quella di inserire un link o di formattare un titolo al volo.

La regola è: una scorciatoia al giorno

Alcune scorciatoie che utilizzo per WordPress e in genere sul Mac

In questo articolo voglio elencare le combinazioni di tasti più utili (a mio giudizio) che ovviano ad alcuni limiti dell’editor di Wordpress, come ad esempio quando state scrivendo e la barra degli strumenti è nascosta e per formattare il testo o inserire un link siete costretti a ritornare indietro, magari perdendo il filo logico del discorso.

Solo le scorciatoie da tastiera per Mac e Wordpress

La mia non vuol essere una guida assoluta, è come al solito una ricerca ed un promemoria che ho creato principalmente per un’esigenza personale, per questo non riporto le analoghe scorciatoie per Windows che comunque possono essere in facilmente usate sostituendo in genere il tasto Command con il Control e la combinazione Control+Option con Alt+Shift.

Comandi generali validi per tutte le applicazioni

  • Command + U: Sottolineato
  • Command + I: Corsivo
  • Command + B: Grassetto
  • Command + C: Copia
  • Command + V: Incolla
  • Command + X: Taglia
  • Command + A: Seleziona Tutto
  • Command + Z: Annulla Ultima Azione
  • Command + Y: Ripeti Ultima Azione
  • Command + K: Inserisci o  Modifica Link
  • Command + Tabulazione –>|: passa da un’applicazione all’altra
  • Control + Command + V: in alcune applicazioni come Word o Mail incolla senza formattazione o facendo scegliere la formattazione da applicare
  • Shift + Sinistra/Destra – seleziona una lettera a destra/sinistra
  • Command + Shift + Destra/Sinistra – seleziona fino all’inizio o alla fine della riga
  • Option + Shift + Destra/Sinistra – seleziona una parola a destra/sinistra
  • Command + Shift + Su/Giù – seleziona fino all’inizio del paragrafo
  • Option + Shift + Su/Giù – seleziona la riga sopra/sotto
  • Shift + Home – seleziona tutto il testo fino all’inizio della riga corrente (non presente sulla tastiera classica del mac)
  • Shift + Fine – seleziona tutto il testo fino alla fine della riga corrente (non presente sulla tastiera classica del mac)

Comandi Specifici per l’editor Gutemberg

  • Command + Shift + ALT + M – (Mac) passate all’editor di codice (o tornate all’editor dei blocchi se siete già nell’editor di codice)
  • Invio – create un nuovo blocco. Questo è utile da combinare con la scorciatoia che usa la barra / per inserire rapidamente più blocchi
  • Command + Shift + D – duplica il blocco corrente
  • Control +Option + Z – elimina il blocco co
  • Comando + Opzione + T – inserisci nuovo blocco (prima di quello corrente)
  • Comando + Opzione + Y – inserisci nuovo blocco (dopo quello corrente)

Comandi specifici per l’editor classico di Wordpress (non funzionano in Gutemberg)

  • Control+Option+A: Inserisci Collegamento
  • Control+Option+C: Allinea al Centro
  • Control+Option+D: Testo Barrato
  • Control+Option+H: Aiuto
  • Control+Option+J: Giustifica il Testo
  • Control+Option+L: Allinea a Sinistra
  • Control+Option+M: Inserisci Immagine
  • Control+Option+N: Se hai il Plugin Controlla l’ortografia
  • Control+Option+O: Elenco Numerato
  • Control+Option+P: Inserisci Interruzione di Pagina
  • Control+Option+Q: Citazione
  • Control+Option+R: Allinea a Destra
  • Control+Option+S: Rimuovi Collegamento
  • Control+Option+U: Elenco Puntato
  • Control+Option+W: Attiva Scrittura Senza Distrazioni
  • Control+Option+1: Titolo 1 (Su Tutta La Riga)
  • Control+Option+2: Titolo 2 (Su Tutta La Riga)
  • Control+Option+3: Titolo 3 (Su Tutta La Riga)
  • Control+Option+4: Titolo 4 (Su Tutta La Riga)
  • Control+Option+5: Titolo 5 (Su Tutta La Riga)
  • Control+Option+6: Titolo 6 (Su Tutta La Riga)
  • Control+Option+9: Formatta Come Indirizzo

Crea le tue scorciatoie da tastiera per WordPress

Se non ne hai abbastanza delle scorciatoie da tastiera che ti ho elencato, puoi creare le scorciatoie per il tuo modo di lavorare usando un programma come Keyboard Maestro, consigliato per i Nerd!

Scopri cosa puoi fare

Leggi tutti gli articoli che ti aiutano ad aprire un blog di viaggi da zero.

Scopri come acquistare uno spazio dove ospitare il tuo sito e come muovere i primi passi con WordPress.

Pian piano ti accompagno in questo fantastico mondo, ogni mese guide trucchi e consigli.

Se invece stai programmando un viaggio controlla cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Arrivederci presto!

Pubblicato: 05/11/2022
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