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Articoli Recenti

Il monte Fuji e fiori di ciliegio. Compare nell'articolo le 72 stagioni dell anno giapponese 24 periodi

Le 72 stagioni del calendario giapponese

di Max Pubblicato: 03/02/2021
Giappone written by Max

Le 72 stagioni del calendario giapponese

Perché 72 stagioni nel calendario giapponese quando ne bastano 4?

Per la cultura giapponese la stagione non è un nome da dare ad un certo giorno che comincia e finisce a date fisse. La stagione è il risultato dell’osservazione, del rispetto e dell’amore per la natura e per l’estetica, un momento di vita, un’immagina che compare un profumo o una sensazione.

Così il nome della stagione non è semplicemente “estate” o “inverno”, ma è “il giorno in cui le cicale cantano alla sera”, il giorno nel quale la neve smette di essere neve e diventa pioggia oppure il giorno nel quale fioriscono le camelie.

Leggi anche Otto libri per un viaggio in Giappone

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Le 72 stagioni del calendario giapponese
  • Un calendario che evoca immagini
  • Il Calendario ed il Capodanno nella tradizione orientale
  • Nota sulla traduzione delle 72 stagioni giapponesi
  • 春 Haru Primavera
  • 夏 Natsu Estate
  • 秋 Aki Autunno
  • 冬 Fuyu Inverno
  • 72 stagioni e l’anno giapponese ricomincia
  • Per saperne di più sul Giappone

Un calendario che evoca immagini

Che bella immagine! Sono nato nei giorni in cui gli insetti escono dalle loro tane sotterranee. e’ più che dire primavera, è un periodo nel quale la natura si risveglia, dove la natura in movimento sbadiglia e si sgranchisce dopo il lungo sonno invernale, un raggio di sole che scioglie l’ultima gelata. In poche parole è vita e non un concetto astratto.

Spunto per una lettura: Wa – La via giapponese all’armonia di Laura Imai Messina*. Questo libro, che ho ascoltato su Audible* (che potete provare gratuitamente*) e ho anche a tratti letto su carta, è un viaggio attraverso 72 parole, come le stagioni giapponesi. Ogni parola aiuta ad entrare un po’ nella cultura e ad assaporare meglio l’essenza del Giappone. E’ stato l’ispirazione per questo approfondimento.

Suddivisione delle stagioni

Nel calendario tradizionale giapponese gli equinozi del 21 marzo e 21 settembre ed i solstizi del 21 giugno e 21 dicembre corrispondono a circa metà della stagione. Da un’osservazione del clima nelle nostre stagioni questa classificazione mi sembra anche più calzante. In base a questo calendario le date di inizio delle stagioni tradizionali giapponesi sono soggette a cambiamenti, ogni anno, secondo il calendario tradizionale delle stagioni, ad esempio la primavera giapponese inizia un giorno differente. Le date che ho indicato in seguito sono un riferimento approssimativo.

L’antico calendario giapponese però, come molte delle tradizioni di questa strana ed intrigante cultura, non è del tutto originale. Inizialmente fu infatti importato dalla cultura cinese e nel tempo si è integrato acquisendo una propria connotazione ed un carattere tipicamente giapponese.

La foresta di Bambù- compare nell'articolo 72 stagioni dell anno giapponese 24 periodi
Kyoto: la foresta di bambù

Il Calendario ed il Capodanno nella tradizione orientale

In Asia tradizionalmente l’avvicendarsi delle stagioni era regolato da un calendario che è sintesi del calendario solare e di quello lunare, detto per questo anche “lunisolare”. Questa metodologia di calcolo fa coincidere l’inizio di ogni mese con il novilunio, di conseguenza anche l’inizio dell’anno non cade sempre nel medesimo giorno, ma è variabile.

La data dell’inizio del nuovo anno viene stabilita di volta in volta nel giorno della seconda (o occasionalmente della terza) luna nuova dopo il solstizio d’inverno, in pratica tra il 21 gennaio e il 20 febbraio del nostro calendario.

Solo a scopo informativo, nel 2024 il capodanno sarà Sabato 10 febbraio e nel 2025 Mercoledì 29 gennaio.

Il Capodanno in Giappone

Nell’antichità e fino all’avvento dell’era Meiji il capodanno giapponese coincideva con quello cinese, ma in seguito all’adozione del calendario gregoriano nel 1873, la festa fu fatta coincidere con il nostro 1° gennaio. Secondo la nuova usanza l’ultimo giorno dell’anno viene chiamato Ōmisoka (大晦日) mentre la festa per l’inizio del nuovo anno è chiamata Shōgatsu (正月).

Solo nella prefettura di Okinawa sopravvivono le vecchie usanze e la festa dell’anno lunisolare viene anche celebrata secondo l’antico calendario, come in Cina e Corea.

Nijūshi Sekki 24 suddivisioni di tre periodi dell’anno giapponese

Le Nijūshi Sekki sono le 24 divisioni dell’anno che tradizionalmente i giapponesi hanno sul loro calendario mutuate appunto dall’antico calendario cinese. Ognuna di esse in passato era ulteriormente suddivisa in tre periodi di circa 5 giorni fino ad arrivare alle 72 stagioni, ognuna con un proprio nome.

In questo calendario che anche molti dei veri giapponesi di oggi faticano a ricordare pienamente, le stagioni mutano ogni cinque giorni. Ogni cinque giorni un tempo nuovo, ogni cinque giorni una sfumatura diversa, ogni cinque giorni uno spunto per una riflessione.

Certamente questo è il riflesso di una cultura di un paese, dove ad esempio un colore può essere declinato in decine di varianti e non è semplicemente un blu, un rosso o un verde. L’attenzione per i particolari è parte integrante di questa cultura e le stagioni lo riflettono.

La suddivisione in 24 periodi e 72 stagioni dell’anno giapponese rappresentano il risultato di una osservazione curiosa e attenta della natura, del suo evolversi, oltre che un’occasione di rinnovamento continuo.

Ogni cinque giorni è possibile festeggiare un nuovo inizio, chiudere un capitolo, sfoggiare un nuovo look, o semplicemente avere l’occasione di ringraziare il creato per quanto ci offre.

Nota sulla traduzione delle 72 stagioni giapponesi

Finita questa doverosa introduzione, con la quale non voglio dare l’impressione di essere un esperto, ma semplicemente fornire la visione di un appassionato, lascio spazio all’elenco delle 72 stagioni giapponesi. Per comodità ho diviso l’anno in quattro stagioni principali, ogni stagione principale in 6 periodi, ogni periodo in 3 microstagioni.

L’elenco delle 72 stagioni e la relativa traduzione sono frutto di una ricerca e di confronto fra diverse interpretazioni, ma potreste trovare anche traduzioni differenti, perché alcuni Kanji possono essere già in giapponese interpretati in maniera differente.

Come ho già detto le date che ho indicato sono rapportate al nostro calendario per fornire un orientamento approssimativo ed una miglior comprensione, ma non necessariamente coincidono ogni anno con lo stesso giorno del nostro calendario

La prima delle 72 stagioni del calendario giapponese Primavera e fioritura dei ciliegi
Primavera in Giappone e fioritura dei ciliegi. La prima delle 72 stagioni del Giappone

Prima di partire compra la Guida del Giappone* della Lonely Planet (controllate che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se andate a Tokyo, conviene comprare una guida specifica*, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Le 72 stagioni del calendario giapponese > https://www.massimobasso.com/articoli/page/24/

春 Haru Primavera

La prima delle 72 stagioni dell’anno giapponese. Se non siete mai stati nel paese del sol Levante leggete il mio articolo con alcune indicazioni su quando andare in Giappone.

立春 Risshun – Inizio della Primavera

04–08 Febbraio (東風解凍 Harukaze kōri o toku) I venti dell’est sciolgono il ghiaccio
09–13 Febbraio (黄鶯睍睆 Kōō kenkan su) Gli uccelli canori iniziano a cantare nei cespugli sulle montagne
14–18 Febbraio (魚上氷 Uo kōri o izuru) I pesci fanno capolino dal ghiaccio

雨水 Usui – Il giorno in cui la neve si scioglie: Pioggia

19–23 Febbraio (土脉潤起 Tsuchi no shō uruoi okoru) La pioggia inumidisce il terreno
24–28 Febbraio (霞始靆 Kasumi hajimete tanabiku) Cominciano i banchi di nebbia
01–05 Marzo (草木萌動 Sōmoku mebae izuru) Spuntano i germogli nel terreno e sugli alberi

啓蟄 Keichitsu – Il giorno nel quale i vermicelli spuntano dal terreno: Si svegliano gli insetti

06–10 Marzo (蟄虫啓戸 Sugomori mushito o hiraku) Gli insetti che si sono ibernati escono dalle tane sotterranee
11–15 Marzo (桃始笑 Momo hajimete saku) Primi fiori di pesco
16–20 Marzo (菜虫化蝶 Namushi chō to naru) I bruchi diventano farfalle

春分 Shunbun – Equinozio di primavera

21–25 Marzo (雀始巣 Suzume hajimete sukū) I passeri costruiscono il nido
26–30 Marzo (櫻始開 Sakura hajimete saku) Primi fiori di ciliegio
31 Mar. – 4 Apr. (雷乃発声 Kaminari sunawachi koe o hassu) Il Tuono lontano

Fiori di ciliegio - compare nell'articolo 72 stagioni dell anno giapponese 24 periodi-2
Fiori di ciliegio

