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Articoli Recenti

Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni

Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni

di Max Pubblicato: 31/05/2021
Giappone written by Max

Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni

Decidere cosa vedere a Tokyo avendo a disposizione 5 giorni è un bell’impegno! Per approfondire la conoscenza della capitale del Giappone, infatti, non ne basterebbero il doppio. Non sempre però si ha a disposizione tutto il tempo che si desidera, per questo pianificare è più che mai consigliato in una città che offre così tante esperienze diverse.

Sia chiaro che anche a Tokyo fare qualche deviazione inaspettata oppure perdersi passeggiando senza meta, potrà riservare delle fantastiche sorprese.

Per viaggiare più leggeri durante il soggiorno a Tokyo o per non perdere tempo il primo e l’ultimo giorno della vostra vacanza scoprite due particolarità dei viaggi in Giappone: viaggiare senza bagagli ed i coin lockers o deposito bagagli.

Indice

  • Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni
  • Informazioni generali su Tokyo
  • Tokyo offre esperienze diverse
  • Cosa vedere Tokyo in primavera?
  • Asakusa ed il Tempio Buddhista Sensoji
  • Quattro passi per Shinjuku
  • Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo
  • Cosa vedere a Tokyo: il distretto di Ueno per un po’ di cultura
  • Japanese Folk Crafts Museum
  • Tokyo, la meta perfetta
  • FAQ Tokyo
  • Per saperne di più sul Giappone
Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni
Veduta della baia di Tokyo

Informazioni generali su Tokyo

Tokyo è il più grande agglomerato urbano del mondo, con oltre 35 milioni di abitanti nell’area metropolitana della città, anche se limitando il conteggio ai confini della municipalità (del comune per intenderci) Tokyo si posiziona solo all’ottavo posto della classifica con i suoi quasi 14 milioni di abitanti.

Tantissimi!

Ogni giorno oltre 3 milioni di pendolari si muovono per andare al lavoro e a questi si aggiungono le migliaia di turisti da tutto il mondo. Non a caso uno dei simboli della città è il famoso incrocio di Shibuya, dove i passanti sembrano tante piccole formiche in continuo alacre movimento. Se volete avere un’idea di come sia date uno sguardo al mio video Tokyo in tre minuti! (un’anteprima qui)

Il famoso incrocio di Shibuya, uno dei simboli di Tokyo
Il famoso incrocio di Shibuya, uno dei simboli di Tokyo

Come in tutte le grandi città regna uno stile di vita frenetico, tutti sono costantemente impegnati da lavoro, eventi, responsabilità e un minimo di vita sociale.

I visitatori sono attratti proprio da questo: c’è sempre qualcosa da fare a Tokyo!

Scopri come prepara la tua vacanza, valutando costi e particolarità di un viaggio in Giappone e magari informati sulle curiosità culinarie giapponesi da provare.

Tokyo offre esperienze diverse

Allo stesso tempo, però, Tokyo è una meta che può facilmente affascinare anche chi preferisce viaggiare con più “lentezza”, soffermandosi sui dettagli e assaporando la cultura.  La capitale giapponese offre infatti molte variegate esperienze anche per coloro che ricercano la quiete, la storia e un contatto con la spiritualità locale.

Per visitare Tokyo in pochi giorni non è necessario catapultarsi da un capo all’altro della città, ma è consigliabile soffermarsi su quelli che sono i luoghi che catturano al meglio il suo spirito. In questi appunti ho assemblato un itinerario per esplorare Tokyo in 4 o 5 giorni girovagando senza affanni con l’obiettivo di cogliere l’essenziale della storia e della vita nella megalopoli.

Cosa vedere Tokyo in primavera?

Uno dei periodi migliori per visitare il Giappone è l’inizio della primavera. In questo lasso di tempo, che varia un po’ a seconda di quale regione si preferisce visitare, è possibile osservare la famosissima fioritura dei ciliegi. Gli alberi di ciliegio in fiore sono indubbiamente scenografici, rendono il paesaggio un vero e proprio sogno ad occhi aperti.

A Tokyo uno dei posti migliori per osservare questo magico momento del cambio di stagione è lo Yoyogi Park. Questo parco situato ad Harajuku è aperto a tutte le ore, a differenza di altri parchi a Tokyo che chiudono per la notte ed è frequentato da tanti musicisti di strada che offrono una colonna sonora per chi vuole godere della natura. Adiacente all’entrata nord del parco c’è il famoso Meiji Jingu, un Santuario Shintoista risalente al 1920 e dedicato all’imperatore Meiji e l’imperatrice Shoken.

Avendo a disposizione molto tempo si potrebbe scegliere di passare qui 5 giorni della vacanza a Tokyo!

Santuario Shintoista Meiji Jingu a Tokyo
Santuario Shintoista Meiji Jingu a Tokyo

Asakusa ed il Tempio Buddhista Sensoji

Per chi ama addentrarsi nella cultura giapponese, un’altra delle mete più gettonate è sicuramente Asakusa. Questo quartiere, pur rimodernato, presenta uno scorcio di Giappone antico che molti turisti ricercano. Asakusa ospita il Tempio Sensoji, datato 645 d.C. che è il tempio più antico di Tokyo. A differenza di Meiji Jingu, Sensoji è un Tempio Buddhista. Oltre alla visita al tempio, Asakusa è un luogo adatto a chi desidera immergersi nell’atmosfera antica e nella storia del Giappone. Il quartiere è infatti molto suggestivo a livello estetico e una passeggiata tra le sue strade è sicuramente da consigliare.

Cosa vedere a Tokyo - il Tempio Buddhista Sensoji
Cosa vedere a Tokyo: il Tempio Buddhista Sensoji

Quattro passi per Shinjuku

Per chi esplora Tokyo da solo, una passeggiata serale a Golden Gai è da considerarsi imperdibile. Il piccolo distretto è situato all’interno del quartiere di Shinjuku ed è caratteristico in quanto popolato da piccolissimi locali e bar – oltre 200 – che hanno una capienza estremamente limitata – 6 o 7 clienti al massimo. Questi sono locali dove è possibile recarsi da soli ed avere la possibilità di fare conoscenza con i baristi e con i clienti abituali. È un’esperienza unica che offre l’opportunità di inserirsi appieno nella cultura locale.

Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo

Da Shinjuku è possibile continuare la passeggiata verso il più grande e caratteristico distretto a luci rosse di Tokyo, Kabukicho. Il posto prende il nome da un teatro kabuki che in realtà non fu mai costruito. La fama attuale nacque a partire dal 1872, quando in Giappone furono revocate le leggi sui rapporti con le geishe e le donne di compagnia e Kabukichō diventò così il principale distretto a luci rosse della città di Tokyo.

In alternativa è possibile passeggiare e perdersi per le vie di Shinjuku dove la vita notturna locale è particolarmente vivace.

Il quartiere Kabukicho a Tokyo, zono a luci rosse
Il quartiere Kabukicho a Tokyo, zono a luci rosse (fotografia di Manuel Velasquez)

Cosa vedere a Tokyo: il distretto di Ueno per un po’ di cultura

Per gli appassionati di musei, il distretto di Ueno è un paradiso terrestre. Oltre ai numerosi musei fra i quali il Tokyo National Museum e il National Museum of Nature and Science, il quartiere è anche famoso per ospitare lo Ueno Park, altra meta rinomata per godere della fioritura dei ciliegi.

Il quartiere inoltre è ricco di bancarelle e mercati all’aperto che dipingono un’immagine un po’ diversa di quello che si immagina pensando a una città come Tokyo. La strada di Ameyoko (Ameya Yokocho), in particolare, ospita uno dei mercati più affollati della città. Qui si possono trovare i prodotti più disparati: da prodotti alimentari freschi o essiccati, vestiti, accessori, spezie e tanto altro. La particolarità di Ameyoko, tuttavia, è sicuramente la sua atmosfera un po’ caotica e rumorosa che si contrappone all’ordine e alle geometrie del Giappone.

Japanese Folk Crafts Museum

Un altro esempio di cosa vedere a Tokyo, interessante per la sua unicità, è il Japanese Folk Crafts Museum che nasce da un’idea del filosofo giapponese Soetsu Yanagi. Il museo presenta una collezione di circa 17.000 prodotti artigianali. Tra questi ci sono ceramiche, manufatti in legno, collezioni di kimono tradizionali e lavori degli artisti del Mingei Movement; movimento artistico-filosofico che Yanagi ha contribuito a teorizzare. L’intento di Yanagi nella costruzione del museo era quello di mostrare la bellezza delle piccole cose, degli oggetti di uso quotidiano, delle tradizioni ancestrali locali, e soprattutto delle cose semplici e imperfette (wabi-sabi), andando contro la pretesa di perfezione dell’estetica artistica occidentale.

Una frase famosa del filosofo è “L’amore per le imperfezioni è un segno fondamentale della ricerca di libertà”

Il museo è un vero e proprio viaggio nella storia artigianale dell’oriente che è stato messo insieme da Yanagi stesso. Il filosofo ha infatti viaggiato tra la penisola coreana, la Cina, Taiwan e il Giappone, ricercando i manufatti più rari nei paesi più piccoli e lontani dal mondo già globalizzato della città. La collezione è arricchita anche da alcuni rari pezzi provenienti dall’occidente.

Tokyo, la meta perfetta

Come avrete capito decidere cosa vedere a Tokyo è molto soggettivo. Questa è davvero una grandissima città che al suo interno accoglie le più diverse realtà ed ha davvero tanto da offrire. Per questo può essere una gradevole meta di viaggio per persone con gli interessi più disparati. Storia, arte, spiritualità, vita notturna: Tokyo offre tutto questo e molto di più.

Dai parchi coi ciliegi in fiore, i luoghi religiosi, i musei, fino ad arrivare ai mercatini affollati; lo spirito di Tokyo è presente proprio nelle sue contraddizioni e nella sua varietà.

I luoghi qui consigliati sono una proposta personale e per nulla esaustiva di come costruire un itinerario per un viaggio di pochi giorni nella capitale giapponese.  Un viaggio che non sia necessariamente troppo carico di impegni e spostamenti, ma che sappia comunque offrire una panoramica comprensiva sulle realtà molteplici di una città così vasta e ricca di storia e intrattenimenti come Tokyo.

E un punto di partenza per un prossimo ritorno.

FAQ Tokyo

Ho bisogno di un visto per visitare il Giappone?

I cittadini italiani e di San Marino possono restare in Giappone fino a 90 giorni senza visto.
Per periodi più lunghi o scopi diversi si deve richiedere un visto presso l’ambasciata giapponese:
https://www.mofa.go.jp/about/emb_cons/over/europe.html

In Giappone posso usare le carte di credito o devo portare contanti?

La maggior parte dei negozi e dei ristoranti accetta le maggiori carte di credito, ma il Giappone è ancora basato molto sull’uso contanti. Può succedere che i negozi più piccoli o gli alberghi ryokan meno turistici accettino solo contanti.

Ci sono sportelli bancomat in Giappone?

In Giappone ci sono oltre 30.000 apparecchiature bancomat e anche alcuni uffici postali ne hanno uno all’interno. Sono accettate in genere le carte di debito delle reti Cirrus, Plus, Maestro e Visa Electron, oltre alle carte di credito Visa, MasterCard e American Express.

Posso usare il cellulare in Giappone?

L’uso del cellulare è possibile, ma i costi possono variare in base al gestore italiano. Prima di arrivare in Giappone, verifica la compatibilità del telefono ed i costi. E possibile inotre noleggiare o acquistare sim card e Wi-Fi con piani e costi variabili. Nella maggior parte dei principali aeroporti potete trovare questi servizi appena atterrati in Giappone. Potete anche acquistarne una da questo link prima di partire (verificate la compatibilità).

Posso acquistare un pass per il Treno

Esistono diversi pass ferroviari illimitati e, come menzionato in precedenza, in particolare il pass ferroviario JR Pass che copre una vasta area del Paese. Con questo pass è possibile viaggiare illimitatamente sulle linee JR tra cui lo shinkansen (tranne lo shinkansen Nozomi e Mizuho) . Oppure leggi la mia guida.

Se non capisco il Giapponese rischio di perdermi?

Anche se non parli giapponese, non è difficile orientarsi in Giappone. L’inglese è parlato generalmente in tutto il paese, in particolare nelle grandi città e nei luoghi turistici. I cartelloni e gli avvisi dei trasporti sono quasi sempre sia in giapponese che in inglese e scritti caratteri occidentali con spiegazioni in inglese.

Com’è il clima a Tokyo?

A Tokyo, capitale del Giappone, il clima è temperato, con inverni abbastanza miti e soleggiati, ed estati calde, afose e piovose.

Qual è il miglior periodo per visitare Tokyo?

Il periodo migliore per un viaggio a Tokyo è l’inizio della primavera o il tardo autunno. In queste stagioni il clima è più secco e le temperature gradevoli, rispetto a quelle estive ed invernali.

Che temperatura c’è a Tokyo in inverno?

Tra dicembre e febbraio fa abbastanza freddo, ma grazie all’influenza dell’oceano la temperatura non scende quasi mai sotto lo zero. La temperatura media in questi mesi è intorno ai 6ºC.

Che temperatura c’è a Tokyo in estate?

Le temperature a Tokyo in estate superano facilmente i 28°C con tanta umidità.

Quanto costa un affitto a Tokyo?

A Tokyo, nelle zone centrali, gli affitti superano i 1.000 euro al mese per un mono o bilocale, Per appartamenti più grandi sono necessari migliaia di euro al mese.

Quante ore di volo occorrono per andare in Giappone?

Con un volo diretto ci vogliono circa 12 ore per raggiungere il Giappone dall’Italia.

Di quante ore è la differenza di fuso orario fra l’Italia ed il Giappone?

l fuso orario è di +7 o +8 a seconda se in Italia sia in vigore l’ora legale o meno.

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

banner giappone

Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 31/05/2021
riserva dei Panda Giganti di Chengdu

Chengdu e la riserva dei panda giganti

di Max Pubblicato: 15/05/2021
Cina written by Max

Chengdu e la riserva dei Panda Giganti

La riserva dei Panda Giganti o Chengdu Panda Base è una delle meraviglie da non perdere se si organizza un viaggio in Cina. Questi fantastici animali non a caso sono il simbolo del WWF, l’esperienza di vederne uno da vicino, se non proprio di riuscire ad accarezzarlo o tenerlo in braccio, può da sola valere il viaggio.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Chengdu e la riserva dei Panda Giganti
  • Dove di trova la riserva dei Panda Giganti
  • Stagione e momento migliore per la visita
  • Origine della Riserva
  • Cosa sono i Panda e perché una riserva?
    • I Panda Giganti e i Panda Minori (o Panda Rossi)
  • Nascita della riserva dei Panda Giganti
  • La riserva dei Panda Giganti coopera con altre strutture
  • I panda ambasciatori del Turismo e della Cina
  • Visitare Chengdu e la Riserva dei Panda Giganti
    • Il mattino ha l’oro in bocca?
  • Il Museo dei Panda Giganti
  • La nuova base e la sfida del centro dei Panda Giganti
  • Il futuro della riserva e dei Panda Giganti
  • Conclusioni
  • Cosa visitare vicino a Chengdu i monti Qingcheng
    • Rear Peak
    • Front Peak
    • L’ispirazione per i film di Kung Fu Panda
  • Il sistema di irrigazione di Dujiangyan
Panda Gigante
Panda Gigante

Dove di trova la riserva dei Panda Giganti

Mappa della Cina con Chengdu

Per visitare la riserva la base di partenza è Chengdu, capitale della regione di Sichuan, a ovest della Cina (quattro ore di volo da Pechino o 8 ore con il treno veloce). Questa città, attraversata dal fiume Jin è tra le più popolose del paese ed è il principale centro della vasta pianura di Chengdu.

La città è famosa per essere il centro dell’Età del bronzo, fase fondamentale dello sviluppo della civiltà Cinese, oltre che importante città dell’antica Via della Seta. Conosciuta anche col nome Paese del Paradiso, viene citata da Marco Polo ne “il Milione” (Cap. 113 De Sardanfu).

In realtà Marco Polo, detenuto nelle prigioni di Genova tra il 1298 e il 1299 racconta le sue avventure al suo amico e (forse) compagno di cella Rustichello da Pisa, un romanziere dell’epoca, che le trascrive nel capolavoro che oggi conosciamo.

Puoi visitare la riserva dei Panda con questo fantastico Tour Guidato*

Stagione e momento migliore per la visita

  • Le stagioni migliori per la visita sono la primavera e l’autunno con il caldo i Panda sono meno attivi, la media delle temperature a novembre è di circa 15-16°. Luglio ed agosto sono piovosi, mentre la settimana del primo maggio è la più affollata.
  • Il momento migliore della giornata è la mattina perché questo è il momento in cui sono più attivi. Ora del pasto 9:30.
  • Il periodo migliore per vedere i piccoli di Panda è tra la fine di agosto e l’inizio dicembre

Origine della Riserva

La Riserva dei Panda Giganti di Chengdu è una struttura no-profit unica al mondo che nasce nel 1987. L’obiettivo del centro era quello di proteggere e incoraggiare la riproduzione dei Panda Giganti, endemici della Cina.

Cosa sono i Panda e perché una riserva?

I Panda sono tecnicamente Orsi, a dire la verità, orsi molto particolari, visto che si cibano praticamente solo di Bambù. Grandi quasi come un uomo e con un peso che può arrivare a 125kg, i Panda vivono nelle regioni montuose del Sichuan fra 1500 e 3000 metri.

Proprio per la loro alimentazione particolare e per un tasso di natalità molto basso questi simpatici animaletti trovano la convivenza con l’uomo non particolarmente facile.

A causa soprattutto della distruzione di buona parte dell’habitat, la popolazione dei Panda si è ridotta tantissimo nel corso degli anni. Infatti nonostante negli ultimi vent’anni il numero degli esemplari sia aumentato di circa il 20%, nel 2023 si stima che in natura ci fossero circa 1900 animali in libertà e più o meno 730 nelle riserve.

I Panda Giganti e i Panda Minori (o Panda Rossi)

I Panda Giganti (in cinese: 大熊猫, Dàxióngmāo – letteralmente “grande orso-gatto”) sono una delle due specie di Panda presenti in natura, assieme ai cosiddetti Panda Rossi (in cinese: 小熊猫 xiǎoxióngmāo – “piccolo orso-gatto”). I Panda sono degli animali antichissimi che abitano la terra da oltre otto milioni di anni e si cibano principalmente di bambù, anche se sono classificati tra gli animali carnivori. Recenti studi suggeriscono addirittura che gli antenati dei Panda vivessero in alcune zone dell’Europa, quali Spagna ed Ungheria, ma si parla di 12 milioni di anni fa (rif. New Scientist del 27/10/2017).

Panda rosso
Panda rosso

Nascita della riserva dei Panda Giganti

Proprio per preservare i Panda dall’estinzione alla fine degli anni Ottanta è stata aperta la riserva di Chengdu. Inizialmente, c’erano solo sei Panda Giganti, ma grazie al lavoro del centro, da allora ne sono nati oltre 200. Questi Panda vivono in cattività nella riserva e sono il risultato di un lavoro continuo di assistenza da parte dei ricercatori e dello sviluppo di tecnologie apposite volte a favorire la loro riproduzione. È proprio il loro ciclo riproduttivo che, nella sua particolarità, rende difficile la sopravvivenza di questi animali: le femmine di Panda, infatti, sono fertili solo una volta all’anno, per circa due settimane, a volte meno.

In questo lasso temporale così ristretto, è difficile per i Panda riuscire a procreare, inoltre fra gestazione e svezzamento, le femmine sono in grado di procreare solo una volta ogni 2-3 anni.

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La riserva dei Panda Giganti coopera con altre strutture

Il centro, oltre ad aiutare i Panda a riprodursi, coopera con altre strutture, istituzioni e Paesi per condividere la propria esperienza come riserva. Il Chengdu Panda Base svolge costantemente un’opera di sensibilizzazione, tramite programmi scolastici ed extra scolastici, riguardo a tematiche di sostenibilità, di conservazione della natura e degli esseri viventi.

Rilassati con un vero spettacolo in stile cinese* dell’Opera di Sichuan Shu Feng Yan Yun

I panda ambasciatori del Turismo e della Cina

I ricercatori hanno creato nel tempo un sistema di turismo sostenibile per chi vuole approfondire la propria comprensione sulla vita di questi animali con un’esperienza unica.

La struttura infatti accoglie turisti da ogni parte del mondo che possono venire qui ad ammirare da vicino i Panda Giganti ospitati nella riserva che sono diventati simbolo di pace e di sostegno alla natura in Cina e nel mondo.

Il Panda Gigante è diventato un simbolo significativo per la Cina, utilizzato per migliorare le relazioni internazionali e proiettare un’immagine positiva del paese. Questa strategia è spesso chiamata diplomazia del panda, impiegata per creare un’immagine di cordialità e collaborazione con altri paesi.

I panda vengono donati o dati in prestito a lungo termine a diverse nazioni, spesso come controparte di accordi commerciali o politici.

La diplomazia del panda rappresenta un esempio di soft power che mira a ottenere risultati attraverso la persuasione piuttosto che la coercizione.

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Visitare Chengdu e la Riserva dei Panda Giganti

La riserva dista pochi chilometri dal centro cittadino e pertanto non è difficile raggiungerla con qualsiasi mezzo.

Prima di visitare Chengdu, è opportuno ricordare che la riserva è innanzitutto un centro di ricerca e non uno zoo, pertanto lo scopo primario delle attività non è mettere in mostra gli animali, ma proteggerli.

Fatta questa doverosa premessa, il periodo migliore per visitare la riserva a Chengdu è la fine dell’estate. Il centro ovviamente attrae tantissimi turisti ed è impossibile non trovarlo affollato, visto anche il periodo di vacanza.

A partire dalle fine di agosto è possibile osservare i cuccioli di Panda neonati, che solitamente nascono in quel periodo dell’anno. I Panda non amano il caldo quindi, ad agosto, potrebbero non essere all’aperto, tuttavia, è possibile accedere ad alcuni luoghi chiusi dove si rifugiano dalle alte temperature, insomma è sempre possibile rintracciarli.

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Il mattino ha l’oro in bocca?

Inoltre, la struttura apre le porte ai visitatori la mattina presto, ed è meglio affrettarsi se si vogliono osservare gli animali in movimento, la fascia oraria tra le 8:30 e le 10:00 di mattina è la più consigliata in quanto dopo quell’ora i Panda avranno già mangiato e saranno, con molta probabilità, a riposo.

Chengdu Entrata della Riserva dei Panda giganti
Chengdu Entrata della Riserva dei Panda Giganti Kreisverkehrsampel, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Il Museo dei Panda Giganti

Oltre agli animali nella riserva, il centro ospita l’unico museo al mondo interamente dedicato ai Panda Giganti. Il museo mostra fossili e resti, insieme ad esempi di alimentazione, altri reperti e studi che ripercorrono la storia dei Panda dentro e fuori il centro. Lo scopo del museo è di istruire i visitatori riguardo la storia evolutiva dei Panda Giganti e sensibilizzarli riguardo le specie in pericolo e in via d’estinzione.

La nuova base e la sfida del centro dei Panda Giganti

Più recentemente, il centro, che già collaborava con altri centri di ricerca e conservazione nel resto del mondo e in Cina, ha creato una nuova base a Dujiangyan, un altro paese nella zona di Chengdu. Dujiangyan, aperta nel 2014, rappresenta la nuova sfida nell’attività della riserva: riportare i Panda Giganti a vivere in libertà.

L’obiettivo è di ridurre gradualmente l’intervento umano nelle vite di questi animali per permettere che questi possano diventare autosufficienti nel loro habitat naturale. Anche Dujiangyan è visitabile con folle più contenute e tempi di attesa ridotti.

In questo centro, che ospita circa 30 Panda Giganti e 5 Panda rossi, è addirittura possibile offrirsi per diventare volontari e aiutare i ricercatori a gestire la nuova riserva. I volontari possono unirsi al team del centro per uno o più giorni, offrendo un aiuto in varie attività come dare da mangiare ai Panda o aiutare nelle pulizie.

Puoi visitare la riserva dei Panda con questo fantastico Tour Guidato*

Il futuro della riserva e dei Panda Giganti

La riserva di Chengdu è un esempio di conservazione dell’ecosistema e dei suoi abitanti veramente unico al mondo. I successi del centro nella conservazione dei Panda sono più che degni di nota.

Probabilmente, senza l’intervento dei ricercatori, questa specie si sarebbe estinta mettendo fine alla presenza dei Panda sulla Terra dopo centinaia di migliaia di anni. Sicuramente, il passo dalla cattività all’habitat naturale non è facile e i Panda sono ancora indicati come specie a rischio, ma lo sforzo dei centri dedicati a questi animali è lodevole e la cura e dedizione dei ricercatori fa ben sperare per il futuro.

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Conclusioni

Visitare Chengdu e la riserva dei Panda Giganti può essere un’esperienza di connessione e di immersione in una natura che porta con sé il fascino della storia, dell’impegno e della collaborazione riuscita – e non scontata – tra animali ed esseri umani.

Se sei un amante dei Panda e vuoi andare oltre osservando i Panda in libertà prenditi del tempo e visita la riserva naturale Wolong National Nature Reserve.

Puoi anche partecipare al programma “custode dei Panda Giganti” e passare qualche ora o qualche giorno nella riserva come volontario, avendo l’opportunità di avvicinare questi curiosi animali e anche di dare loro da mangiare.

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Cosa visitare vicino a Chengdu i monti Qingcheng

Una delle destinazioni interessanti da visitare intorno a Chengdu sono i Monti Qingcheng, una catena di oltre 30 montagne. Con l’autobus è una gita di circa 2 ore da Chengdu.

Le due montagne più accessibili sono Front Peak e Rear Peak.

Monti Qingcheng
Monti Qingcheng – Panorama

Rear Peak

Rear Peak è ottima per le passeggiate. Per spostarsi da Front Peak a Rear Peak e viceversa occorre prendere autobus o noleggiare taxi.

La salita completa della montagna può durare quattro ore, mentre l’escursione in discesa dura circa tre ore, ovviamente non è obbligatorio arrivare in cima.

Front Peak

La montagna di Front Peak ospita antichi Santuari Taoisti e Templi Buddisti ed è una meta rinomata per chi vuole godersi un po’ di spiritualità oltre ovviamente al rilassante paesaggio della montagna.

Anche a Front Peak le giornate non possono essere noiose: è possibile organizzare giornate di meditazione, lezioni di Kung Fu e Tai Chi o semplicemente visitare in silenzio.

Solo a titolo di curiosità, questa è stata la montagna che ha ispirato il famoso film di animazione Kung Fu Panda.. quindi un must per gli amanti del genere (me compreso).

Chengdu e la riserva dei panda giganti > https://www.massimobasso.com/articoli/page/23/

L’ispirazione per i film di Kung Fu Panda

Il monte Qingcheng è presente in Kung Fu Panda 2, mentre il primo Kung Fu Panda ne  trae ispirazione, ma non riporta in dettaglio nessun luogo reale.

Grazie al successo del primo episodio ed all’architettura 3D del secondo episodio che richiede maggiori dettagli, lo staff della DreamWorks ha visitato di persona i luoghi per rendere il film più autentico, arrivando a riprodurre il cancello del Monte Qingcheng nella Valle del Pace.

E anche in Kung Fu Panda 3, quando Po si riunisce con il suo padre biologico Li Shan e con i suoi compagni Panda, si può notare il Panda Village, che si nasconde nelle montagne Qingcheng

Ingresso principale di Qingcheng
L’ingresso principale di Qingcheng A0110110010, CC0, via Wikimedia Commons

Il sistema di irrigazione di Dujiangyan

Sempre nelle vicinanze di Chengdu è possibile visitare inoltre anche Dujiangyan, un antico sistema di irrigazione costruito nel 256 a.c. che serviva a regolare per l’irrigazione e controllare le inondazioni. Il sistema era così ben progettato che viene ancora usato al giorno d’oggi.

Per saperne di più e preparare un viaggio in Cina compra la guida della Lonely Planet*. Se vuoi invece avere un pezzo di Cina in casa da vivere ogni giorno scegli qui il tuo* Calendario Cinese, anche in versione giornaliera* con i foglietti da strappare (per questo meglio se conosci almeno un po’ gli ideogrammi).

Cina

La Cina, a dispetto dell’immagine che ci siamo fatti nei tempi moderni, è un paese pieno di fascino e di storia. Un paese che è stato teatro di importanti scoperte che hanno cambiato il corso della storia, come la carta, la stampa, la bussola e, tristemente, la polvere da sparo.

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Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

Per immergerti nell’atmosfera, prima, durante o dopo leggi un libro, magari scelto fra quelli che consiglio nell’articolo otto libri per un viaggio in Cina

Altri articoli interessanti sulla cultura della Cina sono quelli su Guan Yin, la Signora della Compassione, sul calendario tradizionale cinese, sul Capodanno Cinese e sulla leggenda di Nian Shou il mostro del Capodanno cinese.

Scopri le destinazioni più interessanti come Hong Kong, il porto profumato o la riserva di Chengdu con i suoi Panda Giganti.

Ciao, a Presto!

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Pubblicato: 15/05/2021
Escursioni nelle Dolomiti Agordine per i più avventurosi

Escursioni nelle Dolomiti Agordine per i più avventurosi

di Max Pubblicato: 02/05/2021
Italia written by Max

Cinque escursioni nelle Dolomiti Agordine per i più avventurosi

Le Dolomiti Agordine, patrimonio Unesco, sono il cuore del sistema dei Monti Pallidi. Questa zona, ingiustamente meno famosa delle vicine Valli Ladine, racchiude una varietà di montagne e di paesini che conservano uno spirito autentico.

Sono sedici comuni che presidiano una zona dove ogni nome evoca una storia, sia essa un’impresa eroica della Grande Guerra, alpinistica o sportiva come i passi dolomitici del Pordoi e del Fedaia.