清明 Seimei – Sereno e luminoso

05–09 Aprile (玄鳥至 Tsubame kitaru) Tornano le rondini
10–14 Aprile (鴻雁北 Kōgan kaeru) Le oche selvatiche volano a nord
15–19 Aprile (虹始見 Niji hajimete arawaru) I primi arcobaleni

穀雨 Kokuu – Comincia a cadere la pioggia e parte la semina

20–24 Aprile (葭始生 Ashi hajimete shōzu) Spuntano le prime canne
25–29 Aprile (霜止出苗 Shimo yamite nae izuru) Ultimo gelo, crescono le piantine di riso
30 Aprile – 4 maggio (牡丹華 Botan hana saku) Sbocciano le peonie

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夏 Natsu Estate

立夏 Rikka – Comincia l’estate

05–09 Maggio (蛙始鳴 Kawazu hajimete naku) Le rane iniziano a gracidare
10–14 Maggio (蚯蚓出 Mimizu izuru) I vermi tornano in superificie
15–20 Maggio (竹笋生 Takenoko shōzu) I bambù germogliano

小満 Shōman – Spuntano i primi germogli

21–25 Maggio (蚕起食桑 Kaiko okite kuwa o hamu)I bachi da seta iniziano a banchettare con le foglie di gelso
26–30 Maggio (紅花栄 Benibana sakau) I cartamo fioriscono
31 Mag. –5 Giu. (麦秋至 Mugi no toki itaru) Il grano matura e viene raccolto

芒種 Bōshu – Ci si prepara alla semina

06–10 Giugno (蟷螂生 Kamakiri shōzu) Le mantidi religiose si schiudono
11–15 Giugno (腐草為螢 Kusaretaru kusa hotaru to naru) L’erba marcia diventa lucciole
16–20 Giugno (梅子黄 Ume no mi kibamu) Le prugne ingialliscono

Prugne gialle - Elena Mozhvilo su Unsplash
Prugne Gialle – Fotografia di Elena Mozhvilo su Unsplash

夏至 Geshi – Solstizio d’estate

21–26 Giugno (乃東枯 Natsukarekusa karuru) Il fiore della Brunella appassisce (prunella vulgaris)
27 Giu. – 1 Lug. (菖蒲華 Ayame hana saku) Sbocciano gli Iris
02–06 Luglio (半夏生 Hange shōzu) La pianta della Ban Xia germoglia (pinellia ternata)

小暑 Shōsho – La luce del sole comincia a scaldare

07–11 Luglio (温風至 Atsukaze itaru) Cominciano a soffiare Venti caldi
12–16 Luglio (蓮始開 Hasu hajimete hiraku) I primi fiori di loto
17–22 Luglio (鷹乃学習 Taka sunawachi waza o narau) I falchi imparano a volare

大暑 Taisho – Comincia il grande caldo

23–28 Luglio (桐始結花 Kiri hajimete hana o musubu) Gli alberi di Paulownia producono semi
29 Lug. – 2 Ago. (土潤溽暑 Tsuchi uruōte mushi atsushi) La terra è umida, l’aria è umida
03–07 Agosto (大雨時行 Taiu tokidoki furu) A volte cadono grandi piogge

秋 Aki Autunno

立秋 Risshū – Primi segnali d’autunno

08–12 Agosto (涼風至 Suzukaze itaru) Soffiano venti freddi
13–17 Agosto (寒蝉鳴 Higurashi naku) Le cicale della sera cantano
18–22 Agosto (蒙霧升降 Fukaki kiri matō) Scende le nebbie fitte

処暑 Shosho – Il caldo comincia a cedere il posto a temperature più accettabili

23–27 Agosto (綿柎開 Wata no hana shibe hiraku) Sbocciano i fiori di cotone
28 Ago. – 1 Set. (天地始粛 Tenchi hajimete samushi) Il caldo comincia a diminuire
02–07 Settembre (禾乃登 Kokumono sunawachi minoru) Il riso matura

白露 Hakuro – La prima rugiada bagna il terreno: Rugiada bianca

08–12 Settembre (草露白 Kusa no tsuyu shiroshi) La rugiada brilla bianca sull’erba
13–17 Settembre (鶺鴒鳴 Sekirei naku) Le ballerine (uccelli) cantano
18–22 Settembre (玄鳥去 Tsubame saru) Le rondini se ne vanno

Rugiada sulle foglie
Rugiada Photo by Kahika on Unsplash

秋分 Shūbun – Equinozio d’autunno

23–27 Settembre (雷乃収声 Kaminari sunawachi koe o osamu) Il tuono cessa
28 Sett. – 2 Ott. (蟄虫坏戸 Mushi kakurete to o fusagu) Gli insetti si rintanano sottoterra
03–07 Ottobre (水始涸 Mizu hajimete karuru) Gli agricoltori arano i campi

寒露 Kanro – Si avvicinano i mesi invernali e diminuiscono le temperature

08–12 Ottobre (鴻雁来 Kōgan kitaru) Tornano le oche selvatiche
13–17 Ottobre (菊花開 Kiku no hana hiraku) Fioriscono i crisantemi
18–22 Ottobre (蟋蟀在戸 Kirigirisu to ni ari) I grilli trillano vicino alla porta

霜降 Sōkō – Si avvicina l’inverno, ci sono le prime gelate autunnali

23–27 Ottobre (霜始降 Shimo hajimete furu) Il primo gelo
28 Ott. – 1 Nov. (霎時施 Kosame tokidoki furu) Occasionali piogge leggere
2–6 Novembre (楓蔦黄 Momiji tsuta kibamu) Le foglie di acero e di edera diventano gialle

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冬 Fuyu Inverno

立冬 Rittō – Comincia l’inverno

7–11 Novembre (山茶始開 Tsubaki hajimete hiraku) Fioriscono le camelie
12–16 Novembre (地始凍 Chi hajimete kōru) La terra comincia a gelare
17–21 Novembre (金盞香 Kinsenka saku) Fioriscono i narcisi

小雪 Shōsetsu – Piccola neve: cadono i primi fiocchi di neve

22–26 Novembre (虹蔵不見 Niji kakurete miezu) Gli arcobaleni si nascondono
27 Nov. – 1 Dic. (朔風払葉 Kitakaze konoha o harau) Il vento del nord soffia via le foglie
02–06 Dicembre (橘始黄 Tachibana hajimete kibamu) Le foglie dei mandarini cominciano ad ingiallire

大雪 Taisetsu – La grande neve, cade abbondante e imbianca le strade

07–11 Dicembre (閉塞成冬 Sora samuku fuyu to naru) Arriva il freddo, inizia l’inverno
12–16 Dicembre (熊蟄穴 Kuma ana ni komoru) Gli orsi vanno in letargo nelle loro tane
17–21 Dicembre (鱖魚群 Sake no uo muragaru) I salmoni si riuniscono e nuotano controcorrente

Inverno in Giappone
Inverno in Giappone – Fotografia di Samuel Berner su Unsplash

冬至 Tōji – Solstizio d’inverno nonché il giorno più breve dell’anno

22–26 Dicembre (乃東生 Natsukarekusa shōzu) La prunella germoglia
27–31 Dicembre (麋角解 Sawashika no tsuno otsuru) I cervi perdono le corna
01–04 Gennaio (雪下出麦 Yuki watarite mugi nobiru) Germogli di grano sotto la neve

Questo potrebbe essere un ottimo periodo dell’anno per visitare il Parco delle Scimmie delle Nevi di Jigokudani.

小寒 Shōkan – Cominciano le gelate

05–09 Gennaio (芹乃栄 Seri sunawachi sakau) Fiorisce il prezzemolo
10–14 Gennaio (水泉動 Shimizu atataka o fukumu) Le sorgenti si scongelano
15–19 Gennaio (雉始雊 Kiji hajimete naku) I fagiani iniziano a fare il loro richiamo

大寒 Daikan – Il momento più freddo prima del nuovo anno: il grande gelo

20–24 Gennaio (款冬華 Fuki no hana saku) Il farfaraccio germoglia
25–29 Gennaio (水沢腹堅 Sawamizu kōri tsumeru) Il ghiaccio si ispessisce nei ruscelli
30 Gen. – 3 Feb. (鶏始乳 Niwatori hajimete toya ni tsuku) Le galline iniziano a deporre le uova

Le 72 stagioni del calendario giapponese > https://www.massimobasso.com/articoli/page/24/

72 stagioni e l’anno giapponese ricomincia

Dopo l’ultima delle 72 stagioni, l’anno giapponese riconcia con una nuova primavera.