Da Livinallongo del Col di Lana si passa a Rocca Pietore, con la Marmolada, a Sottoguda, uno dei borghi più belli d’Italia. Più in basso Alleghe con il suo lago, Taibon Agordino, San Tomaso Agordino, Falcade e Cencenighe Agordino. Senza dimenticare Selva di Cadore e Colle Santa Lucia più in alto nella valle

Il tutto sotto lo sguardo vigile della Civetta e presidiati da montagne imponenti quali il Pelmo, l’Agner, le Pale di San Lucano e del Focobon.

Vacanze nell'gordino - Panorama da Laste-
Panorama da Laste

Fedaia e Pordoi in bicicletta

Un bel giro in bicicletta nelle Dolomiti Agordine è sicuramente una gita imperdibile. Per chi ama questo mezzo pedalare in mezzo alle montagne più celebrate del mondo non è solo un piacere, è quasi un obbligo. Anche se non siete allenati oggigiorno è possibile affittare una bici elettrica (a pedalata assistita) e farsi un bel giro.

La gita che vi propongo porta via una giornata intera. Si parte da Alleghe, dove si possono anche affittare le biciclette, e ritorna nello stesso luogo affrontando i passi Fedaia e Pordoi. Un totale di circa 78 chilometri e quasi 2.000 metri di dislivello.

Si affrontano salite storiche e si viaggia in un panorama incredibile, ripercorrendo le imprese di Pantani, Coppi e Bartali, riscoprendo la storia della Grande Guerra al Sacrario Militare di Pian di Salesei. Una gita di storia, natura e sport.

Se usate una bici a pedalata assistita e non siete allenati portatevi il caricabatteria e prevedete una sosta al primo Passo o a Canazei per ricaricare.

Se volete maggiori informazioni su questo giro leggete l’articolo Passo Fedaia e Passo Pordoi in bicicletta.

Qui la traccia GPS su Google https://goo.gl/maps/YJVAgyCNoMWng4kL7

Dolomiti Agordine panorama 180° da Passo Fedaia
Panorama 180° da Passo Fedaia con vista sul lago

La Zipline Civetta San Tomaso

La Zipline Civetta a San Tomaso Agordino è tanto semplice quanto adrenalinica!

Due funi sospese nell’aria che tagliano in due la valle, con una stazione intermedia. Un percorso di ben un chilometro e seicento metri che scende di quasi trecento metri d’altitudine. L’ho scritto in lettere perché da’ l’idea di quanto sia lungo!

Ci si aggancia al cavo e poi via, sospesi in aria, sfrecciando in alcuni punti a 160 metri d’altezza dal suolo. Se riuscite ad aprire gli occhi (!!) si possono ammirare le splendide montagne e tutta la vallata dell’Agordino.

Insomma, un po’ come volare..

La struttura si trova a San Tomaso Agordino, a pochi km da Alleghe e Falcade. E’ possibile prenotare in anticipo il giro sulla Zipline San Tomaso per non rischiare di non trovare posto (https://www.ziplinesantomaso.it). Nel 2020 causa Covid la struttura è rimasta chiusa, ma il 2021 a partire dal 19 giugno è aperta nei weekend.. promette bene.

La Galleria del Lagazuoi ed i sentieri di guerra nelle Dolomiti Agordine

Il 20 giugno del 1917 sul Lagazuoi venne fatta esplodere una galleria di Mina decisiva per le sorti della guerra in Agordino. Un’opera ciclopica che segnò le sorti di molti uomini e costò uno sforzo incredibile di sudore e vite umane.

Durante la Grande Guerra le postazioni austriache erano appostate sull’anticima del Lagazuoi e minacciavano tutta la valle. Per conquistare la vetta i soldati italiani costruirono un sistema di gallerie a spirale per arrivare fin sotto le postazioni nemiche e piazzare gli esplosivi.

Le gallerie partono dalla Cengia Martini e salgono all’anticima del Lagazuoi e fra il 1997 ed il 2004 sono state oggetto di recupero grazie al lavoro degli Alpini della Brigata Alpina Tridentina e ai volontari della Sezione di Treviso dell’Associazione Nazionale Alpini.

La galleria oggi può essere considerata una sorta di ferrata al coperto che sale la pancia della montagna e che può essere una valida escursione anche nei giorni di tempo incerto.

La maggior parte delle persone la percorre in discesa sfruttando per la salita la Funivia del piccolo Lagazuoi. Chi vuole può partire a piedi dal Passo Falzarego e salire seguendo il Sentiero del Fronte fino al bivio, svoltando poi a sinistra per arrivare all’imbocco della galleria.

Consigliatissima una deviazione per visitare l’intera cengia ed i resti dei baraccamenti.

La galleria esce sull’anticima del Piccolo Lagazuoi con circa 650 metri di dislivello e poco più di un chilometro di percorso.

Qui si trova il rifugio, dove è possibile consumare un ottimo spuntino od un lauto pranzo. Si può scendere a piedi per il sentiero o sfruttare la funivia, utile soprattutto se nel frattempo il tempo promette pioggia.

Le gallerie del Lagazuoi, dettaglio dell'interno di un alloggio
Le gallerie del Lagazuoi, dettaglio dell’interno di un alloggio

Civetta Adventure Park

Altra escursione adrenalinica in totale sicurezza è una giornata al Civetta Adventure Park, ai piani di Pezze’, proprio sopra Alleghe. Il luogo, proprio sotto le pareti della Civetta, nel cuore delle Dolomiti Agordine, si raggiunge risalendo anche in auto la strada che parte vicino alla piazza, in centro al paese. Ci si muove fra gli alberi, ad altezze variabili a seconda dell’età e del coraggio degli avventurieri. Ci sono passaggi su tronchi, passerelle mobili ed instabili, ponti tibetani e brevi zipline. Il tutto sempre in totale sicurezza, agganciati a funi d’acciaio. Ci si diverte e si fa un po’ di esercizio fisico.

Il passaggio più difficile? Per me la liana: lasciarsi andare nel vuoto fa veramente impressione! (https://www.civettaadventurepark.com )

Escursioni nelle Dolomiti Agordine per i più avventurosi

La ferrata del Sass de Rocia

Si parte dalla frazione Ronch di Laste, parcheggiando in centro al paese e seguendo le indicazioni per l’attacco della ferrata. L’avvicinamento non è estremo, 10 minuti circa e anche la ferrata è una delle più semplici: l’ideale per cominciare.

Munitevi di tutta l’attrezzatura, magari affittandola se non ne avete una vostra o affidandovi ad una guida se non siete esperti. Ricordatevi che siete in montagna.

La ferrata pur essendo semplice presenta un buon mix di situazioni: dalla parete liscia alla scaletta, al ponte sospeso, insomma c’è di che divertirsi e fare esperienza. In genere l’itinerario completo richiede fra le 2 e le 3 ore.

Ce ne sono di più difficili, come la Eterna o la Punta Penia, nel gruppo della Marmolada oppure le più blasonate e anche più complicate Tissi e Alleghesi.

Per cambiare zona si possono raggiungere il passo Giau o il Falzarego e provare la Ra Gusela o la ferrata dell’Averau.. insomma è difficile scegliere perché ce ne sono tantissime e tutte belle.

dolomiti Agordine panorama da Passo Pordoi
Panorama sulle Dolomiti UNESCO da Passo Pordoi

Altri articoli e consigli sul tema Italia

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto e parti senza lasciare nulla al caso.

Se sei in Piemonte parti con una visita alla Sacra di San Michele. Prosegui con le residenze reali come il Castello della Mandria e poi Palazzo Barolo e la Palazzina di caccia di Stupinigi nella splendida Torino, che in questo articolo ritraggo in notturna.

In vacanza in Romagna, non perderti le meraviglie di Ravenna, la capitale dei mosaici e già che ci sei visita anche la splendida Comacchio, una città sulla laguna senza le folle di Venezia.

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Scopri le meraviglie del Nord Est. Parti da Verona e raggiungi i luoghi meno conosciuti delle Dolomiti: ti suggerisco alcuni itinerari per le vacanze in Agordino, anche per i più avventurosi.

Yi piace lo shopping? Unisci convenienza e natura: scopri su cosa fare a Livigno, la destinazione migliore per il duty free e quando andarci (consulta le FAQ).

Tuffati nella storia con l’articolo su Sovana terra di Papi, Regine ed invasori.

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Pubblicato: 02/05/2021
Junagadh - Viaggio in Gujarat

Junagadh, il Principato del Kathiawar

di Max Pubblicato: 02/05/2021
India written by Max

Junagadh, una tranquilla cittadina del Gujarat

Junagadh è una tranquilla cittadina nella penisola del Kathiawar, nello stato del Gujarat in India. L’impressione non è quella di trovarci nell’India che immaginiamo, ma comunque in un paese affascinante, dove la gente è sinceramente cordiale. Questa zona risente infatti delle influenze del vicino Pakistan (dal quale è stata separata solo dopo il 1948).

Junagadh nasce come Principato agli inizi del 1700 e la città rimane autonoma fino all’indipendenza dell’India, sotto il governo della dinastia Musulmana dei Babi, fondata da Muhammad Sher Khan Babai intorno al 1650.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Junagadh, una tranquilla cittadina del Gujarat
  • Storia di Junagadh
  • Indipendenza di Junagadh ed identità tra India e Pakistan
    • Il Pakistan reclama la regione
  • Cosa visitare a Junagadh: la tomba di Mahabat Maqbara Khan II
  • Altre esperienze a Junagadh
  • La moschea Jumma Masjid e altri monumenti
  • Gli editti di Ashoka
  • Shakkarbaug Zoo a Junagadh
  • Girnar Hill
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali
Viaggio a Junagadh, Gujarat
Junagadh – Girnar Hill

Storia di Junagadh

Con il declino dell’Impero Moghul Intorno al 1730, dopo dispute e conflitti per la supremazia sulla regione Il principe Mohammad Mahabat Khanji I (della dinastia Babi) fondò il principato di Junagadh, nella zona che è parte del moderno Gujarat. Il principato faceva parte dell’Impero Maratha, che allora si estendeva in gran parte dell’India nordoccidentale e questa sudditanza durò fino alla sconfitta dell’Impero nel 1807.

Dopo la caduta dell’Impero Maratha, Junagadh divenne un protettorato della Compagnia delle Indie Orientali, mantenendo comunque una propria indipendenza. Nel 1818 questa area, denominata Saurashtra (la penisola identificata anche col nome di Kathiawar, oggi parte del Gujarat) passò sotto l’amministrazione di un’agenzia britannica indipendente chiamata appunto Agenzia Kathiawar.

Indipendenza di Junagadh ed identità tra India e Pakistan

La situazione durò fino al 1947, ma con l’indipendenza dell’India Muhammad Mahabat Khanji III, reggente all’epoca, decretò che Junagadh si sarebbe unita al neonato Pakistan. La maggioranza della popolazione, di tradizione Indù, però non fu d’accordo con la decisione del sovrano. Dopo proteste e varie vicissitudini venne indetta una votazione popolare che con oltre il 90% di voti a favore restituì Junagadh all’India.

Fu così che Nawab Muhammad Mahabat Khan III, ultimo della dinastia Babi Nawab andò a vivere nel Sindh, in Pakistan, dopo essere fuggito, secondo le cronache, con il tesoro del regno.

Il Pakistan reclama la regione

Ancora oggi, dopo 72 anni dal plebiscito la disputa sui territori non appare conclusa. Infatti, come riportato dall’EurasianTimes, ad agosto 2020, il primo ministro del Pakistan ha recentemente svelato una mappa dello stato che fra i propri territori includeva oltre al Kashmir ed al Ladakh, anch’essi Indiani, la zona di Junagadh. Pare che questa sia un azione in risposta a provocazioni dell’India, ma sta di fatto che la questione rimane aperta.

Eppure nel plebiscito del  il 20 febbraio 1948, secondo i dati riportati dall’Eurasian Times dei 201.457 elettori registrati, solo 91 votarono a favore dell’adesione al Pakistan. Anche nei cinque territori confinanti dove fu effettuata una simile votazione popolare su 31.434 votanti solo 39 erano per l’adesione al Pakistan.

Cosa visitare a Junagadh: la tomba di Mahabat Maqbara Khan II

Tralasciando le vicende storiche e tornando ai tempi moderni, a Junagadh rimangono diverse testimonianze della dinastia Babi, la più interessante è la tomba di Mahabat Maqbara Khan II (1851-1882).

La tomba è un misto di influenze Islamiche, Indù ed Europee, tipica dei monumenti reali di Junagadh del tardo 1800.

Le influenze europee si notano nelle finestre in stile francese che si estendono dal pavimento all’architrave e nelle colonne gotiche ai lati delle porte.

Influenze europee simili possono essere notate nei palazzi reali e principeschi costruiti nello stesso periodo in altre parti dell’India.

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock

Altre esperienze a Junagadh

Durante la permanenza a Junagadh oltre al mausoleo abbiamo avuto modo di visitare la cittadina con i suoi vari monumenti. Fra questi è interessante l’Uparkot Fort, un edificio risalente al 319 a.C. Si dice che il forte, abbandonato dal settimo al decimo secolo, sia stato recuperato dopo essere stato interamente ingoiato dalla giungla. Solo in seguito l’edificio fu ampliato ed adattato ai diversi regnanti.

Dalla cima della fortezza si gode un panorama stupendo ed è un’ottima occasione per godersi un po’ di relax e di ammirare la vita che scorre nei suoi gesti quotidiani. Questi monumenti infatti sono spesso il centro dell’attività dei villaggi, alcuni ancora frequentati per motivi religiosi, altri contornati da mercati o bancarelle dove è possibile fare incontri interessanti ed acquistare prodotti originali. In posti come Junagadh ho fatto delle fotografie interessanti, se vi interessa potete vederne qualcuna in questo articolo su ritratti ed altre immagini del mio viaggio in Gujarat India.

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La moschea Jumma Masjid e altri monumenti

All’interno del forte trova posto una moschea, la Jumma Masjid, risalente al quindicesimo secolo, spoglia, ma solenne, oltre a due splendidi pozzi, uno dei quali risalente a 1000 anni fa e profondo oltre 50 metri. Qui abbiamo visto quanto può essere avventuroso e pericoloso fare le pulizie, come potete vedere nel mio articolo sui lavori pericolosi a Junagadh.

Junaghad, lavori pericolosi nel pozzo

Vicino al forte è possibile visitare un complesso di grotte buddiste risalenti a duemila anni fa, che in origine furono abitazioni dei monaci scavate nella roccia. Interessante anche il Darbar Hall Museum, una raccolta di oggetti antichi di uso comune.

Gli editti di Ashoka

Appena fuori Junagadh, sulla strada che porta a Girnar un edificio bianco ospita un masso sul quale sono  riportati 14 editti dell’Imperatore Ashoka, risalenti al 250 a.C. circa. Questo masso, molto interessante, ma meno noto, riporta iscrizioni in lingua Pali ed in altri caratteri. Gli editti riportano raccomandazioni su come comportarsi in maniera gentile verso le donne e verso gli animali e sulla necessità di fare l’elemosina ai mendicanti.

Ashoka fu un illuminato Sovrano Buddista, il capitello di una delle sue colonne rinvenuta a Sarnath sui luoghi del Buddha è il simbolo dell’India e la ruota presente nel capitello è riportata nella bandiera dell’India (vedi sezione su Ashoka nel mio articolo sul Buddha).