Il monte Fuji e fiori di ciliegio. Compare nell'articolo: le 72 stagioni dell anno giapponese 24 periodi
Monte Fuji e fiori di ciliegio – fotografia di JJ Ying su Unsplash

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Banner: immagine di macrovector su Freepik

Pubblicato: 03/02/2021
Il Tempio del Sole di Modhera, dedicato a Surya

Il Tempio del Sole di Modhera in Gujarat

di Max Pubblicato: 15/01/2021
India written by Max

Il Tempio del sole di Modhera

Il Tempio del Sole di Modhera, dedicato a Surya, si trova nell’omonimo villaggio ed è costruito su una riva del fiume Pushpavati, nel distretto di Mehsana in Gujarat, India. Il monumento fa parte dei complessi mantenuti dall’Archaeological Survey of India e ufficialmente non è più attivo. Solo come notizia la costruzione si trova più o meno sul Tropico del Cancro

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Il Tempio del sole di Modhera
  • Storia del Tempio del Sole di Modhera
  • Architettura del Tempio del Sole di Modhera
  • Sculture e immagini
    • Iconografia
  • Festival di danza Modhera
  • Come Arrivare al Tempio del Sole di Modhera
  • Cosa vedere nelle vicinanze di Modhera e argomenti correlati
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali
Il Tempio del Sole di Modhera

Storia del Tempio del Sole di Modhera

La costruzione del Tempio del Sole di Modhera avvenne durante il regno di Bhima I della dinastia Chaulukya, probabilmente per commemorare una battaglia contro Mahmud di Ghazni che aveva invaso il regno intorno al 1025 d.C. Il Tempio venne probabilmente distrutto e ricostruito, anche se non ci sono testimonianze, nella zona ovest infatti un pilastro riporta una scritta con una data “1087” capovolta. La colonna è stata probabilmente rimessa in loco senza attenzione durante i lavori o magari è volutamente una firma di chi l’ha ricostruito.
Il pozzo è stato costruito successivamente dal figlio di Bhima, Karna, intorno al tardo 1100, così come il colonnato esterno. Infatti dopo l’invasione subita, la dinastia riuscì a riappropriarsi del regno.

Architettura del Tempio del Sole di Modhera

Il complesso è formato da tre strutture principale che sono Gudhamandapa, ovvero la Sala del Santuario, Sabhamandapa, la Sala delle Assemblee e Kunda, pozzo a scalini e riserva d’acqua.
Le sale sono riccamente decorate e scolpite con varie figure.
Il tempio è costruito in stile Māru-Gurjara, anche se il nome Māru-Gurjara è relativamente nuovo, in precedenza era chiamato stile Solanki o Chaulukya, due nomi entrambi usati per indicare la stessa dinastia regnante. Lo stile originatosi nella costruzione dei templi Indù è stato adottato e diffuso in tutta l’India dalla tradizione Giainista.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock
Interno del Tempio di Surya a Modhera

Sculture e immagini

Le rappresentazioni di Surya si trovano in tre nicchie della cappella e su ogni lato delle tre finestre del muro esterno della sala del Santuario. Surya è raffigurato in posizione eretta con due braccia che tengono i fiori di loto e preceduto da sette cavalli. In tutto le pareti contano 12 nicchie che mostrano i diversi aspetti di Surya in ogni mese.

Sun Temple, Modhera - Guda Mandap 05

Iconografia

I pannelli sul Santuario principale del Tempio del Sole di Modhera sono scolpiti in modo da evidenziare la figura di Surya, ad indicare che il tempio è dedicato Lui. Queste sculture raffigurano la divinità con stivali e cintura, tipici dell’Asia occidentale più precisamente della Persia. Altre figure rappresentano Shiva e Vishnu in varie incarnazioni, Brahma, ed altre divinità maschili e femminili fra le quali un Ganesha danzante e la Dea Durga. Le scene raffigurate sui soffitti piatti e sugli architravi della sala delle assemblee sono tratte da poemi epici come il Ramayana ed il Mahabarata.

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Festival di danza Modhera

L’agenzia Turistica del Gujarat organizza annualmente un festival di danza della durata di tre giorni noto come Uttarardha Mahotsav che si svolge nella terza settimana di gennaio. L’obiettivo è del festival è quello di mostrare la danza classica in un’atmosfera simile a quella originaria, per cercare di rivivere i tempi passati.

Uttarardh Mahotsav 2020

Come Arrivare al Tempio del Sole di Modhera

La città più vicina a Modhera è Ahmedabad, dove c’è anche un aeroporto ben servito e dista un paio d’ore d’auto (circa 100km).
Da Ahmedabad è possibile anche arrivare in treno fino a Mehsana e poi prendere un taxi fino a Modhera, anche qui la durata del viaggio è di circa un paio d’ore.

Cosa vedere nelle vicinanze di Modhera e argomenti correlati

  • Ahmedabad, capitale economica del Gujarat (la capitale amministrativa del Gujarat è Gandhinagar)
  • Bhuj dove è possibile visitare l’Aina Mahal, il Prag Mahal ed il Museo di Bhuj. All’ingresso dell’Aaina Mahal è possibile ammirare un pezzo d’Italia: una scultura di un Leone Alato di San Marco (vedi foto)
  • Patan dove potete vedere il pozzo a Scalini Rani-ki-vav
  • Junagadh (vedi l’articolo nel mio sito)
  • Palitana ed il suo pellegrinaggio di 5.000 scalini ai templi Giainisti
  • Sasan Gir, posto unico dove ammirare i leoni asiatici
Aina Mahal il leone alato di San Marco a Bhuj
Il Leone Alato di San Marco – Aina Mahal, Bhuj

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

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Proposte di viaggio in India

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Cultura

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Antiche Religioni

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Tradizioni Tribali

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Pubblicato: 15/01/2021
calendario associazione sorrisi 2013 calendario 2014 calendario 2015 calendario sorrisi

Calendario Associazione Sorrisi 2021

di Max Pubblicato: 03/01/2021
Divagazioni written by Max

Calendario 2021 Sorrisi O.D.V.

Anche quest’anno torna il calendario dell’Associazione Sorrisi, con fotografie di Giorgio Antoniotti,  Paola Franciosi e mie, se volete averne una copia chiamatemi, scrivetemi qui o su Facebook o Instagram.

Abbiamo pensato di fare due formati: uno da appendere (quello delle foto qui sotto) e uno da scrivania.

I calendari sono stati realizzati grazie ai contributi delle persone generose che sostengono l’Associazione che si occupa soprattutto dei bambini di Kimbondo (crediti nell’ultima pagina del calendario).

Grazie a tutti quelli che sostengono questa e altre associazioni umanitarie, il volontariato è un pilastro importante dell’economia dei paesi poveri e delle persone disagiate.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

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Parti per gli USA? Se la destinazione è New York puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure a piedi, in taxi o autobus. Ma se le preferenze sono per  l’assolata California vedi cosa fare e quando andare a San Francisco e Los Angeles e magari fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

Se non ti piacciono le città, allora fuggi verso i Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon.

Ciao, a presto!

Pubblicato: 03/01/2021
Il culto del Dio del Sole Surya in India

Surya ed il culto del Dio del Sole in India

di Max Pubblicato: 30/12/2020
India written by Max

Surya ed il culto del Dio del Sole in India

Il culto Induista del Dio del Sole Surya è comune a molte religioni, anche se il nome con cui la divinità viene identificata varia a seconda del luogo. Nella stessa India Surya è una divinità comune all’induismo, al buddismo ed al giainismo e viene identificato con vari nomi quali Aditya, Savitr, Ravi, Mitra, Vivasvan e molti altri.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Surya ed il culto del Dio del Sole in India
  • Il Sole come prima divinità
  • Il culto del Sole nelle varie mitologie
  • Il Dio del Sole al maschile o femminile?
  • Il culto del Sole Oggi
  • Origini del culto di Surya e sua evoluzione
    • Mitologia, racconti e leggende
  • Simbolismo di Surya e sua rappresentazione
  • Influenze occidentali e contaminazioni
  • Surya nel Buddismo
  • Surya nella vita quotidiana
  • Il saluto al Sole
  • Templi dedicati al Dio del Sole Surya
    • Elenco dei Templi in India
    • Esempi di Templi del Sole nel mondo
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali

Il culto del Dio del Sole Surya in India

Qui sopra: Particolare del Tempio di Surya a Konark, in Orissa: Ruota del carro di Surya

Il Sole come prima divinità

E’ facile immaginare come le civiltà primitive e poi quelle meno antiche riconoscessero nel sole una sorta di padre e protettore dell’umanità. Il costante moto nel cielo ed il suo calore fonte di vita fecero sì che fin dagli albori dell’umanità divenisse oggetto di culto, identificato con una divinità benevola.

Il culto del Sole nelle varie mitologie

National Museum New Delhi (54)

Si ha notizia di un culto del Dio del Sole già nelle civiltà mesopotamiche dove assunse il nome di Shamash (o Utu a seconda del linguaggio). La leggenda narra che addirittura Hammurabi avesse ricevuto il suo famoso codice proprio da questa divinità.

Nella civiltà Egizia egli assunse il nome di Aton, Ra ed Horus, divinità in vario modo legate al culto del sole. Horus ad esempio veniva raffigurato come un falco la cui testa era sovrastata dal disco solare.

Più vicino alla nostra cultura fu il culto greco per Helios, divinità che attraversa il cielo dall’alba al tramonto sul suo carro trainato da quattro cavalli, poi fuso in qualche modo nel mito di Apollo. Solo come cenno si possono ricordare il Dio Tonatiù degli Aztechi, il Dio Inti degli Inca e molti altri

Il Dio del Sole al maschile o femminile?

Siamo abituati a dire “il Dio del Sole” e anche Surya è considerato al maschile. In alcune culture invece il sole è visto al femminile. E’ il caso della divinità Shintoista del Sole: Amaterasu-o-mi-kami che significa “Grande dea che splende nei cieli”, generalmente abbreviato in Amaterasu. Ella è considerata la Dea da cui discendono tutte le cose e l’albero genalogico della famiglia Imperiale Giapponese annovera questa Dea tra i propri antenati.

Nella tradizione Norrena Sól era la dea del Sole, figlia di Mundilfœri e moglie di Glenr. Anche questa divinità femminile viene rappresentata alla guida di un carro che attraversa il cielo trainato da due cavalli.

Il culto del Sole Oggi

A differenza di altre civiltà i Templi del Sole indiani sono in alcuni casi ancora attivi e frequentati, anche se in misura molto minore di un tempo. Molti pellegrini visitano questi templi per le preghiere o le abluzioni rituali, per richiedere favori speciali o per guarire dalle malattie.
Anche in questo l’India è speciale.

Leggi l’articolo sul Tempio del Sole di Konark

Il culto del Dio del Sole Surya in India
Qui sopra: Immagine del Tempio del Sole di Modhera

Origini del culto di Surya e sua evoluzione

In India il culto del Dio del Sole risale a tempi antichi, in epoca pre-vedica e poi agli albori del brahmanesimo, in particolare nella religione denominata Saura. In questa corrente religiosa antica il dio Surya era il Dio principale della Trimurti, lo Spirito Supremo ed il Creatore.

Col passare dei secoli Surya venne spesso identificato con Shiva, Brahma e Vishnu, in altri casi furono queste divinità ad assumere il suo nome. Queste figure finirono per soppiantarlo in buona parte delle credenze e nelle tradizioni popolari e Surya venne progressivamente messo in disparte nella pratica quotidiana, in alcuni casi identificato con Indra o Ganesha o sostituito da questi ultimi in una fusione di pratiche religiose.

Mitologia, racconti e leggende

Surya, come già detto, è considerato da alcuni un’incarnazione della Trinità Bhrahma, Vishnu e Shiva. In questa credenza Surya è considerato Bhrahma fino a mezzogiorno, Shiva nel pomeriggio e Vishnu la sera.

Surya ebbe alcune mogli. Usha, la regina della notte, vestita di abiti d’oro impreziositi dalle stelle. Padmini che rappresenta il fiore di loto che prende vita quando il sole sorge. Chaaya che è la regina e Dea dell’Ombra. Essa nacque dall’ombra di Sanjna, la prima moglie di Surya sostituendola quando quest’ultima lasciò il marito.

La leggenda narra che la prima consorte di Surya fosse Sanjna (chiamata anche Saranyu) che diede alla luce due figli: Yama e Yami (che secondo la mitologia furono i primi due esseri umani). Purtroppo Sanjna non sopportava il calore del sole, per questo abbandonò il marito per tornare dal padre (Maya l’architetto divino). Fu in quel momento che Chhaya prese il suo posto nascendo dalla sua ombra.

Surya, voleva però ritrovare la prima moglie ed interrogando Chhaya, scoprì che Sanjna si era tramutata in una giumenta e che stava vagando per la foresta. Così Surya si trasformò in uno stallone, la trovò e dall’atto d’amore che ne seguì nacquero i due gemelli Ashvin, mitici dei dall’alba, della medicina e delle scienza.

Simbolismo di Surya e sua rappresentazione

Sculpture of Surya, Neelkanth temple, Alwar district, Rajasthan, India

Surya è spesso rappresentato su un carro trainato da sette cavalli, sette come i giorni della settimana o i colori della luce del sole. Altre volte invece i cavalli sono quattro, come influenza della tradizione greca. Il cocchiere Aruna rappresenta l’aurea rossa del sole nascente ed è il fratello maggiore di Garuda l’uccello mitologico veicolo di Vishnu.

Il Dio può essere rappresentato con quattro mani: due con i fiori di loto, una con il necessario per scrivere e una quarta per il bastone. Altre raffigurazioni riportano due mani che reggono un girasole. Spesso ha tre teste, a rappresentare le tre fasi della giornata: alba, mezzogiorno e tramonto, mentre la notte non è nei suoi domini.

Lo accompagnano alcune figure femminili: Usha e Pratyusha, le Dee dell’Alba, che lanciano le loro frecce per aiutare l’arrivo del giorno e le due mogli: la Regina e l’Ombra

Influenze occidentali e contaminazioni

Le rappresentazioni sono variate nel tempo. In tempi antichi Egli era rappresentato in maniera simile a quanto è possibile vedere nell’iconografia Persiana e Greca, il che suggerisce una sorta di influenza reciproca delle varie culture. In alcune raffigurazioni lo si vede addirittura con mantello e stivali alti.

Sulle porte dei monasteri buddisti Nepalesi è rappresentato insieme a Chandra, il Dio della Luna. Secondo alcuni studiosi il culto del Sole sarebbe stato influenzato in maniera decisiva da alcuni sacerdoti Persiani di culto Mazdeista, una corrente dello Zoroastrismo.

Surya nel Buddismo

Nel Buddismo dell’Estremo Oriente Surya viene rappresentato come uno dei dodici Deva, divinità che hanno la funzione di custodi e che si trovano dentro o intorno ai santuari buddisti.

Surya nella vita quotidiana

Surya è il signore di Simha, il Leone, una delle dodici costellazioni nel sistema zodiacale indiano

L’altro nome di Surya, Ravi è la radice di Ravivaar, il nome indiano della domenica (in inglese sun-day il giorno del sole)

Surya è raffigurato con un Chakra, una ruota, spesso raffigurata ed interpretata come la ruota del Dharma o Dharmachakra e rappresentata nella bandiera dell’India. La ruota viene anche ripresa in altre religioni come il buddismo.

Il saluto al Sole

Recentemente, con la riscoperta e la valorizzazione dello Yoga come disciplina di vita anche in occidente, è nata la pratica del saluto al sole o Surya Namaskar. Questa è una sorta di fase di riscaldamento che adotta il simbolismo del sole come fonte di vita e che viene condotto in preparazione alla giornata o alla pratica di una sessione di Yoga

Templi dedicati al Dio del Sole Surya

Nel tempo sono molti i Templi dedicati a Surya eretti in varie parti dell’India. Il più famoso è probabilmente il Tempio del Sole di Konark, a pochi chilometri da Puri, in Orissa.
Altri Templi famosi sono il Tempio del Sole di Modhera, in Gujarat, Il Tempio Dakshinaarka a Gaya in Bihar ed il Tempio Suryanar Kovil a Kumbakonam in Tamil Nadu. Di seguito un elenco di alcuni templi interessanti.

Tempio del Sole di Modhera, in Gujarat, dedicato a Surya
Qui sopra il Tempio del Sole di Modhera e il vicino pozzo a Scalini

Elenco dei Templi in India

  • Grande Tempio di Konark, in Orissa
  • Surya, Tempio del sole a Modhera, Gujarat
  • Tempio Dakshinaarka a Gaya, Bihar
  • Sri Suryanar Kovil a Thanjavur, Tamilnadu
  • Suryanarayana ad Arasavalli, Andra Pradesh
  • Surya Pahar, vicino a Goalpara in Assam, un complesso di templi molto antichi comuni all’Induismo, al Giainismo ed al Buddismo (nella mia lista dei luoghi da visitare)
  • Bhramanya Dev a Unao, Madhya Pradesh
  • Tempio di Martand (altro nome di Surya) a Jammu in Kashmir

Esempi di Templi del Sole nel mondo

  • Tempio del sole di Pechino (Cina)
  • Il Tempio di Ramses ad Abu Simbel
  • Mesa Verde National Park (Colorado)
  • Macchu Picchu (Perù)
  • Piramide di Teotihuacan, Messico

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Pubblicato: 30/12/2020
Particolare del soffitto della chiesa di Santa Maria Maggiore a Sovana-

Sovana terra di Papi, Regine ed invasori

di Max Pubblicato: 15/12/2020
Italia written by Max

Sovana, città di storia e di misteri

La cittadina di Sovana è un perfetto esempio di borgo medievale che ha mantenuto intatte le sue caratteristiche nel corso dei secoli e che a tutt’oggi è vivo e vitale. A dispetto della relativa minor estensione e popolarità rispetto ai borghi gemelli di Sorano e Pitigliano, Sovana offre spunti storici ed architettonici di notevole interesse. Il tutto è condito con leggende ed intrighi che rendono la visita più interessante aggiungendo un pizzico di mistero.

Tempo di lettura stimato: 14 minuti

Indice

  • Sovana, città di storia e di misteri
  • Sovana e le umili origini
  • Decadenza della civiltà etrusca
  • Dominazioni romane e barbariche
  • Gli Aldobrandeschi
  • Ildebrando da Sovana, Papa Gregorio VII
    • Gregorio VII ed Enrico IV
    • Le spoglie di Gregorio VII a Sovana nel 2020/21
  • Il periodo buio di Sovana
  • Sovana Oggi
  • Misteri e intrighi
    • Il furto di Sovana
  • Detti e leggende su Sovana
    • Il mistero rimane
  • Come arrivare
  • Cosa visitare a Sovana: la tomba Ildebranda
    • Le vie cave
    • Altri monumenti da visitare
  • Nelle vicinanze
    • Le terme
La via Pricipale di sovana

Sovana e le umili origini

Sovana, un tempo chiamata Suana, fu fondata da agricoltori e pastori di origine etrusca prima del VII secolo a.C., come si può dedurre dalle tombe rinvenute nei dintorni del borgo principale. La città venne probabilmente costruita sulla rocca per una migliore difesa ed anche per il clima più secco rispetto ai fondovalle chiusi ed umidi, adatti alla pastorizia ed all’agricoltura. Il Borgo era collegato agli altri centri della zona anche a mezzo delle caratteristiche vie cave scavate nel tufo, che dalla città scendono verso il fondovalle.