Shakkarbaug Zoo a Junagadh

Non amo gli zoo, ma questo di Junagadh in particolare fu fondato del 1863 per preservare i leoni asiatici. Da allora fornisce leoni asiatici di razza pura per i programmi di riproduzione ed è il secondo più antico dell’India. Le condizioni degli animali all’interno sono da sempre oggetto di polemiche, ma pare che siano allo studio misure di ammodernamento per raggiungere standard moderni.

Girnar Hill

Abbiamo riservato anche un giorno per fare una bellissima gita ai templi di Girnar Hill, salendo 10.000 scalini, ve lo racconto in questo articolo.

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 02/05/2021
Vacanze nell'Agordino - Panorama, sullo sfondo il Pelmo

Vacanze nell’Agordino: cosa fare e quando andare

di Max Pubblicato: 02/05/2021
Italia written by Max

Vacanze nell’Agordino: immergersi in una natura vera

Vacanze nell’Agordino, il cuore delle Dolomiti. Sono sedici comuni che si snodano da Livinallongo del Col di Lana passando per Rocca Pietore, sotto la Marmolada fino a Sottoguda, uno dei borghi più belli d’Italia che nomino anche se è una frazione. Vanno da Alleghe a Taibon Agordino a Colle Santa Lucia, a San Tomaso Agordino, fino ad arrivare a Cencenighe Agordino e Falcade.

Il tutto sotto lo sguardo vigile del Civetta e presidiati da montagne che evocano imprese del passato quali la Marmolada, il Pelmo, l’Agner, le Pale di San Lucano e del Focobon, il Col di Lana.

Una parte del nostro territorio sicuramente meno conosciuta rispetto alle vicine valli ladine ed a Cortina, ma più vera ed “alla mano”. Un territorio da esplorare e da scoprire in punta di piedi.

Se invece vuoi vedere delle foto delle Val Badia leggi questo articolo.

A me piace prendere alloggio a Cencenighe Agordino, un paese anonimo in realtà, ma abbastanza centrale per raggiungere qualsiasi destinazione, abbastanza in basso per avere temperature miti anche nelle giornate meno belle e di solito anche poco affollato. E’ stato un posto che ho scelto spesso per le mie vacanze nell’Agordino e ci sono affezionato.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice

  • Vacanze nell’Agordino: immergersi in una natura vera
  • Perché scegliere di passare le vacanze nell’Agordino
  • Cosa c’è da vedere nell’Agordino
  • Quando andare nelle in vacanza nell’Agordino
  • Escursioni per tutti durante le vacanze estive nell’Agordino
  • Escursione alla vetta della Marmolada
  • Visitare il museo dell’Uomo di Mondeval e le impronte dei dinosauri
  • Sui sentieri della Grande Guerra
  • Castello di Andraz
  • Il lago di Alleghe
  • Altri articoli e consigli sul tema Italia
Vacanze nell'agordino - Panorama del monte Civetta
Panorama del monte Civetta

Perché scegliere di passare le vacanze nell’Agordino

Volete un buon motivo per scegliere di passare le vostre vacanze nell’Agordino? Ve ne voglio dare un sacco! Oltre ai miei consigli potete anche affidarvi ai personaggi famosi hanno passato le vacanze o hanno consigliato questo fantastico scorcio delle Dolomiti.

Tanto per fare un esempio Claudio Baglioni all’apice della sua notorietà scriveva una bellissima canzone “ad Agordo è così”, che si concludeva con questa frase:

“E mentre ritorniamo io mi volto ancora per veder quella manciata di stelle sull’Agner potrei dormire qui .. ad Agordo è cosi’ ad Agordo è cosi’..”.

La canzone è inserita nell’album “E tu” del 1974, e cita vari scorci ed abitudini della cittadina, provate a seguirne le orme! Qui di seguito una performance del Claudio Nazionale ad Agordo, altri video li trovate in rete

Una canzone può essere uno spunto per esplorare, ma dalle vostre vacanze nell’Agordino dovete aspettarvi molto di più!

Cosa c’è da vedere nell’Agordino

L’Agordino è il punto centrale di una zona interessantissima sotto diversi aspetti, da quello naturale, a quello geologico, storico, alpinistico e non solo.

Ovviamente il fulcro di tutto questo sono i Monti Pallidi, le nostre amate Dolomiti UNESCO, con tantissime cime visibili dal fondo valle facilmente raggiungibili.

a partire dalla zona meridionale troviamo infatti le Pale di San Martino, con le Pale di San Lucano, le Dolomiti Bellunesi (con l’omonimo parco) e le Vette Feltrine.

Nella zona più settentrionale troviamo invece cime importanti quali il fantastico ed imponente Pelmo, la Croda da Lago e la Marmolada.

A fare da corollario alla Regina delle Dolomiti troviamo infine splendide cime come l’Agner già citato, la Civetta e la Moiazza, tutte con panorami mozzafiato ed una varietà infinita di itinerari per tutti i gusti, dai più semplici ai più arditi.

Qui troviamo anche splendidi laghi come quello di Alleghe, foreste lussureggianti e gole scavate nella roccia come i Serrai di Sottoguda.

Non possiamo dimenticare i famosi passi dolomitici, croce e delizia di bikers e ciclisti. Nell’Agordino ce ne sono tantissimi: solo per citarne alcuni i famosi Fedaia e Pordoi, ambiti dai ciclisti (cliccate sul link per l’itinerario), il passo Valles, il San Pellegrino, Il Giau, per andare a Cortina, il Falzarego, il meno famoso passo Duran e altri.

Insomma c’è di che esplorare

Quando andare nelle in vacanza nell’Agordino

Le dolomiti Agordine sono una destinazione per tutto l’anno. Inutile dire che in inverno si scia quasi ovunque e che potrete trovare luoghi fantastici immersi in panorami mozzafiato.

A parte aprile e novembre che sono i mesi in genere più piovosi e anche un po’ di transizione fra stagione invernale ed estiva, in qualsiasi altro mese c’è sempre qualcosa da fare.

Durante la stagione estiva potete andare in bici, a passeggio o semplicemente rilassarvi godendo del panorama. Anche gli scalatori e gli alpinisti sicuramente troveranno pane per i loro denti, sia in parete che nelle numerose falesie. E ovviamente, come nella tradizione delle Dolomiti, non mancano le vie ferrate.

Se volete qualche consiglio sulle attività, continuate a leggere.

Escursioni per tutti durante le vacanze estive nell’Agordino

La scelta di questi itinerari da seguire durante le vacanze nell’Agordino è stata fatta sulla base della facilità di accesso al luogo e sulla fruibilità dei percorsi da parte di tutti. E’ possibile anche avventurarsi in escursioni più impegnative, fino ad arrivare a vere e proprie imprese siano esse podistiche, ciclistiche, alpinistiche o altre.

Ognuno deve fare i conti con la propria esperienza e con la propria condizione fisica per far sì che le escursioni siano un piacere ed un divertimento e non si trasformino invece in una sofferenza o, peggio, in un problema. La regola è fare le cose per gradi e, nell’incertezza, affidarsi ad una guida.

In questo articolo sono elencate località turistiche che sono facilmente raggiungibili da chiunque, anche con animali al seguito. A proposito di animali ricordatevi che a volte portare l’animale è più un atto di egoismo che di amore, a volte gli animali preferirebbero restare a casa piuttosto che essere sballottati per il nostro piacere. Lo dico da proprietario di cane.

La mia selezione rappresenta un esempio minimo di destinazioni interessanti per storia, cultura e natura del luogo. Ovviamente ce ne sono molti altri, a volte meno conosciuti, ma non meno interessanti.

Val la pena di affidarsi anche al caso e prendere una deviazione sconosciuta di tanto in tanto. Belle sorprese attendono i curiosi proprio dietro l’angolo.

Escursione alla vetta della Marmolada

La destinazione immancabile delle vacanze nell’Agordino è la regina delle Dolomiti: la Marmolada.

Complici anche gli impianti creati per lo sci invernale, raggiungere i 3343 metri della vetta della Marmolada non è un’impresa difficile.

Dalla località Malga Ciapela è possibile prendere la funivia che con un percorso spettacolare porta ai 3265 metri di Punta Rocca ed avere accesso alla più alta terrazza panoramica delle Dolomiti, non a caso patrimonio dell’UNESCO.

Di qui si gode di uno splendido panorama sulle Dolomiti oltre che, nelle giornate più calde, di una splendida frescura.

La Funivia della Marmolada è aperta quasi tutto l’anno e l’estate è forse il periodo meno affollato e più godibile. Alla stazione intermedia di Punta Serauta c’è un interessante Museo della Grande Guerra, il museo più alto d’Europa, dedicato alla Prima Guerra Mondiale, della quale la Marmolada fu una dei tristi spettatori. L’ingresso al museo è compreso nel costo del biglietto della Funivia della Marmolada.

In alternativa è possibile raggiungere la vetta con la ferrata di Punta Penia, che parte dal passo Fedaia, ma è un’escursione impegnativa da fare solo se esperti o accompagnati da una guida e dopo opportuni approfondimenti.

Marmolada - vista della funivia
Marmolada – vista della funivia

Visitare il museo dell’Uomo di Mondeval e le impronte dei dinosauri

Grazie a Vittorino Cazzetta, appassionato delle proprie terre è stato riportato alla luce un reperto archeologico unico: l’Om de Mondeval o Valmo. La salma appartiene al periodo Mesolitico (circa 6000 – 5500 a.C.) è stata scoperta nel 1987 nell’ altopiano di Mondeval de Sora che si trova a monte dell’abitato di Selva di Cadore a quota 2150 metri.

Il museo che ne ospita i resti è intitolato a Vittorino Cazzetta, prematuramente scomparso nel 1996 a soli 49 anni. Esso contiene reperti provenienti dalle vicine valli e oltre all’uomo di Mondeval ci sono impronte di dinosauri, scene di momenti di vita del mesolitico ed altre interessanti scoperte.

Una bella gita, un po’ sottovalutata e da valorizzare, interessante sia per i bambini che per gli adulti. Normalmente in estate il museo organizza mostre estemporanee e laboratori per i più piccoli, informatevi sulle attività in programma (https://www.museoselvadicadore.it ).

Vicino al museo si trova l’antico paesino di Somaselva. Qui è possibile ammirare numerosissime situazioni originali e rivalorizzate legate alla vita rurale del passato delle Dolomiti., una interessante divagazione.

Sulle tracce dell’uomo di Mondeval

E’ possibile anche visitare il luogo del ritrovamento dell’uomo di Mondeval e dare così un contesto alla visita, provando a rivivere un momento storico.

Si parte dal passo Giau (2240) per il sentiero Cai n.436 dell’altavia n.1 delle Dolomiti. Si percorre il sentiero fino al valico di Col Piombin (2240), quindi si scende nel vallone nord del Cernera e si risale verso la Forcella Giau (2360), dove a sud si apre la piana di Mondeval.

Da qui si scende verso forcella Ambrizzola raggiungendo così il masso dove è stata trovata la sepoltura dell’Uomo di Mondeval, a circa un’ora dalla partenza da Passo Giau. Il masso è visibilmente segnalato da un cartello

Sui sentieri della Grande Guerra

Durante la Grande Guerra (I guerra mondiale: 1914:1918) il Regno d’Italia per difendersi dalle aggressioni dell’impero Austro-Ungarico e dall’Impero Gemanico approntò nel nordest del paese tre linee difensive. La prima era la Linea Rossa che serviva per rallentare le invasioni e che si trovava a ridosso del confine nazionale. Una seconda Linea Azzurra che serviva come zona cuscinetto arretrata ed una Linea Gialla che sarebbe stata l’estrema linea di resistenza, una linea che non avrebbe dovuto essere mai superata. L’Agordino era parte di questa Linea Gialla, con un fronte imponente. La Linea Gialla si partiva da Cima Caldiera sui Sette Comuni ( in Provincia di Vicenza) e arrivava a Casera Razzo a Vigo di Cadore, attraversando Agordino, Zoldano e Ampezzano.

Fatta questa premessa per inquadrare i luoghi, possiamo dire che la guerra qui picchiò duramente e vale la pena di rendere un simbolico omaggio alla memoria dei caduti mentre siete in vacanza nell’Agordino.

Si possono trovare testimonianze un po’ ovunque, ma i posti più importanti valgono la gita, anche perché di solito fondono insieme storia e paesaggio.

Visitare i luoghi della Grande Guerra durante le vacanze in Agordino

La città dei ghiacci, una serie di tunnel scavati sotto il ghiacciaio della Marmolada dagli Austriaci sarebbe stata sicuramente una visita interessante, ma già nel 1922 era sparita inghiottita dal ghiacciaio, che forse voleva dimenticare le atrocità patite. Quanto ne rimane è in parte custodito nel Museo della Marmolada, accessibile dalla prima stazione della funivia.

Il Col di Lana

La maggior parte delle testimonianze si trova nel comune di Livinallongo del Col di Lana, così rinominato in onore dell’omonima montagna detta anche Col di Lana Montagna di Sangue.

Proprio sul Col di Lana si possono visitare con due itinerari escursionistici facili: il Teriol Ladin ed il Sentiero Storico del Col di Lana. Sul colle sorge anche la chiesetta eretta in onore dei Caduti e dei Dispersi della Prima Guerra Mondiale oltre che il monumento alle vittime. Entrambi i percorsi hanno subito notevoli danni a causa dei fenomeni atmosferici eccezionali del 2018. Informatevi prima di partire all’ufficio informazioni di Arabba.

Vacanze nell'gordino - panorama dal Passo Valparola-
Panorama dal Passo Valparola-

Le Gallerie del Lagazuoi

Imperdibile è la visita alle gallerie del Lagazuoi (ne parlo in questo articolo in quanto impegnativa per famigle con bambini piccoli) con un museo interattivo all’aperto, oggi un po’ in degrado e che varrebbe la pena ripristinare.

Museo della Grande Guerra al Forte Tre Sassi

Sul Passo Valparola, troviamo lo splendido Museo della Grande Guerra al Forte Tre Sassi e sempre  in questo luogo i camminamenti militari sul Sass de Stria e la Postazione Austro-Ungarica Edelweiss.

Sacrario Militare di pian dei Salesei

Un bel monumento è il Sacrario Militare di pian dei Salesei, ben visibile e spettacolare arrivando dall’alto. Il Sacrario si trova a Livinallongo del Col di Lana e ne parlo in questo articolo.

Altri itinerari

Ce ne sono altri, come il Sentiero Tematico della Montagna Dimenticata o la Tagliata di San Martino e la Batteria Listolade ingiustamente sconosciute ai più. Potete trovare qui le indicazioni da stampare per arrivare a queste ultime: https://www.montagnasospirolese.org/wp-content/uploads/2018/05/20180506-pdf.pdf (grazie a montagnasospirolese.org che ha pubblicato la guida sul proprio sito)

Castello di Andraz

Il Castello di Andraz è una fortezza medievale nella frazione Castello di Livinallongo del Col di Lana, visibile salendo i tornanti verso il passo Falzarego. Il maniero è stato testimone e protagonista di molti momenti storici di conflitto fra Venezia e il Tirolo a causa della sua posizione dominante e strategica per il controllo delle vie di accesso alla vallata. Si trovava infatti sul crocevia delle strade provenienti sia da sud (Caprile, Agordo e più lontano da Belluno) che da nord (da Valparola fino a Bressanone e dal passo Falzarego fino all’Ampezzano). Con tutta probabilità costituiva anche il confine dell’antico Patriarcato di Aquileia, in contrapposizione alle dominazioni Tirolesi.