Decadenza della civiltà etrusca

Successivamente al VI secolo a.C, la città soffrì la progressiva decadenza della civiltà etrusca, pur rimanendo una delle città più vive della zona. A causa dell’appartenenza al territorio di Vulci, la città più influente dell’epoca, gli abitanti di Sovana dovettero affrontare e sostenere i continui assalti degli invasori romani. Questi ultimi finirono col conquistare Sovana ed il territorio di Vulci intorno al 278 a.C., ma mentre Vulci fu progressivamente abbandonata, Sovana resistette con struttura e cultura proprie fino intorno al I secolo a.C.

Dominazioni romane e barbariche

Successivamente all’avvento del cristianesimo, intorno a IV secolo Sovana divenne sede vescovile e poi fra alterne vicende fu dominio Longobardo e sede dei funzionari del regno. In seguito alla caduta dei Longobardi entrò a far parte dei domini della chiesa, insieme ad altre città della regione che ancora oggi  si identifica come Tuscia.

Gli Aldobrandeschi

Ciò che forse segnò maggiormente la storia di Sovana fu il dominio degli Aldobrandeschi. Se visitate la Tuscia vengono citati praticamente in ogni borgo della zona! Infatti a partire dal IX secolo questa famiglia di origine longobarda estese il suo dominio su vaste parti della Maremma ed in seguito a vari spostamenti fissò la sua capitale a Sovana intorno all’anno Mille. Questo fece di Sovana un grande centro di potere e di traffico, contribuendo a rendere grande la città.

Rocca Aldobrandesca
Rocca Aldobrandesca

Ildebrando da Sovana, Papa Gregorio VII

La figura più famosa della storia della città è sicuramente Ildebrando di Soana (Sovana). In seguito alla morte del Papa Alessandro II egli culminò una vita di influenze e di lotta alla decadenza della Chiesa divenendo Pontefice con il nome di Gregorio VII.
Convinto sostenitore della lotta alla vendita di indulgenze e di cariche ecclesiastiche dopo essere stato eletto egli emanò il famoso “Dictatus Papae” nel quale si affermava la supremazia del Pontefice rispetto all’Imperatore.

Gregorio VII ed Enrico IV

Ne sortì un contrasto con l’imperatore Enrico IV, che fra scomuniche, pentimenti e battaglie, portarono alla sconfitta di Ildebrando che morì esule in terra Normanna a Salerno nel 1085. Restano famosi l’umiliazione inflitta all’imperatore a Canossa per intercessione della Contessa Matilde e l’attentato al Papa che Gregorio VII subì nel 1075 ad opera di Cencio, influente personalità romana sostenitore dell’Antipapa.

Le spoglie di Gregorio VII a Sovana nel 2020/21

Con l’occasione del Millenario dalla nascita di san Gregorio VII, il 22 febbraio 2020, sono state esposte nella Cattedrale di Sovana le spoglie del Santo, normalmente custodite nel Duomo di Salerno. Il corpo del Santo Papa che doveva rimanere a Sovana fino al 14 settembre, rimarrà invece fino a febbraio 2021.
E la seconda volta che le spoglie lasciano Salerno, la prima accadde nel 1954: Papa Pio XII le volle esposte a Roma per alcuni giorni.

Spoglie di San Gregorio - Papa Gregorio VII ildebrando da Soana esposte al Duomo di Sovana nel 2020
Spoglie di San Gregorio – Papa Gregorio VII ildebrando da Soana esposte al Duomo di Sovana nel 2020

Il periodo buio di Sovana

Successivamente alla caduta degli Aldobrandeschi, a partire dal XIII secolo la città subì un progressivo declino ed a nulla valsero i tentativi di risollevarne le sorti anche ad opera dei Medici. La malaria ed il trasferimento della sede vescovile a Pitigliano nel 1660 diedero il colpo di grazia alla città, che perse anche lo status di Comune a favore di Pitigliano nel 1814.

Sovana Oggi

Sovana oggi sta vivendo una nuova giovinezza, grazie al riconoscimento recente come uno dei caratteristici borghi d’Italia. Hanno riaperto caffè e ristoranti e anche qualche timido negozio di souvenir. Ovviamente appena fuori dalla stagione agostana il borgo rimane intimo e piacevolmente godibile. Un piccolo angolo di paradiso dove ad esempio l’ufficio postale è ospitato in un bellissimo palazzo storico e dove la gente convive a proprio agio e apparente noncuranza con una storia millenaria.

Ufficio Postale di Sovana
Ufficio Postale di Sovana

Misteri e intrighi

Oltre a dare i natali a Ildebrando da Sovana, la città era già nota per essere stata una delle prime a convertirsi al cristianesimo grazie all’opera di San Mamiliano nel IV secolo d.C. La storia del santo era accompagnata da una leggenda, resa famosa dal racconto Il Conte di Montecristo.
Nella leggenda e nel libro si parlava di un tesoro, che si riteneva sepolto nella chiesa di San Mamiliano sull’isola di Montecristo. Nel 2004 invece nella chiesa sconsacrata di Sovana, anch’essa dedicata al Santo, durante i lavori di restauro venne scoperto un tesoro di 498 monete d’oro risalenti all’epoca del Santo, di fatto confermando le voci sul tesoro. Le monete sono un ritrovamento unico e di inestimabile valore con una sola scoperta simile in Italia. Testimonaino un periodo di transizione fra l’impero Romano d’Occidente e quello d’Oriente

Il furto di Sovana

Per 83 delle monete rinvenute nella chiesa di San Mamiliano era stata predisposta una mostra permanente proprio nel luogo del ritrovamento, creando così un prezioso museo cittadino.

Sfortunatamente il giorno 10 novembre del 2019 un drappello di malviventi è riuscita a trafugare 66 delle monete esposte, realizzando un bottino di valore inestimabile e causando una ferita profonda e difficilmente rimarginabile nel cuore degli abitanti del borgo e di tutti gli italiani.
Le rimanenti monete, protette da una teca hanno resistito all’assalto e si sono miracolosamente salvate.

Detti e leggende su Sovana

Tu sei come la carrozza di Antiglia, tutti la cercano e nessuno se la piglia.

Narra la leggenda che a Sovana vivesse una bellissima regina di nome Antiglia. Era una donna bella e desiderata, ma tormentata dal terrore di essere dimenticata.
Dopo aver pensato a lungo come farsi ricordare dai posteri escogitò un piano. Antiglia fece costruire un bellissimo cocchio dorato trainato da quattro cavalli anch’essi d’oro.
Appena ultimato il cocchio organizzò delle feste per farlo vedere ai nobili ed alla popolazione e suscitarne la curiosità e l’ammirazione. Quando si sparse la voce tutti volevano vedere la preziosa carrozza, ma la Regina per render l’oggetto ancora più desiderabile e misterioso lo nascose in un luogo segreto, chiedendo quando fosse morta di essere seppellita insieme al cocchio ed ai quattro cavalli d’oro.

Il mistero rimane

Dopo la morte della Regina nessuno scoprì mai il luogo dove era stata seppellita col suo tesoro ed ancora oggi si dice che sia da qualche parte nei dintorni di Sovana.
Fu così che la scaltra regina Antiglia coronò il suo desiderio di essere ricordata per sempre

Come arrivare

Arrivando da Firenze o Roma l’uscita dell’autostrada è Chianciano Terme, poi si segue per San Casciano dei Bagni e Sovana.
Da Grosseto o da Orbetello seguire le indicazioni per le Terme di Saturnia e poi Sovana.
I mezzi pubblici non sono l’opzione consigliata, ma una bella esperienza può essere visitare questi luoghi in bici, noi abbiamo affittato le bici elettriche a Saturnia e poi abbiamo girato in tranquillità godendoci i borghi ed i boschi, con poco traffico.
Arrivati a Sovana il parcheggio si trova a pochi passi dalla piazza principale e per la maggior parte della giornata è a pagamento. Accanto al parcheggio c’è un frantoio che raccomando di visitare perché il proprietario vi trasmetterà una sana passione per l’olio e vi racconterà un sacco di curiosità sulla produzione e sulle proprietà di questo alimento.
Noi abbiamo fatto la spesa!

Cosa visitare a Sovana: la tomba Ildebranda

Uno dei monumenti da vedere a Sovana non è esattamente a Sovana, ma appena fuori ed è la Tomba Ildebranda, di epoca etrusca, così chiamata in onore di papa Gregorio VII al secolo Ildebrando. Purtroppo rimangono solo il complesso, comunque molto interessante, con alcune sculture e bassorilievi. La Tomba fu probabilmente saccheggiata in epoche remote. Nelle vicinanze la vera e propria necropoli estrusca.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Le vie cave

Strettamente legate agli estruschi sono le vie cave. Tra Sorano e Sovana ce ne sono un sacco, si tratta di un’esperienza unica ed irripetibile. Sono in pratica delle specie di gallerie, ma senza la volta e sono scavati nella roccia di tufo, proprio un’esperienza da non perdere. Sono possibile delle belle passeggiate e la zona si presta anche a trekking di diversi giorni, tutti ben segnati ed alcuni percorribili anche a cavallo.

Indicazioni dei Sentieri nei dintorni di Sovana
Indicazioni dei Sentieri nei dintorni di Sovana

Altri monumenti da visitare

Altri monumenti degni di nota all’interno di Sovana sono la Rocca Aldobrandesca, che si ergeva a difesa della città e abbandonata nel XVII secolo, la Piazza del Pretorio, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, il Palazzo dell’Archivio e la Loggia del Capitano.