Ovviamente oltre ai conflitti il castello era anche guardiano dei traffici commerciali fra le due contrapposte fazioni.

Tra la fine del 1800 e l’inizio del ‘900 il castello ha subito ingenti danni a causa della guerra e delle scelte dei proprietari, ma grazie ad un’oculata gestione degli investimenti internazionali oggi è diventato uno splendido museo

Lo spazio museale è accessibile al pubblico nella stagione estiva ed ospita anche eventi culturali, oltre ad uno splendido spazio all’aperto dove è possibile rilassarsi e godere della cultura e della storia del luogo.

Vacanze nell'gordino - il Castello di Andraz
il Castello di Andraz

Il lago di Alleghe

Il Lago di Alleghe è la perla della Val Cordevole ed è la caratteristica che rende unico il paese di Alleghe. Incastonato fra le cime del Civetta e più in là della Marmolada questo specchio d’acqua verde chiaro pennella con un tocco di colore il panorama della valle. Fare un giro del lago è quasi un obbligo per chi sceglie di passare le vacanze nell’Agordino

In estate sul lago di Alleghe è possibile navigare con barche a remi e pedalò, noleggiabili in loco. E’ anche possibile dedicarsi alla pesca, con limitazioni e permessi di legge, ma non è permesso fare il bagno, per motivi di sicurezza (e penso anche per la temperatura dell’acqua)

In alcuni inverni, quando il freddo è più intenso qualcuno cammina o pattina sul lago, ma ATTENZIONE anche questa attività è soggetta alle leggi comunali per motivi di sicurezza. Informatevi presso gli Uffici di informazione Turistica.

Se volete fare una splendida passeggiata potete costeggiare tutto il perimetro con una escursione tranquilla. Dopo l’eccezionale ondata di maltempo della tempesta Vaia nell’ottobre 2018 alcuni tratti della passeggiata sono in ristrutturazione, ma promettono di ritornare più belli di prima.

Chi ama scarpinate più lunghe può estendere il giro ed arrivare fino all’abitato di Caprile. L’itinerario è percorribile anche lungo la splendida ciclabile anch’essa in ristrutturazione dopo gli eventi eccezionali del 2018.

Il lago di Alleghe visto dal rifugio Tissi
Il lago di Alleghe visto dal rifugio Tissi (Guido Andolfato)

E tutto questo sotto gli occhi del gigante Civetta!!

Non resta che partire. se volete scoprire escursioni più impegnative leggete questo articolo selle escursioni adrenaliniche nelle Dolomiti Agordine, se invece amate andar in bicicletta potete provare a scalare i passi dolomitici del Fedaia e del Pordoi in bicicletta.

Altri articoli e consigli sul tema Italia

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto e parti senza lasciare nulla al caso.

Se sei in Piemonte parti con una visita alla Sacra di San Michele. Prosegui con le residenze reali come il Castello della Mandria e poi Palazzo Barolo e la Palazzina di caccia di Stupinigi nella splendida Torino, che in questo articolo ritraggo in notturna.

In vacanza in Romagna, non perderti le meraviglie di Ravenna, la capitale dei mosaici e già che ci sei visita anche la splendida Comacchio, una città sulla laguna senza le folle di Venezia.

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Scopri le meraviglie del Nord Est. Parti da Verona e raggiungi i luoghi meno conosciuti delle Dolomiti: ti suggerisco alcuni itinerari per le vacanze in Agordino, anche per i più avventurosi.

Yi piace lo shopping? Unisci convenienza e natura: scopri su cosa fare a Livigno, la destinazione migliore per il duty free e quando andarci (consulta le FAQ).

Tuffati nella storia con l’articolo su Sovana terra di Papi, Regine ed invasori.

In Italia c’è sempre da fare!

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Pubblicato: 02/05/2021
I Passi Fedaia e Pordoi in bicicletta da Alleghe

Passo Fedaia e Passo Pordoi in bicicletta da Alleghe

di Max Pubblicato: 02/05/2021
Italia written by Max

Il passo Fedaia ed il passo Pordoi in bicicletta da Alleghe

Il passo Fedaia ed il passo Pordoi evocano le epiche imprese ciclistiche del Giro d’Italia. Dalla fuga del Pirata durante la salita al passo Fedaia ai molteplici passaggi vittoriosi di Fausto Coppi su quella cima che è stata soprannominata col suo nome: la Cima Coppi.

Per passare una bella giornata estiva cosa c’è di meglio che immergersi nella natura e nella storia e tentare di immaginarsi per una volta campioni?

Partiamo!

Leggi anche quando andare e cosa fare in Agordino oppure Escursioni nelle Dolomiti Agordine per i più avventurosi

Salire da Alleghe al Passo Fedaia

Da Alleghe si parte lungo la ciclabile che parte appena fuori dal paese, si sorpassa Caprile, dove si può cogliere l’occasione per fare una bella colazione nella piazzetta del paese allo storico Hotel Alla Posta, dotato di un’ottima pasticceria. Si lascia il paese e si sale con pendenze moderate verso il passo Fedaia raggiungendo la frazione si raggiunge Sottoguda. Qui potete dare un’occhiata al paesino e programmare di ritornare per una gita ai Famosi Serrai, una gola che penetra nell’anima della montagna in un panorama inusuale e fiabesco.

Si raggiunge quindi la frazione di Malga Ciapela, punto di partenza della funivia della Marmolada, da questo punto parte la salita vera a propria che con pendenze importanti ed ampi tornanti porta al passo.

Nel 1998 proprio su questa salita il “pirata” Pantani andò in fuga conquistando la maglia rosa in una delle sue epiche imprese che io personalmente rimpiango come ricordi di un’era di sport ancora vero e duro.

Informazioni tecniche sull’itinerario

Si parte da Alleghe a quota circa 1000 metri e si percorrono 12,65 chilometri con circa 1.050 metri di dislivello positivo e pressoché zero dislivello negativo. Si arriva al Passo Fedaia a quota 2055 metri, con una pendenza media di circa l’8% ed una pendenza massima del 18%.

Il lago e passo Fedaia
Lago e Passo Fedaia (visto dalla riva opposta alla strada)

Dal Passo Fedaia a Canazei

Lasciato il passo Fedaia comincia una discesa con ampi tornanti perfetta per gli amanti delle discese veloci, anche se occorre prestare attenzione alle auto in transito, specialmente in Agosto. Si passano alcuni paravalanghe con pendenze elevate, fino all’8% ed ampi tornanti, poi la valle si apre e sulla sinistra si possono ammirare le vette minori del gruppo della Marmolada.

Si sorpassano diversi paesini, le frazioni di Penia e di Alba di Canazei e finalmente si arriva a Canazei. E’ possible andare in paese o procedere direttamente seguendo le indicazioni per passo Sella / passo Pordoi.

Per chi ha una bicicletta a pedalata assistita è possibile fare una sosta “tecnica” a Canazei per ricaricare almeno parzialmente la batteria prima della nuova salita. Molti hotel e ristoranti sono disponibili e vi metteranno a disposizione una presa alla quale collegarvi, anche lungo il percorso ci sono alcune strutture.

Io non l’ho fatto ed a circa tre chilometri dal passo sono rimasto a secco. Era la mia prima volta con una bici a pedalata assistita e non avevo esperienza.

Vi posso assicurare che con bici di quel genere gli ultimi tre chilometri del passo sono una pedalata impegnativa.. ma col senno di poi fattibile!

Informazioni tecniche sull’itinerario

Dal Passo Fedaia a quota 2055 si scende verso Canazei a quota 1448 per 14 km perdendo circa 600 metri di quota con una pendenza media del 4,4% circa e punte del 7-8%.

Salita al Passo Pordoi da Canazei

Uscendo dal paese si seguono le indicazioni per Passo Sella e Passo Pordoi, che prevedono un pezzo di strada in comune. La salita si snoda fra ampi tornanti in mezzo al bosco e con pendenza abbastanza regolare per tutto il percorso. Dopo circa cinque chilometri e mezzo si giunge al bivio per passo Sella. Qui occorre tenere la destra e continuare la salita.

Il percorso ora è in comune con il Sellaronda, il giro dei quattro passi intorno al gruppo del Sella, fattibile anche con gli sci.

Si prosegue sempre per tornanti, ne dovrete contare ben 27 prima di arrivare alla tanto agognata fine della salita. Ogni tanto si incontra una sopraelevata che in inverno funge da ponte per le piste da sci, occasionalmente qualche scoiattolo fa capolino dalla foresta.

Nell’ultimo tratto si esce dal bosco e si intravede la cima, si può ammirare il Sass Pordoi e sembra che il passo sia lì, ma non arriva mai. Abbassate la testa e pedalate!

Al passo si trova il monumento a Fausto Coppi, proprio accanto alla funivia Sass Pordoi, sulla sinistra arrivando da Canazei. Cercatelo, perché non è così appariscente.

Fausto Coppi durante il giro d’Italia transitò su questa cima per primo ben cinque volte tra il 1947 ed il 1954.

Informazioni tecniche sull’itinerario

Si percorrono 13 chilometri con partenza da Canazei a quota 1.448 metri e arrivo a Passo Pordoi a quota 2.239 metri, 789 metri di dislivello ed una pendenza media del 6% circa con punte fino al 9%.

I Passi Fedaia e Pordoi in bicicletta da Alleghe
In discesa dal passo Pordoi verso Alleghe

Comincia la discesa infinita dal passo Pordoi

Seguendo il mio percorso da questo punto in poi non ci sono più salite di rilievo, a parte un falso piano in leggera salita sulla piana di Pieve di Livinallongo ed un altro falso piano prima di arrivare a Saviner di Laste. Questo percorso è utile se non si vuole più fare fatica o nel caso che le batterie della bici a pedalata assistita siano finite (come è capitato a me..). In alternativa dopo Pieve di Livinallongo è possibile seguire la SR48 fino alla frazione Cernadoi e girare a destra all’incrocio con la SR203, ma senza evidenti benefici.

Discesa da Passo Pordoi ad Arabba

La discesa dal Passo Pordoi ad Arabba si presenta ampia e con spazi aperti costeggiando i gruppi del Sella e della Marmolada. Ci si lascia scivolare con una pendenza abbastanza costante che non presenta difficoltà, in uno scenario da sogno, fra ampie pareti di roccia e prati verdeggianti. Prima di arrivare ad Arabba si incrocia una piccola frazione con alcuni hotels fra i quali il delizioso AlpenRose e si arriva finalmente in centro paese.

Informazioni tecniche sull’itinerario

Partenza da Passo Pordoi a quota 2.239 metri e arrivo ad Arabba a quota 1.602 metri con dislivello in discesa di 637 metri ed una pendenza media del 6% con punte del 10%, per una lunghezza totale di 9,2 chilometri

I Passi Fedaia e Pordoi in bicicletta da Alleghe
Panorama da Passo Pordoi

Da Arabba a Saviner di Laste, il Sacrario di Pian de Salesei

Uscendo da Arabba si prosegue sulla strada SR48 in discesa al bivio. Dopo circa 9,3 chilometri da Arabba, si abbandona la SR 48 e si imbocca la Provinciale 563 in discesa sulla destra. Si perde velocemente quota con ripidi tornanti fino ad arrivare al Sacrario Militare di Pian de Salesei, ben visibile con la sua forma a croce fin dai primi tornanti.

Qui sono raccolte le spoglie di tutti i soldati caduti sul Col di Lana e sulla Marmolada durante la Prima Guerra Mondiale, trasferiti dai vari cimiteri della zona.

La struttura fu costruita ampliando un vecchio cimitero del 1922, del quale rimane solo la cappella in fondo al viale, che custodisce le immagini di una Via Crucis ed una tomba che raccoglie le spoglie dei militari rimasti senza un nome.

Lungo il viale di accesso al Sacrario 14 cippi recano il nome di altrettanti campi di battaglia.

Il progetto curato dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni è una struttura aperta che ospita le spoglie dei 685 caduti riconosciuti (tra cui 19 austro-ungarici). Ogni tomba è decorata con la scritta Presente, oltre al nome ed al ruolo del soldato.

E’ d’obbligo un minuto di raccoglimento prima di ripartire, dobbiamo sicuramente un ringraziamento a chi è morto per consentirci oggi di vivere in una Italia indipendente.

Lasciato il Sacrario si procede sempre in discesa per poche centinaia di metri e poi in falso piano per circa 4 chilometri fino a Saviner di Laste.

Informazioni tecniche sull’itinerario

Partenza da Arabba a quota 1602 metri e arrivo a Saviner di Laste a quota 1.025 metri con dislivello in discesa di 610 metri (si risale per una cinquantina di metri in tutto) ed una pendenza media del 3,3% con punte del 9%, per una lunghezza totale di 18 chilometri.

Da Saviner di Laste ad Alleghe

Appena fuori dal paese ci si ricongiunge con l’itinerario di salita, raggiungendo nuovamente la pista ciclabile a Caprile e proseguendo più o meno in piano fino ad Alleghe

Informazioni tecniche sull’itinerario

Partenza da Saviner di Laste a quota 1.025 metri arrivo ad Alleghe a quota 970 metri con dislivello in discesa di 55 metri per una lunghezza totale di 5,1 chilometri.

Arrivo

E’ stata una giornata fantastica, adesso nessuno mi può togliere la soddisfazione di un bel gelato e di una buona fetta di torta con la panna in una delle pasticcerie di Alleghe. Abbiamo percorso quasi 74 chilometri con oltre 1.800 metri di dislivello positivo. Tenuto conto del poco allenamento (..e delle bici a pedalata assistita) proprio un bel giro!

Se ti interessano altre escursioni leggi anche l’articolo sulle escursioni nelle Dolomiti Agordine per i più avventurosi

Adesso ci aspetta il Sella Ronda!

cartina passo fedaia e pordoi in bicicletta
Cartina del percorso Passo Fedaia e Pordoi in bicicletta – Clicca per ingrandire su Google Maps

La cartina interattiva su Google Maps

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Pubblicato: 02/05/2021
Golden week Giappone settimana d'oro Palloncini in cielo

Golden Week in Giappone, un periodo di festa!

di Max Pubblicato: 15/04/2021
Giappone written by Max

Golden Week 

La Golden Week in Giappone (Settimana d’oro o gōruden wīku), è un periodo di festività nazionali durante il quale la popolazione gode di un periodo di vacanza. In tutto il paese ci sono feste e celebrazioni e chi può ne approfitta per un viaggiare o per andare a trovare i parenti.

La Golden Week cade nel periodo che va dalla fine di aprile fino ai primi giorni di maggio ed è stata ufficialmente istituita nel 1948. La Golden Week è un momento particolare in quanto tutto il Giappone entra in festa ed oltre a celebrazioni e svaghi i giapponesi colgono anche l’occasione per commemorazioni e per passare un po’ di tempo in famiglia.