Il Palazzo Pretorio ospita il Museo Archeologico dove si possono ammirare i resti rinvenuti presso la vicina Tomba Ildebranda e la Necropoli Etrusca di Sovana. Di particolare nota il Duomo di Sovana, che vale bene i due euro del biglietto d’ingresso. Particolari la cripta a sei colonne situata sotto l’altare ed il sarcofago che un tempo ospitava i resti di San Mamiliano, ora sepolto sull’Isola del Giglio.

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Nelle vicinanze

E possibile visitare i borghi simili di Sorano e Pitigliano, anch’essi borghi scavati nel tufo e con un passato glorioso. Interessante è la visita al ghetto ebraico ed in ottica un po’ meno storica è bello curiosare nei piccoli negozi di artigianato locale.

Le terme

La sera, dopo una giornata faticosa, nulla di meglio di un po’ di relax alle terme, non ho visitato quelle di Sorano, ma quelle di Saturnia le consiglio vivamente, specialmente con una visita finale ad un ottimo ristorante di cucina locale.

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Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto e parti senza lasciare nulla al caso.

Se sei in Piemonte parti con una visita alla Sacra di San Michele. Prosegui con le residenze reali come il Castello della Mandria e poi Palazzo Barolo e la Palazzina di caccia di Stupinigi nella splendida Torino, che in questo articolo ritraggo in notturna.

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Tuffati nella storia con l’articolo su Sovana terra di Papi, Regine ed invasori.

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Pubblicato: 15/12/2020
viaggio usa stati uniti sud ovest

Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti, un viaggio memorabile

di Max Pubblicato: 30/11/2020
Stati Uniti written by Max

Solo un altro viaggio nei parchi degli Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti?

Un itinerario classico nei Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti, viaggiando senza fretta per scoprire qualcosa in più.. o almeno provarci!

Vi piacciono gli USA? Date uno sguardo anche ad un altro viaggio in USA: Yellowstone, un parco da scoprire.

Se siete interessati ad un viaggio mordi e fuggi non vi ritroverete col mio modo di viaggiare. Compatibilmente con il poco tempo disponibile preferisco vedere qualche località in meno, ma in maniera più rilassata. Restare per qualche giorno nello stesso posto ti permette di avere un sacco di vantaggi. Puoi conoscere gente, confrontarti con le realtà del luogo, percorrere qualche sentiero, vedere l’alba o il tramonto e visitare i supermercati..

Sì, i supermercati sono sempre una delle mie mete preferite. Il supermercato fornisce un’idea delle abitudini del luogo, dello stile di vita e dell’agiatezza dei suoi abitanti, della demografia. Un sacco di spunti interessanti e di curiosità.. e negli Stati Uniti è anche un’ottima sosta per un caffé.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Solo un altro viaggio nei parchi degli Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti?
  • Cose da sapere prima di partire per i parchi dell’Ovest degli Stati Uniti
    • L’autorizzazione ESTA
    • Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti Arriviamo!
  • I parchi nazionali degli USA
    • Biglietti e Pass per i Parchi dell’Ovest e non solo
  • Prenotazioni per i parchi degli Stati Uniti
  • Scegliere un itinerario nei parchi dell’Ovest degli Stati Uniti
  • Un piccolo prologo, per i più curiosi..
  • Itinerario consigliato nel sud ovest degli USA
  • Libri e guide per gli Stati Uniti
  • Proposte viaggi USA
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?
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Cose da sapere prima di partire per i parchi dell’Ovest degli Stati Uniti

Ci sono degli aspetti che ovviamente sono imprescindibili uno di questi è il biglietto aereo. Ci sono un sacco di siti validi per l’acquisto di un biglietto aereo ed è semplice far da se’. Non dimenticatevi, però, se fate scalo in un aeroporto di grandi dimensioni, di avere abbastanza tempo per spostarvi da un terminal ad un altro, oltre a passare i controlli di sicurezza ed del passaporto.

Attenzione: se fate degli scali intermedi negli Stati Uniti sarete obbligati a riprendere il vostro bagaglio al primo scalo e ad imbarcarlo nuovamente.

Se volete sapere proprio tutto potete leggere l’articolo sulle cose importanti da sapere prima di partire per gli Stati Uniti.

L’autorizzazione ESTA

Per essere ammessi negli Stati Uniti occorre anche aver un passaporto in corso di validità e richiedere il Sistema Elettronico di Autorizzazione al Viaggio, una sorta di visto elettronico chiamato ESTA dal costo di 14 dollari che potete richiedere da qui. (il link in italiano non funziona, ma potete cambiare la lingua)

Se affittate un’auto ricordatevi di informarvi sulle assicurazioni, il sistema RC auto americano è differente dal nostro. Assicuratevi di avere una copertura assicurativa contro qualsiasi evenienza, è vero il costo sarà più alto, ma non avrete sorprese e soprattutto non rischierete di rovinare la vacanza per qualche inconveniente.

Prima di partire per i Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti scaricate un’app che funga da navigatore satellitare offline, non dappertutto il cellulare ha copertura e affittare il GPS costa più.

Prima di partire per gli Stati Uniti assicurati di non restare senza connessione, acquista una eSIM con traffico dati a prezzo fisso*

Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti Arriviamo!

Tutti a bordo! Avete preso tutto? Magari date uno sguardo alla lista delle cose da mettere in valigia per evitare di dimenticare qualcosa. Ma soprattutto portate con voi il buonumore e la curiosità.

Ok, possiamo partire per questa pazza America: per i Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti! Una delle cose che mi sono sempre piaciute sono gli umoristici cartelli con presunte pubblicità o improbabili frasi celebri. In questo articolo ve ne propongo un paio..

CARTELLO PUBBLICITARIO NEI PARCHI DELL'OVEST DEGLI STATI UNITI
Tutto quello che mi piace è illegale, immorale o fa ingrassare

I parchi nazionali degli USA

Negli Stati Uniti esistono diversi tipi di aree protette, ciascuna con regole di accesso ed utilizzo differenti a seconda del luogo e della destinazione, ognuno gestito da un ente differente.

Il National Park Service amministra 62 Parchi Nazionali (erano 59 nel 2018), l’ultimo parco, White Sands National Park, New Mexico, è stato creato nel dicembre 2019. Il National Park Service oltre ai Parchi Nazionali amministra all’incirca altre 360 aree protette per una superficie totale che supera i 340.000 chilometri quadrati, un territorio più grande dell’Italia. Queste aree oltre all’appellativo di National Park, assumono nomi diversi come National Historic Landmark, National Monument, National Preserve, National Historic Site, National Memorial e altro.

Insomma per capirci qualcosa occorre essere nati qui, ma col tempo ci si fa l’abitudine e in genere per il viaggiatore la differenza consiste solamente nella validità dei vari pass, che sono legati alla classificazione dell’area.

Biglietti e Pass per i Parchi dell’Ovest e non solo

In genere l’accesso alle aree protette prevede un biglietto d’ingresso dal costo variabile, che vale di solito 7 giorni.

Sul sito del National Park Service è possibile prenotare lodge e campeggi oltre a trovare molte informazioni sui parchi. Se programmate di visitare più di un parco prendete in considerazione di acquistare il pass annuale, America the Beautiful. Il pass vale per un veicolo con massimo 15 persone a bordo, costa 80 dollari (maggio 2022) ed è acquistabile online (sconsigliabile perché prevede la spedizione materiale) oppure all’ingresso di molti parchi.

Un altro ente che gestisce molte aree protette è il Forest Service che tutela le foreste nazionali. Anche su questo sito potete trovare informazioni sulle aree ad uso ricreativo e sui campeggi, oltre ad informazioni su sentieri ed attività.

Inoltre ho trovato questo sito sempre istituzionale che aiuta nella ricerca delle zone ed attività ricreative: provate a dare un’occhiata qui, mi pare un’ottima fonte di ispirazione.

Prenotazioni per i parchi degli Stati Uniti

Alcuni parchi prevedono una prenotazione per l’ingresso, in genere solo nei mesi estivi e per le fasce orarie di maggiore afflusso. Controllate bene e pianificate le visite in anticipo perché la lista dei parchi che adottano questo sistema cresce di continuo.

Scegliere un itinerario nei parchi dell’Ovest degli Stati Uniti

Inizialmente avevo previsto un itinerario differente per il mio viaggio negli Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti. Complice un ritardo dell’aereo che ci ha costretti un giorno fermi in aeroporto a Londra e la mia innata curiosità che mi ha fatto trovare spunti interessanti per fermarmi di più, ho dovuto tagliare un pezzo dell’itinerario previsto.

Forse l’itinerario iniziale era un po’ troppo ambizioso e superficiale. Ed in questo modo mi rimangono un bel po’ di cose da vedere per il prossimo viaggio.

Parchi dell'Ovest degli Stati Uniti

Parco Nazionale Zion – Utah (Stati Uniti Parchi del Sud Ovest)

Un piccolo prologo, per i più curiosi..

Prologo video con immagini del viaggio nei parchi degli Stati Uniti

Itinerario consigliato nel sud ovest degli USA

Ecco l’itinerario del nostro Viaggio in USA negli Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti

Prima di cimentarti in questo viaggio leggi questo articolo: Partire per gli Stati Uniti: le cose importanti da sapere
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  • Zion National Park (160 miglia, 2,5 ore) Escursione nello Zion Canyon National Park
  • Bryce Canyon (88 miglia, 2 ore) – Fotografare il Bryce Canyon
  • Moab – Arches National Park, passando attraverso Escalante e Capitol Reef (270 miglia, 6-7 ore).. sarebbe stato meglio prevedere una sosta, ma la disponibilità di strutture non è il massimo. – Escursione negli Arches (video) Visita al parco nazionale degli Arches (consigli e fotografie)
  • Monument Valley (155 miglia, 2,5 ore) – Monument Valley, la riserva NavajoDine’, Navajo Code Talkers, una storia americana
  • Antelope Canyon (125 miglia, 2 ore) Scegliere fra Lower Antelope Canyon e Upper Antelope Canyon
  • Horseshoe Bend (10 miglia, 15 minuti Un Salto a Horseshoe Bend
  • Grand Canyon (135 miglia, 3 ore) Escursione nel Grand Canyon
  • Seligman sulla Route 66 (102 miglia, 2 ore) meglio fermarsi ad Oatman – in arrivo
  • Las Vegas (si, di nuovo.. 177 miglia, 3 ore)
  • Death Valley (141 miglia, 3 ore) – La Valle della Morte
  • Los Angeles (270 miglia, 5 ore)

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 30/11/2020
La storia di Fort Bluff e di Hole in the Rock

Fort Bluff, Hole in the Rock e i pionieri americani

di Max Pubblicato: 30/11/2020
Stati Uniti written by Max

Fort Bluff e Hole in the Rock: un pezzo di storia della frontiera americana

Come sono incappato nella storia di Fort Bluff e di Hole in the Rock? Per caso e per curiosità, sterzando il volante dell’auto (a dire la verità un po’ anche in cerca di una sosta “tecnica”).

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Fort Bluff e Hole in the Rock: un pezzo di storia della frontiera americana
  • La storia di Fort Bluff e di Hole in the rock
    • Un’avventura vera
  • Calare i carri con le corde
  • Fort Bluff
  • Libri e guide per gli Stati Uniti
  • Proposte viaggi USA
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?

La storia di Fort Bluff e di Hole in the rock

Una storia interessante della colonizzazione del selvaggio west americano è quella dei pionieri di “Hole-in-the-Rock”, il buco nella roccia.

Questi signori erano mormoni che risposero ad un appello della Chiesa della Contea di Iron, nello Utah, la quale cercava volontari per colonizzare quella che ora è la contea di San Juan. La strada non era tracciata ed era necessario trovare un guado comodo per attraversare il fiume Colorado che si frapponeva fra loro e la terra da colonizzare. In assenza di un guado l’alternativa era quella di risalire completamente il fiume Colorado, senza una vera strada, il che avrebbe significato  mesi di viaggio. L’unico guado accessibile era in fondo ad una gola e per raggiungerlo i coloni dovevano trovare un passaggio fra le ripide pareti rocciose.

Un’avventura vera

Già con questo itinerario lo spostamento era proibitivo per quei tempi. Si trattava di percorrere circa duecentocinquanta miglia da Parowan nello Utah sud-occidentale a Bluff nello Utah sud-orientale, il tutto senza una vera strada e in una terra in gran parte arida e rocciosa. Dovevano costruire Fort Bluff!

Lungo il loro percorso i coloni incontrarono ogni sorta di difficoltà, ma una fu una vera impresa. Per accedere al guado del fiume Colorado i coloni dovettero allargare una fenditura naturale della parete, scavando ed intagliando la roccia per scendere fino al fiume.

Costruirono quindi una pista che scendeva per 400 metri nella roccia, con pendenze fino a 45 gradi, adattata a forza di braccia e di esplosivo il famoso Hole in the Rock. La pista era talmente ripida che costringeva a calare i carri con la corda anziché trainarli. Occorse più tempo per percorrere questi pochi metri che per tutto il resto del viaggio, già non facile e privo di insidie.

La storia di Fort Bluff e di Hole in the Rock

Calare i carri con le corde

Furono creati punti di ancoraggio direttamente nell’arenaria per trattenere i carri con le corde, allargati passaggi e spianate le asperità, ma alla fine, nonostante la pericolosità delle operazioni (soprattutto quella di calare i carri pesantissimi) non ci furono vittime. Dopo aver attraversato il lato est del Colorado, le difficoltà continuarono, ma nel 1880, dopo sei mesi, questi pionieri iniziarono una nuova vita insediandosi vicino al fiume San Juan in un ambiente aspro e ostile.

Fort Bluff

L’insediamento fu chiamato Bluff.

I coloni si organizzarono in un forte fatto di casette in legno rivolte verso l’interno, Fort Bluff. La maggior parte dell’insediamento originale è scomparsa, ma la Fondazione Hole-in-the-Rock (HIRF) ha ricostruito Forte Bluff così come era in origine.

E’ possibile vistare il forte gratuitamente. All’interno oltre ad un video sull’avventura dei pionieri (anche in italiano) è possibile ascoltare le storie di ciascuno degli abitanti originari (anche queste in italiano), visitare le case oltre a vestirsi come pionieri e posare per splendide fotografie in costume.

E’ tutto gratuito, ma una donazione ritengo che sia un buon investimento vista la gentilezza di tutto lo staff, che è interamente di volontari.

(Fonte: Miller, David E., Hole in the Rock, liberamente tratta dal sito Web di Hole in the Rock Foundation: https://www.hirf.org)

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 30/11/2020
Orchha la perla nascosta del Madhya Pradesh

Orchha: la gemma nascosta del Madhya Pradesh

di Max Pubblicato: 20/11/2020
India written by Max

Visitare Orchha

Orchha è la cittadina perfetta per un soggiorno al di fuori delle rotte troppo turistiche. Un’occasione singolare di godere di quella rilassante e di lussuosa decadenza che solo il calore di alcune parti dell’India sanno offrire.

Immaginiamoci lo stesso scenario imbiancato dalla neve in un freddo autunno nordico.. proprio non me lo vedo. Ovviamente il clima contribuisce in modo sostanziale a rendere lo scenario godibile.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Visitare Orchha
  • Un po’ di storia di Orchha
    • La fondazione di Orchha
  • La fortezza di Orchha
    • Jahangir Mahal
    • Rai Parveen Mahal
    • Raja Mahal
    • Rani Mahal
    • Ram Raja Temple
    • Chaturbhuj Temple
    • Lakshiminarayan Temple
    • Chattris
  • Dauji Ki Haveli (o Daua Ki Kothi)
  • Visitare i dintorni di Orchha
  • Come arrivare a Orchha
  • Periodo migliore per andare ad Orchha
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali
tramonto sul panorama di Orchha
Vista di Orccha

Un po’ di storia di Orchha

Sadhu ad Orchha
Sadhu ad Orccha

La cittadina di Orchha fu fondata sulle rive del fiume Betwa nel XVI secolo dal re Rudra Pratap della dinastia Rajput Bundela per farne la propria capitale.

I Rajput erano clan migrati in India dall’Asia Centrale tra il quinto ed il sesto secolo.  Divenuti in seguito regnanti e guerrieri abbracciarono la tradizione e la fede induista. A partire dal dodicesimo secolo, furono ridimensionati e confinati in zone ristrette a seguito delle ripetute invasioni di popolazioni mussulmane. Essi non riuscirono mai a creare un vero e proprio stato comune, ma fondarono piccoli principati indipendenti nel Rajasthan, ai piedi delle montagne himalayane ed in India centrale.

Anche in seguito alle invasione delle armate Moghul Orchha non fu mai oggetto di grandi devastazioni grazie all’alleanza che i regnanti riuscirono a suggellare con gli invasori. Per questo motivo ad Orchha si trovano molti edifici intatti con uno stile che risulta una fusione tra la tradizione Rajput e quella Moghul.

La fondazione di Orchha

Sulla data esatta della fondazione di Orchha ho letto di tutto, c’è chi scrive nel 1501, chi nel 1531 e ancora qualcuno scrive nel 1571. Addirittura due voci diverse di Wikipedia danno due versioni differenti. Anche se la data più accreditata è il 1501, l’unica cosa certa è che oggi Orchha è una tranquilla e cittadina del Madhya Pradesh dove la fortezza ed mausolei testimoniano un passato splendente e fanno da sfondo ad albe sonnacchiose e tramonti accesi.

La fortezza di Orchha

All’interno suo interno si trovano vari palazzi, ognuno per alloggiare una personalità diversa

Orchha - ingresso dello Jahangir Mahal

Orchha – ingresso dello Jahangir Mahal con le sculture degli elefanti sulle porte (foto del mio amico Jayasen)

Jahangir Mahal

Lo Jahangir Mahal fu costruito come offerta di benvenuto la visita dell’imperatore Moghul Jahangir e per suggellare l’alleanza fra lo stesso e il regnante Vir Singh Deo. A quanto pare il dono fu gradito e questo probabilmente contribuì a decretare la sopravvivenza della dinastia regnante di tradizione induista oltre che della stessa Orchha. Si tratta di un imponente edificio a tre piani costruito in stile indo-islamico con cupole, balconi ed un ingresso ampio custodito da due torri con elefanti scolpiti.

Rai Parveen Mahal

Il Rai Parveen Mahal fu invece un dono d’amore. Esso fu infatti costruito per la poetessa e musicista, Rai Parveen che era l’amante del Raja Indramani.