Scopri invece cosa fare a New York in maggio

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Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Golden Week 
  • Le feste della Golden Week sono quattro:
  • Il Primo Maggio
  • Visitare il Giappone durante la Golden Week
  • Perché scegliere il periodo della Golden Week
  • Relax e giornate dedicate alla famiglia
  • Conclusione
  • Faq Golden Week Giappone
  • Per saperne di più sul Giappone
Golden week Giappone
Foto di Rumpleteaser su Flickr

L’appellativo Golden Week risale al 1951.

Durante il 1951 le attività commerciali legate ai festeggiamenti registrarono un picco di incassi durante il periodo di festa tale da superare quelli di ogni altro periodo dell’anno, incluso Capodanno e altre festività nazionali. Da allora l’appellativo Settimana d’oro fu utilizzato per indicare il periodo festivo.

Questo appellativo deriva dalla formula “golden time” con cui, nelle radio Giapponesi, si indicava il periodo con il maggior numero di ascoltatori. In particolare, il grande successo del film Jiyu Gakko, rilasciato appunto nei primi di maggio del 1951, fu l’evento ispiratore per l’adozione dell’espressione Settimana d’oro.

Jiyu Gakko – Scuola di Libertà

Solo per dovere di cronaca Jiyu Gakko, che significa “Scuola di Libertà” è una pietra miliare dell’immediato dopoguerra. Nel film si narra di una Tokyo devastata dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, dove la povertà si diffonde insieme ad un fiorente mercato nero. In questo contesto si sviluppano nuove libertà grazie alla rimozione dei divieti di diffondere films e letture un tempo proibite. I questo contesto fioriscono il desiderio di riscatto, una nuova cultura di eguaglianza di genere e la curiosità di scoprire nuove abitudini. (Flores, Linda. Bulletin of the School of Oriental and African Studies, University of London 71, no. 3 (2008): 600-02. Consultato il 13 aprile 2021)

Le feste della Golden Week sono quattro:

Showa Day (Showa no Hi) 29 aprile.

Questa giornata è anche nota come Festa dell’Imperatore. La giornata è stata introdotta per la prima volta nel 2007 per celebrare appunto il compleanno dell’Imperatore Hirohito, del periodo Showa. Prima del 2007 la giornata era conosciuta col nome di Greener Day e cambiò nome in seguito della morte dell’Imperatore Hirohito, avvenuta però nel 1989.

showa day di Jose Fernando su flickr
Showa Day di Jose Fernando su flickr (Licenza CC)

Constitution Day (Kempo Kinenbi), 3 maggio.

La festività celebra la costituzione Giapponese entrata in vigore successivamente alla Seconda guerra mondiale. Questa costituzione è stata un punto di svolta per il Giappone in quanto ridefinisce la figura dell’Imperatore come simbolo di unità nazionale e conferisce il potere democratico al popolo.

Il Constitution Day è anche un giorno dedicato alla celebrazione della pace, ricordando la fine dell’epoca imperialista del Giappone e l’inizio di rapporti diplomatici con le popolazioni vicine. In questa giornata, il National Diet Building a Tokyo, luogo dove la costituzione è stata concepita, è eccezionalmente aperto al pubblico.

Greener Day (Midori no Hi) 4 maggio

Prima del 2007 la giornata del Greener Day, che celebrava l’amore che l’Imperatore aveva per la natura, aveva luogo il 29 aprile, al posto dello Showa Day.

Successivamente, il Greener Day è stato spostato al 4 maggio. In questa giornata hanno luogo una serie di iniziative culturali e spirituali per celebrare il rapporto speciale dei Giapponesi con la natura.

Children’s Day (Kodomo no Hi), 5 maggio.

Conosciuta anche col nome di Boy’s Festival (Tango no Sekku), in questa giornata i genitori si dedicano a delle attività e rituali per pregare per la salute e il successo dei loro figli. Le famiglie sono solite esporre, in occasione di questa festa, il kabuto, noto copricapo samurai, che rappresenta la loro veglia e protezione sui figli.

Anche se festa è ufficialmente dedicata a tutti i bambini, questa è celebrata in particolare per augurare buona salute ai figli maschi. La festa dedicata alle bambine cade invece il 3 di marzo, e si chiama Hinamatsuri. Questa festa chiude le celebrazioni della Golden Week

Il Primo Maggio

Il Primo Maggio non rientra nelle festività della Golden Week.

Nonostante non tutte le feste siano consecutive, molti aziende concedono un periodo di vacanza per tutto il periodo della Golden Week. Per questo motivo, durante la Settimana d’oro, i Giapponesi sono soliti viaggiare, riversarsi nelle strade e prendere d’assalto parchi e musei.

Kyoto il padiglione d'oro o dorato

Visitare il Giappone durante la Golden Week

Questo periodo è uno dei più caotici per visitare il Giappone e può non essere il più consigliato se amate viaggiare tranquilli, oltre ovviamente per la disponibilità ed i prezzi di alberghi e attrazioni turistiche.

Può capitare, infatti di trovare mezzi di trasporto affollati, alberghi molto cari se non addirittura senza camere disponibili, a volte anche attività commerciali in ferie.

Poiché la Golden Week è una settimana di festa e di congedo dal lavoro – ed i Giapponesi non sono soliti prendere molti periodi di ferie durante l’anno – è soprattutto un’occasione per per rilassarsi e ricaricarsi, celebrando e ricordando la storia del Giappone.

Scopri il periodo migliore per un viaggio in Giappone.

Pianificare per viaggiare durante la Golden Week

Anche se non propriamente consigliato, visitare il Giappone durante la Golden Week non è impossibile. È necessario sicuramente pianificare il viaggio con maggior cura e soprattutto con largo anticipo. Solo in questo modo, infatti, si possono evitare gran parte dei disagi che si possono incontrare viaggiando in questo periodo molto affollato.

Perché scegliere il periodo della Golden Week

Durante la Golden Week si celebrano alcuni eventi tra i più caratteristici delle festività Giapponesi, proprio perché legati al ricordo e alla celebrazione della memoria, della storia e della cultura nazionale.

Osservare il Giappone in festa, con tutti i rituali caratteristici di queste giornate, può essere sicuramente un’esperienza piacevole. Con uno sguardo attento alle celebrazioni della Golden Week si può imparare molto del Giappone contemporaneo, così come delle tradizioni ancestrali che sono ancora radicate nella popolazione.

Per questo, molti decidono di visitare il paese specificamente in questo periodo, non curandosi delle varie difficoltà logistiche.

Relax e giornate dedicate alla famiglia

La Golden Week è un periodo dell’anno unico per il Giappone in cui emerge la tradizione e l’unità di fronte ai simboli nazionali. A questi, si unisce un ricordo anche a volte critico del passato e soprattutto delle guerre in cui il Giappone è stato coinvolto, promuovendo un messaggio pacifista e di speranza.

I Giapponesi approfittano di queste giornate per dedicarsi alla famiglia e al piacere, rinunciando alla loro proverbiale dedizione al lavoro. Per questi motivi, visitare il Giappone durante la Golden Week è sicuramente un’esperienza unica, in cui si possono osservare i cittadini e le attività locali in panni diversi dal solito.

Conclusione

Ogni momento è unico e ogni viaggio irripetibile, l’importante è partire e non curarsi se qualcosa non va come l’avevamo pianificato.

Il viaggio è un percorso, non una meta ed inizia da quando si chiude la porta di casa.

Faq Golden Week Giappone

Quanto dura la Golden Week?

La Golden Week è forse la festività più attesa dai giapponesi, e dura dai 4 ai 7 giorni, che comprendono di solito un fine settimana. Si tratta di un’occasione speciale e unica per i giapponesi per prendersi un po’ di vacanza dal lavoro.

Cosa significa Golden Week?

Golden Week significa settimana d’oro e comprende quattro festività nazionali, che si svolgono nel giro di una settimana tra la fine di aprile e l’inizio di maggio di ogni anno.

Quali sono le festività della Golden Week?

Le festività della Golden Week sono:
– Showa Day (Showa no Hi) 29 aprile.
– Constitution Day (Kempō Kinenbi), 3 maggio.
– Greener Day (Midori no Hi) 4 maggio
– Children’s Day (Kodomo no Hi), 5 maggio.

Quando è stata la prima Golden Week?

La Golden Week fu istituita nel 1948. Durante il 1951 le attività commerciali legate ai festeggiamenti registrarono un picco di incassi durante il periodo di festa tale da superare quelli di ogni altro periodo dell’anno, da allora la settimana si chiama Golden Week.

Per saperne di più sul Giappone

Il Giappone è un mondo nuovo da esplorare, dove tutto è diverso da quello a cui siamo abituati. Per imparare qualcosa sul paese, prima di partire leggi uno degli Otto libri per un viaggio in Giappone che consiglio nel mio articolo.

Innanzitutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Prima di partire compra la Guida del Giappone della Lonely Planet (controlla che sia l’ultima edizione, marzo 2020). Se vai a Tokyo, conviene comprare una guida specifica, anche per questo Lonely Planet è sempre il meglio.

Organizza il viaggio per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, magari sfruttando il Japan Rail Pass qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Poi avventurati in questo fantastico paese partendo da Tokyo, che puoi vedere anche in questo breve video di Tokyo in tre minuti. Immergiti in una Onsen, come le scimmie delle nevi di Jigokudani o scatta un bellissimo selfie sullo sfondo dei coloratissimi Torii del santuario Fushimi-Inari Taisha.

Insomma, non c’è da annoiarsi..

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Pubblicato: 15/04/2021
Luoghi di San Francisco - il Golden Gate

I luoghi di San Francisco che non devi perderti

di Max Pubblicato: 30/03/2021
Stati Uniti written by Max

I migliori luoghi di San Francisco che non puoi non vedere

Scopriamo insieme i luoghi di San Francisco che caratterizzano la città e che non puoi non vedere.

San Francisco è una città che si può visitare facilmente, magari sfruttando anche la rumorosa ed invadente presenza dei caratteristici Cable Car. Questi mezzi di trasporto super colorati che ricordano vagamente i nostri tram vengono utilizzati volentieri da tutta la popolazione per spostarsi agevolmente in città nelle zone raggiunte dalla rete tradizionale.

Non avere paura del clima, nonostante la famosa frase erroneamente attribuita a Mark Twain

L’inverno più freddo che ricordi è stata un’estate a San Francisco

Erroneamente attribuita a Mark Twain

il clima non è così male, ma sono frequenti le nebbie dovute all’umidità della baia.

Oltre a tutti i luoghi famosi che meritano una visita, considera anche l’opportunità di prenderti del tempo per passeggiare senza meta, può essere un metodo alternativo per scoprire angoli inesplorati.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • I migliori luoghi di San Francisco che non puoi non vedere
  • Golden Gate
  • Fisherman’s Wharf
  • Alcatraz
  • Chinatown
  • Union Square
  • Mission
  • Ferry Building Marketplace
  • Muir Woods
  • Lombard Street
  • Sausalito
  • Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA
    • Non ti piacciono le città?
Strada con Cable cars San Francisco
San Francisco è attraversata dai Cable Cars

Golden Gate

Il simbolo indiscusso della città è il Golden Gate, uno dei ponti sospesi più grandi del mondo, che attraversa la Baia di San Francisco.

L’enorme struttura color rosso acceso, è forse uno dei monumenti più fotografati al mondo, quindi meglio arrivare preparati. I momenti migliori per una fotografia sono l’alba ed il tramonto, ma in autunno ed inverno le ombre lunghe offrono situazioni interessanti durante tutto l’arco della giornata. Non dimenticare di visitare la zona circostante e di farti una passeggiata all’interno dell’area protetta, alla ricerca di un po’ di relax.

Luoghi di San Francisco - il Golden Gate Fotografia del Golden Gate, luogo simobolo di San Francisco di Maarten van den Heuvel

Fisherman’s Wharf

Fisherman’s Wharf è una delle zone più antiche del porto di San Francisco nonché una delle zone turistiche più frequentate. Il quartiere pullula di negozi e di chioschetti che vendono specialità culinarie e altri souvenir mentre passeggiando sul lungomare si può godere dello splendido panorama sulla baia, sul Golden Gate e più oltre fino ad Alcatraz.

Tra le tante attrazioni ospita il Pier 39, un molo in cui vive una divertentissima comunità di leoni marini che occupano una parte dei pontili in legno.

Oltre ai leoni marini potrai vistare la zona dove troverai il Museo delle Illusioni 3D, il Museo della Cartoon Art e l’altrettanto famoso “Believe it or Not!”.

Alcatraz

Al molo 33 di Fisherman’s Wharf puoi salire sul traghetto che ti porta direttamente all’isola di Alcatraz, Situata nel mezzo della baia di San Francisco, l’isola ospita la famigerata ex prigione di Alcatraz. Questo posto ebbe un momento di celebrità negli anni 80 grazie al famoso film “Fuga da Alcatraz” del 1979 con Clint Eastwood rimasto indimenticabile per alcune generazioni.

Alcuni dei criminali più famosi degli Stati Uniti furono incarcerati qui e, nonostante molti ci abbiano provato, solo pochi “fortunati” sono riusciti a a fuggire da “The Rock”, anche se la leggenda vuole che nessuno abbia lasciato l’isola da vivo.

Se vuoi provare il brivido dell’evasione non puoi perderti l’Escape Room della locale installazione di Madame Tussauds, già famosa per il museo delle cere.

Nella baia di San Francisco: Fotografia di Alcatraz dall'alto Fotografia di Alcatraz dall’alto di Rodrigo Soares

Chinatown

Attraversando il “Dragon’s Gate” (il cancello del Drago) si accede a Chinatown, una parte molto colorata della città dove troverai negozi e ristoranti esotici. La Chinatown di San Francisco è la più antica degli Stati Uniti nonché la più popolosa comunità cinese al di fuori della Cina. Fondata dagli immigranti cinesi nel 1800 equivale ad un tuffo in un altro mondo.

Mentre aspetti il pranzo, avrai la possibilità di assistere alla preparazione dei biscotti della fortuna e conoscere più da vicino questa interessantissima cultura.

Se ami le folle puoi provare a vistarla durante il Capodanno Cinese e partecipare ai festeggiamenti.

Union Square

Procedendo verso il centro di San Francisco cerca di incrociare in Union Square, la piazza così chiamata in onore dell’esercito dell’Unione che si riunì in questo punto durante la guerra di secessione.

Questo spazio è da sempre protagonista di incontri importanti, concerti e manifestazioni, oltre che meta imperdibile per una giornata di shopping sfrenato.

Non è improbabile che, raggiungendo la zona, tu possa avere la fortuna di assistere a un qualche evento interessante. In ogni caso potrai dar fondo agli ultimi risparmi comprando qualcosa negli innumerevoli negozi.

Mission

Fondato nel 1776, Mission è il quartiere più antico di San Francisco, costellato da ristoranti rinomati e gallerie d’arte. Mission è anche il quartiere latinoamericano.