Raja Mahal

Il Raja Mahal è stato la residenza reale degli ex regnanti di Orchha, ed ospita due cortili interni, dei quali uno con i classici pilastri degli ambienti per le cerimonie religiose. La parte più interessante del palazzo è Diwan-i-Khaas, la sala delle udienze, che è famosa per le sue pareti decorate da immagini sacre e mitologiche.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Potete vedere un altro esempio di Diwan-i-Khaas nell’articolo su Jaipur

Rani Mahal

Il Rani Mahal o Camera della Regina era la residenza della moglie del raja Madhukar Shah, anch’essa una perla da visitare

Ram Raja Temple

Al di fuori della cinta di mura si può visitare il Ram Raja Temple dedicato al Signore Rama, ed è l’unico tempio dove Il Signore Rama viene venerato sia come Re che come divinità. La particolarità di questo tempio è quella della rappresentazione del signore Rama, con una Spada nella mano destra e lo scudo nella sinistra, inusuale per la simbologia Hindu.

Chaturbhuj Temple

A sud del tempio Ram Raja, su una piccola isola si trova il Chaturbhuj Temple, noto per essere il tempio con la cupola (vimana) più alta dell’India. Il tempio è dedicato a Visnhu, del quale Rama è uno degli Avatara. Il nome Chaturbhuj deriva da “chatur” che significa quattro e “bhuj” che significa braccia, il che descrive la struttura a quattro torri e che sta ad indicare “uno che ha quattro braccia”, chiaramente riferito a Rama.

Una leggenda lega i due templi Ram Raja e Chaturbhuj:

Il tempio fu originariamente costruito per custodire un’immagine di Rama, che in seguito fu invece destinata al tempio di Ram Raja, attualmente questa costruzione custodisce un’immagine di Radha Krishna.

Chaturbhuj fu costruito per volontà della regina moglie di Madhukar Shah, alla quale il Signore Rama era apparso in sogno chiedendole di costruirgli un tempio.

Dopo aver deciso di costruire il tempio ad Orchha ed aver ottenuto l’avallo del marito, la regina si recò ad Ayodhya per ordinare un’immagine sacra del Signore Rama. Tornata con l’immagine sacra si pose la questione su dove custodire l’immagine finché il tempio non fosse finito. Ignara del fatto che l’immagine non potesse essere conservata al di fuori di un Tempio per via di un precetto, trasferì l’immagine nel suo palazzo, il Rani Mahal. Una volta completata la costruzione del tempio l’idolo era pronto per essere spostato al Tempio Chatrubhuj, ma l’immagine del Signore Rama si rifiutò di trasferirsi. Per compiacere la divinità l’idolo di Rama rimase nel palazzo mentre il tempio di Chaturbhuj rimase senza un idolo, successivamente fu installata un’immagine di Radha Krishna.

Chaturbhuj temple Orchha
Panorama sui palazzi di Orchha

Lakshiminarayan Temple

Distante circa un chilometro e raggiungibile con un sentiero pavimentato c’è il Tempio Lakshiminarayan. Con i suoi quattro bastioni ai quattro angoli appare come una costruzione a metà tra un classico tempio ed un forte.

Particolare dell’interno (questa non l’ho fatta io)

Dipinti all'interno dei palazzi di Orchha
Rappresentazioni di battaglie all’interno dei palazzi di Orchha


By Malaiya – Own work, CC BY-SA 4.0, Link

Chattris

Uno degli altri simboli che dominano l’orizzonte di Orchha sono i Chattris, padiglioni tipici dell’arte Indiana surmontati dalle caratteristiche cupole (https://en.wikipedia.org/wiki/Chhatri ). Delle 14 costruzioni ornate da colonne posizionate sulle rive del fiume e costruite su piattaforme sopraelevate alcune sono mausolei dei maharaja.

Dauji Ki Haveli (o Daua Ki Kothi)

E’ il nome del centro delle attività commerciali. Ad Orchha si sviluppo’ un nuovo ceto sociale agiato: i mercanti. Con le ricchezze accumulate grazie all’astuzia ed alla trama di alleanze essi costruirono palazzi che volevano imitare i palazzi reali, ostentando il nuovo status di benestanti.

Visitare i dintorni di Orchha

Oltre a tutto questo ovviamente vale la pena di esplorare i dintorni di Orchha, ricchi di opportunità fotografiche. Le immagini spaziano dagli onnipresenti Sadhu, veri o presunti tali, che ostentano pittoresche decorazioni per carpire qualche soldo ai turisti, alle scene di vita quotidiana che in questo luogo più che in altre parte dell’India appaiono originali.

Per gli amanti della natura sui torrioni dei palazzi è possibile anche ammirare gli splendidi avvoltoi, una specie sempre più rara.

Orchha - scene di vita
Cane randagio ad Orchha

Come arrivare a Orchha

Orchha è un ottimo intermezzo o deviazione se si è in viaggio fra il Taj Mahal e Khajuraho.

In treno: la stazione più vicina è quella di Jhansi (20 km circa) ed è un’ottima occasione per provare l’ebbrezza di viaggiare su un treno in India

In aereo: Aeroporto di Gwalior (120 km circa, in auto calcolate 3-4 ore di ulteriore percorrenza)

Per strada: 18 km da Jhansi, 121 da Gwalior, già citata, 442 da Delhi (8 ore, conviene fare una sosta), 180 km da Khajuraho (4-5 ore)

Sadhu ad Orchha la perla nascosta del Madhya Pradesh-2
Sadhu ad Orchha la perla nascosta del Madhya Pradesh

Periodo migliore per andare ad Orchha

Il periodo migliore per visitare Orchha è tra ottobre e marzo, negli altri mesi, monsoni e caldo torrido rendono la visita meno piacevole, ma sempre possibile.

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 20/11/2020
Lavanda e Girasoli in Provenza Francia

Lavanda e girasoli in Provenza

di Max Pubblicato: 09/11/2020
Europa written by Max

Lavanda e girasoli in Provenza

La lavanda e i girasoli della Provenza sono noti in tutto il mondo e attraggono da sempre turisti curiosi di immergersi nei campi gialli e violetto. Negli ultimi anni, con l’avvento dei social questa curiosità è diventata una mania tanto che molte persone, soprattutto dai paesi dell’est asiatico decidono di organizzare qui il matrimonio nel periodo della fioritura.

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Indice

  • Lavanda e girasoli in Provenza
  • Plateau de Valensole, il regno della lavanda
  • Un’altra visita da non perdere: i mercati provenzali
    • Mercati intorno a Valensole
  • Un po’ di fotografie della Lavanda

Plateau de Valensole, il regno della lavanda

Valensole è il centro delle colture di lavanda e girasoli. Qui troverete la massima concentrazione di campi coltivati  che si perdono a vista d’occhio. Davvero un’esperienza da vivere senza fretta e con la macchina fotografica a portata di mano.

Leggi anche Mont Saint-Michel a piedi nudi sulla sabbia

Un’altra visita da non perdere: i mercati provenzali

Se vi piace la Provenza, durante la visita non potete perdere i mercati provenzali di Valensole e dei comuni limitrofi.

A Valensole il mercato minore si tiene il mercoledì, il grande mercato invece ogni sabato dalle 8:00 alle 13:00 su Avenue Segond

Mercati intorno a Valensole


• Gréoux-les-Bains: martedì e giovedì
• Allemagne en Provence: giovedì
• Saint Martin de Bromes: lunedì
• Esparron de Verdon: venerdì
• Riez: mercoledì e sabato
• Forcalquier: lunedì
• Manosque: sabato
• Oraison: martedì

Un po’ di fotografie della Lavanda

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

A presto!

Viaggia in Europa

Di questi luoghi racconto le mie impressioni: emozioni, sorprese e delusioni. Viaggio per fare fotografie e fotografo per avere una scusa per viaggiare.

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Scopri le meraviglie della natura in Europa leggendo gli articoli sul Delta del Danubio, con i suoi animali ed i suoi panorami, naviga verso le Isole Shetland oppure lasciati affascinare dalla Finlandia e dai suoi orsi bruni (che abbiamo visto anche con gli orsacchiotti in Romania)

Esplora la Francia viaggia dalla profumata Provenza con i suoi girasoli e la sua lavanda, alla Camargue, con le sue tradizioni e la Course Camarguaise, la corrida incruenta o attraversa le fredde acque della baia di Mont Saint Michel.

A presto!

Pubblicato: 09/11/2020
Immagini del mio viaggio in Gujarat India

Fotografie del mio viaggio in Gujarat India

di Max Pubblicato: 08/11/2020
India written by Max

Ritratti ed immagini del mio viaggio in Gujarat – India

Di ritorno dal Viaggio in Gujarat – India, come a volte capita, non avevo abbastanza tempo, ispirazione e voglia di scrivere. Alcune storie sono interessanti, ma troppo complicate e dispersive, perciò mi è sembrato più immediato pubblicare delle fotografie che penso non abbiano bisogno di spiegazioni complicate.

Ho scritto altri articoli su questo viaggio come ad esempio la salita ai Templi di Girnar Hill o la visita alla casa natale di Gandhi. Se siete interessati potete dare un’occhiata, altrimenti godetevi le fotografie.

Immagini dall'india Gujarat India
Persona di etnia Ahir vicino al villaggio di Gaga – Gujarat
Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

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Pubblicato: 08/11/2020
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