Tantissimi visitatori raggiungono Mission per ammirare i murales che decorano le pareti degli edifici. E’ meglio visitare la zona in pieno giorno, pare che di sera le strade siano meno raccomandabili

Ferry Building Marketplace

Ferry Building Marketplace è il vecchio punto di arrivo dei traghetti, ammodernato e riconvertito a tempio dell’arte culinaria, un luogo di San Francisco da non perdere se vuoi provare nuove esperienze del gusto. San Francisco negli ultimi anni è diventata infatti di tendenza in fatto di cibi e bevande grazie alla grande attenzione riservata dai suoi abitanti all’alimentazione bio e gourmet. All’interno del vecchio edificio si possono trovare commestibili di ogni genere, mentre il vicino Farmer’s market propone prodotti artigianali ed a chilometri zero.

Muir Woods

Lontana pochi chilometri dal centro della città la Muir Woods National Monument è una meta imperdibile per chiunque decida di visitare San Francisco. Anche se non sei un appassionato degli scenari naturali, è sicuro che adorerai le sequoie giganti di Muir.

Questi alberi incredibilmente imponenti raggiungono altezze inaspettate: addirittura oltre i cento metri d’altezza! Questo è un bellissimo luogo di San Francisco dove godere di un’oasi di pace in mezzo al verde.

Ricordatevi di prenotare il parcheggio o la navetta, altrimenti rischierete di restare fuori! (maggiori info qui)

Muir Woods
Muir Woods – Fotografia di Caleb Jones

Lombard Street

Certamente meno naturale, ma non per questo meno spettacolare Lombard Street è un altro luogo imperdibile di San Francesco. Gli otto stretti tornanti arrampicati su di una collina e ripresi nelle scene di numerosi film oggi sono un po’ meno in voga di un tempo, ma sempre una meta obbligata.

I luoghi imperdibili di San Francisco Lombard Street nel 1993 foto archivio Massimo Basso San Francisco: Lombard Street nell’ottobre 1993 (foto archivio Massimo Basso)

Sausalito

Concludiamo con Sausalito, una cittadina che si trova al limite della Baia.

L’attrazione principale legata a questo luogo, che merita sicuramente di essere vistato, è la “colonia” di case galleggianti che coprono una parte della costa.

Con meno di 200 euro a notte è possibile anche affittarne una, per sperimentare la sensazione di vivere a pochi passi dell’acqua.

Scopri tutto quello che puoi vedere negli USA

Prima di tutto non dimenticare il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline! Non restare senza connessione, acquista scopri i vantaggi di una eSIM con traffico dati* per gli USA. Non dimenticare un buon libro per la tua vacanza a Stelle e Strisce.

Prima di partire puoi rinfrescarti le idee su cosa fare prima di partire per gli USA o, se non ci sei mai stato, farti un’idea su cosa mangiare per sopravvivere alla cucina degli States.

Se la destinazione è New York leggi prima di tutto le FAQ su New York: 50 e più domande sulla Grande Mela. Puoi scoprire come muoverti in città con la metropolitana di New York oppure prendere un Taxi seguendo i miei consigli. Ma se le preferenze sono per la costa dell’ovest, vedi cosa fare e quando andare Seattle, con un itinerario di uno o più giorni nella città di Smeraldo e da qui scendere fino a San Francisco e Los Angeles.

Leggi anche:  cosa fare in 3 giorni a New York con itinerario oppure cosa fare a New York a maggio 2025, cosa fare a New York a Giugno, cosa fare ad Agosto o cosa fare a New York a Settembre 

Se ti rimane del tempo puoi anche fare una capatina a Las Vegas, la capitale dei matrimoni (sposarsi qui è facile, anche per finta!).

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Non ti piacciono le città?

Se cerchi un’avventura più a contatto con la natura, leggi cosa puoi fare nei Parchi dell’Ovest, ad esempio nel Parco Nazionale Zion o nella Monument Valley  Scopri i luoghi migliori per un selfie ad Horseshoe Bend oppure per fotografare il Bryce Canyon. Per alcuni di questi parchi è richiesta una prenotazione, scopri quali!

Un’altra meta imperdibile è il favoloso Parco di Yellowstone, con la sua natura, i bisonti, gli orsi ed i lupi. Ti propongo un paio di itinerari: da Seattle a Yellowstoneattraverso gli stati di Washington e del Montana, oppure un itinerario che comprende Yellowstone, il Colorado ed il Wyoming con partenza e arrivo a Denver.

Se hai voglia di sperimentare un’avventura puoi provare ad affrontare un viaggio in Alaska in auto, imbarcarti in una crociera nell’Inside Passage dell’Alaska o addirittura salire su un idrovolante e raggiungere Khutzeymateen il Santuario degli Orsi in Canada, un’avventura eccezionale in una natura selvaggia.

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Ciao, a presto!

Pubblicato: 30/03/2021
Il Tempio del Sole di Konark - Orissa Odisha

Il bellissimo Tempio del Sole di Konark in Orissa

di Max Pubblicato: 15/03/2021
India written by Max

Il Tempio del sole di Konark in Orissa

Il Tempio del Sole di Konark è un esempio unico di architettura poco visitato dagli stranieri, perché al di fuori delle grandi rotte turistiche. Al contrario è molto conosciuto in India e meta popolare di turismo e pellegrinaggi, tanto da essere annoverato fra i monumenti più visitati del paese.

Il sito è un patrimonio UNESCO e testimonia la popolarità nei tempi passati del culto di Surya. Si possono infatti ammirare numerosi Templi dedicati al Sole sparsi per tutta l’India, come ad esempio il Tempio del Sole di Modhera nel Gujarat, il Tempio Martand Sun nel Kashmir, il Tempio di Lonar nel Maharashtra e quello di Kumbakonam nel Tamil Nadu. Questo Tempio oggi è parzialmente in rovina e alcune delle sue sculture sono conservate nel Museo del Tempio del sole.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell'articolo (clic per aprire)

  • Il Tempio del sole di Konark in Orissa
  • Raggiungere Konark e prime impressioni
  • Architettura del Tempio del Sole di Konark
    • Le simbologie nella costruzione
    • Il Tempio del Sole era parte di un complesso più grande
    • Storia e leggenda
    • La leggenda del primo Tempio del Sole di Konark
  • Costruzioni successive
  • Libri e guide per un viaggio in India
  • Proposte di viaggio in India
  • Per saperne di più sull’India
    • Cultura
    • Antiche Religioni
    • Tradizioni Tribali
Il Tempio del Sole di Konark - Orissa

Raggiungere Konark e prime impressioni

Konark dista circa 35 km da Puri, viaggiando verso nord parallelamente alla fascia costiera dell’Orissa.

Il re Narsimha Deva I fece costruire questo Tempio nel tredicesimo secolo e lo volle dedicato alla divinità induista Surya, Dio del Sole appunto. Il Tempio ha l’insolita forma di un carro con dodici paia di ruote trainato da sette cavalli.

Architettura del Tempio del Sole di Konark

Tradizionalmente il Dio Sole, Surya viene raffigurato in movimento attraverso il cielo su un carro trainato da sette cavalli. La piattaforma del Tempio si rifà a questa rappresentazione mitologica ed è ornata da 24 ruote riccamente scolpite. Esse rappresentano le 24 quindicine dell’anno, i 12 mesi dell’anno o le 24 ore in un giorno.

Particolare della ruota del carro di Surya a Konark

Le simbologie nella costruzione

I sette cavalli rappresentano i sette giorni della settimana, anche se qualcuno crede che simboleggino i sette colori della luce solare, la teoria più probabile è che rappresentino entrambe le cose. Ogni ruota del carro è costituita da otto raggi, come gli otto intervalli del giorno.

Le ruote possono anche essere l’interpretazione delle ruote della vita, che viene donata dal sole ogni giorno.

Oltre alle ruote dei carri, sulla base del Tempio sono scolpiti bassorilievi raffiguranti animali, e persone intente nelle arti della danza, del canto e della musica. Analogamente ad altri templi non mancano figure erotiche del Kama Sutra come nei Templi di Khajuraho. Completano l’opera alcune figure mitologiche, immagini divine e icone oggetto di culto.

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Il Tempio del Sole era parte di un complesso più grande

Quello che si vede oggigiorno era parte di un centro religioso molto più grande, oggetto come oggi di visite e pellegrinaggi. Nel tempo vennero praticate anche altre religioni, come ad esempio viene riportato da un illustre viaggiatore cinese nell’ottavo secolo, che lo descrive come un importante centro per la religione buddista, che all’epoca era molto diffusa in India (vedi il mio articolo sul Buddha ed il buddismo in India).

Vedi anche il pellegrinaggio ai 10.00 scalini del Tempio di Girnar Hill

La costruzione comprende anche una torre, una sala delle udienze e una sala da ballo detta Natmandir (vedi foto). In origine l’architettura del Tempio sarebbe stata studiata per far sì che in determinati periodi dell’anno i raggi del sole nascente cadessero sull’immagine di Surya del tempio principale.

Nelle foto in basso sono raffigurati il Natmandir, uno dei templi che facevano parte del complesso, particolare di un elefante e un particolare di una scultura

Alcune foto sono in vendita su Adobe Stock
Il Tempio del Sole di Konark - Orissa Odisha

Storia e leggenda

Narsimha Deva I, il Re che ordinò la costruzione del Tempio, apparteneva alla dinastia dei Ganga, che governò sulla regione e su un’ampia porzione dell’India Nord Orientale chiamata Kalinga dal quinto al quindicesimo secolo. Egli fece costruire il Tempio a Konark perché sin dai tempi antichi questo luogo era ritenuto la dimora di Surya, come riportato in numerosi testi sacri. In uno di questi testi si racconta addirittura che questo fosse uno dei luoghi prediletti di Shiva per l’adorazione del Sole e per espiazione delle colpe. Lo stesso nome Konark deriva da KONA che significa angolo e da ARKA, che significa Sole, probabilmente per la sua posizione geografica.

La leggenda del primo Tempio del Sole di Konark

La tradizione vuole che il Tempio del Sole sia stato fatto costruire a Konark, (chiamata nell’antichità Maitreyavana) intorno al diciannovesimo secolo a.C. da Samba, figlio del Signore Krishna. Egli infatti dopo aver vissuto in questo luogo per 12 anni dedicandosi all’adorazione del Sole fu guarito dalla lebbra. La leggenda narra che dopo la guarigione Samba si immerse nel fiume Chandrabhaga, dove trovò un’immagine di Surya. In seguito a questo miracoloso ritrovamento egli decise di costruire un Tempio e di installavi l’immagine

Costruzioni successive

Alcuni testi parlano di un altro Tempio costruito intorno a nono secolo d.C. sui resti del precedente. A questa costruzione sono attribuite alcune rovine nelle zone vicine al Tempio principale nel complesso Chhaya Devi o Tempio Mayadevi.

Ci sono molte opinioni e credenze sui motivi che hanno portato il re Narsimha Deva I a costruire qui un Tempio del Sole, la certezza è che ci ha lasciato un’opera unica e memorabile.

Ciao, alla prossima

Il Tempio del Sole di Konark - Orissa Odisha

Libri e guide per un viaggio in India

Prima di partire comprate qui una guida* dell’India della Lonely Planet in Italiano. Ci sono altre guide, ma non altrettanto esaustive.

E per non rimanere senza internet, date un’occhiata alla eSIM solo dati* per l’India. Costa poco, rimanete connessi e conservate il vostro numero di telefono! (funziona solo con gli smartphone indicati nelle specifiche).

Leggi anche 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India senza parlare di Yoga

Proposte di viaggio in India

India: il Triangolo d’Oro e Varanasi*. Itinerario breve ed essenziale di 9 giorni nel Triangolo d’Oro dell’India del Nord con estensione a Varanasi, la città sacra dell’India per eccellenza. Un programma di viaggio adatto a chi non ha troppo tempo a disposizione, ma desidera visitare avere un assaggio dell’India. Da Delhi, la capitale dell’India coloratissima e caotica, a Jaipur, la Città Rosa del Rajasthan, passando per Agra ed il suo spettacolare Taj Mahal, per arrivare a Varanasi la città sacra per eccellenza che da sola vale l’intero viaggio.

India: Gran Tour del Nord*. Itinerario suggestivo nella terra dei Maharaja, sulle tracce degli antichi splendori reali fra forti, maestosi palazzi, musica, arte e paesaggi mozzafiato. Un lungo e intenso viaggio dal Rajasthan alla Valle del Gange a contatto con l’India più vera e più suggestiva. Un viaggio che non dimenticherete (17 giorni).

India: Natura, relax e Ayurveda*. Un viaggio alla scoperta del Kerala, a contatto con la natura lussureggiante. Verdi colline, villaggi di contadini, artigiani e pescatori, lagune e laghi uniti da un intrico di canali in un ambiente tropicale da sogno. Dal Parco Nazionale di Periyar alla navigazione in battello sulle Backwaters, dalle piantagioni di té alla città di Kochi, antica colonia portoghese per approdare alle spiagge di Kovalam  e concedersi qualche massaggio ayurvedico in un fantastico resort.

Se vi viene in mente qualcos’altro chiedete a me!

Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, Vishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Pubblicato: 15/03/2021
Haenyeo in immersione, fotografia per cortese concessione Jeju Haenyeo Museum donne pescatrici della Corea

Haenyeo, le donne pescatrici dell’isola di Jeju in Corea

di Max Pubblicato: 02/03/2021
Asia written by Max

Haenyeo, vita e coraggio delle donne del mare della Corea del sud

Le Haenyeo (che si legge “hen-io”) sono donne pescatrici che vivono sull’isola di Jeju (che si legge più o meno “gegiou”). Queste donne del mare apprendono il mestiere da giovani e quando raggiungono il pieno della maturità lavorativa riescono a tuffarsi ed a restare in apnea sott’acqua fino a due minuti.

Chi ha mai provato a fare apnea in acqua può capire che due minuti senza respirare, immersi nelle gelide acque dell’oceano, sono un tempo interminabile.

Visto sotto un altro punto di vista due minuti sono veramente pochi per tuffarsi, nuotare fino a raggiungere i fondali profondi a volte fino a venti metri, cercare e trovare ricci, polpi e abaloni, a volte staccarli dalle rocce e risalire con il pescato.

ATTENZIONE: le indicazioni presenti negli articoli sono fornite gratuitamente a scopo divulgativo e potrebbero essere non aggiornate o incomplete. Prima di acquistare, di prenotare o di partire, consultate sempre i siti ufficiali. Alcuni link in questo articolo sono link di affiliazione (anche i link ad Amazon*). Gli articoli aggiornati o pubblicati a partire da febbraio 2024 riportano un asterisco* accanto ai link di affiliazione.

Indice dell’articolo (clic per aprire)

  • Haenyeo, vita e coraggio delle donne del mare della Corea del sud
    • Facciamo un passo indietro come nasce la ricerca su Haenyeo
  • Resistere alla modernità, una sfida per tutte le culture
  • Dov’è l’isola di Jeju, patria delle Haenyeo
  • Storia dell’isola di Jeju e nascita delle Haenyeo
  • Il massacro di Jeju
    • Migliaia di vittime
  • Chi sono le Haenyeo
  • L’addestramento ed i livelli di competenza delle Haenyeo
  • Riti religiosi delle Haenyeo
  • L’equipaggiamento
  • Regolamenti
  • Bulteok
    • Una stirpe senza futuro?
  • Una curiosità per chi volesse visitare l’isola di Jeju

Lettura consigliata: Figlie del Mare di Mary Lynn Bracht*, (anche su Audible*, dove potete fare una prova gratuita*) spunto per questo e per un altro articolo sulle donne di conforto coreane (di prossima pubblicazione).

Recentemente l’isola di Jeju è diventata famosa per la citazione del giocatore 067 nell’episodio della serie Tv Squid Game, prodotta da Netflix e discussa per i suoi contenuti.

Se visiti Jeju goditi la vacanza nell’isola con un tour dei siti UNESCO*!

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Facciamo un passo indietro come nasce la ricerca su Haenyeo

Come sono giunto alla storia delle Haenyeo? Diciamo che tutto ciò che è Oriente mi affascina.

Ci sono arrivato un po’ tardi, ma l’infatuazione non è meno intensa. Per recuperare il tempo perduto mi sono buttato nella lettura di tutto ciò che riguarda l’Oriente: Giappone, Cina, Corea, Indonesia, India (un po’ meno ad oriente, ma sempre ad est).

Fra le tante letture, non tutte interessanti, non tutte coinvolgenti, recentemente ho letto un bellissimo libro che si intitola Figlie del Mare. A dirla tutta, come faccio quasi sempre non ho letto il libro, ma ascoltato l’audiolibro su Audible e sarà per la storia, sarà per come è narrato, mi ha profondamente colpito, tanto da voler approfondire e condividere la mia ricerca.

Ma ritorniamo alle Haenyeo

Haenyeo, le donne pescatrici dell'isola di Jeju in Corea > https://www.massimobasso.com/articoli/page/23/
Haenyeo in immersione, fotografia per cortese concessione Jeju Haenyeo Museum

Resistere alla modernità, una sfida per tutte le culture

Questo mestiere tradizionale sta soccombendo alla modernità. Se da una parte l’Unesco ha dichiarato le Haenyeo patrimonio immateriale dell’umanità, dall’altra il miraggio di una vita agiata e di una carriera più in linea con i tempi, fa sì che meno ragazze siano disposte a dedicare la loro esistenza a svolgere un lavoro così duro

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Dov’è l’isola di Jeju, patria delle Haenyeo

L’isola di Jeju, lunga circa 73 km è la più grande isola della Corea del Sud e si trova a circa un centinaio di chilometri a sud del lembo più meridionale della penisola coreana, a ovest del Giappone Meridionale e a nordest di Shanghai, Cina.

L’isola, di origine vulcanica è costituita principalmente da basalto e lava ed è dominata dal monte Hallasan, un vulcano estinto, che con i suoi 1.950 metri di altezza è la montagna più alta dello stato.

Jeju ha un clima temperato ed anche in inverno la temperatura raramente scende al di sotto lo zero. Questo rende Jeju una popolare meta turistica.

Oltre che per il clima mite, Jeju è conosciuta anche per i suoi Tunnel di Lava (in coreano Oreum), anch’essi patrimonio UNESCO, importanti sia per la scienza che come attrazione turistica. Questi tunnel formati dalle colate di lava sono oggi grotte vuote, probabilmente tra le più grandi al mondo.

Inoltre l’isola è ricca di risorse naturali, fra le quali ben 33 piante endemiche.

Isola di Jeju vista dal satellite, al centro il vulcano estinto
Isola di Jeju vista dal satellite, al centro il vulcano estinto

Storia dell’isola di Jeju e nascita delle Haenyeo

In quello che adesso è il centro della città di Cheju ci sono alcuni buchi in mezzo ad un prato che rappresentano un punto di riferimento storico. Secondo la leggenda, tre semidei di nome Ko, Yang e Pu emersero dai tre piccoli buchi in questo prato e sposarono tre principesse provenienti da paesi stranieri, dando vita alle famiglie fondatrici dell’isola. I fori sono così profondi che anche quando piove a dirotto non si riempiono mai d’acqua.

Le prime notizie di Jeju parlano di un regno indipendente, durato fino al VII secolo e divenuto in seguito un protettorato.

Nel 1910 l’isola divenne una colonia in seguito all’invasione Giapponese della Corea e rimase sotto il dominio Giapponese fino alla fine della seconda guerra mondiale quando acquistò l’indipendenza come parte della neonata Repubblica di Corea

Quando alla fine della seconda Guerra Mondiale, la Corea fu divisa tra un governo filoamericano al sud e uno filosovietico al nord, in tutto il paese nacquero grandi tensioni sociali e politiche. Proprio come parte di questi dissidi e delle violenze che quotidianamente ne conseguivano, nella primavera del 1947, un gruppo di isolani di Jeju insorse contro la brutalità della polizia per chiedere un governo coreano unificato, ma l’insurrezione fu brutalmente repressa.

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Il massacro di Jeju

In seguito, tra l’aprile del 1948 ed il maggio 1949, prima dello scoppio della guerra di Corea, Jeju fu ancora teatro di scontri interni dovuti alla ricerca ed al tentativo di repressione dei presunti simpatizzanti filocomunisti, sfociata in una guerra fratricida di opportunità.

Fu in questo periodo che durante un tentativo di rivolta l’esercito coreano invase l’isola e il villaggio di Buckon, dando alle fiamme le abitazioni e rastrellando i civili.

Gli abitanti, suddivisi per sesso ed età furono trascinati in una fattoria, vicino ad un bosco dove vennero eseguite esecuzioni sommarie. Questo massacro lasciò sul campo circa 300 vittime fra cui donne e bambini.

Uno dei sopravvissuti all’attacco del 17 gennaio 1949 racconta che le persone fucilate, vestite con i tradizionali abiti bianchi, erano allineati in terra e sembravano “tanti ravanelli appena estratti”.

Haenyeo, le donne pescatrici dell'isola di Jeju in Corea > https://www.massimobasso.com/articoli/page/23/

Migliaia di vittime

Migliaia di persone persero la vita a causa del conflitto. Anche dopo la fine delle ostilità molte persone morirono nei campi di prigionia governativi. Quell’episodio è conosciuto con il nome massacro di Jeju, anche se questa parte di storia non è abbastanza evidenziata nei programmi scolastici coreani.

Nel 2006 il governo sudcoreano ha porto formali scuse per il massacro indiscriminato di isolani innocenti in nome della lotta al comunismo.

Nel 2008 è stato inaugurato un grande “Parco della Pace” di Jeju in onore delle vittime di un altro massacro, quello del 4 marzo 1947, solo uno dei capitoli di una triste storia.

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Chi sono le Haenyeo

Le Haenyeo, che in coreano significa “donna del mare”, sono pescatrici che da secoli si immergono in apnea nelle fredde acque dell’oceano alla ricerca di abaloni (gasteropodi marini), ricci di mare e polpi

Questa straordinaria attività al femminile – emersa in una società di tradizioni confuciane basata sulla centralità degli uomini – è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO nel 2016.

Alcune testimonianze affermano che la tradizione nacque intorno al V secolo d.C. Se così fosse queste pescatrici manterrebbero in vita una tradizione che ha oltre 1.500 anni.

Per quanto riguarda la documentazione ufficiale invece, troviamo una rilevazione topografica di Jeju del 1629, ad opera di Lee Gun. Fra le altre indicazioni la cartina riporta le indicazioni di alcuni siti in cui pare che le donne pescatrici fossero già attive in quell’epoca. Ulteriori testimonianze si trovano negli Annali della dinastia Joseon che regnò a lungo sulla penisola coreana.

Questo mestiere ebbe un impulso alla sua diffusione tra le donne intorno al XVIII secolo, dopo che molti uomini erano morti nelle guerre che avevano scosso la penisola a partire dall’invasione giapponese respinta nel 1598.

Si ritiene ancora oggi che le donne siano più adatte a questa attività. La possibilità di accumulare una maggiore percentuale di grasso corporeo le rende, infatti, più resistenti alle rigide temperature delle profondità marine.

Non so quanto questa deduzione sia scientifica.

Leggi anche Crociera in Alaska nell’Inside Passage

Haenyeo, le donne pescatrici dell'isola di Jeju in Corea > https://www.massimobasso.com/articoli/page/23/

L’addestramento ed i livelli di competenza delle Haenyeo

L’addestramento delle Haenyeo si caratterizza di tre fasi:

  • Hagun che è la fase inziale, o quella delle principianti che può durare anche sette anni ed in genere comincia intorno ai 10 anni di età.
  • Junggun, un livello intermedio che può durare anche diversi anni
  • Sanggun che è il livello raggiunto delle più esperte.

Esiste poi un livello superiore, alcune Haenyeo che si distinguono per particolari doti di equilibrio e competenza diventano Dae Sanggun, in pratica una sorta di guide o coordinatrici. La carriera di una Haenyeo in genere arriva al suo apice in età matura, a volte intorno ai 60 anni, frutto dell’esperienza acquisita

Le donne durante le sei o sette ore lavorative della giornata scendono nelle acque gelide fino a 15-20 metri nei casi più estremi, trattenendo il respiro anche per due minuti: un’eternità.

Storicamente le Haenyeo ottenevano un guadagno superiore alla media vendendo le merci pescate nei mercati locali e sostenendo in questo modo la famiglia. Oggi una Haenyeo riceve una paga di circa duecento dollari al mese, veramente poco per un lavoro così duro e pericoloso

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Riti religiosi delle Haenyeo

Prima di immergersi le Haenyeo si rivolgono a Jamsugut, Dea del Mare, per ottenere protezione e una pesca abbondante.

Lungo il mare sono dislocati diversi santuari detti Haesindang, luoghi dove ritualmente si prega.

Inoltre a volte si eseguono celebrazioni che hanno come attività principale alcune danze rituali, dette Jamsugut e Yowanggut. Jamsugut viene eseguito l’8 marzo, ma ne esistono molte altre.

L’equipaggiamento

Oggi le Haenyeo indossano moderne tute in neoprene, ma in passato indossavano semplici costumi di tela, oggi hanno una maschera che prima non avevano.

Per prelevare gli abaloni usano un uncino collegato a un’asta di metallo detto raffio, una paletta per raschiare, i guanti ed una rete attaccata ad una specie di boa. Per migliorare i tempi di immersione di solito usano pesi attaccati al corpo.

Museo Haenyo - rappresentazione di pescatrici coreane di ritorno dalla pesca in abiti tradizionali
Museo Haenyo – rappresentazione di pescatrici coreane di ritorno dalla pesca in abiti tradizionali. Sullo sfondo bacheca con gli abiti di un tempo.

Regolamenti

Le società dei villaggi di pesca e i sindacati delle Haenyeo seguono un rigido regolamento per le zone di pesca e per la classificazione delle specie che possono essere raccolte. Inoltre il regolamento comprende periodi di apertura e chiusura della raccolta e misure minime del pescato per salvaguardare la riproduzione delle specie.

Un regolamento per vivere in armonia con la natura ed un concetto che oggi è sulla bocca di tutti: la sostenibilità

Bulteok

Per prepararsi per le immersione le Haenyeo si  radunano nei Bulteok, recinti di pietra di solito con un falò acceso al centro per riscaldarsi. In questi recinti ci si cambia d’abito e ci si riposa prima e dopo la pesca.

Un tempo c’erano 3 o 4 di queste strutture per ogni villaggio, oggi ne sopravvivono poco più di 50, sostituite da moderni camerini dotati di acqua calda e fredda.

Haenyeo mentre si preparano per l'immersione nei moderni spogliatoi, fotografia per cortese concessione Jeju Haenyeo Museum
Haenyeo mentre si preparano per l’immersione nei moderni spogliatoi, fotografia per cortese concessione Jeju Haenyeo Museum (www.jeju.go.kr/haenyeo/)

Una stirpe senza futuro?

Le Haenyeo con quello che guadagnano mandano a scuola e all’università figlie che sognano un futuro lontano dall’isola di Jeju, in Corea del Sud.

Nel 1970 le Haenyeo erano oltre 14mila, oggi sono circa 4.500 e la maggior parte di loro supera i 50 anni. Alcune hanno 90 anni e continuano ad immergersi.

Per contrastare la perdita di questa cultura sono state intraprese diverse iniziative come l’apertura di una scuola per Haenyeo e l’inaugurazione di un museo dedicato alla loro storia. Il turismo è cresciuto, ma senza veri benefici per le Haenyeo.

Il futuro non è roseo e ci sono seri dubbi sul fatto che si riuscirà a tramandare questa tradizione in numeri significativi alle generazioni future.

L’unica costante del mondo è il cambiamento e dobbiamo accettarlo.

Una curiosità per chi volesse visitare l’isola di Jeju

Nel corso degli anni ’70 del 1900 l’isola di Jeju divenne una rinomata meta turistica per le coppie in luna di miele, complice il clima caldo rispetto alla penisola e le restrizioni di viaggio imposte dal clima di tensione della Guerra Fredda in atto. Inoltre molti matrimoni erano combinati e gli sposi inesperti raggiungevano l’isola perchè era anche nota per essere un centro di eduzione sessuale. Cronache di quegli anni narrano che alcuni hotel alla sera offrivano un programma di intrattenimento con elementi erotici, per aiutare gli sposi inesperti a rilassarsi.

Sulla scorta di questo passato a Jeju è nato Loveland, un parco di sculture all’aperto inaugurato nel 2004 ed incentrato sul tema del sesso. Nel parco si trasmettono film sull’educazione sessuale e sono ospitate oltre 100 sculture sul tema. Il sito web del parco lo descrive come il luogo dove l’arte e l’erotismo si incontrano e dove l’immaginazione può correre libera, oltre che l’unico parco aperto fino a mezzanotte..

Leggi anche dell’isola di Jeju nell’articolo che parla del sogno del giocatore 067 nell’episodio della serie Tv Squid Game, prodotta da Netflix e discussa per i suoi contenuti.

Per saperne di più sull’Asia

Sono approdato all’Asia di recente, ma questa terra è stata subito fonte di ispirazione. Non solo fotografie, ma appunti di viaggio e qualche riflessione.

Prima di tutto il bagaglio: dai un’occhiata a cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Puoi anche stamparla e compilarla offline!

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Se ti interessa l’India prima di tutto informati sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. altri argomenti interessanti per avvicinarti a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fanno, le caste in India e gli Intoccabili Dalit, il Festival di Holi e la Festa dei Colori. Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggi la sacra Trimurti, introduzione e cenni su Brahma, Shiva il Distruttore, il Benevolo, lo Yogi e altre storie, Vishnu ed i suoi Avatara, l’importanza del conservatore o Surya ed il culto del Dio del Sole in India. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

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Ma l’Asia non è solo India. Parti per il Giappone, ma prima leggi Il periodo migliore per un viaggio in Giappone, qualche consiglio per scegliere un hotel in Giappone e cosa mangiare nel paese del sol Levante.

Altri articoli interessanti su Cina ed Indonesia sono per esempio il periodo migliore per visitare Hong Kong, o qualche cenno sul Capodanno Cinese e sul Calendario Cinese Tradizionale. Senza dimenticare gli strani animali asiatici come i Panda Giganti della riserva di Chengdu o gli Orangutan di Sumatra e i Macachi Neri di Tangkoko.

Ciao, a presto!

illustrazioni di Photographeeasia/Freepik

Pubblicato: 02/03/2021
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